Ecco dove erano i No Tav

https://comune-info.net/2017/10/ecco-dove-erano-i-no-tav/

Foto di Luca Perino (San Giuseppe-Valsusa, 29 ottobre 2017)

Riceviamo dalla Valsusa, e volentieri pubblichiamo, questa lettera scritta in risposta a un articolo (firmato da un noto giornalista) apparso su LIbero con il titolo La Val Susa brucia nell’indifferenza di no-Tav e grillini.

di Luigi Casel

Egregio Direttore, mi scuso per il tempo che dovrà perdere se mai deciderà di leggere queste poche righe. Sono un cittadino della Valle di Susa che, come tutti gli altri miei conterranei, non dorme da molti giorni. La mia terra è stata devastata da terribili incendi e non le nascondo che ho pianto e continuo a piangere nell’assistere a tanta devastazione. Quindi mi comprenderà quando Le dico che le parole scritte sul suo quotidiano da tal Filippo Facci mi hanno ferito profondamente, come hanno ferito tutti i Valsusini sia NO TAV che SI TAV.

Purtroppo noi cittadini non abbiamo molti modi per rispondere alle infamie che vengono scritte da certi giornalisti. Ci restano i Social, dove funziona meglio l’insulto che il ragionamento e il confronto, ma certamente non hanno efficacia nel controbattere alle parole (non confortate dall’esercizio di verifica dell’attinenza alla verità) scritte su un quotidiano come il Suo. Ecco io non la faccio più lunga nella premessa. Volevo solo Lei sapesse che, pur comprendendo che un giornale più urla e più vende, ritengo che ci dovrebbero essere dei limiti e che lo sciacallare su una tragedia ambientale e umana che sta colpendo una popolazione e un territorio intero dovrebbe stare molto lontano da un giornale che ha l’ambizione di fare informazione e financo opinione. Di TAV e NO TAV possiamo parlare per cento anni … Parlarne utilizzando una tragedia mi pare davvero immorale e offensivo.

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La Valsusa brucia, e stavolta non è una metafora Wu Ming

Concludo rispondendo alla domanda che pone (già dando una risposta) il Suo giornalista “dove cazzo erano i NO TAV?”. Dica per cortesia a Facci che i NO TAV non sono un partito o una squadra di calcio, sono dei cittadini che vivono la loro quotidianità opponendosi a un’opera che ritengono antieconomica, dannosa e inutile. E allora i NO TAV in questi lunghi dieci giorni, insieme a tutti i cittadini della Valle, erano a cercare di fermare le fiamme. Chi sotto il casco della protezione civile, chi sotto quello dei vigili del fuoco, chi sotto i berretti di cittadini comuni che hanno lavorato rischiando la vita e respirando PM 10 oltre dieci volte le soglie di sicurezza.

Tratta dalla pag. fb (foto di Alice Peredhel) No Tav

Erano insomma cittadini che insieme ad altri cittadini hanno fatto il possibile per salvare almeno le case e in Valle di Susa non si è soliti fare queste cose mettendosi magliette di riconoscimento o divise. Forse a Facci sembrerà strano ma una collettività vera vive così. Ci si tira su le maniche e tutti insieme si cerca di reagire alle intemperie della vita. Anche al di là dei tanto sbandierati aiuti di Stato che cita Facci e che qui si sono visti con il contagocce e solo dopo sette giorni di fuoco. Il resto lo abbiamo fatto noi valsusini (NO TAV e non), pensando che così dovrebbero fare tutti, senza troppe lamentazioni e senza troppa ricerca di visibilità.

Disponibile a qualsiasi confronto, La ringrazio e La saluto.

“The Day After” a Mompantero, i cittadini ringraziano i professionisti e i volontari che hanno salvato il paese Piera Favro: “Senza di loro oggi sarebbe un’altra storia”

http://www.lagenda.news/mompantero-cittadini-ringraziano/

L'Agenda.News

mompa-incendio

MOMPANTERO – Non sembra vero, è il primo giorno dopo una settimana che per gli abitanti di Mompantero sembra una mattina come un’altra. Fiamme, fumo e paura oggi hanno lasciato spazio alla speranza e alla triste conta degli ettari del bosco andato in cenere e delle case bruciate. Qui sulla montagna sotto il Rocciamelone lo spettacolo è impressionante tra alberi anneriti e cenere per terra. Zone brulle andate in fumo e poi altre verdi come se non fosse successo nulla.  Un incendio a macchia di leopardo che si è avvicinato come non mai alle frazioni di Mompantero.

I cittadini ringraziano chi ha salvato il paese

Prima le fiamme, poi il fumo, hanno obbligato centinai di mompanteresi a lasciare case, altri a sperare che la baita dei nonni non fosse distrutta dal fuoco. In paese oggi è anche il giorno dei ringraziamenti. C’è Manuela che abita nella frazione San Giuseppe: “Ieri c’era l’inferno oltre ai Vigili del Fuoco le squadre AIB e la Croce Rossa, ci sono stati tutti gli uomini della borgata che con picco e pala hanno salvato anche loro delle case che erano in pericolo. Dobbiamo dire un grande grazie a tutta questa gente, si meritano il nostro abbraccio“.

Il sindaco fa un primo bilancio

Il sindaco Piera Favro, ha vissuto gli ultimi giorni in Municipio, si è allontanata solo per andare nelle frazioni.  Oggi risponde al telefono per ringraziare. “Determinazione, coraggio fino a rischiare la vita nel pericolo ecco quello che hanno dimostrato gli uomini e le donne che hanno salvato il nostro paese. Senza di loro oggi sarebbe un’altra storia. Sono stati giorni di paura e preoccupazione per le persone, le case le cose della nostra vita“. Il sindaco ha il viso scavato dalla fatica è uscita dal calvario solo quando ha saputo che ogni cittadino stava bene, era al sicuro. Da oggi comincia la vita sulle montagne di Mompantero. Arriverà anche il momento di capire se di fronte ad una così grande emergenza paesi piccoli come Mompantero, Chianocco e Caprie abbia ancora senso d’esistere o se una più funzionale aggregazione potrebbe garantire una presenza più importante sul territorio.

Incendi ovunque. L’ombra del business dello spegnimento privatizzato

http://contropiano.org/news/politica-news/2017/07/18/incendi-ovunque-lombra-del-business-dello-spegnimento-privatizzato-094048

Non ci sarà una regia unica, ma una convergenza di interessi criminali certamente sì. L’impressionante sequenza di incendi che stanno distruggendo il patrimonio boschivo italiano ha facile esca nella siccità eccezionale di questi mesi, ma anche se non fossero stati trovati alcuni incendiari in azione, oltre che numerosi “inneschi” nelle aree distrutte, la concentrazione dei fuochi è altamente sospetta. Nel caso del Vesuvio, all’evidenza, addirittura pianificata.

Senza alcuna pretesa di trovare i “colpevoli” per via di deduzione logica, alcuni elementi sono comunque da sottolineare.

Storicamente, gli incendi sono stati appiccati soprattutto in aree appetibili alla speculazione edilizia. Un terreno boschivo demaniale e protetto dalla legislazione, una volta distrutto, può essere più facilmente sottoposto a revisione della destinazione d’uso da parte di amministrazioni locali “permeabili” alle pressioni affaristiche private. Quindi venduto (“privatizzato”) a prezzi da “terreno agricolo” e rapidamente trasformato in “edificabile”.

Questo è un business classico nel miserabile capitalismo all’italiana, immortalato in inchieste giudiziarie, libri, film (“Le mani sulla città”, in primo luogo). Gli incendi, in questo quadro, sono una innovazione relativa, minima, facile, poco costosa, quasi sicura (l’intermediario tra il il palazzinaro committente e l’idiota mandato a dar fuoco è generalmente un malavitoso che sa di non rischiare granché, penalmente).

Una notizia – pubblicata da Globalist – mette in campo un secondo filone di business incendiario. Anche questo non troppo originale, che porta dritto alle società che si accaparrano gli appalti (con finanziamenti pubblici) per lo spegnimento degli incendi. Società private che agiscono come un conorzio monopolistico e incassano cifre folli per ogni ora di intervento: 15.000 euro l’ora per un Canadair, 5.000 per un elicottero.

L’unica inchiesta aperta per ora su queste società è opera dell’autorità Antitrust, in base alla denuncia di un elicotterista. La magistratura sta intanto indagando sui singoli incendi (com’è del resto reso obbligatorio dalla legislazione corrente), e dunque potrebbe arrivare ad “attenzionare” le società private solo se dagli incendiari colti sul fatto si potrà risalire ad intermediari e mandanti.L’antitrust, infatti, potrà al massimo scoprire e sanzionare “pratiche di cartello” messe in atto per far salire alle stelle i costo orario di ogni intervento.

Certo, però, che è del tutto legittimo sospettare un business dello spegnimento incendi, quasi completamente privatizzato e sottratto alla gestione pubblica (ultimo episodio lo scioglimento del corpo forestale, che raddoppia i danni dei “risparmi” operati nei confronti dei Vigili del Fuoco, come segnalato anche da Contropiano in più occasioni, qui e qui). Non avrebbe senso, infatti, aprire e tenere in piedi una società privata con a disposizione Canadair – aerei che possono fare soltanto una cosa: caricare acqua sfiorando la superficie e poi scaricarla altrove – se non ci fosse la ragionevole certezza di un congruo numero di incendi annuo. Quindi una certezza di entrate in grado di garantire manutenzione dei mezzi, pagamento degli stipendi (alti, nel caso di piloti e meccanici specializzati) e ovviamente profitto per i titolari. Da questo punto di vista, insomma, gli incendi ci devono essere. Sennò si chiude…

Lo schema “economico” di questo business, al pari della speculazione edilizia, dà la misura dell’impazzimento dell’”imprenditoria” di questo paese: distruggere territorio per guadagnarci qualcosa, senza produrre assolutamente nulla. Un guadagno facile, foraggiato con soldi pubblici (nessun “privato” pagherebbe per spegnere incendi su terreni non suoi), moltiplicato dalla riduzione veloce della presenza dello Stato in questo campo.

I “grandi colpevoli” indicati in queste ore dai media mainstream (cumuli di immondizie non raccolte, sterpaglie non falciate, comportamenti individuali fuori di testa, ecc) sono tutte concause che contribuiscono ad estendere fino all’incontrollabilità ogni singolo incendio. Ma non ne sono mai all’origine. Al pari della sempre inventata “autocombustione”.

p.s. Ventiquattro ore dopo, ci arriva anche Repubblica.

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Le stranezze sugli appalti per i Canadair: ecco la decisione del Garante della Concorrenza

Tutto è partito dalla segnalazione di possibili illeciti fatti da un pilota di elicotteri che opera nel settore e “legge” dal di dentro, le stranezze delle partecipazioni alle gare d’appalto.

Quindicimila euro l’ora per l’intervento di un canadair, 5000 l’ora per quello di un elicottero. Alla vigilia di questa estate di fuoco, l’Autorità Garante della Concorrenza ha iniziato ad occuparsi del business dello spegnimento degli incendi legato alla flotta dei Canadair. Di seguito, integrale, il documento con il quale il Garante ha deciso di aprire un’istruttoria. Tutto parte dalla denuncia di un pilota che ben conosce l’ambiente e chi si muove in questa ricca fetta di mercato. Fase istruttoria che si dovrà chiudere entro l’ottobre del 2018. Questo per quel che riguarda il Garante, se nel frattempo non intervenisse la magistratura ordinaria, adesso impegnata, in diverse Procure a fare luce sulle responsabilità e sulla regia degli incendi. Ricordiamo che in Italia, la flotta di 19 Canadair, cosi come la maggior parte della flotta di elicotteri per il salvataggio e la lotta agli incendi, è privata. Il Garante si muove ed apre una istruttoria – come detto – dopo la denuncia di un pilota che parla degli attori di questo business. Mercato che apparirebbe segnato da accordi che non sono proprio sul binario del rispetto della concorrenza.

I contratti se li aggiudicano sempre le stesse ditte. A ricordarlo, nella sua pagina Facebook, in questi giorni è anche Gherardo Chirici, professore associato di inventari forestali e telerilevamento presso Università degli Studi di Firenze.

Il passato dell’affaire Canadair è travagliato e segnato da qualche “stranezza”. Non solo nel passato, visto che il Garante dopo aver osservato un campione di 18 gare d’appalto, ha ritenuto “che le condotte poste in essere dalle società Babcock Mission Critical Services Italia S.p.A. (già Inaer Aviation Italia S.p.A.), Airgreen S.r.l., Elifriulia S.r.l., Heliwest S.r.l., Eliossola S.r.l., Elitellina S.r.l., Star Work Sky S.a.s. e dall’Associazione Elicotteristica Italiana sono suscettibili di configurare un’intesa restrittiva della concorrenza in violazione dell’articolo 101 del Tfue.”.

Ma andiamo a leggere l’integrale del Garante per la Concorrenza: “In data 13 maggio 2016 è pervenuta una segnalazione volta a denunciare asserite condotte illecite, anche di natura anticoncorrenziale, perpetrate in relazione all’affidamento e all’esecuzione di appalti pubblici aventi ad oggetto la prestazione di servizi di antincendio boschivo e di elisoccorso. Tale segnalazione è stata integrata con ulteriore documentazione prodotta in data 30 maggio 2016. La segnalazione proviene da un operatore del mercato interessato, quale pilota di elicotteri e titolare di un’impresa con sede in Piemonte, che lamenta condotte di condizionamento e turbativa di numerose gare pubbliche bandite a livello regionale – per una complessiva ampiezza nazionale del fenomeno denunciato – e riconducibili a sette operatori del settore appartenenti all’Associazione Elicotteristica Italiana (AEI) nel cui ambito si sarebbe realizzata la contestata spartizione degli appalti pubblici.

Le parti – Il segnalante è un pilota professionista di elicotteri, titolare di qualifiche riconosciute dall’ENAC ed EASA di dirigente e responsabile di attività di trasporto aeronautico ed opera da svariati anni, anche come titolare di imprese, nel settore del trasporto aereo e di antincendio ed elisoccorso. – I partecipanti all’intesa: Babcock Mission Critical Services Italia S.p.A. (già Inaer Aviation Italia S.p.A., di seguito, in breve, “Babcock MCS” già “Inaer”) è una società con sede legale a Milano e sede operativa in provincia di Lecco ed attiva nel settore del trasporto aereo di passeggeri e merci e dei servizi di soccorso aereo ed antincendio. Il capitale sociale è interamente posseduto da una società di diritto spagnolo. Il valore di fatturato dell’esercizio 2015 è pari a circa duecento milioni di euro. Nel marzo 2017 la società ha mutato la precedente denominazione sociale Inaer Aviation Italia S.p.A. in Babcock Mission Critical Services Italia S.p.A. Airgreen S.r.l. (di seguito, in breve, “Airgreen”) è una società con sede legale in provincia di Torino ed attiva nel settore del trasporto aereo non di linea e dei servizi di soccorso aereo ed antincendio. Il valore di fatturato dell’esercizio 2015 è pari a circa venti milioni di euro. Elifriulia S.r.l. (di seguito, in breve, “Elifriulia”) è una società con sede legale in provincia di Gorizia ed attiva nel settore del trasporto aereo non di linea e dei servizi di soccorso aereo ed antincendio. Il valore di fatturato dell’esercizio 2015 è pari a circa dieci milioni di euro. 7. Heliwest S.r.l. (di seguito, in breve, “Heliwest”) è una società con sede legale in provincia di Asti ed attiva nel settore del trasporto aereo non di linea e dei servizi di soccorso aereo ed antincendio. Il valore di fatturato dell’esercizio 2015 è pari a circa nove milioni di euro. Eliossola S.r.l. (di seguito, in breve, “Eliossola”) è una società con sede legale in provincia di Verbania ed attiva nel settore del trasporto aereo non di linea e dei servizi di soccorso aereo ed antincendio. Il valore di fatturato dell’esercizio 2015 è pari a circa cinque milioni di euro. Elitellina S.r.l. (di seguito, in breve, “Elitellina”) è una società con sede legale in provincia di Sondrio ed attiva nel settore del trasporto aereo non di linea e dei servizi di soccorso aereo ed antincendio. Il valore di fatturato dell’esercizio 2015 è pari a circa dieci milioni di euro. Star Work Sky S.a.s. di Giovanni Subrero & C. (di seguito, in breve, “Star Work”) è una società in accomandita semplice con sede legale in provincia di Alessandria ed attiva nel settore del trasporto aereo non di linea e dei servizi di soccorso aereo ed antincendio. Associazione Elicotteristica Italiana (di seguito, in breve, “AEI”) è un’associazione senza fini di lucro finalizzata ad individuare le esigenze presenti e future dell’elicottero, promuoverne l’impiego presso gli enti governativi, le amministrazioni regionali e locali, le aziende private e il pubblico in genere. Allo stato AEI è composta da soci manutentori /venditori di aeromobili e operatori aerei. In particolare, dei 15 attuali soci di AEI, sette (le Parti sopra riportate) sono operatori aerei titolati a svolgere attività di trasporto e lavoro aereo commerciale, gli altri soci sono imprese che si occupano di manutenzione e/o vendita di aeromobili. La presidenza e gli organi direttivi dell’associazione sono composti da esponenti e rappresentanti delle imprese socie.

Il fatto – Le vicende oggetto di segnalazione concernono ipotesi di condotte anticompetitive volte a condizionare lo svolgimento e l’esito di svariate gare pubbliche concernenti l’affidamento di servizi di elisoccorso (HEMS, Helicopters Emergency Medical Service, secondo un acronimo anglosassone) ed anti-incendio boschivo (fire-fighting o AIB). 13. Nel dettaglio, il segnalante delinea uno scenario fattuale in cui le Parti si sarebbero spartite a livello nazionale il mercato relativo ai riferiti servizi, secondo meccanismi di turbativa d’asta realizzati, per quanto rileva sotto il profilo antitrust, combinando in modo sistematico i seguenti ordini di condotte illecite di coordinamento nelle strategie partecipative: – partecipazione alle gare singolarmente o in raggruppamenti variabili tra le medesime imprese in modo che per ciascuna gara figuri un solo offerente (in forma singola o associata) che riesce ad aggiudicarsi l’appalto senza ribasso o con ribassi risibili (sovente inferiori all’1%); – mancata partecipazione alle gare sì da farle andare deserte e indurre la stazione appaltante a riaffidare in trattativa privata la commessa al precedente assegnatario. Il segnalante dichiara che tali condotte sono state poste in essere in modo sistematico e da svariati anni (sin dai primi anni del 2000) su gran parte delle gare bandite, a livello regionale, dalle amministrazioni competenti per l’affidamento dei due servizi menzionati, oltreché, per l’appalto AIB – flotta aerea della protezione civile, a livello nazionale e ha prodotto una tavola riepilogativa in cui individua per ciascuna regione e servizio i vari aggiudicatari (singolo o in ATI), secondo una mappatura ripartitoria in cui figurano quasi esclusivamente i sette operatori facenti parte dell’AEI individuati quali parti del presente procedimento. In particolare, la tavola riepilogativa riporta un totale di 32 affidamenti – che il segnalante definisce “contratti” – in essere tra le stazioni appaltanti e i suddetti operatori, distinti tra servizi AIB (16 contratti) e servizi HEMS (16 contratti). Il segnalante sostiene che la condotta collusiva contestata avrebbe condizionato anche più gare d’appalto (cronologicamente consecutive) per ciascun affidamento elencato nella tavola riepilogativa. Secondo la ricostruzione resa dal segnalante, la ripartizione del mercato nei descritti termini sarebbe avvenuta tra le Parti anche nell’ambito dell’Associazione AEI, alcuni dei cui esponenti risultano riconducibili alle società partecipanti all’intesa qui ipotizzata. In esito ad un preliminare vaglio preistruttorio, dalla documentazione prodotta in sede di segnalazione e dagli ulteriori dati acquisiti dall’ANAC3 e trasmessi dal Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, si sono ricostruite le dinamiche partecipative di un campione esemplificativo di diciotto procedure ad evidenza pubblica sopra soglia (intendendosi per tali sia singole gare che lotti autonomi di una medesima gara) bandite da dieci amministrazioni regionali e, a livello nazionale, dalla protezione civile, in un arco temporale che va dal 2009 al 2016. Dall’analisi delle procedure di gara sin qui ricostruite emergono, prima facie, elementi di conferma delle modalità partecipative segnalate con riferimento sia a servizi AIB che HEMS.

Si riporta, di seguito, la sintesi del preliminare screening condotta su alcune delle gare oggetto di segnalazione, recante l’evidenza degli elementi informativi utili a dare contezza delle condotte partecipative contestate, ricostruiti sulla base della documentazione disponibile. L’anno indicato è quello di aggiudicazione dell’affidamento, ciascuno dei quali ha durata pluriennale.

Committenza anno ribasso aggiudicatario Piemonte Eliossola (unica offerta e operatore uscente del precedente appalto) Lotto 2 Airgreen (operatore uscente del precedente appalto – due offerte) AIB. Lotto 3 Star Work (due offerte. L’altra è stata presentata da Heliwest, operatore uscente del precedente appalto) AIB 2012 1,2% ATI Airgreen/Inaer (ora Babcock MCS, unica offerta)Hems

Sardegna 2015 0,04% ATI Airgreen/Eliossola/Elifriulia/Star Work/Elitellina (unica offerta) AIB 2012 0,01% ATI Airgreen/Eliossola/Elifriulia/Star Work/Elitellina (unica offerta) AIB Liguria 2015 – Heliwest (procedura negoziata, riaffidamento al precedente aggiudicatario) AIB 2012 0,5% Heliwest (due offerte. L’altra è stata presentata da Star Work) AIB Lazio 2016 0,86% Eliossola (unico offerente) AIB 2012 0,75% ATI Eliwest/Eliossola (unico offerente) AIB Veneto 2013 0,01% ATI con mandataria Elifriulia AIB Valle d’Aosta 2014 0,43% Airgreen (unico offerente) HEMS 2009 0,16% Airgreen (unico offerente) HEMS Friuli Venezia Giulia 2015 25% Elifriulia (unico offerente. In precedenza vi era stata una gara andata deserta) AIB Campania 2012 0,25% ATI Heliwest/Eliossola/Elifriulia (unico offerente) AIB Toscana 2011 0,7% ATI Elifriulia/Eliossola (unico offerente) AIB Sicilia 2011 0,84% ATI Heliwest/Elitellina/Elifriulia (unico offerente. Nella precedente gara i tre operatori avevano partecipato in due raggruppamenti concorrenti) AIB Protezione Civile Nazionale 2011 0,02% Inaer (ora Babcock MCS, unico offerente) AIB

Invero, lo scrutinio di tali gare restituisce un pattern partecipativo connotato da aggiudicazioni all’unico offerente in gara (in forma singola o associata) con ribassi sovente prossimi allo zero o comunque di entità ridottissima che potrebbe essere stato applicato anche ad altre procedure ad evidenza pubblica oggetto di segnalazione. Gli aggiudicatari coincidono con le parti del procedimento, che si alternano nelle varie gare, singolarmente o in compagini collettive, distribuendosi in misura abbastanza omogenea nelle varie regioni italiane (anche a distanza rispetto la loro localizzazione aziendale) e tendendo, per quanto è possibile osservare dai dati in possesso, a mantenere, anche sotto il profilo diacronico, il pregresso bacino di dominanza o ad alternarsi per conservare la propria quota di mercato. La documentazione agli atti offre, altresì, talune evidenze concernenti fattispecie partecipative delle Parti di analogo segno a quelle sopra riportate anche in relazione a procedure di gara concernenti altri servizi di trasporto aereo o altri servizi aerei vari, bandite da amministrazioni o soggetti aggiudicatori differenti dagli enti o organi della protezione civile. Da ultimo, il segnalante rimarca come la costituzione dei raggruppamenti temporanei in cui risultano talvolta figurare le Parti nelle gare censite non risulterebbe giustificata “da un’ipotetica carenza di aziende qualificate e/o di dimensioni sufficienti a concorrere singolarmente, perché praticamente tutte le sette aziende appartenenti ad AEI hanno il potenziale ed il numero di elicotteri sufficiente per concorrere singolarmente alla quasi totalità delle gare d’appalto”.

Valutazioni – Le condotte oggetto del presente procedimento interessano il settore dei servizi di elisoccorso (HEMS) e anti-incendio boschivo (AIB). I servizi HEMS si caratterizzano per attività di soccorso sanitario effettuate mediante l’impiego di elicotteri dedicati, svolte in favore di pazienti che versano in situazioni critiche e necessitano di assistenza medica in tempi rapidi e in tutte le circostanze in cui una normale ambulanza non è in grado di operare. Per altro verso i servizi anti-incendio (fire-fighting o AIB) possono essere svolti sia mediante l’utilizzo di elicotteri che attraverso altre tipologie di aeromobili. Dalla segnalazione pervenuta emerge che gran parte delle imprese operanti nel settore svolge entrambi i servizi di elisoccorso e anti-incendio. Per contro, risulta che solo una delle società attenzionate (Inaer, ora Babcock MCS) si sia aggiudicata un appalto AIB da espletarsi mediante utilizzo di aerei (di proprietà della Protezione civile nazionale), mentre tutte le altre società risultano affidatarie di contratti da eseguirsi con l’utilizzo di elicotteri. La domanda dei descritti servizi viene espressa tramite gare pubbliche d’appalto, distinte per tipologia di servizio (AIB o HEMS), bandite di regola a livello regionale dai dipartimenti locali della protezione civile. Solo la gara concernente l’AIB da effettuarsi con la flotta aerea della protezione civile è stata disposta su base nazionale. Da una prima disamina di taluni capitolati di gara predisposti dalla committenza regionale per l’affidamento dei descritti servizi, le procedure a evidenza pubblica vengono aggiudicate con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa o con il criterio del prezzo più basso, e tra i requisiti di partecipazione viene richiesto, oltre a dati di fatturato generale e specifico per servizi analoghi, la disponibilità, sia a titolo di proprietà che in leasing, di un certo numero di elicotteri caratterizzati da puntuali caratteristiche tecniche e determinato equipaggiamento. Secondo costante orientamento giurisprudenziale, in materia di intese, la definizione del mercato rilevante è essenzialmente volta a individuare le caratteristiche del contesto economico e giuridico nel quale si colloca l’accordo o la pratica concordata tra imprese. Tale definizione è dunque funzionale alla delimitazione dell’ambito nel quale l’intesa può restringere o falsare il meccanismo concorrenziale e alla decifrazione del suo grado di offensività. Nel caso in esame, in via di prima approssimazione, il mercato può circoscriversi nell’ambito geografico e merceologico delle gare condizionate mediante l’ipotizzata intesa di ripartizione del mercato. Tali gare, in particolare, afferiscono ad affidamenti pubblici, disposti a livello nazionale, regionale e locale, di servizi HEMS e AIB. Non si esclude, inoltre, che la concertazione possa avere un perimetro più ampio ed estendersi anche a gare pubbliche aventi ad oggetto l’affidamento di altri servizi di trasporto aereo o altri servizi aerei vari. La qualificazione dell’intesa. Il complesso degli elementi sopra descritti consente di ipotizzare un coordinamento tra le Parti, che potrebbe risalire al 2000, al fine di limitare il reciproco confronto concorrenziale nelle procedure pubbliche di affidamento dei servizi HEMS e AIB attraverso un’intesa, nella forma di un accordo e/o di una pratica concordata, avente ad oggetto la ripartizione del mercato finalizzata all’aggiudicazione degli appalti oggetto di concertazione con ribassi di ridotta entità, sovente prossima allo zero. Tale condotta collusiva e spartitoria sarebbe stata posta in essere anche nell’ambito e per il tramite dell’AEI, di cui tutti gli operatori Parti del presente procedimento risultano essere soci. Invero, la documentazione agli atti restituisce elementi segnaletici di possibili condotte concertative aventi ad oggetto il condizionamento in senso anticompetitivo delle procedure ad evidenza pubblica. Il pattern partecipativo che pare emergere, coerente a quanto prefigurato dal segnalante, risulta caratterizzato da assenza di sovrapposizione e sincronismo partecipativo delle Parti da cogliersi trasversalmente su un’ampia gamma di gare ed affidamenti pubblici (che pare includere tutte le procedure ad evidenza pubblica poste in essere a livello nazionale e regionale o locale per affidare servizi AIB ed HEMS).

Infatti, le anomalie partecipative sintomatiche di coordinamento nella presentazione dell’offerta per spuntare ribassi esigui, a volte prossimi allo zero, risultano investire svariate procedure di gara su una dimensione cronologica e geografica vasta. Le evidenze fattuali paiono tratteggiare un’ipotesi di intesa anticoncorrenziale idonea a neutralizzare i rischi di un effettivo confronto competitivo tra le Parti teso a stabilizzare artificiosamente le rispettive quote di mercato. La descritta, ipotizzata, condotta anticompetitiva pare essersi realizzata anche attraverso l’uso distorto dei raggruppamenti temporanei di imprese, impiegati dalle Parti al fine precipuo di spartirsi le commesse disinnescando il meccanismo competitivo tipico di una gara pubblica. Attraverso siffatta, ipotizzata, condotta concertata, le Parti potrebbero aver alterato sensibilmente la libera formazione dei prezzi nell’ambito delle gare pubbliche in esame, riducendo al minimo i ribassi offerti e determinando così un innaturale innalzamento del valore economico delle commesse. Le evidenze, anche documentali, prodotte dal segnalante e gli ulteriori elementi agli atti consentono di ipotizzare un’ampia latitudine delle possibili condotte concertative, tale da eventualmente ricomprendere tutte le gare bandite da qualunque stazione appaltante ed aventi ad oggetto non solo i servizi HEMS e AIB ma anche altri servizi di trasporto aereo o altri servizi aerei vari. In tal senso, il presente procedimento è volto a verificare ed eventualmente acclarare ipotesi di collusione anche in siffatto, più esteso, ambito operativo. In considerazione della rilevanza comunitaria delle procedure di gara in questione e del fatto che i servizi oggetto delle medesime interessano l’intero territorio nazionale, l’intesa ipotizzata appare idonea, laddove accertata, a pregiudicare il commercio tra Stati membri. Di conseguenza, la fattispecie oggetto del presente procedimento verrà valutata ai sensi dell’articolo 101 del TFUE.

Ritenuto, pertanto, che le condotte sopra descritte poste in essere dalle società Babcock Mission Critical Services Italia S.p.A. (già Inaer Aviation Italia S.p.A.), Airgreen S.r.l., Elifriulia S.r.l., Heliwest S.r.l., Eliossola S.r.l., Elitellina S.r.l., Star Work Sky S.a.s. e dall’Associazione Elicotteristica Italiana sono suscettibili di configurare un’intesa restrittiva della concorrenza in violazione dell’articolo 101 del TFUE;

Delibera.

a) l’avvio dell’istruttoria ai sensi dell’articolo 14, della legge n. 287/90, nei confronti delle società Babcock Mission Critical Services Italia S.p.A. (già Inaer Aviation Italia S.p.A.), Airgreen S.r.l., Elifriulia S.r.l., Heliwest S.r.l., Eliossola S.r.l., Elitellina S.r.l., Star Work Sky S.a.s. e dell’Associazione Elicotteristica Italiana per accertare l’esistenza di violazioni dell’articolo 101 del TFUE;

b) la fissazione del termine di giorni sessanta decorrente dalla notificazione del presente provvedimento per l’esercizio da parte dei legali rappresentanti delle Parti, o di persone da essi delegate, del diritto di essere sentiti, precisando che la richiesta di audizione dovrà pervenire alla Direzione “Manifatturiero e Servizi” di questa Autorità almeno quindici giorni prima della scadenza del termine sopra indicato;

c) che il responsabile del procedimento è il dott. Massimo Lupi;

d) che gli atti del procedimento possono essere presi in visione presso la Direzione “Manifatturiero e Servizi” di questa Autorità dai rappresentanti legali delle Parti, nonché da persone da essi delegate;

e) che il procedimento deve concludersi entro il 31 ottobre 2018. Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato 10 Il presente provvedimento sarà notificato ai soggetti interessati e pubblicato nel Bollettino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Il segretario generale Roberto Chieppa

Il presidente Giovanni Pitruzzella

Riccardo, caposquadra dei vigili del fuoco: “Grazie Ragazzi”

notav.info
post 1 novembre 2017 at 11:03

Pubblichiamo la lettera di Riccardo, caposquadra dei vigili del fuoco, che in poche righe, riesce a spiegare, attraverso gli occhi di un operatore professionista, la caparbietà e la forza di questa nostra Valle, testardamente notav, fortemente valsusina.

Mompantero 29/10/2017
Salve Io mi chiamo Riccardo , sono un Caposquadra dei vigili del fuoco, nella mia quasi trentennale carriera pensavo di aver visto di tutto, di più ma una simile devastazione del patrimonio boschivo per me è la prima volta .
Giunto a Mompantero da Torino mi venne affidato il compito di presidiare la frazione di Marzano, in quanto gli incendi boschivi avrebbero potuto interessare anche le abitazioni.
Da subito mi attivavo per capire quali forze e mezzi avevamo, e venni preso dallo sconforto. I tagli voluti dalla politica si fanno sentire , pochi uomini pochi mezzi e purtroppo alcuni solo parzialmente funzionanti, fra tutti avevamo solo 2 motoseghe.
Con 2 sole motoseghe era una partita già persa prima ancora di cominciare, ma la fortuna volle che a S.Giuseppe in mattinata incontrai Daniele , un mio amico d’infanzia, il quale mi disse che si stava adoperando con tanti amici NOTAV per ripulire le zone boschive vicino le borgate. Non poteva offrire un aiuto migliore, un colpo di telefono e tempo meno di un’ora mi sono arrivati gli amici di Daniele. Così fra le nostre due motoseghe e i 14 colleghi , una squadra di operai forestali qualche AIB e tanti ragazzi NOTAV volenterosi è stata fatta una pulizia di tutte le zone circostanti l’abitato fino a pochi minuti prima dell’arrivo delle fiamme , quando ormai era troppo pericoloso e vennero invitati ad abbandonare la zona.

Non saranno mai abbastanza i ringraziamenti per questi ragazzi e ragazze, che invece di perdere tempo a scattare foto col cellulare, si sono rimboccati le maniche e hanno fornito un aiuto indispensabile senza il quale molto probabilmente la frazione di Marzano non esisterebbe più.
Grazie da parte mia, di tutti i colleghi permanenti e volontari e da parte di tutti quanti hanno partecipato a qualsiasi titolo, anche solo portandoci qualcosa da bere hanno fatto un gran bel gesto di altruismo.

In 27 anni non mi sono mai tirato indietro davanti alle fiamme e non volevo farlo di certo oggi, grazie per avermi aiutato, e ricordate che l’unione fa la forza, loro ci vogliono divisi.

Riccardo

SOMALIE LABORATOIRE AFRICAIN DE LA GEOSTRATEGIE DU CHAOS : CES SHEBAB, QUE LES OCCIDENTAUX DISAIENT VAINCUS, ONT REPRIS L’OFFENSIVE VERS MOGADISCIO !

 

LM/ PANAFRICOM-NEWS/ 2017 10 31/

http://www.scoop.it/t/panafricom

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Les médias occidentaux les disaient vaincus … al-Shabab reprend le contrôle de la ville stratégique de Rasadaay !

Les terroristes islamistes d’al-Shabab ont repris, ce mardi 31 octobre, le contrôle d’une ville clé dans le sud de la Somalie, a rapporté Garowe Online. Quelques heures après que les troupes de l’Union africaine (UA) ont quitté Rasadaay, ville située à 179 km au sud-ouest de la capitale somalienne, Mogadiscio, le convoi des terroristes d’al-Shabab est entré dans la ville sans combat.

On ne sait pas encore pourquoi les troupes de l’UA se sont retirées de la ville stratégique de Rasadaay. Il est à craindre que le contrôle de Rasadaay par al-Shabab puisse permettre aux terroristes de prendre position contre les troupes de l’UA dans les régions voisines de Barawe et de Mogadiscio.

Al-Shabab a mené une opération terroriste dans un hôtel de Mogadiscio, le week-end dernier, faisant 29 morts. De même, une explosion dans le nord de la Somalie a tué au moins dix effectifs des forces de maintien de la paix de l’Union africaine.

* Comprendre le chaos somalien /

Luc MICHEL, FOCUS / GEOPOLITIQUE :

SOMALIE 2013, NOUVELLES DU LABORATOIRE DU NOUVEL ORDRE AMERICAIN EN AFRIQUE ET AU « GRAND MOYEN-ORIENT » sur http://www.lucmichel.net/2013/03/19/luc-michel-focus-geopolitique-somalie-2013-nouvelles-du-laboratoire-du-nouvel-ordre-americain-en-afrique-et-au-grand-moyen-orient/

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VERS UN SEISME GEOPOLITIQUE DANS L’UNION EUROPEENNE (IV): LA CORSE (REGION FRANCAISE) RECONNAÎT LA RÉPUBLIQUE CATALANE !

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Flash géopolitique – Geopolitical Daily/

2017 11 01/

LM.GEOPOL - Catalogne corse (2017 11 31) FR 2

« J’ai écrit dans une précédente analyse (21 oct. 2017) que la crise catalane avait lancé un processus irréversible. Et peu importe que Barcelone obtienne ou pas son indépendance cette fois. J’ai parlé de « bombe géopolitique à retardement ». Les médias de l’UE (qui sont ceux de l’OTAN) nous disent inlassablement que « le gouvernement catalan est isolé ».

Ce n’est pas vrai en Belgique, où les nationalistes flamands dominent la majorité et le gouvernement fédéral . Mais ce n’est pas vrai non plus ailleurs où des forces indépendantistes puissantes existent : Italie du Nord, Ecosse ou encore la Corse en France … »

– Luc MICHEL.

« Le Parlement catalan vient donc de refuser l’abaissement de sa démocratie et l’humiliation de son peuple »

– Le président de l’Assemblée de Corse, Jean Guy Talamoni.

On se rappellera que les indépendantistes corses ont la majorité à “l’Assemblée de Corse“. Comme les italiens de la ‘Lega Norte’ (au pouvoir dans les régions de Lombardie et Vénétie) (1) ou les flamands de la N-VA (au pouvoir en Flandre et au niveau fédéral belge), ce sont des sécessionnistes qui ont mis provisoirement « de l’eau autonomiste dans leur vin indépendantiste » et ont accepté le statut d’autonomie comme une étape vers l’indépendance étatique. Et qui regardent la Catalogne avec empathie …

LA CORSE RECONNAÎT LA RÉPUBLIQUE CATALANE !

Le président de l’Assemblée de Corse, Jean Guy Talamoni, a salué vendredi la « naissance de la République de Catalogne » et exprimé sa « solidarité à l’égard du gouvernement régional », quelques heures après la déclaration unilatérale d’indépendance de la Catalogne.

« Nous regrettons que cet événement historique n’intervienne pas dans une situation apaisée », a écrit l’élu indépendantiste corse Jean Guy Talamoni dans un communiqué, accusant Madrid d’avoir « refusé depuis des années de prendre en compte la volonté du peuple catalan d’avancer vers sa souveraineté ». Le gouvernement espagnol « a fait preuve d’une irresponsable intransigeance, le conduisant à décider de l’abolition de l’autonomie catalane et la destitution de son gouvernement démocratique », a-t-il estimé. Et d’ajouter : « Le Parlement catalan vient donc de refuser l’abaissement de sa démocratie et l’humiliation de son peuple. »

Face au risque d’une « aggravation des tensions », Jean Guy Talamoni a appelé « les démocrates européens à  soutenir un peuple qui ne demandait qu’à exercer librement ses droits naturels et inaliénables ».

En Corse, où les aspirations d’autonomie sont croissantes depuis 40 ans, « la consultation catalane du 1er octobre, à l’origine de la crise ouverte entre Barcelone et Madrid, risque de réveiller les vieux démons », dit l’AFP .Le mouvement clandestin corse du ‘Front de libération nationale corse’ (FLNC), fraction « du 22 octobre », a notamment appelé la population « à faire élire la liste issue de l’union du Mouvement national corse lors des élections territoriales des 3 et 10 décembre ».

LES ETATS DE L’UE AVEC MADRID MAIS LES REGIONS AUTONOMISTES AVEC LA CATALOGNE

Les états de l’UE opposent un « front anti-catalan » à Barcelone A l’exception du maillon faible belge (2). Le président français et son gouvernement, tout comme l’Allemagne, se sont ainsi fermement opposés à une « Catalogne indépendante » et se sont dits solidaires envers Madrid. 

Mais cette opposition relève d’un double discours, au regard de la position de Paris dans la question du Kosovo ou le nouveau referendum kurde : la France, tout en apportant un soutien « apparent » à Bagdad, a fait avancer l’idée de la création d’une « confédération Erbil-Bagdad », ce qui revient à reconnaître à demi-mot un « État kurde en Irak ».

En Syrie, la France n’a cessé pendant les deux mandats de Sarkozy et de Hollande de soutenir les efforts censés provoquer le démembrement du pays. Idem en Irak où les figures célèbres comme l’ex-ministre des Affaires étrangères, Bernard Kouchner ou encore le pseudo philosophe Bernard Henri Levi n’ont cessé de s’afficher aux côtés de Barzani, au lendemain de la tenue du référendum désormais discrédité sur l’indépendance. La France politique et les partis dominants de l’UE, arroseur arrosé ?

NOTES :

(1) Lire sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ VERS UN SEISME GEOPOLITIQUE DANS L’UNION EUROPEENNE (III): L’INFLUENCE DE LA CATALOGNE SUR LES REFERENDA DE LOMBARDIE ET VENETIE EN Italie sur https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel/posts/1140737299394020

(2) Quand la N-VA, qui réclame statutairement une « République flamande », mais est partactique le parti fort de la majorité fédérale et du gouvernement belge, soutient les indépendantistes de Catalogne … La N-VA soutient par tous les moyens le peuple catalan ! Des parlementaires de la N-VA veulent tout mettre en œuvre pour manifester leur soutien au peuple catalan et arriver à solution pacifique à la suite des violences lors du référendum sur l’indépendance catalane. Dans les parlements flamand (région autonome de la Belgique), fédéral belge et européen … Lire : LE MAILLON FAIBLE DU ‘FRONT ANTI-CATALAN DE L’UE’ (I) : LA N-VA, PRINCIPAL PARTI FLAMAND DU GOUVERNEMENT FEDRAL BELGE ET DE SA MAJORITE, SOUTIENT LES INDEPENDANTISTES DE CATALOGNE sur http://www.lucmichel.net/2017/10/30/la-republique-deurope-le-maillon-faible-du-front-anti-catalan-de-lue-i-la-n-va-principal-parti-flamand-du-gouvernement-fedral-belge-et-de-sa-majorite-souti/

(Source : AFP – EODE Think Tank)

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VERS UNE CRISE POLITIQUE EN BELGIQUE : L’HOMME FORT DU ‘PAYS’, LE PRESIDENT DE LA N-VA DE WEVER, S’ENGAGE POUR PUIGDEMONT ET LA CATALOGNE !

 

LM pour LA REPUBLIQUE D’EUROPE/

2017 10 31/

REP - De wever s'engage pr la catalogne (2017 10 31) FR

La crise politique qui s’annonce en Belgique sur le soutien du parti gouvernemental N-VA aux indépendantistes catalans, est maladroitement soulignée par la presse francophone belgicaine. Comme La Libre Belgique qui écrit : « Tout citoyen européen a évidemment le droit d’aller et venir dans l’Union, de s’exprimer librement. La question du jour est de savoir si, par ses propos – pour une fois accueillants ! – le secrétaire d’Etat à la Migration, Theo Francken, n’a pas, encouragé Puigdemont, qui a commis un acte illégal dans son pays, à choisir la Belgique comme terre d’accueil, brouillant ainsi la politique internationale de son pays ».

Et les tentatives de minimiser l’affaire ne font que souligner le malaise de la classe politico-médiatique francophone : « Pendant que Bruxelles s’agitait à l’idée de voir la crise catalane se transformer en une crise interne, Carles Puigdemont a assuré que ce n’était pas la Belgique qu’il était venu visiter, mais bien “la capitale de l’Europe” – entendez : les institutions de l’Union européenne. Aux yeux du président catalan, la capitale belge reste donc, du moins pour l’instant, ni plus ni moins que l’endroit idéal pour murmurer aux oreilles de l’UE. Mais depuis le début de la crise catalane, tant les Vingt-huit que la Commission européenne n’ont pas dévié d’un iota de leur position, refusant de se mêler d’une question “interne” à l’Espagne et sommant la Catalogne de respecter l’Etat de droit et la Constitution espagnole ». Bref tout va très bien Madame la marquise belge …

DE WEVER : “PUIGDEMONT EST UN AMI QUE L’ON NE LAISSE PAS TOMBER” …

Sauf que sur la question catalane, Bart De Wever, l’homme fort du « pays », nationaliste flamand, bourgmestre d’Anvers et président de la N-VA, qui tient la majorité fédérale et le gouvernement belge,  a déclaré ce jour que “Puigdemont est un ami que l’on ne laisse pas tomber” !

Le président de la N-VA, Bart De Wever, a donc qualifié ce mardi le président catalan destitué Carles Puigdemont d'”ami toujours bienvenu” alors que le dirigeant indépendantiste séjourne depuis lundi en Belgique.  “Puigdemont est un ami et ceux-ci sont toujours bienvenus chez moi”, a-t-il affirmé à la chaîne de télévision privée flamande VTM.

Alors que le Premier ministre Charles Michel a assuré mardi dans un communiqué que le gouvernement belge n’avait entrepris aucune démarche pour susciter l’arrivée sur le territoire belge de l’ex-président du govern (exécutif catalan), le président des nationalistes flamands a admis que son parti avait eu des contacts avec Puigdemont. “Nous savons tous que que nous avons beaucoup de liens avec les partis et les mouvements en Catalogne, mais aussi en Espagne”, a-t-il souligné. De Wever a toutefois assuré que lui et la N-VA ne souhaitaient pas jeter de l’huile sur le feu. “Mais nous n’allons laisser tomber aucun ami. Je ne tourne jamais le dos aux amis, même s’ils ont des problèmes”, a-t-il ajouté.

Mais il a aussi pris directement partie dans le conflit qui oppose le gouvernement central espagnol aux dirigeants indépendantistes catalans en estimant que « les problèmes ont débuté à Madrid et non à Barcelone ». « Je crains que le Premier ministre espagnol (Mariano) Rajoy a joué un jeu très cynique, dans lequel il a eu recours à la violence contre ses propres citoyens. Il a poussé les Catalans dans un coin et il l’avait prévu », a encore dit De Wever, tout en appelant les deux parties « au dialogue afin de rendre son caractère autonome à la Catalogne ».

(Source : Belga – LLB)

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