IN PENSIONE CON SOLO 5 ANNI DI CONTRIBUTI? VALE SOLO PER GLI IMMIGRATI! ECCO COSA

contributi pensione migrantima non ci pagavano le pensioni? A proposito di legge uguale per tutti eh?


IN PENSIONE CON SOLO 5 ANNI DI CONTRIBUTI? VALE SOLO PER GLI IMMIGRATI! ECCO COSA E’ SCRITTO “NERO SU BIANCO” NEL SITO DELL’INPS
9 FEBBRAIO 2018
Se non versano contributi per almeno 20 anni, i lavoratori italiani perdono tutto il tesoretto versato. “Gli immigrati (invece) prendono la pensione anche con cinque anni di contributi”. E’ quanto riporta un articolo di “La Verità”, nuovo quotidiano fondato da Maurizio Belpietro sbarcato nelle edicole da qualche giorno. L’articolo, firmato dalla penna di Francesco Borgonovo, sottolinea:
 
“E’ tutto scritto lì, sul sito dell’Inps. Con tagliente semplicità, quasi con una punta di burocratico compiacimento, viene illustrato il privilegio di cui godono i lavoratori immigrati”.
 
Di fatto, continua:
 
“non è vero che gli stranieri lasciano un tesoretto: se tornano a casa possono riprendersi ciò che hanno dato. E senza le restrizioni previste per gli italiani. Riscuotono anche se non hanno effettuato i versamenti minimi”.
L’immigrato che decide di rientrare in patria, insomma, non perde i contributi versati.
 
Tutt’altro. Ha diritto ad avere una pensione di vecchiaia erogata dall’Inps esattamente come i cittadini italiani. E qui la questione si fa interessante. Il sito dell’Inps spiega che, per “gli extracomunitari rimpatriati” si devono distinguere due casi, “a seconda che la pensione venga calcolata con il sistema contributivo o retributivo”.
E qui si può andare a leggere quanto risulta dalla pagina del sito Inps che porta il nome “Prestazioni pensionistiche rimpatriati“. Per leggere sul sito dell’Inps, clicca QUI.
Così sotto il titolo “Trattamenti pensionistici ai lavoratori extracomunitari rimpatriati”:
 
“in caso di rimpatrio definitivo il lavoratore extracomunitario con contratto di lavoro diverso da quello stagionale conserva i diritti previdenziali e disicurezza sociale maturati in Italia e può usufruire di tali diritti anche se non sussistono accordi di reciprocità con il Paese di origine”.
 
Sotto il sottotitolo “Pensione di vecchiaia”
  • Si devono distinguere due casi, a seconda che la pensione venga calcolata con il sistema contributivo o retributivo. Nel primo caso, i lavoratori extracomunitari assunti dopo il 1° gennaio 1996, possono percepire, in caso di rimpatrio, la pensione di vecchiaia (calcolata col sistema contributivo) al compimento del 66° anno di età e anche se non sono maturati i previsti requisiti (dunque, anche se hanno meno di 20 anni di contribuzione).
  • Nel secondo caso, i lavoratori extracomunitari assunti prima del 1996 possono percepire, in caso di rimpatrio, la pensione di vecchiaia (calcolata con il sistema retributivo o misto) solo al compimento del 66° anno di età sia per gli uomini che per le donne e con 20 anni di contribuzione.
Questo, quanto scrive l’Inps e riporta il quotidiano La Verità.
 
Andando a scavare più in profondità, si nota tuttavia un articolo pubblicato sul sito Pensionioggi.it che sulla pensione di vecchiaia scrive praticamente la stessa cosa, ma che ricorda come sia stata la legge Bossi-Fini del governo Berlusconi a stabilire il “favoritismo” di cui parla il giornale di Belpietro. Se l’intenzione era di attaccare il governo Renzi o in generale la sinistra, insomma, Belpietro ha fatto una bella gaffe.
 
” Ai lavoratori extracomunitari con rapporto di lavoro a tempo indeterminato o determinato rimpatriati spetta al compimento dei 66 anni di età e 7 mesi (65 anni e 7 mesi le donne). Dal 2018 il requisito sarà parificato a 66 anni e 7 mesi per entrambi i sessi. Fin qui siamo nel solco della norma di carattere generale, quella che non fa differenze in base alla nazionalità del lavoratore. Ma è un altro discorso se si guarda al requisito contributivo (quello appunto citato dal quotidiano La Verità).
 
Qui occorre dividere la materia in due antitetiche situazioni: 1) se la pensione è liquidata con il sistema retributivo o misto (cioè se il lavoratore è in possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995), si applica in toto la normativa italiana, senza alcuna deroga; perciò la colf/badante dovrà raggiungere il minimo dei 20 anni di versamenti per avere diritto alla pensione;
 
2) se il lavoratore ricade, invece, nel contributivo puro (cioè non era in possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995) la legge Bossi-Fini (legge 189/2002)prevede che la pensione venga pagata anche se l’interessato non ha raggiunto il minimo dei versamenti previsto dalla normativa vigente. Per i cittadini italiani e i comunitari, invece, la pensione di vecchiaia nel sistema contributivo può essere liquidata solo in presenza di almeno 20 anni di contributi a condizione, peraltro, che l’importo dell’assegno non risulti inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale) oppure, se non è rispettato il predetto importo soglia a 70 anni e 7 mesi in presenza di almeno 5 anni di contributi effettivi. In sostanza pergli extracomunitari nel sistema contributivo, la pensione viene pagata dall’Italia qualunque sia il numero dei contributi versati”.
 
E a tal proposito l’articolo del quotidiano La Verità mette in evidenza che “per gli stranieri, tutte queste restrizioni non esistono”, visto che “l’extracomunitario che, dopo il 1° gennaio 1996, ha versato contributi all’Inps, se torna in patria ha diritto alla pensione anche se non ha raggiunto il minimo di versamenti previsti dalla normativa vigente”.
 
Ora, anche se Pensioni Oggi rileva che “è opportuno ricordare che la legge 189/2002 (dunque Bossi-Fini) ha posto fine a una incredibile facoltà riconosciuta agli extracomunitari dalla legge 335/1995 (legge Dini), in base alla quale chi rientrava in patria senza avere raggiunto il diritto a pensione poteva chiedere la restituzione dei contributi pagati, compresa la quota a carico dell’azienda”, si nota come l’articolo del quotidiano di Belpietro fa riferimento a una normativa non voluta dal governo Renzi, ma addirittura dal governo Berlusconi.

900MILA EURO DI VITALIZIO PER 4 ANNI DA DEPUTATO: E’ SCALFARI IL PARASSITA DA RECORD.

scalfariduro il lavoro del civilizzatore savonarola del politically correct

“Pochi se lo ricorderanno. Eugenio Scalfari, il più famoso giornalista italiano vivente, è stato anche un politico in una parte assai breve della sua lunga carriera.Eletto nel partito socialista, fece il deputato fra il 1968 e il 1972, quattro anni prima di fondare Repubblica”. Inizia con un j’accuse contro il fondatore di Repubblica l’inchiesta di Franco Bechis su Libero sui vitalizi degli ex parlamentari che, nel corso degli ultimi decenni, hanno percepito molto di più di quanto hanno versato.
Grazie a questi pochi anni da deputato Scalfari prende ogni mese un assegno lordo di 2.162,52 euro. “Non è un granché, e Scalfari – scrive Bechis – manco se ne accorgerà: le sue finanze dipendono sicuramente da altro. Però tutti insieme quegli assegnini- il famoso vitalizio degli ex onorevoli- hanno fatto negli anni un assegnone, superiore ai 908mila euro”. Una cifra ben superiore di quella che “la Camera stessa gli aveva messo da parte durante quella legislatura che fu pure sciolta anticipatamente”. “Fra quello che allora fu versato e quello negli anni incassato – spiega Bechis – c’è una differenza da 847mila euro, che mettono Scalfari ai primi posti della classifica dei re del vitalizio. Anche merito della sua buona salute e della evidente longevità”.

Altro che pagarci le Pensioni. Scoperta Incredibile, ecco cosa combinano le Imprese dei Migranti!

numeri-falsi-immigrazioneci sono evasori ed evasori. Confesercenti populista, condanniamola per incitamento all’odio..Meno male che le autorità antirazziste chiudono un occhio, eguaglianza fino a che non si ledono gli affari delle cosche tanto care al governo di mafia capitale che fa le marcette per la legalità. Dai su, domani sta notizia sarà classificata come “fake news”
 

Ci è sempre stato detto che i Migranti servono, che il nostro sistema pensionistico è al collasso e che per riprendersi ha bisogno dei migranti, il cui lavoro ci aiuterebbe in futuro a pagarci le pensioni.  Ma la notizia che giunge nuova potrebbe mettere in dubbio tutto questo, e far cadere anche l’ultima convinzione.
Sì perché Confesercenti ha rilasciato delle statistiche che mostrerebbero una realtà davvero agghiacciante.
Ma andiamo per ordine. Stiamo parlando di imprese, aziende, o comunque, attività che sono state aperte qui in Italia da immigrati.
Confesercenti dice che ci sono ben 70.421 aziende aperte da stranieri che risultano irregolari.
In molti casi sono semplicemente usate come copertura per ottenere i permessi di soggiorno.
E così mentre sempre in questi giorni la Caritas dice che i giovani e giovanissimi (18-34 anni) versano in tragiche condizioni, basti pensare che essi possono contare su meno della metà della “ricchezza” di cui godevano i loro coetanei solo nel 1995, veniamo a sapere anche quest’altra novità.
 
Ci aveva sempre detto che i migranti erano risorse, che grazie a loro avremmo vissuto meglio anche noi. Eppure ora viene fuori un’altra realtà. Ben l’83% delle attività di commercio ambulante aperte da migranti è irregolare.
Queste 70.421 aziende non pagano nemmeno i famosi contributi all’INPS che ci servirebbero per pagarci, le così tante famose, pensioni. E per capire l’enorme gravità della cosa basti guardare ai prossimi dati.
In regioni come la Calabria questo tipo di attività di stranieri, rappresenta ben il 70% delle attività commerciali della Regione, quindi stiamo parlando mica di bruscolini, ma un vero e proprio giro milionario di evasione fiscale.
Quindi oltre il danno, la beffa, perché queste attività oltre ad essere una forte concorrenza, molto spesso anche sleale, verso i negozianti italiani, sono anche irregolari e non aiuteranno giammai gli italiani a ricevere, in futuro, la tanto agognata pensione. Questa è la situazione. E c’è chi preferisce fare orecchi da mercante, e tapparsi gli occhi.
 
Fonte: edizione odierna de “La Verità”, pagina 1 e 3
Foto CreditQui
Maura Alpaca Bathory su fb
In Italia, secondo Confesercenti, l’83% delle attività commerciali gestite da immigrati (pari a 70.421 Imprese) , sono irregolari e non versano nessun contributo all’Inps. Molte di queste vengono aperte solo per richiedere permessi di soggiorno o usate come tramite per spaccio di droga.
 
In un Paese che si presta a votare lo ius soli, paventando un inesistente diritto umanitario, lasciamo che ci siano piccoli Imprenditori italiani costretti a chiudere per mancanza di liquidità, Aziende trentennali, lasciando a casa decine di lavoratori, perchè strozzati dalle tasse, ma lasciamo che impunemente vengano aperte Imprese, gestite da stranieri, di dubbia legalità. Altro che lotta all’evasione.
 
Ora possiamo dormire tranquilli. La pensione non ce la pagherà nessuno. Neanche noi stessi.

Chaouki, figuraccia: l’icona dei diritti ai migranti non paga i contributi all’assistente

chaoukiL’assistente è una donna, magari non è dovuto secondo certe culture, per fortuna che la Boschi lotta per la parità di stipendio tra calciatori e calciatrici. Il deputato Chaouki si batte per i diritti dei migranti, mica delle donne.

Diritti un tanto al chilo. Roba da non farsi vedere in giro per Chaouki. Ma come. È il paladino dei diritti ai musulmani, l’icona dell’accoglienza. Si batte per l’equiparazione dei diritti tra italiani e stranieri e il Pd lo manda nei talk-show per questo. Lui entra in rotta di collisione con tutti con il suo buonismo che cozza contra le più elementari ragioni di buon senso. Diritti? ma quali diritti? Per gli immigrati, certo, ma per la sua ssistente parlamentare no.  Figuraccia del deputato Pd, Khalid Chaouki, che da cinque anni non versa un euro di contributi alla sua assistente parlamentare, totalizzando la cifra di 12.500 euro. I diritti per Chaouki vanno a corrente alternata. La doppia morale personificata. L’ipocrisia allo stato puro.
Chaouki ha pure il coraggio di scioperare per lo Ius soli
Secondo Il Fatto Quotidiano che ha reso nota l’imbarazzante e squallida vicenda, Chaouki – che tra l’altro mantiene le questioni di forma aderendo allo sciopero della fame per lo Ius soli – appena eletto ha assunto una collaboratrice parlamentare. E nonostante le ripetute richieste di regolarizzazione, per cinque anni non ha pagato niente alla previdenza. È stato allora trascinato in tribunale dalla donna. Ma Chaouki non ha neanche avuto il buon gusto  presentarsi ed  è stato dichiarato contumace, si legge nella ricostruzione del Fatto.
Da Chaouki neanche la tredicesima
«Dopo due anni di contratti co.co.pro, Chaouki ha assunto la donna a tempo indeterminato, beneficiando degli incentivi previdenziali previsti dal Jobs act. Quando ha capito che questi non coprivano tutti gli oneri con l’Inps, e che avrebbe dovuto sborsare i soldi di tasca propria, ha deciso di non pagare». Altra sorpresa,  Chaouki è stato infatti citato in giudizio per non aver pagato nenache la 13esima alla donna, denaro che le era dovuto sulla base del nuovo contratto stipulato dopo l’entrata in vigore del Jobs act. Destinatario di un decreto ingiuntivo del giudice, il deputato ha pagato. Rimane però ancora l’arretrato dei contributi previdenziali.

Pensioni ricongiungimenti e contributi

pensioni immigratiL’Inps non ha i soldi….ma gli stranieri ci pagano le lautissime pensioni, 6milioni di pensionati sotto i mille euro, il 14% sotto i 500. Le pensioni di invadilità sono un insulto, senza contare che aumentano i criteri per accederci mentre riducono gli stanziamenti. Strane tutele. Per i disoccupati guai a parlare di reddito di cittadinanza…Pensionati ed invalidi non sono più categorie da tutelare, ci sono altri cittadini di serie A.


Legge, n. 388 del 2000 (inserita nella finanziaria dall’allora Ministro Amato) che permette anche agli stranieri di percepire un assegno di pensione “sociale”, pari a € 395,60 euro al mese, più 154,90 euro di importo aggiuntivo, per un totale esentasse di € 7.156 euro annui. Chi, in altre parole, non ha mai avuto contributi previdenziali e ha compiuto i 65 anni, può richiedere questo assegno all’INPS di competenza, anche se straniero.

Esiste un modo per sfruttare appieno questa norma nonostante lo straniero non abbia mai lavorato (neanche in nero) sul territorio italiano. Infatti, la legge italiana prevede, tra le altre cose, il cosiddetto istituto del “ricongiungimento famigliare” rivolto a tutti gli stranieri che siano regolarmente residenti nel territorio e abbiano la carta di soggiorno in regola. Per loro dunque è possibile chiedere allo Stato italiano la possibilità di fare arrivare in Italia figli, moglie e genitori, ottenendo per questi un regolare permesso di soggiorno. Il giovane straniero regolare chiede il ricongiungimento famigliare per i propri genitori ultrasessantacinquenni, i quali arrivano nel nostro paese con un regolare permesso. A questo punto dovranno solo recarsi all’INPS di competenza per ottenere la pensione sociale in base alla legge 388 del 2000. Un danno non indifferente per lo Stato italiano, che si sobbarca anche il mantenimento di persone che in alcun modo hanno mai vissuto nel territorio e nel territorio hanno mai lavorato.

avv.to su FB

L’Inps secondo Boeri

Non tutto quello che versano i lavoratori stranieri si trasforma in pensioni
 
Valgono 70 miliardi di contributi in 20 anni. Il presidente dell’istituto di previdenza: “Chiudere le frontiere significherebbe una manovra economica in più ogni anno”
 
Sicuro Boeri che non crolla perché invece di togliere le pensioni d’oro NON mandate in pensione  i comuni mortali? Se li mandate in pensione, che prima allungate e poi chiamate “ANTICIPATA” FATE PAGARE LORO i contributi INDEBITANDOSI con le banche?
 Sicuro che non crolla anche PER GLI SCARSI E SCANDALOSI SUSSIDI CHE NON EROGATE PIU’ COME il certo non isolato caso di Concetta Candido che avete spinto al Concetta Candidosuicidio dimostra?
 
Quindi il futuro prospettato da Mastrapasqua nel 2010 E’ SCONGIURATO?
Il presidente dell’Inps dice che l’istituto non permetterà a chi è iscritto alla “gestione separata” di poter fare online una “simulazione” della propria pensione: “Si rischierebbe un sommovimento sociale”. Rivolta in Rete dei precari, ma i sindacati rimangono in un imbarazzante silenzio
di Eleonora Bianchini | 13 ottobre 2010
 
Hai detratto le truffe e i circa 2 miliardi l’anno NON RENDICONTABILI di tangente a Mafia capitale, detta anche ACCOGLIENZA? Nel solo 2017 tra quanto stanziato e previsioni di aumento si presume di arrivare a 4,6 MILIARDI
Quindi quando ci vengono a fare il panegirico (Gassman docet) su come noi senza loro non avremmo manco i pomodori sul tavolo, lavorano a busta paga regolare?
Non in nero e quindi “sfruttati”?
 
Cari parassiti politici e menestrelli della penna, le bugie hanno le gambe corte, decidetevi per una versione da raccontare, senza contraddizioni se volete essere credibili.
Porte chiuse agli immigrati? Boeri: “Ci costerebbe 38 miliardi”
Rapporto Inps: senza i lavoratori dall’estero in 22 anni si avrebbero 35 miliardi in meno di uscite, ma anche 73 in meno di entrate. Il presidente: “Si completino le riforme del lavoro e della previdenza: serve un reddito minimo d’inclusione, un salario minimo e il ricongiungimento gratuito dei contributi”. Una proposta: “L’Inps eroga 440 prestazioni, solo 150 sono di natura pensionistica: lo si chiami Istituto della Protezione sociale”. L’abuso della Cig: per il 20% delle imprese dura cinque anni o più
di ROSARIA AMATO
Porca miseria, un ringraziamento a Spagna, Francia e Austria per questo REGALO è doveroso