TUTTI, corrotti e corruttori, sapevano di Ercole Incalza

 http://www.imolaoggi.it/2015/03/18/tutti-corrotti-e-corruttori-sapevano-di-ercole-incalza/

Imola Oggi

mercoledì, 18, marzo, 2015

incalza

 Ricordate quando l”Ebetino dava lezioni di politica a Bersani (non era difficile), e urlava: “Dovrebbero tirar fuori gli attributi” riferendosi ai compagni di merende. Quando a fine 2013 faceva ancora dei danni come sindaco di Firenze, l’annuncista attaccò duro il Pd per l’atteggiamento morbido nei confronti dell’allora pseudo ministro della In-Giustizia Cancellieri, la quale, per aver fatto favori alla condannata famiglia Ligresti, secondo Renzi “avrebbe fatto un favore al Paese se si fosse dimessa” e “io – diceva il DEMente – fossi stato il segretario del Pd non l’avrei difesa”.

E per quale perversa logica Lupi oggi, non si deve dimettere? Non tutti lo ricordano, ma tra le tante, ogni tanto ne fanno anche una buona: parliamo del Movimento 5 Stelle che già a luglio aveva chiesto la rimozione di Incalza, in quanto il suo nome compariva in svariati procedimenti penali. E allora, non possono dire che Lupi non sapeva, che Renzi non sapeva. A Palazzo Chigi tutti sapevano chi era Ercolino Incalza.

Armando Manocchia @mail

Da un colpevole del “delitto di aver offeso la reputazione e il decoro” del Cociv

 

21 marzo 2015

di Antonello Brunetti

DA PARTE DI UN COLPEVOLE DEL “Delitto di aver offeso la reputazione e il decoro” dei facitori delle Grandi opere e del T.A.V.

Ho intervistato di recente a Castelnuovo il mio concittadino Giovanni Stella che compiva il 4 marzo i cento anni. Una intervista ricca di ricordi, di squarci su un mondo che fu, conclusasi con la domanda “ Giovanni come giudica l’epoca in cui oggi viviamo?”. Risposta secca, in puro dialetto, L’è tüt un mónd ad làdär!

Come non dargli ragione, sia pure con qualche distinguo?

Dall’epoca Craxi-Berlusconi riceviamo in eredità la totale sparizione di comportamenti etici nel proprio lavoro.

Da decenni prendo posizione contro questo mondo corrotto che si arricchisce con i soldi di tutti per opere inutili e spesso neppure concluse o distruggendo ambiente e territori destinati all’agricoltura e alla vivibilità.

Quasi sempre, nel corso di assemblee dedicate al TAV, un “amico” mi criticava per lo spazio che dedicavo alla immoralità politica ed economica, sostenendo che tanto “non gliene frega niente a nessuno”. Ma non mi ha mai convinto e oltre all’esame delle assurdità di opere inutili, malfatte e prive di supporto tecnico, non ho mai fatto sconti a sindaci, gestori di banche nazionali o regionali, partiti, politicanti e sindacati; in ciò con una documentazione il più ampia possibile.

Ad esempio, prima di dare il via alle Osservazioni tecniche presentate nel settembre 1992 contro il Supertreno Milano-Genova, nella quarta riga della “Premessa”, ho voluto scrivere questa considerazione prioritaria “ La questione della linea Milano – Genova presenta peculiarità tali da far ritenere che il luogo più indicato in cui dibattere della possibilità di realizzarla debba essere l’aula di un Tribunale e non le sedi governative”.

E del resto come poteva essere il T.A.V. architettato da Andreotti, Craxi, Cirino Pomicino, Bernini e Prandini, con il supporto di Necci e del suo braccio destro Incalza? Un utile per alcuni, un lusso per pochi, un danno per molti, a spese di tutti. O meglio ancora, come lo definirono nel 1996 i giudici di Perugia, la madre di tutte le tangenti.

Arroganza, nessun rispetto per le regole, niente appalti, un vortice di aumenti di costi, creazione di un sistema di connivenze in ogni settore, distruzioni ambientali, cave in cui finiva di tutto, inaridimento di falde. E a chi difendeva ragione, interessi della collettività e territori di appartenenza prima arrivò il sorriso di scherno, poi l’accusa di terrorismo e infine gli interventi polizieschi.

Lasciando da parte le mille cose che si potrebbero ricordare, compresa la denuncia a Ercole Incalza e altri nel 1997 per la truffa aggravata nei confronti dello Stato (questione fori pilota), vorrei concludere con una nota personale.

Nel mese di febbraio 2014 ho ricevuto dal Procuratore della Repubblica di Genova la comunicazione di una querela inoltrata “dall’ing. Michele Longo e dall’ing. Piero Marcheselli, direttore generale del Consorzio Cociv” (qualche mese dopo condannato a 4 anni e mezzo per traffico illecito di rifiuti in lavori effettuati sull’Appennino) “per il reato di diffamazione aggravata” per aver scritto che intorno al TAV c’è stata una fitta rete tangentizia, e ciò per un’opera che non serve a nulla e che costerà miliardi, motivati da dati tecnici fasulli, a carico dello Stato e quindi a discapito di tutti i cittadini,

Seguono altri punti tra i quali “L’obiettivo è quello di trasformare lo Stato italiano a erogatore di soldi freschi per una compagnia di giro di costruttori, incapaci di stare sul libero mercato, tramite commesse costate qualche tangente versata a dei poveracci comprandone anima e corpo”.

La vicenda è poi stata trasferita alla Procura di Alessandria nella quale c’è stato un colloquio il 15 ottobre 2014 alla presenza dell’avvocato Giancarlo Bonifai di Genova.

Un caro amico ieri, riferendosi alla vicenda di Incalza e company mi ha scritto questo commento: ”Siediti lungo la riva della Scrivia e aspetta; prima o poi vedrai passare l’avviso di garanzia del tuo nemico!”

Ho sorriso ma rimane l’amarezza di aver dovuto attendere 23 anni e che per ora, dopo i bidoni sotterrati nel greto, dopo le porcherie rilasciate nel torrente durante le piene, a monte si continui tranquillamente a scavare smarino e amianto, a distruggere boschi, a sversare nei torrentelli materiali di scarto (come il cemento di due giorni fa) e tutto ciò nel silenzio di tomba di sindaci e “controllori” inesistenti.

Sarebbe poi “buffo” che in questo mondo di Lupi andasse a finire con un “liberi tutti” e io venissi convocato non per presentarmi le scuse, ma per un eventuale procedimento tendente a punirmi di gestire il mio cervello liberamente, le mie azioni nell’interesse pubblico, le parole scritte senza timori reverenziali.

Tav, Virano (Torino-Lione): “Se non si fa perdita di 20 miliardi. De Luca? Reato simile al negazionismo Shoah”

 http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/03/16/tav-virano-torino-lione-se-non-si-fa-perdita-di-20-miliardi-de-luca-reato-simile-al-negazionismo-shoah/350082/

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“La mancata realizzazione della Torino-Lione porterebbe ad una perdita per il sistema complessivo Italia, Francia ed Europa di oltre 20 miliardi di euro”. Così Mario Virano direttore generale di Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin) durante la conferenza stampa a Roma di presentazione della società che si occuperà dei lavori del Tav. Poi il manager ritorna sul caso Erri De Luca: “Non è un opera inutile, all’impatto ambientale e allo storia dell’amianto ci crede solo Erri De Luca, oggi mostriamo i dati di un’opera di buonsenso, non farla sarebbe irrazionale”. “Noi non abbiamo denunciato lo scrittore per soffocare la libertà d’espressione, ma ha incitato al sabotaggio mettendo a rischio il cantiere e i lavoratori che c’hanno chiesto protezione – sostiene ancora il direttore – è assimilabile al negazionismo della Shoah, al razzismo, all’omofobia. Le sue parole violano un valore etico, morale più alto. O sono libere da ogni responsabilità?”. Sul rischio di infiltrazioni mafiose, sulla possibilità che il Tav, ennesima grande opera, sia più che una svolta storica per il Paese il terreno fertile per corruzione e malaffare come le inchieste di questi giorni stanno facendo emergere, il manager afferma: “Capisco le preoccupazioni, ma la cornice in cui ci muoviamo è bi-nazionale, è il cantiere più monitorato d’Italia, i controlli sono effettuati dalle Corti dei conti di entrambi i paesi, anche dalla Commissione Europea, costi, prezzi degli appalti sono identici a quelli francesi, sono certo che non potranno esserci scandali del genere”

 di Irene Buscemi

No Tav, tre perquisizioni in ambienti anarchici: torna l’accusa di terrorismo

ore 22.47 del 21 marzo 2015

Operazione dei Ros a Cuneo e a Mentoulles, vicino a Fenestrelle. Il gruppo si occupa delal pubblicazione di Nunatak e si occupa del fondo “Cassa antirepressione”

Una serie di perquisizioni sono state effettuate dai carabinieri del Ros in Piemonte nel quadro di un’indagine, coordinata dalla procura di Torino, che riguarda attivisti anarchici. Il procedimento è aperto per il reato di associazione terroristica. Le perquisizioni sono state eseguite nelle abitazioni di Cuneo e a Mentoulles , vicino a Fenestrelle, in Val Chisone. Il gruppo, secondo quanto si apprende, edita una pubblicazione chiamata Nunatak e si occupa di un fondo chiamato Cassa antirepressione delle Alpi Occidentali. Le indagini puntano anche ad accertare eventuali collegamenti con gli elementi più radicali della galassia No Tav.

TAV, LA FRANCIA SI SCHIERA CON ERRI DE LUCA. HOLLANDE: LA LIBERTÀ D’ESPRESSIONE VA DIFESA

 
Il presidente francese risponde all’appello di un gruppo di intellettuali e del suo ministro della Cultura che gli avevano chiesto di prendere posizione sullo scrittore a processo a Torino
 Lo scrittore De Luca con il suo avvocato, Gianluca Vitale, al tribunale di Torino
21/03/2015
ANDREA ROSSI
 

La Francia si schiera al fianco di Erri De Luca, lo scrittore a processo a Torino per aver difeso i sabotaggi al cantiere Tav di Chiomonte. Dopo il ministro della Cultura Fleur Pellerin stavolta interviene direttamente il presidente della Repubblica Francois Hollande: «Non posso intervenire negli affari giudiziari, ma a nome della Francia posso sostenere la libertà d’espressione. Questo vale per gli scrittori francesi ma anche per gli stranieri. Gli autori non possono essere perseguiti per i loro testi». Il capo dello Stato francese ne ha parlato oggi al salone del libro Parigi, rispondendo a una domanda su De Luca, per cui da giorni gli intellettuali francesi si stanno mobilitando.  

 Ieri, infatti, in occasione di un incontro al Centre National du Livre di Parigi, personalità francesi del mondo della cultura e della politica riunite nel comitato di sostegno a Erri De Luca, erano tornati a sollecitare un intervento di Hollande, a cominciare dal ministro della Cultura Pellerin e dal suo predecessore Filippetti.  

 Erri De Luca è a processo a Torino per istigazione a delinquere, a causa di un’intervista rilasciata il primo settembre del 2013, in cui ha sostenuto che sabotare la Tav sia giusto. 

Processo a De Luca su caso Tav, interviene Hollande: “Difendo la libertà di espressione”

http://torino.repubblica.it/cronaca/2015/03/21/news/processo_a_de_luca_su_caso_tav_interviene_hollande_difendo_la_liberta_di_espressione_-110133061/
Processo a De Luca su caso Tav, interviene Hollande: "Difendo la libertà di espressione"

Erri De Luca (ansa)

Il presidente francese al Centre National du Livre: “Non posso entrare negli affari giudiziari, ma a nome della Francia posso sostenere il principio: gli scrittori non devono essere perseguiti per i loro testi”. Lo scrittore aveva dichiarato in un’intervista all’Huffington Post che era giusto sabotare la Tav. Appello per De Luca da autori come Paul Auster, Salman Rushdie e Marc Lévy

21 marzo 2015
“Gli autori non vanno perseguiti per i loro testi”: dopo l’appello lanciato ieri a Parigi da politici, intellettuali e personalità della società civile a favore dello scrittore Erri De Luca – denunciato dalla società franco-italiana Lyon-Turin Ferroviaire (LTF) per le sue parole sul sabotaggio della linea ad alta velocità Torino-Lione – anche il presidente francese, Francois Hollande, esce dal silenzio e si esprime in favore dell’autore de ‘La Parola contraria’. De Luca è sotto processo a Torino, per aver dichiarato più volte in un’intervista all’Huffington Post che era giusto sabotare la Tav: è accusato dalla Procura della Repubblica di istigazione al sabotaggio.“Non voglio intervenire in vicende giudiziarie, ma ciò che posso fare, a nome della Francia, è sostenere sempre la libertà d’espressione e di creazione, e questo vale anche per gli autori, siano essi francesi, italiani o di ogni altra nazionalità e che non vanno perseguiti per i loro testi”, ha affermato il presidente rispondendo a una domanda sul caso De Luca a margine della sua visita di questa mattina al Salone del Libro di Parigi. “La ragione della mia venuta qui – ha poi detto Hollande, alla vigilia delle elezioni provinciali di domani – è la libertà d’espressione, che è la forza della Francia, la sua cultura, la sua libertà”.

Riunito ieri pomeriggio al Centre National du Livre (Cnl), il comitato di sostegno allo scrittore napoletano, che include, tra l’altro, l’ex ministra della Cultura Aurélie Filippetti e il numero uno delle edizioni Gallimard Denis Olivennes –  è tornato a chiedere a Hollande di indurre la parte francese della LTF (filiale della Sncf, di proprietà dello Stato) che fine a poco tempo fa aveva la responsabilità dei lavori di costruzione dell’opera e poi rimpiazzata dalla Telt (Tunnel Europeo Lione-Torino, società mista italo-francese) di ritirare la denuncia. Un appello lanciato anche a nome della libertà d’espressione, principio cardine della République, il cui attaccamento è stato espresso dai milioni di manifestanti scesi in piazza a gennaio dopo gli attentati a Charlie Hebdo. Un tragico evento che Hollande è tornato ad evocare oggi al Salone del Libro. “A gennaio siamo stati colpiti e questo Salone è una delle risposte”, ha dichiarato il presidente, invitando tutti a non perdere “questa fiducia nel pensiero, nella fede irreversibile nella letteratura, la creazione, l’espressione, il pensiero: la Francia deve sempre essere al fianco dei creatori”.

Durante la visita, Hollande si è anche prestato a cameramen e fotografi con l’album ‘La Bd est Charlie’, ‘Il fumetto è Charlie’,
pubblicazione realizzata da diversi editori i cui proventi andranno a favore delle famiglie delle vittime degli attentati di gennaio. A sostegno di De Luca, si era espressa nei giorni scorsi anche la ministro della Cultura, Fleur Pellerin: “De Luca – aveva detto – è un grande scrittore. La sanzione che potrebbe essergli inflitta è sproporzionata rispetto al suo impegno o alle sue parole. Ora però non voglio interferire in una vicenda giudiziaria in corso”. Il comitato internazionale a favore dell’intellettuale sotto processo a Torino per istigazione a delinquere è stato lanciato in simultanea lo scorso 18 marzo a Parigi e a Barcellona. Il successivo appello è stato firmato da scrittori di fama internazionale come Paul Auster, Salman Rushdie e Marc Lévy. “Più di trecento personalità di 19 Paesi – recita il testo della petizione – difendono oggi il diritto alla libertà d’espressione per Erri De Luca” e chiedono “il ritiro della denuncia della Lyon-Turin Ferroviaire”.

Il biglietto del treno del deputato 5 Stelle: multato per essere onesto

Il biglietto del treno del deputato 5 Stelle: multato per essere onesto

Un deputato che prende il treno fa già notizia in Italia. Lo fa ancora di più se il deputato viene multato per essere stato onesto. Lo fa ancora di più se il deputato accetta la multa, senza intimare al controllore di essere chissà chi. Leggiamo questa storia:

Oggi è giorno di ri-partenza per Roma. Mi accompagna Cristina, la mia ragazza. Il mezzo prescelto è il treno. Quindi nell’Italia sburocratizzata e digitalizzata niente di meglio che acquistare il biglietto per Cristina andando sul sito di TrenItalia. Il sito è momentaneamente “indisposto”. Va be’…Può capitare..Siamo comprensivi. Il biglietto si farà direttamente in stazione col vecchio metodo. Arriviamo alla stazione di Asti con 20 minuti di anticipo sull’orario di partenza e ci rechiamo fiduciosi e diligenti allo sportello.

 L’operatore lotta con la tecnologia per 19 minuti tanto che debbo avvertirlo che il nostro treno sta per partire.Lui si arrende e in fretta e furia ci restituisce le varie carte e i documenti. Senza biglietto corriamo a rotta di collo verso il treno e lo acchiappiamo appena in tempo. Dal treno telefono immediatamente all’agenzia viaggi della Camera dei Deputati per fare sti benedetti biglietti almeno da lì. E ci riesco infine, ma solo parzialmente: solo per il Frecciarossa che parte da Torino, non per il locale Asti-Torino che evidentemente non piace al sito-viaggi della Camera.

A questo punto, dopo tre tentativi falliti con tre metodi diversi per fare un biglietto di treno locale, ancora in affanno per la corsa ci apprestiamo ad accogliere la visita del controllore. Almeno a lui pagare il biglietto sarà cosa facile. Un biglietto che costa poco più di 5 euro. E il comprensivo controllore ci commina una multa di 50 euro perchè, a suo inappellabile giudizio, abbiamo provato a fare i furbi. E questo è il risultato finale di una vicenda fantozziana. La prossima volta mi inginocchierò direttamente davanti alla stazione supplicando di pagare il biglietto. A voi le considerazioni . (Paolo Nicolò Romano, Deputato 5 Stelle)