Roma, rapina choc a Villa Ada: due rom picchiano una donna

donna anzianaavevano sbagliato strada anche loro, direbbe il magistrato di Torino. Solidarietà per la donna? Stop violenze sulle donne? Indignazione? Al massimo, solidarietà per i ragazzini rom.

 
Rapina choc in un palazzo a due passi da Villa Ada. Due nomadi di 14 anni hanno scalato uno stabile di via di Tor Fiorenza fino al quinto piano per introdursi in un appartamento picchiando la proprietaria, una donna sui sessant’anni. Il colpo si è verificato verso le 18.30. Nessuno si è accorto di nulla: nè i tanti passanti nè i residenti. I nomadi minorenni si sono trasformati in acrobati e si sono arrampicati sulle impalcature che avvolgono lo stabile in via di ristrutturazione. In questo modo hanno percorso in verticale una trentina di metri.
”Ero sola in casa – ha raccontato la proprietaria alle forze dell’ordine – quando ho sentito un rumore provenire dalla finestra del salotto. Ho tirato su la saracinesca: ho creduto di morire. Due giovani mi hanno aggredito. Mi hanno picchiata e scaraventata sul divano. Ero convinta che stando al quinto piano ero meno a rischio furti invece si sono arrampicati fino a casa mia”.
I rapinatori hanno minacciato di morte l’ostaggio e hanno messo a soqquadro la casa. Sono fuggiti con denaro in contante e gioielli di varia fattura. L’ostaggio ha chiamato i soccorsi ma quando è arrivata la polizia i minorenni erano già fuggiti molto probabilmente usando sempre le impalcature. E’ arrivato il personale di un’ambulanza che ha soccorso sul posto la signora apparsa affaticata e molto impaurita.
di Marco De Risi
 
Mercoledì 7 Febbraio 2018 – Ultimo aggiornamento: 08-02-2018 00:56

Paura nel bar della Stazione: agente della polizia penitenziaria salva 50enne da un tentato omicidio

bravi ragazzifiguriamoci, la vittima è un uomo, non conta per i politically correct dell’eguaglianza più eguale degli altri…Gentiloni non ce l’ha fatta a passare a trovarlo? Il bravo ragazzo è un irregolare sul territorio nazionale.

5 feb 2018 E’ accaduto questa mattina alle prime luci dell’alba. Un 19enne ha preso un uomo a sgabellate in testa, decisivo l’intervento dell’assistente capo della polizia penitenziaria.
 
Attimi di paura alle prime luci dell’alba all’interno del bar della Stazione di Foggia, quando un 19enne della Guinea ha aggredito con una inaudita violenza un cinquantenne foggiano, ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Neurochirurgia per le molteplici fratture al cranio e lungo il corpo, con una prognosi ancora da definire. Il ragazzo è stato bloccato da un assistente capo dalle polizia penitenziaria e, con l’ausilio della Polfer, arrestato con l’accusa di tentato omicidio.
 
La violenta aggressione
E’ successo tutto in pochissimi minuti: l’agente della polizia penitenziaria libero dal servizio, ha udito le urla e le richieste d soccorso provenienti dal bar e per questo vi si è immediatamente precipitato nel tentativo di fermare l’aggressore, che nel frattempo, con uno sgabello, stava infierendo sul corpo del malcapitato, colpendolo più volta alla testa.  A quel punto N.C., assistente capo di polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale del capoluoto dauno, ha contenuto la violenza del diciannovenne e lo ha immobilizzato. Per ultimare le fasi dell’arresto, insieme alla Polfer, è intervenuta l’ispettrice di polizia penitenziaria R.S. La lite tra i due senza fissa dimora era scoppiata per futili motivi e senza alcuna altra motivazione nell’atrio della stazione ferroviaria. La vittima a quel punto ha provato e rifugiarsi nel bar ma è stato inseguito e colpito alla testa dal giovane guineano.
 
L’arresto di Mamadou Salian Barry
In un secondo momento è arrivato il personale della Polizia di Stato della Sezione Polizia Ferroviaria di Foggia, così il giovane è stato bloccato e identificato per Mamadou Salian Barry, 19enne senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale. Al momento della lite appariva in stato di agitazione e, come rilevato da documentazione in suo possesso, nella mattinata di ieri era stato visitato al Pronto Soccorso ove gli era stato somministrato un farmaco per analogo motivo. Il guineano è stato tratto in arresto per lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale e ristretto in via delle Casermette a disposizione della Procura della Repubblica di Foggia.
 
Il commento di Daniele Capone
Questo il commento del vicesegretario generale di polizia penitenziaria S.PP. Daniele Capone: “Ancora una volta la nostra professionalità si proietta anche al di fuori delle mura del penitenziario, come in questa circostanza, utile per salvare una vita umana. La professionalità del poliziotto penitenziario si acquisisce giorno dopo giorno, con l’agire quotidiano all’interno dei reparti detentivi. La calma e il sangue freddo nell’affrontare anche le situazioni di grande violenza, fa parte del nostro bagaglio lavorativo, e non smetterò mai di sottolineare, che la nostra professionalità, il nostro impegno quotidiano, il nostro operato, non è ancora ben conosciuto dalle istituzioni territoriali”

Droga nel centro profughi, era la base dello spaccio

NIGERIANO spaccia minorennema sarà un caso e sicuramente è stata la polizia, anzi, Salvini a metterci la droga per incolpare questi poveretti

I bravi ragazzi che spacciano solo perché non trovano altro (il 40% dei giovani italiani disoccupati non ci si dedica, sarà che son fanulloni) e pensare che ci raccontano che se sappiamo che forma e sapore hanno i pomodori lo dobbiamo alle risorse.

VIOLENTA AGGRESSIONE AGLI INVIATI DI STRISCIA LA NOTIZIA, video

Aggressioni ai giornalisti nelle zone dello spaccio sono all’ordine del giorno, ma nessuno si indigna e nessun indagato come per la capocciata di Roberto Spada. Il Ministro Minniti non si è espresso in “No zone franche” come per Ostia, questa stramba “eguaglianza”

Minaccia i poliziotti e tenta di picchiarli: «Ammazzo anche la vostra generazione»Il 23enne ha minacciato i poliziotti delle volanti mimando il gesto del taglio della gola, poi ha tentato di colpirli con calci e pugni e ha sfogato la sua rabbia anche sull’auto di servizio – 3 febbraio

Catania, rissa tra lavavetri al semaforo
Durante un controllo un agente di polizia aggredito con un pugno al viso
di Fabio Giuffrida  VIDEO 8 febbraio

I migranti di Macerata: “Per vivere siamo costretti a spacciare”

fortuna che non hanno da procurarsi i soldi per vitto, alloggio, bollette, biglietti di treno ed autobus, miliardi di altre tasse come tocca agli italiani, ANCHE SE DISOCCUPATI.

Droga nel centro profughi, era la base dello spaccio

febbraio 5, 2018

“Con la perquisizione da parte della Polizia di Imperia, che non finiremo mai di ringraziare per l’utile e prezioso lavoro a difesa della nostra Comunità, sarebbe emerso, per l’ennesima volta, che un centro di accoglienza gestito da una coop veniva sostanzialmente usato da alcuni migranti anche come base per lo spaccio di droga”. Lo ha dichiarato il capogruppo regionale ligure della Lega, Alessandro Piana, in merito al blitz della polizia di venerdì scorso.
 
“Una beffa non solo per noi italiani – ha aggiunto Piana – ma anche per gli immigrati regolari che si sono integrati e hanno accettato di vivere seguendo le nostre regole, leggi e tradizioni. Secondo l’indagine, tutto avveniva praticamente alla luce del sole e a pochi metri dal palazzo del Comune”.
“Si tratta, infatti, della struttura imposta solo poco più di un anno fa ai residenti della zona, del tutto contrari al nuovo insediamento, che avevamo cercato invano di non far aprire ricevendo porte in faccia da Governo e varie Istituzioni”.
 
“Ora è venuto fuori quello che ormai temevano tutti. E’ paradossale che lo Stato paghi e tuteli il business immigrati, con 35 euro a richiedente asilo, fornendo loro vitto, alloggio, wi-fi, istruzione, formazione e decine di altri privilegi, quando poi lo stesso Stato sa benissimo come in realtà vadano le cose a causa del buonismo dilagante e dell’immigrazione senza regole”.
 
“Da domenica 5 marzo si comincerà a cambiare davvero. Perché i delinquenti e quelli che vendono morte ai nostri figli per strada sono tutti uguali. Basta business e buonismo della sinistra. Avanti tolleranza zero, certezza della pena, rimpatri a tutta forza senza indugiare oltre”.

Scovato il pirata che ha investito il motociclista, è un clandestino

è soltanto un altro che è all’ospedale in gravi condizioni. Chi è il responsabile morale?

Martedì 6 Febbraio 2018, 11:03 BORGORICCO (PADOVA) – Il pirata della strada che ha travolto un uomo in scooter lungo la Statale del Santo a Borgoricco per poi scappare è risultato clandestino sul territorio nazionale.
Si tratta di K.T., queste le sue iniziali, 41 anni, albanese, con un domicilio fittizio a Velletri. E’ lui che alla guida di una Ford Focus chiesta in prestito ad un amico per andare a trovare, dal Lazio a Resana (Treviso) una conoscente, si è scontrato con uno scooter guidato da M.M., 46 anni, originario di Castelfranco Veneto, residente a Piombino Dese e poi è fuggito lasciando il centauro a terra in gravi condizioni.di Cesare Arcolini

Monza: tenta di derubare donna in stazione, bottigliata in testa al marito che la difende

monza aggressioneIndignazione? Solidarietà? Responsabilità morale? Non pervenuta, le autorità per la censura del politically correct tacciono. Mafia capitale comanda.

Un marocchino senza permesso di soggiorno denunciato, in ospedale un uomo di 50 anni
 
Monza, 5 febbraio 2018 – Tenta una rapina, finisce con lo sferrare una bottigliata in testa al marito della sua vittima. Sangue, rabbia e paura domenica sera alla stazione ferroviaria di Monza, da tempo teatro di episodi di violenza e criminalità, risse, spaccio e rapine. Sono le 19 passate quando da un treno scende una donna. Le piomba addosso un nordafricano che sta evidentemente aspettando le sue potenziali vittime e allunga una mano per rubare il portafogli dalla borsetta della donna. La vittima però reagisce e riesce a difendere il portafogli mandando a vuoto il tentativo di furto. Assieme alla donna c’è anche il marito, un uomo di 50 anni, che prende le difese della moglie e redarguisce il nordafricano.
 
Ne scaturisce una discussione dai toni molto accesi che sfocia in un’aggressione: lo straniero infatti afferra una bottiglia e la spacca in testa al cinquantenne. Il taglio è profondo, il sangue esce copioso dalla ferita. Sul posto intervengono gli agenti del Commissariato di polizia di Monza, che immobilizzano e identificano l’aggressore: si tratta di un marocchino di 33 anni, in Italia senza fissa dimora o permesso di soggiorno. Il nordafricano verrà denunciato a piede libero per tentato furto e lesioni aggravate. Ed è stato portato in Questura per avviare le pratiche di espulsione dal territorio italiano. L’uomo ferito è stato trasportato in codice giallo all’ospedale San Gerardo.
 
di DARIO CRIPPA

Vimercate, clandestino tenta di uccidere a forbiciate due carabinieri

ghanese minacciaghanese armato di sassi e cacciavite
Vimercate, clandestino tenta di uccidere a forbiciate due carabinieri
 
Aveva dato in escandescenze in un centro accoglienza dal quale era stato allontanato dopo che la sua domanda di asilo era stata respinta
 
– 4 Febbraio 2018 alle 20:01
Un 22enne del Ghana è stato arrestato sabato dai carabinieri di Vimercate per tentato omicidio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Il ragazzo, il cui permesso di soggiorno era scaduto da tempo, aveva dato in escandescenze in un centro accoglienza dal quale era stato allontanato dopo che la sua domanda di asilo era stata respinta.
L’uomo, che già aveva tentato di entrare nel centro tre giorni fa, è tornato e con un sasso ha distrutto alcune vetrate del centro e i cristalli di alcune auto posteggiate nelle vicinanze. Armato di un grosso cacciavite ha poi continuato a minacciare i presenti, che hanno chiesto aiuto al 112.
Quando sul posto sono arrivati i carabinieri, il ghanese si è scagliato contro di loro colpendo con le forbici un militare al petto, ventre, basso ventre e braccia e un altro a una mano: solo la protezione garantita dai giubbotti antiproiettile ha impedito conseguenze più gravi e alla fine se la sono cavata con prognosi fra gli 8 e i 5 giorni; è stato immobilizzato grazie all’intervento di altri due militari di rinforzo.

Rissa fra immigrati, mattone scagliato contro l’ambulanza – Video

rissa migrantivideo al link in fondo
 
di Ilaria Purassanta
05 febbraio 2018
 
Al parco San Valentino di Pordenone, frequentato da bambini e famiglie. Una persona portata via in manette dai carabinieri
PORDENONE. Rissa fra immigrati e un mattone scagliato contro l’ambulanza del 118 intorno alle 13 di oggi, lunedì 5 febbraio, all’ingresso del parco San Valentino, a Pordenone, tradizionalmente frequentato da bambini, famiglie e runner.
Pordenone, rissa tra immigrati al parco: mattone tirato contro un’ambulanza
 
In corrispondenza dell’accesso al parco, in via Interna, alcuni stranieri si stavano accapigliando. Uno di loro è stato colpito alla testa da una bottiglia e sul posto è stata chiamata un’ambulanza.
Gli infermieri sono scesi dal mezzo per soccorrere il ferito e uno dei litiganti ha scagliato un mattone contro il parabrezza, infrangendolo. Danneggiati anche i finestrini laterali del veicolo.
Illesi, fortunatamente, gli infermieri.
Sul posto, oltre al personale del 118, sono intervenuti in forze i carabinieri di Pordenone.
Chi era presente, in quel momento, al parco ha visto i militari portar via una persona in manette
Ulteriori accertamenti investigativi sono in corso al comando provinciale dell’Arma.

Roma, paura a Trastevere, aggredisce tre ragazze e le colpisce con una bottiglia di vetro: arrestato marocchino

ragazze trastevereSolidarietà alle ragazze? Condanna? Indignazione? Responsabili morali? SILENZIO E CENSURA.


Martedì 6 Febbraio 2018

Ha tentato di derubare tre sorelle adolescenti nel cuore della notte ma è finito in carcere fermato dalla polizia. Un 29enne originario del Marocco ha assalito tre ragazze in via della Lungara aggredendole con una bottiglia di birra e minacciandole di dargli tutto quello che possedevano. Le giovani si sono opposte e l’uomo ha perso la testa: ha afferrato la più piccola delle sorelle e l’ha colpita alla testa e al volto con la bottiglia di vetro.

Le urla delle ragazze hanno messo in fuga il marocchino. Poco distante, una pattuglia del commissariato Trastevere, ha raccolto la richiesta di aiuto e, dopo pochi metri, gli stessi agenti hanno bloccato l’uomo con ancora in mano la bottiglia di birra.

La ragazza colpita è stata medicata nel vicino ospedale e ne avrà per qualche giorno; l’aggressore è stato condotto negli uffici della polizia dove, grazie ai riscontri sulla sua identità, è emerso un passato fatto di vari reati e l’obbligo quotidiano di presentarsi alla polizia giudiziaria. Il giudice del tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e sono stati gli stessi poliziotti, al termine dell’udienza, ad accompagnare il rapinatore nel carcere di Regina Coeli.

– Ultimo aggiornamento: 17:58
http://ilmessaggero.it/roma/cronaca/marocchino_aggressione_trastevere-3531151.html

Cesena, ama l’immigrato e lo ospita a casa sua: la pesta, si droga e la stupra

stupro3No all’odio, amateli.  Siate loro devoti. Quando la violenza sulle donne è politically correct. Si attendono ancora le scuse per questa brutalità su una donna, ma nessuno le chiede. Si attende indignazione, ma segue solo silenzio e censura. Nessuno chiede chi siano i responsabili morali che debbano vergognarsi.Boldrini qualcosa da dichiarare? Nessuna critica è ammessa, nessuna indignazione ma solo supina accettazione, chiamata solidarietà, per l’aggressore. SIA MAI CHE VENGANO MESSI IN DUBBIO I FIUMI DI DENARO CHE INGRASSANO LE COOP DI MAFIA CAPITALE


Cesena, ama l’immigrato e lo ospita a casa sua: la pesta, si droga e la stupra

30 Gennaio 2018
Si è innamorata di lui, un richiedente asilo ospite in un centro di Sorrivoli, in provincia di Cesena. Ma ben presto la storia d’amore per lei si è trasformata in un incubo, in un legame malato fatto di botte, continue vessazioni fisiche e psicologiche, furti e stupri. All’inizio lui – secondo il racconto della vittima -, era gentile. La trasformazione è avvenuta nel giro di un paio di mesi. Arrivato nella cittadina romagnola, l’uomo, 25enne e originario di un paese africano, aveva trovato ospitalità nel centro per profughi lo scorso ottobre ed aveva subito avanzato la richiesta dello status di richiedente asilo. Poco dopo ha conosciuto lei, una cesenate di 43 anni. Dall’amicizia alla storia d’amore il passaggio è stato breve. Nel giro di poche settimane è arrivata però la risposta negativa al giovane africano ospite del centro: gli era stato respinto anche l’Appello sullo status di rifugiato. Davanti alle sue lacrime, motivate dalla sua vicina uscita forzata dalla casa per rifugiati, la donna ha deciso di ospitarlo a casa sua. Una scelta d’amore che si è trasformato ben presto in ben altro.
Una volta messo piede nel suo appartamento, l’uomo ha abbandonato i modi gentili ed ha iniziato a padroneggiare. Subito le ha allestito la casa a tempio privato per pregare. In sostanza, si era impadronito della sua abitazione. In quei locali di pochi metri quadrati, le era stato concesso di frequentarne la metà. Una regola da rispettare se non voleva ricevere ogni volta insulti e botte. Il compito di portare a casa i soldi, peraltro, spettava solo alla 43enne che, per mantenere lo straniero, si è vista costretta a trovare anche un secondo lavoro. In poco tempo la donna ha speso circa seimila euro, tra risparmi e stipendi. Soldi che, da quanto è emerso, servivono al 25enne per i suoi vizi, hashish compreso, o per pagare per esempio gli ingressi in palestra. La donna in cambio riceveva solo botte e minacce di morte.
Quando una notte, spinta da un sano colpo di orgoglio, lei ha cercato di scappare di casa (sua), lui se n’è accorto ed è andato a riprendersela e l’ha trascinata a casa. Ed erano volate le solite parole da padre-padrone: «Come ti permetti di lamentarti donna, tu devi solo lavorare. Stai zitta, o ti ammazzo». Sono queste le frasi all’interno del fascicolo d’accusa.
Stanca delle violenze, la cesenate ha ritentato poco dopo la fuga, ma anche in questo caso è andata male: lui le ha tolto il telefono e persino le chiavi della sua auto. Così si è rifugiata dentro alla camera da letto, ma per ribadire la sua supremazia di maschio, la risposta del profugo è stata quella di stuprarla più volte. Solo giorni dopo la donna è riuscita a scappare e a varcare la soglia del Commissariato di Polizia di Cesena. Gli agenti, raccolta la denuncia, l’hanno scortata fino a casa, ma anche davanti alle divise l’uomo ha continuato a inveire e a minacciarla. Così sono scattate le manette per violenza sessuale, minacce, violenza privata, rapina e stalking.
 
«Questa storiaccia evidenzia un doppio problema – commenta Fabrizio Ragni, consigliere provinciale di Forza Italia -: da una parte la questione degli sbarchi incontrollati, dall’altra una cultura che, guarda caso, porta ad aumenti esponenziali di reati anche di questo tipo. Non dico che tutti i profughi sono stupratori e violenti, ma le cronache ogni giorno, da nord a sud, raccontano che i protagonisti spesso sono loro. La cosa assurda, è che una volta entrati in Italia, poi non vengono più controllati. Il nuovo governo di centro destra dovrà fare una profonda azione per limitare gli accessi a questo tipo di persone irregolari e con una indole comunque violenta». E non è un caso che a Carpi abbiano organizzato dei “corsi di seduzione” per profughi per spiegare loro che una donna può anche dire di “no” ma non per questo deve essere stuprata o picchiata.
 
di Simona Pletto

Roma, non vuole scendere dal tram e prende a bottigliate l’autista

autista pestatoma non è razzismo, Niente indignazione, l’aggressore violento è straniero, non si può punire, sarebbe istigazione all’odio. Tranquilli, uscirà prestissimo. I sindacati cosa chiedono per tutelare questa professione?

Roma, non vuole scendere dal tram e prende a bottigliate l’autista
 
«Scenda, siamo al capolinea». Sono bastate queste parole per fare scattare la follia di un passeggero che ha aggredito con una bottigliata al volto il conducente del tram 8, al centro di Roma, solo perché lo ha invitato a scendere dal mezzo. L’episodio è accaduto ieri mattina al capolinea dello storico tram a Largo Berlinguer. L’uomo, durante la discussione, è andato su tutte le furie e ha colpito il conducente al volto con una bottiglia di vetro. Sul posto i carabinieri del comando di piazza Venezia e dell’VIII Reggimento Lazio che hanno bloccato il colombiano. L’autista, medicato in ospedale per un trauma al volto e alla testa, è stato giudicato guaribile in 8 giorni. Stamattina l’uomo, un 27enne colombiano con precedenti, è stato processato per direttissima e gli è stato convalidato l’arresto con la misura cautelare dell’obbligo di firma alla stazione dei carabinieri di Tor Pignattara.
 
Lunedì 29 Gennaio 2018 – Ultimo aggiornamento: 15:39