FOTO / TAV, ECCO I LAVORI NELLA PIANA DI SUSA: VIABILITÀ RIVOLUZIONATA E NUOVI PONTI. SOTTO VIA MONTELLO CI PASSERANNO I TRENI AD ALTA VELOCITÀ

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Una planimetria delle aree interessate dai cantieri per la Piana di Susa

di FABIO TANZILLI

SUSA – La nuova linea Tav attraverserà a cielo aperto la piana di Susa per circa 2,7 km. Nell’ambito del progetto promosso da Telt sono previste numerose opere su tutta l’area. La zona interessata viene descritta da Telt: “Parte dall’imbocco est del Tunnel di Base in località San Giuliano di Susa, sotto-passando la linea ferroviaria storica Torino-Susa, attraversando la Dora con un ponte ad arco e sotto-passando l’autostrada A32, fino ad arrivare alla zona autoporto, in cui verrà realizzata la nuova “Area tecnica e di sicurezza” di Susa, per poi tornare in galleria alle pendici dell’Orsiera, sotto cui dovrà essere realizzato il Tunnel di Interconnessione”.

Le opere da realizzare sono le seguenti:
– Nuove strade di servizio e definitive.
– Cavalcavia.
– Sottopassi.
– Scatolari idraulici e tombini circolari.
– Opere di sostegno.

LA RIORGANIZZAZIONE DELLA VIABILITÀ A SUSA

Da est a ovest saranno realizzati vari interventi sulla viabilità cittadina e delle frazioni, coinvolgendo via Montello, i sottopassi della linea storica Susa – Torino, la statale 25 e l’ex statale 24 e la frazione Traduerivi (nelle aree comprese tra l’ex statale 24 e il canale Coldimosso).

VIA MONTELLO SARÀ INNALZATA PER FAR PASSARE I TRENI DELLA TAV

Nelle immagini del progetto che pubblichiamo in quest’articolo, via Montello è la strada di colore verde. Tetl intende cambiare l’altimetria della strada, “per consentire il passaggio al di sotto della nuova linea Tav”. La via sarà prolungata fino all’incrocio “con la strada locale a servizio di borgata Ambruna”.

Via Montello sarà quindi innalzata: per raggiungere questo obiettivo “sarà interrotta la viabilità esistente e realizzata una viabilità alternativa, a nord, per mantenere il collegamento”. Telt annuncia che sarà anche spostata “la viabilità di accesso a borgata Braide e a San Giacomo”. Via Montello sarà strategica anche per “l’accesso al cantiere dell’imbocco est del tunnel di base”:

L’INNALZAMENTO DELLA LINEA FERROVIARIA SUSA – TORINO

Sarà innalzata anche una parte della linea storica tra Susa e Torino, per consentire – al di sotto – il passaggio della nuova linea Tav e realizzare una fermata per lo scambio dei passeggeri presso la futura stazione internazionale. L’innalzamento della linea avverrà per un tratto di circa 1,2 chilometri e “sarà variabile, con una punta massima di 7 metri, in corrispondenza della fine della banchina della nuova stazione di Susa, sul lato Bussoleno”.

Lo scavalcamento della nuova linea Tav sarà realizzato attraverso “una struttura scatolare in cemento armato poggiante su pali”. Nel tratto rimanente, “l’innalzamento della linea storica viene realizzato in rilevato, con muri ad altezza variabile”. Con un nuovo ponte metallico di 75 metri sarà innalzata la linea storica anche nel tratto in cui dovrà scavalcare l’autostrada, dove ci sono i muri monolitici.

A causa di tutti questi lavori, la linea ferroviaria Susa – Torino sarà interrotta per un periodo e “dovrà essere sospesa per 2-3 mesi”.

Saranno rifatti due sottopassi, per mantenere almeno il collegamento ciclopedonale e viario. Per collegare via Montello con la statale 25 sarà creato un nuovo sottopasso, che sostituirà quello esistente, “in corrispondenza dell’incrocio tra lo svincolo autostradale e la statale 25”. “Su richiesta del Comune di Susa – aggiungono da Telt – sarà rifatto anche il sottopasso che collega borgata Amrbuna alla statale 25, la cui altezza sarà incrementata a 3,9 metri (ora è di 2,5 metri)”.

GLI INTERVENTI SULLA STATALE 25

Nelle cartine del progetto è la tratta colorata di blu: gli interventi coinvolgeranno 1 km di strada: dalla nuova rotatoria “A1” che sarà costruita vicino all’accesso dell’autostrada alla rotatoria “8”, che grazie “a un nuovo sottopasso permetterà il collegamento con l’ex statale 24 e la strada per la borgata Ambruna”.

LE NUOVE OPERE DA SUSA A BUSSOLENO: ROTONDE A VOLONTÀ

Telt ha messo in elenco tutti questi interventi:

– Modifiche alla viabilità per consentire il nuovo collegamento con gli impianti sportivi in regione Prioriale

– Nuova rotonda A1 (citata sopra) per collegarsi con l’ex statale 24: attualmente la viabilità “è a senso unico in direzione Dora” e diventerà a doppio senso di marcia.

– Un “primo tratto di 540 metri” con il nuovo scavalco dell’A32 e sottopasso per la linea Tav, tra la futura rotonda A1, l’attuale incrocio di collegamento con l’autostrada e via Montello.

– Un breve tratto di strada (80 metri) per raccordarsi con il futuro innalazamento.

– Un breve tratto di strada (70 metri) “fino all’incrocio con borgata Ambruna, con l’adeguamento della viabilità e la nuova rotatoria di San Giuliano (rotatoria “B”), che consentirà il collegamento della statale 25 con l’area della futura stazione internazionale, con via Montello e con via Frazione San Giuliano”.

UN TRATTO DELL’EX STATALE 24 SARÀ DEVIATO

L’attuale tratto di ex statale, ora strada provinciale 24, sarà spostata perchè attualmente “interferisce con l’area tecnica della nuova linea Tav, in corrispondenza della frazione Traduerivi e del centro di guida sicura Motoroasi”. Per questo motivo sarà fatta una deviazione e sarà spostata ” “in un corridoio a sud dell’autostrada A32 e a nord della futura area tecnica” scrive Telt.

La futura variante della 24 “si sviluppa per 1,5 km, a partire dalla nuova rotonda “C” già prevista dalla Provincia di Torino nei pressi dell’ingresso autoporto” fino alla rampa sud del sovrappasso Cattero sull’A32.

La nuova rotonda “C” permetterà la riorganizzazione della viabilità locale nella zona Blangetti – Traduerivi. “Dalla rotonda, la nuova strada raggiunge con una rampa la quota dell’autostrada, poco prima del sovrappasso sulla nuova linea Tav – scrive Telt – quindi rimane affiancata all’autostrada fino al viadotto Cattero”.

IL NUOVO PONTE DORA PER I TRENI DELLA TAV


Il ponte della Dora a Susa

Telt intende realizzare il ponte metallico ad arco sulla Dora, con una campata di 93 metri. Il ponte ospiterà i due binari della nuova linea Tav, per una larghezza di 15 metri e un’altezza di 23 metri.

IL NUOVO PONTE DORA OVEST BUSSOLENO

Un altro nuovo ponte Dora Ovest sarà realizzato sulla Dora, a fianco del ponte già esistente sulla linea storica. “Accoglierà il binario dispari deviato della liena storica, e il binario dispari dell’interconnesione” spiega Telt. Il nuovo ponte sarà in acciaio, sarà alto 11 metri e largo 15.

IL VECCHIO PONTE VERRÀ DEMOLITO

Telt prevede la demolizione dell’altro ponte della linea storica, realizzato nell’800, per costruirne uno nuovo simile al ponte Dora Ovest. Ospiterà il binario pari dell’interconnesione e una strada di emergenza per l’accesso da Bussoleno.

Frecciarossa, treno bloccato per 3 ore in galleria: centinaia di passeggeri senza aria condizionata né luce

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/17/frecciarossa-treno-bloccato-per-3-ore-in-galleria-centinaia-di-passeggeri-senza-aria-condizionata-ne-luce/3734654/

Frecciarossa, treno bloccato per 3 ore in galleria: centinaia di passeggeri senza aria condizionata né luce

Guasto attorno alle 10 sulla linea Alta velocità vicino a Firenze: una donna ha accusato un malore. Poco dopo le 13, il treno è stato agganciato e trasportato a Santa Maria Novella

Sono rimasti bloccati per 3 ore in una galleria vicino a Firenze. Senza aria condizionata né luce. Tutta colpa di un guasto tecnico del Frecciarossa che viaggiava da Salerno verso Milanocon diverse centinaia di passeggeri a bordo. Una donna ha anche accusato un malore.

 L’inconveniente è accaduto all’interno di un tunnel tra Firenze Castello e San Piero a Sievo sulla linea dell’Alta Velocità pochi minuti dopo le 10. Solo alle 13.20 il treno è stato agganciato da un locomotore di soccorso ed è riuscito ad arrivare nella stazione di Santa Maria Novella, dove un’ambulanza del 118 ha soccorso la donna e tutti coloro che erano a bordo hanno ricevuto assistenza.

Poco dopo hanno potuto proseguire il viaggio con un treno di riserva e nei prossimi giorni – informa Trenitalia – riceveranno il rimborso integrale del biglietto. Il traffico è stato rallentato tra Firenze e Bologna per tutta la mattina con ritardi fino a 30 minuti

Le conseil d’état confirme que nous avons raison

IL CONSIGLIO DI STATO CONFERMA CHE ABBIAMO RAGIONE

Abbiamo da molto tempo legato la qualità dell’aria all’inazione in materia di merci sulle linee ferroviarie esistenti e abbiamo sollevato l’urgenza del report modale existantes.   Da tempo abbiamo collegato la qualità dell’aria all’inerzia delle merci sulle linee ferroviarie esistenti e abbiamo sollevato l’urgenza del passaggio modale da Ambérieu alla ferrovia esistente.   L’urgenza è ora dichiarata dal Consiglio di stato nella sua decisione del 12 luglio 2017 grazie alla procedura iniziata da  Les Amis de la Terre.   Questa situazione di cattiva qualità dell’aria deriva anche dalla violazione del Codice di Trasporto dello stato, finanziando l’inquinamento delle merci in Maurienne e il traforo della strada del Fréjus grazie ai benefici tratti dal- l’inquinamento a Chamonix e al traforo della tunnel stradale del Monte Bianco.   Diversi rappresentanti eletti del Consiglio regionale hanno affermato che era necessario che ciò smetta ma si astengono dal chiedere, come facciamo noi e come l’hanno fatto il Municipio di Grenoble e di Villarodin Bourget, lo sconto del 100 milioni di euro pagati illegalmente. Come se la violazione passata del codice di trasporto fosse acquisita!   Abbiamo attaccato la convenzione illegale prima della giurisdizione amministrativa e chiediamo il rimborso e l’assegnazione dei 100 milioni di euro all’intermodalità per un servizio immediato da Ambérieu in Bugey.   Vi allego anche la lettera scritta da Les Amis de la Terre al nuovo ministro responsabile per il trasporto e vi ringrazio per la sua MASSIMA DIFFUSIONE   Vi è richiesto di adottare misure per vietare il transito nelle due vallate ai veicoli euro 1,2 e 3   Il divieto agli autocarri di oltre 4 metri di altezza e più in generale l’applicazione delle dieci misure che abbiamo proposte.  
PS RICERCHIAMO PERSONE COMPETENTI PER IL LAYOUT E IL MONTAGGIO VIDEO  
Cordiali Saluti
daniel Ibanez    
Sujet : Le conseil d’état confirme que nous avons raison
Date : Fri, 14 Jul 2017 12:44:38 +0200
De : daniel ibanez <daniel.ibanez@framex.org>

Nous avons depuis longtemps lié la qualité de l’air à l’inaction en matière de fret sur les lignes ferroviaires existantes et avons soulevé l’urgence du report modal au départ d’ambérieu sur les voies ferrées existantes. L’urgence est maintenant déclarée par le Conseil d’état dans sa décision du 12 juillet 2017 grâce à la procédure engagées par les Amis de la Terre. Cette situation de mauvaise qualité de l’air résulte aussi de la violation du Code des transports par l’état, en finançant la pollution des marchandises en Maurienne et au tunnel routier du Fréjus grâce aux bénéfices tirés de la pollution à Chamonix et au tunnel routier du Mont-Blanc. Plusieurs élus du Conseil régional ont déclaré qu’il fallait que cela cesse mais s’abstiennent de demander, comme nous le faisons et comme l’ont fait la Mairie de Grenoble et de Villarodin Bourget, le remboursement des 100 millions d’euros versés illégalement. Comme si la violation passée du code des transports était acquise ! Nous avons attaqué la convention illégale devant la juridiction administrative et nous demandons le remboursement et l’affectation des 100 millions d’euros à l’intermodalité pour un service immédiat au départ d’Ambérieu en Bugey. Je vous joins également la lettre adressée par les Amis de la Terre à la nouvelle ministre chargée des transports et vous remercie de la DIFFUSER LARGEMENT Il y est demandé de prendre des mesures d’interdiction dans les deux vallées des véhicules Euro 1, 2 et 3 l’interdiction des camions de plus de 4 mètres de hauteur et plus généralement l’application des dix mesures que nous avons proposées.

PS NOUS RECHERCHONS DES PERSONNES COMPETENTES POUR DE LA MISE EN PAGE ET DU MONTAGE VIDEO
Bien cordialement
daniel ibanez

Presentata la variante di progetto per il cantiere di Chiomonte

13 lugflio 17 Radio NOTAV 

Presentata da pochi giorni la variante che farà del cantiere di Chiomonte lo snodo centrale dello scavo del tunnel di base in maniera permanente e definitiva.

60 giorni di tempo per presentare le osservazioni al progetto che prevede: allargamento del cantiere verso Giaglione (sotto al borgo Clarea) e verso via Avanà (Colombera inclusa), la costruzione di due nuovi svincoli autostradali (operazioni che potranno partire in autunno, previste per il 2018 e realizzabili sulla carta in due anni e mezzo), spostamento dell’autoporto di Susa a S.Didero, dopodichè potranno iniziare le opere di scavo dalla Clarea in un secondo tunnel parallelo a quello geognostico, inizialmente con tecniche tradizionali e poi con fresa rotante, e con la fresa definitiva dopo 3 chilometri di scavo all’interno della montagna.

Lo smarino andrà via camion a Salbertrand (ufficialmente via autostrada) dove sarà allestita un’enorme area di smistamento e lavorazione delle terre, preparazione dei conci e caricamento dei treni che trasporteranno le rocce di scavo via ferrovia a Caprie e Torrazza Piemonte.
Tempi previsti: infiniti. :le grandi opere devono durare: più sono diluite nel tempo, più si guadagna.
Al telefono con noi Luca Giunti, commisione tecnica No tav

http://www.radionotav.info/podcast/2017-07-13-giunti-presentazione-variante.mp3

Susa: cantiere Tav, arrivano i primi espropri anche per le case

http://www.lunanuova.it/news/435046/Susa-cantiere-Tav-arrivano-i-primi-espropri-anche-per-le-case.html

Non solo terreni: nelle buche di alcuni residenti di San Giuliano spuntano le lettere per l’abbattimento di tre abitazioni

L’esproprio di un terreno, magari marginale, magari gerbido da anni, è una cosa. Ma ricevere una lettera in cui ti si informa che per pubblica utilità dovrai rinunciare alla tua casa, ai ricordi che in essa custodisci da decenni, che di lì te ne devi andare per far posto…

su Luna Nuova di venerdì 14 luglio 2017

ULTIM’ORA – SCATTA LA DENUNCIA DI LUIGI DI MAIO: CONDIVIDETE IL PRIMA PRIMA POSSIBILE!

http://direttanfo.blogspot.it/2017/07/ultimora-scatta-la-denuncia-di-luigi-di.html?m=1

mercoledì 12 luglio 2017 

Scrive Luigi Di Maisul Blog di Beppe Grillo:
“Oggi abbiamo incontrato a Bruxelles il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri. Ci ha confermato, dopo averlo chiarito anche in audizione al Parlamento Ue, che Triton, voluta da Renzi, prevede che tutti i migranti siano portati in Italia. Questa è la verità: Renzi e il Pd ci hanno svenduto per 80 euro trasformandoci nel più grande porto d’Europa, convinti che saremmo rimasti in silenzio. Non solo: ci hanno mentito e pensano di farla franca. In qualsiasi Paese del mondo chi dice bugie ai cittadini si dimette, è tempo che questa pratica venga introdotta anche in Italia. Abbiamo chiesto oggi a Gentiloni, che quando è stato firmato questo accordo era il ministro degli Esteri, di venire a riferire immediatamente in aula.
 
Sulle Ong siamo stati molto chiari: la Libia è un tema di sicurezza nazionale, massimo rispetto per i volontari, ma a chi non rispetta le regole dobbiamo chiudere i nostri porti. Bilanci trasparenti e una stretta collaborazione con l’autorità giudiziaria italiana sono per il MoVimento 5 Stelle due punti imprescindibili. Abbiamo depositato una legge a prima firma Bonafede che prevede la presenza di ufficiali a bordo delle imbarcazioni battenti bandiere straniere che trasportano migranti. Chi non si trova d’accordo, non attracca sulle nostre coste. Chi arriva a entrare in acque libiche per portare i migranti in Italia, non attracca sulle nostre coste.
Non possiamo più aspettare. L’Europa prima si è preso tutto dall’Italia, grazie all’accondiscendenza dei governi degli ultimi anni, e poi ci ha sbattuto la porta in faccia. Noi chiediamo di chiudere la rotta mediterranea così come è stato fatto con quella balcanica, ma se nessuno ci ascolta allora facciamo da noi, sottraendo parte del contributo italiano al budget Ue e re-investendolo nella gestione dei rimpatri. E’ assurdo che l’Ue riesca a stringere accordi per importare l’olio tunisino e poi non sia in grado di stringere accordi per i rimpatri con i Paesi di transito in Africa. Manca, la volontà politica da parte di tutti, ma non da parte nostra. Adesso ci presentano questo pseudo-Codice sulle Ong, solo fumo negli occhi. Noi crediamo nelle leggi dello Stato non nei codici. E se, come ha sottolineato oggi nuovamente Frontex, in Italia la maggior parte degli ingressi riguarda i migranti economici, allora devono essere rimpatriati, in sicurezza, nei Paesi da dove provengono con i soldi dell’UE.
Ci domandavamo come fosse possibile l’arrivo di 12.000 migranti in Italia in sole 48 ore, più di quanti non ne siano arrivati in Spagna in un anno intero. Lo abbiamo capito. Renzi, Gentiloni, Alfano, tutto il Pd ma anche una buona parte del centrodestra hanno siglato accordi indicibili con i burocrati UE mettendo in ginocchio la nazione. Hanno trasformato l’Italia in un grandissimo campo profughi, per far contenti anche i loro amici nel coop, in cambio di qualche spicciolo. Di poche briciole. Che loro chiamano flessibilità. I giochi però sono finiti. E a giudicarli saranno prima di tutto gli italiani.”

Il traffico di rifiuti cambia rotta: da Sud a Nord per seppellirli o bruciarli fuori dalle regole. Coinvolti dirigenti di Hera e A2a

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Il traffico di rifiuti cambia rotta: da Sud a Nord per seppellirli o bruciarli fuori dalle regole. Coinvolti dirigenti di Hera e A2a

Inchiesta del Noe con la Dda di Brescia, che ha indagato 26 persone e arrestato l’imprenditore lombardo Bonacina, fulcro del sistema che secondo gli inquirenti ha fruttato almeno 10 milioni di euro. Per la prima volta emerge che un flusso di immondizia smaltita illegalmente arriva da Campania e Lazio per finire interrata in Piemonte e Lombardia

Un flusso invertito, che dalla Campania e dal Lazio portava in Piemonte e Lombardia i rifiuti da tombare o bruciare illecitamente. Con procedure legali sulla carta, ma in realtà fuori da ogni regola, con il solo obiettivo di ridurre al minimo i costi e moltiplicarei guadagni per tutte le ditte che partecipavano al malaffare. A portare alla luce quella che appare una vera e propria filiera, consolidata da prassi che vanno avanti da tempo, è un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Brescia con i carabinieri del Noe di Milano, che ha portato due persone agli arresti domiciliari con l’accusa di traffico illecito di rifiuti e vede indagate a vario titolo 26 persone, anche per il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. Nel registro degli indagati ci sono i nomi di dipendenti di colossi come Herambiente (gruppo Hera) e A2A Ambiente e della Aral, di proprietà dei Comuni della provincia di Alessandria. La custodia cautelare è scattata per l’imprenditore lombardo dei rifiuti Paolo Bonacina e per il responsabile tecnico di un impianto di Aral, Giuseppe Esposito. Tra gli indagati anche alcuni amministratori come il sindaco di Vobarno (Brescia), Giuseppe Lancini. Un incendio alla sua Trailer spa a Rezzato nel 2014 fece partire le indagini: dalle prime analisi emerse che in quello stabilimento erano state stoccate illecitamente mille tonnellate di rifiuti solidi urbani provenienti da impianti campani a dispetto delle autorizzazioni. Partendo da quelle fiamme, i carabinieri del Noe che continuano a indagare sui diversi incendi avvenuti di recente in tutto il Nord Italia, hanno scoperto una filiera sporca ma ben oliata, dimostrando per la prima volta con prove di indagine l’inversione di rotta dei rifiuti: da Sud verso Nord.

Trattamenti solo sulla carta e senza autorizzazioni

A muovere le fila dei diversi flussi da Campania e Lazio era proprio Bonacina. Era lui ad avere rapporti commerciali con HerambienteA2a Ambiente e Linea Ambiente e con Aral. Attraverso Bps e Crystal Ambiente svolgeva il ruolo di intermediazione tra i diversi soggetti, mentre con B&b e New Energy Fva si occupava dei trattamenti dei rifiuti, secondo i pm in realtà solo dichiarati sulla carta ma mai avvenuti. Bonacina non aveva né autorizzazioni necessarie né i macchinari: in realtà si limitava al classico “giro bolla” cambiando solo l’etichetta dei rifiuti. Lo stesso trucco veniva usato, secondo gli inquirenti, nei casi di trattamenti nello stabilimento di proprietà di Aral.

La fase successiva era lo smaltimento: con la complicità anche ditre ditte di trasporto, la monnezza finiva agli inceneritori sparsi in Lombardia, tra cui quello di Brescia gestito da A2a o in discariche in Piemonte. Tra queste, anche un sito ormai esaurito a Castelceriolo (Alessandria) di proprietà di Aral, che non poteva più ricevere rifiuti.

La rete di relazioni
In questa architettura erano fondamentali i rapporti personaliintrattenuti da Bonacina con il personale degli impianti. “Gli illeciti smaltimenti sono stati effettuati grazie a conoscenze dirette dei responsabili tecnici che assicuravano agli indagati il ricevimento di materiale non conforme e tuttavia non contestato”, scrive il gip del tribunale di Brescia Alessandra Sabatucci. E’ lo stesso Bonacina a riconoscerlo: “Il rapporto con Marco per me è un rapporto principale e prioritario eh!”, esclama l’imprenditore al telefono con un consulente ambientale, riferendosi al responsabile commerciale per i grandi impianti di A2a Ambiente, Marco Piglia. Da parte sua, A2A Ambiente si dice “certa di aver sempre agito nel rispetto di tutte le disposizioni di legge e prescrizioni autorizzative”. Rapporti costanti e di “stretta collaborazione” anche con il responsabile dell’impianto Aral di Castelceriolo Giuseppe Esposito, che il gip definisce la longa manus del primo. Così come con lui collaboravano “dando concreta attuazione al progetto delinquenziale” anche Claudio Galli e Claudio Amadori, ad e procuratore speciale di Herambiente.

Money, money, money: inquinamento ambientale ed economico
L’obiettivo era semplicemente fare soldi, soldi e ancora soldi. Secondo gli inquirenti, la filiera sporca dei rifiuti avrebbe fruttato agli indagati un profitto di 10 milioni di euro. Con il risultato che, come spiegano i Noe, all’inquinamento ambientale causato dallo smaltimento illecito di rifiuti si aggiunge quello “dei circuiti economici legali, visto che le economizzazioni derivanti dal mancato trattamento dei rifiuti hanno consentito, in sede di gara d’appalto, di avanzare offerte con ribassi d’asta difficilmente sostenibili per le aziende sane”, messe così fuori mercato. Ma i danni finanziari riguardano anche le casse pubbliche, perché secondo gli inquirenti nelle mani sbagliate è finita anche “parte dei milioni di euro messi a disposizione dalla pubblica amministrazione per far fronte alle storiche emergenze rifiuti nel sud Italia”. I carabinieri anche per questo hanno sequestrato il capitale sociale delle società B&b, Bps e Crystal ambiente e 80 automezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti, per un valore stimato che supera i 6 milioni di euro.

Il ruolo delle aziende
Nelle carte dell’indagine spuntano anche nomi noti come Colari, la società romana legata a Manlio Cerroni, che appaltava il trattamento e smaltimento dei rifiuti e non risulta indagata. La sua posizione, al momento, risulta piuttosto quella di parte lesa nella vicenda. Devono ancora essere vagliate le posizioni di Linea AmbienteHerambiente e A2a Ambiente come persone giuridiche. C’è una responsabilità anche delle aziende, oltre che dei singoli dipendenti già iscritti nel registro degli indagati? Possibile che nessuno ai piani alti sapesse dei trattamenti illeciti effettuati da Bonacina?

TAV, LAVORI FINITI: MA IN ATTESA DEL NUOVO APPALTO IL CANTIERE-FORTINO CONTINUA A ESSERE BLINDATO

http://www.lastampa.it/2017/07/13/cronaca/sciopero-ad-oltranza-per-operai-del-cantiere-tav-rischiamo-il-posto-di-lavoro-9Ftuhy7zEe2XW4lnakXNHN/pagina.html

Chiomonte, i lavoratori in sciopero: cinquanta a rischio. L’apertura di Telt

massimo numa
torino

Cinquanta operai della società Venaus Scart che sta concludendo l’ultima parte dei lavori legati al tunnel geognostico nel cantiere Tav di Chiomonte sono da qualche giorno in sciopero. 

Rischiano di perdere il lavoro. Sarà ad oltranza, perché – denuncia la Cgil – non sono state mantenute le promesse in merito alla continuità tra l’appalto in scadenza, in pratica concluso, e quelli nuovi.  

LO STOP  

In realtà lo scavo s’è fermato a settemila metri di profondità perché gli ultimi 500 non sono più necessari. Per una questione burocratica la fine anticipata dei lavori non consente di indire subito le nuove gare d’appalto, che dipendono dal diritto italiano ma anche francese, e c’è il pericolo di un periodo di vuoto. Con conseguenze relative. 

Il cantiere, a lavori fermi, sarà comunque presidiato dagli attuali 400 agenti, carabinieri e militari in attesa di ripartire. Presumibilmente da fine settembre ai primi di febbraio. 

LO SPIRAGLIO  

Ma forse c’è ancora uno spiraglio, nel senso che Telt sta cercando proprio in questi giorni una strada alternativa. Così la nota di Telt: «Comprendiamo le preoccupazioni degli operai che hanno realizzato con competenza, nei tempi previsti, nel rispetto dei costi e senza incidentalità, pur in condizioni di lavoro difficili, la galleria geognostica della Maddalena a Chiomonte. 

Lo scavo del tunnel è finito a febbraio mentre le opere di finitura, in corso, si completeranno in autunno e al termine dei lavori si avrà la naturale cessazione del contratto con il raggruppamento di imprese. 

In questi cinque anni si è creato un bagaglio di competenze unico che potrà diventare un valore aggiunto anche per le imprese che saranno coinvolte nelle prossime fasi di cantiere». 

E poi l’apertura: «Ci stiamo adoperando, nei limiti previsti dalla legge e dalle normative binazionali, affinché l’esperienza maturata dalle maestranze locali non vada dispersa». 

Tav, sciopero a oltranza al cantiere di Chiomonte: “Rischiamo il posto di lavoro”. 

13 luglio 17 Repubblica 

Respinto il piano di Virano, futuro in bilico per 50 addetti.

Esposito (Pd): “Italia poco attenta”

di Stefano Parola

http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/07/13/news/tav_sciopero_a_oltranza_al_cantiere_di_chiomonte_rischiamo_il_posto_di_lavoro_-170671359/

Tav, sciopero a oltranza al cantiere di Chiomonte: “Rischiamo il posto di lavoro”

torino.repubblica.it

Respinto il piano di Virano, futuro in bilico per 50 addetti. Esposito (Pd): “Italia poco attenta”

I lavoratori della Torino-Lione incrociano le braccia.

Sono in sciopero a oltranza da martedì sera perché temono di restare senza lavoro.

Nella programmazione del cantiere si è infatti creato un buco di alcuni mesi.

Avrebbe dovuto essere tamponato con la lastricatura del tunnel geognostico e con una serie di altri piccoli lavori, invece la commissione appalti di Telt, la società che deve costruire la ferrovia ad alta velocità, ha respinto la richiesta avanzata dagli stessi vertici della società.

La bocciatura ha scatenato le ire dei sindacati, ma rischia pure di avere ripercussioni sulla sicurezza del cantiere di Chiomonte.
Oggi sono circa 50 gli addetti impegnati negli scavi , per conto della Venaus Scarl (un gruppo di aziende con a capo la ravennate Cmc).

Il tunnel avrebbe dovuto arrivare a 7,5 chilometri circa, invece a febbraio ci si è fermati prima, perché il nuovo progetto della Torino-Lione non prevede più di realizzare il pozzetto di ventilazione Clarea.

L’idea era di utilizzare i circa 5 milioni risparmiati per lastricare la galleria, creare alcune nicchie e fare altri piccoli interventi. Questo insieme di attività avrebbe garantito lavoro fino a maggio 2018 e avrebbe dovuto essere affidato direttamente alla Venaus Scarl.

Niente di anomalo per le regole italiane, ma il 6 luglio la commissione appalti si è riunita a Parigi è ha detto “no” chiedendo invece una nuova gara d’appalto.

“Siamo inferociti, perché così i lavoratori rischiano di essere licenziati tra un mese e mezzo o due”, dice Marco Bosio, segretario generale della Fillea- Cgil di Torino. Il sindacato è su tutte le furie perché il personale nei mesi scorsi era già sceso da un centinaio di addetti agli attuali cinquanta circa: “Avevamo siglato un’intesa anche con la Regione in cui tutti si impegnavano a riassorbire i lavoratori lasciati a casa, invece ora rischiano il posto anche tutti gli altri”, sottolinea Bosio. Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea Cgil chiedono garanzie per i lavoratori (in buona parte valsusini). Vogliono che siano sottoscritte le clausole di salvaguardia, che consentirebbero agli operai di essere riassunti nel caso in cui a vincere il prossimo bando fosse un consorzio diverso da quello attuale.
Da lunedì il presidente dell’Osservatorio sulla Torino- Lione Paolo Foietta e il prefetto di Torino Renato Saccone sono in contatto con gli uffici del ministro ai Trasporti Graziano Delrio per risolvere la grana. “Da parte nostra c’è una forte attenzione per fare in modo che si trovi una soluzione”, spiega Foietta.

Che ha già scritto una lettera dura alla Telt, in cui chiede alla società di gestire l’impasse e di dare continuità ai lavori di Chiomonte.

Oggi il cantiere ha lavoro fino a ottobre o novembre, poi rischia di crearsi un vuoto fino a metà 2018, quando gli scavi della Torino-Lione entreranno nel vivo e impiegheranno centinaia di persone.

La questione non è soltanto sindacale, ma anche di ordine pubblico. Se le attività dovessero fermarsi per alcuni mesi, sarebbe ancora giustificabile l’impiego delle forze dell’ordine per proteggere la zona?
Ecco perché la questione dello sciopero di Chiomonte è più delicata di quanto non possa apparire. Stefano Esposito, senatore Pd che da anni lotta per la realizzazione della Torino- Lione, è sconsolato: “Lo dico da tempo che c’è una disattenzione generale sulla Tav. Quando devi allestire un cantiere da 5,5 miliardi con una società binazionale deve esserci una coralità istituzionale che al momento in Italia non si vede”.

A fine mese è in programma un vertice Italia-Francia proprio sul tema delle infrastrutture, al quale parteciperà il ministro Delrio. Potrebbe essere il momento giusto per concordare con i transalpini una soluzione alla grana di Chiomonte.

Nel frattempo, la protesta continua, come promette Bosio della Fillea: “Lo sciopero è a oltranza, andremo avanti fino a quando non otterremo impegni scritti“.

In una nota, Telt annuncia che le opere di finitura dello scavo “si completeranno in autunno e al termine dei lavori si avrà la naturale cessazione del contratto con il raggruppamento di imprese“. La società dice comunque di volersi adoperare “nei limiti previsti dalla legge e dalle normative binazionali, affinché l’esperienza maturata dalle maestranze locali non vada dispersa”.