Emergenza abitativa, per le famiglie sgomberate di SS Apostoli altri 20 giorni di attesa

viste-a-ss.-apostoli-3Non lasceremo nessuno indietro, dicevano. Questa gente senza casa saranno certo fascisti cattivi. “„, altre notti in strada, perché queste sono famiglie che non hanno un posto dove andare“

L’accoglienza dei MENO EGUALI DEGLI ALTRI


Emergenza abitativa, per le famiglie sgomberate di SS Apostoli altri 20 giorni di attesa
„VIDEO | Emergenza abitativa, per le famiglie sgomberate di SS Apostoli altri 20 giorni di attesa

Veronica Altimari
21 febbraio 2018 07:45
Dopo ore di presidio sotto gli uffici della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo, la risposta alle 20 famiglie che dallo scorso agosto dormono sotto i portici della chiesa di Santi Apostoli: alloggio nell’immobile di via Gioacchino Ventura, ma solo tra 20 giorni.

Una vittoria, timida. Leggera quanto l’atteggiamento delle istituzioni, comunali e regionali, nel voler risolvere una volta per tutte la situazione alloggiava di decine di persone, tra cui anche dei bambini, che da mesi sono rimasti senza una casa dopo lo sgombero di Cinecittà.

Lo scorso 15 febbraio, dopo sei mesi, hanno lasciato la Basilica di Santi Apostoli per recarsi nell’immobile di via Gioacchino Ventura, a Pineta Sacchetti, trovandosi d fronte un enorme dispiegamento di forze dell’ordine, a bloccarne l’accesso. Solo la promessa di un incontro in Regione, quello che si è poi svolto di ieri pomeriggio, martedì 20 febbraio, li aveva fatti allontanare senza disordini. “Ora ci chiedono di spettare altri 20 giorni – spiega Cristiano dei Movimenti per il diritto all’abitare -, altre notti in strada, perché queste sono famiglie che non hanno un posto dove andare. E’ arrivato il momento che il comune di Roma metta in atto la delibera per l’emergenza abitativa”. La soluzione messa sul tavolo dalla Regione al Campidoglio “impone la collaborazione del Comune affinché le famiglie possano accedere all’interno dell’immobile – ribadiscono gli attivisti alla fine dell’incontro – perché terminati i lavori, il palazzo sarà agibile”.

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Le case popolari? A Roma la Raggi le assegna agli immigrati

virginia-raggi-campi-romi 10 MILIONI di italiani sotto la soglia di povertà? Chi se ne frega

Anche ai disoccupati e senzatetto italiani la Raggi da 800 euro casa e lavoro? Ma il motto dei 5S non era non lasceremo indietro nessuno? Qui le priorità mi sembrano chiare.


Le case popolari? A Roma la Raggi le assegna agli immigrati
La protesta di Manolo: “Una volta Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri. Ora toglie agli italiani per dare agli stranieri” “Ho perso il conto degli anni passati ad aspettare una casa. Ho 10 punti, un figlio di 14 anni disabile,

15 Febbraio 2018 alle 21:01

Le case popolari? Virginia Raggi le ha date agli immigrati. Già perché è sufficiente scorrere la lista degli assegnatari dei 53 alloggi popolari di Roma, del dicembre dello scorso anno, per accorgersi che ben 21 sono andati a stranieri. E che il nome più frequente è Mohammed, che nella lista compare ben sei volte, poi c’è Fatiha, Banday Ali, Kabir, Abdel, Moustafa, Vadim, Fatou, Theresiamma, Gerald, Vivian, Maryam, Edna, Valentyna, Czeslawa, Jesus.

Ventuno stranieri, il 40% del totale. Sicuramente più bisognosi, perché con prole, rispetto agli italiani, che i figli non li fanno perché non hanno i soldi per mantenerli. Ma esultare, come ha fatto la sindaca, con quel suo “scroccopoli è finita”, quando a finire nell’angolo sono i cittadini italiani, che la costruzione di quelle case le hanno pagate con le tasse, è quanto meno di cattivo gusto. Ed è poi sufficiente scorrere sul sito del Comune l’elenco delle graduatorie aggiornato al 16 gennaio 2018 e leggere i nomi degli ammessi alle liste (sono criptati, è vero; ma per i cognomi che cominciano con Kru, Tho e Her ed i nomi con Hat, Kat e Mou è facile intuirne la provenienza straniera) per rendersi conto che il trend è in continua ascesa. Oltre al danno, la beffa. Per gli italiani.

Perché poi c’è chi, come Manolo di Tor Bella Monaca, intervistato dal Tempo, che racconta con amarezza della grande beffa: “Ho perso il conto degli anni passati ad aspettare una casa. Ho 10 punti, un figlio di 14 anni disabile, ma sono italiano e lavoro pagando le tasse. La sindaca dovrebbe considerare, quando fa questo genere di operazioni-legalità che la maggior parte degli stranieri un’occupazione nemmeno la cerca, c’è chi vive spacciando droga, e qui a Tor Bella Monaca è pieno; chi invece fa il venditore ambulante e logicamente figura come povero. Siamo alla follia: una volta Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri. Ora toglie agli italiani per dare agli stranieri”.

http://www.ilpopulista.it/news/15-Febbraio-2018/23474/le-case-popolari-a-roma-la-raggi-le-assegna-agli-immigrati.html

Padova, marocchino picchia due anziani e un cane: arrestato, il giudice lo libera

marocchino picchia anzianiIl 65enne, massacrato a pugni in faccia dal clandestino: “Quel violento già libero, una presa in giro. Sapeva che sarebbe uscito subito. Mi blindo in casa”

15 Febbraio 2018

Deluso e amareggiato, da uno Stato che protegge i delinquenti e si fa beffe della gente onesta. Non ci sono altre parole per descrivere lo stato d’animo di Giampiero, il 65enne padovano che, per difendere un’anziana e il suo cagnolino vittime dell’ira di un immigrato marocchino, è stato massacrato di botte e ora si ritrova, con un’occhio bendato e dolorante, a chiedersi come mai quel delinquente sia già stato liberato. A mezzogiorno e quaranta di sabato scorso, in Via Altinate, un fiume di persone stava dirigendosi verso il centro della città del Santo. Una signora settantenne con il suo cane al guinzaglio stava camminando sul marciapiede, quando un ragazzo di colore, in bici, le ha tagliato la strada all’improvviso, rischiando di investirla. Lei ha alzato il braccio, gridando: “Impara l’educazione”.

L’immigrato, invece di tirare dritto torna indietro infuriato e inizia a prendere a calci il cagnolino, che cercando di fuggire trascina a terra l’anziana. Allora il giovanotto prende a calci anche lei, prima di inforcare la bicicletta e tentare di scappare. Sulla sua strada, in mezzo a decine di persone, trova però Giampiero, un uomo di 65 anni che lo afferra per un braccio e prova a fermarlo, mentre altri intorno si attaccano al telefono per chiamare la Polizia. Il nordafricano è incontenibile e prende l’anziano a pugni in faccia, fino a ridurlo a una maschera di sangue. I passanti si fermano a guardare e urlano senza però immischiarsi per paura di essere a loro volta colpiti, finché non arrivano due pattuglie della Polizia, una della Squadra volante e l’altra del Reparto prevenzione crimine.

Gli agenti si gettano addosso al picchiatore, lo bloccano e lo portano in Questura dove scoprono chi è. Si tratta di Essalihi Tarik, marocchino 39enne con permesso di soggiorno scaduto nel 2014 e quindi clandestino, senzatetto e senza un lavoro. La polizia lo arresta con l’accusa di lesioni gravi e maltrattamento di animali. L’anziana proprietaria del cane si rinchiude in casa colpita da crisi di panico. Giampiero, l’uomo che ha provato a difenderla, trascorre una giornata intera in ospedale, con la bocca rotta e gli zigomi gonfi a causa degli ematomi. Il pm chiede la misura di custodia cautelare in carcere per Tarik, che si avvale della facoltà di non rispondere. I reati che gli vengono contestati (lesioni personali aggravate da futili motivi) non superano però i tre anni di pena.

Risultato? Il giudice del tribunale decide che due notti in carcere sono sufficienti, così lunedì libera il marocchino senza nemmeno emettere nei suoi confronti un provvedimento di espulsione. Giampiero, dolorante, decide di chiamare un fabbro per blindare porte e finestre e fa installare sensori d’allarme a casa, nel terrore che Tarik possa tornare da lui a completare l’opera, intanto rilascia alcune dichiarazioni ai quotidiani locali: “Mi hanno dato solo 20 giorni di prognosi, se me ne davano 25 magari restava dentro un po’ di più”. Amarezza che si alterna alla delusione per una giustizia ingiusta: “Una beffa, la solita beffa. Del resto, chi si aspettava qualcosa di diverso?Non certo io. Infatti, vede cosa sto facendo?”. Sta trasformando casa sua in una gabbia, chissà quando ne uscirà più.

Nel mirino anche l’amministrazione comunale a guida Pd: “E chi si sente più sicuro in questa città? Quell’individuo era un fantasma. Clandestino dal 2014. Ora lo mollano e torna libero. Una presa in giro”. La notizia si diffonde in giro, amplificata dai social network. Tarik Essalihi, il marocchino che sabato a mezzogiorno ha massacrato due anziani e picchiato un cane in Via Altinate, è tornato libero. “Non mi vergogno a dirlo, io ho paura” spiega Giampietro. “Era una giornata stupenda e così siamo stati in centro a fare due passi” racconta, con accanto la moglie. “A quell’ora stavamo tornando al silos di Via Gozzi, dove avevamo lasciato l’auto. Quando ho visto quel ragazzo prendere a calci il cane dell’anziana, con la povera donna a terra, non ce l’ho fatta a star fermo” spiega, emozionato.

“Non credo di meritare encomi o riconoscimenti. Chiunque abbia un po’ di senso civico si sarebbe comportato come me”. Giampiero è un ex magazziniere in pensione. Ha un fisico robusto ma si è trovato a fronteggiare una persona con trent’anni in meno di lui, fuori di sé, ed ha avuto la peggio. “Subito mi ha sferrato un pugno in faccia e poi, non contento, una testata. Guarda qua come mi ha ridotto. E quando l’hanno fermato i poliziotti? Un agnellino. Lui sapeva già che sarebbe uscito entro pochi giorni”. Lui e la signora anziana aggredita si sono scambiati il numero di telefono, per potersi parlare, per incoraggiarsi in questo momento difficile: la loro città sembra essere diventata ostilee ormai, da quando governa la sinistra, non passa giorno senza che avvenga un episodio violento.

FONTE

 

GUS Accoglienza, la Onlus antifascista che fattura milioni

2015, la protesta dei richiedenti asilo del Gus davanti alla Prefettura di Macerata

2015, la protesta dei richiedenti asilo del Gus davanti alla Prefettura di Macerata

UNA MULTINAZIONALE PRATICAMENTE. Chissà quanti di questi milioni sono stati stanziati per i 10 MILIONI DI ITALIANI SOTTO LA SOGLIA DI POVERTA’

“Noi la rendicontazione la facciamo direttamente al Ministero dell’Interno”,

Ah strano in una intervista del luglio 2017 dicevano che i bilanci erano pubblici

“Come si legge dal bilancio pubblicato sul sito della onlus, tra le entrate del Gus ci sono nove milioni di euro di crediti dalle prefetture e altri sette milioni di crediti dal sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il bilancio è cresciuto progressivamente negli anni, man mano che l’associazione vinceva bandi pubblici, soprattutto per l’accoglienza agli immigrati che segue per 24 Comuni italiani, ma anche per la gestione delle emergenze dall’Emilia all’Abruzzo per il terremoto, e i progetti di sostegno al disagio: tante iniziative, che hanno portato la onlus guidata Paolo Bernabucci anche all’estero, in Nepal, in Sri Lanka e poi altrove fonte IL RESTO DEL CARLINO

VIDEO Gus, Ia Onlus antifascista che fattura milioni

Accoglienza, la Onlus antifascista che fattura milioni

La terribile vicenda di Macerata ha riaperto la questione relativa al business dell’accoglienza. E il quadro è inquietante. Tanti hanno taciuto, altrettanti hanno lucrato sui migranti e sulle tasche dei cittadini in barba alla trasparenza.
 
Esageriamo? Guardate questo servizio di Matrix del 14 febbraio 2018 sul Gus, Onlus “antifascista” che fattura milioni…

FONTE

44 milioni di euro: ecco quanto frutta l’accoglienza all’Onlus di Macerata

Innocent Oseghale era uno dei richiedenti asilo della Onlus Gus. Il quotidiano La Verità è andato a spulciare i bilanci ed ha scoperto che…

“Noi la rendicontazione la facciamo direttamente al Ministero dell’Interno”,

PROSEGUE AL LINK DOVE VI SONO SCREENSHOT DEI GIORNALI LOCALI che già “indagavano” su questa Onlus che i “giornaloni che contano” si sono guardati bene dal riprendere

Profugo urina e mostra genitali ai passanti: “Cani italiani vi taglio la gola…”-arrestato

Nella foto richiedente asilo armato di buone intenzioniprofugo armato
17 febbraio 2018 FONTE: VICENZA TODAY
Un nigeriano di 28 anni si è messo a orinare di fronte ai passanti, con i genitali bene in vista, a Vicenza. In pieno centro.
 
L’episodio ha fatto intervenire i militari impegnati nel controllo della zona e alla loro vista lo straniero è andato su tutte le furie, iniziando ad insultarli: “Siete dei cani, vi taglio la gola!”. Sul posto è intervenuta una pattuglia delle volanti che hanno identificato l’uomo, conosciuto per essersi fatto spacciare da cittadino liberaiano durante la seduta con la commissione territoriale per il riconoscimento dello status di profugo.
Smascherato e indagato per vari reati relativi allo spaccio di droga, ora è stato denunciato per minacce aggravate e atti contrari alla pubblica decenza
Ma nonostante tutto: non lo espellono.

17enne tenta stupro in centro d’accoglienza

non-una-di-meno-675Non è violenza sulle donne, nessuna solidarietà e non denunciare che è razzismo.
 
 A seguire Savona, profugo 28enne indagato per violenza sessuale ai danni di una bambina di 8 anni
 
17enne tenta stupro in centro d’accoglienza
Pubblicato il: 17/02/2018 14:15
Un ragazzo di 17 anni, gambiano, è stato arrestato dalla polizia per violenza sessuale nei confronti di una operatrice di un centro di accoglienza per minori non accompagnati della periferia di Palermo. L’episodio sarebbe avvenuto qualche giorno fa quando il minore avrebbe attirato con un pretesto la donna nel seminterrato della struttura. Lì avrebbe tentato di violentarla ma l’operatrice è riuscita a liberarsi e chiedere aiuto. Immediata la segnalazione al 113 da parte della responsabile della comunità alloggio. I poliziotti hanno ascoltato la versione della vittima, confermata da chi l’aveva soccorsa dopo il tentativo di violenze, e il giovane è stato tratto in arresto.
Savona, profugo 28enne indagato per violenza sessuale ai danni di una bambina di 8 anni
L’episodio sarebbe avvenuto all’interno di un centro di accoglienza; la piccola anche lei richiedente asilo, si trovava nella struttura assieme alla madre
 
Ospite di un centro di accoglienza straordinaria per richiedenti asilo nella Provincia di Savona, avrebbe abusato sessualmente (si parla di carezze e palpeggiamenti) di una sua connazionale di 8 anni. E’ questa l’accusa della quale dovrà rispondere un 28enne nigeriano. A denunciare la presunta violenza è stata la madre della bambina, anche lei ospite assieme alla figlia all’interno della stessa struttura di accoglienza.
 
Questa mattina il giudice per le indagini Maurizio Picozzi ha fissato per giugno l’incidente probatorio durante la quale sarà ascoltata la bambina. L’uomo si trovava nella struttura assieme alla moglie e al figlio.

Roma, tenta di rapinare una coppia poi prende a calci i poliziotti: arrestato

la violenza politically correct non è violenza, è accoglienza


Roma, tenta di rapinare una coppia poi prende a calci i poliziotti: arrestato
 
Ha cercato di rapinare una coppietta e poi ha picchiato i poliziotti. Lui è un cittadino del Mali di 25 anni. E’ accaduto la scorsa notte su un tratto di viale Ippocrate, poco distante da piazza Bologna.
 
Un giovane di 22 anni ha tirato giù la saracinesca del bar, dove aveva finito di lavorare, prendendo come sempre l’incasso della serata. Poi si è messo in macchina insieme alla fidanzata. A quel punto si è materializzato l’uomo, di corporatura robusta, che ha cercato di aprire lo sportello per potere prendere i soldi. Il giovane ha inserito la chiusura centralizzata ma non è servito a far desistere il malvivente che ha preso a pugni il vetro con l’intento di spaccarlo.
 
In quel momento è passato un equipaggio del commissariato Porta Pia che si è messo a inseguire il rapinatore. Il giovane, invece di arrendersi, ha preso a pugni e calci gli agenti che per le ferite hanno riportato dieci giorni di prognosi ciascuno. Una volta bloccato, lo straniero si è messo sdraiato sul sedile posteriore e ha iniziato a prendere a calci i vetri della macchina della polizia. Portato davanti al giudice è stato convalidato l’arresto ed è stato stabilito che in attesa del processo l’arrestato rimanga ristretto in carcere.
 
di Marco De Risi  Sabato 10 Febbraio 2018 – Ultimo aggiornamento: 01:01

Macerata, svolta dall’autopsia su Pamela: “Colpita mentre era viva”

pamela mastropietroil brutale femminicidio di cui non si DEVE parlare onde evitare l’accusa di razzismo


Macerata, svolta dall’autopsia su Pamela: “Colpita mentre era viva”
L’esame autoptico su Pamela Mastropietro rivela colpi inferti mentre era ancora viva. Il medico legale: “Arriveremo alla verità”
 
Si assottiglia la tesi della morte per overdose. L’autopsia realizzata ieri, cinque lunghissime ore tra pezzi di cadavere “sezionati in modo scientifico”, sta portando sempre più gli inquirenti verso l’ipotesi di una morte violenta.
 
Pamela Mastropietro, insomma, sarebbe stata uccisa dai due nigeriani, Innocent Oseghale e Lucky Desmond (29 e 23 anni), accusati di omicidio e vilipendio di cadavere. Un colpo alla tempia e altri al torace inferti probabilmente mentre il sangue della giovane scorreva ancora nelle sue vene.
 
L’autopsia su Pamela Mastropietro
“Ci metteremo un po’ di tempo ma riusciremo a chiarire tutto, questo è sicuro, lo dobbiamo innanzitutto a Pamela”, ha detto ieri di fronte ai cronisti Mariano Cingolani, medico legale di lungo corso. “Ci stiamo approssimando sempre di più verso la chiarificazione di questa ipotesi, la morte violenta. “Ci sono dati a conforto di questa ipotesi”, ha chiarito.
 
Il colpo alla tempia
Di cosa si tratta? L’autopsia è molto difficile. Il corpo della giovane è stato dissanguato e con ogni probabilità lavato nella candeggina. Ma per il medico legale ci sarebbero segni di “applicazione di violenza sicuramente in condizioni di vitalità”. Mentre Pamela era in vita, insomma, “è stata applicata energia” con “un corpo contundente” alla tempia. È stata questa la cusa del decesso? Ancora troppo preso per dirlo, ma di sicuro il colpo è stato – dice Cingolano – “non indifferente”. Sul cranio sono state trovate due lesioni riconucibili proprio ad una bottta inferta con un oggetto contundente.
Non solo. A rinforzare l’ipotesi di omicidio sostenuta dal procuratore capo di Macerata Giovanni Giorgio e dal sostituto procuratore Stefania Ciccioli, ci sono anche due ferite all’altezza del fegato. Anche queste, scrive il Corriere, sarebbero state inferte a Pamela mentre era in vita.
 
L’esame istologico chiarirà l’omicidio di Macerata
La certezza ancora non c’è. Per chiarire definitivamente il quadro bisognerà attendere gli esami istologici. “Può anche essere – spiega il medico legale – che in una fase successiva scopriremo che la morte è arrivata per entrambe le cause, anche quella chimica”. Resta però il fatto delle violenze inflitte mentre era viva.
 
Il cadavere smembrato
Tremenda invece la descrizione che Cingolani fa delle condizioni del cadavere. Se per assurdo avesse dovuto fare quest’operazione un medico legale, in un laboratorio e con tutti gli strumenti del caso a sua disposizione, ci sarebbero volute almeno otto ore”, ha detto riferendosi all’opera di smembrameto del corpo. Considerando che Pamela è stata vista entrare a casa di Innocent intorno alle 11 del 30 gennaio e che le due valige dell’orrore sarebbero arrivate uscite solo alle 22, per gli inquirenti – scrive il Tempo – sarebbe stato impossibile per un solo uomo realizzare tutto da solo. Ecco perché le attenzioni si sono rivolte ai due nigeriani. Claudio Cartaldo – Ven, 09/02/2018 – 09:16

Paura nel bar della Stazione: agente della polizia penitenziaria salva 50enne da un tentato omicidio

bravi ragazzifiguriamoci, la vittima è un uomo, non conta per i politically correct dell’eguaglianza più eguale degli altri…Gentiloni non ce l’ha fatta a passare a trovarlo? Il bravo ragazzo è un irregolare sul territorio nazionale.

5 feb 2018 E’ accaduto questa mattina alle prime luci dell’alba. Un 19enne ha preso un uomo a sgabellate in testa, decisivo l’intervento dell’assistente capo della polizia penitenziaria.
 
Attimi di paura alle prime luci dell’alba all’interno del bar della Stazione di Foggia, quando un 19enne della Guinea ha aggredito con una inaudita violenza un cinquantenne foggiano, ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Neurochirurgia per le molteplici fratture al cranio e lungo il corpo, con una prognosi ancora da definire. Il ragazzo è stato bloccato da un assistente capo dalle polizia penitenziaria e, con l’ausilio della Polfer, arrestato con l’accusa di tentato omicidio.
 
La violenta aggressione
E’ successo tutto in pochissimi minuti: l’agente della polizia penitenziaria libero dal servizio, ha udito le urla e le richieste d soccorso provenienti dal bar e per questo vi si è immediatamente precipitato nel tentativo di fermare l’aggressore, che nel frattempo, con uno sgabello, stava infierendo sul corpo del malcapitato, colpendolo più volta alla testa.  A quel punto N.C., assistente capo di polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale del capoluoto dauno, ha contenuto la violenza del diciannovenne e lo ha immobilizzato. Per ultimare le fasi dell’arresto, insieme alla Polfer, è intervenuta l’ispettrice di polizia penitenziaria R.S. La lite tra i due senza fissa dimora era scoppiata per futili motivi e senza alcuna altra motivazione nell’atrio della stazione ferroviaria. La vittima a quel punto ha provato e rifugiarsi nel bar ma è stato inseguito e colpito alla testa dal giovane guineano.
 
L’arresto di Mamadou Salian Barry
In un secondo momento è arrivato il personale della Polizia di Stato della Sezione Polizia Ferroviaria di Foggia, così il giovane è stato bloccato e identificato per Mamadou Salian Barry, 19enne senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale. Al momento della lite appariva in stato di agitazione e, come rilevato da documentazione in suo possesso, nella mattinata di ieri era stato visitato al Pronto Soccorso ove gli era stato somministrato un farmaco per analogo motivo. Il guineano è stato tratto in arresto per lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale e ristretto in via delle Casermette a disposizione della Procura della Repubblica di Foggia.
 
Il commento di Daniele Capone
Questo il commento del vicesegretario generale di polizia penitenziaria S.PP. Daniele Capone: “Ancora una volta la nostra professionalità si proietta anche al di fuori delle mura del penitenziario, come in questa circostanza, utile per salvare una vita umana. La professionalità del poliziotto penitenziario si acquisisce giorno dopo giorno, con l’agire quotidiano all’interno dei reparti detentivi. La calma e il sangue freddo nell’affrontare anche le situazioni di grande violenza, fa parte del nostro bagaglio lavorativo, e non smetterò mai di sottolineare, che la nostra professionalità, il nostro impegno quotidiano, il nostro operato, non è ancora ben conosciuto dalle istituzioni territoriali”

Droga nel centro profughi, era la base dello spaccio

NIGERIANO spaccia minorennema sarà un caso e sicuramente è stata la polizia, anzi, Salvini a metterci la droga per incolpare questi poveretti

I bravi ragazzi che spacciano solo perché non trovano altro (il 40% dei giovani italiani disoccupati non ci si dedica, sarà che son fanulloni) e pensare che ci raccontano che se sappiamo che forma e sapore hanno i pomodori lo dobbiamo alle risorse.

VIOLENTA AGGRESSIONE AGLI INVIATI DI STRISCIA LA NOTIZIA, video

Aggressioni ai giornalisti nelle zone dello spaccio sono all’ordine del giorno, ma nessuno si indigna e nessun indagato come per la capocciata di Roberto Spada. Il Ministro Minniti non si è espresso in “No zone franche” come per Ostia, questa stramba “eguaglianza”

Minaccia i poliziotti e tenta di picchiarli: «Ammazzo anche la vostra generazione»Il 23enne ha minacciato i poliziotti delle volanti mimando il gesto del taglio della gola, poi ha tentato di colpirli con calci e pugni e ha sfogato la sua rabbia anche sull’auto di servizio – 3 febbraio

Catania, rissa tra lavavetri al semaforo
Durante un controllo un agente di polizia aggredito con un pugno al viso
di Fabio Giuffrida  VIDEO 8 febbraio

I migranti di Macerata: “Per vivere siamo costretti a spacciare”

fortuna che non hanno da procurarsi i soldi per vitto, alloggio, bollette, biglietti di treno ed autobus, miliardi di altre tasse come tocca agli italiani, ANCHE SE DISOCCUPATI.

Droga nel centro profughi, era la base dello spaccio

febbraio 5, 2018

“Con la perquisizione da parte della Polizia di Imperia, che non finiremo mai di ringraziare per l’utile e prezioso lavoro a difesa della nostra Comunità, sarebbe emerso, per l’ennesima volta, che un centro di accoglienza gestito da una coop veniva sostanzialmente usato da alcuni migranti anche come base per lo spaccio di droga”. Lo ha dichiarato il capogruppo regionale ligure della Lega, Alessandro Piana, in merito al blitz della polizia di venerdì scorso.
 
“Una beffa non solo per noi italiani – ha aggiunto Piana – ma anche per gli immigrati regolari che si sono integrati e hanno accettato di vivere seguendo le nostre regole, leggi e tradizioni. Secondo l’indagine, tutto avveniva praticamente alla luce del sole e a pochi metri dal palazzo del Comune”.
“Si tratta, infatti, della struttura imposta solo poco più di un anno fa ai residenti della zona, del tutto contrari al nuovo insediamento, che avevamo cercato invano di non far aprire ricevendo porte in faccia da Governo e varie Istituzioni”.
 
“Ora è venuto fuori quello che ormai temevano tutti. E’ paradossale che lo Stato paghi e tuteli il business immigrati, con 35 euro a richiedente asilo, fornendo loro vitto, alloggio, wi-fi, istruzione, formazione e decine di altri privilegi, quando poi lo stesso Stato sa benissimo come in realtà vadano le cose a causa del buonismo dilagante e dell’immigrazione senza regole”.
 
“Da domenica 5 marzo si comincerà a cambiare davvero. Perché i delinquenti e quelli che vendono morte ai nostri figli per strada sono tutti uguali. Basta business e buonismo della sinistra. Avanti tolleranza zero, certezza della pena, rimpatri a tutta forza senza indugiare oltre”.