Rapine ai passanti: “Mi ha colpito al viso poi ho visto la mia amica a terra” Dieci aggressioni in due ore. I racconti choc delle vittime. Quattro gli arresti

firenze 10 aggressioni due oreTra le vittime di queste brutalità anche donne e uomini anch’essi alcuni stranieri.
Fiaccolata in solidarietà? Manifestazione contro le violenze? Parole di condanna? Niente. SILENZIO, NESSUNO che si chiede di chi sia la responsabilità morale anzi….
MA QUANTO SI POTRA’ ESSERE IPOCRITI? Sappiamo bene che nessuna critica al sistema di accoglienza è ammessa, si capisce, ci sono MILIONI di euro in ballo.

 
Firenze, africani massacrano italiani- Il sindaco “Tutelare la reputazione degli immigrati!”
26 gennaio 2018
Rapine ai passanti: “Mi ha colpito al viso poi ho visto la mia amica a terra”
Dieci aggressioni in due ore. I racconti choc delle vittime. Quattro gli arresti
 
FIRENZE, MAROCCHINI PESTANO PASSANTI: SINDACO PD SI PREOCCUPA DEI MAROCCHINI
“Un uomo mi si è avvicinato e mi ha detto ‘Stai ferma o ti sparo’” racconta con un filo di voce una studentessa di 22 anni. Chiacchierava con il fidanzato, seduta su una panchina di piazza Indipendenza quando, intorno alle 2.20, uno dei componenti della banda la minaccia, spintona e poi la scaraventa a terra. Lui cerca di difenderla ma contro tanta violenza c’è poco da fare.
 
“Mi hanno colpito al viso poi ho visto la mia amica a terra” dice incredulo il turista cileno. Era in compagnia dell’amica colombiana quando in via Faenza è stato derubato e aggredito.
 
E non è andata meglio al visitatore turco, sorpreso alle spalle in piazza della Signoria: “Uno mi ha messo un piede sul collo – le sue parole -, l’altro mi ha dato quattro calci”.
Sono i racconti delle vittime, persone scelte a caso, come in una specie di roulette russa della violenza. Dieci in tutto, picchiati e rapinati in due ore nel centro storico fiorentino: uomini e donne, senza nessuna distinzione, tra i 19 e i 46 anni.
Scena da Arancia Meccanica nel cuore storico della città. Gli autori sarebbero quattro giovani nordafricani, arrestati dai carabinieri dopo un rocambolesco inseguimento fino ai giardini della Fortezza da Basso.
Si tratta di un algerino di 26 anni e tre marocchini: due diciottenni e un 26enne, tutti senza fissa dimora, irregolari in Italia e con diversi precedenti alle spalle.
Intanto le indagini proseguono, i carabinieri vogliono chiarire se i quattro siano responsabili di altre violente aggressioni avvenute nel centro storico dal mese di gennaio: dieci sono i casi sul tavolo.
 
Si sospetta, infatti, che dietro i due pestaggi choc denunciati la notte di Capodanno da un ragazzo fiorentino e da un turista romano, entrambi finiti in ospedale col naso rotto, ci possa essere la mano della stessa banda.
 
Ma riavvolgiamo la pellicola. Il ‘giallo’ comincia alle 24.10 nel piazzale di Porta al Prato: un giovane si avvicina al gruppo di stranieri per chiedere una sigaretta e in tutta risposta è stato preso a calci e pugni e poi rapinato di giacca, portafoglio, cellulare e persino delle scarpe.
 
Nelle due ore successive, i quattro sono tornati a colpire con modalità analoghe tra via Pietrapiana, piazza della Signoria, piazza della Repubblica, piazza Indipendenza, via Roma, via de’ Cerretani e via Faenza.
In via Pietrapiana, venti minuti dopo, la gang è riuscita a derubare un 43enne del cellulare mentre in piazza della Signoria (intorno all’1.10) è andata peggio a un turista turco di 20 anni: mentre passeggia solo in centro viene aggredito, percosso e rapinato.
 
Sono passati solo 20 venti minuti: una ragazza di 27 anni mentre passeggia col fidanzato viene presa a calci e pugni in piazza della Repubblica e poi scippata della collana d’oro. Il compagno spintonato e buttato a terra.
 
Solo un quarto d’ora dopo, un ventisettenne in via Roma e, a ruota, un fiorentino di 28 anni: anche lui percosso e rapinato del cellulare. Via Faenza, esterno notte. Sono le 2.10: nell’obiettivo delle belve questa volta c’è una turista colombiana di 33 anni.
 
I quattro malviventi prima prendono a testate l’amico e poi spintonano la donna a cui portano via borsa e cellulare. Un film dell’orrore che finisce in piazza Indipendenza alle 2.20. “Mai visto nulla del genere. Sembravano belve” i commenti dei testimoni.
 
Ovviamente il sindaco PD non pensa alle vittime, ma al ‘buon’ nome della cosiddetta comunità marocchina: “Grazie ai carabinieri – dice il sindaco di Firenze Dario Nardella – a nome di tutta la città per questa reazione immediata, forte e incisiva”. Nardella ha anche parlato con l’ambasciatore del Marocco in Italia Hassan Abouyoub che si è impegnato a venire presto a Firenze per incontrarlo e affrontare insieme la questione, riporta una nota di Palazzo Vecchio, “di una minoranza che rischia di connotare negativamente e ingiustamente la comunità marocchina presente in città”.

Borgo, scippa e trascina un’anziana: arrestato nigeriano

scippo-anziana1Responsabilità morale di quest’aggressione? Vittima una donna, per giunta anziana, cosa assai grave (ed ha scippato una ragazza durante la fuga) ma non per i moralmente superiori, niente solidarietà

Non contento poco dopo, alla fermata della metropolitana, ha rubato la borsa ad una ragazza per poi essere bloccato dalla polizia
Commissariato Centrale in servizio di Volante ha arrestato,, il cittadino nigeriano Nwede Victor, 24enne richiedente asilo politico e domiciliato presso il Cara. di Mineo, per rapina aggravata e furto aggravato in pregiudizio di due donne. In particolare, a seguito della segnalazione pervenuta al numero unico di emergenza, gli agenti hanno bloccato l’uomo che aveva appena rapinato un’anziana, la quale, nel tentativo di resistere al violento scippo, è stata strattonava e trascinata dall’energumeno, riportando lesioni medicate al pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele” e giudicate guaribili in 15 giorni.
 
L’uomo è riuscito ad impossessardi della borsa contenente 40 euro,  il telefono cellulare e i documenti della vittima. Evidentemente non soddisfatto del “risultato”, , nei pressi della fermata della metropolitana del Borgo, con  una mossa fulminea è riuscito a strappare di mano ad una ragazza la borsa contenente la somma di euro 380, il telefono cellulare e documenti vari.
 
I poliziotti però hanno fermato il ladro in via Zuccaro e dopo una perquisizione personale hanno trovato la refurtiva che è stata restituita alle due donne  Al termine delle formalità di rito, l’arrestato è stato rinchiuso nel carcere di piazza Lanza.
31 gennaio 2018

Roma, ragazza accerchiata e rapinata da tre balordi nel cuore di Prati

ragazzinaMandanti morali visto che gli aggressori sono 3 “richiedenti asilo o mirgranti”? Solidarietà a questa donna? Parole di sdegno? Fiaccolata contro le violenze sulle donne? Niente?

“Le risorse stanno iniziando ad attaccare i segmenti borghesi della societa’: e’ il terzo attacco a zone benestanti in tre giorni.
Adesso inizieremo a ridere: l’avvocato modenese la cui figlia e’ stata palpeggiata da un millennial africano ha ribellato la citta’. Dato che il cul@ di una figlia di papa’ vale piu’ del culo di una cameriera ci sara’ da ridere.”
Cit Phil Sabotig
Roma, ragazza accerchiata e rapinata da tre balordi nel cuore di Prati
 
Terrorizzata da tre rapinatori in zona Cola di Rienzo. E’ accaduto ieri sera, ad una giovane di 20 anni, mentre stava camminando lungo via Quirino Visconti in direzione via Cicerone. La ragazza stava raggiungendo alcuni amici in un locale, quando il suo cammino è stato interrotto, dai tre individui che l’hanno accerchiata minacciandola di morte.I banditi le hanno strappato dalle mani il cellulare, impedendole quindi di chiedere soccorso e poi gli hanno strappato da dosso la borsa. Quindi, sono fuggiti a piedi. La vittima ha chiesto aiuto ad alcuni passanti e sul posto sono intervenuti due equipaggi della polizia. Gli agenti hanno detto alla giovane di fornirgli la descrizione dei rapinatori.Così è partita una caccia all’uomo che ha permesso ai poliziotti d’individuare i rapinatori dopo piazza Cavour. Sono stati bloccati ed ammanettati. La vittima della rapina ha riconosciuto le persone portate al commissariato come gli autori della rapina. Si tratta di due cittadini tunisini di 18 e 27 anni e di un libico di 18.
 
di Marco De Risi  Sabato 20 Gennaio 2018

La Libia blocca le Ong a 100 km dalla costa. Salvati e internati 105 migranti

canale siciliain Libia ora c’è la democrazia approvata dalla Ue ed esercita una cosa che si chiama sovranità, termine che inorridisce gli europeisti. Se i “migranti” vengono fermati ecco che si usano i termini “internati” e “deportati”. Solo se fanno guadagnare scafisti/ong/coop italiane allora sono considerati veramente  “in salvo”. Questa notizia è riportata solo dal Secolo XIX, poi nascosta all’interno del giornale. SSHHHH….regime politically correct al lavoro

La Libia blocca le Ong a 100 km dalla costa. Salvati e internati 105 migranti
10 agosto 2017
La carta esplicativa (da Limes): a sinistra nella zona rossa il porto di Zawia, dal quale oggi sono stati recuperati e deportati 105 migranti. Le zone sar indicate si riferiscono al diritto internaziionale
 
LA MARINA libica, fedele al governo del premier del governo di unita nazionale di Tripoli di Fayez al Sarraj, ha imposto a tutte le navi straniere il divieto di soccorrere i migranti nelle aree cosiddette aree di «serch and rescue» (SaR) (ricerca e recupero) che vanno molto oltre le 12 miglia nautiche delle acque territoriali.
Di fatto la decisione impedirà alle navi delle Ong di intervenire non solo nelle acque territoriali libiche ma si dovranno tenere ad una distanza di centinaia di km dalla costa.
navi Ong davanti Libia 2
A dare la notizia il generale Abdelhakim Bouhaliya, comandante della base navale di Tripoli di Abu Sitta che ospita anche lo stesso premier Serraj: la Libia ha «istituito ufficialmente una zona di ricerca e salvataggio (SaR) nella quale nessuna nave straniera avrà il diritto di accedere salvo una richiesta espressa alle autorità libiche» che dovranno poi concedere la loro autorizzazione caso per caso.
Un portavoce della Marina libica ha chiarito che il provvedimento è stato adottato esplicitamente «per le Ong che pretendono di salvare i migranti clandestini sostendendo che si tratta di un’azione umanitaria». «Vogliamo inviare un chiaro messaggio a tutti coloro che violano la sovranità libica e mancano di rispetto alla Guardia Costiera e alla Marina», ha aggiunto il portavoce della Marina, il generale Ayoub Qassem.
 
Benchè non esplicitamente fissata nell’annuncio dato oggi dalla Marina libica, l’area SaR, secondo le cartine in uso alla missione EuNavFor Med (Sophia), è quella esistente ai tempi del colonnello Muammar Gheddafi e si estende fino ad almeno 97 miglia nautiche dalla costa libica, ossia 180 km. Al momento le navi delle Ong, invece, operano al limite od anche entro le 12 miglia nautiche delle acque territoriali, pari a 22 km.
Salvataggio e deportazione
 
«La guardia costiera libica del settore ovest di Masfat al Zawia è riuscita a salvare stamani all’alba 105 migranti, tra cui 18 donne e due bambini, di diverse nazionalità, soprattutto marocchini e tunisini». Lo riferisce con un comunicato il portavoce della Marina libica, generale Ayoub Qassem, aggiungendo che «i migranti erano a bordo di una barca a 6 miglia dalla città di Sabrata». «I migranti – prosegue il generale – sono stati portati nella sede della guardia costiera dove hanno ricevuto cure umanitarie prima di essere consegnati all’organismo per la lotta alle migrazioni illegali».
 
Di qui la sorte dei migranti è incerta: il rischio è che vengano internati in cosiddetti “hotspot”, dove le condizioni di vita sono disumane e al limite della sopravvivenza.

Italia va in guerra in Libia: navi sotto la minaccia dei bombardamenti

Ghedafi non andava bene, ora c’è la democrazia in Libia no?

I taxi Soros italianiROMA (WSI)Mentre il Parlamento ha dato il via libera alla missione di supporto navale in Libia, il generale Kalifa Haftar, l’uomo forte del governo di Tobruk minaccia l’Italia.
A Roma la Camera ha votato a favore della missione con 328 sì e 113 no così al Senato con 191 sì e 47 no e il Pd ha ottenuto l’appoggio di Forza Italia. A votare contro la lega Nord  e il Movimento Cinque Stelle. Astenuti Fratelli d’Italia che tramite Giorgia Meloni parlano di un timido intervento additando il nostro paese come il campo profughi d’Europa.
“I francesi si beccano il petrolio mentre l’Italia i barconi”.
E’ il duro commento di Alessandro Di Battista in merito alla situazione libica, tutto questo mentre da Tripoli arriva una minaccia chiara e precisa diretta alò nostro paese.
 
“Bombardate le navi italiane” avrebbe detto il generale Kalifa Haftar suoi uomini come riporta l’emittente panaraba Al Arabiya. Una dichiarazione che segue di poche ore quella espressa nel parlamento di Tobruk contro l’operazione navale italiana accusando il premier di Tripoli, Fayez Sarraj di aver concluso l’accordo con l’Italia portando navi straniere, il che rappresenterebbe una “violazione della sovranità nazionale” libica.
 
Ma Roma minimizza e il premier Paolo Gentiloni sottolinea l’importanza della missione:
Sappiamo tutti quanto i cittadini italiani si attendano risultati nella lotta dei trafficanti di esseri umani e nel controllo sui flussi migratori irregolari. Il contributo delle forze armate in questa direzione è assolutamente strategico e determinante: questa non è certo una missione aggressiva ma di sostegno alla fragile sovranità di quel Paese”.
3 agosto 2017, di Alessandra Caparello
Libia, la svolta anti scafisti di Sarraj: “Pronti a bombardare le loro navi”
La mossa del premier è un messaggio all’Ue: disposti a misure estreme. Il governo minacciato dall’avanzata di Ghwell. Oggi Minniti a Tripoli
 
Migranti soccorsi in Libia dall’intervento della Guardia costiera
Pubblicato il 13/07/2017
Usare l’aviazione contro «l’emigrazione illegale». Cioè bombardare le navi degli scafisti che partono dalle coste libiche dirette verso l’Italia. Non è una provocazione ma un ordine diretto del premier Fayez al-Sarraj alle sue forze armate. Un’accelerazione improvvisa nella lotta ai trafficanti di uomini arrivata alla vigilia delle visita del ministro dell’Interno Minniti, atteso oggi a Tripoli per una missione che ha come scopo principale frenare l’afflusso dei migranti dalle frontiere meridionali della Libia. Minniti – che ieri è stato a Berlino dove ha incontrato l’omologo Thomas De Maiziere – vedrà oggi 13 sindaci del Sud della Libia per convincerli a mobilitarsi contro i trafficanti di uomini.
 
Il primo ministro riconosciuto dall’Onu, e che ha nell’Italia il suo principale alleato, cerca così di dare il suo contributo in un momento difficile per Roma, che si è ritrovata sola in Europa di fronte a una crisi epocale. Al-Sarraj, anche capo supremo delle Forze armate, chiede l’uso delle forze aeree contro «l’emigrazione illegale» e il «contrabbando di carburanti», una piaga che crea malcontento fra la popolazione. Ma questo è il «messaggio interno». Quello all’esterno è rivolto all’Italia e all’Europa: siamo pronti anche a misure estreme.
 
Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha invece invocato l’aiuto della Guardia costiera libica per fermare le partenze: «Dobbiamo assolutamente bloccarle utilizzando tutti gli strumenti che abbiamo. Attraverso i satelliti si vede esattamente quali barche stanno caricando le persone e, con l’impegno della Guardia Costiera Libica, si può bloccare la partenza degli immigrati». Sul piano pratico è difficile capire come funzionerà il piano di Al-Sarraj. Affondare imbarcazioni con i cacciabombardieri non è un’operazione chirurgica. Il rischio di fare un massacro è alto. Il governo Al-Sarraj poi non dispone di una «sua» aviazione. Sono le milizie di Misurata ad avere a disposizione alcuni Mig-23, che sono stati usati nella battaglia di Sirte contro l’Isis. Non sono però dotati di bombe di precisione a guida laser, un’altra controindicazione.
 
A naso l’ordine sembra più una mossa propagandistica. Al-Sarraj ha un grosso debito di riconoscenza nei confronti dell’Italia. La base di Abu Sitta, dove di solito risiede a Tripoli, è protetta dalle nostre forze speciali. I militari della Folgore sono a guardia dell’ospedale da campo di Misurata, che ha curato i feriti nei combattimenti a Sirte ed è un importante presidio a protezione anche della capitale. Il premier ne ha più che mai bisogno. L’ex primo ministro islamista Khalifa Ghwell ha orchestrato da Khoms, a metà strada fra Misurata e Tripoli, una massiccia offensiva. Oltre ai suoi uomini, partecipano la milizia Samoud del colonnello Sala Al-Badi, comandante dell’operazione «Alba Libica», e miliziani affiliati alle Benghazi Defence Brigades, un cartello di gruppi islamisti in prima linea nella lotta contro il generale Khalifa Haftar in Cirenaica. Segno che il fronte di Ghwell si è ancor più radicalizzato.
 
L’assalto di Ghwell è stato fermato ieri dopo una battaglia di tre giorni a Garabulli, conosciuta anche come Castelverde, 60 chilometri a Est di Tripoli. Le forze islamiste si sono dovuto ritirare, dopo aver subito la perdita di quattro uomini, più altri 21 feriti. Ma hanno ripiegato verso Tarhuna, dove si sono di nuovo raggruppate con l’obiettivo di avanzare verso Tripoli da Sud. Fonti locali parlano di «500 veicoli armati» coinvolti. A sbrogliare la situazione è intervenuta la Brigata Tripoli, la più potente milizia alleata di Al-Sarraj, che ha «ripreso il controllo di tutte le vie di comunicazione» attorno a Garabulli. Al-Sarraj si è anche consultato con il consigliere militare speciale dell’Onu, Paolo Serra. Il generale ha invitato a mettere in primo piano «la salvaguardia dei civili» e l’instaurazione di «un cessate-il-fuoco». Ma non è quella l’aria che tira, quanto piuttosto di una resa dei conti fra Ghwell e Al-Serraj.

E Adesso Si Scopre che I Porti l’Italia li Poteva Chiudere

navi Ong davanti Libia
E Adesso Si Scopre che I Porti l’Italia li Poteva Chiudere
 
Italia sempre più ridicola, fa la letterina all’Unione Europea in cui “avvisa” che “potrebbe (perfino) essere costretta” a chiudere i porti alle navi delle OnG battenti bandiera straniera per ragioni di “sicurezza nazionale”.
 
da Corriere della Sera
L’ultimatum è arrivato dopo un flusso di sbarchi annunciati senza precedenti: 12 mila migranti in poco più di 48 ore, da 22 navi. «L’Italia potrebbe essere costretta a bloccare i porti alle navi di Ong per ragioni di sicurezza nazionale», ha detto ieri Maurizio Massari, ambasciatore dell’Italia presso la Ue, al commissario europeo degli Affari interni Dimitri Avramopoulos. Un’ondata mai vista, per gestire la quale il ministro dell’Interno Marco Minniti l’altro giorno ha sospeso il suo viaggio negli Stati Uniti. …
 
Quindi si poteva ma si è aspettato un pochino tanto per vedere l’effetto che faceva? Ma non eravamo “costretti” dal diritto euorpeo/internazionale e dai marziani?
 
Ovviamente la “letterina italiana” la gran cagnara mediatica è solo un caso che arrivino dopo la batosta clamorosa del PD e di Renzi alle amministrative perse soprattutto su questo specifico tema (tipo Sesto San Giovanni la Stalingrado Rossa caduta dopo 72 anni di comunismo per una Moschea).
 
Vi faccio una facile previsione, esattamente come per le banche i giornali italiani ora cominceranno a rassicurarvi tutti, che lo Stato (S maiuscola) ora ci pensa lui ai migranti, le “risorse” ad ogni angolo di strada sono solo illusioni ottiche nelle vostre menti non fateci caso.
 
Siate Consapevoli, Siate Preparati e evacuate al più presto, la campana suona per voi.
Di FunnyKing , il 29 giugno 2017

L’Italia s’è desta: 6 nuovi hot-spot, così i migranti stanno più larghi. Ma se Allegri si scopa Ambra…

viminale accoglienzaIl bar dove vado a bere il caffè e comprare le sigarette al mattino, è la mia cartina di tornasole sociale, il mio termometro del Paese. Davanti a un espresso o a un cappuccino salta fuori il meglio e il peggio di noi, complice anche il fatto che è mattina presto, stiamo andando al lavoro e quindi l’umore non è di quelli festaioli. Non mi stupisce più, anzi lo trovo qualcosa di confortante, il fatto che per ogni fruitore rapido del “Corriere della Sera” ce ne siano 15 della !Gazzetta dello Sport”, ridotta già alle 8.30 del mattino a un cencio totale dalle frenetiche consultazioni degli astanti. Visto il grado di credibilità raggiunto dal “Corriere” ultimamente, trovo infatti più sano che uno si faccia rimbambire da fake news innocue come quelle del calciomercato, tipo Cristiano Ronaldo tentato da un’esperienza al Frosinone.
 
E, ancora di più, non sono di quelli che ritiene fondamentale restare in modalità militante h24, anzi: dopo 8 o 9 ore di lavoro, uno ha tutto il diritto a un po’ di leggerezza, sia essa una partita di calcio o un film comico. Rifuggo sempre chi ti fa pesare il fatto che dopo l’ufficio non sei andato a sminare un campo in Bosnia o a scavare un pozzo per l’acqua in Mali, così come me la darei a gambe levate da un bar dove i frequentatori la mattina discutessero su Horkheimer o Adorno. Insomma, non sono il professor Cacciari. E, come già detto, il mio bar è perfetto, perché a metà strada fra un grosso cantiere e la sede di un famosa ditta di consulting: operai e terziario, insieme al banco, rubandosi la “Gazzetta” e lamentandosi per ciò che non va nel Paese (oltre che nel modulo di Montella).
 
Siccome, però, l’argomento migranti è sempre nella top 3 di quelli discussi, spesso con toni tutt’alto che solidali od oxfordiani, stamattina mi attendevo una sorta di dibattito post-cineforum nel maggio del Sessantotto, pareri che si accavallavano, urla per imporre il proprio punto di vista, addirittura l’assenza di fila per la “Gazzetta”, vista la concitazione in atto sul tema immigrazione. Invece, zero. L’Austria blinda i confini? Chissenefrega. L’Europa ci prende per l’ennesima volta in giro, blandendoci con le briciole dei fondi comunitari? Chissenefrega. Minniti apre in fretta e furia nuovi hotspot, ovvero di fatto amplia il fronte degli arrivi, come richiesto solo ieri dall’UE? Chissenefrega. L’argomento di stamattina era uno e uno soltanto: Massimiliano Allegri e Ambra Angiolini nuova coppia dell’estate. Ora, io capisco che “Non è la Rai” ha provocato più danni ai polsi delle tendiniti da mouse, però una volta preso atto dell’accoppiamento, uno potrebbe anche rendersi conto di cosa gli sta accadendo attorno. Proprio sui migranti, ad esempio. Domani, infatti, si terrà il vertice dei ministri dell’Intero UE a Tallinn, in Estonia e, in vista di questo appuntamento, la Commissione UE ha avanzato le sue proposte di solidarietà concreta all’Italia.
Vediamole, come riportate da “Repubblica”, mio metro di misura per dimostrare che non sono fazioso: “ll piano di azione a sostegno dell’Italia deciso oggi dalla Commissione prevede diversi livelli di intervento e di accelerazione, sulla base di misure già decise nei mesi scorsi. Ci sono compiti per la Commissione e le agenzie Ue, gli Stati e l’Italia. L’intento è quello di ridurre la pressione e aumentare la solidarietà. Tra le misure, che costituiranno la base per le discussioni nel Consiglio Giustizia e Affari Interni informale che si terrà a Tallinn, in Estonia, c’è la disponibilità di una squadra di reazione rapida di oltre 500 esperti in rimpatri della Guardia Costiera e di Frontiera Europea, pronta ad essere dispiegata alla richiesta dell’Italia e l’aumento dei fondi destinati alla gestione delle migrazioni, con 35 mln di euro addizionali pronti ad essere smobilizzati immediatamente. All’Italia si chiede di attuare rapidamente la legge Minniti creando ulteriori hotspot per la registrazione e migliorando le capacità di detenzione”.
Dunque, ci garantiscono nemmeno più l’argent de poche come stanziamenti addizionali, cosa che tra l’altro il governo italiano nemmeno aveva chiesto ma ci prendono anche allegramente per il culo: chi cazzo è un esperto in rimpatri? Un poliziotto? E se sì, di che nazione? Perché dovrebbe venire a insegnaci un qualcosa che la stessa UE non ci lascia fare, di fatto, scomodando di volta in volta vincoli, trattati e altre beghe legislative? Oltretutto, con la spada di Damocle del trattato di Dublino che ci impone di tenere chi arriva sulle nostre coste, il tutto con i Paesi confinanti che stanno blindando i confini come per una guerra. Che cazzo mi mandi l’esperto, se poi non ho una destinazione del rimpatrio, né uomini e mezzi sufficienti per operarli? Certo, il fatto che il tempo di identificazione medio in Europa sia 40 giorni e in Italia oltre 300, la dice lunga su come Roma abbia gestito finora il fenomeno ma Bruxelles non può prendermi in giro con gli esperti, se non alza per prima la voce su ricollocamenti e, soprattutto, sull’atteggiamento dei Paesi di partenza.
 
Perché l’accordo con la Turchia per ottenere la chiusura della rotta balcanica, tanto fastidiosa per la Germania, si è trovato in quattro e quattr’otto, sborsando 6 miliardi e invece il Nord Africa continua a non essere un interlocutore? E’ chiaro che un Paese diviso e lacerato come la Libia tenderà a dare pù retta alla Commissione UE che al Viminale o alla Farnesina, il problema ontologico è che all’Europa di risolvere il problema non frega un cazzo, tanto viene scaricato sugli eroici italiani, un po’ come era fiero ed eroico il camerata Galeazzo Musolesi delle “Sturmtruppen”. Di fatto, un coglione.
 
In compenso, al netto di misure concrete dell’UE che si configurano come cagata assoluta, l’Italia – cornuta e mazziata – ha dovuto battere i tacchi subito. Certo, avremo l’onore di riscrivere le regole relative all’operatività in mare delle ONG ma in compenso, il ministro Marco Minniti, oggi presenterà i nuovi hot-spot richiesti dall’Europa, ovvero nuovi punti di attracco e identificazione che faranno raddoppiare l’attrattività dell’Italia come meta di arrivo, al netto del “no” di Francia e Spagna all’uso dei loro porti – contro cui la Commissione non ha avuto nulla da ridire – e delle criticità già citate sul fronte di identificazione ed espulsione.
Sei i nuovi hotspot che andranno ad aggiungersi ai quattro già in funzione a Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto: saranno due in Sicilia, a Palermo e Siracusa, uno a Cagliari e altri tre in Calabria, a Reggio, Crotone e Corigliano Calabro, più un CIE da 100 posti in ogni regione. Evviva, in nome dell’Italia che è al collasso, apriamo altre strutture per collassare del tutto! Siamo fantastici! Minniti da Oscar!
 
Io rido per non piangere ma vi rendete conto a che punto siamo arrivati di presa per il culo? Certo, abbiamo Tito Boeri che spara numeri a cazzo su quanto i migranti ci serviranno per aver garantite le prestazioni sociali in futuro ma quello è avanspettacolo per bocconiani in vena di progressismo radical. Qui invece parliamo di carne viva: quella di chi viene stipato su un barcone e quella del nostro Paese, ridotto a enorme questura a forma di penisola, dove chi arriva viene parcheggiato in attesa di sapere quale sarà il suo destino, usufruendo nel contempo di tre pasti al giorno e un posto letto, magari scomodo ma sempre meglio che le bombe, visto che continuano a dirci che scappano dalla guerra, pur arrivando tutti da Paesi africani non belligeranti. Sei nuovi hotpost non vogliono dire identificazioni ed espulsioni più rapide, perché non abbiamo i mezzi e poi i migranti non sono scemi, visto che ONG e “mediatori culturali” (oltre che la Feltrinelli, casa editrice che ha addirittura pubblicato una guida per clandestini su come inculare le istituzioni italiane) li hanno ben indottrinati su quali siano i loro “diritti” una volta toccata terra in Italia, come testimoniato da ricorsi record e tribunali intasati.
Stiamo festeggiando come presunta soluzione l’ennesima, clamorosa fregatura. E Dio ci scampi da cosa potrà attenderci al vertice di domani a Tallinn, visto che quando hai contro a prescindere tre Paesi come Francia, Spagna e Austria, difficilmente potrai sperare di poter fare non solo la voce grossa ma fronte comune con qualcuno. E mi sono limitato alla questione migranti, perché volendo stamattina c’era da parlare di MPS e i suoi esuberi, delle banche venete e del decreto di “salvataggio” che va in Aula, del fatto che dopo 23 anni la Procura di Roma ha sentenziato che non si riescono a identificare esecutore e movente dell’omicidio della giornalista RAI, Ilaria Alpi e del suo operatore, Miran Hrovatin o ancora del fatto che questo Paese è diventato talmente “Fantasilandia” da permettere all’ISTAT di parlare di “segnali positivi ma in rallentamento” per l’economia italiana.
 
Come cazzo si può essere in striscia positiva, rallentando contemporaneamente? E’ come essere sbronzi ma sobri, capite che è delirante. E invece no, è il nostro istituto nazionale di statistica. Quindi, oggi davvero il mio bar mi ha deluso, la mia Italia in miniatura appoggiata al bancone o al tavolo all’aperto per fumare subito dopo il caffè, si merita tutta la merda che la sta inondando, perché una summa di prese in giro, cialtroneria, malaffare, insabbiamento, dilettantismo, servilismo e volontà di resa al più forte del genere non si vedeva da tempo. Forse, non si era mai vista. Mai l’Italia è stata tanto piccola nel mondo. E tanto patetica. E la colpa, in gran parte, è nostra: perché gli incapaci che governano, al netto d listoni bloccati e altre alchimie elettorali, li eleggiamo noi e li mandiamo noi a Montecitorio come a Palazzo Madama come a Bruxelles come nell’ultimo consiglio comunale dei 7.998 comuni italiani.
 
Noi, che mentre il nostro Paese apre nuovi centri informativi tipo pro-loco per fuggitivi di mezzo mondo e lo fa oltretutto in un contesto di rivendicazione che dovrebbe vederci in posizione di forza (figuriamoci se avessimo dovuto scusarci per qualcosa), passiamo il tempo a guardarci in giro, persi con la mente ma con un unico pensiero: Allegri si scopa Ambra. Beato lui. Noi invece stiamo per essere scopati per l’ennesima volta dall’Europa. Ma, a quanto pare, ci pia
Di Mauro Bottarelli , il 5 luglio 2017

Risorse, stupri e violenze sulle donne, quando la censura è d’obbligo

stupro-donne-stranieri-castrazione-dati-violenza-orig-1_main8 casi di stupro e violenze su donne (anche straniere) in un giorno e mezzo grazie alle risorse, le associazioni contro le violenze sulle donne TACCIONO, sarebbe istigazione all’odio “drammatizzare” ? E’ razzismo dare voce alle VITTIME la cui esistenza è stata profondamente traumatizzata? Censurare queste voci è un obbligo di tolleranza? Nessun limite all’accettazione di abusi in nome dei loschi affari di scafisti/Ong e coop dell’accoglienza?
Migrante stupra donna al cimitero
10-08-2017
Agenti della Polizia di Stato del commissariato di Tivoli in collaborazione con la squadra mobile di Roma, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura di Tivoli, hanno eseguito la misura della custodia cautelare in carcere a carico di A.C.B., romeno di 35 anni, per i reati di violenza sessuale aggravata e lesioni aggravate, nei confronti di una trentenne romana e per maltrattamenti e atti persecutori a carico dell’ex-compagna romena. La vicenda risale al maggio scorso, quando l’indagato, in una strada sterrata limitrofa al cimitero comunale di Tivoli, ha picchiato selvaggiamente una donna che aveva “abbordato” qualche ora prima in un bar. La stessa, raccontava di essere stata avvicinata, da un uomo, che presentandosi come un inglese domiciliato a Castel Madama, con molto garbo e modi particolarmente gentili, la invitava a cena. Poi, con la scusa di riaccompagnarla a casa, la conduceva nei pressi di un cimitero dove, dopo averla spinta a terra, l’ha picchiata , tanto da causarle la frattura del setto nasale, di uno zigomo, oltre a numerose ecchimosi. A quel punto, l’ha costretta a subire sevizie e un rapporto sessuale, durante il quale però la vittima ha dichiarato di averlo sentito parlare in rumeno. Al termine delle violenze, la donna è corsa sulla strada principale, dove è stata soccorsa da un passante, che ha poi allertato le forze dell’ordine. Le indagini per identificare lo stupratore, sono state complesse e molto articolate, ma gli investigatori sono riusciti dapprima ad individuare e identificare l’ex convivente, la quale ha raccontato dei numerosi soprusi subiti e del terrore che le aveva impedito, fino a quel momento, di denunciarlo, anche perché l’uomo aveva più volte minacciato di morte sia lei, che tutte le persone che le erano vicine. Quest’ultima, raccontava poi agli inquirenti di subire ancora atti persecutori da A.C.B. e mostrava agli stessi alcuni messaggi e delle fotografie inviate dallo straniero. E proprio da queste immagini i poliziotti hanno capito che l’indagato, per ingelosire l’ex compagna, le aveva inviato numerosi messaggi pornografici e fotografie, che lo ritraevano con la vittima dello stupro, proprio poco prima che questo venisse commesso. Grazie alle indagini espletate, lo stupratore veniva identificato quando ormai era già scappato in Romania ma, grazie alla sinergica collaborazione tra la Polizia e la magistratura italiana e rumena, l’uomo veniva arrestato in esecuzione di mandato d’arresto europeo ed estradato poi in Italia, dove sconterà la pena per i crimini commessi.
Picchia, minaccia di morte e ricatta una ragazzina: “O fai quello che ti dico o ti ammazzo”
09-08-2017
Una brutta storia arriva da Assisi e che vede protagonisti due ragazzi giovanissimi, una delle quali minorenne. Un 19enne – originario dell’Albania ha reso la vita un inferno ad una ragazza con la quale, per un certo periodo, aveva allacciato un rapporto sentimentale. Ma qualcosa è ben presto cambiato: la minorenne è stata picchiata, derubata, ricattata e perfino minacciata di morte da quell’amico speciale diventato poi un aguzzino.
 
Ma non si è arresa chiedendo prima aiuto alla famiglia e poi ai Carabinieri. L’Arma è riuscita ad identificare il giovane e dopo aver ricomposto il puzzle di indizi forniti dalla vittima, e di concerto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, ha fatto scattare le manette ai polsi allo straniero. Le accuse sono pesanti: rapina, lesioni, minaccia ed estorsione. La vittima – da tempo subiva maltrattamenti da parte del suo “amico” – alcuni giorni indietro, era stata da questo derubata con violenza del proprio telefono cellulare che, avrebbe potuto riavere solamente previa consegna della somma di euro 60,00. Il tutto dopo le ennesime minacce di morte. Il presunto aguzzino si trova adesso agli arresti domiciliari in attesa del previsto interrogatorio di garanzia
 
RIMINI, RAGAZZINA STUPRATA DA AFRICANO IN BAGNO STAZIONE
10-08-2017
“Mi ha violentata nel bagno della stazione”, 18enne finisce in ospedale
Violentata nei bagni della stazione ferroviaria di Cattolica. La vicenda risalirebbe a due giorni fa quando, secondo il racconto della vittima, una sera stava ritornando nella struttura di accoglienza dopo aver lavorato tutta la giornata come stagista in un negozio. E’ stato qui che ha incontrato un giovane di colore, già conosciuto precedentemente proprio nel tragitto tra il lavoro e la casa protetta, con il quale aveva scambiato alcune parole in attesa dell’arrivo dell’autobus. I due si erano scambiati alcune frasi in inglese e la sera dopo, poco dopo le 18,30, l’ha ritrovato fuori dal negozio ad attenderla. Quattro passi insieme, fino ad arrivare allo scalo ferroviario, quando il presunto violentatore le avrebbe chiesto indicazioni per le toilette.
 
La 18enne, convinta di aiutarlo, si è offerta di accompagnarlo per mostrargli la strada ma, una volta arrivati davanti alla porta, il ragazzo l’avrebbe afferrata con la forza, trascinata nei bagni e abusato di lei nonostante le mestruazioni. Dopo la violenza, il giovane africano si è allontanato facendo perdere le proprie tracce mentre, la ragazza, è ritornata nella struttura di accoglienza. Solo dopo altri due giorni, rendendosi conto che le perdite ematiche intime non accennavano a diminuire, ha trovato il coraggio di raccontare tutto agli operatori e, di corsa, è stata portata in ospedale.
I sanitari, dopo averla visitata, le hanno ricotrato delle lesioni ed è stato necessario applicare alcuni punti di sutura. Dall’ospedale è partita la segnalazione alla forze dell’ordine e, in Procura, è stato aperto un fascicolo per violenza sessuale. Sono in corso le indagini da parte della squadra Mobile della Questura di Rimini per individuare il giovane che avrebbe violentato la ragazza.
 
APRE LA PORTA DI CASA A IMMIGRATO, LUI LA STUPRA
11-08-2017
CASTELMASSA – Lei probabilmente lo conosceva solo di vista, non aveva particolari timori, ma lui ha cercato di violentarla. I carabinieri di Castelmassa hanno arrestato con l’accusa di violenza sessuale un marocchino di 43 anni, E.H.A, le sue iniziali, residente a Castelnovo Bariano. Secondo l’ordine di custodia cautelare in carcere, emesso al termine delle indagini svolte dagli stessi militari della compagnia altopolesana, l’uomo ha violentato una 53enne, anche lei straniera, ma originaria dell’Est Europa. La donna pare conoscesse di vista il cittadino marocchino di dieci anni più giovane. Lo vedeva passare ogni tanto davanti alla propria abitazione. Sembra svolgesse qualche lavoretto saltuario, ma senza avere mai un’occupazione fissa. La scorsa settimana il marocchino si è imbattuto nella signora, ha aperto la porta, ed è scattata l’aggressione. La 53enne è stata afferrata e buttata a terra…
PADOVA: BIMBA DI 12 ANNI MOLESTATA DA IMMIGRATO MENTRE E’ IN BICI CON LA MAMMA
11-08-2017
PADOVA – Doveva essere una spensierata scampagnata in bicicletta, da Arzergrande a Piove di Sacco e ritorno. Invece, mercoledì dopo cena, la pedalata serale di una mamma con le sue tre figlie, di 12, 15 e 20 anni, si è trasformata in un incubo per la famigliola. La sorella minore, infatti, sarebbe stata molestata sessualmente da un giovane nordafricano, come denunciato ai carabinieri di Piove di Sacco dalla sorella maggiore, la sera stessa, e dalla madre, la mattina dopo.
 
Sono circa le 22 quando il gruppetto arriva vicino alla stazione ferroviaria, in via Vittorio Veneto. Le cicliste hanno già fatto qualche chilometro e si fermano per riposare un attimo, anche perché, sulla loro strada, si presenta un ragazzo straniero, sui vent’anni o poco più. Forse è un nordafricano vista la sua carnagione e come parla. La ventenne racconta che il giovane ha fermato la sorella di 15 anni, che viaggiava in testa alla fila indiana, per chiederle qualche informazione sulla moschea più vicina. La raggiungono subito anche le altre tre, e la mamma risponde alle domande del ragazzo che poi ringrazia e fa per andarsene. La comitiva riparte, da ultima, in fondo, la figlia 12enne, che a un certo punto grida il nome della sorella maggiore. Poi arriva piangendo, raccontando che quell’uomo l’ha molestata mettendole le mani sui fianchi, e addirittura qualcosa di peggio, di ancor più spinto: «Mi ha fatta sentire male» spiega la ragazzina alla ventenne e alla mamma.
Richiedente asilo prende donna a cinghiate
10-08-2017
Violenza in corso Perrone a Genova. Un richiedente asilo nigeriano di 22 anni avrebbe colpito più volte una giovane connazionale, anche con la cintura dei pantaloni, durante un violento alterco.
 
L’episodio sarebbe avvenuto lunedì notte.
 
Secondo quanto riferito, la donna è stata trasferita al pronto soccorso del Villa Scassi, dove è stata medicata per le ferite e dimessa con una prognosi di 15 giorni.
 
Il richiedente asilo sarebbe quindi stato denunciato per lesioni e rischia di vedersi revocata la richiesta di permesso di soggiorno, avanzata per “motivi umanitari”.
 
MAROCCHINO IRROMPE IN CASA E STUPRA 53 ENNE: BAZZICAVA IL QUARTIERE…
10-08-2017
I carabinieri di Castelmassa hanno arrestato con l’accusa di violenza sessuale un marocchino di 43 anni, E.H.A, residente a Castelnovo Bariano.
 
Secondo l’ordine di custodia cautelare in carcere, emesso al termine delle indagini svolte dagli stessi militari della Compagnia alto polesana, l’uomo il 3 agosto scorso ha violentato una 53enne.
Ad avvertire i carabinieri era stata la vittima, che aveva denunciato di essere stata aggredita da un uomo, che lei conosceva solo di persona ma non di nome, per averlo visto più volte transitare nei pressi del suo appartamento.
 
Secondo la denuncia l‘uomo, che era riuscito ad accedere all’abitazione vista la conoscenza con la vittima, l’aveva strattonata, buttata a terra, aggredita e aveva poi tentato di stuprarla. Solo la reazione energica della donna le aveva consentito di evitare il peggio, e l’uomo alla fine si era allontanato.
 
Le indagini coordinate dalla Procura della repubblica di Rovigo ed effettuate sul campo dal Nucleo Operativo dei carabinieri in collaborazione con la Stazione di Castelmassa, hanno permesso in pochi giorni di identificare l’aggressore e di raccogliere tutti gli indizi necessari per ottenerne l’arresto e la misura cautelare in carcere
 
Alle prime luci del mattino è scattata l’operazione. Dopo aver verificato ed individuato la dimora dell’uomo, i carabinieri hanno dato seguito all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Rovigo e l’hanno portato in carcere a Rovigo.
MODENA, CICLISTA BUTTATA A TERRA E VIOLENTATA DA NORDAFRICANO
10-08-2017
Tentata violenza, 16enne gettata a terra e aggredita per strada
 
Un episodio davvero grave si è verificato ieri mattina poco fuori dal centro di Bomporto, lungo via Verdeta. Erano circa le ore 10 quando una 16enne del posto stava pedalando lungo la strada e si è trovata a dover fronteggiare un malintenzionato che ha iniziato a seguirla a sua volta in sella ad una bicicletta. Prima si è trattato solo di apprezzamenti verbali, poi però lo sconosciuto si è fatto più insistente, nonostante la ragazza avesse accelerato per levarselo di torno.
 
Il giovane l’ha raggiunta e fatta cadere a terra, poi si è avvicinato e l’ha palpeggiata. Soltanto le grida della 16enne lo hanno fatto desistere e fuggire. La vittima, sconvolta, si è recata qualche ora più tardi a denunciare i fatti ai Carabinieri.
 
Subito sono partite le indagini, che si sono avvalse anche di un testimone, che ha confermato la versione della giovane, descrivendo l’aggressore come uno straniero dai tratti nordafricani. L’Arma sta ora restringendo il campo, creando cioè un “album fotografico” con una serie di sospettati che dovranno poi essere identificati.
 

Merano: 57mila euro di soldi pubblici per dare lavoro ai migranti

RISTORANTE africanoaltro business con i soldi dei contribuenti,  chi incassa ovviamente LE COOP……PER OFFRIRE LAVORO TEMPORANEO POI Si spendono tanti soldi per trovare lavoro al 40% dei giovani italiani disoccupati?!? Ah giusto, sono choosy non vogliono lavorare.
Merano: 57mila euro di soldi pubblici per dare lavoro ai migranti
venerdì, 11, agosto, 2017
In Alto Adige si assumono richiedenti asilo. Di fatto i migranti saranno impiegati nella frutticoltura e anche nella gestione di un ristorante di cucina africana.
 
A segnalare l’iniziativa è la stessa Provinca Autonoma dalla Ripartizione Lavoro. Il ristorante, con uno stanziamento di 57.000 euro da parte dello Stato a favore del Comune di Merano, sarà gestito da una cooperativa sociale con il sostegno della federazione cooperative di una banca altoatesina.
“L’utilizzo di persone richiedenti asilo per la raccolta della frutta rappresenta un’opportunità sia per i datori di lavoro che per i lavoratori – ha detto Helmuth Sinn, direttore della Ripartizione lavoro della Provincia -. In questo senso l’utilizzo di persone richiedenti asilo nel campo della raccolta della frutta può essere senz’altro considerata un’utile misura di integrazione“.
Secondo la Provincia “se per i richiedenti asilo il lavoro nell’ambito della raccolta della frutta può offrire l’opportunità di conoscere meglio l’ Alto Adige, di migliorare le loro conoscenze linguistiche e di avere per alcuni mesi un’occupazione e quindi un reddito, per i datori di lavoro si tratta di un’occasione per conoscere da vicino queste persone provenienti da altri Paesi e fuggite da situazioni di povertà o dalla guerra”.

Ma le ONG si comportavano così?

refugees-welcomeQuesta mattina durante il vertice di Tallin, il ministro Minniti ha illustrato ai propri colleghi europei il nuovo codice di comportamento al quale le ONG che lavorano trasportando i migranti dovranno attenersi, pena la chiusura dei porti per le navi che non rispetteranno le regole. Fatta la debita premessa che nutriamo più di qualche dubbio sulla severità con cui dette norme verranno applicate, soprattutto qualora si faccia leva sull’emergenza umanitaria e la sensibilità popolare, risulta quanto mai interessante prenderne visione….
perché il fatto che siano state emanate dimostra come una cospicua parte delle ONG impegnate nell’operazione fosse solita comportarsi nelle maniere stigmatizzate dal nuovo codice.
Le navi delle Ong non dovranno più entrare nelle acque territoriali libiche, segno che fino ad oggi in tutta evidenza lo facevano.
 
Viene ribadito l’obbligo di non spegnere i transponder a bordo e il divieto di agevolare con l’uso del telefono o delle luci i contatti con gli scafisti, segno che in tutta evidenza questo accadeva.
Puntualizza poi l’obbligo di non effettuare trasbordi su altre navi, italiane o appartenenti a dispositivi internazionali e quello di dichiarare le fonti di finanziamento per la propria attività in mare, dal momento che evidentemente fino ad oggi non è stato così.
 
Viene ribadito l’obbligo di non ostacolare le operazioni della Guardia costiera libica, come evidentemente avveniva regolarmente e infine l’obbligo di trasmettere tutte le informazioni di interesse info-investigativo alle Autorità di Polizia italiane con contestuale consegna, di iniziativa e su richiesta, di ogni oggetto potenzialmente idoneo a costituire prova o evidenza di fatto illecito. Segno che molto spesso i fatti illeciti venivano coperti e le indagini ostacolate.
 
Insomma sotto tutti i punti di vista le ONG fino ad oggi non devono essersi comportate in maniera così adamantina, se perfino la UE (sponsor dell’accoglienza) si è sentita in dovere di emanare un codice che ne regolasse gli “allegri” comportamenti.