La Tav si può ancora fermare? A che punto sono i lavori (e i costi) in Italia

https://www.open.online/2020/07/03/la-tav-si-puo-ancora-fermare-a-che-punto-sono-i-lavori-e-i-costi-in-italia/?fbclid=IwAR1xkQEKfjihZVOFS-HK_7K0pM7qL89Bk0FWxa-rVo_5sUuh7m5qb-Sxjak

3 LUGLIO 2020 – 08:29

Dopo le parole del sindaco di Lione sulla grande opera è ricominciato il dibattito: è davvero possibile fermarla?

Un’opera, due città coinvolte e due sindaci che non vorrebbero fare parte del progetto. La Tav, la ferrovia ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino e Lione continua a dividere. In unintervista pubblicata sul quotidiano La Stampa il nuovo sindaco di Lione Grégory Doucet ha chiarito subito la sua posizione: «Non bisogna insistere su un progetto sbagliato. È la scelta peggiore. Bisogna fermare la Tav».

Le parole di Doucet non sono una sorpresa. Il nuovo sindaco di Lione è stato eletto nella lista di Europe Ecologie-Les Verts (Eelv), il partito ecologista che nel 2019 alle Europee ha guidato la coalizione verde francese. Insieme all’Alliance écologiste indépendante, Eelv aveva conquistato oltre il 13% delle preferenze. Tra queste elezioni e le ultime amministrative, l’avanzata dell’«ondata verde» ha portato anche lo stesso Macron a cambiare passo nella sua politica.

A che punto sono i lavori


ANSA | Uno dei tunnel dei cantieri Tav

La società che gestisce il cantiere della Torino Lione è la Telt, una realtà pubblica le cui quote sono divise al 50% tra Francia e Italia. Il nostro Paese partecipa attraverso il gruppo Ferrovie dello Stato. L’11 giugno Telt ha comunicato che sono stati assegnati lavori inerenti alla Tav per altri 250 milioni di euro. Dopo i rallentamenti dovuti al Coronavirus anche questo cantiere è ripreso a pieno regime.

Secondo i dati diffusi da Telt al momento sono stati scavati circa 30 km di gallerie, su un totale di 162 km che sarebbero necessari per la realizzazione dell’opera. Telt dichiara quindi che il 18,5% delle gallerie previste sono state completate. La colonna portante dell’opera resta però il tunnel di base, la galleria da cui dovrebbero passare i treni. Di questa galleria a settembre del 2019 sono stati terminati gli scavi per i primi 9 km, tutti realizzati dal cantiere francese di Saint-Martin-La-Porte.

Il totale da raggiungere per questa parte dell’opera è 57,5 chilometri, di cui 45 in Francia e 12,5 in Italia. In Italia deve ancora svolgersi la gara di appalto, dal valore di circa un miliardo di euro, per la costruzione del tunnel base. Per quanto riguarda il nostro versante delle Alpi, nelle ultime settimane si sono concluse le opere di allargamento del cantiere di Chiomonte, in Val di Susa. Da questo sito, ormai grande circa un ettaro, partiranno i lavori per il lato italiano del tunnel base.

Ha ancora senso fermare il progetto?


ANSA | L’analisi costi-benefici della Tav era stata promossa dall’allora ministro dei Trasporti Danilo Toninelli

Il documento è lì. Si può ancora scaricare dal sito del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, insieme alla Relazione tecnico-giuridica. LAnalisi costi-benefici è stato uno dei temi più discussi dalla politica lo scorso anno, nonché uno dei capitoli su cui la maggioranza ha rischiato di spaccarsi. È stata firmata da cinque esperti e i risultati si possono considerare negativi. Secondo gli scenari analizzati, ultimare la Tav produrrebbe un danno economico compreso tra 5 e 8 miliardi di euro.

Uno dei cinque esperti che hanno firmato il progetto è Francesco Ramella, ingegnere meccanico specializzato in trasporto pubblico. Open lo ha contattato per chiedergli se l’analisi fatta un anno fa, e sostanzialmente ignorata dal governo, può ancora ritenersi valida: «Per completare la Tav saranno ancora necessari 11 miliardi euro. Al momento l’unico elemento di novità è questa recessione dovuta al Coronavirus. Ed è un elemento negativo: le persone avranno meno soldi per viaggiare».

La posizione del sindaco di Lione sulla Tav è la stessa della sindaca di Torino. Chiara Appendino ha sempre chiarito di essere contraria all’opera. Il fatto però che i due sindaci abbiano espresso lo stesso giudizio non dovrebbe cambiare le carte sul tavolo: «Dal punto di vista giuridico, non credo che né l’uno, né l’altro possano influire sul processo decisionale».

Ramella risponde anche a una delle domande che più venivano fatte nei primi mesi del 2019: ha ancora senso fermare la Tav? «La mia idea è la stessa dell’analisi costi-benefici: sì. Una parte dei soldi spesi andranno persi ma almeno risparmieremo i soldi che verranno investiti nei prossimi anni. Per la fine dei cantieri si parla infatti di 2030, anche se le possibilità di andare oltre ci sono».

Leggi anche:

Il sindaco di Lione accusato di terrorismo e di legami con le BR!

https://contropiano.org/corsivo/2020/07/02/il-sindaco-di-lione-accusato-di-terrorismo-e-di-legami-con-le-br-0129689?fbclid=IwAR3rEEdoQAa9nYsUnjrSOLq-_TOMiM1GUtjevkvxB27Xm4-5RQag20HrYWU

L’agenzia Ansia riferisce che il giudice Giancarlo Casilli, per l’intercessione e con l’avallo dei Pm della Procura di Torino, chiede la messa in stato d’accusa, corroborata da una rogatoria internazionale, per il Sindaco di Lione, Gregory Doucet.

L’accusa sarebbe gravissima: terrorismo internazionale ai danni dello stato italiano e del suo erario.

Il sindaco Doucet, infatti, si dichiara contrario al Tav, definendola opera inutile.

Casilli, intervistato dall’Ansia, ha sentenziato: «Doucet è un terrorista ambientalista, il cui scopo è affamare la classe dirigente e le elites finanziarie italiane, che sarebbero ridotte a non potersi più permettere le vacanze alle Maldive in panfilo, se i lavori del Tav venissero proditoriamente sospesi. L’atteggiamento intimidatorio e disfattista di Duocet è dunque inaccettabile e va punito con una pena detentiva da 6 a 10 anni».

Ma l’intransigente e severissimo Casilli non si ferma qui.

Aggiunge: «Potremmo anche pensare al 41 bis, se si accerteranno legami più che probabili con le Brigate Rosse».

Secondo quanto sostenuto da Casilli e dalla Procura torinese, Doucet sarebbe infatti in contatto con alcuni irriducibili ex Br, in combutta con i quali starebbe organizzando addirittura il rapimento del Presidente Macron.

Pare nella nota Via Fanon. Sita non distante dalla zona della Camillè.

Si attendono gli sviluppi della delicatissima indagine!

Polizia, carabinieri e finanza fermati dai chiodi a 4 punte in autostrada in Valle di Susa

https://www.lastampa.it/torino/2020/07/05/news/polizia-carabinieri-e-finanza-fermati-dai-chiodi-a-4-punte-in-autostrada-in-valle-di-susa-1.39046962?fbclid=IwAR27fEo6S8GwplmIjX9YztjVcCTmXl3w4r1EHGtc9_Hq8i1v8RUCFKh25wk

Si sospetta il movimento No Tav. Oggi alle 16 marcia in Clarea

Uno dei chiodi a 4 punti che ha bucato lo pneumatico di uno dei mezzi delle forze dell'ordine. Valle di Susa, 4 luglio 2020
Uno dei chiodi a 4 punti che ha bucato lo pneumatico di uno dei mezzi delle forze dell’ordine. Valle di Susa, 4 luglio 2020

 

Chiodi a quattro punte sulla Torino-Bardonecchia per bloccare i mezzi delle forze dell’ordine. E’ successo ieri sera in Valle di Susa, all’altezza della galleria Cels, sull’autostrada che dal cantiere Tav porta a Torino, dove – ruote bucate – sono rimasti incolonnati diversi mezzi della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza. L’azione nell’ambito della protesta del movimento No Tav contro il cantiere della linea ad alta velocità Torino-Lione.

«Un gesto criminale, che noi cataloghiamo nel reato di attentato alla sicurezza dei trasporti – dice Luca Cellamare del sindacato “Lo Scudo” – E’ intuibile capire chi possa essere stato a compiere questa azione, poiché da giorni gruppi organizzati stanno ponendo in essere azioni volte a minacciare e intimidire gli appartenenti alle Forze dell’Ordine che operano al cantiere Tav».

Eugenio Bravo del Siulp parla di un «agguato. Un’azione che avrebbe potuto coinvolgere anche altri viaggiatori privati e che dimostra come il livello di scontro sia arrivato ad un punto pericolosissimo». 

Due settimane fa in Valle di Susa sono ripartiti lavori di ampliamento del cantiere Tav e anche la mobilitazione del movimento che si oppone all’opera. Oggi alle 16 è prevista una marcia sino in Clarea, ai Mulini, dove alcuni manifestanti hanno creato un presidio.

Lyon-Turin : les nouveaux maires verts de Grenoble et Lyon donnent des ailes aux opposants italiens de la ligne TGV

https://france3-regions.francetvinfo.fr/auvergne-rhone-alpes/lyon-turin-nouveaux-maires-verts-grenoble-lyon-donnent-ailes-aux-opposants-italiens-ligne-tgv-1849322.html?fbclid=IwAR18OshBYP4KBXReh_8WQ-OdzvWaeyKBICs881DJ2TlSlAQ596pPvbFkx9Y

Il y a eu l’élection d’Eric Piolle à Grenoble, puis celle de Chiara Appendino, à Turin… Lyon a désormais aussi son maire écolo. Les opposants français et italiens (NO TAV) au TGV Lyon-Turin affichent un 3 à 0, face aux promoteurs de la ligne toujours en chantier. De quoi leur donner des ailes.

Le  maire de Grenoble Eric Piolle et Gregory Doucet, maire de Lyon.
Le maire de Grenoble Eric Piolle et Gregory Doucet, maire de Lyon. • © PHILIPPE DESMAZES / ROMAIN LAFABREGUE – AFP
Il y avait déjà (par ordre d’apparition à l’écran), Eric Piolle, élu maire de Grenoble en 2014. Puis, 2 ans plus tard, Chiara Appendino, la maire de Turin… Désormais renforcés par le nouveau maire écologiste de Lyon, Grégory Doucet, les opposants français et italiens (NO TAV) au TGV Lyon-Turin affichent un 3 à 0, net et sans bavure face aux promoteurs de la ligne toujours en chantier. De quoi leur donner des ailes.
 
Son nom s’affichait ce mercredi à la une du principal quotidien piémontais, « La Stampa » « les chantiers italiens et français dans la tempête : le nouveau maire de Lyon rejette le TGV ! ». Le ton du journal historiquement lié à la famille Agnelli, les fondateurs de Fiat, n’a rien de surprenant. Les milieux économiques turinois sont depuis toujours favorables à la construction de ligne, jugée « vitale » pour l’avenir d’une capitale piémontaise qui veut continuer de compter dans l’économie italienne et européenne, sous peine de se voir devenir la banlieue de sa voisine et rivale milanaise.
Dès 2014, le pas en arrière fait par l’alors nouveau maire de Grenoble Eric Piolle, n’avait pas inquiété grand monde à Turin. ( la ville de Grenoble s’était désengagée du financement du Lyon-Turin).  Deux ans plus tard, lorsqu’à la surprise générale, Chiara Appendino avait été élu maire de Turin, l’évènement avait été perçu comme un sérieux avertissement.
Mais cette fois, l’entrée en scène d’un nouveau maire NO Tav comme on les appelle de ce côté-ci de la frontière, a été ressenti comme un véritable coup de semonce !
 

« Le Lyon-Turin : un projet erroné qu’il faut arrêter »

 
 Il faut dire que dans son interview accordée à « la Stampa » parue ce mercredi, Grégory Doucet ne mâche pas ses mots : « il est inutile d’insister sur ce projet complètement erroné. On a fait le pire choix qui soit. Il faut donc arrêter ce Lyon-Turin à tout prix. »
Et quand le confrère italien lui fait observer que dans l’économie en crise de l’après-Covid, ce grand projet structurant européen ferait sans doute du bien à l’économie, la réponse du maire de Lyon se fait cinglante : «On veut nous faire croire que l’on relancera l’activité économique avec ce TGV. Mais c’est absurde ! La ligne Lyon-Turin existe déjà. C’est l’ancienne ligne. C’est sur elle qu’il faut miser en investissant »

Côté Chantiers : Silence on bosse !

« Rien de nouveau dans ces propos », se tranquillise-t-on du côté « Si Tav », chez les promoteurs et bâtisseurs de la future ligne. Il est vrai que dans la déjà longue histoire de la construction de l’ouvrage, on en a déjà entendu mille fois des déclarations politique fracassantes. Dans les deux sens d’ailleurs. Des volontaristes : « le tunnel sera fini en 2012 », du ministre des transports de Lionel Jospin ; et jusqu’au « avec nous au gouvernement, le Turin-Lyon ne se fera pas », d’un certain Luigi di Maio, un leader du parti  5 étoiles aujourd’hui toujours au gouvernement à Rome, mais beaucoup plus discret sur le sujet ; chez LTF (Lyon Turin Ferroviaire) devenu Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin) la société franco-italienne on garde un flegme…quasi britannique.

« Avec les 4 chantiers qui ont recommencé de tourner après le Covid, explique Alain Chabert, directeur adjoint de TELT pour la France, nous donnons déjà du travail à presque 800 personnes, aussi bien dans le percement du tunnel de base qui a atteint les 9 kilomètres vers Modane, que sur les 2 fronts de taille commencés dans l’autre sens, de Saint Martin la porte vers Saint Jean de Maurienne. Notre réponse, elle est là.  Nous respectons la démocratie, mais on ne peut tout de même pas s’empêcher de ressentir un peu d’amertume à être systématiquement être dépeint par les élus écologistes comme de fossoyeurs de l’environnement alors que c’est l’inverse ! ».

« Et puis, poursuit Maurizio Bufalini, directeur général adjoint de TELT côté italien, lorsque l’on nous ressort l’argument qu’il faut investir sur la ligne historique, je dirais que ce raisonnement s’apparente à celui d’un propriétaire d’Iphone 3 qui croirait qu’en achetant un autre Iphone 3, il pourrait faire un Iphone 6. Cela ne tient pas. Si le Turin-Lyon était déjà construit, je suis sûr qu’il serait en voie de saturation. Regardez le tunnel du Gothard en Suisse…il est déjà saturé quelques années seulement après sa mise en service ! La vieille ligne Lyon-Turin ne pourrait jamais supporter un tel trafic ».

Des NO TAV italiens relancés par les deux maires français

 Il n’y a pas qu’à la une de « la Stampa » que le nouvel édile rhodanien était à la une ce mercredi. Online, le journal des « No tav » avait décidé de dédier sa photo de une à Grégory Doucet. « Grâce à lui, nous sommes vraiment entré dans une période où « tout va basculer » (en français dans le texte), affirme, plus convaincu que jamais Paolo Prieri, un opposant de la première heure au TGV Lyon-Turin.

« Nous avons été déçu par Appendino », la maire de Turin du parti 5 étoiles, et son « buon viso, a cattivo  gioco » ; (beau visage mais mauvais jeu ; ou contre mauvaise fortune, bon cœur). Malgré ses quelques coups d’éclat, comme lorsqu’elle a pratiqué la politique de la chaise vide lors des réunions de l’observatoire technique du Lyon-Turin, elle a été bien trop modérée. Mais avec le maire de Lyon et le maire de Grenoble à ses côtés, ce sera un bon point pour marquer les esprits à Bruxelles. Car c’est là que désormais tout se joue…on verra ça dès la rentrée lors des sessions plénières où sera examinée la proposition de 11 de nos eurodéputés. Elle vise à arrêter tout grand projet qui émettrait  davantage de CO2 pendant sa construction que lors de son utilisation ».

Alors, verra-t-on bientôt les nouveaux maires de Grenoble et Lyon défiler en Vallée de Suse, sous les banderoles « No Tav » qui ont déjà promis un été chaud pour les policiers et gardes mobiles qui se relaient toujours jours et nuits autour de l’unique chantier italien du Lyon-Turin. Un conseil toutefois, si l’envie leur en prend : avoir à portée de main un casque plus résistant que leur traditionnel casque de vélo. Car les manifestations « No Tav » du mois dernier autour de la galerie de reconnaissance italienne ont encore donné lieu à bien des échauffourées avec les forces de l’ordre.

Réaction d’Eric Piolle à l’interview accordé au quotidien « La Stampa » par son homologue lyonnais Grégory Doucet

“Nous partageons avec Gregory Doucet les mêmes priorités: accélérer la transition vers un monde soutenable et donc développer le ferroviaire sur les lignes existantes. La ligne Lyon-Turin actuelle est utilisée à 20% de sa capacité de fret. Comme les cours des comptes Française et Européenne et tous les experts indépendants des lobbys nous disons ensemble qu’il est absurde de dépenser 26 milliards € pour une nouvelle infrastructure au cout environnemental énorme. L’Etat doit mettre le paquet sur la maintenance du réseau fret et TER existant, et non pas dilapider l’argent dans des projets d’une autre époque.”