Il fronte della sinistra mondialista europea si ricompatta in difesa per gli attacchi di Trump

se le critiche a Trump vengono da soggetti come Valls che, come i suoi colleghi della sinistra europei tipo Renzi hanno massacrato ancora di più i lavoratori o meglio, aspiranti tali…allora fidiamoci.


Prime Minister Theresa May speaks with German Chancellor Angela Merkel, US President Barack Obama, French President, Francois Hollande, the Italian prime minister, Matteo Renzi, and Spain's Prime Minister Mariano Rajoy during a meeting in Berlin with the leaders of the USA, Germany, France, Italy and Spain.

Prime Minister Theresa May speaks with German Chancellor Angela Merkel, US President Barack Obama, French President, Francois Hollande, the Italian prime minister, Matteo Renzi, and Spain’s Prime Minister Mariano Rajoy during a meeting in Berlin with the leaders of the USA, Germany, France, Italy and Spain.

SNon poteva mancare una reazione piccata da parte dei maggiori esponenti della sinistra mondialista europea che si sono sentiti chiamati in causa per le accuse formulate ieri dal neo presidente eletto USA, Donald Trump.

La prima reazione è stata quella della cancelliera tedesca, Angela Merkel, chiamata direttamente in causa come responsabile della “catastrofe migratoria” in Europa con il suo “welcome refuges” e segnalata dallo stesso Trump come cancelliera del principale paese europeo, la Germania, che ha tratto beneficio dalla UE a scapito di tutti gli altri.  La UE ha fatto gli interessi della sola Germania, aveva detto Trump.
La Merkel, in preda ad un evidente nervosismo, ha risposto affermando che ” bisogna esigere unità nella UE di fronte agli attacchi di Donald Trump” e, nello stesso tempo, ha dichiarato che “l’Europa non prende ordini dagli USA”, dichiarazione che suona come abbastanza “singolare” da parte di una statista che si è sempre inchinata ad ogni direttiva proveniente dagli USA anche a scapito degli interessi nazionali (dalle sanzioni alla Russia, all’appoggio incondizionato della Germania alle disastrose politiche degli USA e della NATO in Medio Oriente).
Tuttavia, le critiche di Trump alla politica delle porte aperte decretata dalla cancelliera tedesca e i dubbi espressi dal neo presidente USA sul futuro della NATO hanno provocato una reazione a catena in tutti i leaders europei (con l’eccezione di quello italiano, Gentiloni, che conta quanto il “due di coppe alla briscola” sui tavoli internazionali).
La reazione più significativa è venuta da manuel Valls, primo ministro del fallimentare governo Hollande in Francia e candidato socialista che si contrappone alla largamente favorita Marine Le Pen, candidata nazionalista alle elezioni presidenziali.
Manuel Valls ha qualificato le dichiarazioni di Trump come una “dichiarazione di guerra” contro la UE.
Molti pensavano che Donald Trump sarebbe andato ad ammorbidire il suo atteggiamento dopo la sua elezione, ma non dimentichiamoci che lui è un populista e vuole avanzare con il suo programma . Quello che ha detto è una provocazione ed una dichiarazione di guerra all’Europa”, ha sottolineato Valls in una intervista alla TV francese BFMTV.
Da questa reazione si capisce che la sinistra francese preferisce lanciare la palla fuori dal campo, evitando di entrare nel merito delle dichiarazioni di Trump.
Evidente che Valls identifica le posizioni della sinistra mondialista come posizioni di tutta l’Europa, dimenticando che in tutti i paesi europei, ed in Francia in particolare, la maggior parte dei cittadini ha voltato le spalle ai globalisti e sostenitori dell’oligarchia tecnocratica europea come lui ed aspettano l’occasione per mandare a casa i politici responsabili del disastro attuale della UE.
Valls parla senza poter rappresentare che un settore minoritario della sua opinione pubblica, visto che tutti i sondaggi lo danno come perdente in terza o quarta posizione rispetto ai candidati principali che sono la Marine Le Pen, allineata in buona parte sulle posizioni di Trump e Francosis Fillon, il candidato della destra.
Valls finge di credere che l’attacco di Trump si debba intendere come un “attacco contro l’Europa” piuttosto che contro le classi politiche dei governi europei (contro lui ed il suo sodale Hollande).
Hollande, Valls ed i leaders globalisti, snobbati da Trump, disprezzano come “populiste” le riforme che ha promesso di attuare Trump nella politica nordamericana, quelle con cui si prevede di ridimensionare il peso degli organismi internazionali , i trattati globalisti e il totem dei mercati aperti che tanto piacciono ai leaders della sinistra mondialista europea e che sono stati la causa della perdita di milioni di posti di lavoro della classe lavoratrice europea.
Tanto meno i leaders della sinistra accettano coloro, come la Marine le Pen in Francia, Orban in Ungheria ed altri leaders nazionalisti, in crescita in Europa, che reclamano il ritorno alla sovranità nazionale, considerata come una “bestemmia”dai mondialisti.
Alle critiche di Valls si è aggiunto il presidente Hollande, il più screditato presidente nella Storia della Repubblica francese, il quale ha affermato ” che la NATO non è obsoleta (come ha detto Trump) ma anzi ha una funzione insostituibile nella sicurezza europea”.
Mentre Hollande parlava, si sentiva ancora l’eco delle raffiche di mitra esplose dai terroristi islamici a Parigi e mentre, nelle corsie di ospedali francesi e tedeschi,  giacciono tuttora  i feriti e le persone storpiate per sempre dagli ultimi attacchi terroristici fatti a Nizza ed a Berlino per mano dei terroristi islamici. Terroristi da cui la NATO non solo non ha saputo difendere i paesi europei ma si è anche dimostrata complice con questi, utilizzandoli come uno strumento per finalità geopolitiche dell’egemonia USA (vedi in Siria, in Libia ed in Iraq), causando la destabilizzazione dei paesi del Medio Oriente e la conseguente ondata di profughi in Europa.
Il problema della sicurezza in Europa, per Hollande, per la Merkel e soci, non è il terrorismo islamista ma è la Russia, il “cattivo” Putin contro cui dirigere tutta la loro campagna di odio e di diffamazione lanciando appelli contro la “minaccia russa”.
Queste critiche di rimbalzo della Merkel, di Valls e di altri, dimostrano quanto le classi politiche europee e l’oligarchia tecnocratica di Bruxelles si siano allontanate dalla realtà e dal reale sentire dei popoli che oggi patiscono la più grave e prolungata crisi che mai abbia sofferto l’Europa dal dopoguerra, per effetto delle politiche folli improntate al neoliberismo dei mercati aperti, della moneta unica (che ha avvantaggiato esclusivamente la Germania, come ben detto da Trump) e della apertura indiscriminata alle ondate migratorie senza controllo.
I dirigenti europei si appoggiano adesso uno all’altro cercando di difendersi dalle critiche e tentando di schivare la grande ondata del cambiamento che investirà l’Europa e travolgerà anche loro, lasciando il campo alla rabbia dei cittadini traditi nelle loro aspettative fondamentali.
Hollande, Valls, la Merkel, Renzi e la compagnia di giro che osannava l’euro e la globalizzazione, il mercato aperto e le grandi banche, dopo le batoste elettorali subite e quelle che si prospettano, adesso vagano smarriti come cercando nuovi appigli a cui sorreggersi. Sta franando tutto il loro mondo di menzogne precostruite e non sono preparati ad affrontare la bufera che investirà l’Europa.

Gen 17, 2017 – di  Luciano Lago