LEGGE STABILITÀ: 570 mln per la Tav, 223 mln per le scuole private, 57 mln per il nuovo palazzo Nato

Informare per resisterePubblicato da  il 24 ottobre 2012. 
 
223 milioni di euro alla scuola privata. 10 milioni di euro per Radio Radicale. 570 milioni di euro per la Tav. 57 milioni di euro per la “partecipazione italiana alla costruzione del nuovo Quartier Generale Nato a Bruxelles”. Ecco alcune delle misure previste dalla legge di stabilità in uscita. Un contraltare molto discutibile alle misure in entrata previste dal governo Monti.

di Carmine Gazzanni

Le parole sono molto importanti. Quella che continuano ormai da tre anni a chiamare legge di stabilità – il nome è decisamente rassicurante –  altro non è che unaFinanziaria. Un modo, insomma, per fare cassa e, al contempo, ridistribuire il denaro pubblico. Basta leggere, d’altronde, la scheda tecnica del ddl presentato dal consiglio dei ministri per rendersene conto: contrariamente a quanto si possa pensare, infatti, non sono previsti solo importanti tagli, ma anche uscite altrettanto notevoli.

Se infatti leggiamo di un aumento dell’Iva (a partire da luglio dal 21 al 22% e dal 10 all’11%) che – come d’altronde si dichiara anche nella stessa scheda tecnica del provvedimento – praticamente nullifica la riduzione prevista dell’Irpef soprattutto per le famiglie più deboli che saranno decisamente le più penalizzate; se sono previsti ulteriori tagli a sanità, pubblica amministrazione ed enti locali; se sono stati stanziati solo 100 milioni per gli esodati (troppo pochi dato che, per coprire tutti, ci vorrebbero 12 miliardi circa: praticamente quanto vale tutto il ddl stabilità); se si taglia ben 721 milioni alla scuola pubblica; ebbene, se da una parte ritroviamo tutte queste importanti entrate, dall’altra il capitolo “uscite” non è meno forbito.

Come Infiltrato.it ha già documentato la scorsa settimana, a fare da contraltare ad una riduzione delle spese per la scuola pubblica che dal 2014 si attesterebbe appunto sui 721 milioni di euro, ritroviamo un finanziamento alle strutture private (le cosiddette scuole paritarie) che tocca i 223 milioni di euro. Ma non è questa l’unica spesa prevista dal governo Monti. Si va dai 600 mila euro per tre anni messi in palio per l’Itpo, l’Investment and Techonology Promotion Office di Roma (ovvero l’Ufficio per la Promozione Tecnologica e degli Investimenti), fino ai 300 milioni stanziati per una non specificata “realizzazione di opere pubbliche di interesse nazionale , passando per i 15 milioni di euro che in due anni finanzieranno  la “difesa del mare” e il “servizio inquinamento.

Spese, dunque, più o meno condivisibili. Al contrario, però, di altre che qualche dubbio in più, come nel caso delle scuole private, certamente lasciano.  Così come previsto, infatti, nessun taglio è stato apportato al fondo per la Tav Torino-Lione: in totale, dal 2013 al 2015, sono 570 i milioni che lo Stato spenderà per l’opera (solo nel 2015, 400 milioni). Occhio di riguardo anche per Radio Radicale che riceverà l’anno prossimo ben10 milioni di euro. E ancora tre milioni di euro saranno stati stanziati semplicemente per “mettere in moto” la Società di gestione del risparmio che dovrebbe poi rendere operativo il piano di dismissioni. Tra le voci di uscita anche l’importante progetto del Mo.S.E.: in tre anni lo Stato spenderà ben 550 milioni di euro.

Ma non è finita qui. Tra le altre spese ne spunta una ancora più interessante. È prevista, infatti, la “partecipazione italiana alla costruzione del nuovo Quartier Generale Nato a Bruxelles”. Il finanziamento è a salire: 11 milioni l’anno prossimo e nel 2014, circa 35 nel 2015. Per un totale di 57 milioni di euro in tre anni.

Ecco spiegato, allora, il motivo per cui sembrerebbe che il trio della strana maggioranza Alfano-Bersani-Casini si sia ricompattato, ma questa volta non per plaudire alle scelte sagge e responsabili di Mario Monti, ma per chiedere radicali cambiamenti ad un testo che, così com’è, è impresentabile (le elezioni, d’altronde, si avvicinano sempre di più). Come ha detto alcuni giorni fa Pierluigi Bersani, sono necessarie “modifiche significative” soprattutto per quanto riguarda fisco e scuola. Pensiero, appunto, pienamente condiviso anche daPierferdinando Casini e Angelino Alfano. Non a caso oggi a pranzo il Professore vedrà il leader dell’Udc, mentre martedì sera riceverà il segretario Pdl con Silvio Berlusconi e Gianni Letta. Al centro degli incontri proprio la legge di stabilità che, peraltro, comincerà questa settimana – mercoledì – il suo iter di approvazione in commissione Bilancio alla Camera.

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Tratto da: LEGGE STABILITÀ: 570 mln per la Tav, 223 mln per le scuole private, 57 mln per il nuovo palazzo Nato | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/10/24/legge-stabilita-570-mln-per-la-tav-223-mln-per-le-scuole-private-57-mln-per-il-nuovo-palazzo-nato/#ixzz2ALFD1nrR 
– Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! 

Debito, Tav e Mose sottobanco: le Salerno-Reggio di domani

Scritto il 22/10/12 

Sul sito del governo italiano è stato pubblicato il disegno di legge di stabilità e la relazione illustrativa. A pagina 23 si trova l’articolo 8, “Finanziamento di esigenze indifferibili”. Sono 23 commi racchiusi in due pagine e mezza. Compararne alcuni è istruttivo. Partiamo da quello che più ci interessa, il 7. Recita: “Per il finanziamento di studi, progetti, attività e lavori preliminari, lavori definitivi della nuova linea ferroviaria Torino-Lione è autorizzata la spesa di 60 milioni di euro per l’anno 2013, di 100 milioni di euro per l’anno 2014 e di 530 milioni di euro per l’anno 2015”. Di sfuggita, notiamo che il totale fa 690, cioè 100 milioni in meno di quanto proposto nella prima versione della legge e annunciato dai media. Comunque, quasi 700 milioni in tre anni per la Torino-Lione. Ma quei 100 milioni – vedremo – saltano fuori da un’altra parte.

Il comma 3 riserva 300 milioni nel 2013 per la manutenzione straordinaria della rete ferroviaria. Il comma 4 destina altri 700 milioni alle ferrovie, ma Mario Virano, "commissario" per la Torino-Lionein maniera più oscura. Infatti dice: “Per il finanziamento degli investimenti relativi alla rete infrastrutturale ferroviaria nazionale è autorizzata la spesa di 600 milioni di euro per l’anno 2013, 50 per il 2014 e il 2015 da destinare prioritariamente alle opere in corso di realizzazione ai sensi dell’articolo 2, commi 232-234 della L. 23 dicembre 2009, n. 191” (la sottolineatura è mia). Cos’è questa legge? E’ la finanziaria 2010. Cosa dicono i commi citati? Individuano “specifici progetti prioritari ricompresi nei corridoi europei Ten-T e inseriti nel programma delle infrastrutture strategiche, aventi costi e tempi di realizzazione superiori, rispettivamente, a 2 miliardi di euro e a quattro anni dall’approvazione del progetto definitivo e non suddivisibili in lotti funzionali di importo inferiore a 1 miliardo di euro (omissis), elencati nell’Allegato Infrastrutture”.

E indovinate un po’ quale opera risponde a tali caratteristiche? Il famoso Corridoio 5 Lione-Kiev (continuano a chiamarlo così perché si sono affezionati: in realtà da tempo l’Europa lo ha ridotto a Progetto Prioritario 6 Lione-Budapest). Cioè, per noi, l’alta velocità Susa-Torino-Milano-Venezia-Trieste. La quale, dunque, nei prossimi tre anni si mangerà altri 700 milioni (nella prima stesura del disegno di legge i milioni erano 600: ecco risistemato il totale pattuito). Nota: il comma 233 di quella legge ha conseguenze gravissime. Dice: “Con l’autorizzazione del primo lotto costruttivo, il Cipe assume l’impegno programmatico di finanziare l’intera opera ovvero di corrispondere l’intero contributo finanziato e successivamente assegna le risorse che si rendono disponibili allo scopo di finanziare i successivi lotti costruttivi fino al completamento delle opere”.Mose VeneziaCioè, come ripetiamo da sempre, prepara una nuova A3 (la Salerno-Reggio, che ha appena festeggiato 50 anni di lavori). Per questo è necessario impedire che comincino. Perché poi non si tornerà più indietro.

Il comma 5 destina 300 milioni nel 2013 per le strade gestite da Anas. Il 6 dà 50 milioni nel 2013 al Mose e ben 1.2 miliardi nei successivi 3 anni. Poi, in ordine sparso e non esaustivo: 100 milioni di euro per finanziare interventi a favore di categorie di lavoratori disagiati come esodati e affini (c. 11). 40 milioni l’anno per gli aerei antincendi (c. 13). 5 milioni – ma dal 2014 – e poi 10 milioni dal 2015 per le politiche internazionali a favore dell’ambiente marino (c. 9). 130 milioni per incrementare il “Fondo per la concessione di anticipazioni agli enti locali in situazione di grave squilibrio finanziario” (c. 10). 25 milioni per tre anni per la bonifica dei poligoni militari (c. 19). 223 milioni per il programma di interventi in materia di istruzione previsti dalla legge finanziaria 2009 (c. 17). 110 milioni rifinanzieranno i comuni di Palermo e di Napoli e la provincia di Napoli per lavori socialmente utili e formazione professionale (c. 20), mentre alla regione Campania andranno 159 milioni di risorse residue per la spesa sanitaria previste dal decreto di riordino del 1990 (c. 12). Infine 900 milioni sono stanziati per interventi urgenti a favore di università, famiglie, giovani, materie sociali, terremotati aquilani e sostegno alle iniziative di organizzazioni internazionali per processi di pace e Luca Giuntistabilizzazione (c. 21).

Certamente questo disegno di legge verrà ancora modificato in Parlamento, e questa breve nota riguarda soltanto una piccola parte della manovra finanziaria (oops, non è una manovra!), ma sembra sufficiente per essere preoccupati e per comprendere in mano di quali tecnici siamo. La proporzione tra le varie voci – ad esempio tra i 40 milioni l’anno per i Canadair e i 400 milioni l’anno per il Mose – illustra le priorità del governo meglio di ogni proclama. Del resto, chiunque può leggere il disegno di legge e, con l’aiuto di Google e di una calcolatrice, capire cosa si taglia e cosa invece si favorisce. Mediate, gente, meditate!

(Luca Giunti, “Breve nota sul disegno di legge di stabilità”. Ambientalista e naturalista, Luca Giunti è un attento osservatore tecnico nonché attivista No-Tav).

TUNNEL TAV: denaro sprecato, i Verdi dicono no al progetto


NEWS
23 October 2012

“Questi mega-progetti, come il nuovo tunnel della valsusa sono un retaggio del passato. I Verdi hanno chiesto di togliere 5 megaopere dalla lista europea. In particolare, la linea Lione-Torino é oggi usata al minimo del suo potenziale e non sarà un nuovo tunnel a mettere i treni sui binari. E’ uno spreco di denaro e di tempo: non é accettabile che senza alcuna dimostrazione reale di un valore aggiunto in termini pratici o economici ci si imbarchi in una spesa di 10 miliardi di euro, che si potrebbero usare in ben altro modo,” ha detto Monica Frassoni, co-presidente del Partito dei Verdi.

Bruxelles, 22 ottobre 2012 — Una convenzione transnazionale dei Partiti Verdi a Chambéry ha concluso che la prevista connessione ferroviaria internazionale tra Lione e Torino (TAV) non é prioritaria: il traffico sulla linea è in costante calo, anche se recentemente sono stati investiti fino a 400 milioni di euro proprio per migliorare la capacità del tunnel del Moncenisio.

Il progetto di costruzione di un nuovo tunnel di 58 km va riconsiderato: oggi questo é possibile, perché l’UE sta ridiscutendo, nell’ambito della difficile negoziato sulle prospettive finanziarie 2014-2020, quali devono essere le priorità e quali i finanziamenti.  I Verdi al Parlamento europeo hanno  chiesto di abbandonare il progetto del nuovo tunnel presentando un emendamento alla lista presentata dalla Commissione sulle opere da “salvare” nella Connecting Europe Facility. i Verdi propongono invece un piano di investimenti a lungo termine per rafforzare l’attuale linea e per garantire il trasferimento modale attraverso tariffe, tassando il trasporto su strada e puntando su nuovo materiale e migliore coordinamento fra i diversi paesi.

“Questi mega-progetti, come il nuovo tunnel della valsusa sono un retaggio del passato. I Verdi hanno chiesto di togliere 5 megaopere dalla lista europea. In particolare, la linea Lione-Torino é oggi usata al minimo del suo potenziale e non sarà un nuovo tunnel a mettere i treni sui binari. E’ uno spreco di denaro e di tempo: non é accettabile che senza alcuna dimostrazione reale di un valore aggiunto in termini pratici o economici ci si imbarchi in una spesa di 10 miliardi di euro, che si potrebbero usare in ben altro modo,” ha detto Monica Frassoni, co-presidente del Partito dei Verdi.

“Peraltro, già oggi, tra progetti, studi, consulenti sono stati spesi piu di un miliardo di euro negli ultimi 15 anni per quella linea, senza realizzare nulla. Siamo soddisfatti dell’ampio dibattito organizzato dai Verdi francesi e le ultime prese di posizione indicano che ormai esiste un approccio europeo comune di tutti gli ecologisti. La propaganda che li voleva divisi non ha più quindi alcun fondamento.   Questo sviluppo è particolarmente importante in vista del vertice franco-italiano a Lione il prossimo dicembre: è necessario riaprire un dibattito pubblico, per tener conto dei nuovi dati, dell’attuale crisi economica e finanziaria e aspettare che il processo legislativo UE sia completato”. 

 La Convenzione di attivisti ambientali sui trasporti  alpini,  riunita a Chambéry il 19-20 ottobre, ha inequivocabilmente condannato tutti i nuovi progetti di gallerie o raddoppio dei percorsi stradali attraverso le Alpi, cioè il Gottardo, Monte Bianco, Frejus e Tenda.

No Tav, la repressione senza segreti

MERCOLEDÌ, 24 OTTOBRE, 2012 11:57
Violati i sistemi informatici della polizia. Migliaia di documenti messi in rete. Tra i file centinaia di pagine sul movimento della Val Susa, sulle proteste degli studenti e sugli ambientalisti

Più di un giga di documenti, per un totale di oltre 3500 file. All’apparenza potrebbe rivelarsi una sorta di wikileaks tutto italiano l’ultimo “trofeo” offerto dal collettivo digitale Anonymous, che tra il 21 e 22 ottobre è penetrato nei server della Polizia di stato, scaricando il contenuto di hard disk teoricamente inviolabili. Email, rapporti, qualche foto ricordo, password e procedure di accesso ai portali più delicati del sistema giudiziario e delle forze dell’ordine; un vero e proprio zibaldone delle questure, da Gela fino ad Udine, che sta imbarazzando non poco i responsabili dei sistemi informatici del ministero dell’interno.
Tra i tanti files – che potranno essere analizzati e letti nelle prossime ore – spicca un’intera cartella dedicata al movimento NoTav. C’è un lungo rapporto – più di cinquanta pagine – intitolato «Monitoraggio dei sodalizi della sinistra e della destra antagonista», con l’elenco minuzioso dei tanti gruppi piemontesi dichiaratamente contrari all’alta velocità in Val di Susa. Nomi, area di riferimento – con il ritorno di sigle e gruppi antichi – movimenti, rapporti, il tutto minuziosamente compilato dalla questura di Torino, seguendo le precise indicazioni del ministero dell’interno, divulgate nei mesi scorsi. Spicca l’analisi superficiale delle formazioni di estrema destra, che occupano le ultime pagine del dossier, non riportando – paradossalmente – nessun episodio di «tensione o violenze». Alla voce «eventuale attività investigativa svolta» per le formazioni dell’estrema destra regolarmente i funzionari della questura di Torino annotano «nessuna», mostrando – almeno in questo caso – un certo preoccupante disinteresse per l’area neofascista. Nessun pericolo, dunque, dalle formazioni apertamente xenofobe e razziste; il vero nemico, per la polizia di stato, rimane l’area dell’antagonismo NoTav.
La lettura dei documenti riporta al passato degli anni ’70, tra analisi schematiche della complessa realtà dei movimenti e un linguaggio decisamente grigio e burocratico. Nelle schede dedicate ai militanti NoTav spesso vi è il riferimento a «precorsa corrispondenza con codesto Ministero», mostrando l’attività di intensa intelligence realizzata dalle forze di polizia su ciò che accade nella sinistra radicale piemontese. L’interesse per i movimenti non si ferma alla Val di Susa. In una cartella contenuta negli hard disk copiati da Anonimous vi sono anche quattro foto scattate durante la manifestazione contro l’inquinamento della valle del Sacco a Colleferro, appena quindici giorni fa. Segno della probabile presenza di uno specifico dossier negli archivi del ministero dell’interno e di un monitoraggio particolarmente intenso del mondo ambientalista. Attenzione alta anche per gli studenti, il cui movimento – secondo la sezione ordine pubbico della questura di Udine – ha «al suo interno elementi riconducibili all’area antagonista della sinistra», mostrando «una certa ostilità nei confronti del ministro della pubblica istruzione Francesco Profumo».
Sul sito italiano di Anonymous ieri mattina è apparso il comunicato di annuncio dell’intrusione nei computer della polizia di stato: «Da settimane ci divertiamo a curiosare nei vostri server, nelle vostre e-mail, i vostri portali, documenti, verbali e molto altro», spiegano gli attivisti. Sul contenuto dei documenti scaricati gli hacker spiegano nei dettaglio l’importanza dell’operazione: «Documenti sui sistemi di intercettazioni, tabulati, microspie di ultima generazione, attività sotto copertura; file riguardanti i NoTav e i dissidenti; varie circolari ma anche numerose mail». In molte immagini divulgate ieri appaiono le schermate del sistema di email della polizia, mostrando la vulnerabilità degli account. Messaggi personali, scambi di documenti, credenziali per accedere ai sistemi di intercettazione: di certo la mole d’informazioni che potrebbe a breve divenire pubblica è enorme. Secondo il dipartimento della pubblica sicurezza Anonymous avrebbe in realtà violato solo alcune caselle di email e non i server dove transitano le informazioni più delicate: «Al momento non risulta alcuna violazione del server della Polizia – spiega una nota divulgata ieri pomeriggio -. Sono stati invece registrati indebiti accessi a diverse email personali di operatori di Polizia».

Andrea Palladino – il manifesto

Loro sanno che il debito pubblico si può cancellare

Questo mese le pubblicazioni economiche più importanti al mondo parlano della semplice e radicale soluzione del debito pubblico che qui si propone da due anni, cioè SEMPLICEMENTE DI CANCELLARLO, di farlo sparire nel bilancio della Banca Centrale (per sempre). Niente
finanziarie di tasse, sacrifici, aumenti di IVA e accise, posti di
blocco della GdiF, vendite di beni pubblici… una semplice MANOVRA
CONTABILE CHE NON COSTA UN EURO.

Non è questione di una
teoria “MMT” e Mosler, lo sanno tutti, sotto sotto, a Londra e a New
York, al Fondo Monetario, al Wall Street Journal, al Telegraph, al
Financial Times, alla City di Londra che il debito pubblico è un gioco
di prestigio, un imbroglio e il governo lo potrebbe cancellare quando
vuole. Alcuni pensano che proponga “teorie”. Errore: qui mi limito ad
informare il popolo di quello che si sa nei piani alti.

Il 16 ottobre sul Wall Street Journal: “La Tentazione della Gran Bretagna: cosa succederebbe se la Banca di Inghilterra cancellasse semplicemente i 400 miliardi di debito pubblico che ora detiene..” (“..What would happen if the Bank of England simply canceled the nearly £400 billion of government debt that it holds?..”)

Qualche giorno fa Gavyn Davies sul Financial Times, editoriale titolato: “La Banca Centrale cancellerà il debito pubblico ?” (Will
central banks cancel government debt?). Questo Davies è l’ex capo
economista di Goldman Sachs e cita Lord Turner (capo della FSA, la
Consob inglese, che avrebbe detto in privato che una soluzione fattibile
(Tuner ha poi cercato di smentire quando è apparso riportato sul
Guardian)

Oggi sul Telegraph Ambrose Evans-Pritchard cita il report di
due ricercatori al Fondo Monetario uscito ad agosto (di cui avevo
parlato) che dimostra anche matematicamente che se lo stato stampa
moneta in misura sufficiente, può eliminare sia il debito pubblico che il credito bancario e il risultato come PIL, reddito e il resto sarebbe ottimo.

Oggi
su BusinessInsider.com Joe Weisenthal cita un trader a Londra che gli
parla della possibilità che la Banca di Inghilterra, che ha già comprato
1/4 del debito pubblico inglese, semplicemente lo mandi al macero e
dica al governo che non le deve più niente. People Are Talking About A National Debt Solution That Might Actually Make Your Brain Hurt.

Come
ha scritto Warren Mosler e spiegato al convegno di Rimini ieri, lo
stato non ha bisogno di finanziarsi emettendo debito, la prova è che in
Inghilterra da cinque anni stanno quatti quatti ritirando il debito
pubblico con una pura manovra contabile, senza aumentare tasse e fare
austerità, senza vendere beni pubblici, semplicemente scambiando Gilt
con Sterline. E negli ultimi giorni Wall Street Journal, Financial Times
e Telegraph parlano del fatto la Bank of England può ora semplicemente
cancellarli con un colpo di tastiera…paf !… e 400 miliardi di titoli
di stato non esistono più…

Nonostante sia ovvio che funzioni
così e sia facile da spiegare, nonostante che qui si riportino esempi su
esempi nella storia, nella letteratura economica e persino
nell’establishment finanziario attuale del fatto che funzioni così, lo
stesso tanta gente ha paura di pensare con la propria testa e accetta un
idea solo quando appare su Repubblica, Corriere e in TV. Come titola
Joe Weisenthal “…una soluzione al problema del debito che fa sì che il tuo cervello ti faccia male”

LO
SANNO TUTTI A QUEL LIVELLO, ma il pueblo italiano e spagnolo (ad
esempio anche i nostri vari antitrader, hobi50, traderoscar,
vincenzoS…qui sul forum) va menato per il naso con la favola del
“dobbiamo pagare i debiti” (dello stato)

LORO SANNO CHE IL DEBITO PUBBLICO SI PUO’ CANCELLARE II

Tutti gli articoli citati qui sopra si riferivano al fatto che DOPO CHE
LA BANCA DI INGHILTERRA O LA FED HANNO RICOMPRATO TITOLI DI STATO (dal
pubblico, da istituzioni finanziarie o da chiunque glieli venda) li
possono ora cancellare e cominciano a circolare rumors che alla fine
facciano proprio questo (è scritto negli articoli citati sotto, ma come
al solito arrivano commenti di chi non li legge e mi tocca riassumerli)

1) le Banche centrali stanno comprando tonnellate titoli di stato dal
2009 o sul mercato secondario come la FED e la Bank of Japan o anche
direttamente in asta (come la Banca di Inghilterra (e come faceva la
Banca d’Italia ai bei tempi)

2) dopodichè la la Banca centrale in teoria dovrebbe tenerli fino alla
scadenza e alla fine ricevere indietro i soldi dallo stato, quando
appunto tra 3 o 5 o 10 anni i titoli scadono. Finora Ben Bernanke e
Mervyn King hanno dato da intendere che era così, che si comportavano
come un normale investitore che compra titoli di stato e poi quando
scadono riceve i soldi del loro ammontare. Cioè finora avevano detto che
compravano migliaia di miliardi di bonds solo per abbassarne il costo
(vedi anche Draghi negli ultimi due mesi).

3) Ma in realtà la Banca Centrale è lei stessa parte dello stato, è lei
che garantisce tutti gli assegni e passa tutti i bonifici dello stato,
perchè può accreditare qualunque somma senza limiti e senza vincoli e i
soldi” li crea con il computer quando le pare, per cui se alla scadenza
dei titoli di stato si accreditasse l’importo sarebbe solo una finzione
contabile tra lei e il Tesoro. Le passività nel bilancio del Tesoro
diventano attività nel bilancio della Banca Centrale e viceversa, ma non
ci sono vincoli, possono fare come vogliono, 100 miliardi a destra e
-100 miliardi a sinistra E’ SOLO CONTABILITA’

Di conseguenza, ora che sono passati 4 anni dall’inizio
dell’Alleggerimento Quantitativo cominciano a far circolare l’ipotesi
che in realtà alla Banca centrale alla fine non si faranno riaccreditare
l’importo dei bonds dal Tesoro che poi dovrebbe tornare in asta a
venderne un altro importo equivalente per essere in grado di fare
l’accredito sul conto della Banca Centrale. Ma dato appunto che possono
farlo senza alcun costo e senza alcun problema, possono alla fine far
cancellare tutti questi 4 o 5 mila miliardi di titoli.

Come spiegato dozzine di volte non creerebbe inflazione, perchè i soldi
lo stato li ha già spesi e non cambia l’ammontare della spesa pubblica.
Il fatto che continui a finanziarsi con debito oppure che di fatto (come
questi articoli implicano) si finanzi semplicemente con moneta cambia
solo i rendimenti sul mercato del reddito fisso (cioè la gente che vuole
investire si ritrova meno titoli governativi e metterà i soldi in
qualcosa d’altro)

Fonte tratta dal sito

Israele bombarda il Sudan e si prepara a (ri)farlo a Gaza

La visita dell’emiro del Qatar a Gaza rompe il blocco e fa infuriare Netanyahu

[ 25 ottobre 2012 ]

Il ministro dell’Informazione del Sudan, Ahmed Belal Osman, ha 

accusato ufficialmente Israele di aver bombardato una fabbrica militare
vicino a Khartoum (nella foto): «Pensiamo che sia stato Israele ad aver
condotto il bombardamento – a detto ai giornalisti –  I quattro aerei
militari che hanno colpito l’impianto sono venuti da est e prove che
indicano verso Israele sono state scoperte tra i resti degli
esplosivi». Il 23 ottobre i media sudanesi avevano rivelato che una
serie di esplosioni, seguite da un gigantesco incendio, si erano
verificate nella fabbrica di Yarmouk che produce granate e proiettili e
che diverse persone erano finite all’ospedale, poi si è scoperto che ci
sono stati due morti e diversi feriti gravi.

Il regime Sudanese
ha annunciato che protesterà al Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro
l’attacco aereo israeliano «che ha violato la sovranità del Sudan ed
effettuato dei raid aerei sul suo territorio». Belal Osman ha spiegato
che ieri sera si è tenuta una riunione di emergenza del governo sudanese
«per esaminare le misure da prendere in risposta agli attacchi
israeliani contro la fabbrica di Yarmouk». Secondo il ministro,
l’attacco sarebbe stato portato da 4 aerei in formazione ed ha provocato
«la distruzione parziale dell’impianto. Gli aerei israeliani hanno
fatto ricorso ad una tecnologia altamente sofisticata per evitare i
sistemi anti-aerei. La fabbrica attaccata dagli aerei israeliani è un
impianto che produce armi classiche. L’obiettivo dell’attacco israeliano
è quello di paralizzare la capacità difensive del Sudan. Il governo si
riserva il diritto di rispondere a questo attacco. E’ vero che non
abbiamo capacità militari elevate, ma risponderemo a questo attacco».

Non
è a prima volta che i sudanesi accusano Israele di bombardare il loro
Paese: a maggio un raid aereo contro Port Sudan fece una vittima, sempre
quest’anno missili israeliani hanno ucciso altre due persone nell’est
del Paese. Nell’aprile 2011 i sudanesi denunciarono l’attacco di
elicotteri di Tsahal  (l’esercito israeliano) che spararono missili
contro un veicolo a Port Sudan uccidendo due persone, probabilmente
legate ad Hamas o ad altri movimenti della jihad islamica. Nel febbraio
del 2009 misteriosi bombardamenti aerei avevano colpito dei convoglio
nel nord-est del Sudan. Inoltre Israele è accusata di aver armato prima a
guerriglia cristiano-animista del Sud Sudan e, dopo l’indipendenza,
l’esercito del nuovo governo di Juba.

Come sempre né il governo
né l’esercito israeliano commentano le accuse di Kartoum, senza
confermare o smentire, ma da tempo denuncia un traffico di armi dal
Sudan verso la striscia di Gaza e le milizie di Hamas. Molto
probabilmente Isreale, dopo aver incassato il sostegno incondizionato
dei due candidati alla presidenza Usa Barack Obama e Mitt Romney
nell’ultimo dibattito televisivo, ha voluto dare un segnale all’emiro
del Qatar Hamad ben Khalifa al-Thani che proprio il 23 ottobre è stato
accolto con tutti gli onori a Gaza, malgrado il blocco imposto da
Israele che non fa passare nemmeno le imbarcazioni dei pacifisti cariche
di aiuti umanitari.

Israele sembra molto innervosito perché si
tratta del primo Capo di Stato a visitare la Striscia di Gaza da quando,
nel 2007, è governata da Hamas, un’organizzazione che gli israeliani  e
molti governi occidentali considerano terroristica, e i palestinesi
dell’Olp separatista. Inoltre Khalifa al-Thani è considerato un moderato
e fedele alleato dell’America, ma tutti sanno che è stato uno dei
munifici finanziatori della ribellione salafita in Libia, come tutti
sanno (e in particolare gli israeliani) che il Qatar sta intervenendo
pesantemente per finanziare ed armare l’opposizione siriana e che, come
in Libia, ha probabilmente suoi uomini sul terreno che sostengono le
milizie sunnite. Israele ed il Qatar hanno intrattenuto rapporti
diplomatici “segreti” per lungo tempo ed Israele aveva addirittura un
ufficio per rappresentare i suoi interessi in Qatar. Relazioni cordiali
che si sono deteriorate dopo che il Qatar ha condannato l’offensiva
israeliane dal 2009 contro la Striscia di Gaza.

Ma l’emiro amico
dell’Occidente ed ex pupillo arabo di Israele è stato accolto con tutti
gli onori alla frontiera di Rafah, dal primo ministro di Gaza Ismaïl
Haniyeh e dai suoi ministri islamisti, mentre fino ad oggi i ministri
degli esteri europei e il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon,
quando hanno visitato Gaza, hanno evitato ogni contatto con i capi di
Hamas. Gli Israeliani sono nervosi perché Haniyeh ha ricordato che
«questa visita ci permette di annunciare ufficialmente la rottura del
blocco politico ed economico imposto dalle forze del male per sgretolare
la nostra volontà e la nostra fermezza. La visita storica dell’emiro
del Qatar simbolizza la vittoria sul blocco». A Gaza arriveranno subito
250 milioni di petrodollari islamici per realizzare progetti
infrastrutturali e il Qatar ha annunciato che porterà i suoi
finanziamenti a Gaza a 400 milioni di dollari.

La portavoce del
ministro degli esteri israeliano, Ilana Stein, ha detto con una notevole
faccia tosta: «E’ sorprendente constatare che l’emiro del Qatar
solidarizza con una delle parti del conflitto interno palestinese,
scegliendo gli estremisti di Hamas qui professano l’ideologia della
violenza. Non ha mai accordato un tale sostegno all’Autorità palestinese
e, attualmente, la sua scelta non fa che approfondire la divisione
palestinese. Le ricchezze fornite dell’emiro non aiuteranno palestinesi
ed israeliani a coabitare in pace, ma finiranno nelle tasche dei
dirigenti corrotti di Hamas». Resta da capire se la Stein consideri un
aiuto alla pace israeliano-palestinese anche gli assalti alle navi
pacifiste, il muro che circonda la Cisgiordania, i bantustan palestinesi
assediati dagli insediamenti abusivi dei coloni ebrei estremisti ed
integralisti, l’aver trasformato Gaza nella più grande prigione a cielo
aperto del mondo e le continue vessazioni e furti di territorio ed acqua
ai quali  polizia, esercito e coloni sottopongono chi vive nei
territori controllati dall’Autorità nazionale palestinese…

Probabilmente
l’ennesimo raid contro il Sudan è la preparazione dell’ennesima guerra
elettorale (in Israele sono state convocate le elezioni anticipate)
della destra israeliana contro Gaza. Ieri il primo ministro israeliano
Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele «è pronto per un’operazione
più vasta e più profonda per mettere a tacere i lanci di missili su
Israele dalla Striscia di Gaza. Non abbiamo scelto né iniziato questa
escalation», ha detto il premier israeliano in visita ad un sofisticato
sistema antirazzi Iron Dome vicino ad Ashkelon che praticamente
neutralizza tutti i Grad e i Kassam lanciati da Hamas, anche se negli
ultimi giorni sono state colpite 10 case e feriti due braccianti
agricoli thailandesi. .

Netanyahu ha sottolineato: «In ogni caso,
continueremo a prenderli di mira e ad abbatterli. Chiunque preveda di
ferire i cittadini israeliani deve capire che ne sarà ritenuto
responsabile».

Infatti, mentre attaccavano la lontana fabbrica
sudanese, gli aerei israeliani colpivano anche le attrezzature
semiartigianali per lanciare i razzi da Gaza e i tunnel sotterranei
usati dai contrabbandieri palestinesi. Intanto centinaia di migliaia di
israeliani dal 23 ottobre vivono nei rifugi antiaerei per paura dei
rottami dei razzi palestinesi abbattuti e il governo ha annullato le
lezioni nelle scuole. Parafrasando un antichissimo detto: se non vuoi la
pace prepara la guerra.

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%2018516

Francia. Sessanta tonnellate di plutonio e grave incidente ha risparmiato l’Europa, unicamente per caso.

Francia. Sessanta tonnellate di plutonio e grave incidente ha risparmiato l’Europa, unicamente per caso.

L’impianto di La Hague

Durante i cinque decenni di funzionamento dell’impianto di La Hague (che non è un “centro di riprocessamento”, vale a dire una sorta di discarica hi-tech, bensì un centro di estrazione e di vendita del combustibile al plutonio), AREVA ha accumulato uno stock che oltrepassa l’immaginazione, e la cui entità non è specificata nella pagina di Wikipedia.

 

Sessanta tonnellate di plutonio

 

Gli elementi contenenti plutonio sono attualmente stoccati in quattro piscine, situate a La Hague, in costruzioni i cui tetti non sono blindati, ma semplicemente costituiti da lamiere.

[ … ]

… negli anni ’80 stavo rimettendo a nuovo una vecchia barca a vela attraccata a Cherbourg. Numerosi impiegati della COGEMA (diventata AREVA in seguito) frequentavano il porto, e a volte dopo qualche calvados di troppo, le lingue si scioglievano un po’.

Un grave incidente ha risparmiato l’Europa, unicamente per caso. Un incendio aveva distrutto il trasformatore principale di La Hague. I generatori di soccorso malauguratamente (!!!) situati nello stesso locale avevano, per solidarietà, subìto la stessa sorte. Non c’era più modo di raffreddare le piscine.

Per un caso straordinario, un’attrezzatura corrispondente al fabbisogno si trovava a Caen, probabilmente non ancora caricata su un cargo destinato all’esportazione.
La fortuna ha voluto che non succedesse in inverno, con le strade ghiacciate o inondate. Il convoglio eccezionale ha così potuto arrivare in extremis, il generatore di soccorso essendo troppo grosso per poter essere trasportato con la ferrovia. Per dare un’idea delle dimensioni di quel coso, il consumo era dell’ordine di 1000 litri di gasolio all’ora.
Ecco perchè “accordo una fiducia senza limiti” alle dichiarazioni degli ingegneri del “corps des mines” e dei buffoni di ministri, sulla serietà della sicurezza nucleare in Francia.

Informazioni estratte da questo interessantissimo resoconto:

SUICIDIO, ISTRUZIONI PER L’USO
5 maggio 2011
 La Hague, “centro di riprocessamento situato nel Cotentin”:http://fr.wikipedia.org/wiki/Usine_de_retraitement_de_la_Hague 

 

Questo stabilimento, il più inquinante al mondo in fatto di scorie nucleari, è stato messo in servizio nel 1961, mezzo secolo fa (…), ed è gestito da una società privata, AREVA.

L’impianto di La Hague recupera così, da decenni, i “rifiuti” provenienti dalle diverse centrali nucleari francesi ed estere, e li “riprocessa”.

Di fatto, questo riprocessamento è interamente rivolto all’estrazione, per via chimica, dell’1% di plutonio prodotto dalla fissione nei reattori nucleari a uranio, tramite la cattura dei neutroni rapidi da parte dei nuclei di Uranio 238, non fissile. Questo plutonio, puro, è quindi imballato in contenitori di piccola taglia e spedito negli stabilimenti MELOX, a Marcoule, nel Gard, dove viene diluito al 7% nell’uranio 238. La miscela così ottenuta costituisce un nuovo “combustibile nucleare”, detto MOX (Mixed oxydes).

Il procedimento chimico MELOX può a sua volta essere realizzato nei paesi consumatori, per estrarre il plutonio a fini militari. Perchè crearsi tanti problemi, come fanno gli iraniani, per arricchire laboriosamente il minerale di uranio tramite centrifugazione, quando basta comprare il MOX ed estrarne chimicamente il plutonio239, esplosivo-tipo delle bombe a fissione?

Il procedimento MELOX è considerato dagli americani come “proliferante”.

Vale a dire che questa tecnica permetterà a termine a tutti i paesi del mondo di possedere la propria bomba atomica.

Il MOX è attualmente utilizzato in 20 dei 58 reattori in attività in Francia. La costruzione di reattori EPR (Reattori nucleari ad acqua pressurizzata) generalizzerà il suo impiego, infatti sono stati concepiti proprio a questo scopo.

A lungo si è rimasti all’oscuro del fatto che l’introduzione del MOX come combustibile nucleare ha segnato il passaggio discreto dalla fissione dell’Uranio 235 a un funzionamento delle centrali atomiche basato sulla fissione del Plutonio 238.

L’estrema pericolosità di questa sostanza comincia ad essere conosciuta da tutti: essa ha una grande propensione a fissarsi nei tessuti umani, dopo inalazione o ingestione sotto forma di pulviscoli, che il corpo è incapace di eliminare. Infatti il tempo necessario al suo rigetto da parte dei tessuti umani è di 50 anni. Queste particelle sono altamente cancerogene, al 100%.

Non si tratta di irradiazione, bensì di contaminazione, che non è possibile rilevare con strumenti di misura. Tale contaminazione può essere prodotta in caso di incidente nucleare con espulsione di materiale radioattivo proveniente dall’insieme dei combustibili. E’ quanto è accaduto, e continua ad accadere, dopo l’esplosione del reattore numero 3 di Fukushima, che era carico di MOX. Polveri di plutonio sono state rinvenute negli Stati Uniti.

Questa disseminazione colpirà l’intero pianeta, ed alcuni specialisti stimano a un milione il numero di cancri che essa provocherà.

Per mettere fine alla disseminazione di plutonio in provenienza dal reattore numero 3, si dovrebbero estrarre le barre di combustibile che si trovano al suo interno, e quanto meno immergerle in una piscina appositamente concepita a questo scopo. Ora, l’accesso a questi elementi rimane impossibile, e ancora non si sa quando potrà avvenire, se in un futuro vicino o lontano …

Leggere l’articolo completo qui: