Le risorse mentre si dedicano ai lavori che gli italiani non vogliono fare aggrediscono, sparano, accerchiano dei giornalisti, MA LA POLITICA NON CHIEDE MOBILITAZIONE come per 4 pericolosi skinheads che hanno commesso il gravissimo reato di “obbligare all’ascolto”, mafia capitale non gradisce intromissioni.
La capocciata di Roberto Spada ad un giornalista (per altro lavorava in nero) ha indignato (giustamente) tutto il mondo talmente politically correct che non si è “accorto” dell’accerchiamento ed aggressione fisica con tanto di spari ai danni della troupe di Striscia la Notizia.
Minniti in relazione al caso Spada/giornalista di Nemo disse: Minniti: il fermo di Spada dimostra che in Italia non ci sono zone franche
SICURO MINISTRO NON ELETTO?
Striscia la notizia, Brumotti e la troupe aggrediti da 30 spacciatori a Padova: contro di loro sputi e schiaffi
Brumotti aggredito per la terza volta. A Roma spari e minacce
L’inviato di ‘Striscia la Notizia’ era nel quartiere San Basilio, dove lo spaccio è sotto gli occhi di tutti. Un uomo ha lanciato un mattone e ferito un collaboratore. Uditi colpi di pistola
VIDEO Aggressione violenta alla troupe di striscia
Vittorio Brumotti e la sua troupe sono stati aggrediti e sono stati anche derubati di due videocamere. Prima dell’aggressione e dei furti, uno spacciatore al quale si è rivolto Vittorio Brumotti, oltre alla droga, ha cercato di vendergli anche delle armi, per la precisione pistole e kalashnikov. tratto da FONTE
Nuova aggressione al Parco della Montagnola di Bologna, dopo quella del 15 novembre scorso, per la troupe di Striscia La Notizia guidata dall’inviato Vittorio Brumotti, inseguita e spintonata da un gruppetto di spacciatori, che non hanno gradito la nuova «intrusione» in un territorio che ha seri problemi di degrado e microcriminalità. Per la verità è la terza aggressione in due settimane per il giornalista e i suoi cameraman: la sera del 22 novembre era stato assaltato a Padova, anche là durante la registrazione di un servizio sullo spaccio di stupefacenti in una zona calda, l’area antistante la stazione ferroviaria.
Il 15 novembre la troupe era entrata al buio del Parco per documentare lo spaccio nella Montagnola e Brumotti si era finto potenziale acquirente. A un certo punto l’inviato del programma televisivo satirico aveva svelato la sua identità tirando fuori un megafono per denunciare l’accaduto, e fu affrontato, insieme ai cameraman, da un gruppo di stranieri che strapparono le telecamere. Stasera fatto analogo durante un nuovo servizio sullo spaccio di droga nel Parco costruito sull’ottocentesca discarica cittadina (da cui il nome Montagnola), adiacente alla centrale Piazza 8 Agosto che celebra la cacciata degli austriaci.
Questa volta un gruppetto meno nutrito di giovani li ha raggiunti. Ci sarebbero stati contatti, più che altro il giornalista e i teleoperatori sarebbero stati spintonati, una telecamera sarebbe rimasta danneggiata, ma non ci sarebbe stata la rapina degli strumenti televisivi. Uno degli aggressori sarebbe già stato identificato. Nel parco, poco lontano dalla stazione ferroviaria e da Piazza Maggiore, da tempo è presente, ed è al centro del dibattito cittadino, il problema della presenza di spacciatori, soprattutto cittadini centrafricani, molti senza fissa dimora.
Brumotti voleva documentare lo stato in cui versa la Montagnola gridando agli spacciatori di vergognarsi di quello che stavano facendo a pochi passi da una scuola, l’asilo ‘Giaccaglia Betti’. Quella volta l’aggressione fu dura. Nella notte scattò una retata dei carabinieri portò all’arresto per spaccio di diversi africani, anche nei giorni successivi. Ci furono reazioni durissime, oltre al sindaco Virginio Merola, quella del leader della Lega Nord Matteo Salvini, sempre molto sensibile a quello che succede a Bologna. «Non vedo l’ora, una volta al governo – disse – di dare una bella ripulita a tutta l’Italia. Attendo arresti e manifestazioni, come a Ostia». La nuova visita a Bologna, da quanto si comprende, è stata dettata dalla voglia di vedere se l’operazione pulizia avesse dato i suoi frutti. A sue spese, Brumotti ha verificato che non è così.
Mercoledì 29 Novembre 2017
Striscia, Brumotti picchiato di nuovo a Padova. “Troupe accerchiata dagli spacciatori”
Vittorio Brumotti, l’inviato sul territorio di Striscia la notizia, è stato nuovamente aggredito, ieri sera, durante la registrazione di un servizio sullo spaccio di stupefacenti in un zona calda di Padova, l’area antistante la stazione ferroviaria. La troupe di Striscia è stata accerchiata da un gruppo di spacciatori, una trentina – secondo gli autori della trasmissione – che ha poi aggredito Brumotti e i suoi operatori con sputi e schiaffi e il lancio di una bottiglia. Questo episodio si verifica a pochi giorni di distanza dall’aggressione, sempre a Vittorio Brumotti e alla sua troupe, avvenuta nel parco della Montagnola di Bologna dove si era recato per un servizio sullo spaccio di stupefacenti.
Brumotti di Striscia va a San Basilio e i pusher sparano
Colpi di pistola durante il servizio tv, il cameraman colpito da un mattone
2 Dicembre 2017
Due colpi di pistola, il lancio di un mattone che ha ferito un cameraman e minacce di morte contro Vittorio Brumotti e la sua troupe. L’aggressione è avvenuta oggi pomeriggio a Roma durante un’inchiesta sulla droga. Terza tappa dell’inchiesta, dopo Bologna e Padova, e terza aggressione. Solo che stavolta c’è chi ha usato la pistola.
L’inviato di Striscia la notizia si trovava nel quartiere San Basilio (via Carlo Tranfo, angolo con via Luigi Gigliotti) per documentare lo spaccio di sostanze stupefacenti che avviene alla luce del sole. Avvicinati con la proposta di vendergli cocaina e altre droghe, Brumotti ha iniziato la sua campagna contro lo spaccio usando il megafono. Immediatamente da un blocco di case popolari si sono levate urla di insulti e minacce. Verso le 16.15, sceso dal suo furgone, Brumotti ha sentito due colpi di arma da fuoco. Una persona in passamontagna ha corso verso di lui e la sua troupe lanciando un mattone che ha ferito a una gamba uno dei cameraman. L’inviato e la troupe sono saltati sul furgone allontanandosi di corsa dal quartiere.