Terrore nel centro di accoglienza, minaccia con mannaia ospiti e sequestra operatore

SGOZZARE-PASSANTI-672x361sicuramente se da loro usa così, chi siamo noi per giudicare? Nella foto, l’autore di altre prodi gesta di condivisione kulturale ormai quotidianoa

Terrore nel centro di accoglienza, minaccia con mannaia ospiti e sequestra operatore
8 febbraio 2018
 
L’episodio è avvenuto in via San Luca nel Centro Storico di Genova
 
Momenti di terrore in un centro di accoglienza per migranti in via San Luca nel Centro Storico di Genova.
 
Un 22enne del Ghana ha dapprima minacciato gli ospiti con una mannaia, poi ha chiuso un operatore in una stanza impedendogli di uscire.  Sul posto è poi intervenuta la polizia.
 
Il 22enne del Ghana è stato così arrestato con l’accusa di sequestro di persona e denunciato per minacce aggravate.
 
Da una ricostruzione effettuata dagli agenti delle volanti, ieri il giovane aveva minacciato con una mannaia gli inquilini del centro, in cui è ospitato, e poi ha distrutto gli arredi costringendo gli altri ospiti ad uscire in strada.
 
In conseguenza dell’episodio gli operatori del centro avevano indetto una riunione interna per discutere dell’episodio.
 
Però, durante tale incontro, il 22enne ha fatto irruzione nella sala e, farneticando frasi senza senso, si è mostrato aggressivo nei confronti dei presenti, colpendo con un pugno al polso un’operatrice e causandole un trauma, medicato al pronto soccorso con 5 giorni di prognosi.
 
A quel punto un altro operatore lo ha portato in un’altra stanza ma il giovane, improvvisamente, ha chiuso a chiave la porta. Dopo diversi tentativi di farsi aprire la porta sbarrata e liberare l’operatore, è stata chiamata la polizia con gli agenti che lo hanno arrestato e condotto nel carcere di Marassi.

La BCE propone di metter fine alla protezione dei depositi di Henry Tougha – novembre 21, 2017

draghi end depositZeroHedge pubblica un articolo su un pericoloso provvedimento, già a lungo paventato, ma ora probabilmente in via di attuazione, che rimuove ogni garanzia sui depositi bancari (anche al di sotto di 100.000 euro). La logica prevalente nella UE è che, tutto mascherato dietro la tutela dei “contribuenti”, anche i piccoli risparmiatori si possano considerare alla stessa stregua degli azionisti, e attaccabili in un eventuale bail-in. Per tutelarsi dal rischio di una corsa agli sportelli infatti, secondo la BCE, non ha senso mantenere la piena libertà di accesso ai conti, che potrebbero venire congelati a prescindere dal loro ammontare.
di GoldCore, via ZeroHedge, 20 novembre 2017
È “opinione della Banca Centrale Europea” che il programma di protezione dei depositi non sia più necessario:
La copertura dei depositi protetti e dei crediti  soggetti al programma di compensazione degli investitori dovrebbe essere sostituita da esenzioni discrezionali limitate concesse dall’autorità competente al fine di mantenere un certo grado di flessibilità“.
Per tradurre dal gergo “legalese” dei burocrati della BCE, questo può significare che l’attuale soglia dei depositi di 100.000 euro, attualmente protetti in caso di bail-in, potrebbe presto venire meno. Ma non preoccupatevi amici risparmiatori, perché la BCE è del tutto consapevole della rivolta che questo potrebbe causare, per cui sono stati così gentili da proporre quanto segue:
durante il periodo di transizione, i depositanti dovrebbero avere accesso a un ammontare dei loro depositi garantiti adeguato a coprire il loro costo della vita entro cinque giorni lavorativi dalla richiesta
Che sollievo, dovrete aspettare solo cinque giorni prima che qualche “autorità competente” giudichi quale sia l’ “ammontare adeguato” che vi spetta del vostro denaro affinché possiate mangiare, pagare le bollette e andare al lavoro.
Quanto sopra è tratto da un documento della BCE pubblicato l’8 novembre 2017 e intitolato “Sulla revisione del quadro di gestione di crisi nell’Unione“.
 
È un documento lungo 58 pagine, delle quali la maggior parte sono emendamenti proposti al quadro di gestione delle crisi nell’Unione, nonché l’attuale testo delle Direttive sui Requisiti dei Capitali (CRD). È abbastanza noioso  da leggere, ma ci sono certi passaggi cruciali che dovrebbero far suonare un allarme. È evidente che una volta ancora la banca centrale può manipolare le situazioni ben oltre i limiti della politica monetaria. È anche una lezione per i risparmiatori, affinché diversifichino i loro beni al fine di ridurre la propria esposizione ai rischi delle controparti.
Bail-in, a chi servono?
Secondo il documento di Revisione della Stabilità Finanziaria, lo strumento di bail-in della UE è benvenuto in quanto:
 
“…contribuisce a ridurre il carico sui contribuenti nella risoluzione di grandi istituzioni finanziarie di peso sistemico, e mitiga alcuni degli incentivi all’azzardo morale delle istituzioni “too-big-to-fail” [troppo grandi per fallire, NdT].”
Come abbiamo discusso in passato, siamo confusi dall’apparente separazione tra i “contribuenti” e quelli che hanno messi i loro sudati risparmi in una banca. Dopotutto, non sono anche loro contribuenti? Questo non importa, dice Matthew C. Klein sul Financial Times, che recentemente ha sostenuto che “i bail-in sono teoricamente preferibili perché preservano la disciplina di mercato senza causare danno indebito a persone incolpevoli“.
In definitiva i bail-in sono fatti affinché le banche centrali possano continuare a far proseguire il gioco del denaro facile e dell’irresponsabilità. Questi sono stati sanciti perché, anziché risolvere i problemi e imparare la lezione dal caos avvenuto coi bail-out di quasi un decennio fa, si è deciso di inventare un metodo di aiuto alle banche ancora più grande, per rattoppare il sistema.
“I bailout, al contrario, sono ingiusti e inefficienti. I governi tendono a ricorrervi, tuttavia, a causa di una malriposta preoccupazione di “preservare il sistema”. Questo alimenta i (giustificati) risentimenti sul fatto che le élite si preoccupino più di proteggere i propri amici che di aiutare la gente normale” – Matthew C. Klein.
 
Che dire quindi della gente normale che ha depositato i propri soldi in banca, credendo che fossero al sicuro da un’altra crisi finanziaria? Non sono forse “incolpevoli” e non meritano anche loro protezione?
 
Klein ha scritto il suo ultimo pezzo sui bail-in appena una settimana prima di questo ultimo articolo della BCE. Per correttezza verso Klein, al momento in cui scriveva i depositanti con meno di 100.000 euro in banca erano protetti secondo i termini delle regole di copertura dei depositi della BCE.
 
Eppure già questo ci sembrava assurdo, in quanto ritenevamo discutibile che i soldi di chiunque, depositati in banca, potessero essere improvvisamente prelevati per sostenere un’istituzione in crisi. Abbiamo regolarmente fatto notare che, sebbene ci sia attualmente un livello dei depositi protetto che non dovrebbe essere svuotato, questa situazione potrebbe cambiare nel giro di un minuto.
 
Gli ultimi emendamenti proposti suggeriscono che questo sia proprio ciò che sta per succedere.
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Perché cambiare le regole del bail-in?
La proposta di emendamento di 58 pagine della BCE prosegue, ed è circa a metà che ci si imbatte nel suggerimento che i “depositi protetti” non debbano più essere garantiti. Quanto segue è ciò che viene determinato dalla BCE nella preoccupazione di una possibile corsa agli sportelli delle banche in via di fallimento:
 
Se il fallimento di una banca appare imminente, un numero sostanzioso di depositanti protetti potrebbe comunque ritirare i propri fondi all’istante, in modo da garantirsi un accesso ininterrotto o perché non hanno più fiducia nel sistema di garanzie.
Questo potrebbe essere particolarmente fatale per le grandi banche e provocare ulteriori crisi di fiducia nel sistema:
Questo scenario è particolarmente probabile per le grandi banche, dove il semplice ammontare dei depositi protetti potrebbe erodere la fiducia nella capacità dello schema di garanzia dei depositi. In un tale scenario, se l’ambito di applicazione della moratoria non include i depositi protetti, la moratoria potrebbe mettere in allerta i depositanti sul fatto che sia molto probabile che l’istituzione stia fallendo o sia in procinto di fallire.
Pertanto, argomenta la BCE, la moratoria attuale che protegge i depositi potrebbe essere “controproducente”. (Per le banche, ovviamente, non per le persone a cui il denaro appartiene veramente):
La moratoria pertanto sarebbe controproducente, causando una corsa agli sportelli anziché prevenirla. Un tale esito sarebbe a discapito di una risoluzione ordinata delle banche, e questo potrebbe in definitiva causare un grave danno ai creditori e uno stress significativo sullo schema di garanzia dei depositi. In aggiunta, una tale esenzione potrebbe portare a un trattamento peggiore per le banche finanziate dai depositanti, dato che dovrebbe essere preso in considerazione al momento di determinare la gravità della situazione della banca quanto a liquidità. Infine, qualsiasi potenziale impedimento tecnico potrebbe richiedere ulteriori valutazioni.
 
La BCE propone invece che “certe salvaguardie” siano messe in atto per permettere una restrizione all’accesso ai depositi… per non più di cinque giorni lavorativi. Ma vediamone la durata:
 
Pertanto, un’eccezione all’applicazione della moratoria per i depositanti protetti getterebbe seri dubbi sull’utilità complessiva dello strumento. Invece di imporre un’esenzione generale, la BRRD dovrebbe includere certe salvaguardie per proteggere i diritti dei depositanti, tra cui una chiara comunicazione su quando possa essere riottenuto l’accesso e una restrizione della sospensione a un massimo di cinque giorni lavorativi, per evitare un uso cumulativo da parte dell’autorità competente e dell’autorità di risoluzione.
Anche dopo aver studiato e letto sui bail-in per un anno sono ancora orripilato all’idea che qualcosa del genere venga ritenuto preferibile e più giusto rispetto ad altre soluzioni, e in particolare a un aggiustamento del sistema bancario. I burocrati che gestiscono la UE e la BCE sono ancora ciechi alle sofferenze che le loro proposte possono causare e hanno già causato.
Guardate l’Italia per prevenire i danni
Nello stesso articolo abbiamo sottolineato quanto gli italiani fossero esposti verso il sistema bancario. Oltre 31 miliardi di euro di obbligazioni subordinate erano state vendute a ordinari risparmiatori, investitori e pensionati. Sono questi i titoli che verranno risucchiati e portati via ogni volta che una banca crolla.
Uno studio del Fondo Monetario Internazionale del 2015 ha trovato che per la maggior parte delle 15 maggiori banche italiane un salvataggio “implicherebbe un bail-in dei piccoli investitori e del debito subordinato“. Solo due terzi del potenziale bail-in colpirebbe gli obbligazionisti senior, cioè coloro che più probabilmente sarebbero investitori istituzionali e non pensionati con pochi fondi.
 
Perché è proprio così? Come abbiamo spiegato in precedenza:
 
Gli obbligazionisti vengono visti come creditori. Lo stesso tipo di creditori che le regole UE ritengono responsabili dei fallimenti finanziari delle banche, e distinti dai contribuenti. Questo è lo scenario del bail-in.
 
In uno scenario di bail-in i titoli junior detenuti dai piccoli investitori sono i primi a essere colpiti. Quando la più antica banca del mondo, Monte dei Paschi di Siena, è crollata, persone comuni (che sono anche contribuenti) detenevano 5 miliardi di euro di debito subordinato. Tutto svanito.
Nonostante il più grande bail-in della storia sia avvenuto dentro la UE, poche persone hanno prestato attenzione e protestato contro queste misure. Un bail-in non è cosa esclusiva dell’Italia, ma è possibile per tutti quelli che vivono e hanno conti in banca nella UE.
 
Ciononostante, fino a questo punto non ci sono state proteste. Non stiamo parlando di proteste per le strade, stiamo parlando di proteste là dove vi fa più male, per il vostro denaro.
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Come abbiamo visto dalle risposte della UE alla Brexit e alla Catalogna, ai funzionari non importa un fico secco dei reclami dei loro cittadini. Per cui quando si tratta delle banche, analogamente,  ha poco senso esprimere disgusto. Invece, gli investitori devono prendere i loro beni e valutare quale sia il modo migliore di proteggere i propri risparmi dalla tirannia delle politiche della banca centrale.
 
Per rinfrescarvi la memoria, la BCE sta proponendo che in caso di bail-in  vi sia data una quota dei vostri stessi risparmi. Una quota che riguarderebbe:
 
“…durante il periodo di transizione, i depositanti dovrebbero avere accesso a un ammontare dei loro depositi garantiti adeguato a coprire il loro costo della vita entro cinque giorni lavorativi dalla richiesta”

a scuola di cultura dalle risorse

pestaggio marocchinii giudici autorizzano, incoraggiano, premiano questi comportamenti garantendo loro L’IMMUNITA’ TOTALE di ogni reato. Le vittime? Chi se ne frega, basta denunciare questi poveri stranieri, anche se spesso pure le vittime sono straniere.

Sequestrata e violentata per tutta la notte mentre l’altro la filma: in carcere due marocchini
Uno la violenta, minacciandola con un coltello da cucina, mentre l’amico la filma: i due, Abdelfattah Manar e Rachid Chaoub,  entrambi del Marocco, il primo di 25 e il secondo di 27 anni, sono finiti in cella al carcere di San Giorgio, dopo essere stati arrestati dagli agenti del Commissariato di Polizia di Viareggio con l’accusa di violenza sessuale aggravata, lesioni in concorso e sequestro di persona. La vittima ha raccontato di essere arrivata in treno a Montecatini Terme e poi in auto a Viareggio con un’amica nella serata di giovedi, e di aver conosciuto i due in Passeggiata. Dopo aver trascorso la serata in loro compagnia sulla spiaggia a bere, è poi andata nella loro abitazione in via Bottego, al quartiere Terminetto, dove è rimasta sola, dal momento che l’amica, che con la scusa di andare a comprare altro vino, forse impaurita dalla situazione, e col sospetto che potesse degenerare, ha preferito tornarsene a casa. Chaoub, da quanto ricostruito dagli inquirenti, e come spiegato dalla vice dirigente del Commissiariato di Polizia di Viareggio dottoressa Nicole Fetto, ha iniziato a farle delle avances, rifiutate Violenza-donnadalla ragazza, anche lei marocchina, 32enne, regolare sul territorio italiano e residente a Firenze. Poi lo stesso l’ha minacciata con un coltello da cucina, picchiata e violentata ripetutamente mentre l’amico, Manar, filmava la scena col cellulare. Le violenze, durate tutta la notte, sono finite all’alba, quando la donna, costretta ancora sotto minaccia a promettere di non fare denuncia, è riuscita a convincere i due a lasciarla andare. Manar l’ha cosi accompagnata, a piedi, alla stazione ferroviaria, ma arrivati al sottopassaggio, un poliziotto libero dal servizio, che era a passeggio col suo cane, un pastore tedesco di 5 anni, ha notato la ragazza litigare con lo straniero e chiedere aiuto, e proprio il 4 zampe, Ralph, in stile Rex, ha bloccato l’extracomunitario. A sirene spiegate sono subito confluite sul posto le Volanti e l’Anticrimine. Portata in Commissariato la vittima, in lacrime e sotto choc, ha raccontato il suo incubo, e condotto gli agenti all’abitazione teatro dei fatti, in affitto con regolare contratto al fratello di uno dei due aguzzini. Durante la perquisizione la Polizia ha ritrovato il cellulare con i filmati della violenza, prova concreta di quanto consumatosi in quelle ore da Arancia Meccanica. Il pm di turno della Procura di Lucca, dottor Aldo Ingangi, ha quindi disposto che i due soggetti, irregolari sul territorio nazionale – a uno dei due era stata respinta la domanda di asilo politico – fossero associati al carcere San Giorgio, a disposizione dell’autorità giudiziaria. La vittima dello stupro, accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale”Versilia” è stata sottoposta a tampone vaginale. Una serata iniziata normalmente, con un “imbrocco” come tanti, per la vittima si è trasformato in un vero e proprio film del terrore: finita nelle mani di due carnefici. In uno dei video acquisiti dalla Polizia la donna è stata ripresa nuda, con l’orco che, mentre la tiene per i capelli e la stupra, le grida di mostrare il volto alla telecamere.
 
Anziano picchiato senza pietà e rapinato in strada: due arresti IL VIDEO DEL PESTAGGIO
Entrambi sono marocchini con vari precedenti. Polizia alla ricerca del terzo complice
Il vecchietto era scappato via dopo l’aggressione. Poi ha riconosciuto i malviventi
Disavventura per un anziano sabato pomeriggio all’esterno dell’Ovs di via Nanni a Torino. Il vecchietto si stava dirigendo verso piazza Adriano, quando è stato fermato e pestato senza pietà da due cittadini stranieri che gli hanno poi strappato la catenina d’oro dal collo. Dopo averlo derubato, i due ladri sono fuggiti a bordo di una Fiat Punto che li stava aspettando. Il vecchietto ancora in stato di shock è stato poi notato da una commessa dell’Ovs, che gli ha prestato immediatamente soccorso.
L’anziano, ferito al volto e al collo e in evidente stato confusionale, si è però rifiutato di attendere l’arrivo degli uomini della squadra volante ed è tornato subito a casa.
Gli agenti del commissariato “San Paolo” hanno comunque avviato le indagini per trovare i responsabili del vile episodio. I poliziotti hanno ascoltato i testimoni e osservato le immagini del circuito di videosorveglianza del negozio, riuscendo ad individuare il primo colpevole.
 
Anass Ouhamane, marocchino 27enne senza fissa dimora e già colpito da un decreto di espulsione, è stato trovato nella sua abitazione di Volpiano, all’interno della quale c’erano ancora gli abiti utilizzati il giorno della rapina.
 
Successivamente è stato rintracciato anche il povero vecchietto, che è riuscito a riconoscere senza ombra di dubbio anche il secondo rapinatore: Issam Hamounti, anche lui marocchino e pluripregiudicato  per reati analoghi, individuato dagli investigatori, e rintracciato grazie all’incrocio di alcuni dati presso l’alloggio di un’amica.
 
Entrambi sono finiti in manette, mentre gli inquirenti sono ancora alla ricerca del terzo complice che ha partecipato alla rapina.
Torino, 01 agosto 2017 10:28
bottino senegalesiASSEMINI, Rubano scampi nel market e minacciano cassiera con coltello: arrestati due senegalesi clandestini
 
 
Si erano impadroniti, nel pomeriggio di sabato scorso, all’interno del supermercato “Pam Amelia” in via Corsica ad Assemini, di alcune confezioni di scampi surgelati, per un valore di circa 300 euro, e per superare la cassa senza pagare due giovani senegalesi hanno minacciato la cassiera con un coltello e sono poi fuggiti.
 
Le ricerche, avviate dai carabinieri della locale stazione, hanno dato esito positivo qualche ora dopo, quando i militari hanno individuato i due malviventi, ancora in possesso della merce rubata e del coltello a serramanico usato per minacciare la cassiera.
 
I due extracomunitari di 19 e 25 anni, clandestini senza regolare permesso di soggiorno e senza fissa dimora, sono stati arrestati per rapina impropria aggravata ed accompagnati nel carcere di Uta. Peraltro, i militari da qualche giorno indagavano per individuare due extracomunitari che si erano resi responsabili di altri furti in esercizi commerciali della zona, perciò è possibile, seppure gli accertamenti siano in corso, che i responsabili di quei furti siano proprio i due arrestati. (red)
 
(admaioramedia.it) 31 luglio 2017

Umbertide, un imprenditore si suicida in azienda: non poteva pagare gli stipendi

bartolinicomboma non c’era la ripresa? A qualcuno dei tanto solidali interessa la sorte dei 130 dipendenti? Qualcuno paga loro vitto alloggio e corsi di formazione per altri lavori? Le banche in democrazia, quella da proteggere dai brutti e cattivi, DEVE ESSERE SALVATA. Le vite umane italiane NO.

Un imprenditore di 61 anni si è suicidato nella sua azienda metalmeccanica a Umbertide, in provincia di Perugia. Poco prima l’uomo aveva lasciato un biglietto con il quale spiegava di volersi togliere la vita perché non riusciva a pagare gli stipendi ai suoi 130 operai. L’imprenditore si è tolto la vita nel sottoscala dello stabilimento, dove è stato ritrovato senza vita da un collaboratore. Nella lettera l’uomo ha raccontato che secondo lui non aveva più alternative dopo che la banca gli aveva negato altro credito. Il giorno prima nell’azienda era stato proclamato uno sciopero, organizzato proprio per protesta sul ritardo del pagamento degli stipendi. Questa mattina l’imprenditore avrebbe dovuto firmare un accordo con i sindacati.
4 Agosto 2017