Archivio mensile:marzo 2017
Nicoletta Dosio condannata a due anni
Altro che Navalny… Mentre tutti i media di regime si commuovono per il fermo temporaneo del blogger russo, qui si fa decisamente di peggio.
Stamattina il tribunale di Torino ha condannato Nicoletta Dosio del movimento No Tav a due anni di reclusione, insiemead altri 11 attivisti. Il “reato”? Aver presidiato il casello di Avigliana dell’autostrada A32, ai tempi del governo Monti, lasciando passare gli autombilisti senza pagare il pedaggio. In quei giorni in Valle di Susa si stavano svolgendo numerose manifestazioni di protesta dopo l’incidente occorso a Luca Abbà, rimasto gravemente ferito dopo essere stato inseguito dai carabinieri fin sopra un traliccio, da cui era poi caduto a causa dell’alta tensione.
Per la fantasia giuridica sabauda, tanto è bastato a configurare una serie infinita di contestazioni che si sono tradotto oggi in questi due anni di reclusione.
La Sitaf, (Società Italiana per il Traforo Autostradale del Frejus, che gestisce la A32) aveva chiesto un indennizzo di 25 mila euro. Il tribunale ha ordinato agli imputati di versare 777 euro, corrispondenti ai mancati pedaggi perduti di quella giornata.
Foto di Patriza Cortellessa
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L’intervista a Nicoletta Dosio, dopo la condanna, realizzata da Radio Città Aperta.
Abbiamo con noi al telefono Nicoletta Dosio del Movimento No Tav. L’avevamo sentita proprio ieri, e purtroppo siamo di nuovo qui – a causa della cronaca – a chiederle delle brutte novità arrivate oggi..
Si pronto ..
Abbiamo purtroppo avuto una brutta notizia che ti riguarda. Si parla di una condanna…
Sì. In realtà non riguarda solo me, ma me più altri 11 imputati. E’ la condanna in prima istanza, per una manifestazione che avevamo fatto nel 2012 subito dopo che Luca era stato fatto cadere dal traliccio, lo ricordate, nel momento in cui avevano occupato il cantiere, ecc…. Cioè lorovolevano mettere in piedi il cantiere. Noi avevamo occupato l’autostrada e poi erano andate avanti una serie di manifestazioni collaterali. Tra l’altro una di queste manifestazioni prevedeva proprio il non pagamento del pedaggio, con questa manifestazione dal titolo: “oggi paga Monti”. In questo modo volevamo mettere il dito nella piaga, e cioè le infinite finanze pubbliche utilizzate per devastare i territori e anche la vita delle persone, contro il pagamento di tutta una serie di servizi – che erano servizi per i cittadini – e quindi la questione della ferrovia tradizionale che veniva chiusa e anche l’aumento del traffico autostradale ecc. Avevamo chiamato l’iniziativa “oggi paga Monti” perché il governo era proprio quello di Monti. Eravamo andati ad Avigliana con una manifestazione aperta, con la partecipazione di una serie di persone, per fare anche una distribuzione di volantini sull’autostrada, denunciare il ruolo dell’autostrada nella repressione nei nostri confronti, proprio durante le manifestazioni che avevamo fatto per Luca. E’ stata una manifestazione assolutamente popolare e tranquilla; una parte dei manifestanti è salita sull’autostrada al casello, e abbiamo deciso di permettere di fare un volantinaggio, dando anche la possibilità ai cittadini di passare senza pagare il pedaggio alla Sitaf. Tra l’altro questa autostrada è una delle più costose d’Italia, sia dal punto di vista della costruzione, sia dal punto di vista proprio dei pedaggi da pagare. Tutto questo fatto con riprese anche fotografiche da parte nostra, perché noi documentiamo sempre tutto quello che facciamo.Non è stata bloccata l’autostrada in quel caso, assolutamente no… Non è neanche stato rallentato il traffico; gli automobilisti passavano senza pagare ed erano ben contenti di farlo. Tutto qui: accettavano il volantino e capivano ed erano anche d’accordo con le nostre motivazioni. E’ partita naturalmente una denuncia con 12 imputati, qualcuno di noi reggeva lo striscione, qualcun altro speakerava, qualcun altro dava i volantini, il processo in primo grado è terminato oggi, quindi a distanza di anni, con una condanna per tutti quanti gli imputati di 2 anni a testa di reclusione, una provvisionale di 1.000 euro alla Sitaf per i cosiddetti mancati introiti, secondo i calcoli della Sitaf…
Mille euro ciascuno?
No, mille euro complessivi… E’ stato rinviato invece al processo civile il pagamento dei danni morali, di immagine, ecc. per cui la Sitaf ha richiesto 25mila euro… Quindi ci sarà anche questa causa…
Al Tribunale civile…
Al Tribunale civile perché diventa una causa civile da parte della SItaf. La denuncia e la condanna penale è una buona garanzia per la Sitaf, che sarà anche ascoltata sul piano civile. Le imputazioni e le motivazioni della condanna sono, intanto, “violenza privata aggravata a danno dei casellanti”, i quali non sono assolutamente stati né malmenati, né toccati. E poi “violenza privata aggravata ai danni degli automobilisti”, che invece passavano molto sereni, tranquilli e contenti dandoci pure ragione.. Qualcuno di loro è stato sentito anche al processo… La Sitaf li aveva presentati come suoi testimoni e loro, pur come testimoni dell’accusa, hanno assolutamente sfatato questa violenza che noi avremmo fatto nei loro confronti. Inoltre “interruzione di pubblico servizio” perché, mentre noi il traffico non l’abbiamo mai interrotto, c’è stato un momento di rallentamento perché davamo i volantini. E infine “danneggiamento” per le telecamere che erano state dipinte; così, tanto per creare un minimo di garanzia, e per le scritte che avevamo fatto. Quindi, rispetto a questo processo, bisogna fare alcune considerazioni. Intanto sui “blocchi” che non sono avvenuti, poi sulla finalità assolutamente sociale e popolare della manifestazione e il fatto stesso che la condanna è particolarmente severa perché siamo stati condannati tutti quanti. anche chi magari era soltanto marginalmente presente; per “concorso”, appunto, in tutti questi capi di accusa. E’ normale amministrazione, ogni giorno stanno arrivando denunce, ma anche delle sentenze. E sono tutte quante sentenze di questo tipo, quindi prima o poi nella nostra vita, anche io prima di morire, riuscirò a mettere insieme magari una ventina di anni di carcere. Questo è quello che sta succedendo in questo paese dove, come dicevamo anche ieri, non si tratta più solo di emergenza democratica, ma si tratta di vero e proprio fascismo. E noi rivendichiamo comunque il diritto alla resistenza. Contro il potere ingiusto la resistenza non solo è un diritto ma anche, soprattutto, un dovere.
Bene, noi ti ringraziamo Nicoletta. Naturalmente teniamoci aggiornati rispetto agli sviluppi… Questa è una sentenza di primo grado, giusto?
Sì. L’unica cosa immediata è il pagamento della provvisionale. Però, naturalmente, almeno da parte mia, non avranno neanche un centesimo, anche se è una cifra più simbolica che altro, perché non siamo disposti, neanche dal punto di vista economico ad aderire a quelle che sono comunque delle sentenze ingiuste, truffaldine e, soprattutto, dalla parte di un potere che ci vorrebbe vedere tutti quanti morti e toglierci di mezzo; perché siamo fastidiosi e mettiamo in discussione quello che dovrebbe essere invece una liscia strada di sfruttamento di schiavi che non si ribellano.
Grazie Nicoletta, grazie.
Grazie a voi.
Blocchi e cariche contro i NoTap. Siamo con Voi!
Pubblichiamo una articolo da Infoaut sulla giornata di resistenza da parte dei NoTAP e ordinario abuso di potere da parte delle forze dell’ordine, ormai unico canale di dialogo, con il manganello, con chi difende la propria terra.
Siamo con voi con il cuore e con la forza di chi difende la propria terra! Forza NOTAP!
Da stamattina all’alba circa 300 manifestanti presidiano il cantiere per bloccare l’espianto dei 211 ulivi, cominciato il 17 marzo e interrotto il 21 in attesa di una risposta dal Ministero dell’Ambiente, interpellato dalla Prefettura di Lecce dopo le pressioni raggiunte con le proteste.
La risposta è arrivata ed è conforme a quella del Consiglio di Stato: via libera all’iter per la realizzazione del Gasdotto.
Nel frattempo continua ad andare avanti la protesta passando per momenti di alta tensione con le forze dell’ordine che hanno preso di peso i manifestanti per permettere l’accesso ai lavoratori del cantiere.
Raggiunto l’apice verso le 13 con due violente cariche ai danni dei manifestanti che stavano bloccando pacificamente i cancelli per impedire l’uscita dei mezzi con a bordo i primi ulivi secolari eradicati. Sgomberata parte del blocco popolare all’ingresso del cantiere per consentire l’allontanamento delle autovetture scortate dalle forze di polizia con caschi, scudi e manganelli alla mano. Dopo le due cariche un manifestante, Ippazio Luceri di anni 65, è stato soccorso da un’ambulanza in seguito a un malore dovuto alle manganellate.
Il Consiglio di Stato ha respinto ieri il ricorso della regione Puglia e del comune di Melendugno giudicando legittima la costruzione del gasdotto che porterà in Italia il gas dall’Azerbaijan.
Sulla questione si è espressa anche la viceministra allo Sviluppo Teresa Bellanova con queste parole: “La Regione ha avuto tutte le possibilità di partecipare e di esprimere le proprie opinioni, se nella conferenza di servizi decisoria non si è espressa un’opinione chiara in contrapposizione al sito che era stato individuato, non si può pensare di rimettere in discussione un progetto”. Un modo per dire che gli interessi delle multinazionali non vanno danneggiati e, protetti dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, non mostrano scrupoli nel cacciare chi il territorio lo vive ogni giorno. Questo progetto non risponde che a logiche di profitto, lontane dagli interessi della popolazione e di chi ha a cuore il proprio territorio e lotta per esso.
Nonostante le risposte ricevute dagli organi “competenti” i manifestanti, inermi, non fanno un solo passo indietro e continuano ad aumentare nel corso della giornata riaffermando la propria presa di posizione contro lo sfruttamento dei territori, di cui il TAP è un chiaro esempio.
Gasdotto Tap, in Salento sospeso l’espianto degli ulivi. I manifestanti bloccano le strade
http://bari.repubblica.it/cronaca/2017/03/30/news/gasdotto_tap_i_manifestanti_alzano_le_barricate_e_bloccano_le_strade_sospeso_l_espianto_degli_ulivi-161770821/
Lavori fermi nel cantiere di Melendugno, anche perché le forze dell’ordine non avrebbero la disponibilità degli uomini e dei mezzi utilizzati nei giorni scorsi. Da qui la decisione di fermare il cantiere
di CHIARA SPAGNOLO

LECCE – Strade interpoderali bloccate con pezzi di muretti a secco, cassonetti della spazzatura e materiale di risulta: inizia così a Melendugno il quattordicesimo giorno di protesta contro la realizzazione del gasdotto Tap, che porterà in Europa il gas dell’Azarbaijan. I blocchi artigianali sono comparsi nella notte, sulle diverse vie che collegano l’area di cantiere in località San Basilio alla marina di San Foca e alla strada regionale 8, dalla quale nei giorni scorsi sono arrivati sia i blindati delle forze dell’ordine che i mezzi delle ditte incaricate dell’espianto degli ulivi e del trasporto nel sito di stoccaggio.
Il cantiere dovrebbe restare chiuso perchè le forze dell’ordine non avrebbero la disponibilità del gran numero di uomini e mezzi utilizzati nei giorni scorsi e dunque non sarebbe possibile garantire lo stesso tipo di presidio. Dopo gli scontri con i manifestanti di martedì 28 marzo, il giorno successivo la zona di San Basilio è stata militarizzata in maniera pesante, tanto che il sindaco di Melendugno, Marco Potì, ha espresso disappunto per i pressanti controlli a cui lui stesso è stato sottoposto ogni qualvolta è entrato nella “zona rossa”, ritenendo “eccessivo” lo spiegamento di forze in atto. Potì ha anche ribadito che non ha alcuna intenzione di incontrare Tap né di accettare alcuna compensazione per la realizzazione del gasdotto nel suo territorio.
Gasdotto Tap, in Salento la polizia sposta con la forza i manifestanti dal cantiere
Sono 130 in tutto gli alberi spostati finora, rispetto ai 215 che Tap ha programmato di trasferire dal tracciato dell’opera alla masseria del Capitano. I lavori veri e propri di espianto si sono svolti nell’arco di quattro giorni, due dei quali (martedì 28 e mercoledì 29 marzo) caratterizzati da forti tensioni.
Arrivano da tutta Italia le attestazioni di solidarietà al movimento anti-Tap che si è creato in Salento. Messaggi via mail e sui social network, striscioni appesi in diverse città e artisti che organizzano una giornata di musica contro il gasdotto a Melendugno. All’appello di So What Festival di Melpignano hanno risposto oltre 60 artisti e band tra i quali Alessandro Mannarino, 99 Posse, Lo Stato
Sociale, Carolina Bubbico, Sud Est Indipendente Festival, Assalti Frontali. La squadra Pallanuoto Puglia ha postato su Facebook una foto con la scritta No Tap e urlato lo slogan durante un allenamento, mentre cartelli sono comparsi a Milano su uno dei ponti sui Navigli, all’Università di Bologna grazie agli studenti della facoltà di Agraria, alla Sapienza di Roma tramite il Collettivo di Biologia e all’ex Opg Occupato di Napoli.
MEDIAS-PARTICRATIE-PROPAGANDE : LA FIN DE LA DERNIERE GRANDE ACTVITE INDUSTRIELLE DE CHARLEROI ET LE BRADAGE DU SITE PRESENTES COMME UN SUCCES !
BARBOUZERIES CONTRE DAMAS : QUAND LE MOSSAD ISRAELIEN INFILTTRE LA DGSE FRANCAISE !
# LUCMICHEL. NET/
Luc MICHEL/ 2017 03 27/
Avec The Times of Israël – Le Monde – PCN-SPO/
Le Mossad aurait tenté de recruter des agents français !
Plongée dans une opération de barbouzes françaises (dont Squarcini, dit « le squale », le chef espion de Sarkozy) et israéliennes, qui tous complotent contre le gouvernement de Damas. «
La CIA et son homologue allemand, le BND, sont aussi dans la boucle » (dixit Le Monde). Non on n’est pas dans « les Barbouzes », le film des Années 60 de Lautner. Mais dans la réalité du Renseignement occidental d’aujourd’hui…
« Des espions israéliens travaillant sur un ingénieur syrien à Paris ont tiré parti de leurs étroites relations avec leurs homologues français pour tenter d’infiltrer la DGSI », confirme le TIMES OF ISRAEL, qui cite aussi Le Monde (Paris). La tristement célèbre agence d’espionnage israélienne, le Mossad, « aurait tenté d’infiltrer son homologue français et de recruter des agents doubles au sein des agences d’espionnage françaises », selon un article explosif du quotidien français Le Monde.
Dimanche, le journal a publié des informations sur un rapport interne de la Direction générale de la sécurité interne (DGSI), l’agence d’espionnage intérieur de France, « dans lequel il est allégué que des agents des deux services travaillant sur une opération commune lancée en 2010 pour collecter des informations sur les capacités en armes de destruction massive de la Syrie ont développé des relations inappropriées et non autorisées » (sic). Ces relations ont été découvertes par une autre agence d’espionnage française, chargée de garder un œil sur les agents du Mossad travaillant à Paris.
DES BARBOUZES QUI CIBLENT DAMAS …
Un ingénieur syrien connaissant soi-disant « l’arsenal d’armes chimiques et de missiles balistiques de Bashar el-Assad » (resic) avait été fait venir et « travaillé par les Israéliens pour être une source de renseignements ». « L’ingénieur était également proche de la fille d’un cadre important du régime d’Assad », nous dit-on encore. « L’arrivée de l’ingénieur en France a eu lieu, selon Le Monde, après deux ans d’efforts du Mossad qui travaillait avec une source à Damas pour convaincre l’ingénieur de tenter de nouveaux horizons et de lancer une entreprise d’import-export à Paris ». « Un agent israélien, prétendant être un homme d’affaires d’origine italienne, a fourni à l’ingénieur syrien des contacts commerciaux et des conseils tout en obtenant de lui des informations, a indiqué Le Monde, pendant que les agences françaises ont clandestinement facilité les procédures de visa et lui ont ouvert d’autres portes dans le monde des affaires. Les agents français ont également fourni un soutien logistique et une surveillance ».
OPÉRATION « RATAFIA » COMMUNE AUX MOSSAD – DGSE – DGSI
Pendant leur opération commune, qui a duré plusieurs années, le Mossad, la DGSE et la DGSI ont découvert des informations cruciales au sujet des fabricants, des sous-traitants et des intermédiaires travaillant avec la Syrie en France et en Europe. « Des renseignements ont également été obtenus sur le programme d’armes chimiques d’Assad ». « Les informations obtenues par les Israéliens et transmises aux Français et aux Allemands ont entraîné l’Union européenne à geler en 2011 les avoirs du Centre syrien d’étude et de recherche scientifique (CERS), responsable du développement et de la production des armes chimiques ».
Selon Le Monde, pendant toute l’opération, intitulée « Ratafia », « les agents israéliens ont tiré parti de leurs rapports étroits avec leurs homologues français pour tenter de les recruter, en utilisant de l’argent et de coûteux cadeaux ». « Un agent français a été repéré au domicile du chef du Mossad à Paris pour un dîner de Shabbat. Il n’est identifié que par ses initiales, D.K. Par la suite, cet agent n’a pas signalé à ses supérieurs qu’après un voyage approuvé à Dubaï, il s’était rendu en Israël avec sa famille pour rencontrer des agents israéliens à Jérusalem ».
Ces échanges non autorisés ont été découverts par une branche de la DGSI. « Après que la DGSI a porté plainte auprès du Mossad en France, plusieurs agents français, dont D.K., ont vu leur autorisation sécuritaire révoquer et ont été transférés à d’autres postes, et plusieurs employés de l’ambassade israélienne à Paris sont partis ». L’ancien directeur de l’agence entre 2007 et 2012, Bernard Squarcini, est considéré comme un suspect dans cette affaire.
* Lire sur le Times of Israël :
http://fr.timesofisrael.com/le-mossad-aurait-tente-de-recruter-des-agents-francais/
* Lire sur Le Monde :
LUC MICHEL
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TRUMP A REALIGNE LES POLITIQUES DE WASHINGTON ET TEL-AVIV SE REJOUIT LE LOBBY ‘AIPAC’ …
EODE/ GEOPOLITIQUE/
EODE/ 2017 03 26/
L’ambassadeur Dermer :
« il n’y a pas de décalage entre Israël et les Etats Unis » – une première depuis des années »
La présidente de l’AIPAC Lillian Pinkus :
« Nous avons besoin de militants pro-israéliens des deux côtés de l’échiquier »
La conférence de l’AIPAC s’est ouverte sur la nécessité de faire en sorte « qu’Israël reste une question bipartisane ». L’ambassadeur israélien aux Etats Unis a souligné pour sa part « la qualité des liens entre Israël et l’Amérique à l’ère de Trump » !
Ouvrant la conférence, la présidente de l’AIPAC Lillian Pinkus a imploré les participants « à faire en sorte qu’Israël reste une question bipartisane au sein d’une Amérique de plus en plus divisée ». « Nous avons besoin de militants pro-israéliens des deux côtés de l’échiquier », a-t-elle expliqué dans son discours d’ouverture. Pinkus a noté les changements politiques dramatiques survenus au cours des huit dernières années ainsi que les « divisions » actuelles dans le discours américain. Pour qu’Israël reste une question bipartisane, « les Républicains ont besoin des Démocrates et les Démocrates ont besoin des Républicains », a-t-elle ajouté.
Lors de la conférence, l’ambassadeur israélien aux Etats Unis Ron Dermer a également pris la parole, saluant le vice-président américain Mike Pence en affirmant qu’Israël « n’a pas de meilleur ami ». Il a également fait l’éloge de Paul Ryan, Robert Menendez, et de l’envoyée de Washington à l’ONU Nikki Haley, qui a « enfin apporté un peu de clarté morale aux Nations unies ». Israël pense que « nous pouvons enfin être sérieux » et « briser la majorité anti-israélienne à l’ONU une bonne fois pour toute » grâce à Haley, a-t-il dit.
« Je sais qu’aujourd’hui, rassembler les gens est plus difficile que jamais », a-t-il déclaré aux activistes pro-israéliens, évoquant les tensions partisanes aux Etats Unis et ajoutant que « la gratitude d’Israël est plus grande qu’elle ne l’a jamais été ».
L’AMBASSADEUR DERMER LOUE LA « RELATION ISRAELO-AMERICAINE A L’ERE DE LA PRESIDENCE TRUMP » ET LE NOUVEL ALIGNEMENT ENTRE WASHINGTON ET TEL-AVIV
Et il a également loué la relation israélo-américaine à l’ère de la présidence Trump. « Pour la première fois depuis de nombreuses années, peut-être même depuis des décennies, il n’y a pas de décalage entre nos deux gouvernements. Nos gouvernements reconnaissent que le plus important de nos défis est l’Iran », a dit Dermer. Il a ajouté que « deux esprits s’étaient rencontrés » lors de la réunion entre Netanyahu et Trump, au cours de la visite du Premier ministre à Washington le mois dernier.
* Lire sur Le Times of Israël :
LE LOBBY PRO-ISRAELIEN AIPAC C’EST QUOI ?
Quel est le poids du Lobby pro-israélien, qui a littéralement verrouillé depuis trois décennies le Congrès, le Sénat et la politique US, et quelle est l’importance du vote juif américain (une réalité contrairement au fantasmatique « vote juif français ») ?
Que représente cet AIPAC surpuissant aux Etats-Unis ?
* Voir sur EODE-TV & AFRIQUE MEDIA/
Luc MICHEL, LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE:
LES USA, LE NUCLEAIRE IRANIEN ET LE LOBBY ISRAELIE
sur https://vimeo.com/123575078
EODE / GEOPOLITIQUE
Photo : Ron Dermer, ambassadeur d’Israël aux Etats-Unis et ancien conseiller du Premier ministre Benjamin Netanyahu.
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# EODE ORGANISATION :
* EODE-TV :
* ЕВРАЗИЙСКИЙ СОВЕТ ЗА ДЕМОКРАТИЮ И ВЫБОРЫ (ЕСДВ)/
EURASIAN OBSERVATORY FOR DEMOCRACY & ELECTIONS
(EODE) :
https://www.facebook.com/EODE.org/
https://www.facebook.com/groups/EODE.Eurasie.Afrique/
AFREXIT CFA : LUC MICHEL ESQUISSE LA GEOPOLITIQUE DU FRANC CFA …
# AFRIQUE MEDIA & EODE-TV/
Ce lundi matin 27 mars 2017
Dans LIGNE ROUGE
la grande émission matinale de AFRIQUE MEDIA !
présentée par Vanessa Ngadi Kwa
Thème de l’émission de ce jour :
« Le peuple africain demande la libération des banques centrales de tutelle française ».
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank), analyse la géopolitique du Franc CFA et de l’AFREXIT CFA (1).
GEOPOLITIQUE DU FRANC CFA :
COMMENT LE FRANC CFA, PILIER ECONOMICO-MONETAIRE DE LA FRANCAFRIQUE, A CONFISQUE LES INDEPENDANCES DES COLONIES AFRICAINES DE LA FRANCE ET MAINTENU LA DIMENSION ET LA PUISSANCE FRANCAISES …
Le géopoliticien, qui est aussi un militant panafricaniste et dirige l’organisation transnationale PANAFRICOM (2), « néopanafricaniste » (3), répondra aux questions :
* Vous dites que « la Question du Franc CFA et l’AFREXIT CFA ont des conséquences géopolitiques directes et un arrière-plan géopolitique ». Dites-nous en plus ?
* Vous insistez sur la dimension coloniale du Franc CFA. Il nait en 1939 et repose sur les principes de l’économie coloniale, pas seulement celles des colonies d’Afrique et d’Asie, mais aussi sur les mécanismes économiques de l’exploitation économique impérialiste de l’Europe occupée par le IIIe Reich nazi de 1940-44 ?
* Le Franc CFA a sa seconde naissance fin 1945, lorsque la France rejoint les institutions du FMI. Déjà la Banque de France joue un rôle central et contrôle tout le système monétaire. Nous sommes en 2017 et rien n’a changé ?
* Le Franc français a disparu et le Franc CFA s’est alors satellisé à l’Euro, et la zone CFA à la zone Euro. Tout va alors empirer pour les économies africaines ?
* Et le fameux Compte des opérations ? Il vient aussi affaiblir des économies africaines, déjà anémiées par la satellisation du Franc CFA à l’Euro, et les « thérapies de choc » du FMI ?
* Venons-en à la conclusion de votre analyse. Esquissez-nous les grands traits de votre « Géopolitique du Franc CFA » ? En quoi le Franc CFA empêche non seulement l’indépendance réelle des anciennes colonies françaises, mais aussi l’unification continentale panafricaine ?
(1) Il existe depuis plusieurs mois un mouvement d’insoumission généralisée de l’Afrique à l’encontre de la CPI, initié par le Burundi, le premier État à quitter l’institution. Mouvement que l’on désigne sous le nom d’ « AFREXIT CPI » et parallèle à l’ « AFREXIT CFA » contre le Franc CFA, deux grandes causes panafricaines initiées par AFRIQUE MEDIA …
(2) Sur PANAFRICOM :
* Découvrir la WebTv/
* Voir la Page Officielle Panafricom/
@panafricom https://www.facebook.com/panafricom/
(3) Sur le NEOPANAFRICANISME :
* Aborder l’Idéologie panafricaniste/
Voir la Page Panafricom II – Néopanafricanisme
@Panafricom2 https://www.facebook.com/Panafricom2/
EODE-TV / EODE PRESS OFFICE
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SUR AFRIQUE MEDIA/
LUC MICHEL DANS ‘LIGNE ROUGE’
LA GRANDE EMISSION DU MATIN
Ce lundi matin 27 mars 2017
de 05h30 GMT à 08h GMT
(Malabo-Ndjaména-Douala et
Bruxelles-Paris-Berlin de 6h30 à 9h)
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AFRIQUE MEDIA
* en STREAMING sur http://lb.streamakaci.com/afm
* sur SATELLITE sur http://www.lyngsat.com/Eutelsat-9B.html
* WebTV sur http://www.afriquemedia-webtv.org
TOUS COPAINS – TOUS COQUINS – TOUS POURRIS (IX) : LA VIE DE CHÂTEAU DES LE PEN ET DES FILLON …
# LUCMICHEL. NET/
Le manoir des Fillon.
Montretout, le chatelain des Le Pen, acquis par politique et captation de l’héritage du cimentier Lambert (et largement sous-estimé fiscalement et dans les déclarations de patrimoine obligatoires du Clan Le Pen : « Le Pen, le peuple » ???
Où comment la politique enrichit les parasites politiques !
* Lire sur Twitter de PARIS MATCH (2013) :
https://twitter.com/ParisMatch/status/372842907088089088/photo/1
* Lire sur LE PARISIEN :
http://www.leparisien.fr/politique/dans-l-antre-des-le-pen-01-02-2017-6644028.php
* Capture Twitter et couverture du livre MONTRETOUT.
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* Luc MICHEL PCN
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