L’ultima della UE: il web senza immagini (e senza idee). Si chiama censura. Io non ci sto. E tu? – Come Don Chisciotte – Controinformazione – Informazione alternativa

BELLA L’EUROPA DEI POPOLI EH? TANTI DIRITTI E BENESSERE PER TUTTI VERO?

internet

ma tu guarda, la proposta viene da Oettinger, quello che voleva delegare i mercati a rieducare gli italiani che sbagliano a votare

Tutte le gaffe di Oettinger, il commissario europeo forse tradito da una sintesi sbagliata

Ma d’altronde tutte le sinistre sono d’accordo, qualsiasi cosa è legittima per ritornare ad occupare le poltrone e fare i servi della finanza, ah no, per salvare il popolo dall’ignoranza etc etc Ovviamente in piazza non si vedrà nessuno, la Ue sa fare il bene della gente no?

L’ultima della UE: il web senza immagini (e senza idee). Si chiama censura. Io non ci sto. E tu?

Il Cuore Del Mondo

Ci stanno provando in tutti i modi da tempo, negli Stati Uniti e, soprattutto, in Europa. Chi segue questo blog sa come la penso: da quando l’establishment ha perso il controllo della Rete e soprattutto dei social media, veicolando idee non mainstream e favorendo l’affermazione di movimenti alternativi, quelli che vengono sprezzamentemente definiti “populisti”, ogni pretesto è buono per favorire misure per limitare la libertà di pensiero. Ci hanno provato usando l’ariete delle “Fake news” e il tentativo è ancora in corso, in queste ore stanno usando un altro grimaldello, il copyright.

Come ha denunciato, in perfetta solitudine, Claudio Messora su Byo Blu   la Commissione Affari Legali del Parlamento europeo, su proposta dell’immancabile commisario tedesco Oettinger,  ha dato il primo via libera alla legge sul Copyright, che di fatto, se verrà approvata anche in Aula,  permetterà di introdurre misure censorie.

L’articolo 11, instaura la cosiddetta “tassa sui link”. Non stiamo parlando, a scanso di equivoci di film o di canzoni o di interi libri, ma stiamo parlando del testo che, citato testualmente si riferisce, “anche ai più piccoli frammenti di articoli contenenti notizie”, che “devono avere una licenza”. Avete presente quel piccolo testo di anteprima che appare a fianco o sotto a un link, in mancanza del quale nessuno sano di mente si sogna di cliccare? Ecco, anche quello dovrebbe disporre di un’adeguata licenza!

Spiega Messora, che così continua:

Secondo l’articolo 13 “le piattaforme online sono responsabili per le violazioni del copyright dei loro utenti” e “devono in ogni caso implementare filtri preventivi sugli upload”. Significa che gli algoritmi rigetteranno a priori qualunque contenuto che “potrebbe” violare il copyright, prima ancora che appaia online. Ma gli algoritmi non sono immuni ai falsi positivi e non possono certamente distinguere gli usi ammissibili, come le parodie, i meme, il diritto di critica… Non c’è nessuna concessione al concetto stesso di “Fair Use”. Ecco, ad esempio sarà impossibile pubblicare la foto di chicchessia con una scritta sotto, appunto i meme, a meno che quella foto non l’abbiate scattata voi stessi, e anche così sarete comunque giudicati “colpevoli” a meno che non vi dimostriate “innocenti” e non conduciate lunghe battaglie per riportare online i vostri contenuti.

Il messaggio è chiaro: se questa legge passerà, la diffusione di contenuti politici potrà avvenire solo senza il supporto di immagini, perché è evidente che il singolo cittadino mai potrà procurarsi le foto di un primo ministro o della guerra in Siria. E anche la citazione di brani di articoli potrebbe portare alla soppressione della vostra pagina Facebook o del vostro account Twitter. Insomma, se questa legge dovesse entrare in vigore, i blog e le pagine politiche sui social media con foto “non autorizzate” potebbero essere cancellate d’ufficio, privando la Rete di uno strumento di supporto ormai indispensabile. Quale attrattiva potrebbero avere avere pagine di solo testo? Volete davvero che la Rete venga ridotta a un’immensa bacheca di foto di gattini (solo i vostri, perché gli altri violerebbero il copyright)?

Salviamo Internet dalla direttiva del Copyright UE

Claudio Messora ha lanciato una petizione contro questo provvedimento, che sarà votato in aula a Bruxelles il 4 luglio. Lo scopo è di suscitare una sollevazione della Rete e siccome le grandi testate stanno , ovviamente, ignorando la notizia, l’unica possibilità è di innescare un passaparola che induca decine di migliaia di cittadini a firmare questa petizione.

Io ho firmato. E tu? Mancano pochi giorni, non perdere tempo!

Marcello Foa

Caso Skripal. A 10 Km da Salisbury c’è Porton Down, l’hub per la guerra chimica del Regno Unito

skripal

Ulf Schmidt, professore di storia moderna presso l’Università del Kent, in un libro recentissimo aveva documentato di innumerevoli disseminazioni di agenti biologici e chimici condotti sulla ignara popolazione inglese
Prosegue con continui, grotteschi, colpi di scena la saga di Sergej Skripal “avvelenato, insieme alla figlia, con il Sarin da sicari di Putin”. E mentre gli abitanti di Salisbury gettati nel panico dal governo sono l’unica “prova” che i mass media possono mostrare per attestare questo inverosimile “complotto di Mosca”, c’è chi si documenta sulle infamie del Defence Science and Technology Laboratory, l’impianto militare per la Guerra biologica di Porton Down, ubicato a dieci chilometri da Salisbury. Sale così tra i libri più scaricati (tramite Emule e Torrent) in Gran Bretagna “Secret Science: A Century of Poison Warfare and Human Experiments” (Oxford University Press, 2015) di Ulf Schmidt, professore di storia moderna presso l’Università del Kent.
Basato, su documenti ufficiali recentemente declassificati, il libro di Schmidt documenta di innumerevoli disseminazioni di agenti biologici e chimici condotti sulla ignara popolazione inglese dagli “scienziati” di Porton Down. Ad esempio, 1953: disseminazione tramite aereo – proprio sull’area di Salisbury – di 4600 chili di zinco e cadmio solfuro (oggi ritenuto potenzialmente cancerogeno); giugno 1964: dispersione nella metropolitana di Londra di batteri ritenuti debolmente patogeni (con il conseguente monitoraggio dei ricoveri ospedalieri per verificare la dinamica delle infezioni);
 
1952: la disseminazione di batteri vivi della peste al largo della costa occidentale della Scozia…
Esperimenti simili a quelli che venivano condotti negli USA ma che a Porton Down suscitarono le rimostranze di alcuni “scienziati” i quali segnalarono l’inopportunità di mettere a repentaglio la salute e, in alcuni casi la vita, degli Inglesi. Per questo motivo, esperimenti “senza restrizioni” cominciarono ad essere condotti dapprima nelle isole Bahamas (disseminazione di virus dell’Encefalite equina) e poi in un altro possedimento imperiale britannico: la Nigeria (gas nervino).
Con questi precedenti non c’è da meravigliarsi se in questi giorni sui social inglesi comincino ad affollarsi fantasiose ipotesi che collegano il “caso Skripal” allo stanziamento straordinario di 48 milioni di sterline erogate per il potenziamento del Centro di Porton Down. Ipotesi che sconfinano nella paranoia, certo. Ma la scoperta che a vegliare sulla loro incolumità siano proprio coloro che, fino a ieri, li intossicavano con veleni e microorganismi patogeni comincia a rendere davvero nervose non poche persone in Gran Bretagna.
Francesco Santoianni Notizia del: 16/03/2018

LA NOUVELLE DOCTRINE NUCLEAIRE DES USA QUI CIBLE DIRECTEMENT MOSCOU ET PEKIN

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 01 03/

LM.GEOPOL - Nouvelle doctrine us I (2018 02 03) FR 2

Les États-Unis veulent développer des armes nucléaires tactiques “en réponse à Moscou”, selon le Pentagone. Le Département américain à la Défense vient de publier, ce vendredi 2 février, un document baptisé « Posture nucléaire » (US Nuclear Posture Review) sur la situation atomique américaine qui détermine la nouvelle Doctrine nucléaire des États-Unis de Trump.

LM.GEOPOL - Nouvelle doctrine us I (2018 02 03) FR 3

Dans sa nouvelle Doctrine nucléaire, Washington a annoncé son intention de se doter de nouvelles armes nucléaires sous prétexte de contrer une escalade nucléaire que risquait de provoquer la stratégie militaire russe. La nouvelle Doctrine américaine prévoit l’augmentation des dépenses militaires pour la modernisation de l’arsenal et le développement des éléments de la «triade nucléaire» américaine (missiles balistiques, sous-marins stratégiques et bombardiers). La nouvelle Doctrine nucléaire de Trump n’exclut pas le recours à l’arme atomique dans le cas d’une attaque non nucléaire contre les Etats-Unis …

QUE DIT LA NOUVELLE DOCTRINE NUCLEAIRE DES USA ?

L’administration américaine « n’exclut pas l’utilisation d’armes atomiques dans le cas d’une attaque non nucléaire contre les Etats-Unis », a indiqué vendredi le vice-ministre américain à la Défense, Patrick Shanahan, commentant la nouvelle Doctrine nucléaire américaine, dont « le but final est d’établir un équilibre des forces avec les Russes », comme le prétendent les Américains. « La doctrine nucléaire dispose que les États-Unis peuvent envisager l’utilisation d’armes nucléaires dans des circonstances d’urgence pour protéger leurs intérêts vitaux, ainsi que des alliés et des partenaires », a déclaré Shanahan.

Selon le site web américain, ‘Defense News’, le gouvernement américain s’est dit, dans ce document, « prêt à changer et moderniser son arsenal nucléaire pour s’adapter à leurs adversaires potentiels ».

La version 2018 de la doctrine nucléaire US cible également la Chine, la Corée du Nord et l’Iran, mais s’attarde plus largement sur la Russie et au défi de « l’équilibre des forces ». Le document nucléaire de Trump veut assurer que ce changement de cap est le résultat des « évaluations réalistes de l’actuelle situation sécuritaire dans le monde ».

« La Russie possède des avantages sérieux sur les États-Unis et leurs alliés en matière de fabrication des armes nucléaires », selon la Doctrine nucléaire américain,e dont la partie non classifiée a été publiée en janvier par le journal ‘Huffington Post’. Selon la nouvelle politique, les États-Unis peuvent donc « répondre avec les armes nucléaires aux attaques stratégiques à grande échelle telles les cyberattaques contre leurs centres de commandement nucléaire ou leurs infrastructures urbaines comme le réseau électrique ou le système du contrôle de trafic aérien ».

Des voix se sont déjà élevées contre cette nouvelle approche, qui augmente le risque de conflit nucléaire. Dans un communiqué, le président américain Donald Trump a salué ce document, qui « dissuade encore davantage les attaques stratégiques contre les États-Unis, leurs alliés et leurs partenaires ».

Réagissant à cette information, l’ambassadeur russe aux États-Unis, Anatoli Antonov, a commenté la nouvelle doctrine nucléaire américaine en ces termes : « Les États-Unis se servent de la Russie comme d’un « épouvantail » afin de justifier l’augmentation des dépenses militaires et l’accroissement du potentiel nucléaire américain ».

NOUVELLE DOCTRINE NUCLEAIRE AMERICAINE :

LA RUSSIE ET LA CHINE VOIENT ROUGE

La publication de ce document sur la nouvelle « Doctrine nucléaire » des Etats-Unis, ce vendredi 2 février 2018, a provoqué de vives réactions en Russie et en Chine. Alors que l’administration Trump souhaite doter le pays de « nouvelles armes nucléaires à faible rayon d’action » (clairement destinée à des frappes tactiques), Moscou dénonce le caractère « belliqueux » et « anti-russe » de ces annonces, et Pékin appelle Washington à sortir de sa « mentalité de guerre froide ».

« Dès la première lecture, le caractère belliqueux et anti-russe de ce document saute aux yeux », pouvait-on lire dans un communiqué de la Diplomatie russe samedi, après la publication la veille de ce nouveau texte de référence aux Etats-Unis, qui prévoit un « renforcement du dispositif américain face aux menaces ». Les Etats-Unis veulent notamment se doter de « nouvelles armes nucléaires à faible rayon d’action pour renforcer leur dissuasion », mettant en avant le « réarmement de la Russie » dans ce domaine précis « qu’il convient de contrer » selon Washington, mais aussi « le risque chinois et l’émergence de nouveaux acteurs comme la Corée du Nord ».

« Les mécanismes de contrôle des armements sont mis en cause », selon Moscou. Dénonçant les « clichés », Moscou rejette ses « accusations farfelues », notamment celles, « infondées », d’ingérences et de violations des accords sur le contrôle des armements. Et de dénoncer, de la part des Etats-Unis, « une tentative injuste de rejeter sur les autres leur propre responsabilité ». Aux yeux de la diplomatie russe, « la détérioration de la situation en matière de sécurité internationale et régionale et pour le déséquilibrage des mécanismes de contrôle des armements » n’est en effet pas de son fait, mais « le résultat d’une série d’actes irresponsables des Etats-Unis eux-mêmes ».

Le point de départ de cette nouvelle Doctrine, c’est « le constat d’une dégradation brutale de l’environnement stratégique depuis 2014 ». Les Etats-Unis « ne peuvent plus continuer à réduire le rôle de l’arme nucléaire dans leur stratégie, en raison de la réémergence de tensions avec des grandes puissances, en particulier la Russie et la Chine, en raison de l’émergence d’adversaires nucléaires régionaux, par exemple la Corée du Nord ». En ce changement réside l’explication de la nouvelle Doctrine, qui est très différente dans l’esprit de celle qui avait été mise en avant par Obama en 2010.

Le ministère russe des Affaires étrangères se dit « profondément déçu » de cette évolution et promet une réaction : « Nous devrons bien entendu prendre en compte les approches qui sont désormais en circulation à Washington et prendre les mesures nécessaires pour assurer notre sécurité. » Même son de cloche du côté de Pékin …

Dans la nouvelle Doctrine américaine, la Chine et la Russie se voient placées au centre des préoccupations de la défense des Etats-Unis. « Nous espérons que Washington reste conscient du niveau de danger élevé que représentent ces directives d’un point de vue de planification militaire pratique », répond encore la diplomatie russe.

DES OPTIONS DE FRAPPES LIMITEES ENVISAGEES

« On avait déjà, dans l’arsenal stratégique américain, de manière générale, une assez grande flexibilité dans les options de frappes limitées. Mais l’administration a considéré que cette flexibilité n’était pas suffisante. Elle s’appuyait beaucoup sur les bombardiers stratégiques ou sur l’aviation de manière générale, ce qui posait des problèmes en termes de réactivité, de réponse rapide, en termes de discrétion et en termes de vulnérabilité aussi, d’où l’accent qui a été mis dans la posture actuelle sur les capacités portées par les sous-marins », analyse Corentin Brustlein de l’Ifri (sur RFI).

MOSCOU MET EN GARDE CONTRE LE DANGER DE LA DOCTRINE NUCLEAIRE US

La Russie accuse avec raison l’OTAN et les États-Unis de l’entraîner vers une course «frénétique» aux armements (qui était inscrite dans le programme de Trump en 2016) et de rompre l’«équilibre militaire» en vigueur en Europe depuis la chute de l’URSS.

Réagissant à la publication de la nouvelle doctrine nucléaire des États-Unis, un haut membre de la Commission russe de défense et de sécurité du Conseil de la Fédération a déclaré que « ce document autorisait un autre génocide des civils tout comme ce qui s’était passé à Hiroshima et Nagasaki ». Le sénateur russe Frants Klintsevitch a souligné que « le monde entier se souvenait de la catastrophe d’Hiroshima et de Nagasaki et que la nouvelle posture nucléaire américaine renforçait sérieusement la part de confrontation dans la politique étrangère de Washington ».

« La nouvelle posture nucléaire des États-Unis n’exclut pas la récidive d’Hiroshima et de Nagasaki c’est cela qui préoccupe le plus », a déclaré Frants Klintsevitch, vice-président de la Commission russe de défense et de sécurité du Conseil de la Fédération (chambre haute du Parlement russe), cité par la presse russe. Il a rappelé que la nouvelle Doctrine nucléaire américaine « se basait sur la confrontation avec la Russie ». « Ce n’est pas la première fois dans l’histoire que les États-Unis jouent une carte extrêmement dangereuse et dépourvue de toute perspective réelle, visant à démolir l’équilibre stratégique des forces du monde en sa faveur », a encore déclaré Frants Klintsevitch. Le sénateur russe ajoute que dans le cadre de cette doctrine, « les États-Unis essayent de modifier l’équilibre stratégique mondial en leur faveur », « tout en accordant une attention toute particulière à la mise à jour par la Russie de ses armements nucléaires ». Sous prétexte de la crise dans la péninsule coréenne, rappelle-t-il, Washington a suspendu ses négociations avec la Russie sur les dangers nucléaires.

Fin 2016, le président Poutine a ordonné un renforcement de la force de frappe nucléaire russe et une modernisation des armements, justifiés précisément par le renforcement de la présence militaire de l’Otan à ses frontières. Mais les dépenses militaires de Moscou, bien que conséquentes, sont encore très loin de celles des Etats-Unis.

Des experts estiment que « la nouvelle doctrine nucléaire US permet aux Américains d’avoir l’initiative dans leur confrontation avec la Russie ».

Le ministère russe a dénoncé dans son communiqué que le texte de la nouvelle doctrine nucléaire américaine prétendait que la Russie refusait de respecter l’Initiative nucléaire présidentielle (Presidential Nuclear Initiatives (PNIs), signée en 1991 entre la Russie de Gorbatchev et les États-Unis de Bush, alors que la Russie a détruit, conformément à cette initiative, une grande partie de ses armements nucléaires. Le reste des armes sont stockées dans des dépôts à l’intérieur de la Russie, selon le communiqué de la diplomatie russe. Le communiqué avertit, alors, les États-Unis en soulignant que la Russie pourrait recourir à des “mesures nécessaires” pour assurer sa sécurité.

LA CHINE APPELLE LES USA A RENONCER A LA MENTALITE DE GUERRE FROIDE

La Chine, elle aussi visée, a réagi à la nouvelle doctrine nucléaire américaine, appelant les États-Unis à renoncer à leur « mentalité de Guerre froide ». Le ministère chinois de la Défense a publié un communiqué, ce dimanche 4 février, dans lequel il a souligné que la paix et le développement sont des dynamiques mondiales irréversibles, recommandant à Washington de prendre l’initiative de suivre cette tendance au lieu d’aller à son encontre.

La Chine accuse les États-Unis de « spéculations insolentes » sur ses objectifs, déclarant qu’elle avait toujours fait preuve de retenue face au développement des armements nucléaires et qu’elle maintenait son arsenal à son plus bas niveau. « Nous espérons voir les États-Unis renoncer à leur mentalité de Guerre froide, prendre au sérieux leurs responsabilités sur la question du désarmement et corriger leur perception des intentions stratégiques de la Chine », a affirmé le ministère chinois de la Défense, cité par l’AFP.

“LA DOCTRINE NUCLEAIRE US DETRUIT L’HUMANITE”

Le ministre iranien des Affaires étrangères, Mohammad Javad Zarif, a déclaré, de son côté, que le document rapprochait l’humanité d’une extermination. « La nouvelle doctrine nucléaire américaine viole le Traité de non-prolifération des armes nucléaires et mène l’Humanité vers les abysses du néant », selon le chef de la diplomatie iranienne Mohammad Javad Zarif.

RETOUR A LA CRISE DES « EUROMISSILES » DES ANNEES ’80 :

LES USA ET L’OTAN NE PROTEGENT PAS L’EUROPE, ELLE EN FONT UNE CIBLE NUCLEAIRE !

Retour aux Années ’80 pour l’Allemagne (2) !
L’Allemagne a réagi au dernier rapport du Pentagone sur la politique nucléaire américaine intitulé « US Nuclear Posture Review ». La volonté des États-Unis de se doter de nouvelles armes nucléaires à faible rayon d’action risque de déclencher « une nouvelle spirale de la course aux armements », selon le chef de la diplomatie allemande. « La décision du gouvernement américain concernant de nouvelles armes nucléaires tactiques démontre qu’une nouvelle spirale de la course aux armements nucléaires est déjà en cours. Comme à l’époque de la guerre froide, nous, les Européens, sommes particulièrement vulnérables.
C’est pourquoi c’est à nous qu’il revient de lancer de nouvelles initiatives relatives au contrôle des armements et au désarmement », a déclaré le chef de la diplomatie allemande cité par la presse russe.

Selon lui, le développement de nouvelles armes « envoie de faux signaux », et « les accords actuellement en vigueur concernant le contrôle des armements doivent être préservés ».

NOTES :

(1) Cfr. Luc MICHEL, EODE THINK TANK/ LA PRESIDENCE TRUMP : VERS UN NOUVEAU STADE DE L’IMPERIALISME AMERICAIN …

sur http://www.lucmichel.net/2016/12/04/eode-think-tank-la-presidence-trump-vers-un-nouveau-stade-de-limperialisme-americain/
Et :
Luc MICHEL, EODE THINK TANK/ LES MEDIAS OCCIDENTAUX ET ‘STRATFOR’
CONFIRMENT MES ANALYSES. TRUMP CE SERA LE MILITARISME ET LA GUERRE !
sur http://www.lucmichel.net/2017/01/28/eode-think-tank-luc-michel-les-medias-occidentaux-et-stratfor-confirment-mes-analyses-trump-ce-sera-le-militarisme-et-la-guerre/

(2) Voir sur Voir sur PCN-TV/
GEOPOLITIQUE/ LUC MICHEL:
ACTUALITE DE LA NOUVELLE GUERRE FROIDE !
TRUMP OU PAS TRUMP, LA ‘GUERRE FROIDE 2.0’ CONTINUE DE PLUS BELLE … sur https://vimeo.com/205791102

Et :Sur PCN-TV/ LUC MICHEL:
TRUMP RELANCE LE MILITARISME US (SUR AFRIQUE MEDIA)

sur https://vimeo.com/195383189

(3) La première Guerre froide, celle de 1943-91 a connu deux grandes crises liées aux missiles :
– La crise de Cuba, au début des Années 60, où l’installation de missiles nucléaires dans le Cuba anti-américain de Castro et du Che, avait conduit les deux blocs au bord de la guerre nucléaire ;
– La crise des « euromissiles » au début des Années 80, où l’installation des SS20 soviétiques et des Pershing américain en Europe, jointe à la doctrine des « frappes nucléaires tactiques » lors des batailles terrestres, avait été une immense crise au sein de l’OTAN. En Allemagne, mais aussi en Belgique ou en Grande-Bretagne, des foules immenses anti-américaines contestaient l’OTAN au nom du « National-neutralisme » anti-américain (j’ai été un des protagonistes de ces manifestations entre 1981 et 1983, notre PCN y est né et est l’enfant du « National-neutralisme ») …

(Sources : Office Of The US Secretary Of Defense – Huffington Post – Defense News – AFP – EODE Think-Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

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Sostituire il rischioso Wi-Fi col più sicuro cablaggio: è legge ma nessuno lo sa!

Nel fitto sottobosco della giungla normativa s’annida una disposizione silenziata e misconosciuta, attesa però da tempo dal fronte precauzionista allarmato dai pericolosi effetti  non termici dell’elettrosmog.
 
E’ contenuta nel decreto d’inizio 2017 firmato dal ministro dell’Ambiente Galletti per il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione. E praticamente sfuggita a tutti:
 
Al punto 2, nella parte dedicata all’inquinamento elettromagnetico indoor (2.3.5.4.) sui ’criteri ambientali minimi per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione’ di edifici pubblici, la decretazione rivoluzionaria recita infatti: “Al fine di ridurre il più possibile l’esposizione indoor a campi magnetici ad alta frequenza (RF) dotare i locali di sistemi di trasferimento dati alternativi al wi-fi, es. la connessione via cavo o la tecnologia Powerline Comunication (PLC).
è proprio quello che da anni si chiede (ad esempio) per gli ospedali o rivendicano numerosi comitati di genitori impegnati nella lotta per la riduzione 
delle irradiazioni sugli alunni tra i banchi di scuola.
 
In pratica si tratta di sostituire gli ubiquitari hot spot e router wireless con la connessione via cavo o PowerLine
 
Un operazione che, oltre a prevedere un’adeguata dotazione finanziaria per spingere ad una maggiore sostenibilità ambientale dei locali, dall’altro consentirebbe di contenere l’inquinamento pervadente di radio frequenze e microonde pulsate non ionizzanti per cui ampia parte della comunità medico-scientifica si batte in ossequio al sacrosanto Principio  di Precauzione, considerata l’ampia documentazione e letteratura medico-scientifica nazionale e internazionale che dimostra come queste frequenze comportino una grave tossicità che stimolano la produzione di radicali liberi, interferendo con i geni responsabili della vitalità cellulare e con il corretto funzionamento di diversi organi, come il sistema nervoso centrale e quello riproduttivo.
 

Esercitazione Trident Javelin 2017: i Comandi NATO si addestrano in operazioni difensive

https://www.tgvallesusa.it/2017/11/28634/

TG Valle Susa - Informazione indipendente

L’esercitazione non prevede “lo schieramento di truppe a terra”, e si colloca in un contesto di operazioni previste dall’articolo 5 del Trattato NATO del 1949

 È entrata nel vivo l’esercitazione che coinvolge i comandi  in Europa, con l’obiettivo di testarne e migliorarne le componenti di comando e controllo in caso di attivazione di operazioni difensive.

L’esercitazione, che riguarda esclusivamente i posti comando, continuerà fino al 17 novembre con la simulazione di un’operazione congiunta, in risposta a un’aggressione nei confronti di un Paese membro dell’Alleanza.

Per le sue caratteristiche, l’esercitazione non prevede “lo schieramento di truppe a terra”, e si colloca in un contesto di operazioni previste dall’articolo 5 del Trattato NATO del 1949 (difesa collettiva dei territori e delle popolazioni degli Stati membri). Saranno simulate le sfide più impegnative che l’Alleanza potrebbe trovarsi ad affrontare nell’ambito della sicurezza, comprese le minacce cyber e quelle ibride/terroristiche.

L’esercitazione coinvolgerà tutti e tre i livelli della struttura militare NATO: il Supreme Headquarters Allied Powers Europe (SHAPE) in Belgio a livello strategico, il Joint Force Comand (JFC) di Brunssum nei Paesi Bassi, comandato dal Generale italiano Salvatore Farina, a livello operativo e altre Sedi a livello tattico, quali:

– il NATO Land Command (LANDCOM) – Comando delle componenti terrestri, con sede a Izmir, in Turchia, che è schierato a Stavanger in ;
– il NATO Maritime Command (MARCOM) – Comando delle Forze Marittime,  a Northwood, nel Regno Unito;
– il NATO Air Command (AIRCOM) – Comando delle Forze Aeree, con sede a Ramstein in Germania;
– il NATO Special Operations Headquarters (NSHQ) –  Comando delle Forze Speciali con sede a Mons in Belgio.

All’esercitazione partecipa personale di staff di tutti i Paesi membri dell’Alleanza. In particolare per l’Italia sono presenti “Command Responce Cell” del NATO Rapid Deployable Corp (NRDC) di Solbiate Olona, elementi del CIMIC Group di Motta di Livenza e del 28^ Reggimento Pavia di Pesaro.

Un ruolo rilevante è svolto dal Joint Warfare Center (JWC) di Stavanger, Norvegia, che ha ideato lo scenario fittizio dell’esercitazione, denominato “Skolkan 3”, che comprende una campagna militare per ripristinare l’integrità territoriale di un Paese Alleato.

Il Comando responsabile dello svolgimento dell’esercitazione è il JFC di Brunssum, che oltre ad avere il compito della conduzione complessiva dell’attività, dovrà conseguire gli obiettivi politici – strategici, sincronizzando gli sforzi di tutte le componenti subordinate.

Sarà intensa anche l’interazione con le nazioni ospitanti, Norvegia e Paesi Baltici, e le organizzazioni internazionali, governative e non governative, per addestrarsi il più realisticamente possibile, al fine di sostenere il compito fondamentale della NATO di difesa collettiva.

La “Trident Javelin”, dopo la serie di esercitazioni “Brilliant”, conclude il processo di certificazione per gli elementi di comando e di controllo della “Forza di risposta rapida” della NATO (NRF), che nel 2018 vedrà passare la responsabilità della fase di stand-by, dal comando JFC di Napoli a quello di Brunssum.

da Difesa Online

UN TAGLIO IN PANCIA? COME ACCADE CHE LE TECH VI FARANNO GLEBA (per i 28 che non guardano Report o l’Annunziata)

 

UN TAGLIO IN PANCIA
Là dove la furia anfetaminica esplosa in questa era delle TECH in Artificial Intelligence (A.I.) raggiunge livelli da esplosione coronarica, è proprio nella Salute. La gara per il Super Brevetto lì, fa sembrare le innovazioni di Facebook o le App di Samsung lumache che attraversano l’autostrada.
E, di nuovo, ecco perché voi sarete al 99% sfigati che guarderanno alle cure super TECH e A.I. come i bambini poveri della Londra di Dickens guardavano col naso appiccicato alle vetrine le torte nelle pasticcerie dei ricchi.
Una delle ultime a uscire è una TECH sputata da una stampante in 3D, che produce delle fasciature chirurgiche o da emergenza che 1) chiudono il taglio o trauma in un quarto del tempo 2) trasmettono con una mini A.I. ai medici i dati su ogni minuto rigenerativo, infezioni, complicanze ecc. in tempo reale 3) lasciano cicatrici spesso invisibili o comunque molto minori rispetto alla norma.
La ferita viene spalmata di una nuova sostanza, Cellulose Nanofibrils, che aiuta le proteine coinvolte nella cicatrizzazione del tessuto ad attaccarsi a una ‘benda’ adesiva (si appiccica alla ferita) creata da una stampante 3D (sembra un transistor pieno di circuiti). La ‘benda’ quindi accelera la produzione di tessuto cicatriziale a una velocità incredibile, e allo stesso tempo racconta a un computer in ospedale cosa sta accadendo al taglio operatorio o ferita ogni secondo, in dettagli mai avuti prima dalla Medicina.
Chiunque fra noi futura GLEBA abbia avuto la sfortuna di avere un bisturi che gli ha aperto la pancia o il torace o la faccia, sa perfettamente cosa si patisce nella guarigione del taglio, le mille dolorose medicazioni, le complicanze. Lasciamo perdere i dettagli. Ma questa nuova TECH riduce la sofferenza e gli incidenti enormemente. Ad esempio, i liquidi prodotti dalla lacerazione/taglio vengono riassorbiti quattro volte più velocemente delle tradizionali medicazioni chirurgiche. L’eventuale infezione interna o esterna viene scovata dalla A.I. della ‘benda’ quando è a livello primordiale, e segnalata al computer del medico, che tenterà di stroncarla sul nascere. Non come di solito quando si urla dal male o si è già pieni di pus. Infine, l’esito cicatriziale, come detto, è infinitamente meno visibile.
Fantastica TECH in A.I. eh? L’ha inventata un lab da marziani in Finlandia, si chiama VTT Technical Research Center. Ha stretti contatti col ministero della Sanità di Helsinki, quindi uno pensa: “Dai! Magari questa volta i buoni nordici dei super Servizi Sociali passano questa super TECH alla Croce Rossa Italiana, che la passa a noi TECH-GLEBA bypassando la Merkel.”.
No.
Già la Barnard-Realtà ti si sbatte in faccia sulla home del VTT, con questa frase: “Noi creiamo tecnologia per il business – per il bene della società”. Certo, e i Rothschild comprano tutti gli anni i giocattoli della Befana, per il bene dei bambini.
Infatti, basta scavare sotto la superfice di un mm, e sbuca la Barnard-Realtà in tutta la sua spietatezza, perché quando uno legge la parola Ventures… alé, i giochi sono fatti. La VTT Ventures è il braccio finanziario per gli investitori della VTT e quindi anche della ‘benda’ magica. Sorry. Mentre la pagina introduttiva mostrava il volto umano di queste ‘belle anime’, quella Ventures mostra la foto sopra, e la nuda verità:
DALL’ELETTRONICA, ALLA IoT, ALLE SCIENZE BIOLOGICHE, LE AZIENDE DEL NOSTRO PORTAFOGLIO CLIENTI CREANO IL MONDO DI DOMANI”. (dove tu sfigato non abiterai)
E poi segue in termini inequivocabili l’ancor più cruda ammissione che tutte queste ‘meravigliose’ TECH in A.I. che stanno trasformando il Pianeta saranno da pagare a peso d’oro. La troviamo in due slogan della VTT:
CERCHIAMO COSTANTEMENTE TALENTI NUOVI PER COMMERCIALIZZARE IDEE SIGNIFICATIVE”.
&
LE PIU’ BRILLANTI IDEE NORDICHE SOSTENUTE DA DIRITTI DI PROPRIETA’ INTELLETTUALE”.
L’ultima frase si traduce in: brevetti da pagare, come accaduto per decenni all’Africa per tutte le medicine salva vita, AIDS inclusa: non pagavano e allora che crepassero.
Ora, la Barnard-Realtà v’insegna che nell’avvento delle incredibili super TECH in A.I. c’è insita nell’organismo – proprio incastrata come un virus micidiale – una novità tragica, ve la rammento:
Il nuovo Pianeta Terra in A.I., con computer quantistici o al DNA o computer molecolari, con materiali marziani e prodigi robotizzati, coi networks neuronali ecc., viene costruito su tecnologie talmente complesse, ma talmente inimmaginabili e così segrete per fruttare brevetti, che anche il più abile scienziato esterno alle TECH Corporations non ci potrebbe capire nulla. Quindi non è che se la VTT, o NVIDIA, o Wymo, o Google-Alphabet, o Benevolent A.I., o Baidu, o Tencent ecc. ci negano la salvezza per lucro, noi possiamo rifarcela in casa come è accaduto coi farmaci generici. Ci arrivate a capire che cosa vuol dire questo?
Vuol dire che i Padroni del Pianeta di cui sopra avranno le Chiavi della vita, della Salute, delle industrie, dell’Ambiente, dell’Energia, di tutto, in mano. Ok? Non paghi? Crepi. E devi pagare perché, si rilegga sopra, tutti questi Padroni devono rispondere ad altri Padroni che gli hanno versato miliardi su miliardi, gli investitori, che li rivogliono duplicati a dir poco.
Quindi, lo dico con tragica serietà:
Dopo tutte le prove che vi ho scritto in decine d’articoli do-cu-men-ta-tis-si-mi sul paradigma finanziario dei Padroni delle Chiavi della vita sul Pianeta, chiunque nei media vi parli di queste super TECH in arrivo SENZA AVVERTIRVI DEI PERICOLI VERI (magari fosse solo la perdita d’occupazione), è o un ignorante da cacciare dall’Ordine dei Giornalisti, o è una m… (finisce per erda). Capito ragazzini di Report e signora Annunziata, che mi copiate mesi dopo e pure male?
Per favore, non fate figli. Non li vogliamo poi da adulti con sbraghi nella pancia da 30 cm, bendati alla cazzo da Sanità pubbliche alla fame, mentre guardano col naso appiccicato alle finestre i fortunati degli ospedali di VTT Technical Research Center.
Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
6.11.2017
* spunti da Applied Materials & Interfaces.
MA I RIMEDI CI SAREBBERO:
MA PURTROPPO IN ITALIA:

UN MICROSCOPIO PER IL NOSTRO FUTURO

http://ilcorrosivo.blogspot.it/2017/11/un-microscopio-per-il-nostro-futuro.html

martedì 14 novembre 2017

Alba Canelli
Marco Cedolin

Tanto, di tutto e di più è stato detto e scritto sul microscopio del Prof. Stefano Montanari.
Ancora con questo microscopio?” Eh già, vi toccherà ancora leggere di questo argomento, eppoi decidete voi se è importante sapere quali sostanze vengono iniettate ai nostri figli nei vaccini, se sono sicuri. E l’acqua, l’amianto, l’inceneritore vicino casa (o anche più lontano) che incessantemente rilascia sostanze nell’aria che respiriamo? “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”?Lavoisier è superato?
I moderni inceneritori bruciano rifiuti e rilasciano ossigeno nell’aria, meglio della sintesi clorofilliana?
Sapete bene che non è così.
Penso sia stato detto troppo poco, degli studi realizzati dagli scienziati Gatti/Montanari sulle nanopatologie, ed oggi questa ricerca è in serio pericolo.
La campagna diffamatoria costruita e portata avanti contro i due scienziati, va avanti da anni, inutile ripartire dall’inizio, chi volesse saperne di più, può leggere quanto accaduto, nel 2009 che fu per molte settimane l’argomento più dibattuto in rete.
Tra proprietari legali (Onlus Bortolani) e truffe legalizzate, cioè la sottrazione del microscopio acquistato con donazioni fatte per la ricerca del dott. Montanari, nel 2014 si arriva ad una  sentenza, che in alcuni passaggi sottolinea ciò che la logica impone, e cioè che:….
  • i denari utilizzati dall’Associazione Carlo Bortolani Onlus per l’acquisto del microscopio sono stati versati da soggetti che avevano inteso, con le proprie sostanze, sostenere il progetto di ricerca degli attori nell’ambito degli studi sulle nanoparticelle e la nanodiagnostica.
  • (…) l’associazione, infatti, avendo sposato la causa dei dottori Gatti e Montanari, ha liberamente assunto nei confronti del pubblico sottoscrittore un vero e proprio obbligo di garanzia volto ad assicurare che i denari raccolti non venissero distratti dal fine convenuto.
Tutto ciò era chiaro anche nel 2009, ma intanto nonostante la sentenza che obbliga la Onlus Bortolani a pagare le spese giudiziarie, perché non ha rispettato il vincolo di destinazione del microscopio, ad oggi i due ricercatori si ritrovano ancora in difficoltà, quando si tratta di svolgere e proseguire le loro ricerche.
Il microscopio attualmente è a Pesaro Urbino, la sentenza obbliga (inoltre) la onlus Bortolani a pagare le spese di trasferta dei due ricercatori, ma nonostante il disagio assurdo che devono affrontare per un microscopio che è loro (secondo la proprietà sostanziale ma non formale), rimane un dato di fatto tragico e ingiusto. Il prossimo 28 febbraio i dottori Antonietta Gatti e Stefano Montanari non potranno più utilizzare l’unico microscopio con cui è possibile effettuare la loro ricerca, quella sulle nanopatologie.
Potrebbe sembrare superfluo, ma purtroppo non lo è affatto, sottolineare come occorra uno sforzo da parte di tutte le persone di buon senso, per evitare che il lavoro di Stefano Montanari e di Antonietta Gatti non possa più procedere e vada irrimediabilmente perso tutto il bagaglio di conoscenza che grazie ai due scienziati è stato possibile accumulare, nonostante il boicottaggio permanente da parte della politica, dell’informazione e dei grandi interessi messi a repentaglio dai risultati delle loro ricerche.
Un vero e proprio sforzo di reni che, ovviamente nel piccolo delle possibilità di ciascuno, dovrebbe essere dovere di tutti gli italiani nessuno escluso, perché le ricerche di Montanari/Gatti riguardano la salute di ognuno di noi e si tratta del bene più prezioso che possiediamo. Troppo prezioso perché si possa lasciarlo nelle mani del bestiario politico che ben conosciamo, dei giornalisti prezzolati che gli fanno da grancassa, delle lobby farmaceutiche e dei grandi poteri industriali e finanziari che tirano le fila.
…………………………………………………………………………………………
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72 Roncati L1, Gatti AM, Capitani F, Barbolini G, Maiorana A, Palmieri B
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73 Luca Roncati,1 Ph.D.; Antonietta M. Gatti,2, 3 Ph.D.; Federico Capitani,3 B.S. Goretta Bonacorsi,4 Ph.D.; Giuseppe Barbolini,1 Ph.D.; and Antonio Maiorana,1 Ph.D.A novel forensic Investigation applied to bone remains exhumed near Quira Interforce Firing Range: (Case Report) J.of Forensic Sciences 2015, December p.858-8612016 May;61(3):858-861. doi: 10.1111/1556-4029.13016. Epub 2015 Dec 31. PMID: 27122433
74 G.Visani*1, A.Manti2, L.Valentini2, B.Canonico2, F.Loscocco1, A.Isidori1, E. Gabucci1, P.Gobbi2, S. Montanari3, M. Rocchi3, S. Papa3, A.M.Gatti4* Environmental nanoparticles are significantly over-expressed in acute myeloid leukemia Leukemia Research, Volume 50, November 2016, Pages 50-56 http://www.sciencedirect.com/…/article/pii/S0145212616301916
75 Artoni E. 1,5, Sighinolfi G.L.5, Campioli D. 2, Magistroni R.3, Cappelli G.3, Gatti A.M.4, Sebastiani M.5, Colaci, Giuggioli D.5, Ferri C.5Micro and nanoparticles as possible pathogeneticco-factors of mixed cryoglobulinemia syndrome Occupational Medicine 2016 September 30;https://www.readbyqxmd.com//micro-and-nanoparticles-as-pos…
76 Livia Vittori Antisari,Serena Carbone,Antonietta Gatti,Gilmo Vianello,Paolo Nannipieri, Uptake and translocation of metals and nutrients in tomato grown in soil polluted with metal oxide (CeO2, Fe3O4, SnO2, TiO2) or metallic (Ag, Co, Ni) engineered nanoparticles.https://www.researchgate.net/publication/265394076_Article in Environmental Science and Pollution Research 22(3) • September 2014 
77 l.Vittori. A. Gatti ecc Impact of cobalt and silver nanoparticles and ions on soil microbial community structure, lumbricus rubellus health and their trophic interactions”. Environmental Toxicology and Chemistry Biol Fertil Soils (2015) 51:261– 269DOI 10.1007/s00374-014-0972-1
78 A M Gatti The theory of everythinghttp://medcraveonline.com/JNMR/articles-in-presshttp://medcraveonline.com/JNMR/JNMR-03-00053.pdf, J. of Nanomedicine &Research February 2016. 
79 Chiara Gambardella,1 Sara Ferrando,2 Antonietta M. Gatti,3 Edoardo Cataldi,2Paola Ramoino,2 Maria Grazia Aluigi,2 Marco Faimali,1 Alberto Diaspro,4 Carla Falugi5 Review: Morphofunctional and Biochemical Markers of Stress in Sea Urchin Life Stages Exposed to Engineered Nanoparticles (wileyonlinelibrary.com). DOI: 10.1002/tox.22159, Environmental Toxicology. 2015 ( Wiley Periodicals) Inc., 1-11.
80 Luca Roncati, Giuseppe Barbolini, Antonietta M. Gatti, Teresa Pusiol, Francesco Piscioli, Antonio Maiorana. The uncontreolled Sialylation is related to chemoresistent metastatic breast cancer, Pathology, Oncology, Research on-line ( DOI 10.1007/sl12253-016-0057-6) 2016 ; p1-5. Apr 1. [Epub ahead of print] PMID: 27037559 
81 Serena Carbone Sara Bosi; Antonietta Gatti; Giovanni Dinelli, Livia Vittori Antisari, Title: Metal and metal oxides engineered nanoparticles effects on physiological parameters and nutrients content in basil (Ocimum basilicum L.) spedito a Ecotoxicology and Environmental Safety, in accettazione
82 Roncati L, Gatti AM, Pusiol T, Piscioli F, Barbolini G, Maiorana A. The first investigative science-based evidence of Morgellons psychogenesis. Ultrastruct Pathol. 2016 Jun 7:1-5. [Epub ahead of print] PMID: 27269255
83 Antonietta Gatti Nano-biointeraction and nanopathology in AZOnano October 2016 http://www.news-medical.net//Nano-biointeraction-and-nanop…
84 Chiara Gambardella, Sara Ferrando, Antonietta M. Gatti, Edoardo Cataldi, Paola Ramoino,Maria Grazia Aluigi,Marco Faimali,Alberto Diaspro,Carla Falugì, Review: Morphofunctional and biochemical markers of stress in sea urchin life stages exposed to engineered nanoparticles Environmental Toxicology • May 2015 DOI: 10.1002/tox.22159
https://www.researchgate.net//277414327_Review_Morphofunct… [accessed Nov 23, 2016].
248 Gatti AM and Montanari S. New quality-control investigations on vaccines: micro- and nanocontamination. Int J Vaccines Vaccin 2017, 4(1): 00072. doi: 10.15406/ijvv.2017.04.00072…………………………. Comment:http://www.pharmaceutical-journal.com/…/re…/20202318.article Comment:http://www.ghostshipmedia.com/…/lead-iron-chromium-metals-…/……...http://www.healthnutnews.com/…/micro-nanocontamination-vacc…
249 Letter to the Editor Many vaccines have tiny amounts of inorganic matter, investigation finds. BMJ 2017http://www.bmj.com/content/356/bmj.j596/rr-3
250 Nano-biointeraction and nanopathology in News Medical Life sciences, 31 Oct. 2016; http://www.news-medical.net//Nano-biointeraction-and-nanop…
http://www.peacelink.it/editoriale/a/15248.html

IL PIÙ GRANDE AEREO ANTINCENDIO DEL MONDO

http://www.flyorbitnews.com/2016/05/10/il-piu-grande-aereo-antincendio-del-mondo-il-video-e-le-immagini/

scritto da Alessandro Iacopini
10 maggio 2016

Oltre 75mila litri di capacità, con la possibilità di raggiungere ogni parte del globo con al massimo venti ore di volo, rifornimenti inclusi. Sono queste le caratteristiche del più grande aereo antincendio del mondo, un Boeing 747-400 della compagnia americana Global SuperTanker, presentato giovedì scorso a Colorado Spring, in Colorado, sede dell’azienda e futura base operativa del velivolo.

L’aereo è stato chiamato Spirit of John Muir in onore del celebre naturalista statunitense di origine scozzese, tra i più grandi sostenitori della protezione e della conservazione dell’ambiente.

Nel corso della sua presentazione, l’aereo ha mostrato le sua capacità, effettuando un volo a bassa quota e rilasciando il suo carico d’acqua nei pressi dell’aeroporto. Secondo la Global SuperTanker il B747-400 ha una capacità di trasporto due volte superiore rispetto al più grande aereo antincendio finora utilizzato.

Durante la simulazione l’aereo ha volato a circa due cento metri d’altezza ad un velocità di circa 260 chilometri orari. Il B747, in particolare, era configurato con l’assetto d’atterraggio.

Il SuperTanker è certificato per trasportare, acqua, liquido ritardante, gel o schiuma e può essere ricaricato in circa trenta minuti. A pieno carico l’aereo ha una autonomia di oltre seimila chilometri.

Il Boeing 747 marche N744ST è arrivato alla Global SuperTanker dopo aver trasportato passeggeri per Japan Airlines dal 1991 al 2010. Nel 2012 l’aereo è stato acquisito dalla Evergreen International Airlines, una compagnia cargo che già effettuava dei servizi antincendio con dei più piccoli e obsoleti B747-100 e 747-200. Fallita la Evergreen, la Global ha acquisito il progetto e ha completato la riconfigurazione interna dell’aereo.

IL MOSE È UNA PORCATA, SE NE SONO ACCORTI ANCHE LORO

http://ilcorrosivo.blogspot.it/2017/10/il-mose-e-una-porcata-se-ne-sono.html

mercoledì 11 ottobre 2017

Marco Cedolin

Quando nel 2008 andava in stampa Grandi Opere, con un intero capitolo dedicato alla truffa del Mose, tutti i media mainstream nessuno escluso, cantavano in coro le lodi della nuova opera, magnificandone le proprietà taumaturgiche, pronti a giurare che il “mostro” in costruzione avrebbe salvato la città di Venezia ed altrettanto pronti nel bollare come antimoderna e demagogica qualsiasi critica venisse portata nei confronti del progetto.
Oggi, a nove anni di distanza, La Stampa di Torino pubblica un articolo Venezia e il suo Mose, storia di un fallimento”, nel quale racconta esattamente le stesse cose che a suo tempo ventilai in Grandi Opere, declinandole ovviamente al presente e non al futuro (come feci io) ed aggiornandole con il rendiconto di una serie di disastri ancora peggiori di quanto la Cassandra che alligna in me fosse stata in grado di vaticinare a suo tempo….
Il “mostro” non ancora completato (dovrebbe esserlo nel 2022) a fronte degli 1.6 miliardi di euro previsti (e dei 4,5 che ventilavo io) è già costato 5,5 miliardi del contribuente italiano e sostanzialmente la struttura versa in rovina, dal momento che per riparare gli elementi già rovinati dalla salsedine e dalle cozze prima ancora che l’opera sia entrata in funzione serviranno come minimo altri 700 milioni di euro, sempre che bastino, dal momento che stando a quanto scrive La Stampa anche buona parte delle strutture non ancora posate in mare si stanno arruginendo a causa della salsedine. Al tutto andranno sommati almeno 105 milioni di costo annuale per la manutenzione, sempre che bastino e la sensazione che emerge leggendo l’articolo è proprio quella che non basteranno.
Anche nel caso che l’opera riesca un giorno ad entrare in funzione, cosa di cui i giornalisti della Stampa dimostrano di dubitare fortemente, a Venezia non salverà un bel niente, dal momento che come scrivevo io allora e scoprono loro oggi, il Mose entrerà (se entrerà) in funzione solamente con le maree eccezionali oltre i 110 cm di altezza e resterà inerte con quelle inferiori che sono le più frequenti e la maggiore causa di danno per i veneziani.
Come se non bastasse intorno all’opera (come sostenevo in Grandi Opere) sulla Stampa viene fatto notare come abbia proliferato un giro di corruzione miliardario “per coprire lavori e opere mal progettati e peggio realizzati”, parte del quale sarebbe già stato svelato dalla magistratura.
E ciliegina sulla torta “secondo una perizia commissionata dal Provveditorato alle Opere Pubbliche di Venezia, braccio operativo del Ministero delle Infrastrutture, il MOSE rischia cedimenti strutturali per la corrosione elettrochimica dell’ambiente marino e per l’uso di acciaio diverso da quelli dei test. Le cerniere che collegano le paratoie mobili alla base in cemento – ce ne sono 156, ognuna pesa 36 tonnellate, un appalto da 250 milioni affidato senza gara al gruppo Mantovani – sono ad altissimo rischio (probabilità dal 66 al 99 per cento) di essere già inutilizzabili.”
Il tutto porta i giornalisti della Stampa (che come i loro colleghi 9 anni fa sostenevano l’opera contro la nostra miopia) ad affermare che il Mose sarebbe una vera e propria “antologia degli orrori”, che “non sempre il gigantismo paga” e che “il MOSE è il simbolo di quel che non si deve fare.”
Peccato che lor signori non abbiano preso coscienza della realtà prima che i miliardi dei contribuenti italiani venissero sperperati e la laguna veneta devastata, quando ancora le marchette in favore del Mose rendevano molti quattrini ed erano funzionali alla costruzione di fulgide carriere giornalistiche.
 

Grandi manovre nucleari alla Camera

https://ilmanifesto.it/grandi-manovre-nucleari-alla-camera/

manifesto

L’arte della guerra. La rubrica settimanale a cura di Manlio Dinucci

03.10.2017

Il giorno prima che il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari venisse aperto alla firma alle Nazioni Unite, alla Camera dei deputati è stata approvata il 19 settembre, a grande maggioranza (296 contro 72 e 56 astenuti), una mozione Pd a firma Moscatt e altri.

Essa impegna il governo a «continuare a perseguire l’obiettivo di un mondo privo di armi nucleari attraverso la centralità del Trattato di non-proliferazione (Tnp), valutando, compatibilmente con gli obblighi assunti in sede di Alleanza atlantica, la possibilità di aderire al Trattato per vietare le armi nucleari, approvato dall’Assemblea generale dell’Onu».

La mozione Pd, «su cui il governo ha espresso parere favorevole», è una cortina fumogena per nascondere il fatto che l’Italia è accodata al crescente riarmo nucleare Usa/Nato ospitando, in completa violazione del Tnp, le bombe nucleari Usa B-61 che dal 2020 saranno sostituite dalle ancora più pericolose B61-12.

La vera posizione del governo Gentiloni è emersa il giorno dopo quando, attraverso il Consiglio nord-atlantico di cui fa parte insieme agli altri 28 governi della Nato, ha respinto in toto e attaccato il Trattato Onu. Alla Camera dei deputati la mozione Pd è stata votata da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Scelta Civica, Alternativa Popolare, Democrazia Solidale e Gruppo Misto.

La Lega Nord, assente in aula al momento del voto, con una sua mozione chiama il governo «a non rinunciare alla garanzia offerta dalla disponibilità statunitense a proteggere anche nuclearmente l’Europa e il nostro stesso paese, non necessariamente rispetto alla Russia».

Come se l’Italia fosse in grado di stabilire contro chi debbano essere puntate le armi nucleari Usa. Sinistra Italiana e Articolo 1, nelle loro mozioni respinte dalla Camera, chiedono la rimozione delle armi nucleari Usa dall’Italia in base al Trattato di non-proliferazione e l’adesione dell’Italia al Trattato Onu. Però, sulla mozione Pd, entrambi i gruppi non hanno votato contro ma si sono astenuti. Ha invece espresso voto contrario il Movimento 5 Stelle.

Nella sua mozione, anch’essa respinta, esso non chiede però al governo né la rimozione delle armi nucleari Usa dall’Italia in base al Trattato di non-proliferazione, né l’adesione dell’Italia al Trattato Onu, ma di «relazionare al Parlamento sulla presenza in Italia di armi nucleari, non facendosi più paravento di un vincolo atlantico alla riservatezza inesistente per i cittadini e i parlamentari Usa» e di «dichiarare l’indisponibilità dell’Italia ad utilizzare armi nucleari, a non acquisire le componenti necessarie per rendere gli aerei F-35 idonei al trasporto di armi nucleari».

La mozione del M5S rispecchia la posizione espressa dall’aspirante premier Luigi Di Maio che «non vogliamo uscire alla Nato» (come ha dichiarato lo scorso aprile in una conferenza negli Usa), che (come ha dichiarato in un’intervista lo scorso giugno) «vogliamo restare nella Nato, ma vogliamo parlamentarizzare gran parte delle scelte».

Illusione o peggio.

Nel Consiglio nord-atlantico, stabiliscono le norme Nato, «non vi è votazione né decisione a maggioranza», ma «le decisioni vengono prese all’unanimità e di comune accordo», ossia d’accordo con gli Stati uniti cui spettano per diritto la carica di Comandante supremo alleato in Europa e gli altri comandi chiave, compreso quello del Gruppo di pianificazione nucleare della Nato.

Promettere che gli F-35, aerei concepiti per l’attacco nucleare soprattutto con le B61-12, possano essere usati dall’Italia con una sorta di sicura che impedisca l’uso di armi nucleari, equivale a una favola raccontata ai bambini per fargli dormire sonni tranquilli.