Orrore su questo Treno. 20 Migranti circondano una donna, ecco cosa le hanno combinato!

a quanto pare è un’abitudine. D’altronde, nessuno si indigna perché sarebbe istigazione all’odio “riprenderli” per questo comportamento.


Orrore su questo Treno. 20 Migranti circondano una donna, ecco cosa le hanno combinato!
 
Era un treno che da Termoli portava a Pescara, ed è stato palcoscenico di scene quasi da film Horror.
Il treno è stato per alcuni momenti interminabili in balìa di alcuni migranti facinorosi.
Incredibile ciò che hanno combinato.
 
Una donna controllore stava semplicemente facendo il suo lavoro, e proprio per questo per lei è finita male.
La donna entrata nel vagone di questi scalmanati, ha chiesto come da prassi il biglietto, da lì in poi le cose sono velocemente e improvvisamente precipitate.
 
Dagli insulti si è passati a delle vere e proprie scorribande.
Su il Giornale infatti leggiamo che:
A testimoniare la vicenda una giornalista presente nel momento delle aggressioni. “Sono salita alla stazione di Vasto-San Salvo e il treno era affollato da migranti provenienti da Termoli e diretti a Pescara – spiega la signora al Centro – Il capotreno, una donna, ha chiesto il biglietto a tutti i passeggeri. Da parte dei migranti ha ricevuto in risposta una risata beffarda. La capotreno ha insistito e a quel punto è stata aggredita verbalmente“.
Non solo. Convinti di rimanere impuniti, i migranti hanno pure sbeffeggiato i presenti e il controllore. Secondo quanto raccontato da alcuni dei presenti al Centro, infatti, gli immigrati “ridevano e facevano quello che volevano. Più di una volta hanno ripetuto che tanto nessuno li avrebbe puniti”.
Una storia choc che si va ad aggiungere a quelle provenienti da Bassano del Grappa, dove tre giorni fa la baby gand di nordafricani è tornata a colpire dopo che già ad inizio ottobre aveva seminato il panico in un treno proveniente da Venezia e in un supermercato della zona.
Dopo che il controllore ha allertato la polizia, i migranti si sono dati alle scorribande.
 
Sì, perché non è finita di certo lì.
La giornalista continua il racconto choc di questi momenti di vero e proprio terrore.
 
“Diversi pendolari con l’abbonamento sono rimasti in piedi, negli angoli, spaventati.
A Lanciano è salito un altro capotreno ma anche altri nordafricani e la scena è stata la stessa. Da solo, il controllore non ha potuto tenere testa a tanti uomini che lo fronteggiavano rifiutandosi di pagare il biglietto. È stato davvero terribile viaggiare con persone che sembravano fuori controllo.
 
Confesso di avere avuto paura come del resto tutte le persone su quel quel treno. Ritengo e spero che a Pescara, il gruppo abbia trovato ad attenderli la Polfer e che nei loro confronti siano stati adottati adeguati provvedimenti”.
 
Foto Credit: Il Giornale

“Mi fatte vedere il biglietto per favore?”: nigeriani ridono in faccia alla capotreno poi la schiaffeggiano

-treno-controlliNon è un’aggressione ad una donna? Lavoratrice? Ci rendiamo conto a cosa sono esposte queste lavoratrici? I sindacati tanto politically correct e femministi hanno qualcosa da dire? Nemmeno indignazione e solidarietà per questa lavoratrice? Silenzio? Come mai sto silenzio? Chi sono i responsabili morali di questa violenza autorizzata?

“Mi fatte vedere il biglietto per favore?”: nigeriani ridono in faccia alla capotreno poi la schiaffeggiano
gennaio 28, 2018.
 
Un’altra aggressione ai danni di un controllore nel pisano: un capotreno donna di 31 anni chiede il biglietto a quattro clandestini nigeriani, loro con la solita mancanza di rispetto, prepotenza, maleducazione e insolenza, tipica delle risorse boldriniane, prima le ridono in faccia, poi l’aggrediscono con uno schiaffo talmente violento da mandarla all’ospedale.
Pisa, 28 gennaio 2018 – «Buongiorno, mi fate vedere il biglietto, per favore?». Una frase concisa, pronunciata con la giusta dose di fermezza e cortesia. Tanto è bastato a scatenare l’inferno.
 
La capotreno – una ragazza di 21 anni – si trova davanti quattro passeggeri, molto probabilmente nigeriani. Quattro uomini senza biglietto, saliti alla stazione di Pisa e diretti a Lucca, che non sembrano nemmeno ascoltarla facendosi beffe della divisa che indossa. Prima fingono di non capire, le rispondono in una lingua incomprensibile lasciandole intendere che non sanno l’italiano: poi iniziano a scambiarsi occhiate e sorrisetti che tradiscono la loro malafede.
 
La giovane dipendente Trenitalia è ligia al dovere. Non ha intenzione di farsi intimorire e ripete scandendo la la frase: vuole vedere subito il biglietto perché senza biglietto non è possibile viaggiare. Con coraggio e determinazione «convince» i quattro stranieri, che non vogliono tirare fuori neppure i documenti, ad alzarsi e a dirigersi verso la porta. La stazione di San Giuliano Terme fortunatamente è vicina.
Tra insulti e risolini derisori tre scendono dal treno, mentre il quarto continua a fare resistenza. Inizia il diverbio. Il nigeriano (un energumeno di un metro e 90) urla di voler arrivare a distinazione. Dalle parole passa ai fatti. Tira una spinta alla ragazza poi uno schiaffo talmente violento da procurarle danni anche all’orecchio e quindi si dà alla fuga lungo il binario. La capotreno verrà trasportata in ambulanza al pronto soccorso di Lucca. Sul caso indaga la Polfer che sta passando al setaccio le immagini riprese dalle telecamere di bordo attraverso le quali poter arrivare all’identità dell’uomo.
 
Con fonte La Nazione
Redazione riscatto nazionale.net

Rapine ai passanti: “Mi ha colpito al viso poi ho visto la mia amica a terra” Dieci aggressioni in due ore. I racconti choc delle vittime. Quattro gli arresti

firenze 10 aggressioni due oreTra le vittime di queste brutalità anche donne e uomini anch’essi alcuni stranieri.
Fiaccolata in solidarietà? Manifestazione contro le violenze? Parole di condanna? Niente. SILENZIO, NESSUNO che si chiede di chi sia la responsabilità morale anzi….
MA QUANTO SI POTRA’ ESSERE IPOCRITI? Sappiamo bene che nessuna critica al sistema di accoglienza è ammessa, si capisce, ci sono MILIONI di euro in ballo.

 
Firenze, africani massacrano italiani- Il sindaco “Tutelare la reputazione degli immigrati!”
26 gennaio 2018
Rapine ai passanti: “Mi ha colpito al viso poi ho visto la mia amica a terra”
Dieci aggressioni in due ore. I racconti choc delle vittime. Quattro gli arresti
 
FIRENZE, MAROCCHINI PESTANO PASSANTI: SINDACO PD SI PREOCCUPA DEI MAROCCHINI
“Un uomo mi si è avvicinato e mi ha detto ‘Stai ferma o ti sparo’” racconta con un filo di voce una studentessa di 22 anni. Chiacchierava con il fidanzato, seduta su una panchina di piazza Indipendenza quando, intorno alle 2.20, uno dei componenti della banda la minaccia, spintona e poi la scaraventa a terra. Lui cerca di difenderla ma contro tanta violenza c’è poco da fare.
 
“Mi hanno colpito al viso poi ho visto la mia amica a terra” dice incredulo il turista cileno. Era in compagnia dell’amica colombiana quando in via Faenza è stato derubato e aggredito.
 
E non è andata meglio al visitatore turco, sorpreso alle spalle in piazza della Signoria: “Uno mi ha messo un piede sul collo – le sue parole -, l’altro mi ha dato quattro calci”.
Sono i racconti delle vittime, persone scelte a caso, come in una specie di roulette russa della violenza. Dieci in tutto, picchiati e rapinati in due ore nel centro storico fiorentino: uomini e donne, senza nessuna distinzione, tra i 19 e i 46 anni.
Scena da Arancia Meccanica nel cuore storico della città. Gli autori sarebbero quattro giovani nordafricani, arrestati dai carabinieri dopo un rocambolesco inseguimento fino ai giardini della Fortezza da Basso.
Si tratta di un algerino di 26 anni e tre marocchini: due diciottenni e un 26enne, tutti senza fissa dimora, irregolari in Italia e con diversi precedenti alle spalle.
Intanto le indagini proseguono, i carabinieri vogliono chiarire se i quattro siano responsabili di altre violente aggressioni avvenute nel centro storico dal mese di gennaio: dieci sono i casi sul tavolo.
 
Si sospetta, infatti, che dietro i due pestaggi choc denunciati la notte di Capodanno da un ragazzo fiorentino e da un turista romano, entrambi finiti in ospedale col naso rotto, ci possa essere la mano della stessa banda.
 
Ma riavvolgiamo la pellicola. Il ‘giallo’ comincia alle 24.10 nel piazzale di Porta al Prato: un giovane si avvicina al gruppo di stranieri per chiedere una sigaretta e in tutta risposta è stato preso a calci e pugni e poi rapinato di giacca, portafoglio, cellulare e persino delle scarpe.
 
Nelle due ore successive, i quattro sono tornati a colpire con modalità analoghe tra via Pietrapiana, piazza della Signoria, piazza della Repubblica, piazza Indipendenza, via Roma, via de’ Cerretani e via Faenza.
In via Pietrapiana, venti minuti dopo, la gang è riuscita a derubare un 43enne del cellulare mentre in piazza della Signoria (intorno all’1.10) è andata peggio a un turista turco di 20 anni: mentre passeggia solo in centro viene aggredito, percosso e rapinato.
 
Sono passati solo 20 venti minuti: una ragazza di 27 anni mentre passeggia col fidanzato viene presa a calci e pugni in piazza della Repubblica e poi scippata della collana d’oro. Il compagno spintonato e buttato a terra.
 
Solo un quarto d’ora dopo, un ventisettenne in via Roma e, a ruota, un fiorentino di 28 anni: anche lui percosso e rapinato del cellulare. Via Faenza, esterno notte. Sono le 2.10: nell’obiettivo delle belve questa volta c’è una turista colombiana di 33 anni.
 
I quattro malviventi prima prendono a testate l’amico e poi spintonano la donna a cui portano via borsa e cellulare. Un film dell’orrore che finisce in piazza Indipendenza alle 2.20. “Mai visto nulla del genere. Sembravano belve” i commenti dei testimoni.
 
Ovviamente il sindaco PD non pensa alle vittime, ma al ‘buon’ nome della cosiddetta comunità marocchina: “Grazie ai carabinieri – dice il sindaco di Firenze Dario Nardella – a nome di tutta la città per questa reazione immediata, forte e incisiva”. Nardella ha anche parlato con l’ambasciatore del Marocco in Italia Hassan Abouyoub che si è impegnato a venire presto a Firenze per incontrarlo e affrontare insieme la questione, riporta una nota di Palazzo Vecchio, “di una minoranza che rischia di connotare negativamente e ingiustamente la comunità marocchina presente in città”.

Rapina al supermercato, anziano strattonato e ferito. Ghanese 25enne arrestato dalla polizia

3 febbraio 2018
È stato aggredito con violenza e ferito seriamente, nel solo tentativo di strappare dalle mani di un ladro ciò che gli era appena stato sottratto. È il trattamento subito da un anziano 71enne di Piacenza coinvolto in una rapina che si è consumata all’esterno di un supermercato di via Conciliazione.
 
Un episodio nel quale la Polizia è riuscita ad arrestare in flagranza lo straniero responsabile dell’aggressione. Tutto è successo attorno alle 16.30 di ieri, venerdì 2 febbraio. Ad aiutare l’anziano, sono intervenuti alcuni clienti e anche il direttore del supermercato: soltanto grazie all’intervento degli agenti della questura, il ghanese 25enne è stato arrestato con l’accusa di rapina impropria e resistenza a pubblico ufficiale. Stamattina, 3 febbraio, confermata la convalida. Per l’anziano, un passaggio al pronto soccorso dove è stato medicato: le sue condizioni non sono gravi.

Borgo, scippa e trascina un’anziana: arrestato nigeriano

scippo-anziana1Responsabilità morale di quest’aggressione? Vittima una donna, per giunta anziana, cosa assai grave (ed ha scippato una ragazza durante la fuga) ma non per i moralmente superiori, niente solidarietà

Non contento poco dopo, alla fermata della metropolitana, ha rubato la borsa ad una ragazza per poi essere bloccato dalla polizia
Commissariato Centrale in servizio di Volante ha arrestato,, il cittadino nigeriano Nwede Victor, 24enne richiedente asilo politico e domiciliato presso il Cara. di Mineo, per rapina aggravata e furto aggravato in pregiudizio di due donne. In particolare, a seguito della segnalazione pervenuta al numero unico di emergenza, gli agenti hanno bloccato l’uomo che aveva appena rapinato un’anziana, la quale, nel tentativo di resistere al violento scippo, è stata strattonava e trascinata dall’energumeno, riportando lesioni medicate al pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele” e giudicate guaribili in 15 giorni.
 
L’uomo è riuscito ad impossessardi della borsa contenente 40 euro,  il telefono cellulare e i documenti della vittima. Evidentemente non soddisfatto del “risultato”, , nei pressi della fermata della metropolitana del Borgo, con  una mossa fulminea è riuscito a strappare di mano ad una ragazza la borsa contenente la somma di euro 380, il telefono cellulare e documenti vari.
 
I poliziotti però hanno fermato il ladro in via Zuccaro e dopo una perquisizione personale hanno trovato la refurtiva che è stata restituita alle due donne  Al termine delle formalità di rito, l’arrestato è stato rinchiuso nel carcere di piazza Lanza.
31 gennaio 2018

Giornalista di La7 aggredita nel centro di Rosarno: “Migrante mi ha inseguita con un martello”

vittima donna, giornalista. Aggressore: un “migrante”. Silenzio, nessuna solidarietà, nessuna condanna. L’ordine dei giornalisti tace. Non è come la capocciata di Spada al giornalista di Nemo, perché? Cosa ci sarà mai di diverso? Non è violenza questa? Per altro, ai danni di una donna?giornalista La7 aggredita

Violenta aggressione contro una giornalista di La7 nella vecchia tendopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. Dominella Trunfio stava facendo un reportage, insieme al suo operatore quando un migrante le ha fratturato un dito con un martello
 
Violenta aggressione contro una giornalista di La7 nella vecchia tendopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria.
 
Dominella Trunfio stava facendo un reportage, insieme al suo operatore, per il programma L’aria che tira di Myrta Merlino quando un migrante le ha fratturato un dito con un martello.
 
“Dopo mezz’ora che siamo entrati nella vecchia tendopoli, un migrante ha cercato di colpire alle spalle l’operatore che mi accompagnava, Franco Cufari e nel tentativo di togliergli il martello, lui ha preso il mio polso e mi ha fatturato un dito”, ha raccontato la Trunfio.“È seguita una breve colluttazione in cui il migrante ha cercato in tutti i modi di prendere e rompere la nostra telecamera. Per fortuna c’è stato uno scambio di telecamere tra me e il mio operatore e io sono riuscita a prendere la telecamera e a scappare”, ha aggiunto la giornalista. Ma non è finita qui.“Mentre scappavo un altro gruppo di migranti ha iniziato a lanciarci dei sassi. Ci siamo salvati – ha concluso la Trunfio – perché abbiamo parcheggiato la macchina abbastanza vicino e ci siamo riusciti a barricarci in auto”. La baraccopoli di San Ferdinando è nota per essere stata interessata da un incendio nel quale ha perso la vita una giovane originaria della Nigeria e altre due persone sono rimaste ferite.
Francesco Curridori Mer, 31/01/2018 – 18:28
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Aggressione ai giornalisti, quando indigna e quando No

brumotti aggreditoLe risorse mentre si dedicano ai lavori  che gli italiani non vogliono fare aggrediscono, sparano, accerchiano dei giornalisti, MA LA POLITICA NON CHIEDE MOBILITAZIONE come per 4 pericolosi skinheads che hanno commesso il gravissimo reato di “obbligare all’ascolto”, mafia capitale non gradisce intromissioni.

La capocciata di Roberto Spada ad un giornalista (per altro lavorava in nero) ha indignato (giustamente) tutto il mondo talmente politically correct che non si è “accorto” dell’accerchiamento ed aggressione fisica con tanto di spari ai danni della troupe di Striscia la Notizia.

Minniti in relazione al caso Spada/giornalista di Nemo disse:  Minniti: il fermo di Spada dimostra che in Italia non ci sono zone franche

SICURO MINISTRO NON ELETTO?

Striscia la notizia, Brumotti e la troupe aggrediti da 30 spacciatori a Padova: contro di loro sputi e schiaffi

Brumotti aggredito per la terza volta. A Roma spari e minacce
L’inviato di ‘Striscia la Notizia’ era nel quartiere San Basilio, dove lo spaccio è sotto gli occhi di tutti. Un uomo ha lanciato un mattone e ferito un collaboratore. Uditi colpi di pistola

VIDEO Aggressione violenta alla troupe di striscia

Vittorio Brumotti e la sua troupe sono stati aggrediti e sono stati anche derubati di due videocamere. Prima dell’aggressione e dei furti, uno spacciatore al quale si è rivolto Vittorio Brumotti, oltre alla droga, ha cercato di vendergli anche delle armi, per la precisione pistole e kalashnikov. tratto da FONTE
Nuova aggressione al Parco della Montagnola di Bologna, dopo quella del 15 novembre scorso, per la troupe di Striscia La Notizia guidata dall’inviato Vittorio Brumotti, inseguita e spintonata da un gruppetto di spacciatori, che non hanno gradito la nuova «intrusione» in un territorio che ha seri problemi di degrado e microcriminalità. Per la verità è la terza aggressione in due settimane per il giornalista e i suoi cameraman: la sera del 22 novembre era stato assaltato a Padova, anche là durante la registrazione di un servizio sullo spaccio di stupefacenti in una zona calda, l’area antistante la stazione ferroviaria.
 
Il 15 novembre la troupe era entrata al buio del Parco per documentare lo spaccio nella Montagnola e Brumotti si era finto potenziale acquirente. A un certo punto l’inviato del programma televisivo satirico aveva svelato la sua identità tirando fuori un megafono per denunciare l’accaduto, e fu affrontato, insieme ai cameraman, da un gruppo di stranieri che strapparono le telecamere. Stasera fatto analogo durante un nuovo servizio sullo spaccio di droga nel Parco costruito sull’ottocentesca discarica cittadina (da cui il nome Montagnola), adiacente alla centrale Piazza 8 Agosto che celebra la cacciata degli austriaci.
 
Questa volta un gruppetto meno nutrito di giovani li ha raggiunti. Ci sarebbero stati contatti, più che altro il giornalista e i teleoperatori sarebbero stati spintonati, una telecamera sarebbe rimasta danneggiata, ma non ci sarebbe stata la rapina degli strumenti televisivi. Uno degli aggressori sarebbe già stato identificato. Nel parco, poco lontano dalla stazione ferroviaria e da Piazza Maggiore, da tempo è presente, ed è al centro del dibattito cittadino, il problema della presenza di spacciatori, soprattutto cittadini centrafricani, molti senza fissa dimora.
 
Brumotti voleva documentare lo stato in cui versa la Montagnola gridando agli spacciatori di vergognarsi di quello che stavano facendo a pochi passi da una scuola, l’asilo ‘Giaccaglia Betti’. Quella volta l’aggressione fu dura. Nella notte scattò una retata dei carabinieri portò all’arresto per spaccio di diversi africani, anche nei giorni successivi. Ci furono reazioni durissime, oltre al sindaco Virginio Merola, quella del leader della Lega Nord Matteo Salvini, sempre molto sensibile a quello che succede a Bologna. «Non vedo l’ora, una volta al governo – disse – di dare una bella ripulita a tutta l’Italia. Attendo arresti e manifestazioni, come a Ostia». La nuova visita a Bologna, da quanto si comprende, è stata dettata dalla voglia di vedere se l’operazione pulizia avesse dato i suoi frutti. A sue spese, Brumotti ha verificato che non è così.
 
Mercoledì 29 Novembre 2017
Striscia, Brumotti picchiato di nuovo a Padova. “Troupe accerchiata dagli spacciatori”
Vittorio Brumotti, l’inviato sul territorio di Striscia la notizia, è stato nuovamente aggredito, ieri sera, durante la registrazione di un servizio sullo spaccio di stupefacenti in un zona calda di Padova, l’area antistante la stazione ferroviaria. La troupe di Striscia è stata accerchiata da un gruppo di spacciatori, una trentina – secondo gli autori della trasmissione – che ha poi aggredito Brumotti e i suoi operatori con sputi e schiaffi e il lancio di una bottiglia. Questo episodio si verifica a pochi giorni di distanza dall’aggressione, sempre a Vittorio Brumotti e alla sua troupe, avvenuta nel parco della Montagnola di Bologna dove si era recato per un servizio sullo spaccio di stupefacenti.
Pubblicato da Striscia la notizia
Brumotti di Striscia va a San Basilio e i pusher sparano
Colpi di pistola durante il servizio tv, il cameraman colpito da un mattone
2 Dicembre 2017
Due colpi di pistola, il lancio di un mattone che ha ferito un cameraman e minacce di morte contro Vittorio Brumotti e la sua troupe. L’aggressione è avvenuta oggi pomeriggio a Roma durante un’inchiesta sulla droga. Terza tappa dell’inchiesta, dopo Bologna e Padova, e terza aggressione. Solo che stavolta c’è chi ha usato la pistola.
 
L’inviato di Striscia la notizia si trovava nel quartiere San Basilio (via Carlo Tranfo, angolo con via Luigi Gigliotti) per documentare lo spaccio di sostanze stupefacenti che avviene alla luce del sole. Avvicinati con la proposta di vendergli cocaina e altre droghe, Brumotti ha iniziato la sua campagna contro lo spaccio usando il megafono. Immediatamente da un blocco di case popolari si sono levate urla di insulti e minacce. Verso le 16.15, sceso dal suo furgone, Brumotti ha sentito due colpi di arma da fuoco. Una persona in passamontagna ha corso verso di lui e la sua troupe lanciando un mattone che ha ferito a una gamba uno dei cameraman. L’inviato e la troupe sono saltati sul furgone allontanandosi di corsa dal quartiere.

Risorse, stupri e violenze sulle donne, quando la censura è d’obbligo

stupro-donne-stranieri-castrazione-dati-violenza-orig-1_main8 casi di stupro e violenze su donne (anche straniere) in un giorno e mezzo grazie alle risorse, le associazioni contro le violenze sulle donne TACCIONO, sarebbe istigazione all’odio “drammatizzare” ? E’ razzismo dare voce alle VITTIME la cui esistenza è stata profondamente traumatizzata? Censurare queste voci è un obbligo di tolleranza? Nessun limite all’accettazione di abusi in nome dei loschi affari di scafisti/Ong e coop dell’accoglienza?
Migrante stupra donna al cimitero
10-08-2017
Agenti della Polizia di Stato del commissariato di Tivoli in collaborazione con la squadra mobile di Roma, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura di Tivoli, hanno eseguito la misura della custodia cautelare in carcere a carico di A.C.B., romeno di 35 anni, per i reati di violenza sessuale aggravata e lesioni aggravate, nei confronti di una trentenne romana e per maltrattamenti e atti persecutori a carico dell’ex-compagna romena. La vicenda risale al maggio scorso, quando l’indagato, in una strada sterrata limitrofa al cimitero comunale di Tivoli, ha picchiato selvaggiamente una donna che aveva “abbordato” qualche ora prima in un bar. La stessa, raccontava di essere stata avvicinata, da un uomo, che presentandosi come un inglese domiciliato a Castel Madama, con molto garbo e modi particolarmente gentili, la invitava a cena. Poi, con la scusa di riaccompagnarla a casa, la conduceva nei pressi di un cimitero dove, dopo averla spinta a terra, l’ha picchiata , tanto da causarle la frattura del setto nasale, di uno zigomo, oltre a numerose ecchimosi. A quel punto, l’ha costretta a subire sevizie e un rapporto sessuale, durante il quale però la vittima ha dichiarato di averlo sentito parlare in rumeno. Al termine delle violenze, la donna è corsa sulla strada principale, dove è stata soccorsa da un passante, che ha poi allertato le forze dell’ordine. Le indagini per identificare lo stupratore, sono state complesse e molto articolate, ma gli investigatori sono riusciti dapprima ad individuare e identificare l’ex convivente, la quale ha raccontato dei numerosi soprusi subiti e del terrore che le aveva impedito, fino a quel momento, di denunciarlo, anche perché l’uomo aveva più volte minacciato di morte sia lei, che tutte le persone che le erano vicine. Quest’ultima, raccontava poi agli inquirenti di subire ancora atti persecutori da A.C.B. e mostrava agli stessi alcuni messaggi e delle fotografie inviate dallo straniero. E proprio da queste immagini i poliziotti hanno capito che l’indagato, per ingelosire l’ex compagna, le aveva inviato numerosi messaggi pornografici e fotografie, che lo ritraevano con la vittima dello stupro, proprio poco prima che questo venisse commesso. Grazie alle indagini espletate, lo stupratore veniva identificato quando ormai era già scappato in Romania ma, grazie alla sinergica collaborazione tra la Polizia e la magistratura italiana e rumena, l’uomo veniva arrestato in esecuzione di mandato d’arresto europeo ed estradato poi in Italia, dove sconterà la pena per i crimini commessi.
Picchia, minaccia di morte e ricatta una ragazzina: “O fai quello che ti dico o ti ammazzo”
09-08-2017
Una brutta storia arriva da Assisi e che vede protagonisti due ragazzi giovanissimi, una delle quali minorenne. Un 19enne – originario dell’Albania ha reso la vita un inferno ad una ragazza con la quale, per un certo periodo, aveva allacciato un rapporto sentimentale. Ma qualcosa è ben presto cambiato: la minorenne è stata picchiata, derubata, ricattata e perfino minacciata di morte da quell’amico speciale diventato poi un aguzzino.
 
Ma non si è arresa chiedendo prima aiuto alla famiglia e poi ai Carabinieri. L’Arma è riuscita ad identificare il giovane e dopo aver ricomposto il puzzle di indizi forniti dalla vittima, e di concerto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, ha fatto scattare le manette ai polsi allo straniero. Le accuse sono pesanti: rapina, lesioni, minaccia ed estorsione. La vittima – da tempo subiva maltrattamenti da parte del suo “amico” – alcuni giorni indietro, era stata da questo derubata con violenza del proprio telefono cellulare che, avrebbe potuto riavere solamente previa consegna della somma di euro 60,00. Il tutto dopo le ennesime minacce di morte. Il presunto aguzzino si trova adesso agli arresti domiciliari in attesa del previsto interrogatorio di garanzia
 
RIMINI, RAGAZZINA STUPRATA DA AFRICANO IN BAGNO STAZIONE
10-08-2017
“Mi ha violentata nel bagno della stazione”, 18enne finisce in ospedale
Violentata nei bagni della stazione ferroviaria di Cattolica. La vicenda risalirebbe a due giorni fa quando, secondo il racconto della vittima, una sera stava ritornando nella struttura di accoglienza dopo aver lavorato tutta la giornata come stagista in un negozio. E’ stato qui che ha incontrato un giovane di colore, già conosciuto precedentemente proprio nel tragitto tra il lavoro e la casa protetta, con il quale aveva scambiato alcune parole in attesa dell’arrivo dell’autobus. I due si erano scambiati alcune frasi in inglese e la sera dopo, poco dopo le 18,30, l’ha ritrovato fuori dal negozio ad attenderla. Quattro passi insieme, fino ad arrivare allo scalo ferroviario, quando il presunto violentatore le avrebbe chiesto indicazioni per le toilette.
 
La 18enne, convinta di aiutarlo, si è offerta di accompagnarlo per mostrargli la strada ma, una volta arrivati davanti alla porta, il ragazzo l’avrebbe afferrata con la forza, trascinata nei bagni e abusato di lei nonostante le mestruazioni. Dopo la violenza, il giovane africano si è allontanato facendo perdere le proprie tracce mentre, la ragazza, è ritornata nella struttura di accoglienza. Solo dopo altri due giorni, rendendosi conto che le perdite ematiche intime non accennavano a diminuire, ha trovato il coraggio di raccontare tutto agli operatori e, di corsa, è stata portata in ospedale.
I sanitari, dopo averla visitata, le hanno ricotrato delle lesioni ed è stato necessario applicare alcuni punti di sutura. Dall’ospedale è partita la segnalazione alla forze dell’ordine e, in Procura, è stato aperto un fascicolo per violenza sessuale. Sono in corso le indagini da parte della squadra Mobile della Questura di Rimini per individuare il giovane che avrebbe violentato la ragazza.
 
APRE LA PORTA DI CASA A IMMIGRATO, LUI LA STUPRA
11-08-2017
CASTELMASSA – Lei probabilmente lo conosceva solo di vista, non aveva particolari timori, ma lui ha cercato di violentarla. I carabinieri di Castelmassa hanno arrestato con l’accusa di violenza sessuale un marocchino di 43 anni, E.H.A, le sue iniziali, residente a Castelnovo Bariano. Secondo l’ordine di custodia cautelare in carcere, emesso al termine delle indagini svolte dagli stessi militari della compagnia altopolesana, l’uomo ha violentato una 53enne, anche lei straniera, ma originaria dell’Est Europa. La donna pare conoscesse di vista il cittadino marocchino di dieci anni più giovane. Lo vedeva passare ogni tanto davanti alla propria abitazione. Sembra svolgesse qualche lavoretto saltuario, ma senza avere mai un’occupazione fissa. La scorsa settimana il marocchino si è imbattuto nella signora, ha aperto la porta, ed è scattata l’aggressione. La 53enne è stata afferrata e buttata a terra…
PADOVA: BIMBA DI 12 ANNI MOLESTATA DA IMMIGRATO MENTRE E’ IN BICI CON LA MAMMA
11-08-2017
PADOVA – Doveva essere una spensierata scampagnata in bicicletta, da Arzergrande a Piove di Sacco e ritorno. Invece, mercoledì dopo cena, la pedalata serale di una mamma con le sue tre figlie, di 12, 15 e 20 anni, si è trasformata in un incubo per la famigliola. La sorella minore, infatti, sarebbe stata molestata sessualmente da un giovane nordafricano, come denunciato ai carabinieri di Piove di Sacco dalla sorella maggiore, la sera stessa, e dalla madre, la mattina dopo.
 
Sono circa le 22 quando il gruppetto arriva vicino alla stazione ferroviaria, in via Vittorio Veneto. Le cicliste hanno già fatto qualche chilometro e si fermano per riposare un attimo, anche perché, sulla loro strada, si presenta un ragazzo straniero, sui vent’anni o poco più. Forse è un nordafricano vista la sua carnagione e come parla. La ventenne racconta che il giovane ha fermato la sorella di 15 anni, che viaggiava in testa alla fila indiana, per chiederle qualche informazione sulla moschea più vicina. La raggiungono subito anche le altre tre, e la mamma risponde alle domande del ragazzo che poi ringrazia e fa per andarsene. La comitiva riparte, da ultima, in fondo, la figlia 12enne, che a un certo punto grida il nome della sorella maggiore. Poi arriva piangendo, raccontando che quell’uomo l’ha molestata mettendole le mani sui fianchi, e addirittura qualcosa di peggio, di ancor più spinto: «Mi ha fatta sentire male» spiega la ragazzina alla ventenne e alla mamma.
Richiedente asilo prende donna a cinghiate
10-08-2017
Violenza in corso Perrone a Genova. Un richiedente asilo nigeriano di 22 anni avrebbe colpito più volte una giovane connazionale, anche con la cintura dei pantaloni, durante un violento alterco.
 
L’episodio sarebbe avvenuto lunedì notte.
 
Secondo quanto riferito, la donna è stata trasferita al pronto soccorso del Villa Scassi, dove è stata medicata per le ferite e dimessa con una prognosi di 15 giorni.
 
Il richiedente asilo sarebbe quindi stato denunciato per lesioni e rischia di vedersi revocata la richiesta di permesso di soggiorno, avanzata per “motivi umanitari”.
 
MAROCCHINO IRROMPE IN CASA E STUPRA 53 ENNE: BAZZICAVA IL QUARTIERE…
10-08-2017
I carabinieri di Castelmassa hanno arrestato con l’accusa di violenza sessuale un marocchino di 43 anni, E.H.A, residente a Castelnovo Bariano.
 
Secondo l’ordine di custodia cautelare in carcere, emesso al termine delle indagini svolte dagli stessi militari della Compagnia alto polesana, l’uomo il 3 agosto scorso ha violentato una 53enne.
Ad avvertire i carabinieri era stata la vittima, che aveva denunciato di essere stata aggredita da un uomo, che lei conosceva solo di persona ma non di nome, per averlo visto più volte transitare nei pressi del suo appartamento.
 
Secondo la denuncia l‘uomo, che era riuscito ad accedere all’abitazione vista la conoscenza con la vittima, l’aveva strattonata, buttata a terra, aggredita e aveva poi tentato di stuprarla. Solo la reazione energica della donna le aveva consentito di evitare il peggio, e l’uomo alla fine si era allontanato.
 
Le indagini coordinate dalla Procura della repubblica di Rovigo ed effettuate sul campo dal Nucleo Operativo dei carabinieri in collaborazione con la Stazione di Castelmassa, hanno permesso in pochi giorni di identificare l’aggressore e di raccogliere tutti gli indizi necessari per ottenerne l’arresto e la misura cautelare in carcere
 
Alle prime luci del mattino è scattata l’operazione. Dopo aver verificato ed individuato la dimora dell’uomo, i carabinieri hanno dato seguito all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Rovigo e l’hanno portato in carcere a Rovigo.
MODENA, CICLISTA BUTTATA A TERRA E VIOLENTATA DA NORDAFRICANO
10-08-2017
Tentata violenza, 16enne gettata a terra e aggredita per strada
 
Un episodio davvero grave si è verificato ieri mattina poco fuori dal centro di Bomporto, lungo via Verdeta. Erano circa le ore 10 quando una 16enne del posto stava pedalando lungo la strada e si è trovata a dover fronteggiare un malintenzionato che ha iniziato a seguirla a sua volta in sella ad una bicicletta. Prima si è trattato solo di apprezzamenti verbali, poi però lo sconosciuto si è fatto più insistente, nonostante la ragazza avesse accelerato per levarselo di torno.
 
Il giovane l’ha raggiunta e fatta cadere a terra, poi si è avvicinato e l’ha palpeggiata. Soltanto le grida della 16enne lo hanno fatto desistere e fuggire. La vittima, sconvolta, si è recata qualche ora più tardi a denunciare i fatti ai Carabinieri.
 
Subito sono partite le indagini, che si sono avvalse anche di un testimone, che ha confermato la versione della giovane, descrivendo l’aggressore come uno straniero dai tratti nordafricani. L’Arma sta ora restringendo il campo, creando cioè un “album fotografico” con una serie di sospettati che dovranno poi essere identificati.
 

Le belle storie di integrazione da libro cuore.

Si certo, alcuni comuni  “impiegano” i “richiedenti asilo” (rimangono tali anche dopo che donna picchiata da romla richiesta viene respinta, allora diventano ex aspiranti richiedenti…)  per ridipingere inferriate o tagliare l’erba nei parchi (ma non è dumping sociale), ma poi ci sono questi brutti giornalacci razzisti che si inventano storie di violenza per disseminare odio…..

Roma, massacrata in metro dalla baby rom: rapina choc sulla linea A

Massacrata al volto a colpi di cellulare. Perdeva sangue dal naso e dalla bocca. A salvarla l’intervento del personale della stazione della metropolitana che è intervenuto chiamando l’ambulanza e poi la polizia. Quando la signora Maria Assunta Devoti, 63 anni, è arrivata al pronto soccorso dell’Umberto I era una maschera di sangue. Chi l’ha ridotta così? Una bambina rom. Di appena 9 anni. Una delle tante che fanno il bello e il cattivo tempo nella metropolitana della Capitale pronte a rubare portafogli e cellulari ai passeggeri, ad aggredire chi si ribella o chi interviene. Per lei nessun problema: i poliziotti l’hanno fermata, portata prima al commissariato Trevi e poi accompagnata in un centro di assistenza per minori.
 
INFERNO BARBERINI
 
È successo mercoledì pomeriggio. Nella stazione Barberini della linea A della metro. Una delle preferite dalle bande di baby rom che ogni giorno derubano pendolari e turisti. Sono lì, tutti i giorni, sulla linea A e B e, soprattutto, nelle stazioni più centrali e affollate della linea A. Le preferite sono Termini, Repubblica, Spagna, Colosseo, San Giovanni, San Pietro e appunto Barberini. Conoscono orari, inefficienze e criticità della metro meglio di qualsiasi amministratore delegato dell’Atac. Lavorano in squadra, si coprono, si aiutano, accerchiano le vittime, minacciano chi si intromette.
«Sono le padrone spalanca le braccia una delle guardie giurate in servizio a Barberini Non gli possiamo fare niente noi e nemmeno i militari che sono in stazione. Sono aggressive e sanno di avere l’impunità. E quando chiamiamo polizia e carabinieri dopo poche ore tornano». Proprio la settimana scorsa in un videoreportage del Messaggero.it, gli agenti in borghese della polizia della Capitale hanno fermato sempre alla stazione Barberini tre piccole borseggiatrici. Ma dopo i controlli hanno scoperto che erano state fermate dalla polizia tre ore prima ed erano già tornate in azione sui vagoni.
«Rubano in continuazione racconta un altro vigilante Tra quelli che abbandonano sulle scale mobili e quelli che ritrovano i passeggeri certi giorni arriviamo a raccogliere anche 15 portafogli. E chissà quanti altri ne portano via o buttano nei cestini dei rifiuti qui fuori».
Il coordinatore romano di Forza Italia, Davide Bordoni, ha chiesto al prefetto di convocare un comitato per l’ordine e la sicurezza per affrontare questo scandalo sotto gli occhi di tutti. Ma è rimasta lettera morta.
 
LA VIOLENZA
Erano da poche trascorse le 16,30 quando Maria Assunta è scesa alla stazione della metro Barberini. Quando arriva sulla banchina per prendere il treno verso casa viene subito accerchiata da un gruppo di baby rom. La donna non si lascia intimorire, si fa largo e si allontana sulla banchina urlando di lasciarla in pace. Ma la banda la prende di mira. Le piccole le si riavvicinano e quando la donna cerca di divincolarsi la più piccola le salta addosso e, secondo la ricostruzione degli agenti del commissariato Trevi, la colpisce al volto con un telefono cellulare. Una scarica veloce e violenta. La donna cade a terra in un lago di sangue.
I SOCCORSI
I primi ad intervenire sono i vigilantes. La banda di baby rom riesce a far perdere le sue tracce, tranne la ragazzina di 9 anni che viene fermata. Le guardie giurate chiamano il 118 e la polizia. L’ambulanza trasporta la vittima al pronto soccorso dell’Umberto I. Gli agenti, invece, prendono in consegna la baby rom: difficile stabilirne l’identità (anche perché le piccole si guardano bene dal rivelarla altrimenti viene denunciato il genitore per omesso controllo). Così alla polizia non resta altro che accompagnarla in un centro per l’accoglienza. Strutture dalle quali le piccole nomadi scappano quasi sempre dopo poche ore. Per tornare il giorno in azione arricchendo le loro tasche e distruggendo, furto dopo furto, l’immagine della Capitale.
di Davide Desario
Venerdì 14 Luglio 2017 – Ultimo aggiornamento: 19:26
Aggredito in treno un altro controllore
Sulla Pavia-Mortara è stato accerchiato e spintonato da dieci stranieri senza biglietto. I carabinieri ne hanno fermati sei
leggi anche:
Il capotreno accoltellato a Lodi è di Casatisma, dopo il ricovero è in convalescenza Il sindacato: «Volevano ucciderlo, l’azienda intervenga prima che accada di nuovo»
PAVIA. Ennesima aggressione al personale ferroviario. Dopo il ferimento del capotreno a Lodi, sabato sera un controllore di Trenord è stato accerchiato da una decina di immigrati che viaggiavano sul Pavia-Mortara ma senza biglietto. L’uomo è stato accerchiato e spintonato ma l’intervento di una guardia giurata (uno dei pochi viaggiatori sul treno in quel momento) ha evitato conseguenze peggiori. Sono stati avvisati i carabinieri della stazione di Garlasco che, una volta arrivati in stazione insieme ai colleghi del radiomobile di Vigevano, hanno cercato di bloccare gli immigrati senza biglietto.
 
Sei sono stati identificati e denunciati. Il dipendente di Trenord non ha riportato ferite ma ha sporto ugualmente denuncia dai carabinieri.
 
L’aggressione è avvenuta sabato sera su un convoglio della linea Mortara-Pavia partito da Mortara alle 20.38. A quell’ora sul treno c’erano pochissimi passeggeri. In una carrozza, sembra l’ultima, si sono seduti dieci immigrati e il controllore è passato quasi subito a chiedere i biglietti. Ovviamente si è rivolto anche al gruppetto di extracomunitari. «Non abbiamo niente», ha risposto uno dei ragazzi, “quasi infastidito” racconta la guardia. Il controllore ha spiegato che avrebbero dovuto pagare altrimenti sarebbero dovuti scendere alla fermata successiva.
Nessuna corsa dalle 9 alle 17, salvi i convogli nelle fasce dei pendolari. I sindacati: «L’azienda garantisca la sicurezza»
 
Ecco il racconto della guardia giurata intervenuta a difesa del personale ferroviario. «A Mortara sono saliti dieci stranieri – racconta Emanuele Musumeci, pendolare e dipendente della Due Emme security – che si sono seduti nell’ultima carrozza. Il capotreno ha chiesto i biglietti ma loro erano senza. Gli ha detto di pagare subito oppure di scendere e così loro hanno iniziato ad urlare, accerchiandolo. Aggressione verbale ma c’è stato anche qualche spintone. Vista la situazione siamo andati nella carrozza del macchinista e da lì abbiamo chiamato il 112 che ha mandato un equipaggio radiomobile a Garlasco, dove i carabinieri sono saliti e hanno identificato gli stranieri. Il problema è che il personale ferroviario è sempre più ridotto e anche la Polfer non può essere da tutte le parti. E la sicurezza non è più garantita».
di Adriano Agatti  – 24 luglio 2017
 
(ha collaborato Selvaggia Bovani)
Paura ad Aversa, tentano di rapinare una donna incinta ma vengono massacrati di botte

di Ivan Marino20071028 - ROMA - CRO - RISSA TRA ANTIFRANCHISTI E FEDELI USCITI DA CHIESA S. EUGENIO - Un momento della rissa scoppiata tra gli antifranchisti che manifestavano contro la beatificazione dei 498 martiri del XX secolo in Spagna, cerimonia in corso stamane al Vaticano, e i fedeli che uscivano al termine della messa dalla Chiesa di S. Eugenio in viale delle Belle Arti a Roma. MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA/BT / KLD

 
 
CASERTANO. Tentato di rapinare due donne, di cui una incinta al settimo mese, ma vengono messi in fuga da un passante, maestro di arti marziali e lottatore professionista di MMA. E’ successo mercoledì notte, in via Diaz, a pochi passi dalla stazione di Aversa. I due si sono avvicinati, chiedendo una sigaretta, poi, dietro la minaccia di un taglierino, hanno cercato di portare via la borsa. Solo l’immediata reazione della donna ha impedito ai ladri di sottrarla, A quel punto sono subito intervenuti alcuni presenti, ed il maestro di arti marziali che li ha atterrati e immobilizzati, dopo una fuga ed una colluttazione. La polizia, giunta sul posto, ha stretto le manette attorno ai polsi di Adrraman Malq, 39 anni e Racnide Attebsi di 36, condotti in commissariato per l’identificazione e poi in ospedale per essere medicati.
stesso trattamento anche per gli italiani vero?

Obbligo di firma per i nigeriani della violenta rissa in Campo Marzo
Processo per direttissima stamane in Tribunale a Vicenza per i due nigeriani coinvolti nella violenta rissa di Campo Marzo, finita nel sangue in viale Roma, davanti a decine di passanti, sabato alle 18.30.
Si tratta lo ricordiamo di Joshua Igene, 23 anni, irregolare in Italia dopo che la richiesta di asilo politico gli è stata rifiutata nel 2014 a Cosenza (rigettato pure il ricorso), e del connazionale Agho Saturday Raheen, 36 anni (a sinistra nella foto), che nel 2015 ha ricevuto la protezione sussidaria dalla prefettura di Agrigento.
 
Il giudice ha stabilito l’obbligo di presentazione alla P.G. per entrambi.
 
Igene (a destra) tornerà in ospedale perché non ancora ripresosi dalle ferite riportate (25 giorni di prognosi). Per Raheen invece, vi è l’obbligo di presentarsi a firmare.
 
|24 luglio 2017 – 17.48 VICENZA
Stazione Centrale, aggredisce vigilessa: arrestato e scarcerato
Troppo fresco il precedente di Saidou Mamadou Diallo. Troppo simile la dinamica, per fortuna senza feriti gravi anche stavolta
Milano, 22 luglio 2017 – Troppo fresco il precedente di Saidou Mamadou Diallo. Troppo simile la dinamica, per fortuna senza feriti gravi anche stavolta. Aggiungeteci che il fatto è avvenuto ancora nei pressi della Stazione Centrale, ed ecco che la polemica è servita. Ore 21.20 di giovedì, siamo in piazza Luigi di Savoia, a due passi dal luogo in cui tre giorni prima il 28enne guineano rimpatriato a tempo di record ha tentato di accoltellare un poliziotto delle Volanti. Scoppia una rissa tra gli immigrati che di solito bivaccano da quelle parti, ricostruisce il segretario del Sulpm Daniele Vincini: «Da una parte gli afghani, dall’altra i maghrebini». A un tratto, un ragazzo esce dal gruppo e si dirige verso un ristorante che affaccia sulla piazza: è un afghano di 21 anni, irregolare e senza fissa dimora. Entra nel locale, forse per scappare da qualcuno, e si trova davanti il titolare: neanche il tempo di rendersi conto della situazione che l’uomo si becca un pugno in faccia.
L’afghano esce, inseguito dall’aggredito. La scena si sposta in piazza Duca d’Aosta. Il ragazzo prende due bottiglie e ne rompe il collo su un marciapiedi: ora è armato di due cocci e minaccia i passanti che a quell’ora stanno uscendo dalla Galleria delle Carrozze. Il baccano attira l’attenzione di tre agenti della polizia locale in forza al Nucleo tutela trasporto pubblico (Nttp) in servizio proprio davanti alla Centrale. I ghisa provano a rabbonire l’afghano, ma lui di tutta risposta si avventa su uno di loro, l’unica donna della pattuglia, mirando al volto. La vigilessa riesce a schivare il colpo con uno scatto, consentendo così ai due colleghi di bloccare e ammanettare il 21enne. L’accusa: tentato omicidio.
Accusa che cade la mattina dopo, nell’aula delle direttissime: il giudice la derubrica a minaccia aggravata, disponendo l’immediata scarcerazione. In attesa del processo, che si terrà a ottobre. Sull’afghano, riferisce Vincini, pende pure un ordine di espulsione risalente a un paio d’anni fa. «Prendiamo atto delle decisioni della magistratura – attacca il leader della sigla maggioritaria tra i vigili milanese – ma a questo punto torniamo a chiedere con maggior forza più tutele per gli operatori in strada: la nostra collega ha rischiato di essere ferita gravemente, non è più accettabile una situazione del genere».
di NICOLA PALMA Pubblicato il 22 luglio 2017
Giovane si masturba in spiaggia. Cinque persone contuse per bloccarlo
FERMO – Ne ha combinate di tutti i colori il giovane giamaicano bloccato a Marina Palmense dalla polizia perchè si stava masturbando sulla spiaggia. Il ragazzo si è scagliato contro due agenti e tre addetti alla sicurezza in spiaggia, tutti costretti a ricorrere alle cure mediche. Ma già la sera prima si era reso protagonista anche di una aggressione contro un altro addetto alla sicurezza nei pressi del tendone in prossimità del luogo dove si sta svolgendo il Bababoom Festival.
 
II 113 ha ricevuto una segnalazione di alcuni bagnanti circa la presenza di un giovane intento a masturbarsi sul litorale di Marina Palmense. I poliziotti, arrivati sul posto, hanno notato un giovane di colore che stava scappando inseguito da tre bagnini. Gli agenti sono intervenuti bloccando il ragazzo in fuga che però dava in escandescenza scagliandosi contro le divise. Poi ha cercato nuovamente di darsi alla fuga verso il mare ma è stato di nuovo bloccato dai poliziotti che, nell’occasione hanno riportato delle lesioni.
 
Terminato l’intervento in spiaggia è stato accompagnato in commissariato dove è stato chiamato anche il personale sanitario per via delle condizioni psichiche particolarmente critiche del giovane. Dopo le prime cure e prima di essere accompagnato in ospedale, dove, poi, è stato ricoverato nel reparto psichiatrico, il ragazzo è stato comunque fotosegnalato.  In quella circostanza ha fornito generalità diverse da quelle reali. Infatti, si tratta di un ragazzo nato a Reggio Emilia dove risiede, di cittadinanza giamaicana. Ma già la sera precedente il commissariato è stato interessato da alcune segnalazioni riguardanti un ragazzo che, particolarmente agitato, stava creando fastidio nei pressi del tendone dove si sta svolgendo il Bababoom Festival. Verso le 3.30 gli agenti sono intervenuti sul lungomare di Marina Palmense per sedare una lite. I poliziotti sono stati subito avvicinati dall’addetto alla sicurezza alla manifestazione che ha riferito di essere stato colpito al volto da un giovane di colore.
Sabato 22 Luglio 2017, 18:59 – Ultimo aggiornamento: 23-07-2017 10:05

ALBANESE SFREGIA DONNA CON ACIDO E COLTELLO

sfregiatala vittima è una donna, anch’essa straniera, albanese ma non è vittima di un cosiddetto fenomeno di razzismo per cui NON CONTA COME VIOLENZA per i politically correct e le femministe progressiste.
ALBANESE SFREGIA DONNA CON ACIDO E COLTELLO
22-07-2017
Al culmine di una lite ha aggredito la moglie con un coltello, ferendola leggermente, e poi le ha lanciato addosso una sostanza acida. Quindi è fuggito in auto, probabilmente con i due figli piccoli.
 
Il fatto è successo a fine mattina in un appartamento di un condominio di via Salinatore a Forlì. La donna, albanese di 37 anni, è stata portata in ospedale e secondo le prime informazioni non sarebbe grave, anche se ha riportato ferite e ustioni. L’uomo, kossovaro, è attivamente ricercato.
 
Probabilmente a limitare i danni alla donna è stato l’intervento di alcuni vicini, che hanno ‘lavato’ la pelle della donna dall’acido. I vicini hanno anche tentato di fermare l’uomo che però si è dileguato e in casa non ci sono più nemmeno i due figli piccoli. È intervenuta la polizia.