Ghennady Zyuganov: “Giù le mani dalla Siria”

purtroppo molta sinistra è completamente filo atlantista ed imperialista e lontana perfino dai comunisti russi che un tempo erano il loro faro

http://www.marx21.it/internazionale/pace-e-guerra/23130-ghennady-zyuganov-giu-le-mani-dalla-siria.html

 
da www.larepublica.es | Traduzione dallo spagnolo di Sandro Scardigli per Marx21.it
 
Intervista della “Pravda” al leader del Partito Comunista della Federazione Russa
 
Gennady Andreyevich, si sono recentemente riuniti a Londra i ministri degli Esteri del cosiddetto gruppo degli “Amici della Siria”, per discutere sulle questioni relative allo svolgimento della conferenza di pace “Ginevra 2” e alla partecipazione in questa dell’opposizione siriana. Quali sono le sue impressioni sull’incontro? Pensa che abbia raggiunto il suo obiettivo?
 
Si sapeva fin dall’inizio che dall’incontro non sarebbe in ogni caso uscita alcuna soluzione di rilievo. Il leader della Coalizione Nazionale Siriana, Ahmad Yarba, ha posto fin dall’inizio la condizione delle dimissioni di Bashar al Assad per partecipare alla conferenza. I gruppi dell’opposizione si erano già rifiutati in molteplici occasioni di partecipare a qualsiasi colloquio con i rappresentanti del governo siriano, mettendo come pre-condizione le dimissioni del presidente Assad, cosa che, come sappiamo già, Damasco non accetterà.
Gli “amici della Siria” si sono limitati a diffondere una formale dichiarazione d’intenti per cercare una soluzione al problema, invitando l’opposizione a sedersi al tavolo dei negoziati con la comunità internazionale. Nello stesso tempo i Paesi occidentali hanno chiarito una volta di più quali siano le loro reali intenzioni. Non accetteranno mai che in Siria rimanga in carica un governo che non rappresenta i loro interessi. L’obiettivo principale che perseguono resta un cambio di regime. Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha detto che Assad non può restare al potere e che per lui non ci sarà posto nel sistema politico di una Siria democratica e pacifica. Hague ha anche sottolineato che si tratta di una posizione consolidata dei Paesi “Amici della Siria”. Questa intransigenza dell’opposizione e dei suoi protettori nel mondo arabo è usata dagli americani, che sembrano essere molto preoccupati che la conferenza di pace abbia successo, mentre in realtà stanno cercando di sabotare l’appuntamento di Ginevra.
 
Quindi lei ritiene che la risoluzione 2118 recentemente approvata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che costringe Damasco a rinunciare al suo arsenale chimico, non rappresenti quel “passo avanti” spacciato dai media? Crede che l’accordo raggiunto, il primo dopo il conflitto armato scoppiato in Siria, rappresenti un successo della diplomazia russa?
 
La risoluzione sulla Siria ha tolto momentaneamente all’Occidente il pretesto per l’aggressione, che era stata organizzata dopo la provocazione con le armi chimiche, attuata da mercenari nel mese di agosto. Ha anche aperto la possibilità di convocare per novembre la conferenza di pace “Ginevra-2”. È stato anche ottenuto che il testo della risoluzione non preveda l’adozione del paragrafo 7 della Carta delle Nazioni Unite, vale a dire il ricorso automatico a misure coercitive, che era qualcosa su cui i paesi occidentali avevano insistito. Per il momento l’Occidente, nonostante le sue pressioni e le continue accuse alla Russia di mantenere in sella un “regime assassino”, non è riuscito a far sì che lo scenario libico si ripetesse. Quindi, se lo analizziamo da questo punto di vista, si tratta di un indubbio risultato, reso possibile dalla coerente posizione di principio che ha adottato il Ministero degli Esteri rispetto alla Siria.
Sarebbe però ingenuo pensare che l’accordo sulle armi chimiche elimini tutte le cause del conflitto e che USA e alleati rinuncino a destabilizzare ulteriormente la situazione dello Stato mediorientale, con l’obiettivo di rovesciarne il governo legittimo. Una serie di dichiarazioni dei leaders occidentali indica che non ci si può aspettare la rinuncia alla retorica di guerra e quindi la possibilità di un intervento militare in Siria è ancora all’ordine del giorno. Basta leggere quanto affermato dal ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, il quale sottolinea che la decisione di distruggere le armi chimiche è solo un primo passo e che non comporta di per sé l’improponibilità dell’uso della forza contro Damasco, in ottemperanza al paragrafo sette della Carta delle Nazioni Unite.
Il Segretario di Stato USA ha già avvertito che se “Damasco non rispetta gli obblighi previsti dalla risoluzione, dovrà subirne le conseguenze”.
È di fondamentale importanza tener presente che la risoluzione 2118 non risolve il problema principale: la cessazione dell’aggressione contro la Siria, che dura da più di due anni ad opera di mercenari che utilizzano proprio le armi chimiche. Inoltre, sia gli USA che gli altri paesi membri della NATO stanno incrementando sempre più l’invio di armi, l’addestramento e il finanziamento dell’opposizione.
È soprattutto la Turchia che mantiene questo spirito bellicoso, sostenendo attivamente le formazioni mercenarie e consentendo all’uso del suo territorio per l’addestramento dei combattenti, per la consegna di armi e l’arruolamento di “volontari”. Il parlamento di Ankara, pochi giorni fa, ha prorogato di un anno l’autorizzazione all’ingresso di truppe turche in Siria, in caso di necessità.
 
Questa condotta dell’Occidente, guidato dagli Stati Uniti, che da un lato fornisce ogni sorta di aiuto ai “ribelli” e dall’altro dichiara che è essenziale l’effettuazione di una conferenza internazionale per cercare una soluzione politica al conflitto siriano, sembra priva di senso …
 
L’Occidente ha ancora una volta evidenziato tutta l’ipocrisia e la doppia morale della sua politica. Gli occidentali, così “amanti della verità”, ignorano con perfido cinismo le prove rese note dalla Russia sull’implicazione di bande mercenarie negli attacchi con armi chimiche e continuano ad accusare il governo siriano di crimini di guerra.
Nello stesso tempo si chiede alla Siria di distruggere il suo arsenale chimico mentre da Israele, che è sotto la protezione degli Stati Uniti, non si pretende il ritiro dalle alture del Golan, occupato dal 1967, che rinunci al suo arsenale nucleare o distrugga le sue armi chimiche, che aderisca all’accordo di non proliferazione nucleare.
Gli USA e i loro alleati, al contrario, collaborano apertamente con organizzazioni terroristiche come Al-Qaeda e Al-Nusra, che posseggono componenti per fabbricare armi chimiche ed è quindi probabile una qualche provocazione da parte loro. Questa apparente mancanza di logica nella condotta degli Stati Uniti, si spiega con il fatto che la politica estera nordamericana è diretta dai “neocons”. I temporanei inquilini della Casa Bianca sono solo gli esecutori di questo gioco globale diretto dalle corporazioni transnazionali, nelle cui mani sono concentrate tutte le più importanti leve del potere e il cui fine è la dominazione del mondo. Esse sono le vere padrone degli USA.
 
Chi rappresenta l’opposizione siriana, qual è il suo stato attuale e la sua influenza sul Paese?
 
I media internazionali, che disegnano così coloritamente per l’immaginario degli europei creduloni tutti gli orrori e le atrocità che sarebbero stati commessi dal governo di Assad, definiscono in vari modi coloro che combattono contro il governo legittimo: opposizione, ribelli, combattenti per la libertà. Ma se andiamo a vedere chi fa parte dei gruppi “ribelli”, balza agli occhi che queste definizioni non sono applicabili. Ci troviamo di fronte a un amalgama di bande armate e gruppi terroristici semplicemente mercenari, reclutati in tutto il Medio Oriente.
In Siria non esiste oggi un’opposizione consolidata. Inoltre, più il conflitto si incancrenisce e più l’opposizione appare divisa. Secondo alcune fonti operano nel Paese circa 400 gruppi armati, dediti al saccheggio e che si sparano addosso fra loro per contendersi il potere. Secondo i dati, ci sarebbero oggi circa 100.000 mercenari che combattono dalla parte dell’opposizione.
Sembra inoltre approfondirsi lo scontro ideologico tra le fila dell’opposizione. Stanno acquisendo un ruolo sempre più importante gli islamisti radicali, il cui obiettivo è quello di istituire uno Stato islamico fondato sull’applicazione della “sharia” nei territori strappati al Governo.
Questa tendenza si accentuerà sempre di più. I media hanno annunciato che tredici comandanti hanno dichiarato di non accettare l’autorità del “Esercito siriano libero”, né della Coalizione Nazionale. Quaranta gruppi hanno poi dichiarato che formeranno un fronte islamico.
E così, invece di un governo siriano laico, alla cui formazione dicono di essere interessate le potenze occidentali, quel che è legittimo aspettarsi nel prossimo futuro in tutto il Medio Oriente è un’ondata di fondamentalismo fuori controllo. Gli Stati Uniti e tutti i loro satelliti stanno creando con le proprie azioni un terreno fertile per il rafforzamento degli estremisti, che sempre più di frequente entrano in combattimento con le fazioni più moderate, per ottenere il controllo delle spedizioni di armi e di altre forme di sostegno provenienti dall’estero, per acquisire aree di influenza, il controllo dei centri urbani. Si tratta di una politica che in ultima analisi si ritorcerà contro l’Occidente …
 
Pensa che sia possibile una soluzione pacifica del conflitto armato in Siria? Cosa potrebbe essere fatto per raggiungere questo scopo?
 
Noi insistiamo sulla ricerca di una soluzione del conflitto siriano che venga perseguita esclusivamente con mezzi politici. Ma per raggiungere questo obiettivo, la condizione necessaria è che i Paesi occidentali e i loro alleati cessino immediatamente di fornire armi, di addestrare e finanziare i gruppi armati operanti in Siria. Solo la fine delle ingerenze straniere negli affari interni della Siria (Stato membro dell’ONU) è in grado di porre fine allo spargimento di sangue e di consentire a milioni di civili siriani il ritorno alle loro case.
 
Il testo originale dell’intervista
Ghennady Zyuganov: “Giù le mani dalla Siria”ultima modifica: 2013-11-23T23:01:10+01:00da davi-luciano
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