APOLOGIA DEL GENOCIDIO

parole degli eruditi padrini del migliore dei mondi possibile…

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/02/apologia-del-genocidio.html

 “Ogni bambino nato in soprannumero rispetto all’occorrente per mantenere la popolazione al livello necessario deve inevitabilmente perire, a meno che per lui non sia fatto posto dalla morte degli adulti … pertanto … dovremmo facilitare, invece di sforzarci stupidamente e vanamente di impedire, il modo in cui la natura produce questa mortalità; e se temiamo le visite troppo frequenti degli orrori della fame, dobbiamo incoraggiare assiduamente le altre forme di distruzione che noi costringiamo la natura ad usare. Invece di raccomandare ai poveri l’igiene, dobbiamo incoraggiare il contrario. Nelle città occorre fare le strade più strette, affollare più persone nelle case, agevolando il ritorno della peste. In campagna occorre costruire i villaggi dove l’acqua ristagna, facilitando gli insediamenti in tutte le zone palustri e malsane. Ma soprattutto occorre deplorare i rimedi specifici alla diffusione delle malattie e scoraggiare quella persone benevole, ma tratte decisamente in ingannano, che ritengono di rendere un servizio all’umanità ostacolando il decorso della estirpazione completa dei disordini particolari”.

Thomas Malthus, Saggio sui principi della popolazione

  “Malthus ha avuto ragione, finalmente la realtà lo conferma. Il Terzo Mondo è sovrappopolato, versa in un disastro economico, e non c’è modo che ne esca data la sua rapida crescita demografica”

Arne Schiotz WWF, direttore della conservazione, 1984

“Il problema maggiore è costituito da quei maledetti settori nazionali di quei paesi in via di sviluppo. Credono di avere il diritto di sviluppare le loro risorse come pare loro opportuno. Vogliono diventare delle potenze”.

Thomas Lovejoy, vice presidente WWF USA, 1984

“La popolazione bianca presto finirà di crescere. Trascorrerà molto tempo prima che i tassi di natalità degli asiatici, e ancor più quelli dei neri, cadranno abbastanza per stabilizzare il loro numero senza il concorso di guerre e pestilenze. Finché ciò non accadrà, i benefici ricercati dal socialismo possono essere realizzati solo parzialmente e le razze meno prolifiche dovranno difendersi ricorrendo a metodi che sono disgustosi pur

essendo necessari”.

Bertrand Russell

“Non puoi tenere un gregge che non riesci a nutrire. In altre parole la conservazione può esigere la cernita e l’eliminazione per mantenere l’equilibrio tra il numero di ciascuna specie in rapporto ad un dato habitat. Mi rendo conto che si tratta di un argomento scottante, ma resta il fatto che l’umanità è parte del mondo vivente”.

Filippo d’Edimburgo fondatore e presidente del WWF International

“Nel caso in cui mi reincarnassi, mi piacerebbe tornare sottoforma di un virus mortale, in modo da poter contribuire in qualche modo a risolvere il problema della sovrappopolazione”.

Filippo d’Edimburgo alla “Deutche Presse Agentur”, agosto 1988

 “Lavoriamo ad uno scopo unico: ridurre i livelli demografici. O i governi lo fanno come diciamo noi, con dei bei metodi puliti, oppure finiscono nei disastri di El Salvador, Iran o Beirut. Quello demografico è un problema politico. Quando la popolazione è fuori controllo, occorrono governi autoritari, anche fascisti, per ridurla….

“Il modo più rapido per ridurre la popolazione è con la fame, come in Africa, o con le malattie come la peste. … La gente si riproduce come bestie…”

Thomas Ferguson, Ufficio affari demografici del Dipartimento di Stato, intervista del febbraio 1984

“…Ogni nuovo nato riduce il reddito medio procapite”

Michael Novak, The Spirit of Democratic Capitalism

 “Cercando un nuovo nemico contro cui unirci, pensammo che l’inquinamento, la minaccia dell’effetto serra, della scarsità d’acqua, delle carestie potessero bastare … Ma nel definirli i nostri nemici cademmo nella trappola di scambiare i sintomi per il male. Sono tutti pericoli causati dall’intervento umano … Il vero nemico, allora, è l’umanità stessa”.

Club di Roma, The First Global Revolution, 1991

“La popolazione messicana dev’essere dimezzata. Sigillare i confini e starli a guardare mentre strillano”. Alla domanda di come realizzare un tale programma: “Con i soliti mezzi: carestie, guerre e pestilenze”.

William Paddock, consulente del Dipartimento di Stato USA, intervista del 1975

“Ci sono solo due modi per evitare un mondo di dieci miliardi di persone. O i tassi di natalità adesso scendono velocemente, oppure debbono salire i tassi di mortalità. Non c’è altro modo. Ci sono, ovviamente, tanti modi per far salire i tassi di mortalità. Nell’epoca termonucleare si può fare in maniera molto veloce e decisiva. Carestie ed epidemie sono gli antichi modi in cui la natura controlla la crescita demografica, e nessuno delle due è scomparsa dalla scena…”

Robert McNamara, presidente della Banca Mondiale, 2 ottobre 1979

“Che cos’è l’Homo Sapiens? il capolavoro della natura o un refuso sfuggito al controllo della selezione immediata? … Ci siamo chiesti se tutto sommato, rispetto al maestoso fluire dell’evoluzione l’homo sapiens non rappresenti un fenomeno deviante. Se non sia un tentativo ambizioso andato male, un errore di fabbricazione che gli aggiustamenti che assicurano il rinnovarsi della vita si incaricheranno a tempo debito di eliminare o rettificare in qualche modo… Un comportamento aberrante della nostra specie la rende gravemente colpevole davanti al tribunale della vita. Si tratta di una proliferazione esponenziale che non si può definire che cancerosa…  Sotto gli effetti accumulati della liberazione della scienza dai dogmi classici decollano la rivoluzione industriale, quella scientifica e infine quella tecnologica … l’uomo acquista un potere esorbitante che va al di là del suo sapere…”

Aurelio Peccei  (The Club of Rome) “Cento pagine per l’avvenire”

 ”Bisogna prendere misure drastiche di riduzione demografica, contro la volontà delle popolazioni. Ridurre il tasso di natalità si è rivelato impossibile o insufficiente; bisogna quindi aumentare il tasso di mortalità. Come? Con mezzi naturali: la carestia e la malattia”

Robert McNamara, ex presidente della Banca Mondiale, ex segretario di Stato degli Stati Uniti

Siria: nasce il governo ombra dei terroristi con aiuti dell’Arabia Saudita

Dopo mesi di annunci e rinvii, i gruppi terroristici siriani hanno dato vita a un governo ombra incaricato, in teoria, di amministrare gli affari correnti nelle zone siriane non più sotto il controllo del governo di Damasco.
L’esecutivo è fortemente sostenuto dall’Arabia Saudita, che ha già annunciato di finanziare parte delle sue attività. L’annuncio della creazione del governo – che per il momento sarà basato a Gaziantep, cittadina nel sud della Turchia 30 km a nord del confine con la Siria – è arrivato nelle ultime ore da Istanbul, dove nella notte e dopo tre giorni di incontri i membri delle diverse anime della cosidetta Coalizione nazionale siriana (Cns) – guidata da Ahmad Jarba, uomo vicino ai sauditi – hanno discusso e votato le candidature proposte dal premier incaricato Ahmad Tohme.

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/134448-siria-nasce-il-governo-ombra-dei-terroristi-con-auiti-dell-arabia-saudita

Chi ha paura del reddito di cittadinanza?

Fonte: http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2013/11/09/chi-ha-paura-del-reddito-di-cittadinanza/

 Qualcuno s’indigna, altri non capiscono o si stupiscono. Per esempio Alessandro Gilioli si chiede come mai il Pd per bocca di Fassina rifiuti la proposta di reddito di cittadinanza avanzata dal M5S con l’argomento sbrigativo e peraltro scorretto* che non ci sono coperture. La risposta è che l’ira piddina nasce dal fatto che la proposta dei cinque stelle è quella che il partito avrebbe dovuto avanzare da molto tempo, insomma una sorta di cattiva coscienza nei confronti di uno strumento che l’Europa ci stimola ad usare ormai dieci anni e che anche gli economisti alla Cipolletta vedrebbero con favore.

Probabilmente c’è anche questo elemento, ma la risposta vera è molto più complessa e affonda le sue radici nella creazione del modello Italia dentro il quale si è sempre cercato di sostituire i diritti con privilegi ad personam o di categoria, dove il welfare è stato sempre interpretato come una sorta di voto di scambio e proprio per questo è rimasto gracile, soffocato dalle elargizioni di posti e prebende, di “favori” e aiutini sotto molteplici forme. Il sistema politicoda molti decenni e forse da sempre è stato orientato a trattare con clientes piuttosto che con cittadini costruendo proprio su questo un patto sociale anomalo, ambiguo e fonte di corruttela. E’ chiaro perciò che la prospettiva di un reddito di cittadinanza o minimo che peraltro esiste in tutto il continente, è qualcosa che si scontra direttamente con la struttura del potere. Persino i sindacati sono fortemente contrari temendo di perdere presa nel mondo del lavoro, soprattutto quelli che sono a libro paga dei padroni del vapore.

Il dramma è che la disoccupazione e la povertà dilagano a causa della doppia crisi che si è abbattuta sul Paese: una tutta nostra causata dal disfacimento di un modello ormai insostenibile, l’altra quella globale che ha creato una superinfezione su un organismo già debilitato. Il dramma è che non c’è via d’uscita a provvedimenti che in un modo o nell’altro riescano a sostenere unlivello di vita e di consumi minimi per salvare non solo la dignità, ma anche ciò che resta dell’economia. Senza questo il malcontento sarà destinato ad esplodere come una bomba ad alto potenziale non appena il “welfare” familiare avrà esaurito le risorse accumulate nel tempo. E tuttavia si traccheggia, si tira il culo indietro perché l’establishment italiano (mafie comprese) teme che un reddito minimo eroda le fondamenta del proprio potere e finisca per trasformare i clienti in esigenti cittadini non più facilmente ricattabili sia sul lavoro che dentro le urne. Cittadini che magari si mettano in testa la bizzarra idea di volere un buon governo, una sanità che non sia il bancomat dei partiti e degli speculatori, un’amministrazione pubblica efficiente e non lottizzata, appalti senza tangenti.

Il problema politico non è se l’Italia debba dotarsi di strumenti normali nella stragrande maggioranza dei

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Paesi europei, ma di come e in che misura attuarli: a seconda dei livelli e dei metodi utilizzati si può infatti stimolare la rinascita di un’economia sana, seria e intraprendente che non ha bisogno di immiserire materialmente e culturalmente la popolazione, oppure abbassare a tal punto il minimo vitale da dare spazio alle imprese di rapina, ai salari da fame e soprattutto a una precarietà che grazie ai soldi pubblici e alla sopravvivenza garantita da essi, mandi alle stelle i profitti privati. La Germania da questo punto di vista è un’ottima rappresentazione diacronica della doppia personalità del reddito  minimo: sino alla fine degli anni ’90, grazie a un generosi sussidi il reddito di cittadinanza ha favorito la nascita di un sistema economico basato sull’alta qualità e sulla competenza, poi con la drastica diminuzione dei sostegni è stato invece incoraggiato il meraviglioso mondo liberista della precarietà, dei mini jobs e dei salari da fame. Così che il Paese è adesso una sorta di dottor Jekill e mister Hide, dove il meglio e il peggio si confondono e ancora non deflagrano grazie alla capacità di far aderire le vittime al pensiero dei carnefici o magari creando il feticcio delle cicale del Sud per riversare su cause e timori esterni il malcontento.

Come si vede le cose non sono affatto semplici e ci sarebbe ampio spazio per far valere le differenze di idee e prospettive dei vari schieramenti, battendosi tra reddito di cittadinanza o reddito minimo ( la differenza c’è eccome) e sui loro eventuali livelli a patto però di far politica e di non limitarsi a difendere il decotto sistema – Italia e i rappresentanti del medesimo. Dire semplicemente che il reddito di cittadinanza non si può fare, non è nemmeno più politica, è solo aggrapparsi al passato come del resto fa da sempre una certa destra padronale sciocca, avvilente e ignorante, tipica del berlusconismo bottegaio e paradossalmente priva di etica del lavoro.

L’esperienza fatta dal dopoguerra dimostra che i redditi di cittadinanza o i redditi minimi , finiscono tutti in consumi di base e quindi  tornano al’ 70% nelle casse dello stato sotto forma di imposte indirette (iva per esempio), tassazioni dirette dovute all’aumento delle attività economiche e minori spese di assistenza. E per altro, come è stato recentemente dimostrato (qui un articolo molto tecnico per i curiosi)  , determinano un aumento dell’occupazione e non la sua diminuzione, come superficialmente si potrebbe credere e come fanno credere i media.

 http://www.stampalibera.com/?p=68404#more-68404


Lettera di denuncia di un cassintegrato

Mi chiamo Domenico Attanasii e mi rivolgo direttamente da questa pagina virtuale alla Magistratura, pregandola di leggere la mia testimonianza.
Sono un dipendente di “Abruzzo Engineering”, società dal dicembre 2010 in “liquidazione volontaria” a causa di un presunto “deficit di 19 milioni di euro”.

Nell’estate 2010, durante il mio stato di precariato e cassintegrato, sono stato invitato a frequentare uncorso universitario facoltativo (sono solo diplomato) di riqualificazione professionale, “con rilevanti spese a carico dell’azienda”, in maniera del tutto volontaria (appunto perché non ci hanno richiamati dalla cassa integrazione) con la prospettiva di essere impiegati in mansioni inerenti la ricostruzione post-sisma, negli uffici tecnici del Comune dell’Aquila. Chi non avesse aderito a tale iniziativa sarebbe rimasto in CIG.

Per senso del dovere e speranza, che è l’ultima a morire, ho partecipato al corso di riqualificazione, “con rilevanti spese a carico dell’azienda”, senza ultimarlo e senza essermi sottoposto agli esami finali di valutazione, essendomi subito reso conto – io che sono solo diplomato geometra – di non possedere gli strumenti didattici per apprendere nozioni inerenti materie universitarie a 36 anni dall’ultimo mio giorno di scuola.

Posto che in passato, per 10 anni, mi sono esclusivamente occupato di inserimento dati, operazioni al terminale e che non vedo più una planimetria dai tempi della scuola (ho 56 anni), dopo la fine del corso propedeutico e indispensabile, “con rilevanti spese a carico dell’azienda”, sono stato comunque richiamato in servizio, per svolgere addirittura mansioni inerenti la “Contabilità sui cantieri per la ricostruzione dell’Aquila”.

All’indomani della mia presa di coscienza, della dichiarazione spontanea al mio diretto superiore di non essere in grado di svolgere l’incarico di “sportelleria”, dinanzi a una utenza di professionisti impiegati nei vari cantieri per la ricostruzione, sono stato rimesso in cassa integrazione. E lo sono tutt’ora da 36 mesi consecutivi.
Assodato che la mia cassa integrazione è legittima per l’azienda, la domanda che vorrei porre pubblicamente ai contribuenti è la seguente:

Perché una società in house alla Regione Abruzzo, già in liquidazione a causa di un deficit di 19 milioni di euro, allestisce un corso di riqualificazione professionale, “con rilevanti spese a carico dell’azienda” e poi richiama in servizio chi, come me, non ha ultimato il corso, non ha sostenuto l’esame di valutazione finale?

Era proprio indispensabile uno stage universitario “con rilevanti spese a carico dell’azienda”, come riportato nell’ordinanza del giudice del lavoro se poi hanno impiegato un dipendente “non competente” in una posizione così strategica, ma molto istruito in informatica, come attesta la ECDL – European Computer Driving Licence, di cui sono in possesso?

Cos’è che dobbiamo, noi cittadini contribuenti, percepire come “irrilevante”: un corso di riqualificazione “con rilevanti spese a carico dell’azienda” di danaro pubblico o la stessa “ricostruzione”?

Il parlamentare europeo, Soren Søndergaard, ci ha dato finalmente una risposta.

Fonte: http://www.agoravox.it/Lettera-di-denuncia-di-un.html


Per gli economisti di Sua Maestà Britannica, «il signoraggio è bello» e la Quantitative Easing (la creaz ione del denaro dal nulla) non solo viene pubblicamente ammessa, ma anche lodata. (Bizzi)

Abbiamo già detto come, man mano che, grazie all’incisiva opera di informazione e di sensibilizzazione portata avanti da Alfonso Luigi Marra e dal PAS, sempre più persone hanno compreso la realtà e le dinamiche del signoraggio, il “sistema” passi sempre più al contrattacco creando e alimentando tutta una serie di diversivi. Diversivi ad esso necessari per sopravvivere, intorbidendo le acque e generando confusione, perché appare ovvio, a questo punto, che l’acquisizione della consapevolezza sia il peggior nemico di un sistema che, oltre a prosperare grazie all’ignoranza (da intendersi come mancanza di informazione), si fonda da sempre sull’inganno e la rapina.
Fino a pochi, pochissimi anni fa, pochi conoscevano il significato di signoraggio, e chi ne parlava non veniva capito o veniva comunque guardato come un alieno. Oggi invece, siccome la gente comincia a capirne abbastanza, ecco che saltano fuori fior di economisti che si ergono a difesa del sistema, tentando, non più di nascondere la realtà del signoraggio, ma lodandone i presunti pregi, sostenendo in sostanza che il signoraggio “è bello”, è utile, e magari fa pure bene alla salute!
È un po’ quello che stanno dicendo in questi giorni gli economisti di Sua Maestà Britannica.
Non senza una punta di orgoglio, la BBC ha annunciato in questi giorni che l’economia del Regno Unito sembra essere quella che “cresce più velocemente di tutte le altre economie occidentali”.
Come rileva Massimo Mazzucco in un suo recente articolo, e come confermato dalla ICAEW (l’associazione dei commercianti anglo-gallesi), nell’ultimo quadrimestre di quest’anno sarebbe in corso una crescita dell’1,3%, trend di crescita confermato del resto anche dalla CBI.
Fin qui niente di strano. È normale che la Gran Bretagna stia, in fatto di crescita, un gradino sopra i meno fortunati altri paesi europei, fra cui il nostro, ingabbiati nella morsa dell’Euro e nei folli paradigmi recessivi della BCE. L’economia britannica si può infatti ancora permettere di adottare, come fanno anche gli Stati Uniti, la vecchia formula keynesiana che porta inflazione a medio e lungo termine, tenendo però vivo il motore economico nel breve termine. Ricorrono cioè al Quantitatative Easing. Ma, a differenza del passato, quando sapere che cosa significasse questa formula era per le masse un tabù, adesso te lo dicono spudoratamente in faccia e se ne vantano:
“Il modo in cui la banca centrale svolge questo compito, è comperando valori – solitamente titoli di Stato – con soldi che ha semplicemente creato dal nulla”.
Come ci fa notare Massimo Mazzucco, è un po’ come con le scie chimiche: una volta erano un segreto per pochi eletti, ma ora che tutti le sanno riconoscere, ci raccontano che si tratterebbe di normalissime nuvole di condensa permanenti. E per il trucco dei soldi è esattamente la stessa cosa: una volta lo sapevano in pochi come funziona la macchina del debito, ma ora che sempre più persone hanno capito lo sporco giochino dei banchieri, sono gli stessi economisti e gli stessi media di regime a utilizzare il termine “soldi creati dal nulla” come se fosse la cosa più naturale del mondo.
 
Nicola Bizzi
http://www.signoraggio.it/per-gli-economisti-di-sua-maesta-britannica-il-signoraggio-e-bello-e-la-quantitative-easing-la-creazione-del-denaro-dal-nulla-non-solo-viene-pubblicamente-ammessa-ma-anche-lodata/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews


RENZI PROMETTE BENE: CONDANNATO DALLA CORTE DEI CONTI!

RENZI PROMETTE BENE: CONDANNATO DALLA CORTE DEI CONTI! HA DISSANGUATO LE CASSE DELLA PROVINCIA DI FIRENZE PER VIAGGI, CENE E PASTICCERIE
Nessuno lo dice, ma MatteuccIo ha sul groppone una condanna della Corte dei Conti – Da presidente della Provincia assunse staffisti senza laurea assegnando la categoria “D” – Non solo: il suo mandato è costato ai contribuenti fiorentini 600mila euro in cinque anni tra viaggi e ristoranti…

1-DOCUMENTI

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=61617&stile=6&highLight=1

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=62928&stile=6&highLight=1

http://www.infiltrato.it/inchieste/italia/renzi-connection-tra-conflitti-d-interesse-e-parentopoli-il-nuovo-puzza-gia-di-vecchio

2-RENZI CONDANNATO IN PRIMO GRADO DALLA CORTE DEI CONTI PER DANNO ERARIALE E NESSUNO NE PARLA

(OPI) – Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi – si legge su Controcorrenteblogdotcom – è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti della Toscana. Sicuramente un biglietto da visita non proprio positivo per il Sindaco fiorentino del Pd che punta dritto a Palazzo Chigi e alla segreteria del partito. Una condanna, seppur in primo grado, per un amministratore locale non è decisamente un buon viatico.
Il Sindaco infatti, quando era Presidente della Provincia di Firenze, aveva assunto dei dipendenti con una categoria di inquadramento sbagliata rispetto ai requisiti realmente posseduti da queste persone. In pratica Renzi aveva assunto 4 segretarie per il suo staff con un contratto di categoria D invece che C, in soldoni stipendi gonfiati.
Queste infatti non possedevano alcuna laurea, pertanto è stato ravvisato un danno erariale che la procura contabile aveva originariamente stimato in 2 milioni e 155mila euro, ridotto dai giudici di primo grado a un risarcimento di 50mila euro.

Di questa somma, circa 14mila sono stati posti a carico del rottamatore e 1.000 al suo vice di allora, Andrea Barducci, oggi promosso presidente della Provincia medesima. Il resto è stato addebitato a ex assessori e funzionari dell’ente locale. Le persone condannate sono 21; nove dei 30 indagati sono stati archiviati.
Renzi contestò pesantemente il lavoro della procura contabile: «Una ricostruzione fantasiosa e originale».. Nessuno tuttavia gli ha sentito dire: accetto la sentenza, la giustizia faccia il suo corso, auspico tempi brevi per il processo di appello. Del quale, a due anni dal verdetto di primo grado, si è persa ogni traccia.
Ma la Corte dei conti ha dovuto occuparsi anche delle spese di rappresentanza del giovane presidente della provincia di Firenze. Le ha denunciate un dipendente di Palazzo Medici Riccardi che ha il dente avvelenato con Renzi. Il suo mandato è costato ai contribuenti fiorentini 600mila euro in cinque anni tra viaggi, ristoranti, regali, ospitalità: una visita negli Stati Uniti nei giorni in cui Obama fu eletto presidente è costata 70mila euro.
La Provincia aveva dato a Renzi una carta di credito con un plafond di 10mila euro mensili. I magistrati contabili sono andati a caccia dei giustificativi, ricevute e scontrini. Quando mancavano, il capo di gabinetto autorizzava ugualmente gli esborsi: «Spese regolarmente eseguite in base alle disposizioni contenute nel disciplinare delle attività di rappresentanza istituzionale».
Renzi ha fatto felici le migliori cucine di Firenze: 1.300 euro alla pasticceria Ciapetti, 1.855 euro alla Taverna Bronzino, 1.050 euro da Lino e 1.213 al Cibreo. Sotto inchiesta sono finiti anche i 4,5 milioni che la provincia ha elargito alla Florence Multimedia, società che svolge attività di comunicazione e informazione per la provincia.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/renzi-promette-bene-condannato-dalla-corte-dei-conti-ha-dissanguato-le-casse-della-provincia-66003.htm


DECLASSIFICATO TOP SECRET DELL’ESERCITO USA: UNA CITTA’ ARTICA SOTTO IL GHIACCIO

‘Non è cosa da tutti i giorni avere la opportunità di osservare la costruzione di una base segreta sotterranea

Questo video è un film declassificato [ossia reso disponibile, non piu’ segreto] dell’esercito USA che documenta il processo di costruzione, alimentato ad energia nucleare, di Camp Centurysotto i ghiacci della Groenlandia Centrale.

VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=1Ujx_pND9wg#t=31

 La base fu costruità alla fine degli anni 50, all’apice della Guerra Fredda per scopi di “ricerca”. Un progetto di “copertura” noto come Camp Century fu lanciato nel 1960, per studiare la fattibilità di lavoro sotto il ghiaccio. Condizioni instabili del ghiaccio negli strati di ghiaccio, tuttavia, fecero si che il progetto venisse cancellato nel 1966.

Emerse poi che l’obbiettivo finale di Camp Century, era di collocare sotto il ghiaccio dei missili a medio raggio, abbastanza vicini a Mosca per colpire degli obbiettivi dentro l’Unione Sovietica. Tutto questo venen tenuto segreto dal governo danese, che possiede la Groenlandia, e che legalmente era una zona “senza nucleare” secondo la politica danese”

 fonte: http://redicecreations.com/article.php?id=27641

http://cafedehumanite.blogspot.com/2013/11/declassificato-top-secret-dellesercito.html


Salta l’accordo tra Kinshasa e l’M23

Le autorità congolesi si sono rifiutate di firmare l’intesa imposta dal governo di Kampala

Roberta Mura    

Dietro la sconfitta del Movimento del 23 Marzo c’è “la mano di Londra e Washington”. È quanto ha scritto Le Potentiel, uno dei principali giornali congolesi, all’indomani della resa del M23 in seguito all’offensiva vittoriosa dell’esercito congolese. Secondo il giornale, i ribelli “sono solo burattini le cui fila sono mosse dalle grandi potenze occidentali”.
La resa del’M23 non porrà fine ai problemi che da circa vent’anni attanagliano il Kivu, la ricca regione orientale della Repubblica Democratica del Congo. Dopo il Movimento del 23 marzo, nascerà un nuovo gruppo armato che metterà a ferro e fuoco la Regina dei Grandi Laghi.
La pace è dunque molto lontana. E le tensioni sono ancora forti.
È quanto si evince dai colloqui di pace che si sono tenuti lunedì a Kampala tra la delegazione del governo di Kinshasa e quella del M23.
Non c’è stato nessuno accordo di pace tra le parti e la firma è slittata a data da destinarsi.
“Per qualche strano motivo la delegazione governativa non è entrata nella sala di conferenza dove l’intesa avrebbe dovuto essere siglata (…) ha chiesto la revisione dei termini dell’intesa quindi abbiamo dovuto rinviare la seduta” ha spiegato Ofwono Opondo, il portavoce dell’esecutivo di Kampala e mediatore nella crisi in Nord Kivu.
Di risposta, il ministro degli Esteri congolese Raymond Tshibanda ha accusato il mediatore ugandese di “aver cercato di imporre la firma di un testo che non è stato consegnato in anticipo”. “Non possiamo sederci con un movimento di ribelli, una forza negativa che si è sciolta, per firmare un documento sul quale non siamo d’accordo. (…) Nessuno può obbligarci a siglare un testo che non rispetta la sovranità nazionale” ha sottolineato.
Sull’argomento si è espresso anche il portavoce del governo di Kinshasa Lambert Mende: “Vogliamo firmare l’intesa ma il mediatore, per una ragione che non capiamo, ha cercato di imporci un testo (…) se dovesse cambiare idea potremmo firmare anche subito”.
Lo slittamento della firma ha fatto perdere le staffe al presidente Yoweri Museveni che ha lasciato la State House di Entebbe in un clima di tensione e di malumore.
L’Uganda ha tanti interessi in ballo nel Kivu. Tanto per fare un esempio, Kampala risulta tra i grandi esportatori di oro, ma non ne produce affatto. Lo “ruba” dal suo vicino. E fa di tutto per mantenere il Congo destabilizzato. Il governo ugandese è infatti accusato dall’Onu di aver sostenuto l’offensiva dell’M23 nel Nord Kivu.
Il suo coinvolgimento nella destabilizzazione del Congo è il segreto di pulcinella. E non fa nulla per nasconderlo, forte della protezione degli Stati Uniti. Nei giorni scorsi almeno 1500 ribelli del M23 si sono rifugiati in Uganda, in seguito all’offensiva dell’esercito di Kinshasa. Ebbene, il governo di Kampala si rifiuta di consegnarli alle autorità congolesi, in quanto “ non sono prigionieri ma soldati in fuga che accogliamo e aiutiamo perché è nostra responsabilità”. Pertanto, dovrà essere un accordo di pace a stabilire la sorte dei ribelli “in materia di reintegrazione e reinserimento”. Ma il governo congolese si rifiuta di concederli l’amnistia e di integrarli nelle forze regolari, memore di quanto successo nel 2008. I ribelli che furono integrati, dopo la fine dell’ennesimo conflitto, nell’esercito governativo sono gli stessi che qualche anno fa si sono ammutinati e hanno dato vita al Movimento del 23 Marzo.

12 Novembre 2013  http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22635


Siria: la morte per fame uccide più delle bombe,Le sanzioni europee colpiscono al cuore il Popolo Siriano

il genocidio razzista politically correct

Nando de Angelis   

C’è un crimine che si commette in Siria di cui nessuno parla.
E’ quello delle sanzioni economiche imposte dall’Europa che producono miseria, epidemie e morte.
Sanzioni economiche che secondo i ministri degli esteri dell’Unione Europea avrebbero dovuto portare a un veloce ribaltamento del “regime” in Siria e che invece colpiscono al cuore il Popolo Siriano, ed in particolare settori dell’economia siriana, vitali per la sopravvivenza umana.
Un provvedimento unilaterale e immorale, senza alcuna base e fondamento legale o etico, che si aggiunge all’appoggio politico, finanziario e mediatico a sanguinari gruppi terroristici armati che vogliono colpire il Paese e il suo Popolo.
Un supporto diretto a quanti vogliono, costi quel che costi, estendere la crisi in tutta la Regione, a scapito della sovranità, dell’unità e dell’integrità del territorio siriano, cercando di perseguire obiettivi politici delineati da tempo.
Un crimine lucidamente descritto da alcune Suore Trappiste che vivono e soffrono in Siria come tutti i siriani: “…In città ci si inventa qualcosa, si vende di tutto pur di guadagnare almeno il pane. Si affitta un’auto, ci si improvvisa trasportatori verso destinazioni pericolose, dove nessuno accetta di andare. Come George, padre di tre figli, che pur di lavorare è morto in questo modo ai confini della Turchia, ucciso da cecchini, “liberatori della Siria”.
In molte campagne i contadini non osano seminare: troppo pericoloso. E poi manca il gasolio, senza gasolio non vanno le pompe dell’acqua, con cosa si irriga ? E i trattamenti e i concimi, molti dei quali importati, soprattutto dopo che sono state bruciate fabbriche chimiche e magazzini, sono costosissimi e, anche se si dispone di denaro, spesso introvabili.
I più poveri, che hanno solo qualche mucca, la stanno vendendo: tra mangimi e foraggi il costo degli alimenti è al minimo 60-70 lire siriane al chilo, quando un litro di latte si vende a 25.
I rapimenti, in tragica crescita, e la delinquenza, sono un’altra conseguenza delle sanzioni. Certo, direte: che ingenuità, le sanzioni sono fatte apposta per esasperare un Paese, e un Paese esasperato significa pressione sui suoi politici e quindi un intervento democratico efficace. È ciò che vogliono i vostri politici.
Ma la nostra domanda è: lo volete anche voi? Volete davvero questo? Volete avere responsabilità sulla sofferenza e la morte di tante persone innocenti, in nome di un “intervento” che loro non vi hanno chiesto? Così si uccide la speranza, la dignità, e la vita fisica di un popolo.
Vi imploriamo di riflettere su una guerra a cui si dà il consenso in nome di una sedicente prassi democratica.
Stiamo parlando delle sanzioni internazionali, e della strage quotidiana che provocano.
Ci commuoviamo e ci indigniamo alla notizia che in un bombardamento sono morti bambini e donne.
Perché non ci sconvolge il fatto che ci siano intere famiglie ridotte alla fame a causa nostra?
Pensate sia più duro morire improvvisamente sotto le bombe, o morire di inedia, un giorno dopo l’altro?
È più crudele raccogliere il corpo dei propri figli sotto le macerie, o vederli lamentarsi e soffrire per giorni per la mancanza di cibo e medicine?
Le sanzioni stanno uccidendo molto più delle bombe.
Uccidono i corpi; uccidono la speranza.
Siete convinti di portare così la vera libertà e democrazia?
Allora digiunate, voi, nelle piazze europee, a favore della Siria.
E lasciate che qui ognuno scelga se e come dare la vita per ciò in cui crede.
Costringere un popolo alla fame, alla rabbia, alla disperazione, perché si ribelli, è forse metterlo in grado di esercitare una scelta democratica?
Che razza di idea di democrazia e di libertà è mai questa? Il lavoro è una grande forza per un popolo, é dignità, crea prospettive, educa alla libertà vera. Uccidere il lavoro è un altro modo di uccidere vite.
Le sanzioni internazionali sono uno strumento iniquo, perché ipocrita: lascia l’illusione di non sporcarsi le mani con il sangue altrui”.
 08 Novembre 2013  – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22630


 

A causa dell’arbitrio di Napolitano decisa inammissibilità dei #referendum contro riforma Fornero su pensioni e contro la casta

12/11/2013 17:43 | POLITICA – ITALIA | Fonte: paoloferrero.it

L’inammissibilità dei referendum per abrogare la riforma Fornero sulle pensioni e contro la casta, comunicata oggi, è un vergognoso scippo di democrazia. Il diritto costituzionale delle centinaia di migliaia di cittadini che hanno sottoscritto i referendum viene calpestato a favore dell’arbitrarietà con cui il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sciolto le Camere in anticipo proprio per impedire i referendum. È infatti doveroso ricordare che noi chiedemmo a Napolitano di sciogliere le Camere all’inizio del 2013 mentre Napolitano le sciolse alla fine del 2012 proprio per impedire, con l’inizio del semestre bianco, la presentazione dei referendum. Noi comunque non ci fermiamo e faremo anche su questi referendum ricorso avverso la sentenza della Corte. [Paolo Ferrero]

http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2013/11/12/38027-a-causa-dellarbitrio-di-napolitano-decisa-inammissibilita/