I soldi del Terzo Valico agli alluvionati di Genova? E Lupi rassicurò Incalza

L’INTERCETTAZIONE 20 marzo 2015

Marco Grasso

Una foto scattata a Lupi il 25 luglio 2014, in occasione della visita ai lavori della Genova-Milano

Una foto scattata a Lupi il 25 luglio 2014, in occasione della visita ai lavori della Genova-Milano
Genova – C’è una possibilità che spaventa la cricca più di ogni altra cosa. Un rischio che spinge Ercole Incalza , potentissimo boiardo che gestisce le grandi opere italiane, ad alzare il telefono e a mobilitare il ministro in persona: «Nella telefonata Incalza esprime la sua preoccupazione per la proposta di un gruppo di parlamentari di “togliere i soldi per il Terzo Valico “Genova-Milano” per destinarli al ripristino urgente delle opere danneggiate dalle alluvioni in Liguria”».

Dall’altra parte del telefono c’è Maurizio Lupi, titolare del dicastero alle Infrastrutture, che «lo rassicura, dicendogli che anche lui è contrario». «Qui sotto c’è una zozzeria» È il 17 novembre del 2014 , Genova è ancora scossa dall’ennesima alluvione: la notte tra il 9 e il 10 ottobre il Bisagno è esondato e ha ucciso l’infermiere Antonio Campanella. I danni sono incalcolabili, decine di milioni di euro. Ancora una volta la Liguria si trova a fare i conti con il suo equilibrio idrogeologico fragilissimo. In questo contesto c’è chi teme che questo nuovo disastro possa influire negativamente sul fiume di denaro che si sta per riversare sui cantieri della nuova linea Genova-Milano, lavori che, si desume dalle intercettazioni dei carabinieri del Ros, raddoppiano in corso d’opera. E la lobby non vuole «correre il rischio di un contenimento dei costi».

A nutrire seri dubbi sulla gestione finanziaria del maxi-appalto non sono attivisti “No Tav”, ma i due direttori dei lavori dell’opera Stefano Perotti, fedelissimo di Incalza (arrestato insieme a lui nel blitz dell’altro giorno) e Giandomenico Monorchio, figlio dell’ex ragioniere dello Stato Andrea: «Non lo so – dice Perotti – Un contratto da 4,7 miliardi, dopo che la gara l’abbiamo fatta a 2,7… Non esiste, non può essere un errore. Quindi secondo me c’è qualche zozzeria sotto e la dobbiamo andare a scoperchiare…».

Per qualche miliardo in più 
«Nel pomeriggio di martedì 14 gennaio – annotano i militari – Stefano Perotti informa il figlio Philippe che sta andando a firmare il contratto per il conferimento dell’incarico di direzione lavori per il tratto Alta Velocità Genova Milano Terzo Valico di Giovi, ripartito al 40% con il “famoso” architetto Giandomenico Monorchio». L’incontro è previsto negli uffici di Impregilo (azionista di maggioranza di Cociv, consorzio appaltatore, insieme al gruppo Gavio). Monorchio lo contatta poco dopo: «Sei contento?». «Sì – replica l’altro – come quando te l’hanno messo nel c…».

Nelle carte non viene chiarito a cosa si riferisca esattamente Perotti, ma è un fatto che il lievitare dei costi lo preoccupa. «Monorchio conferma a Perotti l’incremento dell’importo dell’opere – scrivono i militari – e che sussiste la necessità di rinegoziare i comuni compensi stabiliti a forfait su importo precedente di molto inferiore»: «Rispetto ai 2,9 miliardi iniziali delle opere adesso sono diventate 4,2, loro adesso stanno spalmando il forfait – spiega Monorchio – Ho incontrato Michele Longo (presidente di Cociv, ndr). Mi ha detto: “Ma a voi che ve ne importa se le opere sono 3, 4 o 5 miliardi? Tanto c’avete sempre quell’importo là».

«Tangente da 691mila euro» 
L’appoggio al Terzo Valico dell’onnipotente Incalza, che occupa quella poltrona da 14 anni, secondo la Procura di Firenze è garantito da una mazzetta da 691mila euro, versata ufficialmente come consulenze al genero Alberto Donati. I versamenti, avvenuti tra il 2006 e il 2010, partono dalla Argo Finanziaria, società amministrata da Beniamino Gavio. L’azienda appartiene allo stesso gruppo azionista di Cociv, general contractor a cui sono affidati i cantieri della tratta ferroviaria che passerà attraverso i Giovi. Il cerchio di favori si chiude con il caso di Luca Lupi, figlio del ministro che Perotti fa assumere nello studio del cugino, l’architetto genovese Giorgio Mor, con l’obiettivo di ingraziarsi il membro del governo.

Cie di Trapani: marocchino tenta di stuprare una donna delle pulizie

La violenza sulle donne non indigna se commessa da soggetti diversi dal marito/fidanzato, non è grave, nessun comunicato della società civile. Reagisce con dignità, una volta si chiamava omertà.

giovedì, 19, marzo, 2015

Un marocchino, trattenuto da diversi anni nel Cie di contrada Milo, a Trapani, è stato arrestato dalla Squadra mobile per violenza sessuale. Ha tentato di stuprare una donna delle pulizie che, però, è riuscita a divincolarsi e scappare.

Secondo una prima ricostruzione, l’immigrato di 34 anni avrebbe aggredito e palpeggiato una donna, dipendente della società che gestisce il centro di identificazione ed espulsione, mentre stava pulendo uno dei settori del centro. La donna immobilizzata dallo straniero, è riuscita a divincolarsi e a liberarsi grazie all’intervento di due colleghi e al personale addetto alla vigilanza allertato dalle richieste di aiuto. L’immigrato era già stato condannato per fatti analoghi avvenuti a Bergamo nel 2013. Ora è stato condotto in carcere. il giornale.it

UE, Mogherini: una commissione per contrastare la “propaganda” della Russia

 mercoledì, 18, marzo, 2015

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L’Unione europea, oltre a rendersi ridicola, ha deciso di farsi detestare dai cittadini. L’Europa vuole infatti contrastare la “propaganda” della Russia, ovvero censurare la verità, probabilmente per imporci la sola e unica informazione, quella organizzata dai grandi media controllati dalla CIA.

Come scrive Sputnik, l’Unione Europea creerà un’apposita commissione per il controllo dei mass media della Russia che dovrà impedire la divulgazione di determinate informazioni nei paesi occidentali. Lo comunica il tedesco Spiegal-online, riferendosi alle decisioni dell’incontro dei ministri degli Esteri UE tenutosi martedì.

“La Guerra dell’Informazione”

I media: strumenti di guerra non convenzionali diretti come marionette da forze esterne

Incontro a porte chiuse fra il gotha dei media americani e italiani, si sparla della Russia

Come ti condiziono la stampa: la denuncia che scuote l’America

Star del giornalismo: «Io e altri centinaia di reporter al soldo della Cia»

Marcello Foa: Come gli Spin Doctor manipolano i giornalisti

La commissione avrà il compito di analizzare e commentare le pubblicazioni dei media russi per elaborare un approccio comune.

All’inizio dell’anno questa iniziativa è stata promossa in una lettera collettiva firmata dai ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Danimarca, Estonia e Lituania. La Lituania ha già limitato la diffusione dei programmi dei canali della televisione russa, dichiarando che il loro approccio è unilaterale e distorce la realtà.

In precedenza si comunicava che Federica Mogherini (solo il PD poteva regalarci un politico di questa levatura!!), l’alto raprpesentante dell’Unione per gli affari esteri, sarebbe sata incaricata di organizzare, entro l’estate di quest’anno, una campagna contro la propaganda russa. Mogherini ha confermato che l’UE sta lavorando per contrastare il fenomeno della propaganda russa non solo in territorio della Russia stessa, ma anche nei paesi dell’Unione Europea.

http://www.imolaoggi.it/2015/03/18/ue-mogherini-una-commissione-per-contrastare-la-propaganda-della-russia/

Adesso tassano pure l’ombra: 8,40 euro al metro quadrato

A Conegliano un commerciante si è visto arrivare una cartella di 33 euro per l’ombra proiettata dalla tenda davanti al negozio

Giovanni Masini  – Ven, 20/03/2015 – 10:11

L’ombra che occupa il suolo pubblico è soggetta ad una tassa.

Di ben 8,40 al metro quadrato. È una storia tra l’incredibile e il grottesco, quella che arriva dal titolare di un negozio di alimentari di Conegliano, in provincia di Treviso.

Se un bar, un negozio o un qualsiasi esercizio commerciale proietta la propria sul suolo pubblico, bisogna pagare una tassa che rientra nella Tosap, l’imposta sull’occupazione del suolo pubblico. “È assurdo – afferma Mathias Doimo, titolare del negozio di alimentari “La Dispensa” di Conegliano – Pagheremo anche questa, ma veramente non se ne può più. È una vergogna.”

Come racconta il Gazzettino, il bar di Doimo è dotato di una tenda di quattro metri quadrati. Che, secondo le normative vigenti, è stata tassata dal comune per 33,6 euro: la bellezza di 8,40 al metro quadrato. Sembra uno scherzo ma non è così: tutto questo peraltro accade nelle ore in cui l’Italia osserva l’eclissi di sole con il naso all’insù. C’è da immaginare che il fisco farà salti di gioia.

http://www.ilgiornale.it/news/economia/adesso-tassano-pure-lombra-840-euro-metro-quadrato-se-occupa-1107266.html

ANSA usa foto di ordigni al cloro usati da Isis per incolpare Assad

ANSA senza ritegno: un lancio di agenzia di oggi attribuisce all’esercito siriano l’uso di ordigni al cloro usati da ISIS. Per rendere più credibile la notizia l’articolo è corredato infatti da foto decontestualizzata che documenta un attacco dell’ISIS a Irbil in Iraq a danno delle forze curde.

Qui l’articolo dell’ Ansa che si basa (supinamente) sulla fonte ‘Osservatorio Siriano per i diritti umani’ con sede a Londra:

Siria:6 morti in bombardamenti con cloro

Barili bomba sganciati da elicotteri regime in provincia Idlib

17 marzo 2015

(ANSA) – BEIRUT, 17 MAR – Sei civili, tra i quali 5 membri di una famiglia, sono morti in Siria per soffocamento in un bombardamento di elicotteri del regime che hanno sganciato barili-bomba caricati con cloro. Lo afferma l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), citando fonti locali, secondo le quali vi sono altre decine di intossicati.

ed ecco l’articolo del Daily news sempre di ieri (che si basa sulle fonti curde, sul campo e non a Londra):

Irbil, Iraq – le forze curde in Iraq stanno indagando su altri due possibili attacchi di armi chimiche da parte del gruppo Stato islamico.

Nei due attentati sono stati usati  agenti chimici, lo sostengono funzionari curdi che hanno concluso che i militanti ISIS  hanno usato gas cloro contro le loro forze peshmerga in un attacco del 23 gennaio compiuti con camion – suicidio. Tuttavia, le loro richieste non sono state immediatamente verificate da autorità internazionali (…). (naturalmente è da verificare non tanto la paternità dell’attacco suicida dell’ISIS che è acclarata ma se nell’attacco suicida sia stato usato effettivamente il ‘cloro’ o altro tipo di aggressivo – ndr)

  FireShot Pro Screen Capture #202 - 'ISIS could be behind 2 chemical weapon attacks_ Kurds - NY Daily News' - www_nydailynews_com_news_world_isis-behind-2-chemical-weapon-attacks-kurds-article-1_21507

Quote latte, arriva la multa: allevatore del Cospa 47enne si toglie la vita

Grazie UE.

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di Giorgio Zordan

GRISIGNANO – Un allevatore di 47 anni, Franco Slaviero, si è tolto la vita ieri pomeriggio nella sua azienda. Sembra che il gesto sia riconducibile ad una situazione di difficoltà economica che stava attraversando, aggravata dall’arrivo di una pesante cartella esattoriale  riferita alle quote latte.

In un primo momento la cartella è stata attribuita ad Equitalia, ma l’ufficio relazione esterne di Equitalia spa ha precisato che, “con riferimento al tragico episodio avvenuto a Grisignano in provincia di Vicenza, nell’esprimere cordoglio per l’accaduto, la cartella in questione non è riferibile a Equitalia ma all’ente pubblico creditore titolare delle sanzioni sulle quote latte”.

L’allevatore era un attivista del Cospa, il Comitato Spontaneo Allevatori di cui era stato tra i fondatori. A trovare il corpo senza vita dell’allevatore, che non era sposato, è stata l’anziana madre.

http://www.ilgazzettino.it/VICENZA-BASSANO/PROVINCIA/allevatore_multa_suicidio_quote_latte/notizie/1247567.shtml

Russia: Putin vuole l’ergastolo a chi ruba soldi pubblici. In Italia vengono premiati

Si capisce perché la Russia di Putin è considerata una dittatura. Per fortuna che nel regno della troika le banche possono imporre governi dello spread. E’ democrazia e non la si può contestare

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 Inserito da admin – 19 marzo 2015   172

appropriazione indebita di fondi pubblici occorre prevedere il carcere a vita. Su questa iniziativa lavorano i deputati della Duma di Stato della Russia. A loro avviso, tale misura contribuirà efficacemente nella lotta alla corruzione.

Per appropriazione indebita di fondi statali e di denaro proveniente da fondi aggiuntivi come pensioni, assicurazione sociale, assicurazione sanitaria obbligatoria, occorre prevedere delle vere sanzioni penali.

Non deve essere una multa o una sospensione condizionale della pena, ma occorre la detenzione in carcere. Inoltre la pena dovrà essere commisurata all’entità del furto commesso fino a prevedere il carcere a vita.

Sulla proposta per un tale inasprimento del codice penale, è attualmente al lavoro un gruppo di deputati del Parlamento russo. E’ importante non prevedere la liberazione condizionale per condanne su tali articoli, ha detto il co-autore del disegno di legge nonché componente della commissione della Duma per il codice civile, penale, per l’arbitrato e le procedure sulla legislazione Ivan Sukharev:

“Ci proponiamo di prevedere una pena per i casi di appropriazione indebita di fondi di bilancio per un importo di 10 milioni di rubli (circa 220 mila dollari) che vari da 5 a 10 anni di reclusione in una colonia penale, mentre per importi superiori a 10 milioni, da 7 a 12 anni di carcere e per importi superiori a 50 milioni di rubli (oltre 1 milione di dollari) la pena va da 10 anni fino all’ergastolo. Misure analoghe sono proposte per il furto di fondi aggiuntivi”.

Gli autori del disegno di legge ammettono che sono pene molto dure. Tuttavia, a loro parere, chi ricopre una carica statale o comunale deve capire che i fondi che appartengono allo Stato e ai contribuenti hanno uno status speciale.

Per questo occorre fare ordine con misure severe, sottolinea il deputato Sukharev:

 “Dobbiamo comprendere che i bilanci sono formati dai soldi dei contribuenti che pagano con le loro singole tasche. Quando i ladri se ne appropriano, è come se rubassero direttamente dalla tasca di ogni singola persona: ad una anziana che vive della singola pensione o ai cittadini a basso reddito che pagano le tasse onestamente”.

La Russia ha già presentato proposte per inasprire le sanzioni per coloro che mettono le loro mani nelle tasche dello Stato. Tuttavia la reclusione dei corruttori non deve essere fine a se stessa, ci dice il presidente del Comitato Nazionale anticorruzione Kirill Kabanov:

“Non è tanto l’ergastolo in sè. Noi sosteniamo sanzioni più severe per l’appropriazione indebita di fondi del bilancio pubblico fino a 20 anni di carcere senza il diritto di amnistia se il danno non sarà rimborsato, cioè se i soldi non saranno restituiti. Penso che sarebbe giusto. La semplice pena detentiva non restituisce i fondi pubblici”.

Parallelamente all’inasprimento delle sanzioni penali per appropriazione indebita di fondi extra-budget i deputati della Duma pensano di riformare il codice penale inserendo una misura riguardante la confisca dei beni.

Secondo gli esperti, la minaccia di una lunga detenzione, rafforzata dalla paura di perdere del tutto la libertà, rendono la lotta contro la corruzione molto più efficace.

Fonte: La voce della Russia

Tratto da: movimentobaseitalia

Attraverso: informatitalia

http://www.sapereeundovere.it/russia-putin-vuole-lergastolo-a-chi-ruba-soldi-pubblici-in-italia-vengono-premiati/

Studentessa tortonese aggredita in pieno giorno alla stazione. Le rubano pure la tesi: “Restituitela”

ENNESIMA AGGRESSIONE. Ma fingere che non succeda niente è una questione di civiltà. Strano che solo particolari aggressioni spingano ad emettere comunicati di riprovazione.

 L’ennesima aggressione avvenuta in pieno giorno a Tortona, stavolta con un danno quasi irreparabile: la chiavetta con la tesi di laurea ormai pronta che dovrebbe essere discussa

martedì 31 marzo.

E’ accaduto giovedì 19 marzo, verso le 19,30: Roberta Addamo studentessa universitaria residente a Carbonara Scrivia, è appena arrivata dall’università di Genova,con la tesi ormai pronta nella “chiavetta” usb. Scende dal treno per rientrare a casa quando, all’improvviso, viene aggredita alle spalle da un malvivente che le strappa la borsetta e la borsa con il computer, all’interno della quale c’è la chiavetta con l’unica copia della tesi di laurea.

Tutto avviene nell’arco di pochi istanti: il ladro la coglie di sorpresa e scappa a piedi facendo perdere le proprie tracce.

La giovane ragazza cade a terra e si fa male. Viene trasportata subito al Pronto Soccorso dell’ospedale di Tortona e ma per fortuna la caduta ha provocato solo qualche lieve escoriazione.

Il dramma però è un altro: Roberta si rende subito conto che le hanno anche rubato la chiavetta con la tesi di laurea. Un lavoro di settimane che difficilmente potrà essere rifatto in tempi brevi.

Mentre Roberta è ancora al Pronto Soccorso i familiari, ma soprattutto la sorella maggiore si rende subito conto di quando sia grave la perdita e lancia un appello al ladro: che restituisca almeno la chiavetta Usb

“Nella chiavetta –dice la sorella – era memorizzata la tesi di laurea di Roberta e senza quella non potrà più laurearsi. Invitiamo il ladro a restituirci almeno la chiavetta, spedendocela a casa”

Se il ladro non sarà italiano difficile che potrà leggere l’appello della famiglia Addamo ma forse  il ladro getterà via la borsetta dopo aver preso quei pochi spiccioli, ecco perché la sorella a questo punto si rivolge a tutti i tortonesi: “Se qualcuno riuscisse a trovare la borsa (Carpisa, bauletto marrone con borchie dorate) con dentro la chiavetta Usb-   conclude – contenente la tesi di laurea, saremmo già felici…

Se fosse possibile, evidenziate che se qualcuno riuscisse a trovare la borsa (Carpisa, bauletto marrone con borchie dorate), con dentro la chiavetta Usb, contenente la tesi di laurea, saremmo già felici.”

I carabinieri di Tortona, intanto hanno avviato indagini alla ricerca del copevole.

 20 marzo 2015

http://www.oggicronaca.it/giovane-ragazza-tortonese-aggredita-in-pieno-giorno-alla-stazione-le-rubano-pure-la-tesi-restitutela/

Nega un drink a un tunisino e viene massacrato di botte

Sel emette un comunicato su questa brutale aggressione o fingere che non sia successo è una reazione di civiltà?

 Da tempo gli immigrati aspettavano che il locale si avviasse verso l’orario di chiusura per chiedere da bere. Il proprietario: “Non so bene cosa è accaduto perche mi hanno picchiato tanto da farmi svenire”

Andrea Riva  – Gio, 19/03/2015 – 12:50

Era ormai da tempo che alcuni tunisini aspettavano che il pub “Kandinsky” di Perugia arrivasse all’orario di chiusura per entrare e chiedere da bere.

Il proprietario si rifiutava e, così, si arrivava velocemente alle minacce, come riporta Umbria 24: “Non sai chi siamo, noi non siamo i soliti tunisini, siamo anche un po mafiosi”.

Lo scorso giovedì 4 tunisini hanno provato a chiedere da bere dopo l’orario di chiusura del locale, come racconta il proprietario, Simone Boccardini, a Umbria24: “Erano già un po’ di giorni che hanno preso il vizio di arrivare quando sto chiudendo e resto da solo, mi metto a pulire, loro arrivano tirano su la serranda e vogliono da bere. Venerdì scorso gli ho detto ‘non vi do piu niente, adesso è chiuso'”.

Così i tunisini sono passati alle minacce e poi alla violenza vera e propria, come racconta Boccardini: “Sono tornati ieri notte quando stavo abbassando la serranda e stavo andando via. Stavolta non mi hanno chiesto nulla, non mi hanno dato neanche il tempo di parlare, mi hanno colpito da dietro, colpendomi alle spalle. Non so bene cosa è accaduto perche mi hanno picchiato tanto da farmi svenire. Quando mi sono ripreso ho chiamato subito il 113”.

Fortunatamente, la squadra volante di Perugia è intervenuta prontamente e ha portato il l’aggressore in questura e, come scrive Umbria24, “potrebbe essere arrestato nelle prossime ore”.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/nega-drink-tunisino-e-viene-massacrato-botte-1106908.html?utm_source=Facebook&utm_medium=Link&utm_content=Nega+un+drink+a+un+tunisino+e+viene+massacrato+di+botte+-+IlGiornale.it&utm_campaign=Facebook+Interna

Il magnate George Soros presenta un’offerta per acquisire le caserme italiane

È un art di qualche mese fa, un decreto partorito dal terzo gov non eletto che non si può contestare

di Carlo Festa con all’interno un articolo di Paola Dezza10 giugno 2014

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Anche il magnate George Soros fa rotta sul patrimonio dello Stato italiano. Soros, tramite il suo fondo Quantum Strategic Partners, avrebbe infatti fatto un’offerta per il portafoglio di palazzi che fanno parte del fondo immobiliare Fip (Fondo immobili pubblici), gestito dalla Sgr Investire Immobiliare (la società controllata dalla Banca Finnat della famiglia Nattino). Ma Soros non sarebbe solo nell’offerta: sarebbe infatti alleato al fondo Kennedy Wilson e sarebbe assistito dagli advisor di Beni Stabili.

Nel pacchetto di immobili ci sono uffici ministeriali e dell’Agenzia delle entrate ma anche caserme e uffici della Guardia di Finanza e dell’esercito. Per il Quantum Fund di George Soros è la seconda operazione allo studio in Italia dopo quella conclusasi con successo il marzo scorso quando i veicoli di George Soros hanno acquistato il 5% di Igd – Immobiliare Grande Distribuzione Siiq, cioè uno tra i principali player in italia nel settore immobiliare della grande distribuzione controllato dalle cooperative. Soros, negli ultimi mesi, ha infatti accresciuto il peso dei suoi investimenti nell’immobiliare in Europa, valutando che ci siano soprattutto buone occasioni in Italia e Spagna.

Quantum Strategic Partners sarebbe uno dei tre soggetti in lizza nell’asta: gli altri due contendenti sarebbero i fondi americani Blackstone e Cerberus. Di recente è infatti finito sul mercato un portafoglio di Fip di oltre una ventina di immobili. I portafogli in vendita avrebbero diversi perimetri: il pacchetto più corposo di asset avrebbe un valore che sarebbe attorno agli 800 milioni di euro.

Dei tre contendenti, secondo indiscrezioni, proprio Blackstone sarebbe quello al momento più aggressivo: il fondo Usa punterebbe a fare massa critica in Italia, dove è rappresentato dal manager Paolo Bottelli, puntando sugli immobili che hanno la garanzia di avere lo Stato come affittuario. Il processo di vendita sul Fondo immobili pubblici, affidato all’advisor Cbre, è partito nel maggio scorso e i fondi statunitensi sembrano avere il ruolo di protagonisti.

Di pari passo con la cessione di questi portafogli principali, sarebbe in corso un’asta su alcuni pacchetti minori: fra questi sarebbe in svolgimento la cessione di tre caserme dislocate a L’Aquila, Roma e Bari. La caserma di L’Aquila della Guardia di Finanza, tra le strutture risparmiate dal terremoto, è nota per essere finita sotto i riflettori della cronaca nel 2009 quando nella città abruzzese si tenne il G8 organizzato da Silvio Berlusconi. Proprio per questo sotto-portafoglio sarebbe stato selezionato per una trattativa in esclusiva il fondo opportunistico statunitense Och Ziff, uno dei maggiori investitori americani con cassa disponibile per l’Europa per 8 miliardi di dollari. Och Ziff, che investe in equity, debito e real estate, ormai da qualche mese ha concentrato le sue strategie in Italia rilevando pacchetti di gruppi bancari come Mps e ora sembra interessato anche ad opportunità nell’immobiliare.

Fip è il primo fondo immobiliare promosso nel 2004 dallo Stato italiano, che vi ha inserito 394 immobili sul territorio nazionale per un valore di portafoglio di circa 3,9 miliardi. Le prime cessioni sono iniziate nel 2007, quando Investire Immobiliare ne ha dismessi in modo progressivo circa 150 per un controvalore di oltre un miliardo di euro. I 21 asset del portafoglio, che sono oggetto dell’asta gestita dall’advisor Cbre, sono distribuiti su tutto il territorio italiano e a occuparli sono in particolare uffici della pubblica amministrazione (agenzia delle Entrate, agenzia delle Dogane, Inail, Inps, ministero dei Trasporti, ministero del Lavoro) oltre a caserme e uffici della Guardia di Finanza.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-06-10/soros-corsa-le-caserme-italiane-114136.shtml?uuid=ABkJjhPB