Marino: “Per farmi dimettere mi avrebbero messo la cocaina in tasca”

Ah, cocaina in tasca, allora conoscete questi metodi, insomma alla fine è innocente a sentir lui. Hanno inquisito il trota per molto meno.

“. Mi auguro che chi verrà dopo di me non riporti Roma indietro”. E quali sarebbero sti passi in avanti? Mafia Capitale?

Il Marino furioso avrebbe anche minaccia di far crollare il palazzo del Pd se parla lui. Se lo facesse sarebbe morto, sanno come mettere a tacere, VEDI LUSI, anche lui disse aveva molto da parlare poi si acquietò e nessuno seppe più niente. Quando c’è il pd di mezzo il silenzio è d’obbligo.

Ad ogni modo, è evidente che sa di illeciti e malaffare, E TACE? Non è reato anche questo? Ha detto che teme che dopo di lui venga brutta gente,eh già, perché lui su quella poltrona come c’è finito?????

Il Pd, moralmente superiore, quello che fa passi in avanti

Intervista-sfogo alla Stampa di Paola Ambrosino – 9 ottobre 2015 09:41 Ignazio Marino è arrivato al capolinea. Dopo 28 mesi al governo di Roma, il sindaco ha rassegnato ieri le sue dimissioni. Si è trattato di una rinuncia difficile, arrivata dopo 12 ore di trattative che hanno visto il chirurgo dem battersi con tutte le sue forze pur di non cedere al pressing che arrivava dall’opposizione e dal governo centrale. E dopo una giornata estenuante, alla fine Marino ha mollato e ha rassegnato le sue dimissioni lanciando un duro j’accuse al Pd. Il sindaco uscente, però, ha messo in chiaro che la sua non è una rinuncia e ha ricordato che ci sono 20 giorni per cambiare idea. All’indomani della giornata più lunga della sua carriera politica, Marino ha rilasciato oggi alla Stampa una lunga intervista-sfogo. “È da ieri che non mangio e che non mi siedo: proprio come quando operavo” ha esordito. “Ci avevano provato (a mandarmi via, ndr) con la Panda rossa, i funerali di Casamonica, la polemica sul viaggio del Papa. Se non fossero arrivati questi scontrini, prima o poi avrebbero detto che avevo i calzini bucati o mi avrebbero messo della cocaina in tasca”, ha poi detto. “Mi hanno pure accusato – ha aggiunto – di avere pagato con soldi pubblici l’olio della lampada votiva di san Francesco, il patrono d’Italia, ‘per farmi bello’. Senza sapere che sono centinaia di anni che il sindaco di Roma, a rotazione con altri, accende quella lampada. Una volta in cui mi trovavo in albergo a Londra per un convegno con i sindaci europei, ho rinunciato al buffet da 40 sterline perche’ mi sembrava uno schiaffo alla miseria. Ho attraversato la strada e sono andato da Starbucks”. In merito alle note spese, in cui sostiene di avere cenato con rappresentanti istituzionali che invece hanno negato di essere stati a tavola con lui, ha spiegato: “Ho già detto che sono disposto a pagare di persona le mie spese di rappresentanza di questi due anni: 19.704,36 euro. Li regalo al Campidoglio, compresa la cena in onore del mecenate che poi ha staccato l’assegno da due milioni con cui stiamo rimettendo a posto la fontana di piazza del Quirinale, sette colonne del foro Traiano e la sala degli Orazi e Curiazi”. E ancora, “io non so cosa ci hanno scritto sopra. Ho consegnato gli scontrini agli uffici, come si fa in questi casi. Non escludo che possa esserci stata qualche imprecisione da parte di chi compila i giustificativi. Ho rotto le uova nel paniere del consociativismo politico – ha sottolineato Marino nell’intervista -. Ho riaperto gare di acquisti beni e servizi che erano in prorogatio da una vita. Ho tolto il business dei rifiuti a una sola persona e il patrimonio immobiliare a una sola azienda che ha incassato dal comune 100 milioni negli ultimi anni, la Romeo”. Parlando del presidente del Consiglio, ha commentato: “Diciamo che Renzi non ha avuto la possibilità di apprezzare i cambiamenti epocali che abbiamo fatto in questa città. Mi hanno espresso vicinanza in due: il ministro Graziano Delrio e Giovanni Legnini, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Erano entrambi molto avviliti per quanto accaduto. Non avendo avuto l’opportunità di parlare col presidente del Consiglio, non ho potuto conoscere qual è il suo giudizio”. Ricordando infine la sua squadra, Marino ha detto: “Ho visto tanti volti rigati dalle lacrime… Alfonso Sabella, assessore e magistrato, mi ha detto che non piangeva così da 35 anni. E dieci consiglieri del Pd su diciannove mi hanno assicurato con le lacrime agli occhi che erano contrari alle mie dimissioni. La decisione non è più nelle mie mani. E io sono l’ultima persona al mondo che vuole occupare una poltrona. Questo incarico meraviglioso mi ha procurato problemi familiari enormi, proiettili in busta e perdita della libertà personale”. Rispondendo infine a perchè sia accaduto tutto questo alla vigilia del Giulibeo, il sindaco uscente ha risposto: “Non lo so. Certo nei prossimi giorni bisognerà decidere quando e come investire sul Giubileo… La mia giunta ha segnato una discontinuità. Mi auguro che chi verrà dopo di me non riporti Roma indietro”. “Diciamo – ha concluso – che il comportamento di una parte della classe dirigente non mi ha entusiasmato. Ho provato a interrompere il consociativismo degli affari che fa sedere maggioranza e opposizione intorno allo stesso tavolo, senza scontrini…

E ho pagato per questo”. –

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Marino: “Per farmi dimettere mi avrebbero messo la cocaina in tasca”ultima modifica: 2015-10-10T13:31:24+02:00da davi-luciano
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