Yemen, bambini malati di cancro muoiono in agonia

un articolo di dicembre, ma non credo che sia stato trattato il genocidio degli yemeniti ad opera dell’Arabia Saudita, tanto cara alleata del Premio Nobel per la pace Obama, Chissà chi minacciava la stampa se ne avesse parlato, sicuramente Putin o Trump no?

Ce ne parlerà senz’altro Meryl Streep o Robert de Niro, del perché sono evidentemente diversamente musulmani, perché loro “non vanno salvati”? Grazie OBAMA, per questo  (ed altri) genocidio, le proteste contro Trump DIMOSTRANO QUANTO I MORALMENTE SUPERIORI HANNO GRADITO I TUOI MASSACRI


Yemen, bambini malati di cancro muoiono in agonia

bambini malati yemen
Mentre i nostri bambini sono in attesa dei regali di Natale, in altri Paesi, come in Yemen, i bambini aspettano le feste tra bombe, fame, malattie da malnutrizione e agonie da cancro, sotto gli attacchi militari sauditi quasi su base giornaliera, che hanno ucciso migliaia di persone e distrutto infrastrutture civili del Paese, tra cui ospedali, scuole e fabbriche.
Anche prima dello scoppio del conflitto, nel marzo del 2015, lo Yemen doveva affrontare le sfide da povertà diffusa, insicurezza alimentare e mancanza di servizi sanitari. Ma ora, con più di 3,2 milioni di persone sfollate, cibo e carburante da importazioni tagliate, e i mezzi di sussistenza distrutti, più di quattro su cinque yemeniti hanno bisogno di un qualche tipo di assistenza umanitaria. In tutto lo Yemen, almeno 370mila i bambini sono affetti da malnutrizione acuta grave.
Sono sopratutto i più vulnerabili, i bambini, a pagare un tributo devastante
Migliaia sono i bambini morti o feriti sotto i bombardamenti. Sono 10mila i bambini morti nello scorso anno, tutti sotto i cinque anni di età, per malattie del tutto “evitabili e prevenibili”, come la diarrea e la polmonite, secondo le Nazioni Unite.
Il conflitto ha portato lo Yemen indietro di centinaia di anni. La maggior parte del Paese è senza lavoro e ci sono carenze di energia elettrica, gas, acqua e cibo. Per quasi 600 giorni i bambini sono andati a letto, ogni singola notte, terrorizzati dal rumore degli aerei.
Un semplice colpo di tosse, una febbre, il freddo può uccidere quando lo stomaco è vuoto e il corpo debilitato, le strade sono polverizzate dai bombardamenti e gli ospedali sono irraggiungibili sia finanziariamente che logisticamente.
Il colera si sta diffondendo e la minaccia della carestia si profilaStiamo vedendo scene che ricordano il Biafra o l’Etiopia negli anni ’70 e ’80, scrive un cittadino yemenita che vive a Sana’a, la città che ha affrontato – insieme a Saada, al confine con l’Arabia Saudita – la maggior parte degli attacchi aerei della vile aggressione saudita. Egli scrive anche di come si muore di cancro in Yemen.
I due figli di Mohamed Ahmed
Mohamed Ahmed, padre di due figli, entrambi i quali hanno una forma grave e dolorosa di cancro alla lingua. Cercava aiuto ed è stato solo in grado di raggiungere la capitale Sana’a perché gli amici nel suo villaggio hanno raccolto donazioni per finanziare il suo viaggio.
La prima figlia di sei anni, Gaza, aveva il cancro alla lingua e nonostante le visite in molti ospedali non ha trovato un trattamento efficace per lei. L’unica soluzione era un intervento chirurgico urgente, possibilmente con trapianto di lingua, ma a causa della guerra i medici non sono nelle condizioni attualmente di effettuare tale trattamento. Non è stato possibile trasportarla in un ospedale fuori dal Paese, perché l’aeroporto di Sana’a è stato chiuso a causa di un blocco dei sauditi. E Gaza ha aspettato a letto la morte sopportando atroci dolori.
Ma lo strazio dei genitori non è finito, continua con il loro figlio, Mohamed, di due anni colpito dallo stesso male, un cancro alla lingua che ha bisogno dello stesso trattamento. In questo modo, atroce, i bambini muoiono di cancro in Yemen.
dicembre 09 2016,   di Cristina Amoroso

Dov’era Meryl Streep quando Obama andava a caccia degli informatori e bombardava i matrimoni?

son proprio dei pagliacci a comando di Soros
 
Non poteva mancare un intervento di George Soros, il grande magnate, longa manus della elite di potere, il quale, presente a Davos (il convegno dei potenti) ha dichiarato di considerare Trump come “un impostore, un truffatore ed un potenziale dittatore che farà tremare i mercati finanziari”.
Soros, che è stato uno dei grandi sponsor della campagna presidenziale della Clinton, ha manifestato fiducia che il Congresso e la Costituzione mettano un freno a Trump. fonte

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Bene, prima di rischiare qualche malinteso, premetto una cosa: io adoro Meryl Streep.  potete dire tutto quello che volete, ma “Il diavolo veste Prada” è un classico e non dovrò mai pentirmi di averlo detto ed il discorso anti-Trump  della Streep nella notte di Domenica ai Golden Globes è stata un’altra performance sublime,  recitata con emozione e con grazia. Un vero e proprio strappalacrime per tutti quelli che si sentono preoccupati per l’inizio della prossima epoca-Trump.
Eppure … si sentiva un cattivo odore. In effetti qualcosa puzzava:  era vera ipocrisia allo stato puro.
Perché la Streep, purtroppo, viene da una razza di ipocriti della Hollywood- Liberal.
Parlo di quelli che, quando l’inquilino della Casa Bianca è un democratico, che si è appena fatto un giretto con Beyoncè, non sentono che il loro cuore sanguina, anzi, diventano improvvisamente introvabili.
Nel suo discorso appassionato,  la Streep ha invitato colleghi e fan ad unirsi a lei nel fare una donazione al Comitato per la protezione dei giornalisti: “Abbiamo bisogno di una stampa che abbia dei valori,  che sappia chiedere al potere di rendere conto del proprio comportamento, che sappia metterli all’angolo ogni volta che si fa un sopruso. E’  per questo motivo che i padri fondatori della nostra Costituzione sancirono  la libertà di stampa”.
Ha ragione, naturalmente. Ma ci si chiede se la Streep sia stata almeno a conoscenza, per esempio, che l’amministrazione Obama  ha  perseguito più informatori – whistleblowers  di quanti ne abbiano mai perseguito tutti i suoi predecessori messi insieme?  E’ una  tradizione questa, che  Trump probabilmente continuerà, ma è piuttosto strano che un un pensiero del genere, finora, non le fosse ancora passato per la mente.
Dove stava la Streep – quella che all’improvviso si preoccupa del fatto che ” violenza chiama violenza” – quando Obama aiutava l’ Arabia Saudita a radere al suolo lo Yemen,  bombardando funerali e feste di matrimonio?
O quando  con un “intervento umanitario” in Libia ha prodotto tanti di quei disastri da trasformare la Libia in uno stato fallito, permettendo  ai terroristi dell’ ISIS di crescere e prosperare?
O quando il grande unificatore si guadagnava il soprannome di ‘The Drone King- Il Re dei Droni’ , quando decideva di espandere il programma dei droni americani, fino a portare 10 volte più attacchi  di quanti ne faceva George W. Bush?  Un ‘altra tradizione  che anche Trump probabilmente sarà ben felice di mantenere.
https://twitter.com/realDonaldTrump
Meryl Streep, one of the most over-rated actresses in Hollywood, doesn’t know me but attacked last night at the Golden Globes. She is a…..
Dove era la  Streep quando il Premio Nobel per la Pace bombardava non uno, due o tre – ma  sette paesi diversi?
Per correttezza nei confronti della Streep, probabilmente non se ne poteva accorgere perché neanche la “stampa  che difende i valori” sembrava essersene accorta. La cosa divertente anche su questo punto è che –  dal momento che la Streep e i suoi amici sembrano preoccupati per l’apparente disprezzo che manifesta Trump verso gli stranieri: Tutti i paesi bombardati dall’amministrazione Obama erano paesi musulmani.
E dove stava la Streep quando l’amministrazione Obama, in Siria,  negoziava a nome dei ” ribelli moderati” legati a Al Qaeda?
Certo dove stavano tutti quelli ipocriti seduti in sala, quando Obama nel corso del solo 2016   ha fatto buttare  26.171 bombe?
Oh, è vero, stavano tutti  festeggiando a casa sua!
Attenzione, queste persone hanno tutto il diritto di fare tutte le rimostranze contro Trump  che vogliono fare- e devono farle. E’  legittimo fare rimostranze. Ma  non si meritano né gli applausi, né l’adulazione dalle masse, se mettono la testa sotto la sabbia per non vedere e non sentire,  quello che meritano è che qualcuno le scuota e le svegli.
La loro indignazione morale è vuota e senza senso, a meno che non siano – loro stessi – sempre coerenti.
 
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Per quanto riguarda  Trump,  è facile leggere tutto il suo livore nella risposta al discorso della Streep, quando l’ha  definita un’attrice “sopravvalutata” – cosa che difficilmente ha ferito i sentimenti dell’attrice, quanto le parole della Streep hanno ferito lui. Per lui, il Presidente-eletto, questo potrebbe essere il momento giusto per rendersi conto che, durante i prossimi quattro anni, riuscirà a fare molto poco,  se continuerà a rispondere ad ogni insulto, anche poco importante scrivendo ogni volta su  Twitter.
 
Il fatto è che, molte delle offese subite –  contro cui la Streep e tutta l’elite di Hollywood stanno combattendo – non sono specificamente dirette contro Trump, non sono nuove offese. Sono oltraggi che la gente sta già subendo. Obama, l’eroe di Hollywood,  è quello che si è messo di traverso con i giornalisti e gli informatori ed è quello che ha bombardato degli innocenti, se questo è il percorso migliore che trovato, ha reso ancora più facile il compito di Trump.   E’ ora di svegliarsi.
 
Sei grande una grande attrice Meryl.  Molti dicono che tu sia  la migliore. Potresti far finta di pensare solo a questo, e lasciar perdere tutto il resto.
Danielle Ryan è una freelance irlandese, scrittrice, giornalista e analista dei media.  Ha vissuto e viaggiato in  USA, Germania, Russia e Ungheria. Ha pubblicato su  RT, The Nation, Rethinking Russia, The BRICS Post, New Eastern Outlook, Global Independent Analytics e altri, oltre a lavorare su numerosi altri progetti di copywriting e editing. Website www.danielleryan.net.
di Danyelle Rian – 11/01/2017
Link : https://www.rt.com/op-edge/373182-meryl-streep-obama-bombing-golden-globes/
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario
Fonte: Comedonchisciotte

GIÙ LE MANI DALLA RETE!

La campagna contro le cosiddette bufale della Rete è la reazione in malafede di tutti i poteri politici, economici, militari, dell’ informazione, che temono di perdere il loro “monopolio della Verità”. Certo sulla rete viaggia di tutto, anche invenzioni e fesserie, ma nessuna di queste “bufale” ha mai superato il controllo e la contestazione della rete big brotherstessa. Perché nella rete ci sono milioni di persone in carne ed ossa che contribuiscono alla sua funzione critica, a volte pagando di persona proprio per questo.
Al contrario le falsità del palazzo sono sempre state sostenute ed amplificate dal sistema dei mass media e dagli intellettuali complici, con danni drammatici per tutti noi. Ricordate il Segretario di Stato di Bush, Colin Powell, mostrare all’ ONU la fiala che avrebbe dovuto contenere le prove delle armi chimiche di Saddam Hussein ? Era un falso voluto dal governo USA per giustificare l’ invasione dell’ Iraq. Tutti i governi occidentali, tutti i mass media, tutti i commentatori dei grandi giornali, fecero propria questa colossale menzogna e gli USA scatenarono quella guerra che ancora oggi fa strage ovunque, da ultimo nelle discoteche di Istanbul.
Per anni il regime della grande finanza internazionale ha potuto presentare i suoi più sfacciati interessi e affari come una necessità comune. E questo grazie alla stessa Propaganda, che esaltava la guerra come strumento di esportazione della democrazia.
Mentre l’ Unione Europea distruggeva ovunque lo stato sociale e sottoponeva la Grecia ad una dittatura coloniale, tutto il regime mediatico vantava la bellezza dell’ europeismo. Le élites politico economiche hanno potuto nascondere il loro dominio sulle nostre vite presentando il loro potere come la più nuova e moderna delle democrazie.
Per anni il dominio della bugia a reti unificate ha determinato i passaggi fondamentali delle nostre società, fino a che ad un certo punto la macchina del consenso si è inceppata. La crisi è nata dal divario enorme e crescente tra la propaganda ufficiale ed i risultati reali. La guerra che doveva liberarci dal terrorismo lo ha importato nelle nostre città, la crisi economica sempre più pesante e discriminatoria nei suoi effetti, ha mostrato la vacuità degli inni alla ripresa.
La rete non ha prodotto nulla di proprio, ma ha registrato e diffuso la crescente insoddisfazione di massa e reso sempre più insopportabili e ridicole le bugie di regime.
Il sistema di propaganda ufficiale è diventato meno credibile, e dal referendum greco a quello sulla Brexit, dall’ elezione di Trump alla vittoria del NO in Italia, ha potuto solo registrare pesanti sconfitte. I pronunciamenti popolari sono stati diversi, opposti anche, ma in comune hanno avuto il rifiuto e persino il dileggio delle bufale della propaganda dei governi e del mondo degli affari.
È questa sconfitta che ha indotto i poteri forti, i signori della propaganda e i loro servi sciocchi a lanciare la campagna per il controllo della rete.
Da noi il massimo della sfacciataggine lo ha toccato la presidente della Camera in piena campagna referendaria. Mentre tutte le TV e il 98% dei giornali sostenevano fanaticamente il SI, Boldrini ha convocato un convegno per denunciare i rischi per la democrazia provenienti dalla rete.
Poi, dopo il presidente dell’ antitrust che avrebbe ben altro da fare, anche il presidente Mattarella ha auspicato un controllo sulla comunicazione in internet.
Porrebbero che la rete funzionasse come la Rai, Mediaset, Sky, o come quasi tutti i quotidiani, vorrebbero che la rete fosse cosa loro.
Tutti questi censori, da quelli di casa nostra a Obama al Parlamento Europeo, non vogliono capire che la loro verità è andata in crisi non per colpa della rete, ma perché troppo lontana dalla realtà. Cercando di imbrigliare nei loro giochi la rete, essi dimostrano soltanto di non aver capito nulla della crisi attuale e di voler continuare con le politiche disastrose sin qui seguite, cercando solo di silenziare il dissenso.
Le élites hanno trasferito nella comunicazione la loro campagna contro il populismo. Per loro è populista tutto ciò che non accetta il loro potere ed è contrario ad una corretta informazione tutto ciò che smentisce le loro verità.
La rete non è il paradiso della libertà, anzi anche lì bisogna lottare perché le verità nascoste emergano, ma il regime della bugia che ci ha finora governato non tollera neppure parziali spiragli di luce e vuole controllare tutto.
Per questo bisogna dire a questi imbroglioni: giù le mani dalla rete !
di Giorgio Cremaschi  4 gennaio 2017

La Turchia declina l’offerta di appoggio aereo dagli USA e chiede in sostituzione l’intervento aereo della Russia

 Base turca di Incirlikbase nato in turchia
La Turchia ha declinato l’offerta di aiuto degli USA per fornire appoggio aereo alle sue truppe in Siria ed ha richiesto, in sostituzione, alla Russia di fornire questo tipo di aiuto, come riferito dai responsabili statunitensi.
Questo episodio costituisce un’altro esempio della sconfitta politica statunitense di fronte alla Russia, che ha guadagnato influenza in Medio Oriente nell’ultimo anno.
Due responsabili militari statunitensi hanno detto che Ankara, che ha sostenuto combattimenti contro miliziani curdi e dell’ISIS dentro il territorio siriano, aveva accettato l’appoggio aereo russo negli scorsi giorni, come segnalato anche dal canale TV USA della NBC il Mercoledì scorso.
 
I turchi dal canto loro hanno rifiutato l’aiuto della coalizione diretta dagli USA, hanno affermato i responsabili del comando statunitense.
 
Quando è stata fatta la domanda dalla NBC agli ufficiali statunitiensi se i russi stavano attaccando l’ISIS nella città, quelli hanno risposto :”per adesso lo stanno facendo”-
In Agosto la Turchia aveva lanciato una incursione in Siria, affermando che l’operazione militare era diretta contro le forze curde siriane e contro l’ISIS, lo stesso gruppo a cui aveva fornito appoggio per anni.
 
Damasco aveva condannato l’intervento di Ankara come una violazione della sua sovranità.
I Ministri turchi mettono in questione la presenza delle forze USA nella base aerea di Incirlik
 
L’offerta di Washington era avvenuta alcune ore dopo che il ministro della Difesa turco, Fikri Isik, aveva avvisato che la mancanza di appoggio aereo nordamericano stava producendo sentimenti negativi nell’opinione pubblica turca rispetto all’utilizzo di questa badse militare da parte delle forze USA.
 
“Stiamo dicendo ai nostri alleati che….questo ci sta portando a mettere in questione la loro presenza ad Incirlik”, aveva dichiarato con riferimento alla grande base aerea situata vicino alla città di Adana, nel sud della Turchia.
Da parte sua anche il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, aveva criticato la mancanza di appoggio aereo degli USA nelle operazioni militari della Turchia nel nord della Siria ed aveva messo in questione la presenza di personale USA nella base turca.
 
“Se voi non ci appoggiate nelle operazioni miltari più significative, allora perchè siete situati nella base aere di Incirlik?, aveva dichiarato il ministro turco.
Nota: questi avvenimenti dimostrano la crescente tensione esistente tra gli USA e la Turchia da quando il presidente turco Recepit Erdogan ha accusato Washington di aver tramato il tentativo di colpo di Stato ai suoi danni, fallito come sembra per le informazioni trasmesse dall’intelligence russo.
Da quel momento Erdogan ha dimostrato di non fidarsi più di Washington e si è appoggiato alla Russia, tanto da voltare le spalle ai suoi vecchi alleati e ventilare la possibile uscita della Turchia dalla NATO.
Conseguenze del cambio di relazioni della Turchia:
 
1) nei giorni scorsi Erdogan ha firmato l’accordo con la Russia per il passaggio del gasdotto South stream dal territorio turco per portare il gas in Europa bypassando l’Ucraina.
 
2) Erdogan ha pubblicamente denunciato, pochi giorni fa, che Washington avrebbe di fatto aiutato l’ISIS e che di questa complicità i turchi dispongono di prove, filmati e documenti. In realtà questo era un “segreto di Pulcinella” ma, il fatto che lo riveli ufficalmente l’ex alleato Erdogan, mette l’Amministrazione USA in notevole imbarazzo.
 
3) Inoltre la Turchia ha concluso accordi con la Russia e con l’Iran per negoziare la pace in Siria, estromettendo di fatto gli USA dalle trattative. La Turchia accusa Washington di appoggiare i curdi del YPG che Ankara considera come “terroristi”.
Queste mosse di Ankara non hanno di certo giovato alle relazioni USA-Turchia e non è escluso che Washington, che segue con preoccupazione il nuovo cambio di politica di Ankara, si sia legato al dito il voltafaccia del governo di Erdogan. La Turchia è un paese troppo importante per trascurare le conseguenze del cambio di politica del suo governo.
Da quando si è registrato il cambiamento di campo di Ankara e si è creata la tensione con gli USA, la Turchia viene scossa da una serie di attentati stragisti dell’ISIS, l’ultimo dei quali, verificatisi ad Istanbul, ha causato 39 morti.
 
Alcuni osservatori si chiedono se questa sia soltanto una coincidenza.
Fonte: Al Manar – Traduzione e nota: Luciano Lago

Contro il complottismo, il “Ministero della Verità”?

Vi sarà qualcuno che vigilerà per noi che, mentre possiamo stare tranquilli con “Il Corriere della Sera” o con Repubblica”, con Mentana o con Fazio, siamo in balia invece, in Internet e più precisamente nei social, di notizie “false” progettate apposta dai tanti complottisti che imperversano in rete.
 
Secondo il Capo dell’antitrust(?) Pizzinato, il ruolo assunto dai vari debunker (smascheratori di complotti) tipo Saviano, Gruber…non è più sufficiente, come non è più sufficiente confidare sulla buona volontà di Google, di facebook, di Twitter. Si rende necessario contro le “false”notizie creare un team di esperti nominati da Bruxelles che sappia cancellare le “false” notizie, senza dover ricorrere alla magistratura, un tribunale contro i complottisti, un “Ministero della verità” come ebbe a chiamarlo Orwell, il profeta Orwell che in effetti aveva l’idea di una società umana terrificante come quella verso cui staiamo precipitando
Ho il sospetto tuttavia che più che alla ricerca di notizie relative all’avvistamento di “alieni di gomma”, il Pizzinato, sulla scia di preoccupazioni che arrivano da Oltreoceano, sia interessato a tutte quelle falsità che ruotano attorno a personaggi come Obama (l’assassinio dell’ambasciatore russo; il golpe in Turchia; il sostegno ad Al-Qaeda e all’Isis; l’uccisione mirata di sospetti terroristi, le stragi di massa con i suoi droni), come Hillary Clinton (l’aggressione contro la Libia per contrastare la moneta africana che Gheddafi stava per varare, l’invasione della Siria per favorire da una parte l’espansionismo di Israele e dall’altra favorire la nascita di uno stato salafita) o a fatti che sebbene siano stati chiariti in modo esemplare dalle autorità competenti ( vedi torri gemelle-che poi sono tre, le stragi di Bataclan, di Nizza, di Berlino ad opera di terroristi individuati da passaporti e affini) continuano ancora ad essere oggetto di dibattito complottistico.
RIsulta evidente che il “Ministero della Verità” andrà alla ricerca di notizie “vere” e di ipotesi credibili per cancellarle e diffondere notizie “false” al servizio del potere, tipo “fosse comuni con diecimila morti uccisi da Gheddafi”, “Milosevic genocida” (nessuna notizia di stampa sulla riabilitazione), “aereo malese colpito in Ucraina dai militanti del Donbass”
L’attacco alla libertà di espressione entra, secondo me, nel vivo. Perché nel vuoto di una reale opposizione che sia coraggiosa e responsabile, militante e credibile, l’attacco della grande finanza, tramite i suoi burattini a Bruxelles, a Roma e nelle presidenze regionali, contro la Costituzione procederà con arroganza (vedi tra l’altro l’incredibile verdetto della Cassazione secondo la quale il diritto al profitto è motivo valido per i licenziamenti) interessando ovviamente non solo la seconda parte ma anche la prima. Operazione necessaria per abbattere qualsiasi parvenza di democrazia e toglierci la libertà di espressione e di movimento
 
Dobbiamo resistere fin da subito cercando grandi alleanze democratiche contro la nuova reazione rappresentata dalla ex sinistra in nome di una vera sinistra e di un fronte unito.
di Antonello Boassa – 01/01/2017
Fonte: L’interferenza

L’eredità del democratico Barack Obama

Alla vigilia del passaggio di poteri alla Casa Bianca, il 2017 si apre con la strage terroristica in Turchia, due settimane dopo l’assassinio dell’ambasciatore russo ad Ankara, compiuto il giorno prima dell’incontro a Mosca tra Russia, Iran e TurchiaRisultati immagini per premio nobel pace Obama per un accordo politico sulla Siria. Incontro da cui erano esclusi gli Stati uniti. Impegnati, negli ultimi giorni dell’amministrazione Obama, a creare la massima tensione possibile con la Russia, accusata addirittura di aver sovvertito, con i suoi «maligni» hacker e agenti segreti, l’esito delle elezioni presidenziali che avrebbe dovuto vincere Hillary Clinton. Ciò avrebbe assicurato la prosecuzione della strategia neocon, di cui la Clinton è stata artefice durante l’amministrazione Obama.
 
Questa termina all’insegna del fallimento dei principali obiettivi strategici: la Russia, messa alle corde dalla nuova guerra fredda scatenata col putsch in Ucraina e dalle conseguenti sanzioni, ha colto Washington di sorpresa intervenendo militarmente a sostegno di Damasco.
Ciò ha impedito che lo Stato siriano fosse smantellato come quello libico e ha permesso alle forze governative di liberare vaste aree controllate per anni da Isis, Al Nusra e altri movimenti terroristici funzionali alla strategia Usa/Nato. Riforniti di armi, pagate con miliardi di dollari da Arabia Saudita e altre monarchie, attraverso una rete internazionale della Cia (documentata dal New York Times nel marzo 2013) che le faceva arrivare in Siria attraverso la Turchia, avamposto Nato nella regione.
 
Ora però, di fronte all’evidente fallimento dell’operazione, costata centinaia di migliaia di morti, Ankara se ne tira fuori aprendo un negoziato con l’intento di ricavarne il massimo vantaggio possibile. A tal fine ricuce i rapporti con Mosca, che erano giunti al punto di rottura, e prende le distanze da Washington.
 
Uno smacco per il presidente Obama. Questi, però, prima di passare il bastone di comando al neoeletto Trump, spara le ultime cartucce.
Nascosta nelle pieghe dell’autorizzazione della spesa militare 2017, firmata dal presidente, c’è la legge per «contrastare la disinformazione e propaganda straniere», attribuite in particolare a Russia e Cina, la quale conferisce ulteriori poteri alla tentacolare comunità di intelligence, formata da 17 agenzie federali.
Grazie anche a uno stanziamento di 19 miliardi di dollari per la «cybersicurezza», esse possono mettere a tacere qualsiasi fonte di «false notizie», a insindacabile giudizio di un apposito «Centro» coadiuvato da analisti, giornalisti e altri «esperti» reclutati all’estero. Diviene realtà l’orwelliano «Ministero della Verità» che, preannuncia il presidente del parlamento europeo Martin Schultz, dovrebbe essere istituito anche dalla Ue.
Escono potenziate dall’amministrazione Obama anche le forze speciali, che hanno esteso le loro operazioni coperte da 75 paesi nel 2010 a 135 nel 2015.
Nei suoi atti conclusivi l’amministrazione Obama ha ribadito il 15 dicembre il proprio appoggio a Kiev, di cui arma e addestra le forze, compresi i battaglioni neonazisti, per combattere i russi di Ucraina.
E il 20 dicembre, in funzione anti-russa, il Pentagono ha deciso la fornitura alla Polonia di missili da crociera a lungo raggio, con capacità penetranti anti-bunker, armabili anche di testate nucleari.
Del democratico Barack Obama, Premio Nobel per la pace, resta ai posteri il suo ultimo messaggio sullo Stato dell’Unione: «L’America è la più forte nazione sulla Terra. Spendiamo per il militare più di quanto spendono le successive otto nazioni combinate. Le nostre truppe costituiscono la migliore forza combattente nella storia del mondo».
di Manlio Dinucci – 03/01/2017
 
Fonte: Il Manifesto

Gli Ultimi Rantoli di Obama

Ultima della saga de Il presidente premio Nobel per la pace Mr Obama, l’espulsione di 35 diplomatici russi, che hanno giocato un ruolo (e che agli Usa servono le prove quando accusano qualcuno?) nel “sovvertire” il voto democratico statunitense. Qui l’articolo dello scribacchino Massimo Gaggi de Il corriere a riguardo, disgustato dal fatto che Trump (chiamato con mille epiteti diversi ma mai qualificato come presidente) le consideri ilazioni non fondate. Per lo scribacchino dell’ansa Putin è zar e Trump è solo un tycoon (che è un crimine?), un miliardario (infatti Obama era un poraccio)

Gli Ultimi Rantoli di Obama
Non so dirvi se Trump sarà meglio o peggio, come sempre è bene andare oltre i 5kb putinobamaconsueti e dunque io mi ricordo. Mi ricordo che un tempo pensai “peggio di Bush jr, non è possibile” e invece: Ecco appunto.
E siamo finalmente agli ultimi rantoli della amministrazione Obama un brutto crepuscolo fatto di fallimenti epocali, figure di merda,  dispetti e mosse disperate.
 
La madre di tutti fallimenti si svolgerà ad Astana a metà gennaio, giusto 5 giorni prima l’avvicendamento.
 
Speciale difesa: Siria, stampa turca, a metà gennaio prossimo vertice trilaterale Turchia-Russia-Iran
Ankara, 27 dic 15:00 – (Agenzia Nova) I rappresentanti di Turchia, Russia e Iran si incontreranno ad Astana a metà gennaio per discutere della cessazione delle ostilità in Siria: lo ha riferito un funzionario del ministero degli Esteri turco, secondo quanto riferito dal quotidiano “Hurriyet”. Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che i leader di Turchia e Iran hanno concordato che i prossimi colloqui di pace sulla Siria vengano tenuti nella capitale del Kazakhstan, Astana, aggiungendo che anche il presidente siriano Bashar al Assad aveva accettato la proposta…….
 
Traduco: per la prima volta dal dopoguerra ci saranno negoziati di pace in una area geostrategica cruciale per i “valori dell’occidente” e USA e Europa non sono invitati. Anche perché sono le potenze che hanno perso.
Corollario: non un centesimo del bottino, ovvero la ricostruzione della Siria andrà a imprese europee o americane senza l’approvazione di Mosca, non una goccia di petrolio o un millimetro cubo di gas passerà dalla Siria senza il benestare Russo.
 
Alla voce figure di merda ci sono
  1. le parole “TESTUALI” del presidente Turco Erdogan: “Ho le prove che la coalizione guidata dagli Stati Uniti in Siria aiuta gruppi terroristici come l’Isis” (scegliete voi una fonte a caso, ne troverete centinaia)…ooooopsle parole “TESTUALI” del presidente delle Filippine Duterte a Obama in conferenza stampa :”Figlio di puttana te la farò pagare
Non male eh, quando si dice rispetto e timore.
Poi ci sono i dispetti a Trump:
E direi che la questione del NON veto americano posto da Kerry sulla questione dei territori occupati e le notizie che filtrano di un impegno americano per ottenere lo Stato di Palestina basta e avanza.
Siamo seri, in 13 giorni compreso capodanno arriva lo stato palestinese perché lo dice Obama, e vabbeh.
 
Infine la mosse disperate e qui siamo all’assurdo:
 
Mi scrive un amico:
 
L’amministrazione Obama cioè il governo in carica applica sanzioni alla Russia per comprovata manipolazione (sic) delle elezioni USA, ma allora se il congresso approva le sanzioni implicitamente sancisce che le elezioni sono taroccate.
A questo punto o si rimangiano l’accusa e ritirano le sanzioni o esce un casino.. non vorrei che fossero i prodromi di quello che ha detto Moore in una recente intervista e cioè che prima del 20 esce un fatto che stoppa l’insediamento di Trump.
 
……Mi verrebbe da dire, nulla di peggio potrà capitare dopo Obama
 
Il problema appunto è che lo pensai anche di Bush jr.
Di FunnyKing , il 28 dicembre 2016

President Obama has effectively put all media under federal control

E bravo il presidente premio nobel per la pace, quello bravo, tollerante e democratico e buono perché di colore. Ha deciso che saranno i federali a stabilire cosa è propaganda ed a perseguirla, in pratica ha messo i media sotto controllo delle agenzie governative tipo Cia e tutte le agenzie di sicurezza nazionale.  Ha creato il ministero della VERITA’. Quante altre porcate firmerà questo soggetto?

By slipping through the 2017 National Defense Authorization Act, President Obama has signed the “Countering Disinformation And Propaganda Act” into law, effectively putting all speech under federal control.

POWERGRAB: Obama Signs Bill Federalizing All Media

Il volto di Obama

ci sarà da scommeterci che sfrutterà questo ultimo mese per intensificare le porcate. YES HE CAN. Ovviamente per tutelare i diritti umani e combattere la corruzione, peccato che già le preesistenti restrizioni (sempre firmate dal premio nobel per la pace Obama) siano state usate contro diplomatici RUSSI. Che coincidenza.

Libertà. Colpo di coda di Obama: approvate nuove pene preventive
WASHINGTON – Colpo di coda in stile regime, quello del presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, che prima di andar via dalla Casa Bianca ha ratificato in data 24 dicembre un pacchetto legislativo inerente le spese per il mantenimento dell’armamentario militare del paese: tra le tante normative è prevista l’imposizione di restrizioni delle libertà personali a carico di qualsiasi individuo non identificato che venga ritenuto coinvolto da Washington in tentativi di corruzione o di violazione dei diritti umani.
Stando alla clausola 1264 del documento appena approvato, il presidente degli Stati Uniti potrebbe avallare, in caso di necessità, l’attivazione di speciali provvedimenti disciplinari nei confronti di chiunque sia semplicemente sospettato e dunque accusato di “esecuzioni extragiudiziali, torture e altre gravi violazioni dei diritti umani internazionalmente riconosciuti”. Stessa sorte verrebbe altresi riservata per chi viene indagato per corruzione o appropriazione indebita. Le pene previste dalla normativa comprendono il congelamento dei beni e l’impossibilità di ottenere visti e permessi per viaggi all’estero e soggiorni.
 
La normativa ratificata da Obama sarà in vigore per i prossimi sei mesi. Tuttavia, le pene previste in caso di accertata violazione, e imposte dal regolamento, non hanno limiti di tempo e possono essere revocate solo da una decisione del futuro presidente degli Stati Uniti.
La nuova legge, a quest’oggi, estende la cosiddetta legge Magnitsky, approvata dal Congresso degli Stati Uniti, firmata dallo stesso presidente Barack Obama nel 2012. La legge implicava inizialmente vincoli finanziari e di ingresso nei confronti di 18 funzionari russi che, stando all’accusa americana, si erano resi responsabili della morte di Sergei Magnitsky, consigliere del fondo di investimento britannico Hermitage Capital, avvenuta nel 2009 in una prigione russa, in circostanze misteriose.
Numerose sono state le critiche mosse dai politologi internazionali nei confronti di tali provvedimenti di politica interna, critiche che, come quella di Dmitri Drobnitski, denunciano il carattere non costituzionale della normativa, che permetterebbe di aggirare l’approvazione del Congresso e la normale discussione del caso in un regolare iter giudiziario.

L’Occidente, rabbioso per la sconfitta subita ad Aleppo, si dedica ad una campagna mediatica contro la Siria e contro la Russia

Il premio nobel per la pace Mr Obama pochi giorni fa ha dichiarato “guerra” alla Russia, Iran ed Assad accusandoli come al solito senza prove (l’onere della prova non spetta ai padroni del mondo) di aver compiuto un massacrio. I tagliagole di Obama con i suoi mercenari non c’entrano niente ovviamente.

VIDEO. L’ambasciatore siriano all’ONU rivela i nomi degli agenti segreti stranieri ad Aleppo Est

L’Occidente, rabbioso per la sconfitta subita ad Aleppo, si dedica ad una campagna mediatica contro la Siria e contro la Russia
 
Coloro che si sono strenuamente opposti alla liberazione della città di Aleppo, realizzata grazie all’azione decisa dell’Esercito siriano, hanno orchestrato una enorme campagna mediatica volta a diffamare e criminalizzare l’Esercito siriano, il Governo di Bashar al-Assad e la Russia di Vladimir Putin, quella che ha fornito appoggio determinante alla riuscita delle operazioni militari per la liberazione della città dai gruppi terroristi sostenuti dall’Occidente e dall’Arabia Saudita.
Per convincere l’opinione pubblica a criminalizzare Assad e Putin, i governi dei paesi NATO, in collaborazione con i monarchi dell’Arabia Saudita e del Qatar (e le loro TV come Al Arabiya e Al Jatzeera), assieme ai grandi padroni dei media occidentali, hanno diffuso filmati e narrazioni propagandistiche degli avvenimenti, arrivando persino a utilizzare le vecchie immagini datate di donne e bambini uccisi in altri conflitti, per descrivere i loro episodi inventati di presunti crimini realizzati dalle forze siriane, russe e dei loro alleati in Aleppo.
 
 
Nel contesto di questa campagna mediatica di falsificazione, orchestrata dall’Occidente, alcuni media e gruppi pubblici sui social media hanno pubblicato foto che si riferiscono ai bombardamenti israeliani effettuati sulla striscia di Gaza o altre immagini riferite al 2014 o 2015 e le hanno spacciate come foto dei civili di Aleppo bombardati dalle forze russe e siriane.
 
Si sono distinte in questa campagna alcuni grandi media occidentali (mega media), in particolare la CNN, la BBC, Sky News, NBC ed in Italia la RAI, la 7, oltre che ai soliti Repubblica, il Corriere della Sera, La Stampa, Il Fatto Quotidiano, ecc..
 
In particolare questi media si sono basati sulle fonti come l’Organizzazione dei Caschi Bianchi, una organizzazione finanziata da Washington e da Londra ed accusata di avere collegamenti con il gruppo di Al Nusra.
I caschi bianchi si sono dimostrati specialisti non solo nel manipolare le notizie da Aleppo ma anche di aver creato dei veri e propri “fake” con filmati dove vengono utilizzati bambini coperti di sangue da esibire per le telecametre occidentali come vittime dei bombardamenti russi e siriani, in alcuni casi hanno persino utilizzato dei manichini trasportati su appositi furgono per simulare vittime di bombardamenti.
 
Altri media complici della disinformazione e falsificazione degli avvenimenti sono stati il canale arabo Al Arabiya (finanziato dalla Monarchia Saudita) che ha fatto la sua parte nel raccontare gli avvenimenti in modo distorto e falsificato.
 
In contrasto con queste “narrazioni” della propaganda occidentale filo atlantista e filo saudita, alcuni coraggiosi reporter indipendenti che sono rimasti sul posto in Siria, a rischio della propria pelle, sul terreno delle operazioni, quasi sempre giornalisti libanesi, iraniani, russi e latino americani, hanno aperto una luce di verità su quanto accadeva ad Aleppo ed in Siria, mentre i reporter occidentali trasmettevano i loro servizi da Londra, Jeddah o Ankara, basandosi su fonti di parte pro ribelli, come l’”Oservatorio per i Dirittti Umani in Siria”, con base a Londra.. E’ il caso ad esempio di Pedro García, corrispondente di Prensa Latina.
 
Secondo Garcia (che attualmente è uno dei pochi giornalisti rimasto sul terreno in Siria ), confrontando le informazioni occidentali con le fonti che lui stesso intervista sul terreno, quello che ha visto con i propri occhi e quello che ha potuto comprovare di persona, risulta evidente la manipolazione mediatica che falsifica la realtà. Si può arrivare incluso a livelli di bassezza come quelli raggiunti dal ministro degli Esteri francese, il quale ha dichiarato che il Governo siriano andava a massacrare tutti gli insorti. “Questo è totalmente falso. Al contrario, il Governo siriano assieme con il Centro russo per la riconciliazione, sta promuovendo tregue in forma costante che in molti casi non vengono rispettate dai terroristi”.
L’idea e l’obiettivo principale di questa campagna mediatica, iniziata quando ancora i gruppi terroristi erano trincerati nei quartieri est di Aleppo e  tenevano la popolazione in ostaggio, era quello di riscattare i gruppi di miliziani jihadisti e cercare di preservare anche gli agenti dell’intelligence infiltrati, americani, britannici, israeliani e sauditi (poi fatti prigionieri dalle forze siriane) senza parlare di un centinaio di soldati siriani che questi gruppi tenevano prigionieri e sequestrati nei quartieri in attesa di macellarli.
 
“Normale quindi, afferma Garcia, “che i governi occidentali non volessero la prova di forza, perchè non sanno quello che questi elementi potranno raccontare una volta catturati dalle forze siriane e russe. Ormai è un fatto incontrovertibile”, riferisce sempre Garcia,” che i governi occidentali ed i loro media sono compromessi con i terroristi”.
Garcia ha condiviso la sua esperienza personale in Siria, dicendo che se qualcuno va ad Aleppo o a Damasco e parla con la gente comune per strada, si rende conto che quello che raccontano i media occidentali è una menzogna. Più di 100.000 residenti vivono nella parte Ovest di Aleppo, dove si trova l’Esercito siriano e si garantiscono un minimo di servizi nonostante la distruzione e la guerra, Cosa che non accadeva nella parte Est, adesso liberata, dove erano trincerati i terroristi che avevano trasformato le scuole e gli ospedali nelle loro caserme e depositi di munizioni.
Rispetto alle armi ed alle munizioni, il reporter ha confermato che la maggior parte di queste sono made in USA ed arrivano nelle mani dei terroristi attraverso la Turchia ed il Qatar. “E’ comprovato che un’impresa Bulgara, -paese membro dell’ONU,-coinvolta in questo traffico”, ha chiarito. Bisogna prendere atto che la frontiera fra la Siria e La Turchia è di più di 800 Km. ed è totalmente aperta per le infiltrazioni di terroristi e di armi.
 
Esiste tutta una tattica preparata da molti anni con cellule dormienti nel territorio della Siria, con spie, sabotatori che attentano contro qualsiasi persona, attesta. Ovvero non sparano soltanto con i mortai contro le unità militari dell’Esercito siriano, lo fanno contro i quartieri civili dove ci sono le scuole dei bambini, questi sono gli individui che l’Occidente difende, denuncia Garcia.
 
“Io stesso vivo a Damasco, in un quartiere vicino al centro della città (controllato dalle forze governative). E’ un quartiere pacifico, “Mezzeh85”, dove sono caduti proiettili di mortaio su una scuola, in mezzo alle strade dove camminano le persone. Non sono obiettivi militari, che senso ha tutto questo? Quello che vogliono è terrorizzare la popolazione, creare il panico”.
Inoltre il reporter ha sottolineato come l’Occidente domina la grande maggioranza dei media e ha proceduto a bloccare i sistemi di televisione via satellite siriani, per evitare che queste informazioni escano da Damasco ed arrivino dove non devono arrivare. Ovvero esiste un blocco economico contro la Siria ed un blocco tecnologico per non rompere il monopolio dei media occidentali e di quelli arabi di ispirazione filo saudita (Al Arabiya e Al Yatzeera). (…………)
In Siria si è fatto di tutto per distruggere una nazione che aveva una sua costituzione e dove le varie comunità confessionali vivevano in un clima di reciproca tolleranza ma che non volevano essere sottomesse ad imposizioni esterne. Io conosco sciiti, alawiti, drusi e cristiani che convivevano normalmente fra di loro senza problemi, incluso i palestinesi che avevano gli stessi diritti dei cittadini siriani. Chi ha alimentato il fanatismo, l’odio fra di loro, gli scambi di colpi d’arma da fuoco ed il fatto che si tagli la testa a coloro che vengono considerati eretici?
La risposta la conoscono tutti: le ideologie radicali salafite ed integraliste che provengono dall’Arabia Saudita e dal Qatar. Le stesse potenze che hanno armato ed inviato mercenari addestrati a creare attentati ed attacchi contro le zone degli alawiti, sciiti, cristiani e drusi.
I gruppi terroristi che hanno portato la distruzione e la morte in Siria sono stati appoggiati dai governi occidentali USA, Gran Bretagna e Francia in primis (anche l’Italia ha fatto la sua parte) con l’obiettivo di rovesciare il Governo di Al-Assad per i loro fini geopolitici.
Sono gli stessi governi che adesso spengono le luci della Torre Eiffel a Parigi e di Palazzo Chigi a Roma, in segno di lutto per la liberazione di Aleppo.
Se Aleppo fosse caduta nelle mani dei terroristi e questi avessero quindi iniziato a uccidere e sgozzare le persone delle comunità alawite, sciite cirstiane e druse, allora avrebbero proclamato la festa a Parigi, Londra e Roma ed avrebbero acceso tutte le luci? Questo è quello che l’Occidente voleva: lo Stato islamico a Damasco ed in tutta la Siria sotto il protettorato dell’Arabia Saudita.
di Manuel De Silva – 18/12/2016
Fonte: controinformazione