Il racconto malato di Aleppo ha superato di gran lunga la messa in scena dell’aggressione alla Jugoslavia

Il racconto malato e falso di quanto succede ad Aleppo ed in Siria ha superato di gran lunga la messa in scena dell’aggressione alla Jugoslavia.
I “bambini di Aleppo” fra i quali ovviamente non si includono le bambine usate come bombe umane dai “ribelli moderati”, che sono poi i jihadisti di Al Qaeda e terroristi assimilati (ex spauracchi dell’occidente fino a pochi anni fa), il “corridoio umanitario per la popolazione”, che è poi una viaIl racconto malato di Aleppo ha superato di gran lunga la messa in scena dell'aggressione alla Jugoslavia di fuga per i terroristi sconfitti verso una zona in mano all’ISIS, la “città martoriata”, ora che è in mano alle forze governative, mentre prima che era in mano ai terroristi era un parco dei divertimenti, le “atroci sofferenze” della popolazione, che festeggia per le strade la fine dell’incubo jihadista, le “ultime lettere da Aleppo” mandate da bloggers pagati dall’Arabia Saudita, gli “ultimi medici” nelle decine di “ospedali per bambini” dei quali ora non vi è traccia, i “clown umanitari” inventati, la “popolazione deportata dai russi”, che in realtà fugge dalla morsa dei terroristi per andare nella zona libera dove trova cibo e cure, le “foto” taroccate malamente.
 
Secondo Obama e la Clinton, gli occidentali, l’Arabia Saudita e gli altri campioni della libertà democratica, inclusi i pacifinti, Assad doveva essere la prossima vittima sacrificale e far la fine di Gheddafi. Con lo scatenìo delle ONG “neutrali” con l’occhio attento da una parte, ma cieche di fronte alle atrocità dei “buoni” e dei “meno peggio”. Ma stavolta, contrariamente alla Jugoslavia e alla Libia, la Russia vi ha rovinato la festa: nonostante lo stamburamento mediatico, cari demoguerrafondai, state facendo una pessima figura.I vostri protegè sono degli impresentabili fondamentalisti, terroristi e tagliagole, abbastanza incapaci nonostante siano frammischiati ai vostri mercenari.
 
Dov’è l’opposizione LAICA e DEMOCRATICA ad Assad? Tiratela fuori, orsù. Sarebbero quelli di Al Qaeda? Che avete foraggiato per anni con denaro e armi? No, cari: dopo il primo anni di guerra, dopo che ha visto come vi buttavate come avvoltoi su questa guerra, l’opposizione laica ad Assad è tutta CON Assad: ad esempio, il Partito Comunista Siriano.
Non vi smuovete neppure quando Robert Fisk dell’Indipendent, quello che scoprì Sabra e Chatila, vi dice la verità: sarà anche lui dalla parte degli antidemocratici non-tagliagole e non-jihadisti, vero?
Forse però – stavolta – perderete. E non potrete scrivere questa storia come piacerà a voi. La storia la scrivono i vincitori: pare che, stavolta, non sarete voi.
Ma a perdere è stata solo la Siria e il popolo siriano: cinque anni di guerra per rovesciare il vostro nuovo “nemico”, centinaia di migliaia di morti ed una nazione un tempo decentemente prospera e tranquilla, ora distrutta. Chi pagherà per tutto questo? Pare che Trump non abbia nessuna simpatia per le avventure estere, isolazionista come molti presidenti repubblicani, e stia cercando una via d’uscita con la Russia. Se così sarà, la vedo male per i campioni della moderazione jihadista: attenzione che, sentendosi traditi, quelli di Al Qaeda non vengano a trovarvi a casa. Tanto sono i vostri protegè, no? Auguri.
 
 
* Scienziato (Scientist), Plasma Science and Fusion Center presso Massachusetts Institute of Technology. Post facebook del 18 dicembre 2016
di Massimo Zucchetti – 18/12/2016
Fonte: L’Antidiplomatico

Quella su Aleppo è propaganda

Quella su Aleppo è propaganda
Fatima Jairudie e Waddah Sawadah sono due giornalisti della televisione di Stato siriana (Syrian Television): presentatrice lei, autore di programmi lui. In questi giorni si trovano in Italia, ospiti dell’associazione no-profit Mameli Sette, “per raccontare la verità su Aleppo Est”. Qualcuno obietterà che la testimonianza di due impiegati statali è di parte. Vero. Ma le fonti sinora ritenute attendibili dai nostri mezzi d’informazione non lo sono altrettanto? Il Syrian Observatory of Human Right, ad esempio, con sede a Coventry in Inghilterra, è la “creatura” di un musulmano sunnita oppositore di Assad.
Anche gli “autorevolissimi” White Helmets, fondati nel 2013 da un ex militare britannico, sono finanziati con centinaia di milioni di dollari da Stati Uniti, Regno Unito ed Europa. Lo stesso discorso vale per la versione fornita da certi media arabi controllati da Arabia Saudita, Qatar ed altri attori che finanziano i gruppi jihadisti.
Per non parlare della pletora di sedicenti blogger, attivisti e persino bambini (come Bana al-Abed di 7 anni) che twittano, 24 ore su 24, appelli disperati (la stragrande maggioranza dei quali si sono rivelati “fake news”) da Aleppo Est. Ma allora, nel multiforme quadro delle mille ed una verità che danno voce solo al fronte anti-Assad, non è doveroso sondare anche la versione di Damasco?
 
Che idea vi siete fatti sfogliando la sezione esteri dei nostri quotidiani?
 
F. J.: L’impressione resta quella di sempre, ovvero che i media europei siano i portavoce dei gruppi armati in Siria. Tutt’ora i mass-media italiani continuano ad usare il solito metodo che hanno adoperato sin dall’inizio della crisi siriana quando dipingevano i tagliagole come “ribelli moderati”, non è cambiato niente.
W.S.: Noi siamo qui per questo, per raccontare la verità all’opinione pubblica dell’Occidente. Il terrorismo che ha sconvolto l’Europa sta finalmente inducendo le persone a dubitare di quello che gli raccontano i giornali. D’altronde il presidente Assad, che i vostri giornali hanno sempre dipinto come un “dittatore crudele”, aveva avvertito l’Europa sulla reale entità della minaccia terroristica e sulla scia di sangue innocente che questa avrebbe portato anche nel vecchio continente.
 
Da Parigi a Roma, anche la Boldrini emula Hollande e spegne le luci di Montecitorio in segno di solidarietà ai civili di Aleppo?
F. J.: Si tratta di un gesto ipocrita, fingono di piangere i civili ma, in realtà, stanno piangendo il fallimento del loro progetto di destabilizzazione e smembramento della Siria.
W. S.: Proprio così! Hollande ha sempre sostenuto in maniera chiara il terrorismo in Siria attraverso l’appoggio dei gruppi armati, evidentemente veste a lutto la Tour Eiffel spegnendola per i terroristi sconfitti ad Aleppo e non, come ci racconta, per le vittime civili. Stesso discorso vale per la signora Boldrini e per gli altri “governicchi” europei aggiogati dalle politiche statunitensi. Il popolo italiano, ad esempio, sa che i carri armati usati da Isis a Deir ez-Zorr sono italiani? Noi abbiamo documenti e filmati che lo dimostrano e siamo pronti a fornirvi le prove. Avete il coraggio di diffondere queste prove?
Dottor Sawadah ma non c’è l’embargo?
 
W.S.: Certo ma questo non vuol dire nulla, il prodotto italiano arriva tranquillamente in Iraq e Turchia ed attraverso operazioni di contrabbando finisce in mano ai gruppi terroristici. Il governo legittimo della Siria non controlla tutti i confini del Paese e perciò i contrabbandieri hanno campo libero. E’ estremamente facile.
 
Aleppo quindi è una vittoria?
 
F. J.: Certo. Aleppo ha un’importanza strategica che la distingue dalle altre città sinora colpite dai terroristi. Ed è cruciale soprattutto per chi, come il governo turco, vorrebbe smembrare il nostro Paese per poi spartirselo. Avete sentito dei progetti di Erdogan su Aleppo? Nelle intenzioni del Sultano la città avrebbe rappresentato la roccaforte di un progetto che aveva per obiettivo l’ottomanizzazione della Siria.
 
W.S.: E’ finita l’epoca del caos, è crollato il progetto di colonizzazione della Siria e Aleppo non verrà strappata dal seno siriano. Adesso i Paesi che hanno appoggiato il terrorismo non possono più contare su questo asso nella manica e non gli resta che accettare di collaborare con noi. Finalmente si avvicina il sogno di un mondo multipolare e ci auguriamo che anche l’Italia sia protagonista di questo nuovo processo uscendo da sotto l’ombrello americano.
 
Che ruolo giocherà l’ingresso di Donald Trump in questo processo?
 
F.J.: C’è una grande differenza tra le dichiarazioni della Clinton e quelle di Trump. La vittoria di un candidato che afferma di non voler distruggere la Siria non può che giocare un ruolo positivo in questo senso. W.S.: Il popolo siriano guarda a Trump con cauto ottimismo perché sa perfettamente che una persona sola non può cambiare le politiche di un’intera Nazione. L’America non è governata da un singolo ma da un insieme di lobby e gruppi. Nel corso della nostra esperienza abbiamo sperimentato l’aggressività degli Stati Uniti nei nostri confronti perciò ci risulta ancora difficile credere che sia arrivato un presidente fuori da coro. Noi siamo per la pace e se Trump applicherà ciò che ha promesso verrà senz’altro accolto a braccia aperte in Siria.
 
di Elena Barlozzari – 18/12/2016 Fonte: Gli occhi della guerra

Scambio di colpi d’arma da fuoco vicino l’ambasciata USA ad Ankara

e poco prima Ultim’ora. Ucciso l’ambasciatore russo in Turchia

Ultim’ora. Scambio di colpi d’arma da fuoco vicino l’ambasciata USA ad Ankara

Dic 19, 2016

Ambasciata USA ad Ankara

Redazione. Il Dipartimento di Stato USA ha riferito la notizia che colpi d’arma da fuoco sono stati uditi nelle immediate vicinanze dell’Ambasciata USA si Ankara, poco dopo dell’avvenuto assassinio dell’ambasciatore russo in Turchia. “Informazioni su scambi di raffiche di colpi presso l’Ambasciata USA,  rendono necessario consigliare ai cittadini statunitensi di evitare la zona dell’Ambasciata  fino a nuovo avviso”.

Questo l’avviso pubblicato dal Dipartimento di Stato e pubblicizzato per i cittadini statunitensi.

Si parla di un attentato suicida ma non si conosce il numero delle vittime.

Le notizie sono molto confuse ma ad Ankara gli avvenimenti sono ancora in corso…..

Fonti: Hispan TV  http://www.controinformazione.info/ultimora-scambio-di-colpi-darma-da-fuoco-vicino-lambasciata-usa-ad-ankara/

 Ultim’ora. Ucciso l’ambasciatore russo in Turchia

Dic 19, 2016

Ambasciatore russo assassinato ad Ankara

 Ucciso l’ambasciatore russo ad Ankara, “vendetta per Aleppo”

Il diplomatico centrato da colpi di arma da fuoco mentre visitava  una mostra d’arte. Altre persone rimaste ferite.

Roma, 19 dic. (askanews) – L’ambasciatore russo ad Ankara in Turchia, Andrey Karlov, è stato ucciso oggi in un attentato mentre visitava un’esibizione d’arte nella capitale turca. Con lui – secondo le tv NTV e CNN-Turk – sono rimaste ferite diverse altre persone. L’uomo che ha sparato ha parlato di “Aleppo” e di “vendetta”. Lo sostiene un testimone presente nei momenti concitati dell’attentato. (L’immagine da noi parzialmente riprodotta è stata pubblicata da Hurriet ed in breve si è diffusa capillarmente sui social media).

Secondo le prime informazioni diffuse oggi, l’ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov è stato ferito gravemente oggi in un attentato mentre visitava un’esibizione d’arte nella capitale turca. Lo hanno riferito le TV locali. Karlov è stato ricoverato in ospedale dove successivamente è spirato. Assieme al diplomatico- secondo le tv NTV e CNN-Turk – sono rimaste ferite diverse altre persone.


La polizia turca ha iniziato ad investigare sull’omicidio e dalle prime illazioni filtrate dalle autorità russe parlano di un attentato terroristico.
Fonti locali riferiscono che le forze di sicurezza intervenute hanno ingaggiato uno scontro a fuoco durante il quale è stato abbattuto il terrorista. Il ministro dell’interno turco si troverebbe nell’edificio.
L’agenzia russa Interfax assicura che lo stesso Vladimir Putin sta seguendo il caso dell’omicidio dell’ambasciatore da vicino.

Fonti: Aska News

Hispan Tv http://www.controinformazione.info/ultimora-ucciso-lambasciatore-russo-in-turchia/