La Regina “sente” aria di guerra, molto vicina

l’euroregime sicuramente farà attentati se vince il Brexit. Coincide con tutte le minacce ed anatemi che gli euristi lanciano a chiunque osi criticare la Ue
  
23 Maggio 2016
 
“Sta arrivando una tempesta che la Gran Bretagna non ne ha mai viste di eguali. La seconda guerra mondiale sembrerà una buca sulla strada in confronto a questa….” Sussurrò la regina
 
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(Maurizio Blondet) – Un sensazionale, inquietante fuori-onda ha colto di sorpresa la troupe della BBC intenta a posizionare telecamere e microfoni per riprendere il rituale discorso di Elisabetta al parlamento, il 18 maggio.
 
Come da obbligo costituzionale (“il re regna ma non governa”) l’annuale discorso di apertura del parlamento è scritto dal primo ministro – oggi Cameron – ed esprime le valutazioni del governo, non del monarca. Ma la vecchissima sovrana è apparsa subito irritata – così ha raccontato un membro della BBC presente – di dover fare un discorso neutro. “Ha detto che concrete informazioni dai massimi livello militari dicono che se noi non ‘Brexit’, si entra in uno scenario inevitabile di terza guerra mondiale”.
 
La regina parlava coi suoi maggiordomi che l’aiutavano ad indossare l’abito cerimoniale (Robe of State) e la corona (Imperial State Crown) nell’apposto guardaroba regale (Robing Chamber). Ma, siccome già aveva un microfono appuntato, tutta la sala l’ha sentita mentre sussurrava: “La seconda guerra mondiale sembrerà una gobba sulla strada al confronto. Ho il dovere di avvertire i miei sudditi”.
Che la regina sia a favore del Brexit è quasi certo: l’ha strillato il Sun nel marzo scorso (“Queen Backs Brexit!”), raccontando che la sovrana ha avuto persino un litigio sul tema con Nick Clegg il vice-primo ministro: “La Ue va’ sulla strada sbagliata”, avrebbe detto. La smentita di Buckingham Palace criticava soprattutto il titolo, strillato, come sono quelli del tabloid super-popolare.
 
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Nella Robing Chamber, Elisabetta sembra aver persino alluso ad una sua fuga, o all’abdicazione: “Si fanno i necessari preparativi per abbandonare la nave. Arriva una tempesta tanto violenta, che l’Inghilterra non ne ha mai viste diA quel punto l’audio è stato interrotto. Al personale della BBC, stupefatto di quel che aveva sentito, si è rivolto il direttore, John Kirby, il quale avrebbe detto che “il capo dello Stato dà molto fiato alla bocca negli ultimi tempi”, e che “noi tutti dobbiamo ignorare, dimenticare, cancellare dalla memoria qualunque cosa abbiamo ascoltato”.
Fonte Blondet&Friends

Austria, ancora sulle elezioni scandalo. Robe da non credere

per fortuna che l’euroregime ci protegge
25 Maggio 2016
 
Non bastavano le 60.000 schede in più alla posta, il 149% di votanti. Ancora non ce la facevano e allora hanno annullato 100.000 voti a Hofer. Per l’esattezza 100.582.
 
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(Informare) –  Il giornale austriaco Kronen Zeitung riferisce di una sequela impressionante di “errori”, tutti a vantaggio del candidato dei verdi e si pone la domanda se sia esagerato, a questo punto, parlare di “manipolazione” del voto. Intanto il Ministero dell’Interno austriaco  esprime il suo “rammarico per quanto è accaduto” e per avere diffuso “dati fittizi” che non erano stati ancora conteggiati. Insomma, siamo in presenza di un broglio ormai dichiarato, ma che la UE vorrebbe trattare alla napoletana....chi ha dato ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto ha avuto, scurdammoce o’ passato….
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Ecco la schermata del Ministero dell’Interno con il 149% di votanti

Iran e Corea del Nord esprimono sostegno alla Siria contro il terrorismo

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L’Iran ha condannato fermamente, oggi, gli attacchi terroristici che hanno scosso la città di Jableh e Tartus, uccidendo decine di persone innocenti, e ha espresso la sua profondo dolore per il governo e il popolo siriano, in particolare le famiglie dei martiri e feriti.
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha dichiarato che il terrorismo e l’estremismo rappresentano una grave minaccia per tutti i popoli della regione e per la pace e la sicurezza internazionale, che richiede alla comunità internazionale di assolvere ai suoi compiti e responsabilità sia legale che morale, in una campagna globale contro questo fenomeno disumano.
Pyongyang ribadisce la solidarietà con il popolo siriano contro il terrorismo
Il Ministero degli Esteri della Corea del Nord ha dichiarato che gli attacchi terroristici che hanno avuto luogo nelle città di Jableh e Tartus sono un prodotto delle trame sporche dei terroristi e delle forze che li supportano, ribadendo la solidarietà di Pyongyang con la giusta lotta del popolo e del governo siriano contro il terrorismo.
Un portavoce del ministero degli esteri della Corea del Nord ha ribadito il sostegno e la solidarietà con la giusta lotta del popolo e del governo della Repubblica araba siriana per contrastare le attività ostili.
Egli ha aggiunto che “questi atti terroristici sono stati il ​​risultato di trame sporche dei terroristi e delle forze che sono dietro di loro per ostacolare il processo di risoluzione della crisi in Siria”
Infine, la Corea del Nord ha ribadito la sua ferma posizione che rifiuta ogni forma di terrorismo.
 
Fonte: Sana.sy
Notizia del: 25/05/2016

Clochard per colpa della crisi, ogni giorno in Italia ci sono 615 nuovi poveri

per fortuna che le piazze sono piene dei moralmente superiori che lottano per dare diritti e dignità agli indigenti. O no?
 
Published On: dom, Mag 22nd, 2016
 
Dice: «Chiamami Biancaneve». Ha pochi denti, barba brizzolata di tre giorni (non per moda), capelli raccolti sotto un cappelletto di pelle, gilet rosso, jeans agonizzanti, aria da vecchio gatto del Colosseo. La strada non lo ha spezzato: l’ironia gli ha fatto da scudo, lampeggia talvolta urticante dietro gli occhialini; non è banale che uno nelle sue condizioni incuta rispetto. La faccenda dell’anonimato è per i figli, dieci e cinque anni, che stanno a Bologna e non devono sapere. «Ora risparmio, sai? Prendo 60 euro a settimana e ne metto via 20, ora. Ogni mese vado su a trovarli e così ho due soldi in saccoccia, dico che lavoro, li porto a prendere il gelato». E’ sardo, di un paesino di quattromila anime in provincia di Cagliari, «se ti dico come si chiama mi sgamano subito»; 51 anni da compiere, a Roma da quasi due. «Ora» è una parola che sa di risalita, lui è una specie di statistica fatta uomo. «Eh sì, quelli dell’Istat mi danno la caccia», ride. La sua caduta culmina nel 2013, anno di massima sofferenza degli italiani per effetto della crisi, 615 nuovi poveri al giorno secondo l’ufficio studi di Confcommercio. «Ora» gli pare quasi di poterne uscire: e da due anni il precipizio verso miserie assolute e relative s’è fermato, ci dicono i grandi numeri, non va proprio meglio ma nemmeno peggio. «Ora» lui l’hanno preso all’accettazione del magazzino di via del Porto Fluviale, non proprio un impiego ma quasi. Lì quelli di Sant’Egidio raccolgono abiti usati. Si sente meno povero raccogliendo abiti per i poveri. Loro gli hanno aperto la porta. «Però chiamami barbone», dice. «Ché quello sono, finché non avrò un lavoro vero, ma alla mia età non si trova. Sarò sempre un barbone».(…)
 
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USA: “Non daremo il cartellino giallo” ad Ahrar al-Sham nonostante i massacri commessi in Siria

cartellino giallo
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha dichiarato che la Casa Bianca non mancherà di sostenere Ahrar al-Sham, nonostante i “massacri” commessi in Siria.
 
“Non daremo un cartellino giallo” per fare pressione su Ahrar al-Sham, al fine di rispettare la tregua in Siria, ha chiarito il portavoce del Dipartimento di Stato, Mark Toner, in una conferenza stampa, ieri, a Washington.
Il 12 maggio scorso, il gruppo terroristico ha attaccato i residenti nel villaggio di Al-Zara, nel sud della provincia siriana di Hama. I sopravvissuti lo hanno definito un “massacro” questo brutale attacco.
Toner anche difeso la decisione di Washington di bloccare una risoluzione presentata dalla Russia alle Nazioni Unite per “delegittimare” i gruppi terroristici chiamati Ahrar al-Sham e Yaish al-Islam per aver “violato” ripetutamente il cessate il fuoco entrato in vigore il 27 febbraio scorso nel paese arabo.
 
Questa decisione ha avuto luogo pochi giorni dopo la strage di Al-Zara per mano di Ahrar al-Sham uno dei gruppi ribelli appartenenti al cosiddetto Alto Comitato dei negoziati, HNC in inglese, sostenutaoda Riyadh, che svolge anche un ruolo nel processo politico in Iraq.
“Ahrar al-Sham non è un’organizzazione terroristica straniera (…) Fa parte delle forze di opposizione riconosciuta del HNC e dalll’Arabia Saudita, in particolare, ma con il consenso degli altri membri del ISSG (acronimo di International Group il supporto per la Siria), che comprende la Russia”, ha sottolineato.
Ad una domanda sulla visita fatta lo scorso dicembre a Washington, da Labib al-Nahhas, un membro di alto livello di Ahrar al-Sham, il funzionario Usa ha rispostio che questo individuo non ha avuto incontri del Dipartimento di Stato ” che io sappia”.
Allo stesso modo, ha rifiutato di commentare se le autorità del paese non sapessaro di questa visita o che Al-Nahhas sia entrato nel paese.
Fonte: Hispantv
Notizia del: 25/05/2016

Zero Hedge: “Bush è stato orribile come presidente, ma poi è arrivato Obama”..

è PREMIO nobel per la pace, è di colore, è politically correct QUINDI per forza “migliore” per default. Ovviamente è Trump la minaccia.
 
zero hedge
“Bush è stato orribile come presidente. A quel tempo pensavo che fosse il peggiore presidente della storia americana. Ma poi è arrivato Obama e ha stabilito un sacco di record”…
 
Il blog americano ZeroHedge cerca di tracciare un bilancio dei due mandati del presidente americano, Barack Obama.
Bush è stato orribile come presidente. A quel tempo pensavo che fosse il peggiore presidente della storia americana.
Ma poi è arrivato Obama e ha stabilito un sacco di record…
Per esempio, l’amministrazione Obama:
Ha fatto perseguire legalmente più informatori [“whistleblower”: persone che trasfugano e trasmettono notizie tenute segrete dalle autorità, come Edward Snowden, NdT], più di tutti gli altri presidenti messi assieme.
 
Ha fatto condannare questi informatori a un numero di anni di galera 31 volte superiore a quello di tutti gli altri presidenti messi assieme.
 
Ha perseguito meno reati finanziari di quanto abbiano fatto Reagan, Clinton, ed entrambi i presidenti Bush. (Per quanto pessima fosse l’amministrazione Bush, almeno ha fatto processare i vertici di Enron, Worldcom, e un po’ di altri truffatori tra i colletti bianchi. Al contrario, Obama non ha fatto processare nemmeno uno degli alti dirigenti di Wall Street.)
– È il presidente meno trasparente di sempre.
– È più ostile alla stampa di qualsiasi altro presidente nella storia.
– Rivendica il potere di sospendere le libertà degli americani in un modo in cui nessun altro presidente si era permesso… e in cui nemmeno Re Giorgio d’Inghilterra si era permesso.
In effetti Obama ci ha fatto retrocedere, in termini di alcune libertà, ai tempi dell’emanazione della Magna Carta, nel 1215 in Inghilterra.
Ha reso l’America il paese in cui i cittadini sono i più spiati nella storia dell’umanità (vedete qui e qui).
– Si può ritenere che abbia centralizzato il potere in misura maggiore che qualsiasi altro presidente.
– Ha concesso la grazia ai condannati meno volte di qualsiasi altro presidente dopo Garfield, che però governò per soli 200 giorni prima di essere assassinato nel 1881.
– Potrebbe rivelarsi l’unico presidente della storia USA durante il cui mandato non si è visto nemmeno un anno di crescita economica al 3% (in termini reali, cioè al netto dell’inflazione).
Oltre a questo, durante la presidenza Obama si è visto:
– Il maggiore tasso di disuguaglianza rispetto a qualsiasi altra presidenza.
La prima volta nella storia che l’America viene vista come il maggiore pericolo mondiale dai cittadini del resto del mondo.
– Uno dei maggiori aumenti del debito pubblico (in termini netti) della storia americana.
– Forse il governo più corrotto dell’intera storia statunitense.
E, come ha notato il New York Times questa settimana, Obama come presidente è stato in guerra più a lungo di qualsiasi altro presidente nella storia.
Il peggior presidente di sempre!
 
Notizia del: 25/05/2016

Per il Ministro Calenda i Parlamenti nazionali non devono interferire sulla firma del TTIP

ovvio, i parlamenti nazionali sono espressione di democrazia, tanto in viso all’euroregime. Fin da quando si doveva promuovere la Ue dei popoli il messaggio era: le istituzioni sovranazionali sono migliori, efficienti e non corrotte, diversamente dai governi nazionali che sono anche pericolosi in quando possibili covi di nazionalisti euroscettici.
Stia sereno Calenda, NON E’ CONSENTITO LEGGERE E DIVULGARE IL CONTENUTO DI TALI ACCORDI, figuriamoci VOTARLI.
  
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Perché la Nato economica (il TTIP) e il progetto di distruzione della Costituzione sui dettami di JP Morgan imposto da Renzi sono due facce della stessa medaglia
 
di Alessandro Bianchi
Mentre il vice-direttore del Fatto Quotidiano arriva perfino a difendere le famigerate clausole ISDS del TTIP – definite più volte dal Premio Nobel per l’economia J. Stiglitz come un attacco alla democrazia tanto da consigliare il popolo inglese a votare per il Brexit – in Italia c’è il nuovo ministro per lo sviluppo economico che ha dichiarato senza vergogna alcuna che i Parlamenti nazionali non dovrebbero poter intralciare le negoziazioni della Commissione Ue con gli Usa per la firma della Nato economica.
 
Si tratta di dichiarazioni gravissime rilasciate a margine di un Consiglio Ue a Bruxelles il 13 maggio. E sono talmente gravi che, chiaramente sono rimasti all’oscuro dell’opinione pubblica, con la stampa italiana che ha deciso di non riportarle.
Tra i pochissimi che hanno dato importanza alle parole di Calenda, Giuliano Balestreri su Repubblica, che scrive:
“Per Bruxelles è sempre più difficile negoziare” ha detto il neo ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda spiegando come sia diventato complicato arrivare a un’intesa sul Ttip: “Dopo aver dato un mandato alla Commissione all’unanimità, dato che le opinioni pubbliche si sono girate contro abbiamo cominciato a toglierle poteri con il risultato che c’è un problema di credibilità nei confronti della controparte”. Insomma per il ministro sarebbe meglio che cittadini e parlamenti nazionali non si occupassero della questione come se si trattasse di un semplice affare di dazi e dogane.
Questo è il livello di democrazia per il renzismo. Non si tratta nemmeno, come sottolinea correttamente Cesare Sacchetti oggi, di paura per il nostro Parlamento, totalmente piegato agli interessi che pretendono il TTIP. Spaventano paesi, con un minimo di sovranità e dignità residua, come Francia e Germania che hanno rilasciato dichiarazioni contrarie nei giorni scorsi.
 
I Parlamenti nazionali, per Calenda e il renzismo, sono solo intralci ai negoziati delle oligarchie finanziarie. Il messaggio è chiaro: quando trattano la fine dei vostri diritti, del Welfare e chiaramente della Costituzione, non devono avere nessun disturbo. Ecco perché – e nulla più delle dichiarazioni di Calenda ce lo dimostra – la Nato economica (il TTIP) e il progetto di distruzione della Costituzione sui dettami di JP Morgan imposto da Renzi sono due facce della stessa medaglia. I Parlamenti nazionali non devono essere più di intralcio. Con il referendum di ottobre, il no sarà un no anche al TTIP.
 
Nel frattempo, aspettiamo con ansia di leggere il prossimo articolo del  vice-direttore del Fatto Quotidiano a giustificazione delle dichiarazioni di Calenda.
Notizia del: 25/05/2016