LUC MICHEL SUR CAMEROON VOICE/ CE DIMANCHE A ‘SANS DETOUR’ : FIFAGATE A QUI PROFITE LE SCANDALE?

EODE Press Office/ 2015 06 07/

 EODE PO - LM sur CAMEROON VOICE fifagate (2015 06 07)  FR

La présentation de l’émission SANS DETOUR sur le Website de CAMEROON VOICE :

 Que s’est-il passé? Qui avait intérêt à mettre à nu le fonctionnement vicié de la FIFA? La bataille géopolitique entre les Etats-Unis et la Russie est-elle entrain d’envahir le domaine sportif?

Pendant longtemps la FIFA a été présentée comme une organisation opaque, impénétrable, gangrénée par la corruption, sans que rien ne vienne inquiéter son fonctionnement, ni  ses dirigeants. Pourtant en quelques jours, la tour s’est effondrée. Son tout puissant président Sepp Blatter habituellement imperturbable n’ a pas vu venir la bourrasque. La démission était sa seule porte de sortie.

Que s’est-il passé? Qui avait intérêt à mettre à nu le fonctionnement vicié de la FIFA? La bataille géopolitique entre les Etats-Unis et la Russie est-elle entrain d’envahir le domaine sportif ? Décryptages et analyses ce dimanche dans le cadre de Sans Détour avec notre invité : Luc MICHEL, Géostratège  et fondateur du Thinkthank EODE

 Sans Détour, c’est tous les dimanches à partir de 13h heure de Montréal, 19h heure de Douala. Pour écouter en direct connectez-vous ici. Ou téléchargez notre l’application mobile pour téléphone Android sur le Google play Store.

 http://cameroonvoice.com/news/article-news-19077.html

 EODE PRESS OFFICE

La favola della “moralizzazione del calcio mondiale” made in Usa

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giugno 03 2015
 
– di Enrico Galoppini –
 
Tra i problemi in sospeso che gli Stati Uniti hanno con l’Europa ce n’è uno che riguarda lo sport. Ovvero quegli sport più popolari nel nostro continente che, tra gli altri, annoverano il calcio e il ciclismo.
È una questione d’immagine. Di psicologia delle masse.
Disponendo di una squadra o un campione che eccelle in una disciplina sportiva, una nazione diventa automaticamente familiare o addirittura simpatica nelle altre nazioni dove quella disciplina è amata e praticata.
Per questo, facciamo notare, c’è tutto un periodo – che guarda caso coincide con l’impegno militare in Vietnam – durante il quale negli Usa scoppia la mania per le arti marziali orientali.
Ma il problema con l’Europa non è temporaneo. Affonda le sue radici fin dall’inizio, cioè da quando i “padri fondatori” dell’America se ne andarono maledicendo quella terra (e quella gente) che li aveva costretti all’esilio in quanto “eretici”. E questo nonostante tutta la storia successiva, che ha visto anche la “liberazione”, la quale non dev’esser penetrata così a fondo nella coscienza profonda dei popoli europei se ancora oggi c’è bisogno di puntellarne la leggenda con dosi sempre più massicce di propaganda.
 
La propaganda è un elemento essenziale della politica estera americana, tanto che ad essa vengono destinate risorse praticamente illimitate per coprire ogni ambito, dalla scienza alla cultura, dal cinema allo sport.
E così veniamo a quest’ultimo “scandalo” che ha per protagonista la Fifa, il massimo organo rappresentativo del calcio a livello mondiale, e la gestione operatane da parte della sua dirigenza.
I “fatti” sono più o meno noti. Nel senso che tutti hanno visto gli agenti dell’Fbi (come non vederli con le magliette ‘pubblicitarie’ che indossano) irrompere nel “palazzo” per arrestare i malfattori.
 
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Che devono averla combinata davvero grossa, se nel 2018 la fase finale del mondiali di calcio si terrà in Russia e, come si afferma da più parti, si stava valutando la delicata posizione israeliana dopo il riconoscimento dello Stato di Palestina e della corrispondente federazione calcistica. Insomma, Israele che rischia di fare la fine del Sud Africa dell’apartheid, se non la smette di trattare i palestinesi (giocatori compresi) come animali.
 
I mondiali del 2022, invece, sono previsti in Qatar, cosicché non sono mancate le solite sceneggiate degli “attivisti” (si noti anche la macabra esposizione di una “testa di Blatter” all’interno di una gabbia, in stile Isis). Fumo negli occhi, questo dei “diritti dei lavoratori” immigrati nell’emirato, per contestare il presidente Blatter e spodestarlo da una “poltrona” che occupa da diciassette anni. “Troppi”, dicono, condizionando così buona parte dell’opinione pubblica abituata a belare a comando contro il potente di turno additato al pubblico ludibrio.
 
Ma è credibile l’America quando afferma, per bocca del suo Ministro della Giustizia (un controsenso, nella patria del “libero mercato”): “Sradicheremo la corruzione dal calcio mondiale”?
Certo che no, ma questa sparata serve a far passare l’idea che l’America, davanti al marciume degli europei prenderà la ramazza e spazzerà via tutti i corrotti, per reati finanziari e fiscali che rimontano – udite udite – persino ai primi anni Novanta. E se ne “accorgono” ora.
Già, gli anni Novanta. Nel 1994 gli Usa ospitarono la fase finale del “mundial”, sotto la presidenza di Havelange, per ventiquattro anni presidente della Fifa senza che nessuno avesse da eccepire per la “eccessiva durata” del mandato (per la cronaca era inglese il presidente quando nel ’66 l’Inghilterra rubò alla Germania la finale).
No solo. Gli Stati Uniti strapparono in maniera assai rocambolesca (battendo in un quasi spareggio il Trinidad e Tobago) la partecipazione ai campionati di Italia ’90, durante i quali ebbero la possibilità, dopo quarant’anni di assenza, di rifarsi notare dal pubblico che segue il calcio. In vista di Usa ’94 serviva una passerella in Europa, no?
 
Film Title: Once In A Lifetime.
Era, quella degli anni Novanta, la seconda volta che l’America tentava di lanciare una sua immagine positiva legata al calcio. La prima volta – la più spettacolare – fu quella della seconda metà degli anni Settanta, quando a rimpinguare i ranghi delle squadre del “soccer”, furono chiamate direttamente da personalità del calibro di Henry Kissinger molte vecchie glorie del calcio mondiale, tra i quali ricordiamo i brasiliani Pelé e Carlos Alberto, i tedeschi Gerd Müller e Beckenbauer, gli olandesi Cruijff e Neeskens, ed il nostro Giorgio Chinaglia.
Diciamo subito che se l’obiettivo era rendere familiare e simpatica l’America attraverso il calcio, l’operazione “soccer” fu un fiasco gigantesco, che all’inizio degli anni Ottanta si sgonfiò del tutto. Si giocava anche su campi d’erba sintetica (un simbolo, d’altronde, dell’artificiosità dell’America); non era previsto il pareggio; si tiravano delle punizioni a distanza senza barriera; le maglie – dagli stili arlecchineschi e variopinti – recavano sulle spalle il nome del calciatore; ai gol era attribuito un tot di punti e non un punto solo, giusto per non risultare sgradito il tutto ad una mentalità abituata ai punteggi “alti” della pallacanestro.
 
Ma non ce la fecero. E non ce la fecero nemmeno negli anni Novanta, sebbene tutto un battage mirasse a spacciarci per fenomeni degli onesti pedatori, come uno che venne a giocare nel Padova e che forse era più bravo a suonare la chitarra.
Lo smacco più grande fu subito dalla nazionale a stelle e strisce nella fase finale di Francia ’98, quando l’Iran le inflisse un 2-1 umiliante più che altro per le ricadute “politiche” del risultato. Due giorni prima dell’inizio del mondiale, Blatter era stato eletto presidente della Fifa. Non porta tanto bene agli Usa.
Per farla breve, sul campo non ce la fanno ad imporsi. E che s’inventano questi castigamatti di americani? Lo “scandalo”, l’arte nella quale sono i maestri, tanto che dagli anni Novanta la politica della loro “colonia Italia” è cadenzata solo da “inchieste” ad orologeria, nelle quali è forte il sospetto che vi sia, a seconda della scomodità del colpito di turno, lo zampino di qualche ordine proveniente da Oltreoceano.
 
La stessa massa di beoti che si beve “Mani pulite” e simili, adesso plaude all’iniziativa “moralizzatrice” dell’America. Pensano davvero che se mettono in galera “i corrotti” tutto andrà bene e, soprattutto, credono alla “giustizia americana”, senza tra l’altro porsi il minimo dubbio se essa possa arrogarsi una giurisdizione planetaria.
Fatto sta che dopo la rielezione di Blatter, 1-1 e palla al centro, si direbbe in gergo calcisticoLa Russia plaude e l’America schiuma di rabbia.
 
Ma ovviamente non molla l’osso, per infangare in ogni maniera l’edizione dei mondiali di calcio che nel 2018 si terranno nell’odiata Russia.
Rivedremo le stesse patetiche storie viste per le Olimpiadi invernali. Storie di “gay maltrattati” e di altri “diritti” concussi dal “dittatore”. E ancora qualche altro “scandalo”.
 
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Come quello che – per toglierlo di mezzo – combinarono al grande Marco Pantani. Fatto passare per drogato al solo scopo di mandare avanti Armstrong nell’altro sport popolare in Europa col quale l’America ha un “problema”.
La fine della storia la sanno tutti. Pantani era stato rovinato, mentre Armstrong, ormai incontrastato come la squadra dell’US Postal Serice per la quale correva, diventava il re del ciclismo.
Peccato che – come sarebbe venuto fuori dopo – si dopava a tutta randa… Tutto normale per l’America: prima, “il problema”, poi la “rivelazione” per passarci pure bene. Bin Laden in Afghanistan, le armi distruzione di massa in Iraq, i manifestanti pacifici in Libia, Siria e Ucraina eccetera, seguono il medesimo schema. Dopo aver fatto gol si può anche “ammettere” la verità.
 
Per questo, ci sia permesso di non credere minimamente alla favola della “moralizzazione del calcio mondiale” made in Usa.
 

ALERTE ROUGE/ QUATRE JOURS APRES SA REELECTION BLATTER DEMISSIONNE DE LA PRESIDENCE DE LA FIFA !

# LUCMICHEL. NET/ Luc MICHEL/ En Bref /

2015 06 02/

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Malgré la déferlante judiciaire et les appels à sa démission, Blatter, 79 ans, avait été réélu vendredi pour quatre ans à la tête de la Fifa, après le retrait de son unique challenger, le Prince jordanien Ali (candidat des USA et des régimes occidentaux et de leurs alliés arabes). Blatter qui a traversé de nombreuses turbulences au cours de ses 40 ans au sein de l’institution, a promis après sa réélection, sans annoncer aucune réforme structurelle, de “ramener la Fifa où elle doit être” et de donner à son successeur “une Fifa plus forte”.

 Quatre jours plus tard, la Fédération internationale nage toujours en eaux troubles. “La Fifa continue à figurer en Une des journaux, mais pour les pires raisons. « Jusqu’à quand, M. Blatter ? », s’interrogeait sur son compte twitter l’ancien Ballon d’or Luis Figo, un temps candidat à la présidence de la Fifa avant de se retirer au profit du Prince jordanien Ali.

 LA MAIN DES USA ET LA GEOPOLITIQUE DU SPORT

 Fifa Nostra.  Sepp Blatter vient d’annoncer sa démission de la présidence de la Fifa à la suite des nombreux scandales financiers et de corruption qui éclaboussent l’institution. Blatter, 79 ans, en poste depuis 1998, a indiqué qu’il convoquait « un congrès extraordinaire où il remettra en jeu son mandat et au cours duquel son successeur sera élu ».

 Derrière la dimension incontestable du scandale et de la corruption de la FIFA, et c’est une erreur de Moscou de ne pas l’avoir mesurée à sa pleine valeur dans cette affaire et d’avoir tout ramené à la politique pure, il y a une grande opération américaine, à la fois médiatique, politique et judiciaire, liée aux intérêt de Washington qui entend aussi attaquer la Russie et les Brics dans le domaine de la « Géopolitique du sport » et perturber, voire empêcher la prochaine coupe du monde de football en Russie en 2018.

 Cette sous-estimation, et la tendance permanente chez les russes à sous-estimer l’ennemi américain (erreur commise aussi à Kiev en janvier-février 2014), qui genoux en terre ne s’avouent jamais vaincu, a conduit à la démission de Blatter quatre jours après sa réélection et au succès provisoire de l’opération pilotée par Washington. Affaire à suivre, elle ne fait que commencer !

 LM

FIFA : LA COUPE DU MONDE DE LA FRAUDE ! QUAND LES MEDIAS AUX ORDRES DECOUVRENT CE QUE TOUT LE MONDE SAVAIT DEPUIS DEUX ANS …

Luc MICHEL pour PCN-Info/ 2015 05 27 / Avec ELAC Website – AFP – Libération/

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

PIH - LM fifa nostra (2015 05 27) FR

« C’est la Coupe du monde de la fraude. Aujourd’hui nous avons sorti le carton rouge »

– Richard Weber, responsable du fisc américain.

 « Au final, une instance sportive (la FIFA) complètement vérolée, dont la seule implantation de son siège en Suisse en dit déjà long sur son souci de transparence financière, une politique d’attribution d’événements sportifs internationaux motivée par de seules considérations économiques comme autant de marchés à conquérir et une monarchie autoritaire pour laquelle le sport ne représente rien d’autre qu’un outil d’influence. L’attribution de la Coupe du Monde au Qatar aura au moins le mérite d’attirer l’attention des médias et du public sur les mœurs douteuses des instances dirigeantes et la culture de « tromperie » qui gangrènent le football à tous les niveaux. De même que sur l’instrument de lobbying économique, politique et diplomatique qu’est devenu ce qui n’était au départ qu’un sport »

– France Football, janvier 2013.

 La presse du Système semble soudain découvrir … ce que tous les gens bien informés et la presse sportive française savent depuis longtemps ! la FIFA c’est surtout la coupe du monde de la fraude …

 * Relire mon édito du 2 janvier 2013 sur la « Géopolitique du sport » pratiquée par le Qatar, la corruption de la FIFA et le scandale qui couvait :

PCN-SPO / GEOPOLITIQUE / QATARIGATE : LA GANGRENE QUI RONGE LA FRANCE!

sur ELAC WEBSITE http://www.elac-committees.org/2013/02/01/pcn-spo-geopolitique-qatarigate-la-gangrene-qui-ronge-la-france/

 LA FIFA SOMBRE DANS LA CORRUPTION …

ET LA SUISSE DANSLA SOUMISSION AUX USA !

 Après la Suisse qui s’était aplatie devant les USA dans le dossier UBS, la voici qui récidive …

Coup de tonnerre dans le milieu du football à deux jours de l’élection du nouveau président de la FIFA. Le New York Times annonce que plusieurs hauts responsables ont été arrêtés ce mercredi matin. La justice américaine demande leur extradition pour des faits présumés de corruption commis lors des 20 dernières années (conditions d’attribution de plusieurs Coupes du monde, contrats de marketing, droits tv,…).

 Selon le journal américain, la police suisse a débarqué aux premières heures ce mercredi dans un luxueux hôtel de Zurich et plus de dix responsables devraient être inculpés. On ignore encore les noms des personnes arrêtées mais ceux-ci devraient être dévoilés ce mercredi par un tribunal new-yorkais. Les hauts responsables de la FIFA étaient réunis à Zurich à l’occasion de l’élection du nouveau président qui doit avoir lieu ce vendredi. Ce coup de filet, commandée par l’Office fédéral de la justice (OFJ), pourrait changer la donne…

 QUAND LA JUSTICE US S’EMPARE DU DOSSIER !

 Les 14 inculpations annoncées à New York contre des responsables et partenaires de la Fifa ne sont “que le début de notre effort” a déclaré mardi le procureur fédéral de Brooklyn Kelly Currie. “C’est le début de notre effort, pas la fin”, a-t-il déclaré lors d’une conférence de presse durant laquelle la ministre américaine de la justice Loretta Lynch a accusé ces inculpés d’avoir “corrompu les affaires du football mondial pour servir leurs intérêts et pour s’enrichir personnellement”. La ministre a ajouté que la prochaine étape dans ce dossier était une demande d’extradition des accusés vers les Etats-Unis pour y être jugés. “C’est la Coupe du monde de la fraude. Aujourd’hui nous avons sorti le carton rouge”, a lancé Richard Weber, un responsable du fisc américain.

 Neuf élus de la Fifa et cinq partenaires de l’instance mondiale du football ont été inculpés mercredi de corruption, racket et blanchiment à New York, accusés d’avoir reçu ou distribué plus de 150 millions de dollars depuis 1991, pour les droits de diffusion de tournois internationaux. Sept d’entre eux ont été arrêtés à Zurich, ville où siège la Fifa, et où doit être organisée vendredi l’élection du président de la Fifa. Ils risquent jusqu’à 20 ans de prison.

 Les membres de la Fifa inculpés sont Jeffrey Webb, vice-président de la Fifa et président de la Concacaf (Confédération de football d’Amérique du nord, d’Amérique centrale et des Caraïbes); Eduardo Li, membre des comités exécutifs de la Fifa et de la Concacaf; Julio Rocha, chargé du développement à la Fifa; Costas Takkas, attaché au cabinet du président de la Concacaf; Eugenio Figueredo, actuel vice-président de la Fifa; Rafael Esquivel, membre du comité exécutif de la Conmebol; José Maria Marin, membre du comité d’organisation de la Fifa pour les jeux Olympiques; Nicolas Leoz, ancien membre du comité exécutif de la Fifa, ainsi que Jack Warner, ancien membre du comité exécutif de la Fifa, déjà impliqué dans de nombreuses affaires de corruption

 Les partenaires de la Fifa inculpés sont des « professionnels du marketing sportif, soupçonnés d’avoir payé de manière systématique et accepté de payer bien au-delà de 150 millions de dollars en pots-de-vin et rétrocommissions pour obtenir de lucratifs droits médiatiques et marketing pour des tournois internationaux de football », selon les autorités judiciaires américaines.

 Six autres personnes avaient plaidé coupable dans ce dossier entre juillet 2013 et mai 2015, dont Charles Blazer, ancien secrétaire général de la Concacaf et ancien membre du comité exécutif de la Fifa, et deux fils de Jack Warner, a précisé la justice américaine.

 PLUSIEURS COUPES DU MONDE “CORROMPUES”, DONT LES COUPES DU MONDE 1998 EN FRANCE ET 2010 “CORROMPUES” !

 L’attribution de la Coupe du monde de football 2010 à l’Afrique du Sud était “corrompue”, a accusé mercredi la ministre américaine de la Justice à New York, lors d’une conférence de presse sur le scandale de corruption au sein de la FIFA. “La Coupe du monde 2010 (…) a été attribuée à l’Afrique du Sud, pour la première fois le tournoi se tenait sur le continent africain”, a expliqué Loretta Lynch.

 “Mais même pour cet événement historique, des dirigeants de la FIFA et d’autres ont corrompu le processus en utilisant des pots-de-vin pour influencer la décision d’attribution”, a-t-elle déploré. “Il ne s’agit que d’accusations”, a réagi auprès de l’AFP Dominic Chimhavi, porte-parole de la Fédération sud-africaine de football. “Personne n’est sous le coup d’une enquête ici”, a-t-il ajouté, sans davantage de commentaires sur les déclarations de Mme Lynch.

 RETOUR AU ‘QATARIGATE’ :

L’ATTRIBUTION DES COUPES DU MONDE DE FOOTBALL 2018 ET 2022 DANS LE COLLIMATEUR DE LA JUSTICE SUISSE

 Mais revenons au « Qatarigate » et au scandale annoncé de 2013 !

« A côté du dossier instruit par la justice américaine, la justice suisse s’intéresse à des faits présumés de blanchiment d’argent et de gestion déloyale. Historique d’une affaire trouble que la Fifa n’a eu de cesse de minimiser », commente La Libre Belgique (Bruxelles). n séisme a frappé la Fifa (Fédération internationale de football association) avec l’arrestation, mercredi, à Zürich, à la demande des autorités américaines, de sept responsables soupçonnés de corruption, à deux jours de l’élection à la présidence pour laquelle le Suisse Sepp Blatter briguera un cinquième mandat. Selon les autorités suisses, les sept hommes sont soupçonnés des dessous de table d’un montant de plusieurs millions d’euros depuis les années ’90 jusqu’à nos jours »

 Dans une procédure distincte de celle initiée par les autorités judiciaires américaines, le parquet suisse a annoncé, mercredi, « voir saisi des documents électroniques au siège de la Fifa, à Zurich. Ces saisies ont eu lieu dans le cadre d’une procédure pénale contre X pour soupçon de blanchiment d’argent et gestion déloyale entourant les attributions des Coupes du monde de football de 2018 ( à la Russie) et de 2022 (au Qatar) ». Cette procédure, ouverte depuis le 10 mars, n’avait pas été rendue publique jusqu’à aujourd’hui.

 « Concernant le Qatar, précise LLB, une note (ndla : de la Commission d’enquête d’éthique – sic – de la FIFA) évoque notamment “la conduite douteuse de deux personnes agissant comme conseillers auprès de l’équipe de candidature de l’émirat. Mais, ajoute la chambre de jugement, “l’enquête menée par M. Garcia n’apporte aucun élément attestant une possible corruption ou d’éventuelles violations graves des règlements.” A propos du Mondial 2018, le rapport conclut qu’aucun élément ne permettait “d’établir des comportements répréhensibles liés à la candidature russe (…) Pour rappel, depuis le 2 décembre 2010, cinq des vingt-deux membres du comité exécutif de la FIFA ayant pris part au scrutin ont été suspendus ou ont démissionné dans le cadre de scandales ou de soupçons de corruption ».

 MALGRE LES SCANDALES, L’AFRIQUE SOUTIENT TOUJOURS SEPP BLATTER !

 La Confédération africaine de football (CAF) a maintenu ce mercredi son soutien à Joseph Blatter, qui brigue vendredi un 5e mandat à la présidence de la Fifa, malgré un nouveau scandale avec l’arrestation de sept responsables soupçonnés de corruption et la perquisition du siège de l’instance à Zurich. Ce matin, le comité exécutif de la CAF a réitéré son soutien à M. Blatter tout en laissant libres ses membres de leur vote”, a déclaré à l’AFP un responsable d’une fédération africaine, sous couvert d’anonymat, à l’issue d’une réunion de la CAF à Zurich à la veille de l’ouverture du 65e congrès de la Fifa. Même si la CAF vote habituellement en bloc en faveur de Sepp Blatter, “ce qui est arrivé ce matin peut rebattre les cartes pour l’élection”, a ajouté ce responsable.

 A 79 ans, Sepp Blatter brigue un 5e mandat à la présidence de la Fifa, face à un seul adversaire, le prince jordanien Ali bin Hussein, qui dans un communiqué, a évoqué jeudi “un jour triste pour le football”. Malgré ces scandales à répétition, “il y a beaucoup de raisons de croire que la Fifa a fait beaucoup de bien à l’Afrique. C’est une institution respectable car elle donne la parole à chaque pays et a fait beaucoup en termes de développement pour l’Afrique”, a cependant encore souligné ce responsable africain.

La Fifa a indiqué mercredi par la voix de son directeur de la communication, Walter de Gregorio, que ni le président Joseph Blatter ni son secrétaire général Jérôme Valcke n’étaient impliqués et indiqué que l’élection à la présidence prévue vendredi était maintenue. Malgré les demandes de report suite au scandale des arrestations en Suisse …

 “FIFA NOSTRA”, LA MAFIA DU FOOTBALL :

 QUAND LE FRIC ET LES INTERETS ETATIQUES DE LA “GEOPOLITIQUE DU SPORT” ONT TUE LE FOOTBALL …

 Derrière tout cela il n’y a pas seulement de sordides affaires de très gros sous. Il y a aussi des intérêts d’états. Dans notre monde globalisé, l’hypermédiatisation artificielle a conduit à une « géopolitique du sport et du football », où le sport est devenu un enjeu important de la politique internationale. Le sport, qui donne aussi, par exemple, au Qatar un rôle international démesuré, est évidemment un sujet sensible. Et a fait de la FIFA une arène pour tous ces intérêts. Le sport lui a depuis longtemps été laissé mort au bord du chemin …

 Luc MICHEL

 (la couverture du Libé de demain jeudi, pour une fois très bien inspiré …)

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Otto anni dopo: gli impianti inutili dell’Olimpiade 2006 a Torino

I Giochi invernali portarono miliardi di investimenti, ma da anni le strutture sono inutilizzate e nel 2016 le società di gestione andranno in liquidazione. Spesi 1,3 milioni all’anno per una pista mai più usata

di Marco Imarisio

TORINO – All’improvviso il cumulo di cartoni si anima. «Vuoi comprare qualcosa?». L’elenco è dettagliato, all’appello non manca nessuna droga. L’uomo che dormiva lì sotto si ritrae alla risposta negativa. «Allora cosa sei venuto a fare?». Il villaggio olimpico di Torino 2006 non è un posto dove andare di notte. 

«L’obiettivo primario è la realizzazione di uno spazio confortevole per il periodo post olimpico che svolga pienamente le sue funzioni sociali di ritrovo e sosta per la cittadinanza». I nobili propositi del progetto originale sono in netto contrasto con le vetrate in frantumi, i negozi olimpici che cadono a pezzi, i totem metallici che in quei giorni gloriosi indicavano la via ai turisti usati come arieti per sfondare porte e ingressi, e in generale con una atmosfera post atomica popolata solo dai profughi che hanno occupato alcune palazzine e da molta brutta gente. 
«Qualcosa è andato storto anche da noi». Marco Sampietro, ex manager Fiat e poi Pirelli, fu il ministro delle Finanze del comitato organizzatore di Torino 2006. Nei giorni in cui viene rilanciata l’utopia romana, il successo delle Olimpiadi invernali organizzate in Piemonte è spesso citato come un esempio virtuoso. « Where is Turin? ». Nel 1998, alla convention coreana delle candidature olimpiche, gli altri delegati si fermavano incuriositi davanti alla cartina dell’Italia. Anche i più accaniti detrattori ammettono che i Giochi del 2006 fecero cambiare attitudine, volto e percezione della città un tempo operaia. «A livello locale gli effetti benefici si sentono ancora» dice Sampietro. «Ma a prescindere da come vengono organizzate, le Olimpiadi non sono mai il modo migliore per spendere denaro pubblico».

In pieno centro

Le arcate con i locali che avrebbero dovuto essere il lascito per i torinesi sono ancora chiuse a doppia mandata con catenacci e inferriate metalliche. Non c’è posto più simbolico del fu Villaggio olimpico per raccontare quel che è andato storto. All’epoca costò 145 milioni di euro, comprensivi di parte commerciale, residenziale, e passerella olimpica per unire i due settori che creano una specie di enclave nel cuore della città. Dopo i Giochi le nuove strutture furono assegnate alla Fondazione 20 Marzo 2006, ente pubblico incaricato da Comune, Provincia e Regione della loro gestione. Ma del Villaggio Olimpico e delle sue palazzine nel centro di Torino che al tempo avevano valore immobiliare notevole, venne fatto uno spezzatino a uso delle esigenze dei bilanci. Una parte rimase alla Fondazione, un’altra al Comune che ne cartolarizzò un’ampia porzione cedendola a banche e società private. Il risultato è che ancora oggi, passeggiando sotto le arcate, si fatica a capire dove comincia una giurisdizione e dove ne finisce un’altra. E quindi nessuno fa nulla. 

 Strutture abbandonate

La pista olimpica del bob di Cesana ha sempre fatto notizia per i costanti furti del rame dei cavi elettrici. Poi è finito anche quello. L’impianto nell’Alta Val di Susa costò 140 milioni di euro. Oggi è il classico esempio di cattedrale nel deserto, seppur in alta quota. Nel 2000 il comitato organizzatore presentò al Coni gli studi che ne sconsigliavano la costruzione. Le gare di bob potevano essere disputate sulla pista francese di La Plagne, poco distante. Il Cio e gli enti locali ci stavano. Il Coni si impuntò, buttandola sull’onore patrio e promettendo che il nuovo impianto sarebbe diventato la Mecca del bob azzurro di ogni categoria. A Cesana stanno ancora aspettando. La pista è rimasta aperta e inutilizzata per altri tre anni, senza ospitare un evento che fosse uno. Le spese di gestione facevano spavento, mezzo milione di euro nel trimestre invernale, altri 800.000 per la manutenzione ordinaria. È stata chiusa nel 2010. Anche i ladri hanno smesso di girarci intorno.

Gli sprechi

«Pericolo valanghe, vietato l’accesso». Sulla grata metallica che transenna i trampolini olimpici di Pragelato c’è un cartello non proprio beneaugurante. Lo ski jumping di Torino 2006 è un appunto a futura memoria in caso di nuove Olimpiadi. L’idea di costruire una struttura provvisoria dedicata a uno sport non certo di massa venne accantonata anche a seguito del parere negativo del Cio, al tempo ostile a tutto ciò che non era definitivo. La struttura in cemento armato costò 37,3 milioni di euro, può vantare un costo di manutenzione annuale stimato in 1.161.226 euro e da allora ha vissuto la bellezza di altre due competizioni. Non hanno avuto sorte più affollata il «jumping hotel» alla base dell’impianto, 120 posti letto e 20 milioni di costo, e l’impianto olimpico del biathlon di Sansicario (6 milioni). 
Neppure il declassamento a pista turistica del tracciato di fondo a Pragelato contribuisce a coprire i 20 milioni spesi per cablare i dieci chilometri dell’anello olimpico. Il piano di investimenti definitivo della Fondazione 20 marzo prevede l’esborso di 16 milioni per la riqualificazione degli impianti. È stato varato nell’aprile scorso. Troppo tardi, forse.

 Concerti in città

Gli impianti alpini sono una tassa. A pagarla è in parte il gruppo che ha rilevato gli impianti cittadini dalla Fondazione, ente di efficienza sospetta, come dimostrano gli alberghi olimpici per anni affidati in gestione senza riscuotere nessun affitto. La società Parcolimpico, composta dalla 20 Marzo, dagli americani di Live Nation e soprattutto dalla Set up di Giulio Muttoni, è controllata da quest’ultimo, organizzatore di concerti e quindi interessato al gioiello della corona, l’ex PalaIsozaki, che va come un treno. 
Le altre infrastrutture torinesi dell’Olimpiade sono lontane dal pieno regime al quale dovrebbero ambire. Colpa anche della crisi. L’arena dell’Oval, che ospitò le gare di pattinaggio, è diventata un capannone fieristico in dote alla società francese che gestisce gli eventi del Lingotto. Fino alla primavera del 2009 è stato utilizzato per manifestazioni di ogni genere. Nel 2011 ha ospitato il Salone del libro. Dopo, poco o nulla.

 Il bilancio

«Erano altri tempi. Oggi non credo che sarebbe possibile». A unire i reduci di quella stagione è il disincanto. Evelina Christillin, che fu il volto e la vicepresidente del Toroc, il Comitato olimpico torinese, non fa eccezione. C’è un prima comprensivo dei 15 giorni di gare e un dopo, dicono tutti, sottolineando come la seconda fase non fosse loro competenza. «Nel valutare nuove avventure bisognerebbe tenere conto di entrambi gli aspetti». Più chiaro di così. Torino 2006 costò circa 3,5 miliardi di euro. Il governo italiano stanziò 1,4 miliardi, Comune e Regione aggiunsero altri 600 milioni. Il resto arrivò da diritti televisivi, sponsor, marketing. La parte pubblica del denaro fu gestita dall’Agenzia Torino 2006, quella privata dal Toroc. Entrambe le società verranno liquidate nel 2016. La prima dovrebbe chiudere con un gruzzolo residuo di 45/50 milioni, da destinare alla riqualificazione degli impianti, il Toroc con un attivo di due milioni. Adesso non resta che prendere quei 3,5 miliardi e moltiplicarli almeno per tre – Londra 2012, ultima olimpiade estiva, ha chiuso a quota 9,8 miliardi. E poi immaginare Roma 2024. Prima, durante e soprattutto dopo. 

Brasile: mondiali e la solita aggressione mediatica

Beto Almeida, del Direttorio di Telesur altamiroborges.blogspot.com.br | www.marx21.it
 
Concludendo il Forum “Congiura Mediatica contro il Venezuela”, il vicepresidente della repubblica bolivariana, Jorge Areaza, genero di Hugo Chavez, ha espresso chiaramente il suo appoggio al governo di Dilma Rousseff di fronte alla campagna politica mediatica internazionale contro il Brasile, che tenta di far credere che la Coppa del Mondo sarebbe un insuccesso.
 
“Il Brasile è diventato un bersaglio perché la Coppa si svolge in un paese di CELAC, di UNASUR, di MERCOSUR, e anche membro dei BRICS, e che inoltre ha una politica estera antimperialista, di solidarietà a Cuba e al Venezuela e che difende l’integrazione latinoamericana.
 
Dilma sta provando sulla pelle gli artigli del vampiro imperiale”, ha dichiarato.
 
La presa di posizione del dirigente venezuelano, ribadita dal presidente Nicolas Maduro, ha avuto un’indiscutibile espressione fisica nella presenza dei presidenti Rafael Correa, dell’Ecuador, e Evo Morales, della Bolivia, che hanno partecipato alla cerimonia di apertura, a Itaquera, in cui Dilma è stata insultata in maniera infima, turpe e ingiustificabile dagli occupanti della tribuna VIP, dove l’ingresso costa 990 reais (circa 325 euro).
 
Rafael e Evo hanno dichiarato di stare in Brasile per manifestare solidarietà al governo di Dilma, un governo che, continuando quello di Lula, ha sottratto circa 40 milioni di persone alla condizione di miseria.
Correa ha affermato che segmenti dell’ultrasinistra minoritaria e settaria, esattamente come nel suo paese, ricevono oscuri appoggi finanziari dall’estero, agiscono in modo coordinato contro Dilma, fornendo argomenti che possano essere sfruttati dalla manipolazione mediatica contro il Brasile, organizzando minoritarie e violente manifestazioni contro la Coppa.
Anche Maradona, un altro bolivariano amico di Chavez, che si trova a Rio come commentatore del programma De Zurda, di Telesur, ha difeso Dilma sostenendo che coloro che si accaniscono contro di lei non sono rappresentanti del popolo brasiliano. Le affermazioni di Pelé, ancora una volta, tanto per cambiare, sono quelle di un reazionario (Pelé è stato ministro dello sport con il governo liberista di Cardoso, ndt).
Nella settimana che ha preceduto la Coppa, Dilma ha inaugurato una ferrovia di 855 chilometri, che collega Palmas ad Anapolis, il metro di Salvador, la via Expresso Sul di Brasilia, il BRT Transcarioca che collega la Zona Est di Rio all’aeroporto di Galeao, che ha anche visto opere di ampliamento.
In queste opere sono state concentrate le risorse pubbliche!In una di queste cerimonie, accennando agli attacchi subiti, Dilma ha mostrato la sua levatura ricordando le torture bestiali a cui fu sottoposta durante la dittatura da quella stessa classe sociale che oggi esibisce al mondo, via satellite, la sua bassezza morale e l’incapacità di dirigere la nazione.
 
“Ho sopportato aggressioni fisiche al limite dell’insopportabile e nessuna di queste mi ha mai fatto cambiare strada”, ha dichiarato, senza abbassarsi al livello degli aggressori, che devono rimpiangere amaramente di non avere eliminato fisicamente, quando ne avevano avuto la possibilità, l’attuale capo della Nazione.

Europa League – Processo No Tav: 1-0

http://www.tgvallesusa.it/?p=6865

 La finale di Europa League che si gioca a Torino fa rinviare il processo ai quattro ragazzi accusati di terrorismo.

Posted on 26 marzo 2014

di Massimo Bonato

Battuta dalle agenzie oggi è la notizia dello slittamento del processo di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, dal 14 al 22 maggio. Serve personale da assiepare lungo le recinzioni dello stadio che ospiterà i ricchi mutanderos per la finale di Europa League che si terrà a Torino proprio il 14.

Troppo pericoloso sguarnire il processo.

Troppo pericoloso sguarnire il corri corri dei ricchi mutanderos, per la sempreverde soluzione che panem et circenses sia la più efficace salvaguardia del torpore popolano.

Così, mentre la coperta si fa sempre più corta e piovono dal ministero tagli su Polizia postale e ferroviaria, si trovano le risorse per rimpinguare il contingente a difesa delle polveri Tav, raddoppiandolo. E al contempo, dopo aver strombazzato accuse di ogni sorta contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò e averli sottoposti a regimi detentivi disumani, si aggiunge al danno la beffa. Peccato non aver voglia di ridere.

UNA VALSUSINA CAMPIONESSA DEL MONDO DI TIRO CON L’ARCO. TATIANA FESTEGGIATA A SAN GIORIO

http://www.valsusaoggi.it/?p=2269

BY  – PUBLISHED: 03/18/2014 – 

Tatiana Andreoli é valsusina, ha 15 anni e vive a San Giorio di Susa: ad inizio marzo ha conquistato la Coppa del mondo di tiro con l’arco indoor, ed era la prima volta che partecipava. Le gare si sono tenute a Nimes, in Francia. Questo sabato é stata festeggiata anche nel suo piccolo paese: in municipio si é tenuta un’affollata cerimonia, insieme al sindaco Bar e al presidente federale della Fitarco, Mario Scarzella. “Le abbiamo donato un trofeo con legno di cedro con su pirografato un arciere e lo stemma del Comune, ed una freccia conficcata – racconta il vicesindaco Luca Giai – é stato davvero un bel momento…Tatiana ha ricordato la vittoria conquistata in finale, e risposto alle varie domande del pubblico”. Ma il Comune intende organizzare altre iniziative per celebrare la sua giovane campionessa: Ci siamo presi l’impegno di organizzare un incontro con le scuole elementari – aggiunge Giai – per fare una dimostrazione al campo sportivo, con i bambini e Tatiana”.

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STRAGE DI OPERAI NEL QATAR, 400 MORTI PER COSTRUIRE LO STADIO DEI MONDIALI 2022

Scritto da Chiara Amendola 16 febbraio 2014
 
La denuncia parte da Londra, è l’Observer ad anticipare l’inchiesta condotta dalla “Nepali Co-ordination Committee”, organizzazione per i diritti umani che ha indagato sulla morte di 400 immigrati nepalesi deceduti nei cantieri in Qatar durante la costruzione di uno degli stadi che ospiterà i mondiali del 2022.

Una strage dal potenziale inarrestabile, come annunciato la settimana scorsa dall’International Trade Union Confederation’. Fino all’inaugurazione dei Mondiali, tra otto anni, si temono 4 mila vittime. I lavoratori più a rischio sembrano essere proprio quelli nepalesi, ovvero il 20% della manodopera usata per la costruzione degli stadi. Molti altri arrivano da India, Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka.

Le polemiche non sembrano arrestarsi, soprattutto con l’avvicinarsi della visita a Doha del Principe Carlo.

A questo proposito il laburista Jim Murphy ha voluto ribadire, con un suo intervento sul Guardian, come nessun lavoratore è morto nei cantieri per le Olimpiadi di Londra 2012.
http://news.you-ng.it/2014/02/16/strage-di-operai-nel-qatar-400-morti-per-costruire-lo-stadio-dei-mondiali-2022/

JEUX OLYMPIQUES DE SOTCHI 2014 : LES JALOUX VONT MAIGRIR !

Agence TEM/ Trans-Europa Médias

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Церемония открытия XXII зимних Олимпийских игр

Une analyse géopolitique de Mikhail Gamandiy-Egorov

La Voix de la Russie / L’Axe Afrique-Russie :

C’est parti pour les XXIIèmes Jeux olympiques d’hiver de Sotchi 2014. Ils n’ont fait que commencer et sont déjà devenus l’un des sujets d’actualité internationale les plus discutés. En tout cas, l’organisation a confirmé (voire dépassé) toutes les attentes.

On s’attendait bien au fait que ces Jeux olympiques ne seraient pas comme les autres, et ce pour plusieurs raisons. A commencer par la position géographique et climatique de Sotchi, une station balnéaire au Sud de la Russie et au bord de la mer Noire. En effet, Sotchi est devenue la première ville au climat méditerranéen avec des montagnes enneigées à portée de vue, à accueillir un événement de cette envergure.

L’autre raison, c’est les moyens engagés. Les JO de Sotchi sont tout simplement les plus chers de l’histoire : 50 milliards de dollars, soit 36 milliards d’euros investis. Mis à part l’aspect sportif immédiat, il s’agit d’un investissement pour l’avenir puisque toutes les infrastructures construites (aussi bien sportives qu’hôtelières) profiteront à la ville et à la région sur le moyen et le long terme. Pour rappel, la ville de Sotchi a toujours été l’une des principales stations balnéaires russes (aussi bien durant l’Empire russe que l’époque soviétique), et ne fait pas exception dans la Russie d’aujourd’hui. Par ailleurs, l’Université d’Etat de Sotchi est également très orientée sur la formation dans le domaine touristique. Il n’est donc pas surprenant que toutes ces nombreuses installations hôtelières serviront à accroître l’intérêt touristique pour Sotchi et la région, y compris pour la clientèle internationale.

Troisième raison, si l’on peut appeler ainsi, ne sont autres que les nombreuses manipulations politiques extérieures. En effet, tous les succès de la Russie depuis de nombreuses années, qu’ils soient politiques, diplomatiques, économiques ou sportifs, provoquent une véritable hystérie auprès de tous ses détracteurs. Mais vu que ce n’est pas nouveau, cela ne nous étonne donc plus vraiment. Au contraire, les critiques répétitives et trop souvent sans fondement de tout ce qui est russe, de tout ce qui est lié à la Russie, à sa politique, à sa vision du monde et des relations internationales, à son respect du système de l’ONU, du droit international et de la souveraineté des Etats, sont plutôt un bon signe.

Effectivement, et si l’on se rappelle des années les plus sombres de la Russie contemporaine : les fameuses années 1990 et jusqu’au tout début des années 2000, l’Occident politique applaudissait activement les soi-disant « succès » de la Russie au moment où le pays était au plus bas et ce dans pratiquement tous les domaines : le marasme économique et politique avait appauvri une extrême partie de la population russe, la criminalité avaient gangrené le pays et les perspectives étaient plus pessimistes les unes que les autres. Mais selon les élites occidentales, la Russie se portait alors « de la meilleure des manières ». Une grande guerre civile qui se présageait à l’horizon et l’éventualité d’un nouvel éclatement du pays auraient été certainement l’apogée de la « réussite russe » pour les « amis » occidentaux.

Tout a subitement et radicalement changé lorsque la Russie a commencé à mettre fin au processus honteux devenu monnaie courante à cette époque au niveau interne et à retrouver la place qui est la sienne, aussi bien au niveau régional que global. Les critiques sont devenues alors proportionnelles aux succès que la Russie obtenait aussi bien sur le plan national qu’international. Donc au final, si aujourd’hui les critiques de certains « bien-pensants » issus des élites politiques et médiatiques occidentales s’acharnent autant sur la Russie, cela signifie que le pays se porte vraisemblablement pas mal du tout…

Pour revenir à Sotchi, la cérémonie d’ouverture des Jeux olympiques a été tout simplement grandiose, comme l’ont noté tous les spectateurs, russes comme étrangers, présents sur place ainsi que la très grande majorité de tous ceux qui avaient suivi sa diffusion en direct à la télévision et via internet. Les principaux médias occidentaux n’ont également pas pu ignorer ce fait et ont dû tous avouer l’excellente organisation et le niveau spectaculaire de la cérémonie d’ouverture de ces JO. Néanmoins et chez certains d’entre eux, il était plus que difficile de ne pas remarquer le niveau de jalousie et de malveillance. C’est vrai, les victoires de la Russie sur l’arène internationale, et dans des domaines si variés, sont évidentes et ne comptent nullement s’arrêter en si bon chemin. Quant aux jaloux et aux mauvaises langues, comme le dit si bien l’expression ivoirienne très appréciée en Afrique de l’Ouest et popularisée par le rappeur franco-malien Mokobé : « Les jaloux vont maigrir ».Tout y est dit !

Mikhail Gamandiy-Egorov

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TEM / avec L’Axe Afrique-Russie – La Voix de la Russie / 16 février 2014 /

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