Israele bombarda il Sudan e si prepara a (ri)farlo a Gaza

La visita dell’emiro del Qatar a Gaza rompe il blocco e fa infuriare Netanyahu

[ 25 ottobre 2012 ]

Il ministro dell’Informazione del Sudan, Ahmed Belal Osman, ha 

accusato ufficialmente Israele di aver bombardato una fabbrica militare
vicino a Khartoum (nella foto): «Pensiamo che sia stato Israele ad aver
condotto il bombardamento – a detto ai giornalisti –  I quattro aerei
militari che hanno colpito l’impianto sono venuti da est e prove che
indicano verso Israele sono state scoperte tra i resti degli
esplosivi». Il 23 ottobre i media sudanesi avevano rivelato che una
serie di esplosioni, seguite da un gigantesco incendio, si erano
verificate nella fabbrica di Yarmouk che produce granate e proiettili e
che diverse persone erano finite all’ospedale, poi si è scoperto che ci
sono stati due morti e diversi feriti gravi.

Il regime Sudanese
ha annunciato che protesterà al Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro
l’attacco aereo israeliano «che ha violato la sovranità del Sudan ed
effettuato dei raid aerei sul suo territorio». Belal Osman ha spiegato
che ieri sera si è tenuta una riunione di emergenza del governo sudanese
«per esaminare le misure da prendere in risposta agli attacchi
israeliani contro la fabbrica di Yarmouk». Secondo il ministro,
l’attacco sarebbe stato portato da 4 aerei in formazione ed ha provocato
«la distruzione parziale dell’impianto. Gli aerei israeliani hanno
fatto ricorso ad una tecnologia altamente sofisticata per evitare i
sistemi anti-aerei. La fabbrica attaccata dagli aerei israeliani è un
impianto che produce armi classiche. L’obiettivo dell’attacco israeliano
è quello di paralizzare la capacità difensive del Sudan. Il governo si
riserva il diritto di rispondere a questo attacco. E’ vero che non
abbiamo capacità militari elevate, ma risponderemo a questo attacco».

Non
è a prima volta che i sudanesi accusano Israele di bombardare il loro
Paese: a maggio un raid aereo contro Port Sudan fece una vittima, sempre
quest’anno missili israeliani hanno ucciso altre due persone nell’est
del Paese. Nell’aprile 2011 i sudanesi denunciarono l’attacco di
elicotteri di Tsahal  (l’esercito israeliano) che spararono missili
contro un veicolo a Port Sudan uccidendo due persone, probabilmente
legate ad Hamas o ad altri movimenti della jihad islamica. Nel febbraio
del 2009 misteriosi bombardamenti aerei avevano colpito dei convoglio
nel nord-est del Sudan. Inoltre Israele è accusata di aver armato prima a
guerriglia cristiano-animista del Sud Sudan e, dopo l’indipendenza,
l’esercito del nuovo governo di Juba.

Come sempre né il governo
né l’esercito israeliano commentano le accuse di Kartoum, senza
confermare o smentire, ma da tempo denuncia un traffico di armi dal
Sudan verso la striscia di Gaza e le milizie di Hamas. Molto
probabilmente Isreale, dopo aver incassato il sostegno incondizionato
dei due candidati alla presidenza Usa Barack Obama e Mitt Romney
nell’ultimo dibattito televisivo, ha voluto dare un segnale all’emiro
del Qatar Hamad ben Khalifa al-Thani che proprio il 23 ottobre è stato
accolto con tutti gli onori a Gaza, malgrado il blocco imposto da
Israele che non fa passare nemmeno le imbarcazioni dei pacifisti cariche
di aiuti umanitari.

Israele sembra molto innervosito perché si
tratta del primo Capo di Stato a visitare la Striscia di Gaza da quando,
nel 2007, è governata da Hamas, un’organizzazione che gli israeliani  e
molti governi occidentali considerano terroristica, e i palestinesi
dell’Olp separatista. Inoltre Khalifa al-Thani è considerato un moderato
e fedele alleato dell’America, ma tutti sanno che è stato uno dei
munifici finanziatori della ribellione salafita in Libia, come tutti
sanno (e in particolare gli israeliani) che il Qatar sta intervenendo
pesantemente per finanziare ed armare l’opposizione siriana e che, come
in Libia, ha probabilmente suoi uomini sul terreno che sostengono le
milizie sunnite. Israele ed il Qatar hanno intrattenuto rapporti
diplomatici “segreti” per lungo tempo ed Israele aveva addirittura un
ufficio per rappresentare i suoi interessi in Qatar. Relazioni cordiali
che si sono deteriorate dopo che il Qatar ha condannato l’offensiva
israeliane dal 2009 contro la Striscia di Gaza.

Ma l’emiro amico
dell’Occidente ed ex pupillo arabo di Israele è stato accolto con tutti
gli onori alla frontiera di Rafah, dal primo ministro di Gaza Ismaïl
Haniyeh e dai suoi ministri islamisti, mentre fino ad oggi i ministri
degli esteri europei e il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon,
quando hanno visitato Gaza, hanno evitato ogni contatto con i capi di
Hamas. Gli Israeliani sono nervosi perché Haniyeh ha ricordato che
«questa visita ci permette di annunciare ufficialmente la rottura del
blocco politico ed economico imposto dalle forze del male per sgretolare
la nostra volontà e la nostra fermezza. La visita storica dell’emiro
del Qatar simbolizza la vittoria sul blocco». A Gaza arriveranno subito
250 milioni di petrodollari islamici per realizzare progetti
infrastrutturali e il Qatar ha annunciato che porterà i suoi
finanziamenti a Gaza a 400 milioni di dollari.

La portavoce del
ministro degli esteri israeliano, Ilana Stein, ha detto con una notevole
faccia tosta: «E’ sorprendente constatare che l’emiro del Qatar
solidarizza con una delle parti del conflitto interno palestinese,
scegliendo gli estremisti di Hamas qui professano l’ideologia della
violenza. Non ha mai accordato un tale sostegno all’Autorità palestinese
e, attualmente, la sua scelta non fa che approfondire la divisione
palestinese. Le ricchezze fornite dell’emiro non aiuteranno palestinesi
ed israeliani a coabitare in pace, ma finiranno nelle tasche dei
dirigenti corrotti di Hamas». Resta da capire se la Stein consideri un
aiuto alla pace israeliano-palestinese anche gli assalti alle navi
pacifiste, il muro che circonda la Cisgiordania, i bantustan palestinesi
assediati dagli insediamenti abusivi dei coloni ebrei estremisti ed
integralisti, l’aver trasformato Gaza nella più grande prigione a cielo
aperto del mondo e le continue vessazioni e furti di territorio ed acqua
ai quali  polizia, esercito e coloni sottopongono chi vive nei
territori controllati dall’Autorità nazionale palestinese…

Probabilmente
l’ennesimo raid contro il Sudan è la preparazione dell’ennesima guerra
elettorale (in Israele sono state convocate le elezioni anticipate)
della destra israeliana contro Gaza. Ieri il primo ministro israeliano
Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele «è pronto per un’operazione
più vasta e più profonda per mettere a tacere i lanci di missili su
Israele dalla Striscia di Gaza. Non abbiamo scelto né iniziato questa
escalation», ha detto il premier israeliano in visita ad un sofisticato
sistema antirazzi Iron Dome vicino ad Ashkelon che praticamente
neutralizza tutti i Grad e i Kassam lanciati da Hamas, anche se negli
ultimi giorni sono state colpite 10 case e feriti due braccianti
agricoli thailandesi. .

Netanyahu ha sottolineato: «In ogni caso,
continueremo a prenderli di mira e ad abbatterli. Chiunque preveda di
ferire i cittadini israeliani deve capire che ne sarà ritenuto
responsabile».

Infatti, mentre attaccavano la lontana fabbrica
sudanese, gli aerei israeliani colpivano anche le attrezzature
semiartigianali per lanciare i razzi da Gaza e i tunnel sotterranei
usati dai contrabbandieri palestinesi. Intanto centinaia di migliaia di
israeliani dal 23 ottobre vivono nei rifugi antiaerei per paura dei
rottami dei razzi palestinesi abbattuti e il governo ha annullato le
lezioni nelle scuole. Parafrasando un antichissimo detto: se non vuoi la
pace prepara la guerra.

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%2018516

Israele bombarda il Sudan e si prepara a (ri)farlo a Gazaultima modifica: 2012-10-25T14:24:00+02:00da davi-luciano
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