Giorno della Memoria – Leggi Razziali

In primo piano

A proposito delle “Pietre ad inciampo” perchè non posarne qualcuna con i nomi di quei Prefetti, Questori, Magistrati e Funzionari vari che durante il fascismo si distinsero nel fare rispettare ed applicare leggi infami.

Se Mussolini potette fare tutto quello che ha fatto, è perchè aveva molti collaboratori.

Leggi Razziali VIDEO 

leggi razziali

 Le leggi razziali. Ottant’anni. Perché tutti le approvarono. E perché contro gli ebrei.

leggi razziali Ottant'anni.

 

Giorno della Memoria – 1938 le Leggi Razziali – da Passato e Presente – RAI 3

Leggi Razziali

Il 16 ottobre 1938, in Italia, entrarono in vigore le Leggi Razziali (ancora non eravamo in guerra), VERGOGNA!

Leggendole oggi potrebbero addirittura sembrare ridicole ma le conseguenze furono TRAGICHE per milioni di esseri umani.

Le Prefetture avvalendosi della fattiva collaborazione delle Questure, notoriamente incapaci nel perseguire i veri criminali, dimostrarono in questo caso, una straordinaria efficienza, classificando, nell’arco di poche settimane, oltre 40 milioni di italiani in base agli ottavi di sangue ebraico e questi elenchi furono poi ovviamente consegnati agli occupanti nazional-socialisti Tedeschi che ebbero quindi facilitato il loro “lavoro”.

Da osservare il che se si fossero comportati “normalmente”, senza rischiare nulla, per una attività del genere avrebbero impiegato anni e si avrebbero avuti gli elenchi solo a guerra finita, quindi con tanti morti in meno.

Che la vergogna perenne cada sui responsabili di questa infamia, di questo crimine.

Da non dimenticare il che i solerti magistrati non si “tirarono” quasi mai indietro quando si trattava di applicare le Leggi fasciste, avrebbero potuto anche solo “tirarla un po’ alla lunga” come da loro normale abitudine, invece sovente lo fecero molto rapidamente e “volentieri “.

Gli attuali “occupanti” dei posti in Prefettura, in Questura ed in Magistratura, oggi si comporterebbero diversamente? Credo proprio di no, oggi come allora affermano di eseguire solo ordini, e lo fanno sempre con scrupolo e “volentieri”.

Il Danno Negato La Torino-Lione, un progetto definito verde dai decisori politici europei e nazionali e dal promotore TELT, è in realtà un Crimine Climatico

 

PresidioEuropa

Movimento No TAV

17 novembre 2021

http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=24690

Il Danno Negato

La Torino-Lione, un progetto definito verde dai decisori politici europei e nazionali e dal promotore TELT, è in realtà un Crimine Climatico

Molti si chiedono a che punto sono i lavori per la realizzazione del progetto Torino-Lione, la risposta è: non sono fermi ma neppure avanzano secondo il calendario concordato con l’Unione europea, che è stato addirittura secretato alla lettura dei cittadini dai Governi italiano e francese. Se i suoi promotori fossero convinti della sua utilità e urgenza, il progetto lo avrebbero già inaugurato da anni, anche grazie al forte dispiegamento di centinaia di militari a protezione dei cantieri in Valle Susa.

Se i lavori non avanzano secondo il crono-programma, non si sono fermate invece l’opposizione e le forti critiche che fanno riferimento alla natura climalterante di questa grande opera.

Siamo infatti sempre più convinti che, all’indomani della forte mobilitazione globale intorno alla COP26 per la riduzione delle emissioni di CO2, sia più che mai appropriato ribadire la vera natura del progetto Torino-Lione, che non è “verde” come viene definito dal promotore TELT[1], ma più precisamente un Crimine climatico. Vediamo perché.

PresidioEuropa No TAV da anni attira l’attenzione dell’opinione pubblica sulla natura climaticida di questo progetto, la fonte di questa convinzione è il Governo italiano stesso che, basandosi sui dati forniti dal promotore TELT, ha scritto nei Quaderni dell’Osservatorio: “La costruzione del tunnel di base di due canne da 57,2 km tra Italia e Francia genererà emissioni di CO2 pari a 10 milioni di tonnellate”. Il tema è stato ripreso anche da Fridays for Future Italia.[2]

La discussione intorno ai drammatici cambiamenti del clima va avanti da molto tempo, le Conferenze COP[3] si riuniscono ogni anno dal 1995, siamo ormai giunti alla 26a edizione e abbiamo capito alcune cose.

Questa per esempio: in un ecosistema chiuso come il pianeta Terra, non vi è altra soluzione per fermare il cambiamento climatico generato dall’aumento della CO2 nell’atmosfera che adottare il principio dell’economia circolare e abbandonare l’ingannevole concetto economico di crescita sostenibile del PIL come promessa per il futuro benessere degli abitanti del Pianeta.

La Torino-Lione, come molte altre grandi opere[4], è presentata enfaticamente dai suoi promotori come il motore della crescita sostenibile del PIL a livello locale, nazionale, europeo.

In questo senso, ultimamente ha fatto sentire la sua autorevole voce il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi dichiarando che “Se il PIL rimarrà al centro dell’attenzione, il nostro futuro sarà triste[5].

L’urgenza di fermare il cambiamento climatico impone invece l’abbandono di progetti climaticidi come la nuova linea ferroviaria Torino-Lione che rottamerà, con un mega tunnel a due canne di 57,5 km, la linea esistente la quale dispone di una capacità trasportistica ampiamente sufficiente ai bisogni dei traffici di oggi e di domani.

La Corte dei Conti europea ha messo in evidenza nel suo Rapporto Speciale n. 10/2020[6] la palese manipolazione dei dati presentati dai promotori del progetto. Il prof. Crozet, consulente della Corte dei Conti europea ha scritto: “La galleria Lione-Torino è un tipico esempio di questa manipolazione del calcolo economico[7] in cui, oltre alla sopravvalutazione del traffico, vi sono valutazioni fantasiose dei guadagni in termini di emissioni di CO2. Una volta rivisti, i dati del calcolo economico danno al progetto un quadro completamente diverso”.[8]

Sei anni dopo la COP di Parigi, il Parlamento europeo ha approvato lo scorso 24 giugno 2021 la Legge sul Clima che prevede la riduzione delle emissioni dei GES (gas a effetto serra, principalmente CO2 e metano) del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e la neutralità carbonica entro il 2050.

È bene tuttavia sapere che l’Unione europea non sarà costretta a ridurre del tutto le sue emissioni di GES dato che gli obiettivi 2030 e 2050 saranno in gran parte raggiunti attraverso il sistema EU ETS[9] che opera secondo il principio dello scambio delle quote CO2.[10]

Ma l’Unione europea, nonostante le numerose e indiscutibili valutazioni negative di questo progetto, e nonostante la sua adesione all’obiettivo della limitazione del riscaldamento terrestre a + 1,5°C confermato dalla COP26 a Glasgow che non ha tuttavia indicato con certezza le tappe della decarbonizzazione dell’economia globale, continua a sostenere questo progetto climaticida: nel luglio 2021 è stato approvato il finanziamento CEF2[11] per la costruzione del tunnel a due canne sotto le Alpi di 57,5 km e delle linee nazionali di accesso al tunnel di base da Torino e da Lione.

Il Vice Presidente della Commissione europea Frans Timmermans[12] difende il progetto, lo ha scritto a chiare lettere il 2 luglio 2021: La strategia per una mobilità sostenibile e intelligente adottata dalla Commissione nel dicembre 2020, fissa l’ambizioso traguardo di raddoppiare il traffico ferroviario ad alta velocità nell’UE entro il 2030 e mira a rendere più verde il trasporto merci. Progetti come la Lione-Torino rimarranno importanti per raggiungere questo obiettivo.

Secondo gli accordi internazionali del 2012 e i successivi aggiornamenti, il finanziamento del tunnel dovrebbe essere sostenuto dall’Unione europea per il 55%, dall’Italia per il 26% (con proprietà di 12,5 km del tunnel) e dalla Francia per il 19% (con proprietà di 45 km del tunnel)[13].

È importante sapere anche che la Francia, a differenza dell’Italia, non ha ancora inserito il progetto Lyon-Turin in un budget pluriennale. La decisione finale è stata di fatto differita in attesa di conoscere il nome del nuovo inquilino dell’Eliseo nel 2022.[14]

Alla prossima puntata !

[1] https://serenoregis.org/2020/09/03/tav-la-comunicazione-di-telt-tra-autocelebrazione-e-greenwashing/

[2] https://fridaysforfutureitalia.it/la-torino-lione-e-un-crimine-climatico/

[3] https://en.wikipedia.org/wiki/United_Nations_Climate_Change_conference

[4] http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2018/09/Bent-Flyvbjerg-SSRN-id2424835-What-You-Should-Know-About-Megaprojects-and-Why-An-Overview.pdf  La spesa globale totale dei megaprogetti è valutata da 6 a 9 mila miliardi di dollari all’anno, o l’8% del prodotto interno lordo (PIL) globale,

[5] https://www.corriere.it/cronache/21_novembre_03/giorgio-parisi-emissioni-a5abeb3a-3c1d-11ec-810f-3ba9878274ac.shtml: nel suo chiaro discorso alla Camera dei Deputati l’8 ottobre scorso: “La crescita economica è in conflitto con la lotta al cambiamento climatico”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/10/08/clima-il-nobel-parisi-ai-parlamentari-finora-governi-non-allaltezza-crescita-del-pil-misura-da-superare-se-resta-centrale-futuro-sara-triste/6348055/

[6] https://www.eca.europa.eu/it/Pages/DocItem.aspx?did=53699

[7] Comunicato Stampa 5 ottobre 2020: Il lato oscuro della Torino-Lione svelato – Novità eclatanti che rivelano la manipolazione dei dati

[8] http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2020/10/YCNote-CO2-it..pdf

[9] https://ec.europa.eu/clima/eu-action/eu-emissions-trading-system-eu-ets_it

[10] Questo sistema viene definitouna pietra angolare della politica climatica dell’Unione e ne costituisce lo strumento fondamentale per ridurre le emissioni di gas a effetto serra in modo efficiente in termini di costi.” nel Punto 13 del Regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 giugno 2021, che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il regolamento (CE) n. 401/2009 e il regolamento (UE) 2018/1999 («Normativa europea sul clima») https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32021R1119&from=IT

[11] http://www.presidioeuropa.net/blog/il-futuro-della-torino-lione-secondo-governi-italiano-francese-lunione-europea/

[12] http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2021/07/Frans-TIMMERMANS-Vicepresidente-esecutivo-della-Commissione-europea-20210702-it.pdf

[13] http://www.presidioeuropa.net/blog/torino-lione-asimmetria-dei-costi-tra-italia-francia/

[14] http://www.presidioeuropa.net/blog/torino-lione-no-torino-digione-questo-il-nuovo-itinerario-deciso-dalla-francia-risparmiare-11-miliardi-di-euro-di-gallerie-tra-lione-il-tunnel-di-base/

 

DA LOCOMOTIVA A CARRELLO DELLA SPESA — Quando nani uccidono padri giganti

https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2021/11/da-locomotiva-carrello-della-spesa.html

VENERDÌ 19 NOVEMBRE 2021

DA LOCOMOTIVA A CARRELLO DELLA SPESA — Quando nani uccidono padri giganti

https://comedonchisciotte.org/sancho-10-ii-stagione-fulvio-grimaldi-la-desinistrizzazione-italiana/    

Intervista su Sancho, aperta della geniale copertina di Massimo: come i nani hanno ridotto i giganti del socialismo.

https://www.facebook.com/roberto.ventrella.54/videos/629479768208215   

Napoli, mio intervento No Green Pass

Chi c’è, chi arriverà, chi sticazzi

Nello scorso fine settimana ho avuto il privilegio di partecipare, tra Napoli e Caserta, a tre belle e produttive manifestazioni di lotta. Mi hanno suscitato alcune riflessioni che voglio condividere con voi. La prima, il sabato pomeriggio, che grazie a un questore non troppo lamorgesista, ha potuto trionfalmente marciare da Piazza Garibaldi, lungo Corso Umberto I, attraverso il centro, era variopinta, ma a maggioranza di lavoratori dei sindacati di base, con i Sin Cobas in testa. 

C’era anche uno spezzone del Coordinamento No Green Pass, ma il tono politico lo dava chi contro le strozzature sociali del bankistan draghiano protestava, ma il principio del vaccino salvifico e anche quello della Carta Verde, li accettava e condivideva. Non per nulla tra costoro marciava anche la Brava Nicoletta Dosio, valsusina veterana della lotta NO TAV, reduce dal carcere per delitto di resistenza. Lotta che ultimamente, e tragicamente, si è affossata, precipitando a occhi e neuroni chiusi nel baratro dell’operazione virusian-vaccinara. Senza vaccino e Green Pass i No Tav non ti vogliono più.

Caserta ha esordito, coraggiosamente e dignitosamente, nella resistenza alla tirannide guerrafondaia sanitaria, con un raduno sul quale si diffondevano le voci di esperti partigiani del libero pensiero e della scienza non inquinata dai manipolatori farmaco-totalitaristi. Un buon inizio.

Ma prima, nel buio della precoce notte novembrina, a Piazza Dante, abbiamo partecipato a una manifestazione/corteo dei napoletani liberi e pensanti, punta avanzata della napoletanità consapevole. Qui c’era ciò di cui nella pur combattiva manifestazione dei sindacati mancava: il contesto. Ho provato a urlarlo scompostamente, come potrete vedere e udire al link qui sopra. 

Di desinistrizzazione si tratta, pandemia anche più perniciosa di quella che vorrebbero attribuire  a un virusetto che non è che la più recente edizione dell’influenza stagionale. Quando i Cobas lanciavano i propri strali contro il saccheggio sociale, il precariato, la disoccupazione, i salari di fame, la mattanza sul lavoro., miravano a giusti bersagli. Ma trascuravano, anzi avallavano il contesto. Cioè il poligono entro il quale quei bersagli erano collocati: l’operazione militar/sanitaria che ci ha reso impotenti davanti alle ricadute di una guerra di classe dall’alto. Prendersela con l’effetto e non con la causa. Esecrare la pallottola e non il fucile.

Com’è che fanno i bambini allo spettacolo dei burattini? Inveiscono contro i pupi cattivi, ignorano il burattinaio, non lo vedono, non lo considerano. Così, quando te la prendi con le buche nella strada dissestata e non con chi l’ha rovinata, passandoci sopra con ruspe e carri armati.

Snob, frustrati, impotenti, pippaioli

I ragazzi in strada contro il regime sono onesti e hanno ragione, anche se non tutta la ragione. Ci si può, ci si deve parlare. Ma c’è di peggio. di irrimediabile, di vile e disonesto, di rettiloso (con tutto il rispetto per i serpenti animali). Ne ho avuto esperienza in questi giorni. E vi ho anche accennato in Sancho.

Li avete sentite, no, quelli che su Stefano Puzzer, a poche ore dalla scossa che questo operaio del porto aveva dato alla sua città, al suo paese, all’Europa e oltre, avevano arricciato il naso: “Ah, ma che discorsi rozzi… va, viene, cambia decisione…. s’è visto con quello là, e andato là, non è venuto qua, fa la star, s’è montato la testa… chissà chi c’è dietro…”  Darsi rilievo rubandolo a chi ce l’ha.

Sara

E poi, proprio ora, strapparlo a una parlamentare, Sara Cunial. Una i cui interventi in parlamento andrebbero scolpiti nel marmo e appesi sopra le teste di governanti mafiomassonici e di peones arraffoni. E’ riuscita a imporre la sua presenza alla Camera violando l’obbligo del Green Pass. Ha così salvaguardato un diritto che i licanrtropi vogliono conculcato: il suo diritto a rappresentare i milioni di italiani, in piedi davanti alla Costituzione, sottrattisi al dogma falso e bugiardo, ai veleni e agli ancora più tossici rimedi.

Anche questi li avete sentiti: “Facile, quando una si becca 15.000 euro… Viene dai Cinque Stelle, figurati…Ha difeso quell’albergatore tirolese, sarà stata ospitata gratis…. Tutta per darsi visibilità….Si sa già chi la manovra…”

A livello più minuto e modesto, ci sono quelli che s’aggirano agli orli delle manifestazioni, ascoltano l’oratore, si guardano in giro con fare furtivo, ma volpino, scuotono la testa. “Ma chi ce lo ha chiamato questo qua… cosa dice… ma avete visto che gente è venuta… qua toccherebbe essere più selettivi….” Toni e sguardi da quartieri alti, di chi dall’alto giudica (e non parlano di fascisti, Forza Nuova, ma di chi non gli pare “adeguato”. Hanno già stabilito confini e criteri.). 

A Corso Umberto I c’era chi sapeva di classe e non di vaccino. Questi sanno di vaccino e non di classe.

Io, questi frustrati snob da canapè, li detesto. Sono il fetore con squittio che esce da sotto il tombino. Sono la riedizione dei famigerati “nè-nè” della distruzione della Jugoslavia, o della Libia. Sono larve che non diventeranno mai farfalle, sono le zanzare sfuggite a rondini che non ci sono più, sono il palo dei rapinatori, l’arma psico-bla bla bla dei genocidi. Giudicano prima di avere termini di valutazione. Così, impotenti, si sentono qualcuno. Domani, quando Puzzer si candiderà con il PD, o con Fratoianni, lo butterò a mare. Oggi ho solo elementi per nutrire gratitudine e rispetto.

Chiudo, cari amici, con questi dati. Occorre altro?

I numeri che non ci danno, a partire da quelli degli immunizzati naturali a vita

ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’, 13 novembre

 Totale decessi negli ultimi 30 giorni: 772

• Non vaccinati: 361 (46,8%)

• Vaccinati con ciclo incompleto: 27 (3,5%)

• Vaccinati con ciclo completo: 384 (49,7%)

E, a dispetto di quanto sopra, questi grotteschi torquemada in cravatta, con triangolo, cazzuola e coppola,  pretendono di spazzarci dalle nostre strade e ci vogliono sbattere in carcere! Così proclama l’Austria. E a noi manca un Cesare Battisti. Vedete come cambiano i livelli etico-culturali. Torquemada, almeno, massacrava innocenti in nome del papa e quest’ultimo avallava in nome di dio. Quelli di oggi pendono da una accolita di pupari da periferia come Bill Gates, o Klaus Schwab. Questi, a loro volta, scalciano appesi al puparone, immortale capostipite della famiglia: $.  Dio è morto, il dollaro no.

Il che ci dà tutta la misura del progresso e dei progressisti.

 

Cunial (Misto): Green Pass è strumento di regime, doveroso lottare per veder rispettati diritti e libertà Costituzionali

COMUNICATO STAMPA

Cunial (Misto): Green Pass è strumento di regime, doveroso lottare per veder rispettati diritti e libertà Costituzionali

Roma, 18 nov. – “Sono molto soddisfatta di apprendere che l’esercizio del mandato di rappresentanza popolare sia ancora in vigore nel nostro Paese. Da domani tornerò in Aula senza mostrare alcuna tessera di regime, coerente con me stessa, la nostra Costituzione e quella parte di popolo italiano che sta lottando contro insane, insensate e criminali restrizioni che umiliano la nostra democrazia e la nostra intelligenza” ad affermarlo è Sara Cunial, deputata del Gruppo Misto, assente dall’aula dal 15 ottobre scorso per protesta contro il Green Pass.

“Oggi – continua – tutti i miei colleghi parlamentari dovrebbero gioire della decisione del presidente del collegio d’appello Andrea Colletti, di accogliere, con un decreto cautelare monocratico, la mia richiesta di sospensiva della delibera con cui il collegio dei questori ha introdotto l’obbligo del Green pass per accedere a tutte le sedi della Camera. Così come tutti si sarebbero dovuti opporre con ogni mezzo per impedire che la nostra Democrazia fosse calpestata e mortificata fino a tal punto – prosegue –. Purtroppo sempre meno uomini liberi e integri siedono nel nostro Parlamento. Per fortuna sempre di più ce ne sono fuori. Uomini e donne che conoscono il valore delle proprie scelte e il peso delle proprie azioni e che non sono più disposti ad abbassare la testa di fronte a quelle che ormai sono diventate vere e proprie angherie, illegittime, incostituzionali e immorali. Nell’attesa dell’esame del Consiglio di giurisdizione ringrazio la dott.ssa Tiziana Locatelli, che ha redatto l’atto con l’ausilio del prof.re Daniele Trabucco e l’avvocato Nino Moriggia che lo ha presentato – conclude – Grazie al loro lavoro tornerò in aula a rappresentare tutti coloro che, oggi come ieri, sono disposti a dare la Vita per veder riconosciuti i diritti e le libertà di tutti”.

Primo Maggio, nessun corteo dei sindacati ma sit in piazza San Carlo

https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/04/22/news/primo_maggio_sit_in_piazza_san_carlo-297519645/

 

Un corteo del passato 
Cgil, Cisl e Uil stanno organizzando la manifestazione in Comune con la sindaca, il presidente regionale Cirio e l’arcivescovo Nosiglia
22 APRILE 2021 

Un sit- in in piazza San Carlo per lanciare un segnale nel giorno della Festa dei lavoratori. Cgil, Cisl e Uil ci stanno pensando. Sarebbe una scelta simbolica, anche per dare l’idea di un Primo Maggio diverso da quello del 2020, l’anno della prima e inaspettata emergenza pandemica da Covid 19. Un’opzione che con le riaperture previste dopo il 26 di aprile sta prendendo corpo. Certo. Ci sono tutti i dubbi del caso. Quelli legati alla pandemia e quelli legati all’ordine pubblico. Il Primo Maggio da centri sociali e anarchici è sempre stato vissuto come il momento per mettersi in piazza e in mostra contestando la manifestazione ” ufficiale” organizzata da Cgil, Cisl e Uil. E per di più è ancora aperta l’inchiesta rispetto ai tafferugli del 2019 e il blitz contro lo spezzone di corteo del Pd.

Per ora le tre sigle hanno chiesto l’occupazione della piazza. Anche perché, in assenza di sit-in, in piazza San Carlo ci sarà comunque un maxischermo o, come preferiscono chiamarlo gli organizzatori, un impianto audio- video per diffondere all’aperto la cerimonia ufficiale del 2021. Per il secondo anno non ci sarà nessun corteo con partenza da piazza Vittorio fino in piazza San Carlo, ma una “cerimonia” al chiuso, in Comune, probabilmente sfruttando la Sala delle Colonne di Palazzo Civico. Un bis di quella dello scorso anno, nel cortile di Palazzo Civico, ma un po’ più strutturata e in diretta sui social. Al centro ci sarà l’intervento dei tre segretari di Cgil, Enrica Valfrè, Cisl, Domenico Lo Bianco, e della Uil, Gianni Cortese. In più le tre organizzazioni daranno spazio ai rappresentanti dei lavoratori, lasciando la parola a delegati e addetti dei settori in difficoltà, dal privato – comparto auto e metalmeccanica – al pubblico, come la scuola, fino a servizi e commercio, considerato il settore più in difficoltà con i centri che hanno chiuso i battenti.
Alla cerimonia parteciperà anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino, e il presidente della Regione, Alberto Cirio. Atteso anche l’intervento dell’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, che ha sempre mostrato attenzione rispetto al tema del lavoro e dell’occupazione. È stata la diocesi, più volte, a partecipare alla spesa per l’affitto dei bus per permettere ai lavoratori di Embraco di raggiungere Roma per andare a protestare al ministero.
Embraco è una delle vertenze simbolo del Piemonte. In queste ore, se da parte dei curatore fallimentare della Ventures Maurizio Gili, non arriverà una richiesta di proroga della cassa Covid per gli operai di Riva di Chieri, 400 persone si potrebbero trovare fra quattro giorni licenziate. In pratica alla vigilia della Festa del Lavoro e in un periodo in cui i licenziamenti sarebbero vietati. Cgil, Cisl e Uil guardano al dopo 30 giugno, data in cui decade il divieto per le aziende che non useranno gli ammortizzatori, ma soprattutto a fine ottobre, quando ogni limite salterà, a meno di nuovi rinvii. E potrebbe essere un autunno molto difficile per tutti.

25/04 : Nasce il nuovo Presidio No Tav di San Didero

post — 25 Aprile 2021 at 20:17

25/04 : Nasce il nuovo Presidio No Tav di San Didero

La piana della Val di Susa ha visto oggi un’altra grande giornata di mobilitazione.

Un corteo di più di 2000 persone si è riappropriato delle strade che da due settimane a questa parte sono bloccate a singhiozzo dalle forze dell‘ordine per controllare il perimetro del nuovo futuro cantiere di San Didero.

Oggi, il 25 aprile, le vecchie e le nuove resistenze si sono incontrate in un giorno di memoria e lotta. Partendo da San Giorio, luogo fondamentale per la Resistenza per il giuramento partigiano della Garda fino ad arrivare a Bruzolo, sono stati ricordati partigiani come Walter Fontan e Aldo Rossero che, durante la Guerra di Resistenza, sono morti in battaglia combattendo contro l’invasore nazifascista.

Ai giorni nostri gli invasori sono altri.

Da 30 anni in Val di Susa chi prova a fare proprio un territorio solo ed esclusivamente per interessi economici distruttivi, sono i faccendieri come Telt, i politici che strizzano l’occhio alle lobby economiche e troppo spesso legate alle mafie che hanno in mano i più grandi cantieri del Paese.

La solita tarantella italiana che muove miliardi di euro e che contribuisce ad allargare ulteriormente quella forbice tra ricchi e poveri che ormai da tempo sta sulle nostre teste come una spada di Damocle. Telt, con le spalle coperte da Governo e Questura, ha deciso di agire in piena pandemia mondiale mettendo definitivamente in luce come la salute dei cittadini sia l’ultima delle priorità. In un momento storico come quello che stiamo attraversando, dove le terapie intensive rischiano quotidianamente il collasso e la sanità territoriale è sempre più de mansionate, causando una scarsa attenzione alle conseguenze del Covid come anche al resto delle problematiche sanitarie, i soldi pubblici dovrebbero essere investiti nel miglioramento del sistema sanitario nazionale in tutta la sua complessità. Invece succede che nel nostro Bel Paese quello che diventa prioritario è costruire un’opera mastodontica, prendendo contribuiti europei e nazionali, utile solo a chi si deve riempire le tasche. Perché per tutto il resto l’utilità dell’alta velocità Torino-Lione non esiste. Questi cantieri hanno già iniziato a svelare la vera natura di queste grandi opere : quella devastatrice e mortifera per tutto il territorio valsusino.

Oggi come movimento notav, abbiamo dimostrato ancora una volta come possa essere possibile attraversare questo mondo in un modo più sostenibile per tutte e tutti. Con determinazione abbiamo preso possesso dei terreni, nostri di diritto, di fronte al neonato cantiere di San Didero sottolineando la linea di demarcazione che ci differenzia da coloro che stanno occupando la Val di Susa.

Per questo oggi era importante costruire un nuovo presidio No Tav in quel luogo, raggiungere il terreno dato in comodato d’uso perché non sarà la loro violenza a fermare la nostra resistenza

In una giornata come il 25 aprile, inaugurare un nuovo presidio No Tav laddove la controparte sta mettendo in atto l’ennesimo scempio legato a quest’opera ecocida, vuol dire resistere ancora e prendere in mando il testimone lasciatoci dai nostri partigiani.

Corte d’appello conferma: dalla polizia sassi e lacrimogeni ad altezza d’uomo contro i NoTav

https://www.notav.info/post/la-cassazione-conferma-dalla-polizia-sassi-e-lacrimogeni-ad-altezza-duomo-contro-i-notav/

post — 23 Aprile 2021 at 11:23
La Corte d’Appello di Torino ha pubblicato le motivazioni della sentenza emanata il 21 gennaio scorso, in merito agli scontri avvenuti in Valsusa il 3 luglio 2011.

Al suo interno sono emersi diversi passaggi particolarmente interessanti che mettono in luce il dannoso e violento operato da parte delle Forze dell’Ordine che proprio in questi giorni è nuovamente emerso in merito al grave ferimento di Giovanna, la No Tav ferita da un lacrimogeno sparato ad altezza uomo.

A fronte delle nostre più che legittime accuse, proprio la Questura di Torino, in questi giorni, ha rilasciato diverse dichiarazioni – alcune diverse tra loro – nelle quali è stato affermato che:

«Non è possibile che un lacrimogeno sia stato sparato ad altezza uomo, non solo perché questo è vietato, ma perché in quel momento erano già state elevate reti alte quattro metri che quindi avrebbero impedito al tiro una traiettoria orizzontale». Inoltre, quelli sparati l’altra sera erano «lacrimogeni a frammentazione, che si suddividono, una volta caduto il bossolo a terra, in cinque dischetti pesanti 20 grammi l’uno che contengono il gas e che diventano incandescenti, per cui se dovessero colpire qualcuno provocherebbero un’ustione». (Fonte La Repubblica 19/04/2021)

«Nessun contatto diretto è avvenuto tra polizia e dimostranti e il lancio di lacrimogeni è avvenuto a grande distanza» (Fonte La Stampa del 18/04/2021)

Ebbene, una sequela di falsità tutte ad uso e consumo della stampa nazionale, dei politicanti e dei forcaioli pronti a dare sostegno a chi utilizza la violenza con la scusa di gestire l’ordine pubblico, mentre l’unico obiettivo è quello di reprimere il dissenso a qualunque costo e con qualsiasi mezzo.

E nel mentre, i Tg mandavano in onda il video di Local Team del 13 aprile, dove si vede un gruppo di Carabinieri da cui giunge testuale “io ne ho sparato uno in faccia sulla strada”, aggiungendo che non si poteva verificare se quella frase giungesse realmente dai CC.

Finalmente un Tribunale scrive nero su bianco che proprio le forze dell’ordine in Valsusa hanno compiuto diverse azioni illecite. Auspichiamo, dunque, che si ponga fine a questa santificazione dell’operato delle forze dell’ordine e che la Questura la smetta di agire come se fosse guidata da tanti intoccabili sceriffi di Nottingham. In quanto tutori della legge, hanno un bel dire se sono loro i primi ad infrangerla.

Sono tante le querele esposte da attivisti del movimento No Tav e poi archiviate dalla Procura, tutte fanno riferimento a gravi atti di violenza da parte delle forse dell’ordine.

A scanso di equivoci, di seguito pubblichiamo alcuni stralci della sentenza.

“Come le Forze dell’Ordine, nel sito in esame, in alcuni casi utilizzarono i gas lacrimogeni fuori dalle direttive ricevute, quantomeno con riguardo alle traiettorie di lancio ed agli obbiettivi individuati,

giungendo inoltre a lanciare sassi dal cavalcavia autostradale sui manifestanti sottostanti” (pag.164-165 della sentenza)

(pag.81-82 della sentenza)

(Pag. 134 della sentenza)

(pag.136 della sentenza)

(pag.138 della sentenza)

No Tav, dieci domande al governo: “Draghi intervenga sull’uso dei lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine”

https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/04/23/news/no_tav_dieci_domande_al_governo_draghi_intervenga_sull_uso_dei_lacrimogeni_da_parte_delle_forze_dell_ordine_-297684946/?fbclid=IwAR2F88jE4qRTNnz5FEKSbsUF3KlU9eUBUhEv9hZW-PMM08_xgIfnJuvHX1c

La manifestazione No Tav a San Didero del 13 aprile (ansa)
Un documento dopo gli scontri al cantiere per l’autoporto di San Didero: “Azioni giudiziarie più simili a quelle di regimi dittatoriali che di una democrazia”
23 APRILE 2021
 
Si rivolgono a Draghi i No Tav che questa mattina sono entrati nella sede di Repubblica a Roma.

Hanno consegnato un documento con 10 domande da fare al governo dopo gli scontri dei giorni scorsi in Valle di Susa. Chiedono al presidente del consiglio di prendere posizione sull’uso dei lacrimogeni al Cs che – dicono – “vengono classificate come armi chimiche”, e chiedono di intervenire anche sul modo in cui questi strumenti vengono utilizzati. “sparati ad altezza uomo, come dimostrano i nostri video”, spiegano gli attivisti antitreno.

Il secondo blocco di domande riguarda invece i provvedimenti e le misure cautelari imposte ad alcuni attivisiti e in particolare Dana Lauriola, del centro sociale torinese Askatasuna, condannata per blocco stradale in una manifestazione del 2012. Ha scontato sette mesi in carcere e ora è ai domiciliari. “Amnesty international, con associazioni del diritto e giuristi hanno denunciato una detenzione assurda, che si somma a una lista di detenzioni, misure e procedimenti penali e amministrativi nei confronti di hi si è opposto con manifestazioni, tesi di laurea e articoli”.

I No Tav chiedono a Draghi se ha intenzione di continuare su questa linea. ” Le azioni giudiziarie contro il movimento No Tav sono più simili a quelle di regimi dittatoriali che a quelle di una democrazia”. Impugnano la valutazione della corte dei conti europei del 2020 per chiedere al premier, da sempre europeista “se intende ignorare un’istituzione che ha definito l’opera inutile e dannosa”. Chiedono anche conto della relazione costi benefici. I manifestanti definiscono la Tav un “accanimento” da parte di un governo che ha dichiarato la sua missione ambientalista con il ministero della transizione economica. In questo quadro si inserisce anche il cantiere dell’Autoporto di San Didero, secondo cantiere aperto in valle da parte di Telt la societa incaricata della realizzazione dell’opera, e nuova area di contestazione per i No Tav criticata anche dagli amministratori locali della zona. “In un momento di crisi sanitaria ed economica di queste  proporzioni come è possibile che si spendano 54 milioni di euro per un’opera di questo tipo? Come è possibile che la prima opera accessoria di un raddoppio ferroviario sia alla fine un autoporto che favorisce il trasporto su gomma?”, chiede il movimento interrogando Draghi.

(ansa)

L’ultima tranche del questionario rivolto a Draghi riguarda i costi dell’opera sbilanciati a sfavore dell’Italia. “Ogni chilometro italiano del tunnel di base costerebbe all’Italia ben 280 milioni di euro mentre ogni chilometro francese del tunnel costerebbe alla Francia solo 60 milioni di euro. Anche a questo governo non sembra anomalo questa ripartizione?”, dicono i No Tav che chiedono di dirottare quelle risorse per risanare le infrastrutture della valle, a partire dalla sanità.  

“È infine noto – concludono – che in caso di abbandono del progetto da parte dell’Italia e della Francia non vi saranno penali europee. Per quale ragione questo governo intende ignorare la volontà della cittadinanza, delle amministrazioni locali, dei sindaci delle città italiane e francesi coinvolte?”. Il documento è firmato “Rete No Tav Roma”

Idrogeno e ferrovie (ma non la Tav). Ecco Torino nel Recovery di Draghi

https://torino.corriere.it/politica/21_aprile_23/torino0203-documentoa-7b730c9a-a46a-11eb-a7d3-6cda844bb148.shtml

La tratta nazionale dell’Alta velocità non è citata nel documento. Entrano invece la linea per Caselle, treni merci e piste ciclabili

Idrogeno e ferrovie (ma non la Tav). Ecco Torino nel Recovery di Draghi

C’è la ferrovia per l’aeroporto, la Torino-Caselle-Ceres. Ma anche l’ammodernamento della Canavesana. E poi il potenziamento della linea per i treni merci con Genova. E piste ciclabili, fondi per il dissesto idrogeologico e la pulizia del fiume Po, stazioni di ricarica a idrogeno per rendere puliti i collegamenti autostradali verso il Nord Est. Ecco Torino nell’ultima bozza del «piano nazionale per la ripresa e la resilienza», il cosiddetto «Recovery plan», in discussione in queste ore a Roma prima dell’approvazione definitiva del consiglio dei ministri.

Grande assente, invece è l’alta velocità torinese: non il tunnel di base del Moncenisio, ma la tratta nazionale dal costo di circa 750 milioni che — quando verrà ultimato — dovrebbe collegare il tunnel, appunto, a Torino e al resto della rete ferroviaria. Non ce n’è traccia, mentre l’esecutivo di Mario Draghi si è concentrato su altre linee ad alta velocità verso il sud d’Italia: Napoli-Bari, Palermo-Catania-Messina e i primi lotti delle direttrici Salerno-Reggio Calabria e Taranto-Potenza Battipaglia. «In commissione trasporti — fa sapere la deputata della Lega, Elena Maccanti — abbiamo chiesto intanto al ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, di inserire la tratta italiana nell’elenco delle opere strategiche da commissariare ai sensi del decreto “Sblocca cantieri”».

Torino trova spazio tuttavia quando si tratta del rafforzamento delle linee per le merci con la Liguria: «L’intervento permetterà il transito di treni con lunghezza fino a 750 metri. Al completamento dell’intero progetto — si legge nella bozza del piano di ripresa e resilienza —, i tempi di percorrenza saranno quasi dimezzati sia sulla tratta Genova-Milano che sulla tratta Genova-Torino».

«Un’enfasi particolare», così dice il documento, viene riservata piuttosto alle ferrovie regionali per interventi di adeguamento, elettrificazione e potenziamento. In questo capitolo il capoluogo piemontese viene citato due volte: la prima nel caso della Canavesana, la storica ferrovia che collega Pont, Rivarolo e Chieri, di recente passata dalle mani di Gtt a quelle di Trenitalia; la seconda, nel caso della Torino-Ceres, linea che servirà a ripristinare il collegamento con l’aeroporto di Caselle grazie al nuovo tunnel ferroviario sotto corso Grosseto — già realizzato e finanziato — la cui apertura è prevista nel 2023. Un’opera, questa, che in un primo tempo non era stata inserita nel piano, redatto anche sulla base dei progetti segnalati le Ferrovie dello Stato, ma che adesso potrà essere al centro di ulteriori investimenti per rendere il collegamento più efficace.

Capitolo trasporti ecosostenibili. Oltre agli interventi destinati alle piste ciclabili e alle altre infrastrutture per la mobilità alternativa destinati alle città, Torino compare poi come uno dei due nodi, con Trieste, della rete di stazioni di ricarica a idrogeno immaginata lungo le direttrici autostradali. «Attraverso questi investimenti — si legge nella bozza del piano per la ripresa — sarà possibile sviluppare circa 40 stazioni di rifornimento, dando priorità alle aree strategiche per i trasporti stradali pesanti quali le zone prossime a terminal interni e le rotte più densamente attraversate da camion a lungo raggio».

23 aprile 2021 | 21:34

18/04 – conferenza stampa: lacrimogeni ad altezza uomo, ferita grave un’attivista No Tav

https://www.notav.info/post/18-04-conferenza-stampa-lacrimogeni-ad-altezza-uomo-ferita-grave-unattivista-no-tav/

post — 18 Aprile 2021 at 15:30

18/04 – conferenza stampa: lacrimogeni ad altezza uomo, ferita grave un’attivista No Tav

VEDI ANCHE: AGGIORNAMENTO 19/04 SU CONDIZIONI DI SALUTE DI GIOVANNA

Si è svolta questa mattina alle 12,30, al Centro Polivalente di San Didero, la conferenza stampa del Movimento No Tav per denunciare e fare chiarezza sui gravi fatti accaduti ieri sera a seguito della meravigliosa giornata di lotta e del lungo e partecipatissimo corteo che ha attraversato i paesi della Valle da San Didero a San Giorio.

Il movimento No Tav, infatti, ha poi concluso la giornata di mobilitazione di ieri, con un saluto ai presidianti che ormai da giorni resistono sul tetto del presidio all’interno delle recinzioni.

Le forze dell’ordine hanno avuto una reazione spropositata a questo atto di solidarietà del Movimento, scatenando un fitto lancio di lacrimogeni ad altezza uomo colpendo una ragazza in pieno volto.

Questa generosa donna è una valsusina acquisita fin dagli albori del Movimento No Tav. Infatti, è sempre stata  presente dal 2005 in poi con sua figlia, ha anche vissuto in Valsusa per qualche tempo e in ogni occasione possibile è sempre pronta a sostenere la lotta No Tav.

Giovanna attualmente si trova all’ospedale Molinette con due emorragie celebrali e plurime fratture al volto. Ha inoltre subito pressioni da un’operatrice nonostante lo stato fortemente provato per le lesioni subite e l’estrema situazione di fragilità, colpevolizzandola per il fatto di essere stata ferita nell’ambito di una iniziativa del movimento no tav violando quel patto di sicurezza e protezione che si dovrebbero trovare in una condizione normale nel momento in cui si varcano le porte dell’ospedale. E’ notizia di questa mattina, inoltre, che la polizia è andata alle Molinette entrando nella stanza di Giovanna cercando di interrogarla contrariamente a quanto definiscono le norme anti-covid che vietano l’entrata di esterni, compresi i parenti, in ospedale.

Presente alla conferenza anche Loredana Bellone, consigliere comunale di San Didero, che ha sottolineato come l’occupazione militare del territorio del proprio Comune, sia un fatto molto grave e come sia inaccettabile che le forze di polizia non permettano il normale svolgimento della vita quotidiana del paese. Ha inoltre denunciato il comportamento ignobile delle forze dell’ordine che hanno causato il grave ferimento di Giovanna.

Troviamo inaccettabile questo comportamento così come troviamo inaccettabile la scelta di violenza praticata e perpetrata dalle forze dell’ordine ogni volta che la popolazione valsusina decide di opporsi ai cantieri dell’alta velocità.

Da lunedì cittadini e amministratori sono in mobilitazione opponendosi alle operazioni propedeutiche alla costruzione di un nuovo autoporto, cantiere collaterale del progetto, ormai monco, della Torino- Lyone. Quello che si trovano di fronte sono forze militari che si muovono nella notte, spropositate per numero e violenza, accompagnate da idranti e gas lacrimogeni lanciati ad altezza uomo.

Ieri sera si è sfiorata una tragedia che possiamo definire annunciata.

Perchè purtroppo queste modalità le abbiamo già incontrate negli anni passati quando già in altre occasioni il lancio di lacrimogeni ad altezza uomo, ha causato diversi ferimenti gravi quali ad esempio la perdita di un occhio, svariate fratture al volto e alla testa. Lo diciamo infatti da anni, è inaccettabile che le forze di polizia, in uno stato democratico, violino ogni convenzione dei diritti umani partendo dalla privazione del diritto di manifestazione arrivando a sparare ad altezza uomo lacrimogeni al CS che ricordiamo essere vietati dalla convenzione di Ginevra.

Val Susa, i sindaci contestano il nuovo autoporto: “Opera inutile da 47 milioni di euro”. “Siamo sotto assedio, servono vaccini non poliziotti”

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CRONACA – 18 APRILE 2021

 “Siamo sotto assedio. Vorremmo vedere arrivare i vaccini e non le forze dell’ordine”. Lo chiedono i sindaci e gli amministratori di San Didero e Bruzolo, i due comuni della Val di Susa dove nella notte tra lunedì e martedì sono partiti i lavori per la costruzione del nuovo autoporto.

“Un’opera accessoria alla Torino-Lione – spiega l’ingegnere Alberto Poggio, membro della commissione tecnica dell’Unione Montana Valle Susa – che serve per sostituire l’area già esistente a Susa la quale dovrà essere smontata per lasciare spazio ad altri cantieri del progetto. Non ne abbiamo bisogno anche perché poco distante da qui a 30 km, abbiamo un altro interporto esistente”.

Un’opera da 47 milioni di euro. “Di cui oltre il 10% per la sola sicurezza” spiega il vice sindaco di San Didero Alberto Lorusso che si dimostra preoccupato anche per il terreno su cui sarà costruito: “Questi terreni nel 2003 erano stati sequestrati dalla Procura poiché erano erano stati rinvenuti dei fusti inquinanti. La nostra grande preoccupazione è capire cosa verrà fuori quando scaveranno”.

Il promotore pubblico incaricato di costruire la grande opera, Telt, assicura che il progetto minimizzerà l’uso delle superfici forestali sul territorio. Ma in questi giorni anche Legambiente Piemonte si è esposta criticando il progetto. E a far preoccupare gli abitanti della Valle è anche la “militarizzazione del territorio”. Oggi il mercato comunale ha dovuto traslocare perché il piazzale dove si teneva è a ridosso del cantiere. “Questo cantiere arriva dieci anni dopo quello di Chiomonte – conclude l’ingegner Poggio – la Torino-Lione è un’opera che è in ritardo, non è stato costruito nemmeno un metro di ferrovia, è già vecchia, creerà dieci milioni di tonnellate di Co2 e il danno climatico sarà compensato soltanto alla fine del secolo”. Per questo i sindaci insieme al movimento No Tav chiedono di fermarla e di investire in altro: “scuole, sanità e messa in sicurezza del territorio”.