Un nero in bici sull’autostrada

bici in autostradaUn agente della polstrada filma un negro in bicicletta sulla Torino-Bardonecchia, infrazione al codice stradale e azione pericolosa che mette a repentaglio la sicurezza degli automobilisti e dello stesso “velocipedista”, e scatta la rissa tra sedicenti antirazzisti e cosiddetti razzisti, più che altro gente stufa delle risorse della Boldrini e delle sue balle politicamente corrette.
 
Siamo ormai alla caccia alle streghe, da parte di questi odiosi radical chic, contro chi non vuole rassegnarsi ad accettare lo stile di vita dei migranti, provenienti da quelli che un tempo venivano chiamati paesi del terzo mondo.
A nessuno di noi viene in mente di discriminare un uomo o una donna per il colore della sua pelle o per il suo genere sessuale. Tuttavia, nessuno può obbligare noialtri italiani a vivere secondo uno stile che non ci appartiene, culturalmente distante anni luce dai nostri costumi e tradizioni.
Non abbiamo nessuna intenzione di adattarci agli altri e non vogliamo obbligare chicchessia a vivere alla nostra maniera. Però, se qualcuno chiede ospitalità deve aderire alle regole del luogo (queste, spesso, non piacciono neanche a noi ma per convivere in pace le digeriamo, anche se malvolentieri), altrimenti va fuori dalle balle. Non si fanno favoritismi, né eccezioni.
Chi decide di venire in Italia si adegua alle leggi, rispetta i nostri valori (anche se non li condivide) e coltiva privatamente o collettivamente i propri, se non contrastano con le norme nazionali. Sono principi di civiltà ed educazione così banali che non si dovrebbe nemmeno discuterne. E se uno sbaglia, italiano o straniero che sia, viene sanzionato.
 
Qui, invece, non si può più nemmeno parlare e al primo accenno di insofferenza verso la marea di “soggetti differenti”, che fa un po’ come cazzo pare ad essa, si è tacciati di discriminazione razziale, sessismo ecc. ecc.. Lo abbiamo già detto chiaro e tondo. Non abbiamo alcuna intenzione di piegarci alla sciocchezza della diversità che arricchisce, non almeno a quelle condizioni degradanti di cui straparla la Boldrini. Lo ha chiarito bene La Grassa, la crescita reciproca tra genti eterogenee “avviene se gruppi di popolazioni diverse s’incontrano senza tuttavia essere sradicati dal loro territorio, dalla loro cultura e modo di vita e via dicendo. L’incontro di diversità è un conto; la mescolanza confusa e indifferenziata impoverisce culturalmente, crea attriti e conflitti, impoverisce e abbrutisce sotto tutti i punti di vista. Gli Usa da quasi due secoli ricevono migranti di tutti i colori e culture. Si è ben visto … come si sono ben integrati neri e bianchi, ecc. E gli Usa reggono perché sono ancora, e già da un secolo o poco meno, la più grande potenza mondiale, quella con più ampie sfere d’influenza. Se dovessero conoscere un periodo di vero declino, i loro guai in tema di convivenza sociale diverrebbero traumatici. E poi basta con questa storia dell’amor cristiano, della misericordia, ecc. Serve ormai a minare società già stabilizzate da secoli…Sarei d’accordo con chi introducesse misure di difesa dure e poco pietose”.
In verità, lo scopo “solidaristico” dei nostri politici non è affatto animato da umanitarismo. Vogliono, semplicemente, il caos sociale, in un momento di profonda crisi dal quale non sanno uscire, per usarlo contro gli italiani che hanno ormai in odio tutta la classe politica ed il suo servilismo verso i poteri forti interni ed esterni.
Alimentando le contraddizioni etniche, o le baggianate gender, intendono impedire che la rabbia sociale si rivolga contro di loro e le loro politiche di smantellamento delle precedenti sicurezze sociali.
Per evitare che ciò avvenga danno spago a qualsiasi sobillatore di finte rivoluzioni culturali, badando anche a censurare chi, al contrario, si indigna per simili porcherie, orientate a distruggere il tessuto connettivo della comunità tradizionale.
 
Ma costoro sono autenticamente degli idioti e prima o poi faranno una brutta fine. La Storia lo ha ampiamente dimostrato. Non potranno mettere la museruola a tutti e presto la canizza che hanno scatenato si avventerà sui loro stessi polpacci.
 
Oggi siamo dispettosi, vorremmo segnalare ai castigamatti moralisti uno che parla male dei negri e non è del KKK. Che non la passi liscia, come il poliziotto di cui sopra. Al lavoro, poveri coglioni del politicamente corretto!
di Gianni Petrosillo – 23/07/2017 Fonte: Conflitti e strategie

Condannata per aver ‘offeso’ le Coop, “Io sto con Federica Epis”

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ma le coop non sono mafia come le Ong non sono SCAFISTE. e NON SIAMO IN UN REGIME NO NO. Condannata per nessun reato, SOLO POLITICO. Questa giudicia dovrebbe essere condannata per abuso di potere, perché non condanna allora il pool che indaga sui traffici LOSCHI DELLE ONG? I richiedenti asilo non sarebbero clandestini? Richiedere uno status significa già esserne in possesso???????

È stata condannata per aver discriminato l’attività di tre cooperative che si occupano di accoglienza di migranti. Il tribunale di Brescia ha condannato al pagamento di seimila euro, duemila per ognuna delle associazioni citate, la segretaria della sezione della Lega Nord
Il 4 agosto è arrivato a Federica Epis, la segretaria della Lega Nord di Orzinuovi, l’intimazione di pignoramento sullo stipendio per QUATTORDICIMILA EURO!
La richiesta di sospensiva, con udienza in calendario a settembre, è stata del tutto ignorata. Federica, lo ricordiamo, è stata condannata a pagare un RISARCIMENTO non per aver diffamato qualcuno ma perchè alcune cooperative si sono sentite DISCRIMINATE dalle sue parole e per aver usato il termine CLANDESTINO.
Federica ha espresso un’OPINIONE è per questo è stata condannata.
Convinti che la libertà di parola sia uno dei diritti fondamentali della persona continueremo questa battaglia a fianco di Federica, scrive su facebook il comitato facebook.com/iostoconfedericaepis
La vicenda
Il 12 giugno di un anno fa (milano.repubblica.it), Federica Epis, segretaria della sezione del Carroccio, aveva postato un articolo del quotidiano locale ‘Bresciaoggi’ che parlava di immigrazione commentandoQuesto è l’elenco delle cooperative che con la faccetta misericordiosa di chi fa beneficenza stanno invece lucrando sul traffico di clandestini“.
In sostanza, secondo il giudice, la Epis stava insinuando che le associazioni K-PaxPuerto Escondido e Asgi (associazione studi giuridici sull’immigrazione) speculassero sui migranti.
 
Per il giudice del tribunale di Brescia Lucia Cannella “il post ha valenza irridente e sbeffeggiante ove indica le associazioni che danno ospitalità al soggetto come di chi opera ‘con la faccetta misericordiosa’ di chi fa la beneficenza attributivo di un fine illecito“.
 
Inoltre per il giudice “il post è denigratorio ed offensivo laddove indica che i richiedenti asilo siano clandestini, atteso che i richiedenti asilo vengono degradati al rango di chi viola il Testo Unico sull’immigrazione“.
 
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COMINICATO STAMPA
EPIS PIGNORATA DALLA COOPERATIVE PER AVER USATO LA PAROLA CLANDESTINI
6 agosto 2017 (Comitato Antigone “io sto con Federica Epis) – “Incredibile amici del Comitato, oggi è arrivato a Federica Epis l’intimazione di pignoramento sullo stipendio per QUATTORDICIMILA EURO! La richiesta di sospensiva, con udienza in calendario a settembre, è stata del tutto ignorata”. Commenta così Roberta Ronchi, Presidente e artefice dell’iniziativa, quanto di recente accaduto dopo la condanna in primo grado sull’uso della parola clandestini, emanata dal Tribunale di Brescia.
 
“Federica, lo ricordiamo, è stata condannata a pagare un RISARCIMENTO non per aver diffamato qualcuno ma perchè alcune cooperative si sono sentite DISCRIMINATE dalle sue parole e per aver usato il termine CLANDESTINO. Federica ha espresso un’OPINIONE – continua Ronchi – e per questo è stata condannata. Convinti che la libertà di parola sia uno dei diritti fondamentali della persona continueremo questa battaglia a fianco di Federica”.
 
“Abbiamo costituito il comitato civico – conclude – sia per difendere la libertà di espressione, che è un bene e un valore di tutta la collettività, sia per provare a raccogliere un po’ di denaro per aiutare Federica a sostenere le spese legali”.
 
Dal canto suo la diretta interessata, Federica Epis, spiega: “sono onorata di avere al mio fianco persone oneste e desiderose di starmi accanto in questa battaglia legale e ideale, l’intimazione che ho ricevuto significa che presto cominceranno a trattenere dal mio stipendio di semplice impiegata quasi 14mila euro”.
Attendo fiduciosa le udienze in Corte d’Appello a settembre e a ottobre – continua Epis – perchè mi sembra davvero impossibile che in un Paese democratico vengano sanzionate in questo modo le parole, non mi sembra di aver fatto nulla di male, per questo da semplice cittadina, trovarmi a dover risarcire persone già ricche e potenti, è qualcosa che ha dell’assurdo“.
domenica, 6, agosto, 2017

Nuove dittature: in Francia rischi 2 anni di carcere se ti esprimi contro l’aborto

In Francia diventa reato far propaganda contro l’aborto. Sì, co cosa state pensando, è uno scherzo; un’opinione non può essere reato e non nella République, che difende i valori della Rivoluzione e che si mobilitava contro l’intransigenza e per libertà di espressione, all’indomani dell’orribile strage nella redazione di Charlie Hebdo, urlando: “Oui, je suis Charlie”.
Ebbene, proprio quella FRisultati immagini per reato opinione contro abortrancia ha approvato una legge così totalitaria nelle finalità e nello spirito da evocare – per una volta non in modo retorico – i peggiori incubi orwelliani.
L’agenza di stampa Ansa, qualche giorno fa, ci informava che
 
L’Assemblea Nazionale ha approvato la proposta del governo di punire chi fa propaganda contro l’aborto sul web. La proposta era stata presentata da una parte dei deputati della maggioranza socialista.
Il testo prevede l’estensione del “tentativo di intralcio all’interruzione volontaria della gravidanza” anche ai siti internet che, spacciandosi per siti di informazione, danno in realtà informazioni di parte sulle conseguenze dell’aborto.
La legge del 1993 punisce chiunque tenti di ostacolare una donna che vuole abortire, bloccando l’accesso agli ospedali o esercitando minacce o intimidazioni al personale medico o alle donne coinvolte.
La pena può  arrivare fino a 2 anni di prigione e 30.000 euro di multa.
Il testo è  stato votato dopo 5 ore e mezzo di dibattito, sostenuto dalla sinistra e da una maggioranza di centristi, nonostante l’opposizione della destra che denuncia una violazione della libertà d’espressione. Contrarie anche numerose  associazioni cattoliche. Il testo passa al Senato, il voto definitivo  del Parlamento previsto entro la fine di febbraio.
Dunque, traduciamo: in Francia esiste una legge che punisce severamente chi tenta di impedire fisicamente a una donna di abortire. Io sono contrario all’aborto, però il provvedimento è lecito, non essendo ammessa la costrizione fisica in democrazia
La sinistra però – sempre lei, vien da dire – cosa fa? Estende questo divieto a chi esprime sul web la propria ostilità all’interruzione di gravidanza “fornendo informazioni di parte”.
Questa è la sublimazione del psicopensiero orwelliano: l’informazione pro aborto, che per sua natura è di parte, è lecita, mentre l’informazione anti aborto, che è altrettanto di parte, diventa un reato punibile con 2 anni di prigione!
 
Le logiche sono molto pericolose. Si passa da operazioni di ingegneria sociale sulla manipolazione delle coscienze, che sfociano, ad esempio, nell’imposizione delle teorie gender nelle scuole pubbliche francese, all’imposizione per legge del divieto di esprimere un’opinione. Non è un caso che un tribunale, nell’Alta Savoia, abbia ordinato a un sindaco di rimuovere una statua della Vergine collocata in un parco pubblico perché “va contro la laicità”, come ha scritto Giovanni Masini.
 
Certi esperimenti in Francia sono stati spinti e hanno avuto successo più che che altrove, come sempre celando alle masse le vere intenzioni. Ma non non erano isolati, rientravano tra gli obiettivi condivisi di una certa élite transnazionale, impegnata da anni nello sradicamento dei valori tradizionali, della sovranità, delle identità nazionali e religiose. Un’élite che fortunatamente ora perde colpi. Hollande non si ricandida, Obama se ne va, Hillary non è stata eletta, Cameron è fuori, Renzi, che conta poco ma lavorava in scia e anelava l’ammissione in certi ambienti, ha le ossa rotte, l’Unione europea è rappresentata da personaggi di secondo piano come Juncker.
Il mondo sta davvero cambiando. Evviva.
di Marcello Foa – 18/12/2016