NATO MEDIAS BETWEEN HATE AND FASCINATION FOR PUTIN

Luc MICHEL / In Brief /

with LLB – The Time – The Economist – The Financial Time – PCN-SPO / 2014 02 15 /

A dive in the russophobia, the media lies and manipulation of History …

LM.NET - EN BREF poutine fascination (2014 02 14) ENGL (1)

NATO Media hate Putin. But the Russian President fascinates them.

From the ruins of the destruction of the USSR – “the greatest geopolitical catastrophe of the twentieth century,” he said – he restored the Russian State auctioned by Yeltsin and the oligarchs.

He is the only real bulwark against the Yankee worldwide dictatorship.

His Eurasiatic ‘Second Europe’ is the alternative, the only one, in Eurasia and the Mediterranean.

Yes a man can change History …

 RUSSOPHOBIA WITHOUT A HISTORICAL PERSPECTIVE

Ironically – and unintentionally homage of media vice to state virtue – La Libre Belgique (Brussels ) attacks Putin on the Sochi Olympics, showcase of Russian power . Confusing auctioned Russia of the Yeltsin years , those of rapacious oligarchs and thieves , as Khodorovski whom the Western media made ​​a hero, the editor of the daily of Brussels , Russophobic arrogant creature, evokes  “pharaonic works whose price clashes disproportionately with the poverty of the local population “( sic) .

And without historical culture , compares Putin to Hitler and the Berlin games in 1936 : “It is not the first time , unfortunately, the Olympic festival serves to legitimize a dictatorship (…) To tell the truth ( resic ! ), this has happened only once : in Berlin in 1936 … ”

He forgets that Putin is heir to the Stalinist Soviet state that defeated Hitler. And he closes his eyes over filthy indulgences of Brussels and NATO media on the neo-Nazis of the Kiev ‘Maidan’ serving so well the Westerners. Anti-Russians as this editor , “democrats” ( resic ) displaying huge posters of Hitler in the middle of Kiev!

LM.NET - EN BREF poutine fascination (2014 02 14) ENGL (2)

CALLS TO OVERTHROW PUTIN

While La Libre Belgique (Brussels) or Libération (Paris) headlines are on the “games of the Tsar” – note the similarity of propaganda -, the Financial Times (3 February 2014), calls to overthrow Putin: “If Ukrainians knock over the man of Kiev, the Russians might ask why they should not do the same with the man of the Kremlin”.

Same theme – the famous language elements – for The Economist. Under the ironic title “The triumph of Vladimir Putin,” The Economist, another daily of finance, announced the “ruin” of Russia (sic) and added in the same tone that  “It is not just that without it (Ukraine), his vaunted Eurasian Union —a sort of Soviet Union-lite— would lose its point: it is also that, if Ukrainians succeed in rejecting the Putin-Yanukovych model, and set their country back on a democratic European path, they might inspire Russians to do the same”.

Luc MICHEL

http://www.lucmichel.net/2014/02/14/lucmichel-net-nato-medias-between-hate-and-fascination-for-putin/

French version on :

http://www.lucmichel.net/2014/02/13/lucmichel-net-les-medias-de-lotan-entre-haine-et-fascination-pour-poutine/

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Luc MICHEL /

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Zyuganov a proposito della nuova realtà olimpica di Soci: “Dobbiamo pensare ai bambini“.

quando i comunisti sono seri, stanno dalla parte dei più deboli e non cantano bella ciao come vittoria PER LE BANCHE
 
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“Siamo appena tornati dalle Olimpiadi di Sochi – ha dichiarato  Gennady Zyuganov. I Giochi Olimpici sono un fenomeno unico nella vita di tutta l’umanità. Le persone hanno da tempo riconosciuto che è meglio  competere sui campi da gioco all’idea di combattere con le armi.
“Voglio congratularmi con i nostri primi campioni. Tutti coloro che hanno gareggiato con successo. E coloro che si stanno preparando in modo serrato per la prossima gara – ha continuato il leader del Partito Comunista. Le Olimpiadi hanno rivelato un  grande spirito di squadra e il desiderio di vivere lo sport in pace ed amicizia”.
Il Leader comunista russo ha elogiato i risultati della sport di squadra russa di pattinaggio. “Il nostro team di skaters ha ottenuto un risultato brillante. Il pattinaggio è diventato il centro dell’attenzione non solo per i fan russi, ma per l’intero pianeta. Tre anni fa, nelle competizioni di pattinaggio di figura è stata una semi debacle. Voglio ringraziare i nostri allenatori, che sono stati in grado di Recuperare la tradizione sovietica di preparazione tecnica di pattinaggio”.
Secondo GA Zyuganov, il pattinatore Evgeni Plushenko alle Olimpiadi è stato protagonista di un’autentica  prodezza atletica. “ho sempre sostenuto  Zhenya Plushenko. Questo è l’eroe del nostro tempo. Come il pilota leggendario Alexei Maresiev lui stesso ricostruito completamente dopo una grande operazione sulla colonna vertebrale, e ora mostra la più alta abilità e la dignità, con una brillante forma e un raro coraggio “- ha dichiarato il leader del Partito Comunista.
“La pattinatrice quindicenne Yulia Lipnitskaya è il nostro gioiello sportivo. Sono sicuro che avrà un futuro unico. Bella forma atletica. Tranquillità Rare. Doti rare per una ragazza della sua età, questo è il prologo di un futuro di successi”, previsione di GA Zyuganov.
Il leader del Partito Comunista ha dichiarato che in epoca sovietica lo sport degli juniores era più preso in considerazione. Ha ricordato altresì di come alla vigilia delle olimpiadi si sia cercato di trovare dei difetti nella preparazione sportiva di epoca sovietica. Nonostante ciò sappiamo che alcune realtà tra cui la Cina hanno comunque ripreso elementi significativi del passato sportivo sovietico, ha dichiarato GA Zyuganov.
“E’ disdicevole la nostra prestazione nella disciplina del Biathlon. Il quattro volte campione olimpico biathleta Alexander Tikhonov in quasi 20 anni ha ottenuto ottimi risultati. Dobbiamo rifondare la struttura che ci portò ottimi risultati in questo sport“.
“Siamo già interessati a capire come verrà utilizzata la struttura olimpionica che verrà lasciata dopo le competizioni, speriamo che venga lasciata per lo sviluppo delle competizioni juniores e per la creazione di un centro  sportivo “Artek -2” – ha dichiarato  Gennady Zyuganov.
“Il fatto che questa struttura venga data per le competizioni juniores, verrà visto questo gesto come un grande dono”- ha dichiarato il leader del Partito Comunista.
“Questa struttura verrebbe affiancata alle scuole già presenti sviluppando una sinergia tra cultura e sport facendo crescere sotto ogni aspetto le nuove generazioni”, GA Zyuganov.
“Vorrei ricordare che Sochi fu trasformata in tre differenti passaggi. Negli anni 30 Stalin ha costruito là le sedi governative locali e poi ospedali. In poco tempo furono innaugurati e resi funzionanti diversi reparti chiamati: “Sochi“, ”Il minatore“, “Frunze“. Ogni cittadino sovietico poteva essere curato in questi reparti“, ricorda Zyuganov.
“Poi ci fu un secondo passaggio, negli anni sessanta. In quel periodo, venne assicurata una struttura ampia per la riabilitazione. Queste strutture furono fortemente volute da Brezhnev e Kossyghin”- ha dichiarato GA Zyuganov.
“E ora, con la creazione di una nuova base olimpica, dobbiamo pensare ai bambini. Una nuova generazione. Oggi, le malattie infantili, come la tubercolosi negli stessi bambini si sviluppano a macchia d’olio. Su useremo questa struttura per curare e prevenire nuove malattie rafforzeremo lo spirito patriottico e daremo un futuro migliore anche ai più piccoli. Mi auguro che la Russia ottenga presto una nuova vittoria.“
 
Traduzione a cura di Dario Daniele Raffo

I GIOCHI DI SOCHI: E’ LA POLITICA, NON LO SPORT, LA COSA CHE CONTA PER I MEDIA OCCIDENTALI

in Italia ai tempi di Torino 2006 han fatto due maroni su tutto quello che riguardava l’evento, in senso solo POSITIVO.
Per Sochi tutto è negativo. La coerenza dei media servi è sublime….
All’indomani degli attentati dell’11 settembre eravamo tutti americani, all’indomani degli attentati di Volvograd nessuno è russo.

Postato il Sabato, 08 febbraio
DI FINIAN CUNNINGHAM
strategic-culture.org

I Giochi Olimpici Invernali di Sochi si aprono con una raffica di superlativi. Sono i giochi più costosi a tutt’ oggi – ad un costo di 50 miliardi dollari; sono le prime Olimpiadi Invernali ad essere ospitate dalla Russia, e la staffetta ufficiale della torcia olimpica è la più lunga della storia, coprendo oltre 40.000 miglia (65000 Km) e coinvolgendo la partecipazione di circa 14.000 tedofori .

Un altro superlativo è che nessun altro evento sportivo ha attirato tanta copertura mediatica lercia e negativa, proveniente in gran parte dalle agenzie di stampa occidentali asservite…

Nelle ultime settimane, i media occidentali hanno cercato di mettere in evidenza ogni sorta di presunti problemi che attendono i Giochi di Sochi, problemi che vanno dal cupo e serioso al sublimemente ridicolo.
Questa settimana, prima dell’ apertura ufficiale dei Giochi, sotto gli auspici del presidente Russo Vladimir Putin , i media occidentali han riportato gli avvertimenti che il governo americano stava dando alle compagnie aeree dirette verso le località turistiche del Mar Nero sul rischio di bombe nascoste dai terroristi in tubetti di dentifricio .
Una nave da guerra statunitense è entrata nelle acque del Mar Nero , senza alcuna spiegazione ufficiale, con una seconda unità missilistica in arrivo. Le forze speciali USA e Francesi hanno anche detto di avere piani di emergenza pronti per evacuare i loro cittadini in caso di attacco terroristico .

Solo a poche settimane dal doppio attentato letale in Volgograd – circa 600 km da Sochi – che ha ucciso più di 30 persone , la minaccia di un attacco terrorista sui Giochi è abbastanza reale . Circa 40.000 uomini tra esercito e polizia russa sono stati dispiegati dentro ed intorno a Sochi per garantire la sicurezza . Tuttavia, vi è più di un suggerimento che i media occidentali e fonti governative stiano giocando a soffiar sul fuoco della minaccia in un modo da aggiungerulteriore ansia su visitatori e squadre partecipanti , piuttosto che alleviare la paura .

Ci sono state anche numerose notizie dei media occidentali e pezzi cosiddetti investigativi circa la presunta corruzione tra i funzionari russi addetti alla costruzione degli impianti olimpici, articoli e programmi televisivi su presunti problemi di inquinamento dovuto ad opere d’ ingegneria scadente ; sulle famiglie sfollate dalle loro case per far posto a stadi e infrastrutture , su alloggi ultra-mederni per gli atleti provenienti da oltre 80 paesi che hanno già carenze idrauliche che erogano acqua contaminata. La lista potrebbe continuare all’infinito .
Poi c’è la questione dei « diritti degli omosessuali » messa in risalto dal Guardian britannico che ha pubblicato un lungo articolo alla vigilia dell’apertura dei Giochi, insieme a una lettera aperta firmata da più di 200 autori e attivisti internazionali, che sostenevano che la nuova legge dell’anno scorso che vieta la letteratura omosessuale è una «violazione della libertà di parola.

Il problema è stato amplificato dal Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki -Moon, che frequenta la cerimonia di apertura. La sventurata figura capo delle Nazioni Unite, che segue pedissequamente gli ordini politici da Washington su ogni questione , dalla Siria alla Corea del Nord, dall’Iran all’Afghanistan, ha invitato il Comitato olimpico internazionale a «difendere i diritti di gay e lesbiche».

La questione del cosiddetto genere sessuale è quella cui il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e pochi altri leader occidentali hanno deciso di dare spicco e in effetti, boicottare i Giochi di Sochi, in quello che è visto da molti osservatori come un affronto senza precedenti per la Russia.
Però è stato il nuovo articolo del NY Times – pure alla vigilia dell’apertura dei Giochi – sulla storia dei cani randagi in Sochi che ha dato via l’agenda politica della copertura dei media occidentali. Infatti le prime tre notizie estere del NY Times erano una sui jihadisti egiziani, l’altra sui problemi politici in Ucraina e, non sto scherzando, la « Corsa per salvare i cani randagi di Sochi».

In più di 1.100 parole , il cosiddetto “giornale dei record” d’America ha descritto in dettagli strazianti come centinaia di animali randagi nell’area di Sochi sono stati messi « di fronte a una condanna a morte prima dell’inzio delle Olimpiadi invernal». L’articolo sosteneva che i cani senza padrone erano in fila per « l’abbattimento sistematico » da parte di sterminatori «assunti dal governo ». Commosso dal linguaggio stucchevole a base di «teneri cuccioli uggiolanti» che balzano fino a leccare il viso dei lavoratori del canile, il lettore avrebbe potuto essere compreso se pensava che il servizio segreto russo, l’FSB, aveva assunto sicari per condurre un pogrom terribile contro i cani di Sochi .

Il New York Times ha affermato che la questione del controllo canino a Sochi «ha gettato un’ombra raccapricciante sulla tradizionalmente allegra atmosfera dei Giochi» e che «ha anche nettamente sminuito l’immagine di un’amichevole , accogliente Russia che il presidente Vladimir V. Putin ha cercato di coltivare negli ultimi mesi . »

Tanto per parlare di un articolo…da cani! Altro che Premio Pulitzer , questa storia merita il Premio Pull -the other-one (gioco di parole su Pulitzer, = “Tirane fuori un’altra, di balla” NdT ).
Leggendo l’articolo uno quasi si aspettava di sentire come i cani , se non fatti fuori per iniezione letale , fossero stati ammassati sui treni per essere trasportati ai gulag in Siberia .

In un altro angolo del mondo dei Media stava seminascosta – tranne per una frazione dei media occidentali – la storia assai più crudele di Susan Basso , l’americana prigioniera nel braccio della morte che è stato giustiziato lo stesso giorno della settimana , nello stato del Texas. La Basso è stato messo a morte con iniezione letale . Era il prigioniero 510 – e la quinta donna – ad esser stata soppressa legalmente dallo stato del Texas dal 1976. La sua esecuzione è avvenuta solo tre settimane dopo lo scandalo di un altro americano prigioniero nel braccio della morte, giustiziato anche mediante iniezione letale e la cui morte agonizzante che ha preso 26 minuti perché i farmaci somministrati sono stati un cocktail sperimentale a causa della carenza dell’anestetico ufficiale, il Fenobarbital .

Tuttavia, con priorità davvero pervertita, il New York Times ha deciso di coprire il « temuto » sterminio di cani randagi a Sochi, piuttosto che il destino infame della sig.ra Basso , e ciò che la sua uccisione legalizzata dice sulla società americana d’oggi .
Le priorità invertite e patetiche dei media occidentali nella loro copertura a saturazione negativa delle Olimpiadi invernali di Russia indica chiaramente un ordine del giorno politico teleguidato , che non è un ordine del giorno sulla base del valore giornalistico oggettivo. Ovvero, in altre parole, i media occidentali stanno servendo come agenti di propaganda con l’obiettivo evidente di minare le autorità russe. Questo per quanto riguarda il giornalismo occidentale cosiddetto indipendente e di libero pensiero, alla faccio dello spirito olimpico .

Non è un caso che l’ isterica campagna dei media occidentali su Sochi sia a stretto contatto con le interferenze politiche Occidentali negli affari interni dell’Ucraina. Ad ogni piè sospinto negli ultimi tre mesi da quando il governo ucraino ha respinto un accordo commerciale dell’Unione Europea , le capitali occidentali hanno cercato di infiammare i problemi politici interni nel paese e tra esso e il suo vicino Russo .

I leader politici ed i media occidentali son calati in massa sull’Ucraina ad aizzare e pungolare i manifestanti pro – UE , anche se questi ultimi si sono comportati come rivoltosi violenti, con atti vandalici contro la proprietà pubblica e violenze sui poliziotti, niente affatto come dissidenti pacifici per i diritti costituzionali . Questa settimana , abbiamo visto il vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden telefonare al presidente ucraino Viktor Yanukovich dicendogli di « prendere misure immediate per arrivare ad un compromesso», abbiamo visto anche il capo della politica estera UE Catherine Ashton arrivare nella capitale ucraina di Kiev per agire come un non-invitato ” mediatore politico » , e ancora una volta l’assistente segretario di Stato americano, Victoria Nuland, è volato laggiù per aizzare le folle in piazza Maidan a Kiev.
La copertura mediatica negativa e implacabile dell’occidente nel corso dei Giochi di Sochi non è motivata dalla presunta preoccupazione apparente sollevatea, che sia i diritti gay, i diritti degli animali,l’ impianto idraulico difettoso o la Torcia Olimpica che si spenge . E’ invece tutto parte di un’agenda politica di interferenza a bassa intensità negli affari ucraini e russi . Questa agenda è consonante con il più ampio strisciante disegno di aggressione militare degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO contro Mosca, dalla espansione dei sistemi missilistici intorno al confine Russo, al sostegno segreto per gli estremisti del Caucaso affinchè compiano atti di terrorismo.

Ma ciò che è irritante è che le presuntuose agenzie di stampa occidentali, con grandiosi blasoni su se’ stessi come il New York Times , la BBC , France 24 , chiamano questa razza di informazioni « giornalismo » – quando in realtà non è altro che propaganda sponsorizzata dal loro governo.
Dice che non si deve mescolare lo sport con la politica. Ma secondo il punto di vista dei media occidentali e dei loro governi, Sochi è evidentemente tutto un fatto di politica e molto poco di sport.

Finian Cunningham

Fonte: www.strategic-culture.org

Link: http://www.strategic-culture.org/news/2014/02/07/sochi-games-politics-not-sport-tops-western-media-agenda.html

Traduzione per www.comedochisciotte.org a cura di FENGTOFU
http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=12910&mode=&order=0&thold=0

Giochi olimpici e meno olimpici

di Tao il Sabato, 08 febbraio
 
Cominciano i giochi olimpici di Soci. Ma nello spazio tra il Caucaso e il Mar Nero si giocherà una partita ben più vasta è diversa da quella delle gare. È in corso – attorno alla Russia e dentro la Russia – qualcosa di molto simile a una guerra. Non la si può chiamare Nuova Guerra Fredda, perché le cose si presentano oggi in altra forma e con altri giocatori. Ma viene da pensare alle Olimpiadi di Mosca del 1980.
Anche allora l’Occidente si divise. L’intervento sovietico in Afghanistan , iniziato nel dicembre dell’anno precedente, aveva fatto scattare le ritorsioni.Washington fu assente, insieme ad alcuni altri paesi. L’Italia ci andò, come quasi tutti gli europei, dopo molte esitazioni e in mezzo a forti pressioni.
 
Oggi il premier Letta assisterà all’apertura, ma non ci saranno molti leaders europei: quelli che sono stati protagonisti delle guerre di Libia e di Siria, per esempio. E quelli che hanno agito in Ucraina.
Nel 1980 non c’era il terrorismo nell’Unione Sovietica. La Cecenia era una repubblica di cui nessuno conosceva l’esistenza. E la fine dell’URSS non era nemmeno lontanamente immaginabile, mentre al Cremlino sedeva un cenacolo di quasi ottuagenari che aveva in gestione la “parità strategica” tra Oriente e Occidente. L’astro cinese non era ancora salito sull’orizzonte e il suo capo di governo si chiamava Hua Guofeng, altrettanto relativamente poco rilevante – agli occhi del mondo – di quanto fosse la Cecenia.
 
Eppure è in corso una guerra. Uno dei cui premi in palio – per chi la gioca contro la Russia – è demolire il prestigio di Vladimir Putin. Lui la volle, questa Olimpiade, anche per farsene un trofeo personale, un segno che la Russia era tornata grande e forte. E Soci gli fu regalata perché si pensava, nella capitale dell’Impero, che sarebbe stato possibile “resettare” i rapporti con Mosca, che erano venuti sempre più deteriorandosi.
 
Così l’olimpiade di Soci venne preparata sotto un cielo roseo, e ora si apre sotto un cielo plumbeo. Cosa è successo in questo breve scorcio di tempo lo sappiamo, anche se molti sembrano non avere capito, non avere percepito il grande cambiamento.
 
Vladimir Putin non è più l’amico che ci si augurava sarebbe diventato. E Obama non è più il presidente che si era sperato. Ci sono state due guerre intermedie, Libia e Siria, giocate dall’Occidente. C’è stata, nell’agosto 2008, la fulminea guerra tra Georgia e Russia. L’Europa è in una crisi profonda, ma ha trovato il tempo e il modo di aprire un conflitto nuovo ai suoi immediati confini ad est, innescando i prodromi di una guerra civile in Ucraina.
 
In alcune di queste partite, solo apparentemente secondarie (in Siria e in Ucraina, per esempio) Putin ha giocato mosse magistrali, che non sono piaciute a Washington e a Bruxelles. Ma Putin ha dovuto fronteggiare manifestazioni di massa sulle rive della Moscova, proprio sotto le sue finestre, di gente che non sa in quale paese si trova a vivere e che vuole cambiare aria.
 
È un’opposizione che nasce, inedita, strana, inattesa? Molti, in Occidente, questo hanno sperato e sperano, probabilmente sbagliando i calcoli. Quante volte l’Occidente ha sbagliato i suoi calcoli riguardo alla Russia?
 
E poi ci sono gli sconfitti nella guerra di Cecenia, quella che Eltsin volle e che Putin vinse, con tutta la brutalità di cui è capace la Russia quando decide di essere brutale. Le bombe di Volgogrado sono il rumore e il sangue di una vendetta. Ma quel tritolo viene da lontano. Sappiamo che sultani carichi di minacce e di soldi sono andati fino al soglio di Putin.
 
C’è dunque chi punta a incendiare non più solo la Cecenia, ma tutto il fienile del Caucaso: dal Daghestan, alla Kabardino-Balkaria, all’Ingushetia. C’è il fuoco sotto la cenere del conflitto, non sedato, tra Georgia, da un lato, e Abkhazia e Ossetia del Sud dall’altro. C’è l’Ucraina, che potrebbe precipitare dentro se stessa prima di scivolare in un’Europa incapace di gestirla. Ci sono gli appetiti espansivi della NATO.
 
E c’è, purtroppo, l’illusione in alcuni gruppi dirigenti occidentali, inclusi gli europei, che la Russia di Putin sia ancora quella di Boris Eltsin. Così non è. Se a Soci succederà qualche cosa di sgradevole, o di grave, non sarà senza conseguenze su tutto il quadro, già plumbeo, che stiamo vedendo.
 
Giulietto Chiesa
7.02.2014

Sochi nel mirino dei terroristi, ma qui si discute di wc e gay…

Sochi-2014
Mosca, 5 feb – Se dopo l’11 settembre i giornali di tutto l’Occidente titolavano“siamo tutti americani”, in vista delle Olimpiadi di Sochi l’aria che tira sembra ben diversa. “Siamo tutti anti-russi” è infatti il ritornello dominante alla viglia di quelli che pure sembrano essere i Giochi potenzialmente più pericolosi di sempre. Evidentemente c’è terrorismo e terrorismo, così come ci sono vittime e vittime.
 
XXII Giochi olimpici invernali che inizieranno domani e dureranno fino al 23 febbraio nella cittadina sulle rive del mar Nero sono stati infatti preceduti dagli attentati di fine anno a Volgograd, l’ex Stalingrado, dove sono morte complessivamente 34 persone, mentre oltre cento sono rimaste ferite. Gli stessi gruppi islamisti caucasici autori delle stragi hanno del resto apertamente manifestato la loro intenzione di colpire i Giochi.
 
Eppure, in Occidente, l’arrivo delle Olimpiadi è stato accompagnato da snobismo, ilarità, moralismo, inviti al boicottaggio. Si è parlato più di water, in seguito alla foto della tazza a due posti segnalata dal corrispondente della Bbc a Mosca Steve Rosenberg, che di possibili attacchi suicidi. Per non parlare dell’asfissiante disinformazione sulla norme russe in materia di propaganda gay quando, come facevamo notare recentemente, sulle leggi pesantemente discriminatorie dei ricchi emirati pronti a riversare i loro petrodollari sull’Italia si sorvola allegramente.
 
Si è molto discusso delle spese pazze di Mosca. In effetti, con undici nuove strutture e un costo complessivo di 51 miliardi di dollari, i Giochi di Sochi sono le Olimpiadi più costose di sempre. Perfino più di quelle estive di Pechino 2008 (46,5 miliardi di dollari). Non mancano larghe zone d’ombra, con investimenti folli dalle spese ingiustificate e il sospetto di qualche aiutino agli amici degli amici. Una malapolitica rispetto alla quale noi italiani possiamo sicuramente ergerci a giudici severi, in virtù della trasparenza che da sempre caratterizza il nostro mondo politico-finanziario e con il ricordo ancora fresco della illuminata gestione degli appalti di Italia ’90…
 
Giuliano Lebelli

I Giochi Olimpici di Sochi e la minaccia del terrorismo

FEBBRAIO 7, 2014
Chi c’è dietro i terroristi del Caucaso?
Prof. Michel Chossudovsky Global Research, 6 febbraio 2014
ted-jihad-flagNelle settimane che precedono le Olimpiadi invernali di Sochi, i media occidentali hanno effettuato un dribbling di “articoli seri” esaminanti “la possibilità” di un attentato terroristico per i giochi olimpici. A fine di gennaio, il governo inglese avvertiva “che attentati in Russia (dopo l’attacco a Volgograd di dicembre) molto probabilmente si verificheranno prima o durante le Olimpiadi invernali di Sochi“. (BBC, 27 gennaio 2014). Mentre la torcia olimpica arrivava a Sochi, la CNN pubblicava tempestivamente i risultati di un “autorevole” sondaggio d’opinione (su un campione esiguo di 1000 persone): “il 57% degli statunitensi pensa che un attacco terroristico sia probabile per i  Giochi di Sochi.” In precedenza vi furono notizie sulla misteriosa minaccia terroristica da parte di una cosiddetta “vedova nera” della Cecenia, covo del terrorismo islamico in Russia. Secondo il cosiddetto “esperto di catastrofe” dr. Gordon Woo, un attacco della vedova nera “quasi certamente accadrà”: “Per via delle vicende tra i russi e il popolo ceceno volto a creare l’emirato del Caucaso, Sochi è un obiettivo primario del terrorismo“, ha detto Woo avanzando un serie di moduli catastrofici, tra cui il tracciato di un modello sul rischio terrorismo. (Business Times, UK)
I Giochi di Sochi si svolgono al culmine della crisi mondiale segnata dal confronto tra Stati Uniti e Russia sullo scacchiere geopolitico. A sua volta, le proteste in Ucraina impattano sul controllo geopolitico della Russia sul Mar Nero. Quale sarebbe l’obiettivo politico di fondo di un attacco terroristico? I resoconti dei media sono volti unicamente a creare paura e incertezza provocando imbarazzo politico alle autorità russe? Mentre le TV e i tabloid puntano sulla presunta vedova nera, la questione fondamentale su chi sia dietro i terroristi del Caucaso viene taciuta. Nessuna delle notizie si concentra sulla questione fondamentale necessaria per valutare la minaccia terroristica.
Sia la vicenda di al-Qaida che i recenti eventi in Siria e Libia confermano inequivocabilmente che la rete di al-Qaida sia segretamente supportata dai servizi segreti occidentali.
Storia: chi c’è dietro i terroristi ceceni?
Quali sono le origini storiche dei jihadisti ceceni, che ora presumibilmente minacciano i Giochi di Sochi? Chi c’è dietro di loro? Nel 1990, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti dichiararono una guerra segreta contro la Russia. L’obiettivo era promuovere la secessione della Cecenia, una “regione autonoma rinnegata” della Federazione russa, al crocevia delle rotte  strategiche di oleodotti e gasdotti. Fu un’operazione d’intelligence. I principali capi dei ribelli ceceni, Shamil Basaev e al-Qatab, furono addestrati e indottrinati nei campi allestiti dalla CIA in Afghanistan e Pakistan. Le due principali formazioni jihadiste cecene, affiliate ad al-Qaida, avrebbero avuto 35000 uomini. Furono supportate dall’intelligence militare pakistana (ISI) per conto della CIA, e il finanziamento in Cecenia proveniva dalle missioni wahhabite dell’Arabia Saudita. L’ISI svolse un ruolo chiave nell’organizzare e addestrare l’esercito ribelle in Cecenia: “(Nel 1994) l’Inter Services Intelligence pakistana organizzò intensivi indottrinamento islamico ed addestramento alla guerriglia per Basaev e i suoi fidati luogotenenti, nella provincia di Khost in Afghanistan, presso il campo di Amir Muawia, creato nei primi anni ’80 da CIA e ISI e diretto dal famoso signore della guerra afghano Gulbuddin Hekmatyar. Nel luglio 1994, dopo la promozione ad Amir Muawia, Basaev fu inviato nel campo Markaz-i-Dawar, in Pakistan, per essere addestrato in avanzate tecniche di guerriglia. In Pakistan, Basaev incontrò i vertici militari e d’intelligence pakistani”. (Levon Sevunts, “Who’s Calling The Shots? Chechen conflict finds Islamic roots in Afghanistan and Pakistan”, The Gazette, Montreal, 26 ottobre, 1999). Dopo l’addestramento e l’indottrinamento, Basaev fu posto al comando dell’assalto contro le truppe federali russe nella prima guerra cecena nel 1995. (Vitalij Romanov e Viktor Jadukha, “Il fronte ceceno passa in Kosovo“, Segodnia, Mosca, 23 febbraio 2000)
La geopolitica delle Olimpiadi invernali di Sochi
Le Olimpiadi di Sochi si svolgono nel punto strategico sul Mar Nero, al crocevia di oleodotti e gasdotti russi. La questione sottaciuta (sia in occidente che dal governo russo) rigaurdo la possibilità di un attentato è: chi c’è dietro i terroristi? Mentre gli Stati Uniti sponsorizzavano i ribelli ceceni sconfitti negli anni ’90 dalle forze russe, varie formazioni legate ad al-Qaida, tra cui il “gruppo militante per l’emirato del Caucaso, Imarat Kavkaz (IK)”, rimasero attive nel Caucaso, nel  meridione della Federazione russa (Cecenia, Daghestan, Inguscezia) e Abkhazia. I gruppi russi di al-Qaida così come la rete delle formazioni jihadiste in Medio Oriente, Asia Centrale e Balcani costituiscono le “risorse dell’intelligence” della CIA che potrebbero essere utilizzate per innescare un attacco terroristico per le Olimpiadi di Sochi. Inutile dire che Mosca è pienamente consapevole del fatto che al-Qaida sia uno strumento delle intelligence occidentali. E Mosca è anche consapevole che gli Stati Uniti sostengono segretamente i gruppi terroristici che minacciano la sicurezza dei Giochi Olimpici. Nelle strutture militari e d’intelligence russe ciò è noto, documentato e discusso a porte chiuse. Tuttavia, è anche una “verità proibita”. E’ tabù parlarne in pubblico o sollevarlo a livello diplomatico. Washington sa che Mosca sa: “Io so che tu sai che io so“.
Le questioni fondamentali, che media russi ed occidentali non affrontano per ovvi motivi, sono:
•  Chi c’è dietro i terroristi del Caucaso?
•  Quali interessi geopolitici cercano gli Stati Uniti e i loro alleati decidendo un attentato terroristico “false flag” prima o durante i Giochi Olimpici di Sochi?
Boston_Chechnyia-640x320Copyright © 2014 Global Research
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/02/07/i-giochi-olimpici-di-sochi-e-la-minaccia-del-terrorismo/

Le Olimpiadi di Sochi: gli occidentali iniziano con gli Stati Uniti che puntano all’Oro della propaganda

GENNAIO 11, 2014
Finian Cunningham Strategic Culture Foundation 01/10/2014
TO GO WITH AFP STORY BY BENOIT FINCK (FIDopo l’orribile doppio attentato nella città meridionale russa di Volgograd che ha ucciso 34 persone e ferito decine di altre, gli Stati Uniti e gli altri Paesi occidentali hanno condannato solennemente gli attentati. “Gli Stati Uniti sono solidali con il popolo russo contro il terrorismo”, ha prontamente dichiarato la Casa Bianca, aggiungendo: “Il governo statunitense offre il pieno sostegno al governo russo nei preparativi per la sicurezza dei Giochi Olimpici di Sochi”. C’erano anche condanne dall’Unione Europea e dalla NATO degli attentati terroristici suicidi del 29-30 dicembre, che hanno causato orribili carneficine nel centro di Volgograd, uccidendo diverse donne e bambini. Eppure, nonostante queste espressioni d’indignazione e solidarietà internazionale, sembra strano che gli Stati Uniti e gli altri governi occidentali ancora persistano nel loro affronto politico sui Giochi Olimpici Invernali che dovrebbero iniziare a Sochi il 7 febbraio. Il presidente Barack Obama e altri leader occidentali, tra cui il primo ministro canadese Stephen Harper ed i presidenti francese e tedesco Francois Hollande e Joachim Gauck, non hanno cambiato i loro piani, in effetti, di boicottaggio dei Giochi…
I leader occidentali hanno detto che non avrebbero partecipato all’evento quadriennale, e la loro assenza viene ampiamente vista come protesta ufficiale sulle presunte preoccupazioni sui diritti umani russi, in particolare per la legge contro la “propaganda omosessuale” che Mosca ha emanato lo scorso anno. L’affronto dei leader occidentali verso i Giochi di Sochi è senza precedenti. Certo, vi furono i boicottaggi di Paesi nelle Olimpiadi passate. Nel 1980, gli Stati Uniti boicottarono le Olimpiadi estive di Mosca, durante l’intervento dell’Unione Sovietica in Afghanistan, e nel 1984 l’Unione Sovietica si vendicò boicottando le Olimpiadi di Los Angeles. Ma il mezzo boicottaggio occidentale del prossimo evento di Sochi è una novità. Stati Uniti, Canada e Unione europea si uniranno ad 88 altre nazioni partecipanti agli eventi sportivi, ma i loro capi di Stato se ne staranno lontano. Ciò suggerisce che l’occidente usa i giochi politici contro la nazione russa ospitante. Sembrando grossolani e in malafede, i governi occidentali innalzano la bandiera dei “diritti di gay e lesbiche”, soprattutto alla luce dell’orrore perpetrato a Volgograd. Sembra che ci sia una netta mancanza di priorità morale e politica. Se dovessimo seguire la strada dei diritti umani privilegiati, allora la Russia poteva facilmente scegliere d’impedire alla delegazione ufficiale di recarsi alle Olimpiadi invernali canadesi del 2010, preoccupandosi per la repressione e il maltrattamento dei popoli della Nazione Ottawa. In qualche modo il disdegno occidentale verso Sochi non convince. Ma la prova delle preoccupazioni occidentali, o meglio mancanza di preoccupazioni, per le loro obiezioni dichiarate sui diritti umani in Russia sono di un’incongruenza lampante rispetto alla recente atrocità a Volgograd. Gli attentati ovviamente erano destinati ad infliggere un colpo devastante ai Giochi di Sochi. La dichiarazione della Casa Bianca lo riconosce. Nessun gruppo ne ha rivendicato la responsabilità, ma è inconfutabile che gli aggressori appartengano al cosiddetto califfato Caucaso, nelle vicine regioni del Caucaso del Nord di Cecenia e Daghestan. Il gruppo jihadista fondamentalista guidato da Doku Umarov aveva già avvertito l’intenzione di usare “tutti i mezzi necessari per sabotare” l’evento olimpico. Tali minacce terroristiche non sono vane minacce. Prima dell’ultima doppia esplosione, Volgograd fu colpita ad un attentatore suicida ad ottobre, quando sei persone furono uccise su un autobus. Tale massacro fu attribuito ai jihadisti di Umarov. Anche se Volgograd è a circa 700 chilometri a nordest della località del Mar Nero di Sochi, è uno snodo chiave dei trasporti tra Mosca e la regione meridionale. Rappresenta quindi un obiettivo primario dei seguaci di Umarov per colpire da vicino la sede olimpica. In precedenza, la stessa rete jihadista effettuò attentati suicidi mortali al sistema dei trasporti di Mosca, nel 2010 e 2011, uccidendo decine di persone.
Il dirompente evento di Sochi viene visto come un’opportunità per infliggere un potente colpo politico all’immagine internazionale della Russia. Il Presidente Vladimir Putin ha investito molto sul prestigio dei Giochi, e il terrorismo sarà un modo per sminuire l’autorità di Mosca. Innegabilmente poi, gli attentati terroristici di Volgograd sono un attacco alla sovranità della Russia e alla sua capacità di ospitare le Olimpiadi invernali. Qualsiasi sia la definizione lessicale ufficiale occidentale, le Olimpiadi invernali sono nel mirino della Guerra al Terrore. Eppure i leader occidentali, che sostengono di combattere una Guerra al Terrore, dimostrano una disdicevole mancanza di solidarietà verso la Russia scegliendo di usare “i diritti dei gay” per decidere di non presenziare ai Giochi del mese prossimo. Tale abbandono del sostegno politico di fronte a un terrorismo sfrenato contro un altro Stato è, nella migliore delle ipotesi, fuori luogo, e nella peggiore, tradisce un ulteriore inconcepibile motivo. Infatti, settimane prima dell’ultimo attentato terroristico di Volgograd, la Casa Bianca annunciò che la sua delegazione secondaria a Sochi sarà preceduta dall’ex-giocatore di tennis ed icona gay Billie Jean King. Un altro membro della delegazione ufficiale degli Stati Uniti è il giocatore di hockey Caitlin Cahow, sostenitore dei diritti dei gay. Mentre l’inglese Guardian osservava che con la scelta della Casa Bianca: “Barack Obama invia alla Russia un messaggio chiaro circa il trattamento di gay e lesbiche, con la sua scelta dei rappresentanti degli Stati Uniti alle Olimpiadi invernali di Sochi”. Così, contrariamente all’adagio di non mescolare sport e politica, Washington e i suoi alleati sembrano intenzionati ad usare i Giochi di Sochi per fare propaganda politica volta a minare Mosca. Ciò s’inserisce nell’ampia agenda politica occidentale di aggressione a bassa intensità della Russia. Nonostante le vantate affermazioni di ricercare il “Reset” nei rapporti tra Stati Uniti e Russia con Obama, Washington dimostra di voler fare di tutto per aumentare le tensioni con Mosca. La legge Magnitsky sanziona i funzionari russi per presunte violazioni dei diritti umani, il rinnegamento degli obblighi sul disarmo nucleare, la palese interferenza negli affari Russia-Ucraina sul partenariato con l’UE e il trionfalismo per il rilascio dell’oligarca Mikhail Khodorkovskij, sono solo alcune delle questioni che Washington e i suoi alleati europei rinfacciano a Mosca negli ultimi mesi.
Nelle prossime settimane, ci si può aspettare altro dal gioco politico dagli Stati Uniti con l’avvicinarsi delle Olimpiadi di Sochi, data la dichiarata agenda di cercare vantaggi propagandistici contro la Russia. C’è più del vago sentimento che Washington stia annaspando per battere il  Presidente Putin su una serie di altre questioni, tra cui la vicenda di Edward Snowden e il fallimento occidentale nel cambio di regime in Siria. Come segno di ciò che ci aspetta, vi sono le affermazioni dei media statunitensi secondo cui Putin avrebbe ordinato il divieto di proteste pubbliche a Sochi durante i Giochi Olimpici e dopo gli attentati di Volgograd. La mossa per limitare le manifestazioni è del tutto comprensibile dato il grave rischio di attentati terroristici e l’orrore che ha colpito Volgograd. Ma gli articoli negli Stati Uniti hanno scelto di evidenziare tali misure di sicurezza russe come “un giro di vite sui diritti degli omosessuali”. Tale crassa insensibilità dimostra che se ci fosse lo sport dello slalom della “propaganda” a Sochi, gli Stati Uniti sicuramente prenderebbero l’oro. Si potrebbe anche ricordare che se Washington dovesse essere veramente sincera nella sua solidarietà verso la Russia e nella sua disponibilità a fornire “pieno appoggio al governo russo nei preparativi per la sicurezza dei Giochi Olimpici di Sochi”, allora potrebbe dare questo contributo pratico: consegnare tutti i dossier segreti militari sulle reti jihahiste coperte che gli Stati Uniti e il suo alleato saudita finanziano e armano nel Caucaso del Nord dagli ultimi 20 anni.
OLY2014-RUS-TORCHLa ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/01/11/le-olimpiadi-di-sochi-gli-occidentali-iniziano-con-gli-stati-uniti-che-puntano-alloro-della-propaganda/

Brasile:Deficit di 450 milioni di euro per Mondiali ed Olimpiadi (Ercole)

Quanto costa portare a Rio i Mondiali del 2014 e le Olimpiadi del 2016?
 
Le spese per l’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi del 2016 hanno svuotato le casse dello Stato di Rio de Janeiro, che ha accumulato il peggior deficit di tutto il Brasile.
 
Infatti a quanto pare le manifestazioni di protesta che hanno attraversato il Brasile lo scorso giugno – contro l’aumento dei prezzi dei trasporti pubblici e contro le faraoniche spese per l’organizzazione dei grandi eventi sportivi sopracitati – sono rimaste inascoltate, tanto che le casse del Brasile sarebbero vuote con un deficit di oltre 450 milioni di euro, ovvero 1,3 miliardi di reais.
A dirlo è la stampa locale che denuncia i tagli alle spese imposti dagli altri Stati federati del Brasile per cercare di far fronte agli investimenti di circa 4,1 miliardi di reais, ovvero 1,4 miliardi di euro per realizzare lo Stadio dove si svolgerà la finale dei Mondiali di calcio e la linea 4 della metropolitana ideata per le Olimpiadi.
 

Dalla Sardegna in Val Clarea seguendo la Via Francigena

WRITTEN BY: GABRIELLA TITTONEL – MAY• 20•13

Gabriella_Clarea -Diego Desogus 19 5 2013 001Capelli scuri, abbronzato, un sorriso aperto ed un sogno che si sta realizzando, quello di arrivare a Santiago di Compostela seguendo la Via Francigena. Lasciando temporaneamente il suo lavoro, di cuoco, per dedicarsi ad altre alchimie, questa volta non culinarie, ma umane, perché questo viaggio per lui è soprattutto un incontrare, conoscere persone e luoghi.

Ed il suo viaggiare lo ha portato la scorsa domenica a percorrere (questa volta a piedi, facendo riposare la sua fida “Graziella” rifatta per questa avventura) il sentiero che in Val Clarea arriva al cantiere della grande opera.

Diego Desogus, trentaduenne di Pula, splendida località della Sardegna, dopo aver attraversato l’Italia, partendo dalla sua isola il 18 di aprile, sbarcando a Civitavecchia, giungendo a Roma, poi ad Assisi, seguendo  le indicazioni delle mappe della Francigena ed accompagnato dalla curiosità di vedere da vicino un popolo diverso, quello del no tav, è giunto infine in Valle di Susa.Con il suo sorriso, la sua decisione di non porsi vincoli di spazio e di tempo in questo viaggio, con la sua voglia di vedere il mondo con i propri occhi e giudicarlo con la propria intelligenza ed il proprio cuore.

Gabriella_Clarea -Diego Desogus 19 5 2013 003Certo, qualcosa non ha trovato… La tratta di Via Francigena fra Giaglione e Chiomonte… Spazzata via dalla voglia della grande velocità ferroviaria… Che non ha avuto timore di far chiudere un museo che richiamava persone da tutta Europa, di distruggere un sito archeologico che conservava le tracce di umani di migliaia di anni fa, degli antenati dei valligiani… E così Diego ha continuato il suo percorso inerpicandosi sulla ripida salita del Moncenisio, su un percorso alternativo che non gli permetterà di vedere l’alta valle… Anche questa è storia che dovrebbe far riflettere sui grandi progetti che vanno a distruggere un territorio e gli tolgono quanto di più prezioso possiede, il suo paesaggio, le sue tradizioni…

Buon viaggio comunque giovane Diego… E se ti ricordi una preghiera a Santiago dilla anche per il popolo valsusino…

Gabriella Tittonel

20 maggio 2013

http://www.tgvallesusa.it/?p=863

Giro d’Italia: una pioggia di bandiere spegne le emittenti nazionali

WRITTEN BY: VALSUSA REPORT – MAY• 18•13

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La pioggia non dà tregua e nevica sui rilievi e in alta quota.

Così anche il Giro d’Italia ha dovuto oggi subire qualche modifica. La 14° tappa che doveva portare le 23 squadre in gara, da Cervere (Cn) al colle del Jafferau a Bardonecchia, attraverso la Val Chisone, Sestriere e Oulx, all’ultimo minuto ha dovuto percorrere l’adiacente Val di Susa per evitare l’abbondante nevicata che ha oggi ammantato nuovamente il Sestriere e l’arco alpino.

Via dunque da Cervere, attraverso l’imbocco della Val Sangone e poi i laghi di Avigliana, su per la Val di Susa, sino a ricongiungere il tracciato a Oulx, dove era comunque prevista originariamente la discesa da Cesana, per proseguire fino a Bardonecchia.

In Val di Susa la notizia del passaggio del Giro d’Italia è giunta attorno alle 12,30, e con un veloce passaparola i comitati No Tav sono riusciti a presidiare l’intero percorso, di paese in paese con striscioni e bandiere.

Al maltempo però non ha dovuto piegarsi il famoso e seguitissimo Giro, ma anche le trasmissioni televisive. Per la pioggia di bandiere presenti non sono riuscite a seguire gli atleti, lungo una valle decisa a dimostrare la sua partecipazione e la sua presenza, e una pervicace mancanza di rassegnazione che non si spegne, neanche sotto la pioggia che spegne i riflettori nazionali.

Fai “click” sulle immagini sotto per visualizzare i filmati

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In Valle di Susa quello che fanno migliaia di persone viene occultato mentre si evidenziano le gesta di pochi provocatori violenti. Ma quello che fa veramente paura è la gente normale, che va a incitare i corridori del Giro al freddo e alla pioggia, con le bandiere No TAV ed il coraggio delle proprie idee. Per questo la nazione non ha potuto vedere i suoi atleti, perchè avrebbe potuto vedere anche quello che politici e media, accomunati dalla disonestà, cercano di nascondere.

Per farsi un’idea di “cos’é” il Movimento No TAV e di cosa – nel tempo – è stato occultato:

I 4 gatti:
http://www.youtube.com/watch?v=4PHNIZ…

http://www.youtube.com/watch?v=64O0Js…

http://www.youtube.com/watch?v=o9DQQT…

http://www.youtube.com/watch?v=W7E3NH…

http://www.youtube.com/watch?v=WmjRfJ…

http://www.youtube.com/watch?v=C6jVHQ…

http://www.youtube.com/watch?v=N8UKsI…

http://www.youtube.com/watch?v=L5SDR6…

http://www.youtube.com/watch?v=xIm-Ve…

http://www.youtube.com/watch?v=ErqNEy…

http://www.youtube.com/watch?v=MJBx5G…

Si può comprendere?