Inspiegabile spiaggiamento di balene nell’Oceano Indiano!

29 ottobre 2012 – Piu’ di 40 balene sono state rinvenute senza vita dal dipartimento per la salvaguardia della fauna marina su una spiaggia di North Andamans nel golfo del Bengala lo scorso 25 ottobre.

Scienziati stanno ancora tentando di capire il perche’,<<spiaggiamenti di singoli esemplari sono avvenuti in passato in questa regione,ma e’ la prima volta che un cosi’ vasto numero di esemplari sono stati rinvenuti morti>>ha detto Samir Acharya, presidente del dipartimento.

 

Le 41 balene pilota spiaggiate sono state trovate vicino ad Elizabeth Bay,sulla costa occidentale di Andaman Island,da un gruppo di pescatori locali che hanno immediatamente lanciato l’allarme informando gli organi predisposti.Le balene erano grandi dai 4-6 metri e pesavano almeno 4 tonnellate l’una.seppellite in una fosse scavate sulla spiaggia.Non sono state rinvenute sugli esemplari segni di malattia,solitamente questi esemplari si spostano in gruppi,e durante questo periodo migrano dalle acque fredde dell’Antartide per andare a riprodursi in acque piu’ calde durante questa stagione.

 

Sempre piu’ spesso negli ultimi anni stanno avvenendo spiaggiamenti di massa di cetacei.Non è chiaro perchè questo avvenga e si ritiene che il loro sistema di navigazione sonar si inceppi in acqua bassa causando confusione. In altri casi, quando una balena malata o ferita si dirige a riva e si arena, il resto del branco la segue.Ci sono prove in base alle quali i sonar ed altre fonti di emissione di onde elettromagnetiche provocherebbero gli spiaggiamenti: in alcuni casi, infatti, le balene si sono arenate subito dopo che un sonar militare era stato utilizzato nella zona,altre ipotesi invece collegano il fenomeno ai cambiamenti del campo magnetico terrestre in determinate aree del pianeta che disorienterebbe i globicefali mandando in tilt il loro sistema di navigazione.

Perché l’America possa vivere, l’Europa deve morire

 

Russell Means, di nome Oyate Wacinyapin (Colui che Lavora per il Popolo) in lingua  lakȟótiyapi (idioma Lakota), “l’Indiano d’America più famoso dai tempi di Toro Seduto e Cavallo Pazzo” secondo il L.A. Times, è morto lunedì 22 ottobre, all’età di 72 anni.

Si è battuto a lungo per rivendicare i diritti naturali degli Indiani USamericani, da Alcatraz (1969) a Wounded Knee (1973), a The Longest Walk (1978) fino alla Repubblica di Lakotah, che ha proclamato nel 2007.

Questo è il suo più famoso discorso, pronunciato nel luglio 1980, davanti a migliaia di persone da ogni parte del mondo radunate in occasione del “Black Hills International Survival Gathering”, il Raduno internazionale per la salvaguardia delle Colline nere (Black Hills) nella riserva di Pine Ridge, nel South Dakota.

L’unica possibile apertura di una dichiarazione come questa è che detesto la scrittura. Il processo in sé incarna il concetto europeo di “pensiero legittimo”: ciò che è scritto ha un’importanza che è negata al parlato. La mia cultura, la cultura Lakota, ha una tradizione orale, quindi di solito mi rifiuto di scrivere. Questo è uno dei modi in cui il mondo bianco distrugge le culture dei popoli non europei, attraverso l’imposizione di un’astrazione sul rapporto parlato di un popolo.

 

Black Hills, 1874. La spedizione del 7oCavalleria dell’esercito USA sotto il comando del tenente colonnello George A. Custer

Quindi, quello che leggerete qui non è quello che ho scritto. È quello che ho detto e che qualcun altro ha scritto. Ho permesso questo perché sembra che l’unico modo per comunicare con il mondo bianco sia attraverso le foglie secche, morte, di un libro.

 

Non mi importa se le mie parole arrivano ai bianchi o meno. Loro hanno già dimostrato con la loro storia che non sono in grado di sentire, non possono vedere, ma possono solo leggere (ovviamente, ci sono delle eccezioni, ma le eccezioni confermano solo la regola).

Sono più preoccupato di farmi sentire dalla gente indiana americana, studenti e altri, che hanno cominciato a farsi assorbire dal mondo bianco attraverso le università e altre istituzioni. Ma anche in questo caso si tratta di una sorta di preoccupazione solo marginale.

È assolutamente possibile crescere con un aspetto esteriore rosso e una mente bianca, e se questo è il frutto di una scelta individuale di una persona, così sia, ed io non sono di alcuna utilità per costoro. Questo fa parte del processo di genocidio culturale condotto oggi dagli Europei contro i popoli indiani d’America. La mia preoccupazione è rivolta agli Indiani americani che scelgono di resistere a questo genocidio, ma che possono essere disorientati su come procedere.

 

(Notate che io sto usando il termine “Indiano americano”, piuttosto che “nativo americano” o “popolo nativo indigeno” o “Amerindi”, quando faccio riferimento alla mia gente. C’è stata qualche polemica in merito a tali termini, e francamente, a questo punto, trovo le polemiche assurde.

In primo luogo, sembra che “Indiano americano” sia da respingere in quanto di origine europea, il che è vero. Ma tutti i termini di cui sopra sono di origine europea; l’unico modo non europeo è quello di parlare di “Lakota”, o, più precisamente, di “Oglala”, “Bruleě”, ecc. – e di “Dine”, “Miccosukee”, e di quello che resta corretto di diverse centinaia di nomi tribali.

Per di più, vi è una qualche confusione sulla parola “Indiano”, un termine malinteso che in qualche modo richiama alla mente il paese India. Quando Colombo è sbarcato sulla spiaggia dei Caraibi, egli non era alla ricerca di un paese chiamato India. Nel 1492 gli Europei chiamavano quel paese Hindustan. Basta cercare sulle vecchie mappe. Colombo interpellò il popolo tribale che gli si fece incontro con “Indio”, usando un termine italiano che significa “in Dio”.)

 

Ci vuole un forte impegno da parte di ogni Indiano americano per non diventare europeizzato. Il punto di forza di questo tentativo può poggiare solo sugli usi tradizionali, sui valori tradizionali che i nostri anziani conservano. Le relazioni devono fondarsi sul cerchio, sulle quattro direzioni, non possono fondarsi sulle pagine di un libro o di un migliaio di libri.

 

Nessun Europeo può mai insegnare a un Lakota di essere Lakota, ad un Hopi di essere Hopi. Un master in “Studi indiani” o in “cultura indiana” o in qualsiasi altra cosa non può tramutare una persona in un essere umano o fornire le conoscenze nei modi tradizionali. Può solo trasformarvi in un estraneo al nostro mondo, al nostro modo di pensare, in un estraneo che ha assunto la mentalità europea.

 

“Le Black Hills (Colline Nere) non sono in vendita” Installazione murale (6×24 metri) all’incrocio fra Melmose e Fairfax a Los Angeles Ovest di Aaron Huey e Shepard Fairey, novembre 2011

Qui, io vorrei fare chiarezza al riguardo, perché può sembrare esista in me una certa confusione. Quando io parlo di Europei o di mentalmente Europei, non metto in atto distinzioni che possono risultare sbagliate.

Non sto affermando che da un lato ci sono i sottoprodotti di un qualche migliaio di anni di genocidi, di azioni reazionarie, di uno sviluppo intellettuale europeo malsano, e da un’altra parte esiste un qualche nuovo sviluppo intellettuale rivoluzionario positivo. Mi riferisco in questo caso alle cosiddette teorie del marxismo e anarchismo e “sinistrismo” in generale.

Non credo che queste teorie possano essere separate dal resto della tradizione intellettuale europea. Si tratta in verità solo della stessa vecchia canzone.

Il processo ha avuto il suo inizio molto prima.

Newton, per esempio, “ha rivoluzionato” la fisica e le scienze naturali riducendo l’universo fisico ad una equazione lineare matematica. Cartesio ha fatto la stessa cosa con la cultura. John Locke lo ha fatto con la politica, e Adam Smith con l’economia. Ognuno di questi “pensatori” ha preso un pezzo della spiritualità dell’esistenza umana e lo ha trasformato in un codice, in un’astrazione. Hanno ripreso dal punto in cui il Cristianesimo era finito; hanno “secolarizzato” la religione cristiana, come gli “studiosi” amano dire, – e così facendo hanno reso l’Europa più capace e pronta ad agire tramite una cultura espansionista.

 

Ognuna di queste rivoluzioni intellettuali è servita ad astrarre ancor di più la mentalità europea, a rimuovere dall’universo la sua meravigliosa complessità e spiritualità,  e a sostituirla con una sequenza logica: uno, due, tre, Risposta! Questo è ciò che nel pensiero europeo si è arrivati a definire “efficienza”.   Tutto ciò che è meccanicistico è perfetto, e tutto ciò che al momento sembra funzionare, vale a dire che dimostra che quel modello meccanico è proprio giusto, – è da considerarsi corretto, anche quando è chiaramente menzognero.

È per questo che “la verità” cambia così in fretta nel pensare europeo; le risposte che risultano da questo processo sono solo tappabuchi, solo temporanee, e devono poter essere continuamente scartate in favore di nuovi tappabuchi, che supportano altri modelli meccanici e conservano questi modelli in vita.

Hegel e Marx erano eredi del pensiero di Newton, Cartesio, Locke e Smith.

Hegel ha portato a termine il processo di secolarizzazione della teologia, e secondo le sue proposizioni ha secolarizzato il pensiero religioso mediante il quale l’Europa interpretava l’universo. Poi Marx ha impostato la filosofia di Hegel in termini di “materialismo”, vale a dire che Marx ha despiritualizzato del tutto l’opera di Hegel. Sempre secondo la visione di Marx .E questo ora è visto come il potenziale futuro rivoluzionario dell’Europa.

Gli Europei possono considerare questo come rivoluzionario, ma gli Indiani americani vedono tutto ciò semplicemente come il vecchio conflitto europeo, ancora più accentuato, tra l’essere e l’avere profitto. Le radici intellettuali di questa nuova formula marxista di imperialismo europeo collegano Marx e i suoi seguaci alla tradizione di Newton, Hegel, e di tutti gli altri.

 

 

Territorio Indiano. Gli Indiani danno il benvenuto in territorio indiano. Alcatraz, settembre 1969

Essere è una proposizione spirituale. Avere profitto è un atto materiale.

Tradizionalmente, gli Indiani americani hanno sempre cercato di essere le persone migliori che potevano. Parte di questo processo spirituale era, ed è, quello di distribuire la ricchezza, di rinunciare alle ricchezze per non avere profitti. Tra il popolo della tradizione il profitto materiale è un indicatore di una situazione ingannevole, mentre per gli Europei è “la prova che il sistema funziona”.

Chiaramente, nella questione siamo in presenza di due punti di vista completamente opposti, e il marxismo è veramente molto lontano, sul versante opposto, dal punto di vista degli Indiani d’America. Ma esaminiamo una conseguenza importante di tutto ciò; questo non è un puro e semplice dibattito intellettuale. La tradizione materialista europea di despiritualizzazione dell’universo è molto simile al processo mentale che tende a disumanizzare un’altra persona. E chi sembra il più esperto a disumanizzare altre persone? E perché? I soldati che hanno partecipato a tanti combattimenti imparano a fare questo al nemico prima di tornare a combattere. Gli assassini lo fanno prima di andare a commettere omicidio. Le guardie naziste SS hanno fatto questo ai detenuti dei campi di concentramento. I poliziotti lo fanno. I dirigenti delle grandi imprese lo fanno ai lavoratori che inviano nelle miniere di uranio e nelle acciaierie. I politici lo fanno a tutti in bella vista. E ciò che il processo ha in comune per ogni gruppo è che la disumanizzazione rende a tutti il diritto di uccidere e in altro modo di distruggere altre persone. Uno dei comandamenti cristiani afferma, “Non uccidere!”, almeno non esseri umani, e così il trucco consiste nel convertire mentalmente le vittime in non-umani. Poi si può esaltare addirittura come una virtù la violazione del vostro comandamento! In termini di despiritualizzazione dell’universo, il processo mentale funziona in modo che diventi virtuoso distruggere il pianeta.

 

Termini come progresso e sviluppo sono utilizzati come parole di copertura, il modo con cui i termini vittoria e libertà vengono utilizzati serve per giustificare la macelleria nel processo di disumanizzazione. Ad esempio, uno speculatore immobiliare può appellarsi allo “sviluppo” di un pezzo di terra con l’apertura di una cava di ghiaia, sviluppo che in questo caso significa distruzione totale, permanente, con la rimozione della terra stessa. Ma per la logica europea si acquisiscono alcune tonnellate di ghiaia con le quali più suolo può essere “sviluppato” attraverso la costruzione di sottofondi stradali. In ultima analisi, l’intero universo è aperto – secondo il punto di vista europeo – a questo tipo di follia.

Forse, più importante resta il fatto che gli Europei non provano alcun senso di perdita in tutto questo. Dopo tutto, i loro filosofi hanno despiritualizzato la realtà, quindi non si ottiene alcuna soddisfazione (per loro) nel modo semplice di osservare la meraviglia di una montagna o di un lago o di un popolo nel loro essere. No, la soddisfazione è misurata in termini di guadagno materiale! Così la montagna diventa ghiaia, e il lago diventa liquido di raffreddamento per uno stabilimento, e le persone vengono raccolte per essere sottoposte a programmi di elaborazione in fabbriche di indottrinamento coercitivo, che gli Europei amano chiamare “scuole”.

 

Ma ogni nuovo frammento di quel “progresso” alza la posta in gioco nel mondo reale. Prendiamo ad esempio il carburante per la macchina industriale. Poco più di due secoli fa, quasi tutti utilizzavano legno, un prodotto naturale rinnovabile, come combustibile per le esigenze molto umane della cottura del cibo e di stare al caldo.

Poi è arrivata la Rivoluzione Industriale e il carbone è diventato il combustibile dominante, dato che per l’Europa la produzione era diventata l’imperativo sociale. L’inquinamento ha cominciato a diventare un problema nelle città, e la terra è stata squarciata per fornire carbone, mentre il legno era sempre stato semplicemente raccolto senza grandi spese per l’ambiente. In seguito, il petrolio è diventato il carburante principale, quando la tecnologia di produzione veniva perfezionata attraverso una serie di “rivoluzioni” scientifiche. L’inquinamento è aumentato drammaticamente, e nessuno sa ancora quali saranno davvero i costi ambientali del pompaggio di tutto questo petrolio dalla terra nel lungo periodo.

 

Ora siamo in presenza di una “crisi energetica”, e l’uranio sta diventando il combustibile dominante. Da una parte, i capitalisti fanno assegnamento sullo sviluppo dell’uranio come combustibile in rapporto alla potenzialità di ottenere buon profitto. Questa è la loro etica, e magari questo gli farà guadagnare anche un po’ di tempo. I marxisti, d’altro canto, fanno assegnamento sullo sviluppo dell’uranio come combustibile il più rapidamente possibile, semplicemente perché è il carburante disponibile che rende più “efficiente” la produzione. Questa è la loro etica, e non riesco a vedere quale sia il punto di vista preferibile. Come ho già detto, il marxismo si colloca proprio nel bel mezzo della tradizione europea. È la stessa vecchia canzone.

Esiste una regola empirica che può essere applicata in questo caso. Non si può giudicare la vera natura di una dottrina rivoluzionaria europea sulla base delle modifiche che intende apportare in Europa all’interno della società e delle strutture di potere. Possiamo solo giudicarla dagli effetti che avrà sui popoli non europei.

Questo perché tutte le rivoluzioni della storia europea sono servite a rafforzare le tendenze e le capacità dell’Europa ad esportare la distruzione di altri popoli, di altre culture e dell’ambiente stesso. Sfido chiunque a ricordare un esempio in cui questo non si sia verificato.

 

 

L’“assedio” di Wounded Knee, South Dakota (1973). Jim Hubbard 

Così ora a noi, popolo degli Indiani d’America, viene chiesto di credere che una “nuova” dottrina rivoluzionaria europea, come il marxismo, possa annullare gli effetti negativi della storia europea esercitati su di noi. I rapporti di potere in Europa sono in una fase di trasformazione, ancora una volta, e questo dovrebbe rendere le cose migliori per tutti noi. Ma questo, che cosa significa realmente? In questo momento, oggi, noi che viviamo nella riserva di Pine Ridge stiamo vivendo in quella che la società dei bianchi ha designato come una “Zona Nazionale di Sacrificio”. Questo significa che nell’area sono presenti importanti giacimenti di uranio, e la cultura bianca (non noi) ha bisogno di questo uranio come materiale per la produzione di energia.

Il modo più economico e più efficiente per l’industria di estrarre e trattare questo uranio è di scaricare i sottoprodotti della lavorazione proprio qui, nei siti di scavo. Proprio qui dove viviamo. Queste scorie sono radioattive e renderanno l’intera regione inabitabile, per sempre.

Questo è considerato dall’industria, e dalla società bianca che ha creato questo settore industriale, un prezzo “sostenibile” per finanziare lo sviluppo delle risorse energetiche.

 

In corso d’opera, come parte del processo industriale, hanno anche in programma di drenare la falda freatica che sta sotto questa parte del Sud Dakota, e così la regione diventerà doppiamente inabitabile.

La stessa sorte stanno subendo le terre dei Navajo e degli Hopi, le terra dei Cheyenne del Nord e dei Crow, e altrove. Il trenta per cento del carbone nell’ovest degli Stati Uniti  e la metà dei giacimenti di uranio sono stati trovati sotto le terre delle riserve, quindi non è proprio il caso di definire questo un problema minore.

1978: La Lunga Marcia

Noi stiamo resistendo ad essere consegnati in una “Zona Nazionale di Sacrificio”. Noi stiamo resistendo ad essere trasformati in un popolo nazionale da sacrificare. Per noi, i costi di questo processo industriale sono inaccettabili. È genocidio, né più né meno, scavare uranio qui e drenare l’acqua della falda. Ora, supponiamo che nella nostra resistenza allo sterminio si cominci a cercare alleati (che noi abbiamo). Supponiamo, inoltre, di essere disposti a prendere in parola il marxismo rivoluzionario: che intende niente meno di rovesciare completamente l’ordine capitalista europeo, che ha presentato tanta minaccia alla nostra stessa esistenza. Questa potrebbe sembrare al popolo degli Indiani d’America una naturale alleanza. Dopo tutto, come dicono i marxisti, sono i capitalisti che ci hanno imposto un sacrificio nazionale. Questo è vero assolutamente.

Ma, come ho cercato di sottolineare, questa “verità” è molto ingannevole.

 

Il marxismo rivoluzionario è impegnato a perpetuare e a perfezionare ancor di più quel processo industriale, che però sta distruggendo tutti noi. Il marxismo offre solo di “ridistribuire” i profitti – il denaro, insomma – di questa industrializzazione ad una parte più larga della popolazione. Propone di prendere la ricchezza dai capitalisti e distribuirla in giro: ma per fare ciò, il marxismo deve conservare il sistema industriale. Ancora una volta, i rapporti di potere all’interno della società europea potranno essere modificati, ma ancora una volta gli effetti sui popoli degli Indiani d’America e sui non-Europei in altre parti del mondo rimarranno gli stessi.

Avverrà come quando il potere è stato ridistribuito dalla Chiesa al business privato durante la cosiddetta rivoluzione borghese. La società europea al suo interno è cambiata un po’, almeno superficialmente, ma i suoi comportamenti verso i non-Europei hanno continuato come prima. A conferma, si può ben vedere ciò che la Rivoluzione americana del 1776 ha fatto per gli Indiani americani. È la stessa vecchia canzone.

 

Il marxismo rivoluzionario, come la società industriale in altre forme, cerca di “razionalizzare” (di organizzare nel lavoro e nella produzione) tutte le persone in relazione all’industria e alla massima produzione industriale. Si tratta di una dottrina materialista che disprezza la tradizione spirituale degli Indiani d’America, le nostre culture, i nostri modi di vita.

Marx stesso ci definiva “pre-capitalisti” e “primitivi”.

Pre-capitalista significa semplicemente che, a suo avviso, avremmo più tardi scoperto il capitalismo e saremmo diventati capitalisti: siamo sempre stati economicamente ritardati, in termini marxisti. L’unico modo in cui gli Indiani americani potrebbero partecipare ad un rivoluzione marxista sarebbe quello di aderire al sistema industriale, di diventare operai in fabbrica, o “proletari”, secondo la definizione di Marx. Questo teorico è stato molto chiaro sul fatto che la sua rivoluzione potrebbe verificarsi solo attraverso la lotta del proletariato, che l’esistenza di un massiccio sistema industriale è il presupposto di una società marxista dagli esiti favorevoli.

 

Io penso che siamo in presenza di un problema di linguaggio. Cristiani, capitalisti, marxisti. Tutti costoro sono stati rivoluzionari nelle loro concezioni, ma nessuna di queste realmente significa “rivoluzione”. Quello che significa realmente è solo “continuazione”. Fanno quello che fanno in modo tale che la cultura europea possa perpetuarsi e svilupparsi secondo le loro esigenze.

Allora, per il fatto di unire davvero le nostre forze con il marxismo, noi Indiani d’America avremmo dovuto accettare il sacrificio nazionale della nostra terra natia, avremmo dovuto commettere il nostro suicidio culturale e diventare industrializzati ed europeizzati.

A questo punto, è necessario che io mi fermi e mi interroghi se non sia stato troppo duro.

Il marxismo ha una sua storia. Questa storia avvalora le mie considerazioni?

Analizzando il processo di industrializzazione in Unione Sovietica dal 1920, vedo che questi marxisti hanno fatto quello che la rivoluzione industriale inglese ha impiegato 300 anni per fare: solo che i marxisti lo hanno fatto in 60 anni.

Vedo che il territorio dell’URSS, che conteneva un certo numero di popolazioni autoctone, è stato usato per far posto alle fabbriche e le popolazioni sono state sacrificate. I Sovietici si riferiscono a questo come alla “Questione Nazionale”, la questione se i popoli tribali avessero il diritto di esistere come popoli: e hanno deciso che le popolazioni tribali erano un sacrificio accettabile alle esigenze industriali. Guardo alla Cina e vedo la stessa cosa. Guardo al Vietnam e vedo che i marxisti, per imporre un loro sistema industriale, sradicano gli indigeni tribali della montagna.

 

 

Russell Means, Ritratto, opera di Bob Coronato, 2010. olio su tela, 36 5/8 x 74 ¼. “Una bandiera capovolta è un segnale internazionale di soccorso…ora noi, le nazioni indiane, siamo in difficoltà. Io indosserò questa bandiera sottosopra fino a quando il mio popolo sarà in pericolo!” R. Means

Ho sentito un autorevole scienziato sovietico affermare che quando l’uranio andrà ad esaurimento, solo allora si troveranno delle alternative.

Vedo che i Vietnamiti si sono impossessati di un impianto nucleare abbandonato dai militari degli Stati Uniti. Lo hanno smantellato e distrutto? No, lo stanno utilizzando. Vedo la Cina esplodere bombe nucleari, sviluppare reattori ad uranio e preparare un programma spaziale per andare a colonizzare e sfruttare i pianeti, allo stesso modo con cui gli Europei hanno colonizzato e sfruttato questo emisfero. È la stessa vecchia canzone. Ma questa volta forse con un ritmo più veloce.

La dichiarazione dello scienziato sovietico è molto interessante. Lui conosce quali saranno le fonti di energia alternativa? No, ha semplicemente fede. La scienza troverà il modo!

Sento marxisti rivoluzionari dichiarare che la distruzione dell’ambiente, l’inquinamento e le radiazioni saranno completamente sotto controllo. E li vedo comportarsi male, non secondo le loro dichiarazioni. Loro conoscono come queste cose verranno controllate? No, semplicemente hanno fede! La scienza troverà il modo. L’industrializzazione è meravigliosa e necessaria.

Come fanno a sapere questo? Fede! La scienza troverà il modo.

 

In Europa, la fede di questo tipo si è sempre connotata come “religione”. La scienza è diventata la nuova religione europea, sia per i capitalisti che per i marxisti; costoro sono intimamente vincolati, sono parte integrante della stessa cultura. Quindi, sia in teoria che in pratica, il marxismo esige che i popoli non europei rinuncino ai loro valori, alle loro tradizioni, alla loro esistenza culturale, completamente. In una società marxista, dovremo diventare tutti tossicodipendenti della scienza dell’industrializzazione. 

 

Non credo che il capitalismo in sé sia davvero il solo responsabile della situazione per cui gli Indiani americani sono stati destinati ad un sacrificio nazionale. No, è la tradizione europea, la cultura europea ad essere la diretta responsabile. Il marxismo è solo l’ultima continuazione di questa tradizione, non una soluzione. Allearsi con il marxismo è come allearsi con le forze stesse che definiscono noi come un costo accettabile e sostenibile.

Esiste un’altra via. La via è quella della tradizione Lakota, e le modalità sono quelle degli altri popoli indiani d’America. Questo modo prevede che gli esseri umani non hanno il diritto di degradare la Madre Terra, che ci sono forze al di là di qualsiasi cosa il pensiero europeo abbia concepito, che gli esseri umani devono entrare in relazioni di armonia con tutto e questi rapporti conservati alla fine elimineranno le disarmonie.

La veemenza squilibrata esercitata da esseri umani su esseri umani, l’arroganza degli Europei nell’agire come se fossero al di là della natura di tutte le cose intimamente connesse fra di loro, possono solo tradursi in una disarmonia totale, e un riassestamento che ridimensioni l’arroganza degli esseri umani fornisce loro il sapore di quella realtà che sta fuori della loro portata o del loro controllo, e ripristina l’armonia.

Non vi è alcuna necessità di una teoria rivoluzionaria per ottenere questo risultato; tutto ciò oltrepassa il controllo umano. I popoli legati alla natura lo sanno e non hanno bisogno di tante teorie. La teoria è un astratto, la nostra conoscenza è la realtà.

Distillata da questi termini di fondo, la fede europea, – compresa la nuova fede nella scienza – equivale alla credenza che l’uomo sia Dio. L’Europa ha sempre cercato un Messia, sia che si tratti dell’uomo Gesù Cristo o dell’uomo Karl Marx o dell’uomo Albert Einstein. Gli Indiani d’America sanno che questo è del tutto assurdo.

 

Gli esseri umani sono la più debole delle creature, così debole che le altre creature sono disposte a fornirci la loro carne perché noi possiamo vivere. Gli esseri umani sono in grado di sopravvivere solo attraverso l’esercizio della razionalità, dal momento che non posseggono le capacità delle altre creature di procurarsi il cibo attraverso l’uso di zanne e artigli.

Ma la razionalità è una maledizione, dal momento che può indurre l’uomo a dimenticare l’ordine naturale delle cose, in un modo che le altre creature non fanno. Un lupo non dimentica mai il suo posto nell’ordine naturale. Gli Indiani d’America a volte lo possono fare. Gli Europei lo fanno quasi sempre.

 

Noi porgiamo i nostri ringraziamenti ai cervi, nostri affini, per averci concesso di mangiare la loro carne; gli Europei semplicemente prendono la carne come fatto di diritto e considerano il cervo un essere inferiore. Dopo tutto, gli Europei considerano se stessi divini nel loro razionalismo e nel loro sapere. Dio è l’Essere Supremo, quindi tutto il resto deve essere inferiore.

Tutta la tradizione europea, marxismo incluso, ha cospirato per sfidare l’ordine naturale di tutte le cose. La Madre Terra è stata abusata, le forze della natura sono state abusate, e questo non può andare avanti all’infinito. Nessuna teoria può alterare questo semplice fatto. La Madre Terra reagirà, tutto l’ambiente si ritorcerà contro, e gli abusatori saranno eliminati. Tutto si chiude nel cerchio, si torna di nuovo al punto di partenza. Questa è la rivoluzione! E questa è la profezia del mio popolo, del popolo Hopi e degli altri popoli giusti.

 

Per secoli, gli Indiani d’America hanno cercato di spiegare questo agli Europei. Ma, come ho detto in precedenza, gli Europei si sono dimostrati incapaci di sentire.

L’ordine naturale trionferà, e i suoi trasgressori si estingueranno; infatti i cervi muoiono quando offendono l’armonia sovrapopolando una data regione. È solo una questione di tempo, ma ciò che gli Europei definiscono “una catastrofe di proporzioni globali” si verificherà.

Sopravvivere, questo è l’obiettivo di tutti gli esseri naturali. Una parte della nostra sopravvivenza è dovuta al resistere. Noi non resistiamo per rovesciare un governo o per assumere il potere politico, ma perché, per sopravvivere, è naturale resistere allo sterminio. Non vogliamo il potere sulle istituzioni bianchi, noi vogliamo la scomparsa delle istituzioni bianche. Questa è la nostra rivoluzione!

Gli Indiani d’America sono ancora in contatto con queste realtà – le profezie, le tradizioni dei nostri antenati. Noi impariamo dagli anziani, dalla natura, dalle forze della natura. E quando la catastrofe avrà termine, noi popoli indiani d’America saremo ancora qui ad abitare l’emisfero.

Non mi importa che sia rimasta solo una manciata di indios a vivere nelle Ande. Il popolo indiano d’America sopravviverà: l’armonia verrà ristabilita. Questa è la rivoluzione!

 

A questo punto, forse dovrei essere molto più chiaro su un’altra questione, che comunque dovrebbe essere già chiara come risultato di ciò che ho detto. Ma in questi giorni si genera facilmente della confusione, quindi voglio insistere su questo punto.

Quando uso il termine “europeo”, non mi riferisco a un colore della pelle o ad una particolare struttura genetica. Quello a cui faccio riferimento è una mentalità, una visione del mondo come prodotto dello sviluppo della “cultura europea”. Le persone non sono geneticamente codificate per ritenere in sé, innata, questa prospettiva: sono state acculturate ad assumerla.

Lo stesso vale per gli Indiani americani o per i membri di qualsiasi altra cultura. È possibile per un Indiano d’America condividere i valori europei, una visione del mondo europeo.

Abbiamo un termine per queste persone; noi le definiamo “mele” – rosse sulla parte esterna (genetica) e bianche allo loro interno (i valori). Altri gruppi hanno termini simili: i Neri hanno i loro “oreos”; [N.d.tr.: Il biscotto Oreo fu ideato e prodotto dalla ditta Nabisco, una società americana produttrice di biscotti, nel febbraio 1912; il dolce è formato da due biscotti circolari a base di cioccolato con uno strato interno di crema al latte: quindi neri all’esterno, bianchi all’interno!]; gli Ispanici hanno le “coconuts”, le noci di cocco, e così via. E, come ho detto prima, esistono eccezioni al “modello bianco”: persone che sono bianche all’esterno, ma non bianche all’interno. Non sono sicuro di quale termine dovrebbe essere applicato a costoro, se non quello di “esseri umani”.

 

Quella che sto esponendo qui non è una proposizione razziale, ma una proposta culturale. Coloro che in ultima analisi sostengono e difendono i paradigmi della cultura europea e del suo industrialismo sono i miei nemici. Coloro che resistono a questo, coloro che lottano contro, sono i miei alleati, gli alleati del popolo indiano d’America. E non me ne importa un accidente di quello che il loro colore della pelle sembra rappresentare. Caucasica è il termine bianco per la razza bianca: invece, Europea è la prospettiva alla quale mi oppongo.

I Vietnamiti comunisti non sono esattamente di quelli che si potrebbero considerare geneticamente Caucasici, ma ora agiscono secondo la mentalità tipica degli Europei. Lo stesso vale per i Cinesi comunisti, per i Giapponesi capitalisti o per i Bantu cattolici o per Peter “McDollar” giù alla riserva Navajo o per Dickie Wilson qui a Pine Ridge. Qui non si tratta di questioni di razzismo, ma solo di un riconoscimento di una mentalità e di uno spirito che costituiscono una cultura.

 

In termini marxisti credo di essere un “nazionalista per cultura”. Prima di tutto, io lavoro con il mio popolo, il popolo di tradizioni Lakota, perché ha una visione comune del mondo e condivide una lotta diretta. Al di là di questo, io lavoro con gli altri popoli in possesso delle tradizioni degli Indiani d’America, sempre in affinità di una certa comunanza di visione del mondo e delle stesse forme di lotta. Peraltro, io collaboro con tutti coloro che hanno sperimentato l’oppressione coloniale dell’Europa e che resistono al suo totalitarismo culturale e industriale. Ovviamente, questi includono anche i Caucasici genetici che lottano per resistere alle condizioni dominanti della cultura europea. Mi vengono subito in mente gli Irlandesi e i Baschi, ma ce ne sono molti altri.

 

Io lavoro principalmente con la mia gente, con la mia comunità. Altre persone che hanno assunto punti di vista non europei dovrebbero fare lo stesso. Credo nella parola d’ordine, “Abbi fiducia nella visione dei tuoi fratelli”, anche se mi piacerebbe aggiungere nella frase le “sorelle”. Ho fiducia nella prospettiva che si fonda sui concetti di comunità e cultura manifestata dai popoli di qualsiasi razza, che naturalmente resistono all’industrializzazione e all’estinzione dell’uomo. Chiaramente, i bianchi nella loro individualità possano condividere questo solo quando hanno raggiunto la consapevolezza che la continuazione degli imperativi industriali dell’Europa non sono una prospettiva, ma il suicidio della specie.

 

 

 

Il bianco è uno dei colori sacri del popolo Lakota, come il rosso, il giallo, e il nero. Le quattro direzioni. Le quattro stagioni. I quattro periodi del vivere e dell’invecchiare. Le quattro razze dell’umanità. Provate a mescolare fra loro il rosso, il giallo, il bianco e il nero e otterrete il bruno, il colore della quinta razza. Questo è l’ordine naturale delle cose!

Ne consegue per me che sia naturale operare con tutte le razze, ognuna con la sua particolare espressione, con la sua specifica identità e con il proprio messaggio.

Tuttavia, esiste un particolare comportamento fra la maggior parte dei Caucasici. Appena divento critico nei confronti dell’Europa e del suo impatto sulle altre culture, i Caucasici si pongono sulla difensiva. Cominciano a difendere se stessi. Ma io non li sto attaccando personalmente, sto attaccando l’Europa. Nel personalizzare le mie osservazioni critiche sull’Europa, stanno personalizzando la cultura europea, identificando se medesimi con questa cultura. In ultima analisi, difendendo se stessi in questo contesto, stanno difendendo la cultura di morte europea.

Si tratta di un equivoco che deve essere superato, e deve essere superato in fretta. Nessuno di noi ha energia da perdere in tali conflitti senza senso.

 

I Caucasici devono offrire all’umanità una visione ben più positiva che la cultura europea. Io penso questo. Ma per raggiungere questa visione è necessario per i Caucasici, insieme al resto dell’umanità, staccarsi dalla cultura europea per esaminare con spirito critico l’Europa per quello che è e per quello che fa. Aggrapparsi al capitalismo e al marxismo e a tutti gli altri “ismi” significa semplicemente rimanere all’interno della cultura europea. Non si può evitare questo fatto fondamentale. E come tutti i fatti, questa opzione prevede una scelta. Capire che questa scelta si basa sulla cultura, e non sulla razza. Capire che scegliere la cultura europea e industrialista è come scegliere di essere il mio nemico. E capire che questa scelta è la vostra, non la mia.

 

Oglala Spiritual Leader Whip Carrier, di Stuart Brings Plenty (Oglala). Galleria del Risorgimento Indiano 

Questo mi riporta ad affrontare la questione degli Indiani americani che sono alla deriva attraverso le università, le baraccopoli delle città, e le altre istituzioni europee.

Se voi siete lì per imparare a come resistere all’oppressore in conformità con i vostri modi di vivere vincolati alle tradizioni, così sia. Non so come si riesca a combinare le due cose, ma forse otterrete del successo. Ma mantenete il vostro modo di sentire ben vincolato alla realtà.

Attenzione nell’arrivare a credere che il mondo dei bianchi possa offrire ora soluzioni ai problemi a cui quel mondo ci ha posto di fronte. Attenzione, anche, nel consentire che le parole dei popoli nativi vengano distorte a vantaggio dei nostri nemici. L’Europa ha inventato la pratica di distorcere le parole e di “capovolgere le frittate”. Basta solo gettare uno sguardo sui trattati tra i popoli indiani d’America e i vari governi europei per rendersi conto di quanto ciò sia vero.

Ricava la tua forza da ciò che tu sei!

Una cultura che confonde regolarmente la rivoluzione con la continuazione, che confonde la scienza e la religione, che confonde la rivolta con la resistenza al cambiamento, non ha nulla di utile da insegnare e nulla da offrire come stile di vita. Da tanto tempo, gli Europei hanno perduto ogni contatto con la realtà, se mai siano stati in contatto con essa. Dispiacetevi per loro se ne sentite la necessità, ma sentitevi a vostro agio con quelli che vi riconoscono come Indiani d’America.

 

Allora, penso che, per concludere, vorrei chiarire che l’ultima cosa in cima ai miei pensieri è quella

di guidare qualcuno verso il marxismo. Il marxismo è estraneo alla mia cultura, come lo sono il capitalismo e il cristianesimo. In effetti, posso affermare di non credere di stare cercando di portare qualcuno verso qualcosa. In un certo senso, ho cercato di essere un “leader”, nel senso di come i media bianchi sono soliti usare questo termine, quando l’American Indian Movement era un’organizzazione giovane.

Questo è avvenuto come risultato di una confusione che non ho più da tanto tempo. Non si può essere tutto per tutti. Non intendo essere strumentalizzato per tale posizione dai miei nemici, io non sono un leader. Sono un patriota Oglala Lakota. Questo è tutto quello che desidero e di cui ho bisogno di essere. E mi sento proprio bene con colui che io sono.

 Per concessione di Tlaxcala
Fonte: http://www.motherjones.com/print/202056
Data dell’articolo originale: 22/10/2012
URL dell’articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=8464

La Casta ramificata

Massimo Gramellini
 

Nel quadro delle iniziative volte a ridurre i costi della politica – la famosa «spending review» del governo Mounts – merita di essere segnalata la ricetta di due note località sciistiche della Val di Susa, Bardonecchia e Sauze d’Oulx. Divise per decenni da una rivalità non più compatibile con lo strazio dei bilanci, hanno deciso di fondersi fisicamente nella persona della signora Rita Bobba. Costei risulta essere al tempo stesso la moglie del sindaco di Bardonecchia e l’assistente del sindaco di Sauze d’Oulx. Questo tipico esemplare di donna alfa partecipa ai convegni nella duplice veste di moglie e assistente, prendendo spesso la parola al posto di entrambi i maschi (li immagino intenti a giocare a briscola in salotto, i doposci appoggiati sul tavolo). Ma di lei i maligni sanno sottolineare soltanto la ramificazione degli interessi e il tacco dodici indossato anche sul ghiaccio: una straordinaria dimostrazione di equilibrio, qualità utilissima in politica.  

Purtroppo ieri i carabinieri sono stati costretti a stroncare il primo vero esperimento di semplificazione degli enti locali. La soffiata di alcuni dipendenti del comune, ingelositi dai progressi della ramificazione, ha reso necessario introdurre negli uffici una microcamera che ha restituito agli investigatori le immagini del sindaco di Sauze d’Oulx mentre timbra il cartellino della sua assistente e le firma attestati fasulli di presenza: truffa aggravata e falso di pubblico ufficiale. Quisquilie, eppure gli alfieri della conservazione vi si sono aggrappati per procedere all’arresto del timbratore e della sua protetta. A piede libero resta solo il marito. Ma senza Rita che vita è?  

TUO FIGLIO E’ MALATO DI MENTE? DI MARTHA ROSENBERG

counterpunch.org

“Sì”, Secondo i Medici Finanziati da Big Pharma

Come ha fatto Big Pharma a sottoporre così tanti bambini all’uso di costosi cocktail di medicinali per “malattie mentali”? Medicinali che potrebbero anche essere inutili?

Big Pharma ha speso milioni in campagne informative che dicono a genitori, maestri e clinici di curare i bambini al primo segno di problemi. Sa che se i genitori curano i loro figli fin da piccoli non sapranno mai ne se i bambini abbiano effettivamente avuto bisogno della terapia, ne se i problemi residui siano dovuti alla “malattia mentale” o agli effetti collaterali del medicinale. Inoltre i figli probabilmente saranno clienti per tutta la vita perché i genitori avranno paura di sospendere il trattamento.

Non stupisce quindi il fatto che l’industria farmaceutica, nelle sue campagne informative, dica ai genitori di non aspettare che gli “eccessi di energia” e gli “sbalzi d’umore” passino da soli. E così…entrano i soldi!!
Una campagna “prescrivi presto” per l’antipsicotico atipico Risperdal (antipsicotici atipici sono antipsicotici di seconda generazione usati per trattare schizofrenia, mania e disturbo bipolare), usa un macabro portafoglio abbandonato, un orsacchiotto e delle chiavi su un’arida strada per “riposizionare un medicinale che si stava usando troppo tardi per poter ottenere i massimi benefici”, dice l’agenzia pubblicitaria Torre Lazur McCann. Operatori di marketing per il Seroquel, un antipsicotico concorrente, avevano persino considerato di creare personaggi di Winnie-the-Pooh come Tigro (la tigre) bipolare e Ih-Oh (l’asinello) depresso per vendere il Seroquel, secondo relazioni pubblicate a una riunione per le vendite di AstraZeneca (compagnia Biofarmaceutica produttrice del Seroquel). Genitori dicono di aver visto giocattoli adornati con il logo del Seroquel.

Solo un bambino su diecimila soffre di schizofrenia infantile, secondo alcuni uno su trentamila, ma ciò non ferma Gabriele Masi, direttore generale della fondazione Stella Maris, istituto per la Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’università di Pisa, a definirla come un problema di salute pubblica. In un articolo intitolato “Children with Schizophrenia: Clinical Picture and Pharmacological Treatment” [Bambini Affetti da Schizofrenia: Quadro Clinico e Trattamento Farmacologico] pubblicato nel giornale CNS Drugs, Masi dice, “La consapevolezza della schizofrenia avviata in giovane età sta rapidamente crescendo, visto che ora è ottenibile una definizione più precisa del quadro clinico, dei primissimi segni, dell’esito e dei metodi di trattamento”.

Sintomi della schizofrenia infantile includono “deficit sociali” e “illusioni…relative a temi d’infanzia”, scrive Masi. Quale bambino non ha “deficit sociali”? Le illusioni includono amici immaginari? Masi rimprovera “l’esitazione da parte dei medici nel fare una diagnosi di schizofrenia”, invece di prescrive subito i medicinali. Masi ha ricevuto fondi per la sua ricerca da Eli Lilly, che ha fatto da consigliere per la Shire Pharmaceutics ed ha fatto parte dell’ufficio relazioni di Sanofi Aventis, AstraZeneca, Gsk e Janssen, tutte compagnie farmaceutiche che producono molti dei principali medicinali per bambini, secondo l’American Academy of Child & Adolescent Psychiatry.

Vien voglia di ridicolizzare medici finanziati dall’industria farmaceutica, che riescono a trovare malattie mentali e persino ricadute e “resistenze al trattamento” in persone che sono in questo mondo da appena quaranta mesi. Ma c’è poco da ridere nel diagnosticare malattie psichiatriche a bambini di tre anni. Rebecca Riley (4 anni) di Hull, Massachusetts e Destiny Hager (3 anni) di Council Grove, Kansas, sono morte nel 2006 per colpa di medicinali psichiatrici tra cui Geodon e Seroquel per trattare i loro “disordini bipolari”. E nel 2009, Gabriel Myers (7 anni) di Broward County, Florida, un bambino in affidamento allo stato, si è appeso mentre era sotto trattamento di Symbyax, una pillola che combina Zyprexa e Prozac. Se non era per la campagna “prescrivi presto” portata avanti da Big Pharma, questi bambini, e altri, potrebbero essere ancora vivi. FINE

Martha Rosemberg è un investigative health reporter (giornalista che investiga su problemi salutari). E’ l’autrice di Born With A Junk Food Deficiency: How Flaks, Quacks and Hacks Pimp the Public Health ed. Prometheus Books

Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2012/10/03/is-your-child-mentally-ill/
3.10.2012

Traduzione di PEREA per www.comedonchisciotte.org
http://eliotroporosa.blogspot.it/2012/10/tuo-figlio-e-malato-di-mente.html#more

L’IPOTECA MILITARE SUL BILANCIO DELLO STATO ED IL PROTETTORATO DELLA NATO SULL’ITALIA

27 ottobre 2012 di vanesalia 

 

A dare retta ai telegiornali ed ai quotidiani, sembrerebbe che la gara fra Bersani e Renzi sia storicamente più decisiva dello scontro fra Cesare e Pompeo. Quanto poi una maggioranza parlamentare o l’altra siano in grado di cambiare realmente qualcosa, lo si è potuto accertare nei giorni scorsi, quando il generale De Bertolis ha tranquillamente ammesso di aver dato numeri falsi alla Camera a proposito del costo dei caccia F-35. Rispetto agli ottanta milioni di euro ad aereo che erano stati annunciati, già si prospetta un “ritocco” a centoventisette milioni cadauno, anche se il generale promette che dopo il cinquantacinquesimo esemplare i costi scenderanno a sessanta milioni. Un affare. [1]

 

Il parlamento ha finto ancora una volta di crederci. Si potrebbe giustamente osservare che in materia di spese militari il parlamento si è sempre lasciato prendere in giro senza protestare, e che basi militari USA e NATO sono sorte senza neppure avvertire lo stesso parlamento. Tutto vero, ma ciò non toglie che la vicenda degli F-35 rappresenti quello che negli anni ’70, con reminiscenze hegeliane, si soleva chiamare un “salto di qualità”.
Negli stessi giorni in cui Bersani va predicando che bisogna far tutto rispettando i famosi “saldi”, fa comunque un po’ di impressione sapere che il bilancio dello Stato ha al suo interno una sorta di buco nero istituzionalizzato, vincolato a sua volta a quel feticcio indiscutibile costituito dagli “obblighi NATO”. Nessuno è oggi in grado di dire quanto costeranno effettivamente gli F-35 e ciò, di conseguenza, rende ogni Legge di Stabilità finanziaria una mera finzione. Finché il pareggio di bilancio non era stato recepito come principio costituzionale, il lievitare incontrollabile delle spese militari poteva essere inquadrato nell’andazzo generale, ma adesso assume il tono di un macabro sberleffo.
Ma, a quanto pare, di sberleffi ce ne sono anche per ciò che riguarda l’aspetto industriale della faccenda. Al progetto FACO per l’assemblaggio degli F-35, con stabilimento a Cameri in provincia di Novara, partecipano aziende di vari Paesi “alleati” degli USA, tra cui anche Finmeccanica, il cui titolo azionario nei mesi scorsi era lievitato in vista di questa orgia di appalti. Nel novembre del 2010 il sottosegretario alla Difesa, Crosetto, era andato negli USA a fare il duro nel negoziato per la distribuzione degli appalti, peraltro senza ricevere risposte né dal sottosegretario americano alla Difesa, Carter, né dai funzionari della multinazionale Lockheed Martin, che è la vera proprietaria del progetto per gli F-35. Proprio pochi mesi fa, Carter ha fatto sapere che per la distribuzione degli appalti se la vedrà direttamente la dirigenza Lockheed Martin, quindi per gli altri rimarrebbero solo le briciole. [2]
Finmeccanica inoltre è appena finita sotto inchiesta giudiziaria per corruzione internazionale, perciò i suoi margini di manovra nel negoziato con Lockheed Martin si sono ridotti a meno di zero. La tempestività di queste inchieste giudiziarie, sempre funzionali ad interessi di marca USA, potrebbe lasciare perplesso anche chi non dubita affatto che, quanto a delinquenza, i dirigenti di Finmeccanica non abbiano nulla da invidiare neppure a Sallusti. Nessun magistrato è in grado di farsi da sé le indagini, perciò in definitiva egli dipende da ciò che gli viene fatto arrivare sul tavolo; e questa realtà, da sola, senza neppure il bisogno di ulteriori sospetti, dovrebbe essere sufficiente a smontare del tutto il mito della magistratura.
L’ipoteca militare sul bilancio dello Stato è diventata una tutela militare sullo Stato. E in Italia dire “militare”, è come dire NATO. Che l’Italia sia ormai un protettorato della NATO viene solennemente annunciato persino dal sito dell’Esercito. Una notizia del 20 ottobre scorso, rilanciata dalla ADN-Kronos, ci mette a conoscenza della conclusione di un’esercitazione effettuata in Sicilia:
“Presso la base addestrativa di Piazza Armerina (Enna), si è conclusa l’esercitazione ”Eagle’s Beak 2012” che ha visto impegnati il Comando della Brigata meccanizzata ”Aosta” e i reparti dipendenti. Scopo dell’esercitazione, spiega l’Esercito sul suo sito, è stato quello di ”addestrare all’applicazione delle procedure Nato e nazionali lo Stato Maggiore e i quadri delle unità, sia dipendenti sia in concorso, che costituiranno il ”capability basket” della Jrrf, Joint Rapid Response Force della Nato nel primo semestre 2013”. Il pacchetto di capacità Jrrf è costituito da ”un bacino di unità interforze ad alta e altissima prontezza operativa, posto alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa, da cui attingere per garantire una risposta rapida alle esigenze di sicurezza nazionale e internazionale, il cui addestramento è incentrato sulla capacità di operare in ambiente interforze (‘joint’) caratterizzato da possibili episodi di combattimento ad alta intensità”. [3]
A parte la solita spacconeria del gergo militare, risulta chiaro che questo Jrrf rappresenta un “pacchetto” di forze militari straniere che potrebbero intervenire in Italia in qualsiasi momento e con qualsiasi pretesto; per di più alle dipendenze dirette dello Stato Maggiore. Intanto la Sicilia è diventata a tutti gli effetti un poligono militare, e ciò spiega come mai l’aeroporto civile di Fontanarossa venga continuamente chiuso con i più vari pretesti, ed anche perché l’aeroporto civile costruito nella ex (ex?) base NATO di Comiso non riesca ancora a partire. [4]
Stando così le cose, cambiare il Presidente del Consiglio non servirà a molto.*

http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=513

COME UN EPISODIO DEI POKEMON HA ISPIRATO I MILITARI STATUNITENSI E RUSSI A CREARE LE “ARMI ZOMBIE”

Autore: ComeDonChisciotte

 

Usa

DI STEVE WATSON
prisonplanet.com

Una volta gli alti ufficiali statunitensi hanno preso in considerazione l’idea di creare armi “non letali” che avrebbero letteralmente “zombificato” chiunque nel raggio di centinaia di metri. Curiosamente hanno citato una trasmissione televisiva giapponese come loro musa ispiratrice.

Nel 1997 un episodio del popolare cartone animato “Pokemon” ha provocato in quasi 700 telespettatori giapponesi (1), di cui la maggior parte bambini, una serie di malesseri che andavano dalla vista annebbiata, ai capogiri e alla nausea per arrivare fino ad iperventilazione, convulsioni e addirittura epilessia e casi di cecità temporanea.

Queste gravi reazioni sono state provocate dalla scena di un’esplosione virtuale durante la quale sullo schermo è apparsa per un attimo una luce rossa e blu, giusto la frequenza necessaria per ripercuotersi sul cervello e scatenare una reazione fotosensibile.

Uno studio successivo ha rivelato che quasi un quarto dei soggetti colpiti è stato vittima di convulsioni almeno una volta nel corso dei cinque anni seguenti alla trasmissione dell’episodio.

L’incidente è servito per ricordare come gli stimoli visivi, quali appunto le luci intermittenti ed i circoli rotanti, possono portare ad un’alterazione della coscienza. Si ritiene che circa una persona su 4000 sia suscettibile di attacchi causati da queste visioni e, comunque, il numero dei soggetti che hanno subito dei danni in seguito alla puntata dei Pokemon ha fatto sì che qualcuno iniziasse a porsi degli interrogativi su queste immagini.

L’episodio ha rappresentato inoltre un chiarissimo esempio di come il cervello umano può essere manipolato e di come la coscienza può essere alterata su scala di massa.

Quest’anno infatti sono stati resi noti dei documenti dell’esercito statunitense che facevano esplicitamente riferimento alla puntata dei Pokemon (3) e in cui ci si chiedeva come i militari potessero sviluppare armi in grado di riprodurre effetti simili.

“Si ritiene che utilizzando un metodo in grado di stimolare le sinapsi nervose direttamente attraverso un campo elettrico, circa il 100% degli individui sarebbe suscettibile all’induzione dell’attacco”, si legge nei documenti.

Stando a questi i ricercatori dell’esercito erano convinti che in qualunque prigioniero potesse essere causato un attacco attraverso “la stimolazione diretta del cervello”, utilizzando un’arma ad impulso elettromagnetico lanciata da “centinaia di miglia” di distanza.

I documenti (2) citano altre armi potenziali, come l’utilizzo delle frequenze radio per manipolare la temperatura corporea e “simulare la febbre”.

L’esercito afferma che la ricerca su queste armi è stata interrotta ad uno stadio relativamente iniziale. Tuttavia da allora sono state attivamente impegnate varie tipologie di armi non letali, compresi i raggi di calore (4) ed i dispositivi audio (5).

Inoltre all’inizio di quest’anno gli ufficiali russi hanno annunciato che anche loro stanno sviluppando la stessa tipologia di “Armi zombie”. L’Herald Sun (6), organo d’informazione australiano, ha riportato che la pistola ad energia concentrata sarebbe in grado di centrare come bersaglio il sistema nervoso centrale, infliggendo diversi livelli di sofferenza e, fondamentalmente, trasformando i nemici in “zombi”.

Stando a quanto si dice il leader russo Vladimir Putin ha dichiarato ai giornalisti che “…gli effetti di questa tecnologia sono comparabili a quelli delle armi nucleari, ma risultano molto più accettabili in termini di ideologia politica e militare”.

La prossima generazione di armi non letali attualmente in fase di sviluppo include energia diretta, geofisica, energia da moto ondoso, genetica ed anche le armi psicotroniche.

Fonte: www.prisonplanet.com

Link: http://www.prisonplanet.com/how-an-episode-of-pokemon-inspired-the-us-and-russian-militaries-to-create-zombie-guns.html

13.10.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SANDRINA

http://monimega.com/blog/2012/10/28/come-un-episodio-dei-pokemon-ha-ispirato-i-militari-statunitensi-e-russi-a-creare-le-armi-zombie/

Il fisco si è preso il 97% del maggior Pil (nominale) dal 2005 ad oggi

 

Di Ugo Arrigo

 

Mentre il 100% degli italiani è dell’opinione che almeno il 99% degli italiani ci perda dal disegno di legge di stabilità, il Ministro dell’Economia Grilli ha dichiarato martedì scorso in audizione parlamentare, come riportato dall’Ansa: «Il 99% dei nostri contribuenti ha effetti positivi» dalla legge di stabilità, (.). Esiste, spiega Grilli, una diversità a seconda delle fasce di reddito e comunque sono maggiormente favorite le «più basse».

Come è possibile questa opposta interpretazione? Il Ministro valuta lo specifico provvedimento presentato alle Camere, isolato dal resto delle norme fiscali e dalle precedenti manovre. Per Grilli e il governo l’aumento di un punto delle aliquote Iva è in realtà una riduzione dato che nelle norme e nei numeri contabilizzati nel bilancio era già stato incorporato l’aumento di due punti percentuali. A tutti gli italiani che non sono membri del governo non interessa invece il singolo provvedimento, e quanto per sua causa ci troveremo a pagare in più o in meno. Interessa invece l’effetto di tutti i provvedimenti fiscali in vigore e quanto a causa loro ci troveremo a pagare (e se esso sia di più o di meno di quanto ci è toccato pagare nella precedente occasione). Per noi l’Iva aumenta di un punto, non diminuisce.

 

Con questo equivoco sulla valutazione degli effetti della legge di stabilità Grilli ci ha tuttavia confermato, ammesso che ve ne fosse bisogno, che i governi guardano solo al loro bilancio e non si curano invece dei bilanci delle famiglie italiane; non valutano, come peraltro la Costituzione chiede loro di fare attraverso il concetto di capacità contributiva, se sono effettivamente in grado di pagare le tasse richieste e dopo averlo fatto anche di continuare normalmente a consumare, produrre e investire. Questa indifferenza apparente per le sorti economiche dei cittadini-contribuenti (peraltro azionisti dello stato) sembra notevolmente accentuata nel caso del governo tecnico (che non ha bisogno dei loro voti).

Come ho scritto in altre occasioni questo governo sembra confondere (forse per miopia ‘tecnica’) l’Italia col suo settore pubblico, il settore pubblico col suo bilancio e il bilancio col suo pareggio.

Conviene allora svolgere un breve esercizio per far vedere quanto complessivamente gli italiani hanno dovuto sborsare in più nel tempo per effetto di tutti i provvedimenti fiscali che si sono susseguiti. E per non prendere di mira solo il governo in carica consideriamo un periodo più ampio, dalla metà dello scorso decennio ad oggi, nel quale si sono susseguiti governi di tutte le tipologie sinora sperimentate in Italia: centrosinistra, centrodestra e governo tecnico. Includiamo in tal modo le scelte del governo Prodi (2006-08), del governo Berlusconi (2008-11) e del governo tecnico Monti (2011-13).

L’esercizio consiste semplicemente nel mettere a confronto la variazione nel tempo del Pil nominale con la variazione nello stesso tempo del gettito fiscale. Mettendo a rapporto la seconda variazione con la prima otteniamo una misura inconsueta ma significativa della pressione fiscale che possiamo chiamarepressione fiscale ‘incrementale’: per ogni 100 euro in più di Pil quanti sono finiti nelle casse del fisco?

Il Graf. 1 ci fa vedere la variazione da un anno all’altro, in miliardi di euro, del Pil nominale e del gettito fiscale. Ad esempio tra il 2004 e il 2005 il Pil nominale è salito di 39 miliardi e il gettito fiscale di 11 miliardi mentre nell’anno di recessione 2009 il Pil nominale è sceso di 56 miliardi e il gettito fiscale è diminuito di 18 miliardi. Nell’anno di recessione 2012, invece, il Pil nominale è atteso diminuire di 16 miliardi ma il governo Monti ci chiede di versargli 28 miliardi di tasse in più. Non andrà molto meglio nel 2013: il Pil nominale è atteso crescere solo di 18 miliardi (previsioni del documento di aggiornamento al DEF) e il governo Monti ci chiederà 17 miliardi di tasse in più rispetto al 2012 e 45 in più rispetto al 2011 (con un Pil nominale praticamente invariato e reale in calo di circa tre punti percentuali complessivi nel biennio).

Si tratta ora di svolgere la parte più interessante dell’esercizio, considerando le variazioni cumulate delle due grandezze dal 2005. Si osserva da un lato quanto è cresciuto complessivamente dal 2005 il Pil nominale e dall’altro quanto complessivamente il gettito fiscale. Si mette poi a rapporto l’incremento di gettito con l’incremento di Pil.

Ecco i risultati:

1.                              Dal 2005 al 2008 (governo politico Prodi) il Pil nominale è aumentato di 139 miliardi e il gettito fiscale di 96 miliardi. Il maggior gettito ha quindi assorbito il 69% del maggior Pil.

2.                              Dal 2005 al 2011 (governi politici Prodi e Berlusconi) il Pil nominale è aumentato di 144 miliardi e il gettito fiscale di 96 miliardi. Il maggior gettito ha quindi assorbito il 67% del maggior Pil.

3.                              Dal 2005 al 2012 (governi politici Prodi e Berlusconi e governo tecnico Monti) il Pil nominale risulterà essere aumentato di128 miliardi e il gettito fiscale di 124 miliardiIl maggior gettito avrà quindi assorbito il 97% del maggior Pil.

A questo punto però una domanda al governo Monti bisogna porla: come si può pensare che gli italiani siano disponibili a impegnarsi per produrre più Pil se hanno sperimentato che il governo è disponibile a sottrarglielo tutto al fine di cercare di aggiustare il suo bilancio?

In assenza di un cambiamento radicale di politica economica il Pil potrà forse smettere di calare in termini reali (quando il governo smetterà di aumentare le tasse) ma non si vede tuttavia alcuna ragione per la quale possa riprendere a crescere.

  Fonte: chicago-blog.it – Tratto da: frontediliberazionedaibanchieri.it

Il pesce di Fukushima immangiabile per i prossimi dieci anni

 

A quasi due anni dal terremoto e lo tsunami che hanno ucciso quasi 20 mila persone, l’alimento base della popolazione giapponese sta per essere abbandonato, almeno per i prossimi dieci anni. Il livello di radioattività nei pesci al largo di Fukushima non è diminuito come si aspettavano gli scienziati, anzi, è rimasto stabile per tutto l’anno, probabilmente a causa della persistente presenza di cesio nei fondali. Prima che l’ecosistema riesca a digerire le sostante fuoriuscite dalla centrale nucleare con i liquidi di raffreddamento dovranno passare molti anni.

 Dall’aprile 2012 il governo giapponese ha deciso di consentire il consumo nazionale di pesce a patto che contenga meno di 100 bacquerel di cesio 134 e 137 per chilogrammo. Un limite diminuito dai precedenti 500 bacquerel. Le autorità assicurano la commestibilità dell’alimento, ma “in grandi quantità e per un lungo periodo potrebbe essere altamente dannoso” ha rivelato al Guardian Ken Buesseler, scienziato presso il Woods Hole Oceanographic Insitution (USA), che ha redatto il documento intitolato Fishing For Answers Off Fukushima. “La cosa più sorprendente per me sono stati i livelli di radioattività, nel pesce non andavano diminuendo. Ci aspettavamo numeri molto più bassi. Il consumo di pesce dovrebbe essere vietato per lungo tempo”.

 

 Fonte: it.ibtimes.com – tratto da terrarealtime.blogspot.it

Televisione – Il sonno della ragione

 

Perfetta questa notte. Guarda che luna. Io ne sento persino l’odore. Sembra che ci giudichi mentre le nuvole le scorrono sotto come un gregge di pecore sottomesse. Sì, un po’ come noi.
Ma che ci frega? Guarda che colori, che definizione. Non c’è tempo di pensare, di fare i filosofi della domenica. Divertiamoci. Intratteniamoci. Spegni quel cervello, non ti ha rotto le palle? Accendi quel 40 pollici e comincia a bere.
Sì, la Tv è come un fluido di cose vomitate non-stop che aspettano di essere bevute, assimiliate.
Una luce che illumina radiosa infinite idee, preconcetti, modelli pronti e confezionati come regali di natale. Ed ogni giorno è la vigilia.
Arde come una fiamma e tutti la venerano. Ah non c’è dubbio che sia uno strumento potente… o del potere?
La fiammella langue e si contorce e tu hai l’impressione sia tutto bellissimo, romantico, diverso… di avere così tanta scelta, ascoltare così tante voci… ma se durante la pubblicità verificassi chi dice cosa, i tanti canali e le tante informazioni si trasformerebbero in poche parole di pochi potenti individui.
Ma che importa? Continuiamo a galleggiare come le nuvole, cullati da mamma televisione. Stiamo tutti lì incollati a vedere queste ombre cinesi. Qualcuno si spinge a dare un’occhiata alle mani che le proiettano… ma pochissimi riescono a vedere da dove arriva la luce. Alla fine diventiamo noi stessi quelle ombre. Questa è l’illusione più potente!
Accendi la Tv e vedi un piccolo rivoletto d’acqua. Ti dicono sia la verità, “cazzo, è in onda, sarà vero!”, e ti concentri su quello, su quel rivoletto… ma nessuno ti mostra il mare. Fanno tutto a pezzi e ti mostrano qualche piccolo coccio come fosse la verità, come se potessi sapere com’è profondo il mare da una singola goccia.
La verità te la coltivano davanti agli occhi e cresce come dicono loro. Tu cresci come dicono loro. Concimano questo, potano quest’altro, guarda che bel colore!… e a te non resta che sederti e divorare tutto… 


 

Buon appetito. Così pensi di mangiare la verità e cresce l’illusione, perché diventiamo ciò che mangiamo. La Tv riesce a fingersi uno specchio: sì, tutti dicono che è il riflesso della società e tutti ci credono. Così quando la guardi e vedi qualcosa di stupido, di orrendo, di cattivo, di sbagliato… credi di essere tu ad essere stupido, orrendo, cattivo, sbagliato…
Ti convincono che quella piccola fiammella illumini tutto mentre mette in luce solo inezie, mezze verità… mai pensato alle zone che rimangono buie? Un telegiornale… mai pensato alle notizie che il telegiornale non dà? Come un uomo che abbevera un cane assetato o un bambino che pianta un albero ed invecchia insieme a lui…

L’unica verità che puoi tentare di costruirti è quella fatta dalle tue esperienze e dalla tua sensibilità. Dal tuo spirito critico… che muore ogni giorno un po’ davanti a quel cazzo di televisore, senza avvertire, silenzioso, come un gatto che cammina.
Per non parlare della cultura! Avrai sicuramente sentito parlare di quanto sia stata utile la Televisione per l’alfabetizzazione del popolo. Allora perché in America, dove la diffusione del mezzo ha un vantaggio di decenni rispetto all’Italia, il 50% dei giovani non sa nemmeno indicare lo stato di New York su una cartina?

La Tv avrà insegnato la lingua a molte persone, ma forse è il caso che cominciamo a dare un’occhiata anche a cosa dicono tutte queste lingue che si muovono. Se hanno davvero qualcosa da dire o se hanno solo imparato lo slogan in rima di un detersivo.


Per carità, la Tv ci parla anche di storie bellissime, di persone fortunate… come i Vip… ed i loro modelli inarrivabili, perversi, vuoti. Non ti vendono il loro sogno, bada bene, ti vendono la frustrazione e l’invidia. Ti mostrano questi pupazzi venuti dal nulla che hanno tutto, cioè hanno solo i soldi, ma ti insegnano che questo è tutto, e non sia mai che spuntasse nella tua testa un “perché?”… perché questi tizi dentro quella scatola hanno accumulato così tanta fama, rispetto… SOLDI, risorse… con quale diritto? Con quale merito?
Mangia, mangia… diventi ciò che mangi…
Omologazione… alla tv si parla di questo. Tutti parlano di questo. Sei fuori dalla community se non segui l’ultimo reality, se non sai completare il tormentone di quel comico o se non ti sei ancora scaricato la canzone di quella pubblicità.

È un tramonto eterno! La tv è diventata la piazza moderna, dove una volta le persone si incontravano ed interagivano scambievolmente alla pari. Se non riesci a vedere la tragedia che sta dietro alla sostituzione della piazza con uno strumento mass mediatico dove pochi parlano e gli altri ascoltano sei in pericolo! Tutti lo siamo. 

Spegnila!
hopelessnight.wordpress.com
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