Sicilia, mare in tempesta

Casini e Bersani si sentono vincitori e pensano di trasferire anche nella Penisola il modello Crocetta

michele mendolicchio

La risposta dei siciliani stanchi di essere presi in giro, stanchi di vedere certe facce di bronzo, stanchi di stare nell’euro della miseria è stata quella giusta. Con oltre il 52% di astenuti, cui vanno aggiunti il 5% di schede bianche e anche il 15% del M5S visto che si tratta di voti contrari alla partitocrazia del magna magna ecco che arriviamo a dei numeri stratosferici.
Oltre il 72% dei siciliani ha detto basta a questo banchetto di centrodestra e di centrosinistra che dura da quasi 20 anni. Sicuramente Crocetta è una brava persona ma da qui a parlare di vittoria e di programmi ce ne vuole. Già il fatto che debba allearsi con gli uomini di Lombardo non può essere considerato come un segnale di rinnovamento. E’ da escludere categoricamente che Grillo appoggi le politiche programmatiche del nuovo presidente. Crocetta non potrà quindi governare se non ripercorrendo le stesse strade del clientelismo lombardiano. Per cui non resterà che tornare alle urne. Quello che davvero fa arrabbiare i cittadini sono le facce di bronzo, alludiamo a Casini e Bersani, che fino all’altro giorno hanno appoggiato Lombardo. “Voto siciliano anticipa le tendenze nazionali, il rapporto tra moderati e progressisti si conferma l’unico antidoto contro populismi ed estremismi”, questa l’imbarazzante dichiarazione di Casini. Anche il trionfalismo di Bersani non è da meno. Ma si rendono conto che hanno tenuto in piedi i peggiori governi della Sicilia? Forse no, altrimenti non farebbero queste figuracce. Cuffaro sta in galera per mafia e il suo successore Lombardo è inquisito per lo stesso motivo. E Bersani e Casini hanno ancora la faccia tosta di parlare di successo della loro alleanza. Cose da pazzi! Dietro la faccia pulita di Crocetta, c’è solo il solito marciume. Un presidente con poco più del 10% del consenso dei siciliani non potrà assolutamente governare, a meno che non si allei con le truppe di Lombardo o con quelle di Miccichè. Casini parla di laboratorio siciliano da esportare anche sulla terraferma ma non si rende conto che i tempi sono scaduti. Gli italiani si sono svegliati con oltre il 52% di pernacchi ai centrodestri e ai centrosinistri. Quello che avverrà anche a livello nazionale non sarà certamente un voto per Casini e Bersani, come pensano questi signori ma un vaffa definitivo di tutti gli italiani a questi politici che hanno portato il Paese alle dipendenze della Merkel, dei banchieri e dei pescecani internazionali. E’ ora di liberarsi di questa politici che stanno svendendo il nostro Paese, riducendolo ad un grande mercato di braccia e di affari. Come si fa ancora a dare credito a certa gente? Per fortuna dalla Sicilia è arrivato un chiaro messaggio di rottamazione per questo maggioritario del magna magna, altro che di alleanza da esportare a livello nazionale.   
Prima ci hanno fatto il regalo dell’euro della miseria e adesso quello dei camerieri a vita. Non c’è nessun dato positivo: disoccupazione in crescita, salari ridotti ad elemosina, debito pubblico in salita, imprese che chiudono e povertà alle stelle.
In Sicilia come nella Penisola si potrà governare solo con le ammucchiate, tanto gradite all’Udc. E pensare che Bersani fino all’altro giorno aveva parlato di ritorno alla normalità ovvero ad un governo con Vendola. E’ chiaro che sarà un’ammucchiata come l’attuale, con Monti ai comandi o un suo vice e Bersani, Casini e Alfano a fare da paggetti. E Vendola continuerà con la sua narrazione infinita di partito di lotta e di governo. In Sicilia quindi ci sarà ancora l’ombra di Lombardo a pesare nelle decisioni del neo governatore, altro che cambiamento. Non per niente già dagli ambienti della City e di Wall Street arriva l’avviso ai naviganti: proseguire con Monti altrimenti sono guai. E così alla faccia del nuovo che avanza ci toccherà sorbirci l’ammucchiata siciliana e quella romana. Se non ci liberiamo di questo abbraccio soffocante il Paese è destinato a diventare solo un grande bacino di schiavi. Tornare alla nostra sovranità a livello isolano come a livello nazionale, uscendo dall’euro e da questo banchetto centrosinistro e centrodestro del magna magna. Dalla Sicilia comunque è arrivato un segnale estremamente positivo, come la vittoria dell’astensione e il vaffa a Di Pietro, Vendola e Fini.  
 
31 Ottobre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=17494

Sicilia, mare in tempestaultima modifica: 2012-10-31T14:36:00+01:00da davi-luciano
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