Luttwak: «Guerra all’Is? Non va combattuta»

Vincere contro i jihadisti? «Impossibile». Il Califfato? «Lasciamo che trovi il suo equilibrio».  Il papa? «Sull’islam moderato dice cretinate». Edward Luttwak a L43.

di Gabriele Lippi

19 Marzo 2015

Non chiamatelo Isis. Non se parlate con Edward Luttwak. «Si chiama Stato islamico, Isis è un eufemismo buonista». E lui, di certo, buonista non è.
Economista, politologo e saggista romeno è consulente strategico del governo americano e membro del National security study group del dipartimento della Difesa Usa.
Gran parte dei suoi studi, dunque, sono stati dedicati al terrorismo e all’islam, e niente di quello che sta accadendo adesso, nemmeno la strage del museo di Tunisi, può stupirlo. «Lo Stato islamico riesce ad attrarre volontari in tutto il mondo, non si può eliminarlo con un guerra». C’è solo una soluzione possibile: «Non combatterla».

luttwak

  • Edward Luttwak, consulente strategico del governo Usa (©Getty Images).

 DOMANDA. Dopo Iraq e Siria l’Isis si è spostato dal Medio Oriente al Nord Africa. Prima la Libia, ora la Tunisia.

RISPOSTA. Prima di tutto chiamiamolo col suo nome, lo Stato islamico: è il movimento islamico di maggior successo perché è il più autentico islam.
D. Non è un movimento estremista?
R.
Presidenti e papi che dicono che non ha niente a che fare con l’islam mentono. È una bugia benevola, politicamente furba, ma è una bugia. È lo Stato islamico.

D. E questo cosa comporta?
R.
Riesce ad attrarre volontari in tutto il mondo. Arrivano, combattono e si sacrificano. Contro di loro ci sono dei soldati salariati, spesso di governi che hanno poca legittimità, come ad esempio in Siria e Iraq.

D. L’attacco del 18 marzo in Tunisia è particolarmente significativo perché colpisce un Paese che sta facendo grossi sforzi di democratizzazione. O no?
R.
Si sapeva da tempo che da quel Paese veniva
un numero sproporzionato di volontari dello Stato islamico. La Tunisia è piccola, ma si parlava di 3 mila uomini, più di quelli del grande Egitto. C’era una radice fondamentalista in Tunisia che ha prodotto questo.
D. Come si può combattere lo Stato islamico?
R.
Per prima cosa bisogna dire la verità: non è un’anomalia dell’islam, è l’islam. Bisogna smettere con queste commedie, come ha fatto Obama che ha invitato al vertice anti-terrorismo di Washington tutta questa gente per parlare di estremismo, dicendo che non aveva niente a che fare con l’islam. Però non ha invitato dei presbiteriani o dei metodisti. Ha invitato dei musulmani.

D. E poi?
R.
Quando si combatte lo Stato islamico in Mesopotamia si paga un prezzo geopolitico altissimo, perché indebolendo lo Stato islamico si rinforza l’Iran, che ha già messo le mani su Baghdad, Damasco, Yemen e ha enorme influenza anche a Beirut.

D. E infatti Israele non vede la lotta allo Stato islamico come una priorità.
R.
Lo Stato islamico è arrivato sul Golan da molto tempo, ma non ha fatto niente contro lo Stato di Israele. Così come al Qaeda non aveva fatto niente contro Israele.

D. Come mai?
R.
Non è solo perché hanno paura degli israeliani, e sanno che la risposta sarebbe tremenda, ma anche perché combattono gli sciiti, che per Israele sono la minaccia numero 1 sia per l’Iran sia sulla frontiera col Libano, con Hezbollah che è armato da Teheran. Gli israeliani sarebbero dei cretinetti a impegnarsi contro lo Stato islamico come fanno altri irresponsabili.

D. Israele quindi non può essere un alleato dell’Occidente. E l’Arabia Saudita?
R.
Prima di tutto la religione saudita è la stessa identica religione dello Stato islamico, l’affinità ideologica è totale. Basti pensare che in Arabia Saudita hanno distrutto la tomba di Maometto e dei suoi seguaci a La Mecca. Se l’avessero fatto i cristiani o gli ebrei ci sarebbe stato il mondo islamico in fiamme. Ma l’hanno fatto i sauditi e nessuno ha detto niente.

D. Nessuna possibilità che l’Arabia Saudita faccia qualcosa contro lo Stato islamico, dunque.
R.
Di fronte all’avanzata dell’Iran sciita, i sauditi non vogliono fare niente contro lo Stato islamico. Hanno fatto finta di fare qualcosa all’inizio, ora non fanno neanche finta.

D. Non è che l’Occidente ha le sue colpe?
R.
Sicuramente quella di aver inventato l’islam, che è una derivazione di cristianesimo ed ebraismo. Poi l’Occidente fa, gli altri non fanno. Quando succede qualcosa si può sempre dire che è colpa dell’Occidente.

D. Per esempio?
R.
L’Occidente ha inventato tivù, stampa, mass media. Tutto ciò che permette allo Stato islamico di fare propaganda. In più loro vogliono restaurare il VII secolo ed è chiaro che noi occidentali abbiamo fatto moltissime cose per cambiare la situazione dal VII secolo.

D. Perché tutto questo odio l’Occidente?
R.
Perché ha delle idee velenose per loro, come per esempio che le donne non sono animali domestici, che hanno il diritto di andare a fare la spesa invece di aspettare che gliela porti un figlio con più di 13 anni, o il marito o il padre.

D. E la guerra in Iraq?
R.
Finché l’Occidente esiste esprime lo spirito europeo, che è lo spirito di creazione, guerra e conquista. E quando fai guerre e conquiste ne sbagli una su due. Rimuovere Saddam è stato sicuramente un errore, basato sull’idea che ci potesse essere democrazia nel mondo arabo. Errore ripetuto in Libia con Gheddafi e anche in Tunisia con Ben Ali.

D. Anche in Tunisia?
R.
Certo. Oggi i tunisini sognano i giorni di Ben Ali, che rubava un po’ e governava bene.

D. E perché sui giornali non si è detto questo?
R.
I media hanno trasformato una rivolta islamica in una rivolta democratica. Stessa cosa fatta in Egitto e negli altri Paesi.

D. Gli Stati Uniti sono passati dall’interventismo di Bush a una strategia quasi opposta con Obama.
R.
Sì, fanno molto meno, perché quando hai l’islam contro non puoi fare sviluppo economico e politico, né la guerra. Combattono, non si arrendono. Non puoi vincere, puoi solo sforzarti e perdere tempo. La Libia è stato l’ultimo grave errore.

D. Rinunciare ad agire è stato un errore o era l’unica possibilità?
R.
No, tutti questi tentativi di portare la democrazia nel mondo musulmano sono falliti. L’islam non accetta la democrazia. Dicono che la Turchia è democratica, ma dimenticano che è stato il governo pre-islamico a portare la democrazia in Turchia, da quando ci sono gli islamici riducono la democrazia giorno per giorno.

D. È possibile vincere la guerra con lo Stato islamico?
R.
No, è possibile non combatterla. Ed è un’ottima idea. Lasciare che loro trovino il loro equilibrio. Oggi è assurdo attaccare i nemici dell’Iran. Teheran è la minaccia strategica in Medio Oriente ora, non lo Stato islamico. E se l’Occidente attaccherà lo Stato islamico l’Arabia Saudita si schiererà sempre più al suo fianco. Magari non con truppe, ma coi soldi. È l’unica difesa che hanno sul territorio contro lo Stato islamico.

D. Lo Stato islamico può rappresentare un nuovo blocco di potenze in grando di prendere il posto dell’Unione sovietica?
R.
Sarebbe un grande blocco di potenze al livello del VII secolo. Lo Stato islamico va bene contro gli eroi persiani, non contro un battaglione occidentale in grado di attraversare tutta la Mesopotamia da una parte all’altra. Basta vedere cos’è successo in Palestina: per ogni perdita israeliana ce n’erano sette per Hamas, solo limitandosi ai combattimenti di fanteria.

D. Non possono organizzarsi?
R.
Se conquistano l’Egitto possono al massimo produrre armi leggere. Non creare potere. Il loro focus non è il potere globale, ma quello di impedire alle donne di fare cose disgustose come andare in giro senza marito e senza velo integrale. Ambiscono a questo.

D. E noi cosa possiamo fare per difenderci dagli attacchi terroristici?
R.
Finirla con le cretinate. Quando il papa ha invitato in un gruppo interfede un rappresentante islamico ben selezionato, lui a un metro dal pontefice ha fatto una dichiarazione in arabo che è finita su YouTube, dove dice: «Allah, assicuraci la conquista e il governo di questo giardino».

D. E nessuno se n’è accorto?
R.
Neanche uno dei cretini di Sant’Egidio e Vaticano, che hanno organizzato l’incontro, sapeva l’arabo. È finito su YouTube e ha fatto ridere 1 miliardo di musulmani. Il papa, cretinamente, invita un rappresentante musulmano che pensavano mansueto e che invece ha invocato la conquista di Roma.

D. Cosa possiamo imparare da questo?
R.
L’ignoranza non fa bene, la bugia nemmeno. Bisogna riconoscere la verità: lo Stato islamico è un movimento religioso di stretta fede islamica. Quando facciamo atterrare Qatar Airways in Italia stai permettendo allo Stato islamico di atterrare in Italia. E dico specificamente Qatar, non Emirates o Etihad. Ma Qatar.

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Luttwak: «Guerra all’Is? Non va combattuta»ultima modifica: 2015-03-23T21:32:45+01:00da davi-luciano
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