Li votano i ricchi ma non chi ha cultura

 

È il cavallo di battaglia e la battuta preferita dei “sinistri”, quelli (autodefinitisi) “intelligenti” e “dotti”: “gli ignoranti votano Lega/5S”, “se non leggi, ovvio che voti loro”, “i partiti dei fannulloni”, “dipendenti pubblici con il culo al caldo”, etc…
Eppure, tralasciando anche il fatto che la cultura accademica non corrisponde necessariamente a buona conoscenza (spesso solo a indottrinamento ed esamificio), così come leggere non significa avere necessariamente gli strumenti, la capacità di saper scegliere cosa leggere, l’avere capacità d’analisi o di approfondimento, né garanzia di buona comprensione di ciò che si legge, si può anche definire la bufala elettorale del 2018.
A ben vedere, la maggioranza relativa dei laureati ha dato il suo voto a 5S/Lega con il 40,6%. Maggioranza, che diviene assoluta, se si calcolano i diplomati con il 50,4%. Solo il 27,4% dei laureati lo ha dato ai “colti” (PD+Leu) e ancor meno i diplomati (20,4%).
Anche tra i dipendenti pubblici si consuma l’ennesima narrazione inutile e fallace. La maggioranza assoluta ha votato Lega/5S dando il 53,4% delle preferenze.
Invece, dato che dovrebbe far più riflettere di altri e che prescinde dal titolo di studio, gli Imprenditori (medi e piccoli)e artigiani (55,4%) operai (60,8%), ossia i ceti più produttivi e ossatura dell’Italia, hanno dato in massa il loro voto ai due partiti di governo.
Disoccupati (55,4%) e persino le tanto vituperate casalinghe (55%).
Non così la maggioranza garantita dei pensionati,unica che premia relativamente il PD ( 27,6%), che certamente hanno più tempo per leggere (o guardare la TV?) e pensione per poterselo permettere, e quel 31% di classi di reddito elevato (22% tra grandi imprenditori e dirigenti), che sommati ai vari scorpori delle altre categorie, sembra tanto poter comporre quel famoso “20% più ricco degli italiani che  detiene poco più del 69% della ricchezza nazionale” e che, con “il successivo 20% (quarto quintile), che controlla il restante 17,6% della ricchezza”, lascia al 60% più povero dei nostri concittadini appena il 13,3% di ricchezza nazionale. Questo conta più di tutto il resto.
Insomma, l’unico dato vero è che il Pd si è connotato chiaramente come partito delle élite, bon per cultura, ma per reddito.
Il cuore dello scontro è tutto qui, con i relativi contorni di utili idioti.
Narrazioni inutili e stucchevoli, buone solo per mettere in luce tanta insicurezza, mancanza di argomenti e troppa autoreferenzialita’.
Lo scrivo pur sapendo bene che i destinatari del post NON lo leggeranno, né cercheranno i dati per confutarlo, perché si sa che Loro leggono (forse) solo ciò che più gli garba (sicuro). Per il resto, c’è Saviano per gli eletti e la disinformazione mediatica per tutti.
Ps fonte IPSOS e the Globalist
Janos Dex  giovedì 5 luglio 2018
Li votano i ricchi ma non chi ha culturaultima modifica: 2018-07-27T23:30:46+02:00da davi-luciano
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