Nuovo attacco aereo americano in Siria, su richiesta di al-Qaeda

usa al qaidaIn questo giorno esatto, cent’anni fa, gli Stati Uniti entrarono nella prima guerra mondiale. La notte scorsa hanno invece attaccato un aeroporto siriano in modo palesemente ostile ed intenzionale. L’attacco ha fatto sì che ora al-Qaeda possa “richiedere” agli americani attacchi aerei contro obiettivi siriani. L’evento probabilmente porterà ad una guerra molto più grande.
Il 4 aprile, aerei siriani hanno colpito una sede di al-Qaeda a Khan Sheikhoun, nel governatorato di Idlib, che è sotto il controllo del gruppo terroristico. Dopo l’attacco aereo, sono stati rilasciati alcuni agenti chimici. I sintomi mostrati nei video delle locali stazioni di soccorso indicano un agente nervino. Il rilascio ha probabilmente ucciso tra 50 e 90 persone. Non si sa come il rilascio sia avvenuto.
È improbabile che il responsabile sia il governo siriano:
    – Nel 2013 il governo siriano ha rinunciato a tutte le proprie armi chimiche, come verificato da ispettori ONU.
    – L’obiettivo è militarmente e strategicamente insignificante.
    – Non c’era pressione sull’esercito siriano.
    – L’atmosfera politica internazionale era da poco tornata a favore della Siria.
Anche se la Siria avesse messo da parte qualche arma di riserva, questo sarebbe un momento ed un obiettivo totalmente sbagliati per usarla. Negli ultimi sei anni di guerra, l’esercito siriano ha seguito un percorso politico e militare molto logico. Ha agito in modo coerente, non irrazionale. È molto poco probabile che ora faccia una mossa così assurda.
La sostanza chimica utilizzata, sia essa Sarin o Soman, non era in una forma pulita. Vari testimoni hanno parlato di un “odore di marcio” e di un colore verdastro. Mentre il colore potrebbe far pensare ad una miscela con cloro, l’odore intenso di cloro è facilmente identificabile, copre gli altri e sarebbe stato rilevato da testimoni. Sarin e Soman nella loro forma pura, invece, sono incolori, inodori ed insapori. Il governo siriano una volta produceva agenti nervini su larga scala. Quelli prodotti amatorialmente non sono puri ed hanno odore (vedasi l’incidente nella metropolitana di: Tokyo 1995): è improbabile che il governo usi un prodotto di bassa qualità.
L’agente nervino rilasciato a Khan Sheikhoun, dovesse essere confermato, proviene o da munizioni nascoste nel luogo attaccato o dai gruppi terroristici locali – al-Qaeda ed Ahrar al-Sham – che l’hanno versato dopo l’attacco per incolpare il governo siriano. Il basso numero delle vittime civili fa puntare alla seconda opzione.
Diversi rapporti degli anni scorsi confermano che Al-Qaeda in Siria ha le capacità di produrre ed usare Sarin, così come altri agenti chimici. Era sotto pressione, stava perdendo la guerra. Non è la prima  volta che usano il gas. È perciò molto probabile che abbia fatto questo attacco frontale per mettere pressione al governo siriano.
Il numero delle vittime è stato inferiore rispetto agli attacchi aerei americani in Siria ed  Iraq. Nonostante ciò, i media internazionali si sono scagliati contro Assad, pur privi di alcuna prova. Le uniche immagini vengono dai Caschi Bianchi, noti per essere collusi con al-Qaeda e ISIS (video).
Ieri sera Trump “ha risposto” ordinando il lancio di 59 missili da crociera sull’aeroporto militare siriano di Al Syairat. I missili sono stati lanciati dal mare in una raffica progettata per sopraffare le difese aeree. Sei soldati siriani sono stati uccisi, otto feriti e nove jet distrutti. Secondo fonti militari siriane e russe solo 23 missili cruise hanno colpito l’aereoporto. Una decina tra il personale militare è stata uccisa o ferita, l’aeroporto gravemente danneggiato. I governi siriano e russo erano stati precedentemente avvertiti degli attacchi ed avevano evacuato la maggior parte degli uomini e delle apparecchiature critiche (l’avvertimento era parte di un accordo?). L’attacco aereo ha coinciso con un attacco terrestre dell’ISIS sul lato est dell’aeroporto.
Il Pentagono sostiene, senza alcuna prova, che il Sarin era immagazzinato nell’aeroporto e che l’attacco chimico sia stato lanciato da lì. Entrambe le cose sembrano altamente improbabili. L’aeroporto era accessibile agli ispettori dell’ ONU. Non ha difese aeree buone come altri aeroporti siriani, per esempio quello nel governatorato di Laodicea. I suoi accessi a terra non sono totalmente inaccessibili. Un sistema di difesa aerea di medio raggio era stata recentemente usata vicino al Syairat, contro aerei israeliani che attaccavano le forze siriane impegnate contro l’ISIS a Palmira.
Al Syairat si trova nel governatorato di Homs, 150 km a sud di Khan Sheikhoun, che invece è nel governatorato di Idlib. È stato in gran parte usato contro lo stato islamico, che combatte le truppe del governo siriano ad Homs est.
Al-Qaeda e il suo braccio destro Ahra al-Sham hanno accolto con favore gli attacchi degli Stati Uniti. La dittatura teocratica dell’Arabia Saudita ha offerto il proprio pieno sostegno, così come i suoi creatori britannici.
L’attacco aereo americano è un messaggio ad al-Qaeda. Ogni qualvolta si trovi sotto pressione militare, può ora attuare o fingere un “attacco chimico” e gli Stati Uniti interverranno per distruggere il nemico, ossia il governo siriano. Atti come quelli della scorsa notte sono un diretto aiuto militare fatto da Washington su richiesta di al-Qaeda.
Uno schema simile era stato in passato usato sulle alture del Golan. Al-Qaeda, in lotta contro il governo siriano, lanciava un colpo di mortaio che sarebbe atterrato nel territorio israeliano. Israele avrebbe poi attaccato sedi strategiche siriane perché “il governo è responsabile di ciò che accade nella zona”. Al-Qaeda avrebbe poi sfruttato il vantaggio del campo di battaglia creato dall’attacco israeliano. Lo schema ed il “modo di pensare” dell’esercito israeliano sono stato dichiarati più volte nei media israeliani:
    – Un certo numero di proiettili di mortaio sono finiti in territorio israeliano a seguito dei combattimenti degli ultimi anni, sollevando timori tra i residenti vicino al confine.
   –  Le Forze di difesa israeliane spesso rispondono al fuoco colpendo postazioni dell’esercito siriano.
    – Israele ritiene Damasco responsabile di tutto il fuoco versato dalla Siria in Israele, indipendentemente dalla vera fonte del fuoco.
 
L’amministrazione statunitense ha ora stabilito un meccanismo simile, su scala più ampia, di sostegno militare per al-Qaeda ed ISIS in Siria.
Le elezioni americane sono state infondatamente accusate di “interferenze russe”. Gli attacchi aerei contro la Siria potrebbero essere il riscatto chiesto per liberarsi da queste accuse. Gli avversari di Trump ora ne tessono le lodi. La denuncia di eventuali sue connessioni con Putin potrebbero ora decadere.
Ieri i principali leader democratici del Congresso hanno supportato gli attacchi alla Siria. Ciononostante, probabilmente attaccheranno il presidente per essi. Questi attacchi sono un grosso azzardo: come disse Trump quando Obama ordinò attacchi, questi sono una mossa disperata. La maggior parte del Dipartimento di Stato e del Consiglio per la Sicurezza Nazionale non sono stati consultati al riguardo. Le possibilità che questi saranno politicamente e strategicamente controproducenti sono elevate.
Trump è il terzo presidente in fila che in campagna elettorale promette meno guerre e poi, dopo le elezioni, ne fa di più. Il velo “democratico” dell’oligarchia americana si strappa così ulteriormente.
Una possibile cooperazione Stati Uniti-Russia in Siria ora non avverrà. Gli aerei U.S.A. nei cieli siriani saranno d’ora in poi sotto costante pericolo. Ci sarà anche un po’ di vendetta contro gli americani per gli attacchi di ieri sera. Probabilmente non in Siria, ma in Iraq, in Afghanistan o in mare. Un “messaggio” sarà inviato: la reazione degli Stati Uniti a quel “messaggio” potrebbe portare ad una guerra molto più grande.
Fonte: www.moonofalabama.org – 7.04.2017
Link: http://www.moonofalabama.org/2017/04/syria-us-creates-new-air-support-request-scheme-for-al-qaeda.html
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG

La Siria risponderà all’aggressione USA in coordinamento con la Russia

In this photo released on Sunday, June 26, 2016, by the Syrian official news agency SANA, Syrian President Bashar Assad, second right, speaks with Syrian troops during his visit to the front line in the Damascus suburb of Marj al-Sultan, Syria. (SANA via AP)

Apr 07, 2017

Assad con i suoi ufficiali
Gli Stati Uniti avevano preso la decisione di attaccare la Siria già prima della strage con armi chimiche di Idlib.
A sostenerlo è il ministero degli Esteri russo che ritiene l’attacco di questa notte effettuato intenzionalmente con un pretesto.
 
“E ‘chiaro a qualsiasi esperto che la decisione di colpire è stata decisa da Washington prima degli eventi di Idlib, che sono stati utilizzati semplicemente come scusa per una dimostrazione di forza”, ha detto il ministero in un comunicato. (Sputnik News)
Le dichiarazioni di Lavrov confermano quella che era già l’impressione di molti osservatori: tutto era già deciso in anticipo e si è prefabbricata la sceneggiata dell’attacco chimico per mettere sotto accusa il Governo di Bashar al-Assad e giustificare l’intervento.
Lavrov ha dichiarato anche che “l’azione USA costituisce un atto di aggressione contro la Siria in violazione di ogni normna internazionale”.
Nota: assistiamo ad una replica di quanto accaduto nel 2011 in Libia quando gli USA accusarono il Governo libico di “bombardare la sua popolazione” e crearono la campagna mediatica di propaganda (con falsificazione dei fatti) per giustificare l’aggressione alla Libia. Unica differenza: in Siria sono presenti forze russe ed iraniane.
Nel frattempo il portavoce del Governo siriano ha dichiarato che” la Siria prenderà la decisione di una risposta militare all’attacco USA in coordinamento con la Russia”.
Si vedranno presto le conseguenze dell’azione di forza decisa dagli USA.
Fonte: Sputnik News – RT Actualidad
Traduzione e nota: L.Lago

La Russia sospende ogni collaborazione con gli USA in Siria

Zona-di-PalmiraApr 07, 2017
Soldato siriano guarda bandiera ISIS strappata ai terroristi
Il Comando russo comunica che, a seguito dell’attacco unilaterale effettuato dagli USA, viene interrotta qualsiasi cooperazione aerea tra le forze russe in Siria e l’aviazione USA. Questa cooperazione veniva svolta per prevenire  possibili incidenti nello spazio aereo siriano tra gli aerei russi, siriani e gli aerei da guerra della coalizione USA.
Ministero Esteri russo: L’attacco USA in Siria è un modo di distogliere l’attenzione dalla situazione a Mosul (Iraq) -dove gli USA stanno compiendo ripetute stragi di civili.
Stato Maggiore della Siria: nell’attaccare la base delle Forze siriane gli USA si sono trasformati in un alleato di fatto dei terroristi, tanto dell’ISIS che dei gruppi come Al Nusra e gli altri.
Grazie all’attacco USA sulla base di Al-Shairat, in Siria, l’ISIS ha iniziato una nuova offensiva sulla strada che collega Homs a Palmira. Proprio dalla base di Al-Shairat provenivano le incursuoni aeree delle forze siriane in appoggio dell’Esercito siriano che avevano consentito la liberazione di Palmira.
Attualmente i gruppi terroristi non vedono più ostacoli nel riconquistare Palmira per attaccare i civili e completare la distruzione del patrimonio storico dell’antica città romana.
Fonti: Al Mayadeen – Hispan Tv – Traduzione e sintesi: L.Lago

Salvini: “I missili Usa sulla Siria sono una pessima idea e un regalo all’Isis”

1491330593558.jpg--_assad_fa_strage_di_bambini_col_gas___la_fonte__un_organismo_bufala__la_denuncia_di_salvini“Qualcuno a Washington vuol ripetere i disastri dell’Iraq, della Libia e delle primavere arabe con tutte le devastanti conseguenze per Italia ed Europa?”
Aprile 2017 alle 11:07
 
“I missili Usa sulla Siria sono una pessima idea e un regalo all’Isis”: così Matteo Salvini ha commentato il lancio di 59 missili cruise statunitensi su una base aerea siriana. “Forse per i problemi interni, forse mal consigliato dai guerrafondai che stanno ancora cercando le armi chimiche di Saddam Hussein, Trump in Siria – ha sottolineato il leader leghista – fa la scelta più sbagliata e riapre una guerra contro il terrorismo islamico che era già stata vinta. Forse qualcuno a Washington vuol ripetere i disastri dell’Iraq, della Libia e delle primavere arabe con tutte le devastanti conseguenze per Italia ed Europa?” è la considerazione del segretario della Lega.
Marine Le Pen si dice sorpresa dalla decisione americana, ritenendo che fosse prima necessaria un’inchiesta internazionale su quanto realmente accaduto. “Quello che è successo in Siria è terribile, lo condanno fermamente” ha twittato la candidata all’Eliseo. La leader del Front National, intervenuta in mattinata a una trasmissione televisiva su France2, si interroga però sulla reazione: “È troppo chiedere di aspettare i risultati di un’inchiesta internazionale indipendente prima di procedere a questo tipo di attacchi?”. La Le Pen ha inoltre ricordato che era stato il presidente Trump ad aver annunciato di “non voler più fare degli Stati Uniti il gendarme del mondo”.
Il presidente della Duma, Viacheslav Volodin, ritiene che l’attacco Usa alla base area siriana sia una vittoria per i terroristi islamici: “L’Isis oggi applaude gli Stati Uniti”, ha detto alla stampa. A suo dire, gli Usa di fatto hanno garantito all’Isis una tregua e la possibilità di rafforzare le loro fila. Volodin ha poi denunciato che tutti gli sforzi compiuti dalla Russia e da chi l’ha sostenuta per distruggere il terrorismo, “anche gli Usa erano in questo dialogo”, vengono così vanificati. Dobbiamo fare di tutto per fermare gli Stati Uniti; il ruolo di poliziotto del mondo che agisce in violazione della legge è carico di conseguenze negative” ha concluso.
Il Cremlino parla di un “attacco significativo” alle relazioni tra Usa e Russia: “È una grave battuta d’arresto per la creazione della coalizione antiterrorismo e un atto di aggressione contro uno Stato sovrano che viola il diritto internazionale”. Il ministero degli Esteri russo sostiene che la decisione di attaccare la Siria fosse stata presa già prima di quanto avvenuto a Idlib, ritenuto dai russi solo un pretesto: “È chiaro a qualsiasi esperto che la decisione di colpire è stata presa da Washington prima degli eventi di Idlib, che sono stati utilizzati semplicemente come scusa per una dimostrazione di forza”, ha affermato il ministero in un comunicato.

Siria, la bufala dell’attacco chimico: è stato colpito un deposito dell’Isis

isis-765814Conferme anche da Mosca Siria, la bufala dell’attacco chimico: è stato colpito un deposito dell’Isis
L’esercito siriano ha in realtà centrato un magazzino e una fabbrica di armi, all’interno dei quali gli integralisti avevano messo le sostanze chimiche
5 Aprile 2017 alle 20:17
Il ministero della Difesa russo ha confermato quanto era già stato anticipato dalle forze armate siriane, smentendo la bufala del presunto raid con armi chimiche nella provincia siriana di Idlib: in un comunicato, Mosca ha spiegato che l’aviazione del regime di Bashar al-Assad ha in realtà colpito “un magazzino terroristico” contenente “sostanze chimiche” nei pressi di Khan Sheikhun, negando quindi categoricamente che sia stato sferrato alcun attacco con armi chimiche. “Secondo i dati obiettivi del controllo russo dello spazio aereo, l’aviazione siriana ha bombardato vicino Khan Sheikhun un enorme magazzino terroristico che conteneva sostanze chimiche”, si legge nella nota. La menzogna, ripresa da quasi tutti i media mondiali, era stata come al solito diffusa dal fantomatico “Osservatorio Siriano per i Diritti Umani”, generatore di menzogne con sede in Gran Bretagna.
Mosca conferma quindi che da parte di Damasco non c’è stato nessun raid con armi chimiche, ma spiega che gli agenti tossici erano contenuti nel deposito di una fabbrica di armi controllata dalle milizie dello Stato Islamico, contro il quale è stato sferrato un attacco da parte dell’esercito siriano. Il portavoce del ministero russo, il generale maggiore Igor Konashenkov, ha detto mercoledì mattina che le attività militari russe hanno registrato un attacco delle forze aeree siriane sul deposito e sulla fabbrica nella periferia orientale della città di Khan Sheikhoun. Il comando dell’esercito siriano aveva già negato “categoricamente di aver utilizzato armi chimiche o sostanze tossiche a Khan Sheikhun” sottolineando di non averne mai fatto uso né di volerlo fare in futuro”.
Gli agenti tossici che hanno fatto strage a Khan Sheikhoun provenivano quindi da un arsenale dei ribelli, come ha spiegato in modo dettagliato il portavoce del ministero della Difesa russo, il generale maggiore Igor Konashenkov. Gli attacchi dei jet di Damasco avrebbero messo nel mirino depositi di armi e una fabbrica di munizioni nella periferia est della città, senza poter immaginare che i ribelli dello Stato islamico vi avessero prodotto e immagazzinato anche delle armi chimiche. Konashenkov ha sottolineato che il tipo di armi chimiche prodotte nella fabbrica colpita dai raid aerei erano già state utilizzate in Iraq ed erano state usate precedentemente dai ribelli di Al Nusra ad Aleppo, come dimostrerebbe il fatto che le vittime avevano sintomi analoghi a quelli osservati nelle immagini arrivate da Khan Sheikhoun.

“nessun attacco chimico a Khan Sheikhun” Strage di bambini in Siria, arriva la smentita

tuta gasL’Osservatorio-bufala siriano riesce nel suo intento di screditare Assad. La Mogherini chiede la deposizione del presidente e non sa che l’accusa è tutta un’invenzione
5 Aprile 2017 alle 11:14
Che l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani fosse un organismo-bufala che semina menzogne propagandistiche per danneggiare Assad era già stato denunciato martedì da Matteo Salvini, che aveva ripreso quanto già scoperto a suo tempo da alcuni importanti quotidiani internazionali (ma evidentemente non da quelli nostrani). Ma adesso arriva anche la smentita dei diretti interessati, l’esercito siriano.
Il comando generale delle forze armate siriane “smentisce categoricamente” di avere compiuto un attacco chimico a Khan Sheikhun. Lo si legge in un comunicato diffuso nella serata di martedì dall’agenzia governativa Sana. Le forze armate “non hanno e non useranno mai questi materiali in nessun luogo o momento”, si legge ancora nella nota, in cui si afferma che lo stesso comando generale “ritiene responsabili per l’uso di sostanze chimiche e tossiche i gruppi terroristi e quelli che sono dietro a loro”.
In altre parole, è l’Isis che, nel conflitto sta usando armi proibite, addossandone poi la colpa ai propri avversari. Ed il mondo occidentale abbocca come un pesce alla propaganda del Califfato. Dalla Mogherini a Gentiloni, tutti sono saltati sulla sedia chiedendo giustizia per le atrocità successe in Siria, la prima chiedendo che “la Siria risponda per i suoi crimini di guerra” (e chiedendo la deposizione di Assad, che è proprio quanto l’Osservatorio Siriano cerca di ottenere), il secondo parlando di “orrore senza fine”. Peccato che entrambi se la siano presa con la persona sbagliata.

La Turchia taglia l’acqua alla Siria dopo l’incontro tra McCain ed Erdogan

Fonti-dacqua-Siria
nessun pennivendolo e dirittoumanista, attorucolo o cantantucolo si è INDIGNATO o ha alzato la voce. Ah si è colpa di Assad ovviamente. Gli unici paesi che ammazzano i propri popolo sono quelli che obbediscono alla TROIKA

Fonti d’acqua in Siria
Solo alcuni giorni dopo l’“insolito” viaggio di John McCain in Siria e Turchia, il governo turco ha tagliato le forniture di acqua dal fiume Eufrate nel nord della Siria, violando le convenzioni internazionali sul diritto all’accesso all’acqua.
Anche se è tornato un certo grado di stabilità in parte della Siria settentrionale in seguito alla recente liberazione da Al-Qaida di Aleppo e altre zone ad opera dell’esercito siriano, le forze esterne sembrano determinate a mantenere la regione instabile, a prescindere dalle conseguenze.
 
Nell’ultimo esempio di aggressione straniera in Siria, la Turchia, che a lungo ha svolto un ruolo da antagonista nel conflitto siriano che dura da quasi sei anni, ha interrotto il corso del Fiume Eufrate in Siria, privando il paese di una delle suoi fonti primarie di acqua.
Secondo la curda Hawar News Agency [in Inglese], la Turchia ha interrotto l’approvvigionamento idrico in Siria intorno al 23 febbraio, cosa che ha successivamente costretto alla chiusura un impianto idroelettrico della Diga di Tichrienne, ma anche a ridurre in modo significativo il livello dell’acqua della riserva ad essa associata. La diga fornisce sia l’acqua che l’elettricità a parti chiave della Siria settentrionale, come ad esempio la città di Manbij e altre parti del Cantone di Kobanê a maggioranza curda.
Diga sull’Eufrate e postazione combattenti curdi
 
La diga è una delle numerosi grandi dighe lungo il fiume Eufrate. Proprio a valle di Tichrienne si trovano la Diga di Tabqa e il suo bacino, il Lago Assad, che forniscono ad Aleppo la maggior parte dell’elettricità e dell’acqua potabile, così come l’acqua per irrigare oltre 640.000 ettari [link ad un file word in Inglese] di terreno agricolo. Un funzionario della città di Manbij ha detto all’Hawar News Agency che la città fornirà ai civili generatori a benzina per affrontare il black-out causato dall’interruzione del fiume. Lo stesso funzionario ha aggiunto che la Turchia “interrompendo il corso dell’Eufrate ha violato le convenzioni internazionali sull’energia idroelettrica, tagliando l’acqua dell’Eufrate”.
 
Questa non è la prima volta che la Turchia ha privato i Siriani dell’acqua per promuovere i propri obiettivi politici nella regione. La Turchia ha precedentemente interrotto il corso del fiume [in Inglese] nel maggio del 2014, facendo diminuire il livello dell’acqua del Lago Assad di oltre 20 piedi e creando il potenziale per un genocidio per mezzo della disidratazione. Bloccando il fiume, la Turchia minaccia anche i civili iracheni. I principali centri urbani come Mossul, le cui forniture d’acqua dipendono in gran parte dagli invasi [in Inglese] alimentati dall’Eufrate, potrebbero subire gravi conseguenze se il fiume continuerà ad essere bloccato.
L’atto di interrompere il corso del fiume non è senza precedenti, ma la sua tempistica è peculiare. Solo pochi giorni prima dell’atto della Turchia, il senatore americano John McCain ha visitato “in segreto” [in Inglese] il Cantone di Kobanê, la stessa regione che ora si trova senz’acqua, prima di dirigersi verso la Turchia, dove ha incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Secondo l’ufficio del senatore [in Inglese], “La visita del senatore McCain è stata una preziosa opportunità per valutare sul terreno l’andamento della situazione in Siria e Iraq”, e aggiunge che McCain si auspica di lavorare con l’amministrazione Trump e i capi militari “per ottimizzare il nostro approccio” nella lotta allo Stato Islamico.
 
Anche se gli Stati Uniti hanno sostenuto i Curdi nella loro lotta perché mantenessero i loro territori lungo il confine Turco-Siriano liberi dall’influenza terrorista, lo hanno fatto al costo di complicare notevolmente le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Turchia.
 
Ad esempio, nei primi mesi del 2016 Erdogan ha chiesto in modo teatrale [in Inglese] agli Stati Uniti di scegliere tra un’alleanza con la Turchia o con i Curdi siriani. Lo scontro diplomatico da allora ha raggiunto nuove vette di tensione, con la Turchia che meno di due settimane fa ha minacciato di invadere la città di Manbij tenuta dai Curdi [in Inglese]. Manbij è la città che soffre di più dal blocco dell’Eufrate operato dalla Turchia, il che suggerisce che la mossa potrebbe essere destinata a destabilizzare i Curdi prima che avvenga qualcosa di più drastico.
Vale anche la pena ricordare che, nonostante le affermazioni di Erdogan e di McCain di essere desiderosi di “sconfiggere” lo Stato Islamico e le altre fazioni terroristiche, entrambi hanno stretto legami con quegli stessi gruppi. Questo, naturalmente, suggerisce che la visita di McCain, così come le recenti mosse da parte della Turchia, abbiano secondi fini, che devono ancora essere espressi pubblicamente.
 
Ad esempio, McCain è stato così solerte nello sforzo di rimuovere Assad dal potere che ha favorito i rapporti con i ribelli “moderati” siriani e le forze d’opposizione più note, come lo Stato Islamico. A confermare ciò ci sono prove fotografiche, con una famigerata foto [in Inglese] che mostra McCain in posa con Khalid al-Hamad – un ribelle “moderato”. McCain ha ammesso l’incontro con ISIS anche sulla televisione nazionale, arrivando a riconoscere che egli è ancora in contatto col famigerato gruppo terroristico.
 
Erdogan, da parte sua, si è rivelato essere un giocatore importante nel contrabbando di petrolio dello Stato Islamico [in Inglese] dalla Siria per la vendita sul mercato globale. Sono state queste vendite di petrolio che hanno consentito allo Stato Islamico di crescere fino a quello che è oggi e di diventare uno dei gruppi terroristici meglio finanziati al mondo [in Inglese].
Sen. John McCain visited rebels in Syria on Monday, his communications director confirmed to CNN, making the Arizona Republican the highest ranking elected official from the United States to visit the war-torn country since its civil war began over two years ago.

Sen. John McCain visited rebels in Syria on Monday, his communications director confirmed to CNN, making the Arizona Republican the highest ranking elected official from the United States to visit the war-torn country since its civil war began over two years ago.

Senatore McCain con i terroriti protetti dagli USA

 
Con tali collegamenti ormai ben documentati, sembra improbabile che McCain ed Erdogan abbiano discusso di come sconfiggere lo Stato islamico. Sulla base delle prove, sembra molto più probabile che entrambi rimangono ansiosi di destabilizzare la regione per il loro comune obiettivo di deporre Assad. Con la Turchia già al lavoro per destabilizzare la Siria settentrionale col taglio delle risorse chiave, vedremo presto quali altre misure potrebbero essere state discusse nel corso di questo incontro “segreto”.
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Articolo di Whitney Webb pubblicato su Mint Press News il 3 marzo 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci Per SakerItalia.

Assordante! Il silenzio dei media europei sulla cattura degli ufficiali NATO in Siria

Mentre tutta l’attenzione dei media si è focalizzata sugli ultimi eventi luttuosi di Berlino, in Siria continuano le operazioni di evacuazione dei civili sotto la attenta sorveglianza delle forze siriane e russe.
I terroristi, ancora rimasti trincerati nella zona di Idlib, nei paesi di Al-Foua e Kefraya, hanno creato difficoltà e ritardato il passaggio degli autobus che traspotavano i civili, fra cui malati, feriti e le loro famiglie, lungo la strada che collega Idlib ad Aleppo, la città liberata dalle forze siriane.autobus-civili-siria
 
Ministero della Difesa: la Russia ad Aleppo ha fatto l’impossibile Risulta che otto autobus sono stati fermati mentre percorrevano la strada Al-Foua-Aleppo, a 50 chilometri dalla loro destinazione. I civili provengono tutti dalle zone a maggioranza sciita. Alcuni degli autobus sono arrivati ad Aleppo dopo 12 ore mentre di 5 di questi si sono perse le tracce.
In un altro avvenimento, le bande dei miliziani takfiri (i “ribelli moderati” secondo i media occidentali) hanno dato fuoco a molti autobus per impedire l’evacuazione dei civili dalla zona di Idlib. Dagli autobus i terroristi hanno prelevato gli autisi, fra i quali due feriti, e li hanno portati in destinazione ignota, come riferito dalla Mezza Luna siriana. Il governo siriano ha inviato altri autobus per sostituire quelli distrutti. Nostante questo, da Aleppo continua con successo l’evacuazione dei civili ed altri 15.500 sono stati evacuati da aleppo Est.
Gli episodi dell’incendio agli autobus e i colpi d’arma da fuoco sparati contro alcuni convogli, dimostrano comunque che il patto raggiunto di tregua con il Governo di Damasco, viene continuamente violato dagli stessi gruppi di miliziani che l’Occidente tende a proteggere.
Tutto il mainstream impegnato a falsificare Aleppo
Rimane un silenzio assordante da parte dei media occidentali e da quelli europei in particolare sulla cattura effettuata ad Aleppo Est di ufficiali della NATO e dei servizi di intelligence occidentali. Le autorità siriane, grazie a dati accurati, erano arrivate nel comando supremo degli ufficiali occidentali e arabi nascosto nel seminterrato di un quartiere di Aleppo est, catturandoli tutti vivi. Alcuni nomi sono già filtrati. Si tratta di militari USA, francesi, inglesi, tedeschi, israeliani, turchi, sauditi, marocchini, qatarioti ecc., che la Siria detiene attualmente con grande cura per concludere i negoziati con i Paesi che l’hanno devastata.
 
Si è saputo che sono numerosi gli agenti stranieri armati catturati dalle forze siriane e che la Turchia ha chiesto alla Russia di far uscire vivi. Gli ufficiali dei servizi segreti, tra cui statunitensi, erano rimasti intrappolati con i terroristi ad Aleppo, nella sala operativa segreta presente nello scantinato di un edificio nel Suq al-Luz, in via al-Sharad, ad Aleppo est. Vedi: At Least 14 US Coalition Military Officers captured by Syrian Forces in East Aleppo Bunker Fra questi ufficiali catturati vi sono il capitano David Scott Weiner (USA special forces), il tenente David Shlomo Aram delle forze di Israele ed altri elementi di nazionalità saudita, turca, giordana e britannica i cui nomi sono stati pubblicati dall’autorità militare siriana.
La notizia della cattura è stata data dai media russi, iraniani, libanesi, argentini e di altri paesi ma è stata tenuta accuratamente occultata dai grandi media europei. Si nota ancora una volta l’effetto censura relativamente alle notizie “sgradite” al comando USA/NATO delle operazioni che avvengono in Siria.
 
Tutte le guerre illegali della Nato raccontate in un libro
Sarebbe interessante chiarire quale sia l’effettivo ruolo svolto dalla NATO nel conflitto in Siria, ruolo di cui i giornale e le TV occidentali non parlano ignorando completamente l’attiva partecipazione delle forze NATO che assistono sia come logistica che come intelligence i gruppi dei miliziani jihadisti in Siria.
Questo ruolo, inizialmente occultato, è divenuto evidente nel corso del tempo e con gli ultimi sviluppi riscontrati sul campo di battaglia. Si sa per certo che dalla base NATO in Turchia vengono trasmessi importanti dati di intelligence ai gruppi di comando dei terroristi e fra questi le coordinate degli obiettivi da colpire con l’artiglieria ed i missili di cui i miliziani dispongono.
Le comunicazioni sono state intercettate dall’intelligence russa che ha individuato le postazioni di comando dei terroristi fra cui erano mescolati alcuni ufficiali della NATO con compiti di comando e coordinamento. Risulta che i miliziani hanno persino utilizzato dei droni di fabbricazione USA che sono stati da loro inviati al di sopra delle linee dell’Esercito siriano e ritrovati in alcuni dei loro covi.
Siria, perché l’Occidente si schiera con i terroristi?
 
Importante il ruolo svolto dalla NATO per favorire le forniture di armi, munizionamento ed equipaggiamenti vari ai gruppi terorristi. Anche Israele ha fatto la sua parte, come dimostra i ritrovamento di molto materiale di fabbricazione israeliana nei covi dei terroristi. Molti di questi hanno ottenuto l’assistenza sanitaria delle autorità israeliane che hanno provveduto a prelevare i feriti ed a ricoverarli presso gli ospedali in Israele, nella regione contigua al Golan.
D’altra parte la struttura della NATO è sempre stata determinante nelle guerre scatenate dagli USA con pretesti vari, questo è avvenuto nella guerra dei Balcani, quella per deporre Milosevic e smembrare la ex Yugoslavia, lo stesso si è verificato nella Guerra in Iraq e di seguito con l’aggressione contro la Libia. Il conflitto in Siria, per sua natura un conflitto complesso dove operano una serie di forze che soltanto la capacità dei comandi NATO poteva coordinare sul terreno, essendo gli ufficiali dell’Alleanza Atlantica addestrati per coordinare un cumulo di forze complesse in un teatro difficile come quello siriano.
 
Stoltenberg spiega la reticenza della NATO nel conflitto siriano Questo spiega perchè siano stati individuati e catturati gli ufficiali della NATO (assieme a sauditi ed israeliani) in un bunker installato fra i quartieri est di Aleppo. Fonti militari russe danno per sicuro che si trattasse di un centro di comando che pilotava le operazioni, in collegamento con la base NATO di Smirne in Turchia. Risulta che nelle postazioni dei terroristi erano presenti armi ed equipaggiamenti elettronici molto sofisticati in grado di intercettare le comunicazioni ed individuare gli obiettivi da colpire e soltanto la tecnologia occidentale poteva fornire questo supporto ai terroristi. Tutte le evidenze dimostrano la stretta collaborazione delle potenze occidentali con i gruppi terroristi radicali come Al Nusra e gli altri che vengono utilizzati come una leva per destabilizzare i regimi da rovesciare per gli interessi geostrategici di Washington.
La mascheratura propagandistica dei “ribelli moderati” è miseramente caduta con l’assedio di Aleppo dove si è visto che tutti i vari gruppi di miliziani si trovavano sotto il comando della formazione di punta, quella del Fronte Al Nusra, anche se questa ultimamente ha cambiato la sua denominazione in Jabhat Fatah Al-Sham.
 Mogherini invita Paesi arabi a risolvere questioni e conflitti in Medio Oriente La Guerra in Siria è stata di fatto una continuazione delle guerre in Iraq ed in Libia, dove la strategia militare è cambiata  drasticamente nei 14 anni trascorsi dalla invasione del 2003, come lo stesso Pentagono ha reso manifesto. Oltre alle unità di intelligence, oggi le potenze occidentali (USA, Gran Bretagna e Francia) stanno mettendo sul terreno commandos di forze speciali che combattono senza distintivi e la cui presenza in Siria (come in Libia) è stata sistematicamente negata fino a poco tempo addietro.
Le spie e le forze irregolari che combattono senza distintivi nazionali, in forma occulta, non sono tutelate dalla Convenzione di Ginevra, secondo il diritto internazionale, motivo per cui non dovrebbero neppure essere considerati come prigionieri di guerra, ovvero potrebbero essere fucilati sul posto secondo le norme del Diritto Internazionale (le stesse applicate dalle forze USA nel corso dell’ultima guerra agli agenti infiltrati italiani della RSI, fucilati in quanto infiltrati dietro le linee nemiche). Senza contare le oltre 300.000 vittime assassinate dalle truppe mercenarie sostenute da USA ed Arabia Saudita in quanto sostenitori del Governo di Al Assad o civili inermi. Il Governo di Assad si sta comportando in maniera anche eccessivamente generosa con questi elementi per un eccesso di umanitarismo e per le insopportabili pressioni che stanno esercitando i paesi occidentali per salvaguardare la vita dei propri agenti e spie. A giudizio di chi ha subito la morte dei propri figli e parenti e le distruzioni provocate dalle loro azioni in Siria, costoro meriterebbero la fucilazione immediata. Fonte: Controinformazione.info L’opinione dell’autore può non coincidere con la posizione della redazione.

L’Occidente, rabbioso per la sconfitta subita ad Aleppo, si dedica ad una campagna mediatica contro la Siria e contro la Russia

Il premio nobel per la pace Mr Obama pochi giorni fa ha dichiarato “guerra” alla Russia, Iran ed Assad accusandoli come al solito senza prove (l’onere della prova non spetta ai padroni del mondo) di aver compiuto un massacrio. I tagliagole di Obama con i suoi mercenari non c’entrano niente ovviamente.

VIDEO. L’ambasciatore siriano all’ONU rivela i nomi degli agenti segreti stranieri ad Aleppo Est

L’Occidente, rabbioso per la sconfitta subita ad Aleppo, si dedica ad una campagna mediatica contro la Siria e contro la Russia
 
Coloro che si sono strenuamente opposti alla liberazione della città di Aleppo, realizzata grazie all’azione decisa dell’Esercito siriano, hanno orchestrato una enorme campagna mediatica volta a diffamare e criminalizzare l’Esercito siriano, il Governo di Bashar al-Assad e la Russia di Vladimir Putin, quella che ha fornito appoggio determinante alla riuscita delle operazioni militari per la liberazione della città dai gruppi terroristi sostenuti dall’Occidente e dall’Arabia Saudita.
Per convincere l’opinione pubblica a criminalizzare Assad e Putin, i governi dei paesi NATO, in collaborazione con i monarchi dell’Arabia Saudita e del Qatar (e le loro TV come Al Arabiya e Al Jatzeera), assieme ai grandi padroni dei media occidentali, hanno diffuso filmati e narrazioni propagandistiche degli avvenimenti, arrivando persino a utilizzare le vecchie immagini datate di donne e bambini uccisi in altri conflitti, per descrivere i loro episodi inventati di presunti crimini realizzati dalle forze siriane, russe e dei loro alleati in Aleppo.
 
 
Nel contesto di questa campagna mediatica di falsificazione, orchestrata dall’Occidente, alcuni media e gruppi pubblici sui social media hanno pubblicato foto che si riferiscono ai bombardamenti israeliani effettuati sulla striscia di Gaza o altre immagini riferite al 2014 o 2015 e le hanno spacciate come foto dei civili di Aleppo bombardati dalle forze russe e siriane.
 
Si sono distinte in questa campagna alcuni grandi media occidentali (mega media), in particolare la CNN, la BBC, Sky News, NBC ed in Italia la RAI, la 7, oltre che ai soliti Repubblica, il Corriere della Sera, La Stampa, Il Fatto Quotidiano, ecc..
 
In particolare questi media si sono basati sulle fonti come l’Organizzazione dei Caschi Bianchi, una organizzazione finanziata da Washington e da Londra ed accusata di avere collegamenti con il gruppo di Al Nusra.
I caschi bianchi si sono dimostrati specialisti non solo nel manipolare le notizie da Aleppo ma anche di aver creato dei veri e propri “fake” con filmati dove vengono utilizzati bambini coperti di sangue da esibire per le telecametre occidentali come vittime dei bombardamenti russi e siriani, in alcuni casi hanno persino utilizzato dei manichini trasportati su appositi furgono per simulare vittime di bombardamenti.
 
Altri media complici della disinformazione e falsificazione degli avvenimenti sono stati il canale arabo Al Arabiya (finanziato dalla Monarchia Saudita) che ha fatto la sua parte nel raccontare gli avvenimenti in modo distorto e falsificato.
 
In contrasto con queste “narrazioni” della propaganda occidentale filo atlantista e filo saudita, alcuni coraggiosi reporter indipendenti che sono rimasti sul posto in Siria, a rischio della propria pelle, sul terreno delle operazioni, quasi sempre giornalisti libanesi, iraniani, russi e latino americani, hanno aperto una luce di verità su quanto accadeva ad Aleppo ed in Siria, mentre i reporter occidentali trasmettevano i loro servizi da Londra, Jeddah o Ankara, basandosi su fonti di parte pro ribelli, come l’”Oservatorio per i Dirittti Umani in Siria”, con base a Londra.. E’ il caso ad esempio di Pedro García, corrispondente di Prensa Latina.
 
Secondo Garcia (che attualmente è uno dei pochi giornalisti rimasto sul terreno in Siria ), confrontando le informazioni occidentali con le fonti che lui stesso intervista sul terreno, quello che ha visto con i propri occhi e quello che ha potuto comprovare di persona, risulta evidente la manipolazione mediatica che falsifica la realtà. Si può arrivare incluso a livelli di bassezza come quelli raggiunti dal ministro degli Esteri francese, il quale ha dichiarato che il Governo siriano andava a massacrare tutti gli insorti. “Questo è totalmente falso. Al contrario, il Governo siriano assieme con il Centro russo per la riconciliazione, sta promuovendo tregue in forma costante che in molti casi non vengono rispettate dai terroristi”.
L’idea e l’obiettivo principale di questa campagna mediatica, iniziata quando ancora i gruppi terroristi erano trincerati nei quartieri est di Aleppo e  tenevano la popolazione in ostaggio, era quello di riscattare i gruppi di miliziani jihadisti e cercare di preservare anche gli agenti dell’intelligence infiltrati, americani, britannici, israeliani e sauditi (poi fatti prigionieri dalle forze siriane) senza parlare di un centinaio di soldati siriani che questi gruppi tenevano prigionieri e sequestrati nei quartieri in attesa di macellarli.
 
“Normale quindi, afferma Garcia, “che i governi occidentali non volessero la prova di forza, perchè non sanno quello che questi elementi potranno raccontare una volta catturati dalle forze siriane e russe. Ormai è un fatto incontrovertibile”, riferisce sempre Garcia,” che i governi occidentali ed i loro media sono compromessi con i terroristi”.
Garcia ha condiviso la sua esperienza personale in Siria, dicendo che se qualcuno va ad Aleppo o a Damasco e parla con la gente comune per strada, si rende conto che quello che raccontano i media occidentali è una menzogna. Più di 100.000 residenti vivono nella parte Ovest di Aleppo, dove si trova l’Esercito siriano e si garantiscono un minimo di servizi nonostante la distruzione e la guerra, Cosa che non accadeva nella parte Est, adesso liberata, dove erano trincerati i terroristi che avevano trasformato le scuole e gli ospedali nelle loro caserme e depositi di munizioni.
Rispetto alle armi ed alle munizioni, il reporter ha confermato che la maggior parte di queste sono made in USA ed arrivano nelle mani dei terroristi attraverso la Turchia ed il Qatar. “E’ comprovato che un’impresa Bulgara, -paese membro dell’ONU,-coinvolta in questo traffico”, ha chiarito. Bisogna prendere atto che la frontiera fra la Siria e La Turchia è di più di 800 Km. ed è totalmente aperta per le infiltrazioni di terroristi e di armi.
 
Esiste tutta una tattica preparata da molti anni con cellule dormienti nel territorio della Siria, con spie, sabotatori che attentano contro qualsiasi persona, attesta. Ovvero non sparano soltanto con i mortai contro le unità militari dell’Esercito siriano, lo fanno contro i quartieri civili dove ci sono le scuole dei bambini, questi sono gli individui che l’Occidente difende, denuncia Garcia.
 
“Io stesso vivo a Damasco, in un quartiere vicino al centro della città (controllato dalle forze governative). E’ un quartiere pacifico, “Mezzeh85”, dove sono caduti proiettili di mortaio su una scuola, in mezzo alle strade dove camminano le persone. Non sono obiettivi militari, che senso ha tutto questo? Quello che vogliono è terrorizzare la popolazione, creare il panico”.
Inoltre il reporter ha sottolineato come l’Occidente domina la grande maggioranza dei media e ha proceduto a bloccare i sistemi di televisione via satellite siriani, per evitare che queste informazioni escano da Damasco ed arrivino dove non devono arrivare. Ovvero esiste un blocco economico contro la Siria ed un blocco tecnologico per non rompere il monopolio dei media occidentali e di quelli arabi di ispirazione filo saudita (Al Arabiya e Al Yatzeera). (…………)
In Siria si è fatto di tutto per distruggere una nazione che aveva una sua costituzione e dove le varie comunità confessionali vivevano in un clima di reciproca tolleranza ma che non volevano essere sottomesse ad imposizioni esterne. Io conosco sciiti, alawiti, drusi e cristiani che convivevano normalmente fra di loro senza problemi, incluso i palestinesi che avevano gli stessi diritti dei cittadini siriani. Chi ha alimentato il fanatismo, l’odio fra di loro, gli scambi di colpi d’arma da fuoco ed il fatto che si tagli la testa a coloro che vengono considerati eretici?
La risposta la conoscono tutti: le ideologie radicali salafite ed integraliste che provengono dall’Arabia Saudita e dal Qatar. Le stesse potenze che hanno armato ed inviato mercenari addestrati a creare attentati ed attacchi contro le zone degli alawiti, sciiti, cristiani e drusi.
I gruppi terroristi che hanno portato la distruzione e la morte in Siria sono stati appoggiati dai governi occidentali USA, Gran Bretagna e Francia in primis (anche l’Italia ha fatto la sua parte) con l’obiettivo di rovesciare il Governo di Al-Assad per i loro fini geopolitici.
Sono gli stessi governi che adesso spengono le luci della Torre Eiffel a Parigi e di Palazzo Chigi a Roma, in segno di lutto per la liberazione di Aleppo.
Se Aleppo fosse caduta nelle mani dei terroristi e questi avessero quindi iniziato a uccidere e sgozzare le persone delle comunità alawite, sciite cirstiane e druse, allora avrebbero proclamato la festa a Parigi, Londra e Roma ed avrebbero acceso tutte le luci? Questo è quello che l’Occidente voleva: lo Stato islamico a Damasco ed in tutta la Siria sotto il protettorato dell’Arabia Saudita.
di Manuel De Silva – 18/12/2016
Fonte: controinformazione