Macron sostiene che, politicamente, non è “né di destra né di sinistra” e i media mainstream lo hanno brillantemente definito un “outsider” . Confronti sono stati fatti con John F Kennedy, Tony Blair e Barack Obama. Macron è presentato come il ragazzo d’oro della politica che porterà “speranza e cambiamento” per tutti.
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Macron presidente? Non illudetevi, sarà un nuovo Hollande
“Eliminare la vita se troppo costosa”: ecco chi è Jacques Attali, maestro di Macron
l’eugenetica politically correct si basa su criteri economici quindi intoccabili, parola di filantropi. Basta dire anti fa ED IL GALOPPINO DELL’ELITE è SERVITO.
Sei povero? EUTANASIA. Magari con fattura inviata ai parenti, ovvio.
L’insoddisfazione economica spinge i giovani elettori francesi verso la Le Pen
Otto miliardari ricchi quanto mezzo pianeta. L’incubo del capitalismo è realtà
tutto questo è stato possibile grazie anche ai difensori “dell’europa delle banche che basta riformarla”, dei difensori della libera circolazione dei capitali, merci e uomini contro le minacce “Populiste” come il padrone USA vuole.
L’1% ha accumulato nel 2016 l’equivalente di quanto sta nelle tasche del restante 99%.
La Cina rilascia il Rapporto sui diritti umani negli Usa: “situazione catastrofica”
ovviamente è colpa di TRUMP. Obama è un giusto, con 7 guerre nel suo CV di pacifista
Sempre sul fronte interno, evidenzia il rapporto, il tasso di povertà infantile, il crescente divario salariale di genere e le molestie sessuali fanno concludere che “non c’è stato alcun miglioramento per la tutela dei diritti di donne, dei bambini e degli anziani, oltre che dei diritti delle persone maggiormente vulnerabili “
Trattati di Roma, la nuova offensiva del capitale finanziario (60 anni dopo)
fa così strano sentire un pensiero definito comunista in linea con la difesa delle masse e non a lanciare anatemi contro i “populismi”…
Questo il punto di partenza per le tesi di salvezza/riforma/rifondazione dell’UE.
Il bilancio dell’UE deve essere “riorientato”, specialmente per quanto riguarda i fondi strutturali, allo scopo di privilegiare strumenti come i partenariati Pubblico-Privato. Vale a dire: finanziamento pubblico diretto dei monopoli transnazionali, come attualmente già succede con il Piano Juncker.
Londra: attentato contro la Brexit
Isis, la creatura dell’Occidente per servirlo.
Ormai pare accertato: a colpire Londra è stato il Terrore. Ancora non si sa se l’assassino di turno abbia agito da solo o in collegamento diretto con la rete dell’Isis, ma il suo scopo è stato raggiunto egualmente. L’attentato segue il quasi-attentato in Francia di una settimana fa, quando a Orly un tizio ha rubato l’arma a una soldatessa ed è stato prontamente freddato. Queste ultime iniziative del terrorismo sono ben diverse dalle precedenti, molto più elaborate e ben più tragiche (vedi Nizza e Charlie Hebdo in Francia e Orlando negli Stati Uniti).
Il che segnala una certo indebolimento della rete del Terrore, che risulta meno efficace di un tempo (anche se può riprendere vigore). D’altronde di colpi ne ha subiti, e molti: in Siria e Iraq gli sciiti (iracheni, siriani e iraniani) e i russi stanno flagellando le bande armate affiliate alla jihad globale.
Un’azione martellante nella quale stanno trascinando anche, sebbene a strappi, gli Stati Uniti, il cui intervento è stato finora alquanto ambiguo e contrastato, forse perché l’azione di tale jihad nei due Paesi, per una eterogenesi dei fini alquanto palese, collimava con i piani dei neconservatori (alquanto influenti nell’esercito Usa) che prevedono, tra le altre cose, la partizione di Iraq e Siria in più Stati.
Nonostante questo, la rete del Terrore ha dimostrato di essere purtroppo ancora vitale, capace cioè di iniziative come quella londinese.
A essere preso di mira è stato il Parlamento, che è il cuore della democrazia in quanto simbolo della sovranità popolare. Quella sovranità popolare che si era espressa nel referendum dello scorso giugno, decretando la Brexit. Un esito imprevisto della consultazione popolare, che ha trovato non poche forze ostative alla sua attuazione, a vari livelli.
Proprio in questi giorni, vinte a fatica tali forze ostative, la premier Theresa May ha annunciato l’avvio della procedura per tagliare il cordone ombelicale che lega Londra alla Ue, che inizierà il 29 marzo. Si può immaginare che la coincidenza temporale dell’avvio vero e proprio della Brexit con l’attentato a Londra sia una mera coincidenza. Ma il Terrore globale non conosce coincidenze, solo obiettivi e simbolismi (esoterici, come detta la sua natura). Nel caso specifico si è voluta colpire la sovranità popolare, che si è affermata contro le ragioni della Finanza globale, che aveva puntato tutto sul Remain. Non che tutti i broker e i dipendenti di banca inglesi abbiano votato Remain, anzi. Ma la Finanza in quanto tale non poteva accettare l’opzione Brexit perché mina alla radice la globalizzazione, quell’ordine costituito ormai dato per permanente che l’ha resa forza egemone del mondo, relegando la politica (e la sovranità popolare) alla marginalità.
Non solo la Finanza, anche il Terrore ha nella Brexit un nemico esistenziale. Il Terrore globale, infatti, è nato proprio a seguito e grazie alla globalizzazione. Ne è un prodotto necessitato.La globalizzazione, almeno quella conosciuta finora, vampirizza il ceto medio, crea masse di emarginati, abbatte barriere, confini, destabilizza società e Stati, creando l’humus perfetto nel quale può allignare e alimentarsi la Paura e il terrorismo. Non solo, se la Finanza non è più libera di vagare a suo piacimento, anche la Finanza oscura, quella creata dal Terrore globale e ad esso destinata, vede erodere i propri margini di manovra.
Ancora: la fine della globalizzazione, che si compirebbe se l’onda di marea iniziata con la Brexit e montata con la vittoria di Trump si abbattesse sull’Europa, creerebbe nuovi scenari geopolitici.
Uno di questi scenari vede la possibile convergenza dell’Occidente e dell’Oriente, Russia e Cina in particolare, contro il Terrore globale. Scenario peraltro probabile, se si sta ad esempio a quanto annunciato da Trump nella campagna elettorale che l’ha visto vittorioso. Per una bizzarra eterogenesi dei fini, infatti, la globalizzazione crea una rete di Terrore globale ma, allo stesso tempo, alimenta divergenze tra Est e Ovest.
Alla radice di tale divergenza la volontà di Mosca e Pechino di non subordinate le ragioni di Stato a quelle della Finanza globalizzata, della quale pure usano.
Il Terrore globale ha una capacità di elaborare molto sofisticata. Sa bene chi sono i propri nemici irriducibili. E sa bene le conseguenze della Brexit. Così ha colpito al cuore dell’Inghilterra. A monito e futura memoria (a breve si decide il destino della Francia: le elezioni possono determinare la Frexit e quindi la fine della Ue). Gli agenti della Paura sanno perfettamente che la Brexit, ponendo non poche criticità alla globalizzazione, mina anche la loro sopravvivenza. Da qui il suo nervoso attivismo.
Un attivismo che ha ricordato un po’ l’infausto 11 settembre, con la povera premier Theresa May portata via dalla sicurezza come allora avvenne per l’imbelle George W. Bush. Ma l’Inghilterra ha alle spalle una storia diversa da quella degli Stati Uniti. Durante la seconda guerra mondiale il Parlamento continuò a riunirsi anche sotto i bombardamenti nazisti. Un pregresso che conforta.
Notizia del: 24/03/2017 PICCOLE NOTE
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-londra_attentato_contro_la_brexit/16658_19443/
Ecco la VERA ragione dello stupido divieto di laptop e tablet sugli aerei
Febbraio 2017: i CEO di Delta, United ed American Airlines sperano che Trump blocchi la concorrenza degli arabi
Le tre grandi compagnie aeree degli Stati Uniti si lamentano che Emirates, Etihad Airways e Qatar Airways – sostenute dai governi di Qatar ed Emirati Arabi Uniti – siano ingiustamente sovvenzionate e che la loro espansione nel mercato statunitense rappresenti una concorrenza sleale e dovrebbe essere bloccato dalle autorità di regolamentazione.
“Dal 2004, le compagnie del Golfo hanno ricevuto più di 50 miliardi di dollari in sussidi dai propri governi”, hanno scritto gli amministratori delegati delle tre grandi in una recente lettera al Segretario di Stato Rex Tillerson. “Sig. Segretario”, continua la lettera, “siamo certi che l’amministrazione Trump condivida la nostra visione sull’importanza di far rispettare i nostri accordi Open Skies: le compagnie aeree americane devono avere pari opportunità di competere nel mercato internazionale, bisogna proteggere posti di lavoro”.
Marzo 2017: gli U.S.A. vietano laptop e tablet sui voli dalla Turchia e dal mondo araboo
Alti funzionari degli Stati Uniti hanno detto ai giornalisti che a nove compagnie provenienti da otto paesi sono state date 96 ore, con inizio alle 03:00 (0700 GMT), per dire ai viaggiatori di mettere nel bagaglio da stiva qualsiasi dispositivo più grande di uno smartphone.
Laptop, tablet e console portatili sono colpiti dal divieto – che si applica solo ai voli diretti verso gli Stati Uniti dagli aeroporti della lista nera.
I trasportatori americani non sono colpiti dal divieto, ma i passeggeri di circa 50 voli al giorno da alcuni dei centri più attivi in Turchia e nel mondo arabo saranno obbligati a seguire la nuova sentenza.
…Il divieto colpirà i voli operati da Royal Jordanian, EgyptAir, Turkish Airlines, Saudi Airlines, Kuwait Airways, Royal Air Maroc, Qatar Airways, Emirates ed Etihad Airways.
La mossa non riguarda certo la sicurezza. Cosa impedisce ad uno di volare da Dubai a Parigi e da lì a New York con un laptop ed un tablet nel proprio bagaglio a mano? Perchè dovrebbe essere più sicuro di un volo diretto con Emirates? No. Semplicemente, le compagnie americane vogliono cancellare una concorrenza non gradita e vendere biglietti a prezzi più alti con meno servizi.
Per andare dal Medio Oriente agli Stati Uniti uno ora può scegliere tra un volo diretto senza tablet oppure fare un volo con vari scali: la seconda variante è ovviamente più “sicura”.
Curioso dettaglio: gli inglesi hanno prontamente seguito con le proprie “misure di sicurezza”. Ma hanno vietato aeroporti e compagnie diverse da quelle degli U.S.A. Non ci sono nuove “misure di sicurezza” per i voli da Kuwait, Qatar e Marocco; la Tunisia è invece sulla lista. La cosa non ha senso dal punto di vista della sicurezza, ma forse riflette l’importanza di certi investitori per la City di Londra, così come la concorrenza a British Airways. 21.03.2017
Link: http://www.moonofalabama.org/2017/03/us-airlines-ask-for-protectionism-trump-obliges.html#comments