La Russia sospende ogni collaborazione con gli USA in Siria

Zona-di-PalmiraApr 07, 2017
Soldato siriano guarda bandiera ISIS strappata ai terroristi
Il Comando russo comunica che, a seguito dell’attacco unilaterale effettuato dagli USA, viene interrotta qualsiasi cooperazione aerea tra le forze russe in Siria e l’aviazione USA. Questa cooperazione veniva svolta per prevenire  possibili incidenti nello spazio aereo siriano tra gli aerei russi, siriani e gli aerei da guerra della coalizione USA.
Ministero Esteri russo: L’attacco USA in Siria è un modo di distogliere l’attenzione dalla situazione a Mosul (Iraq) -dove gli USA stanno compiendo ripetute stragi di civili.
Stato Maggiore della Siria: nell’attaccare la base delle Forze siriane gli USA si sono trasformati in un alleato di fatto dei terroristi, tanto dell’ISIS che dei gruppi come Al Nusra e gli altri.
Grazie all’attacco USA sulla base di Al-Shairat, in Siria, l’ISIS ha iniziato una nuova offensiva sulla strada che collega Homs a Palmira. Proprio dalla base di Al-Shairat provenivano le incursuoni aeree delle forze siriane in appoggio dell’Esercito siriano che avevano consentito la liberazione di Palmira.
Attualmente i gruppi terroristi non vedono più ostacoli nel riconquistare Palmira per attaccare i civili e completare la distruzione del patrimonio storico dell’antica città romana.
Fonti: Al Mayadeen – Hispan Tv – Traduzione e sintesi: L.Lago

I bombardamenti USA su Mosul provocano 230 morti fra i civili, nel silenzio dei media

Bambini-vittime-a-Mosulcerti bambini sempre musulmani non meritano indignazione né solidarietà, come il genocidio yemenita non interessa ai media guerrafondai.

Centinaia di civili, in maggioranza donne e bambini, sono morti sepolti sotto gli edifici crollati nella città irachena di Mosul, dopo un attacco aereo statunitense che ha provocato una esplosione massiccia in un quartiere residenziale la scorsa settimana.
Funzionari dell’agenzia di difesa civile irachena e fonti locali hanno riferito il giovedì che i volontari di associazioni umanitarie continuano a lavorare per recuperare i corpi sotto le macerie vicino all’Ospedale Rahma, nel distretto di Yadida, a Mosul, dopo l’esplosione avvenuta il 16 di Marzo.
Fonti irachene hanno descritto il numero dei morti in più di 230. Fino ad ora 130 cadaveri sono stati recuperati dalle macerie.
Non è chiaro quale sia la causa esatta dell’esplosione ma i residenti hanno riferito che un camion caricato di esplosivi è esploso dopo un attacco aereo diretto dalle forze USA, distruggendo edifici del vicinato densamente popolato.
Il deputato locale Faris al Sanyari ha dichiarato che la coalizione diretta dagli USA ha puntato un camion caricato di esplosivi ed ha segnalato: “Non si possono uccidere decine di persone per distuggere un camion situato nelle vicinanze delle abitazioni civili”.
Un funzionario di polizia della difesa civile ha detto anche lui che “un attacco aereo della coalizione ha colpito una via residenziale lo scorso venerdì ed ha distrutto per lo meno 30 edifici”.
Bambini a Mosul terrorizzati
 
La coalizione diretta dagli USA non ha fornito dettagli sugli attacchi aerei specifici avvenuti nel distretto di Yadida.
 
“Siamo coscienti delle informative sugli attacchi aerei su Mosul che hanno prodotto vittime civili. La coalizione ha realizzato vari attacchi vicino a Mosul e forniremo queste informazioni alla nostra equipe circa le vittime civili per una indagine più approfondita”, ha dichiarato il portavoce della coalizione.
Nel frattempo, le informazioni recenti segnalano che l’operazione di riscatto si è temporaneamente fermata per causa della mancanza di attrezzature nella zona, che è stata scenario di forti scontri tra le forze irachene e i terroristi dell’ISIS.
 
“Trovare sopravvissuti è molto difficile perchè l’area si trova completamente distrutta. E’ un disastro molto grande. Di fatto possiamo descriverlo come un disatro reale”, ha detto ai giornalisti il capo della Difesa Civile, il generale di brigata Mohammed Al Yawari.
Gli USA ed un gruppo di suoi alleati hanno bomnbardato l’Iraq e la Siria in un presunto sforzo per sradicare l’ISIS. Queste operazioni sono state ampiamente ciriticate da entrambi i paesi per non raggiungere gli obiettivi preannunciati.
Al contrario le forze della coalizione USA sono fortemente sospettate di aiutare gli estremisti dell’ISIS per aver lanciato rifornimenti ed armi sulle posizioni dei terroristi che fanno fronte alle avanzate delle forze governative.
Mosul macerie di abitazioni civiliMosul-macerie
Nota: Queste vittime dei bombardamenti USA non sono menzionate dai media occidentali e non fanno notizia. Si tratta di vittime di serie “C” in quanto causate dai bombardamenti statunitensi e vengono piuttosto occultate all’opinione pubblica occidentale, al contrario di quanto accadeva con i bombardamenti russi e siriani su Aleppo est, quando quella parte della città era oggetto di assedio da parte delle forze russe e siriane e tutti i media amplificavano e falsavano volutamente le notizie per criminalizzare le azioni russe e siriane.
Tutti i grandi network televisivi erano schierati dalla parte dei terroristi che tenevano in ostaggio una parte della popolazione di Aleppo.
In questo caso, per le tante vittime dei bombardamenti USA, in Iraq come in Siria, non sentiremo le grida di indignazione dei Tg della RAI 3 della Botteri, di Formigli alla trasmissione “Piazza Pulita” della Tv 7, dei grandi giornali, come Il Corriere della Sera, la Repubblica e La Stampa, ed i commenti di “accuse indignate” dei vari Panebianco, Venturini e compagnia cantando.
Per i commentatori occidentali, in fondo si tratta soltanto di “effetti collaterali”, non vale neanche la pena di parlarne.
Traduzione e nota: L.Lago Mar 24, 2017

Mosul e Aleppo, attenti alla propaganda

Ci avete fatto caso? Ora che potrebbero parlare liberamente, raccontare a tutti i giornali e alle Tv che cos’hanno visto e subito ad Aleppo, sono spariti tutti. Clown, pediatri, ragazze disposte a suicidarsi piuttosto che vivere sotto Assad, elmetti di ogni colore, attivisti fino a qualche giorno fa impegnati a rifornire le Ong di notizie terribili, mamme disperate. Solo la bambina che twittava sotto le bombe è rispuntata per recarsi in Turchia a prendere un premio da Recep Erdogan (lui sì, un modello di umanità). E ha potuto farlo proprio perché ribelli e jihadisti hanno infine sgombrato i quartieri di Aleppo Est.mosul-propaganda
“Così va spesso il mondo” scriveva Alessandro Manzoni a proposito di quella che, nei Promessi Sposi, viene definita “la notte degli imbrogli e dei sotterfugi”. Però la lezione di Aleppo va tenuta ben presente perché sulla devastata città della Siria si è giocata una partita di propaganda che va ben oltre la già drammatica situazione particolare.
Nei quartieri per anni occupati da ribelli e jihadisti stanno saltando fuori le solite fosse comuni piene di corpi di civili, torturati prima di essere ammazzati. Dico le “solite” perché il rito atroce si è ripetuto ovunque l’Isis abbia dovuto cedere terreno. Nell’estate scorsa l’Associated Press, studiando immagini satellitari e confrontandole con testimonianze raccolte sul campo, è riuscita a localizzare 72 fosse comuni in zone appena abbandonate dall’Isis.
In quelle buche (alcune scavate nei giardini pubblici e nei campi da calcio delle città) erano stati scaraventati tra 5 mila e 15 mila corpi. Al confronto, i civili morti ad Aleppo sotto le bombe russe e siriane sono un’inezia.
Questa osservazione va fatta non per cinismo ma, al contrario, per spirito umanitario. Le persone innocenti chiuse in quelle fosse sono cadute per mano dei jihadisti dell’Isis ma anche a causa del fatto che la guerra mossa contro l’Isis in Iraq dalla coalizione guidata da Usa e Arabia Saudita è andata al rallentatore. Anzi: è stata una guerra finta, di soli bombardamenti che misteriosamente colpivano soprattutto il deserto. Nell’evidente speranza che, intanto, l’Isis desse il colpo decisivo ad Assad. Mentre tutti, in Medio Oriente, supplicavano la coalizione di intervenire con maggiore decisione e mettendo, come si dice, “gli stivali sul terreno”.
 
Tutto quel traccheggiare, ovviamente, si è scaricato sulla popolazione civile. Ed ecco le fosse comuni. Piene di morti che sono figli di nessuno, per i quali nessuno si prende la responsabilità, nonostante che siano stati vittime anche di una precisa scelta strategica.
Siriani e russi hanno fatto il contrario. Con i raid e le incursioni hanno certamente provocato vittime tra i civili. Ma hanno accorciato la guerra e, così facendo, hanno anche risparmiato molte vite.
Per capirlo, senza farsi intortare da clown e pediatri, basta osservare quanto accade a Mosul. A due mesi dall’inizio dell’offensiva per liberare la città, le operazioni militari sono ferme e l’Isis è così poco preoccupato da aver distaccato dal fronte iracheno qualche migliaio di miliziani per mandarli a riconquistare Palmira, in Siria. Questo accade perché anche a Mosul l’alternativa è sempre quella. O attacchi e risolvi in fretta il problema, e così facendo provochi vittime tra i civili come sempre succede in situazioni analoghe (vedi per esempio Gaza, o Fallujah in Iraq nel 2004, o Grozny in Cecenia nel 1994-1995); oppure esiti, e così facendo lasci che i civili restino ancor più a lungo in balia dell’Isis, con le conseguenze ben note.
I generali americani e il Governo iracheno lo sanno bene. A Mosul hanno fatto la scelta politica di bloccare l’avanzata e abbandonare i civili al loro destino. È una scelta legittima ma non più nobile o meno cruenta di quella opposta di accelerare le operazioni, com’è stato fatto ad Aleppo. Quando anche a Mosul salteranno fuori le fosse comuni lo capiremo meglio. A dispetto di clown, pediatri, aspiranti suicide e bambine con la mania di twitter.
di Fulvio Scaglione – 03/01/2017