Dopo l’estate tutti gli “italiani saranno esposti a campi elettromagnetici ad alta frequenza, con densità espositive e frequenze sino ad ora inesplorate. Dopo Settembre l’operazione avrà respiro nazionale. Sottovalutare o ignorare il valore delle evidenze scientifiche disponibili non appare eticamente accettabile”. Pericoloso lascito dai predecessori: ignorati gli appelli precauzionali dei medici ISDE che continuano ad invocare una sensata moratoria, per compiacere Europa e lobby del 5G il Governo Conte potrebbe aumentare di 110 volte il valore limite di campo elettrico emesso dalle stazioni radio base (antenne di telefonia mobile), sommergendo la popolazione con un’irradiazione elettromagnetica multipla e cumulativa di dubbia innocuità, per altro già documentata come (potenzialmente) cancerogena da innumerevoli e accreditati studi nonché (seppur tra le polemiche per una classificazione 2B al ribasso!) dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Archivi giornalieri: 27 luglio 2018
Tav, perché i 5 Stelle non possono permettersi di dire di sì (nonostante il contratto con la Lega)
Corriere 27 luglio 2018 – 14:11
Le diverse bozze — fino a quella finale — del contratto di governo tra Lega e 5 Stelle riflettono l’ambivalenza del Movimento sul tema della Tav. Perché il no alla Torino-Lione sta nel dna dei pentastellati. E un sì ne segnerebbe la definitiva mutazione
di Marco Imarisio
La verità è nella brutta copia del contratto. «Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia, ci impegniamo a sospendere i lavori esecutivi e ridiscuterne integralmente il progetto. Con riferimento invece alla realizzazione del “terzo valico” ci impegniamo al completamento dell’opera». Era la metà di maggio, il governo non era ancora stato varato, e l’Huffington postpubblicò in esclusiva una bozza preliminare del contratto di governo.
L’attenzione degli osservatori cadde su faccende ancora più importanti, come l’uscita dall’euro. Ma il passaggio sulla Tav era rivelatore delle intenzioni, mai nascoste, del Movimento 5 stelle. Si parlava infatti di sospensione dei lavori esecutivi, e di ridiscussione integrale del progetto.
Le reazioni produssero un effetto uguale e contrario, perché nel testo definitivo poi varato dai due contraenti, ovvero M5S e Lega, lo stop ai lavori scomparve del tutto, per lasciare spazio a una formula vaga, una generica ridiscussione del progetto ma sempre «nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia» che certo non prevede alcun blocco dell’opera.
Da allora, il rapporto tra il movimento No Tav e i Cinque stelle, due entità che in Piemonte per molto tempo si sono sovrapposte, si incrinarono. La Tav non è un argomento sul quale M5S si possa permettere di discutere con serenità, o con razionalità, perché il «No» all’alta velocità Torino-Lione è un elemento fondante dell’identità pentastellata. È una simbiosi che nasce molto tempo fa, quando ancora M5S non esisteva.
Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2005 l’occupazione da parte delle forze dell’ordine dei tre ettari di terreno a Venaus, sui quali doveva essere allestito il cantiere dell’Alta velocità secondo il progetto iniziale, e la successiva «liberazione» tramite una marcia pacifica divenne l’episodio fondante della mitologia No Tav, segnando l’inizio di una totale condivisione di intenti con Beppe Grillo, che resta pur sempre l’«Elevato» di M5S.
«Sono valsusino» scrisse Beppe Grillo sul suo blog. «Venaus è il cuore del Movimento» ha ribadito nel 2015 Alessandro Di Battista alla fine della manifestazione per il decennale, mentre la gente intorno a lui intonava cori contro Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio dell’epoca.
Alla grande manifestazione del 3 luglio 2011, che degenerò in scontri violentissimi con le forze dell’ordine, Grillo era in prima fila (foto sopra), abbracciato ad Alberto Perino, l’ex bancario divenuto leader del movimento No Tav. Non è una questione economica, si tratta dell’essenza stessa di M5S così come l’abbiamo conosciuto fino alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo.
Il brusco cambio di versione fatto pochi giorni fa dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, passato in poche ore dal dire che la Tav si farà, seppur migliorata, al ribadire una versione simile a quella della bozza non ufficiale del contratto di governo, è stato indotto dalle proteste fortissime dei consiglieri regionali e comunali dei Cinque stelle.
Li votano i ricchi ma non chi ha cultura
La decomposizione dell’UE
L’Africa siamo noi
La miseria dell’Africa, certo, non è stata provocata solo da questa moneta, ma dalle politiche neoliberiste imposte a partire dagli anni ’80 dal Fmi e dalla Banca Mondiale.
Ricordiamo, furono i francesi ad uccidere Enrico Mattei
- Mar. per “il Messaggero Il testo:
‘Più Guerra, Più Soldi’: Le Guerre Africane Non Vedono Fine
ma su questo ONU e buonisti vari TACCIONO. Meglio trasferire tutta l’Africa qua così i mercenari per conto delle potenze occidentali per lo più FRANCESI possono fare quello che vogliono
Executive outcomes, mercenari
Neocolonialismo e «crisi dei migranti»
già, peccato che i moralmente superiori si sono tanto adoperati per la campagna di guerra contro Ghedafi che voleva un’Africa indipendente e SOVRANA e non colonia.
Le ragioni della rabbia
Negli ultimi giorni ho letto, o ascoltato, decine di considerazioni che stigmatizzavano la rinnovata ‘cattiveria’ degli italiani, il loro ‘eterno fascismo’ oppure la loro stupidità, la stupidità di chi si fa dettare le opinioni politiche dalla paura. Non dunque critiche ai comportamenti, ma giudizi sulla sostanza (verrebbe quasi da dire sulla ‘razza’…): gli italiani sarebbero cattivi, o intrinsecamente fascisti, o stupidamente paurosi. Questa sarebbe la ragione per cui danno retta alle peggiori salvinate. Questa diagnosi, nella sua forma e nei suoi contenuti riesce ad essere al tempo stesso perdente, sciocca e controproducente. Che sia perdente non ha bisogno di molte argomentazioni. L’ultimo sondaggio dice che le posizioni di Salvini su immigrazione e rom sono apprezzate dal 72% della popolazione, inclusa circa la metà dell’elettorato PD. Che sia sciocca, merita invece qualche notazione in più. Per comprenderne appieno l’irritante sciocchezza bisogna seguire 3 passaggi.
Libia, le accuse alla Francia: “Così fanno passare i migranti”
Le truppe francesi stanziate tra il Niger e la Libia lasciano passare indisturbati migranti e trafficanti di uomini. Lo sostengono Jamal Adel, giornalista libico che vive nella zona sud-est del Kufra, e il Fezzan Libya Group, l’organizzazione che monitora il traffico di persone nella capitale libica del sud di Sebha.