Primo Maggio, nessun corteo dei sindacati ma sit in piazza San Carlo

https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/04/22/news/primo_maggio_sit_in_piazza_san_carlo-297519645/

 

Un corteo del passato 
Cgil, Cisl e Uil stanno organizzando la manifestazione in Comune con la sindaca, il presidente regionale Cirio e l’arcivescovo Nosiglia
22 APRILE 2021 

Un sit- in in piazza San Carlo per lanciare un segnale nel giorno della Festa dei lavoratori. Cgil, Cisl e Uil ci stanno pensando. Sarebbe una scelta simbolica, anche per dare l’idea di un Primo Maggio diverso da quello del 2020, l’anno della prima e inaspettata emergenza pandemica da Covid 19. Un’opzione che con le riaperture previste dopo il 26 di aprile sta prendendo corpo. Certo. Ci sono tutti i dubbi del caso. Quelli legati alla pandemia e quelli legati all’ordine pubblico. Il Primo Maggio da centri sociali e anarchici è sempre stato vissuto come il momento per mettersi in piazza e in mostra contestando la manifestazione ” ufficiale” organizzata da Cgil, Cisl e Uil. E per di più è ancora aperta l’inchiesta rispetto ai tafferugli del 2019 e il blitz contro lo spezzone di corteo del Pd.

Per ora le tre sigle hanno chiesto l’occupazione della piazza. Anche perché, in assenza di sit-in, in piazza San Carlo ci sarà comunque un maxischermo o, come preferiscono chiamarlo gli organizzatori, un impianto audio- video per diffondere all’aperto la cerimonia ufficiale del 2021. Per il secondo anno non ci sarà nessun corteo con partenza da piazza Vittorio fino in piazza San Carlo, ma una “cerimonia” al chiuso, in Comune, probabilmente sfruttando la Sala delle Colonne di Palazzo Civico. Un bis di quella dello scorso anno, nel cortile di Palazzo Civico, ma un po’ più strutturata e in diretta sui social. Al centro ci sarà l’intervento dei tre segretari di Cgil, Enrica Valfrè, Cisl, Domenico Lo Bianco, e della Uil, Gianni Cortese. In più le tre organizzazioni daranno spazio ai rappresentanti dei lavoratori, lasciando la parola a delegati e addetti dei settori in difficoltà, dal privato – comparto auto e metalmeccanica – al pubblico, come la scuola, fino a servizi e commercio, considerato il settore più in difficoltà con i centri che hanno chiuso i battenti.
Alla cerimonia parteciperà anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino, e il presidente della Regione, Alberto Cirio. Atteso anche l’intervento dell’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, che ha sempre mostrato attenzione rispetto al tema del lavoro e dell’occupazione. È stata la diocesi, più volte, a partecipare alla spesa per l’affitto dei bus per permettere ai lavoratori di Embraco di raggiungere Roma per andare a protestare al ministero.
Embraco è una delle vertenze simbolo del Piemonte. In queste ore, se da parte dei curatore fallimentare della Ventures Maurizio Gili, non arriverà una richiesta di proroga della cassa Covid per gli operai di Riva di Chieri, 400 persone si potrebbero trovare fra quattro giorni licenziate. In pratica alla vigilia della Festa del Lavoro e in un periodo in cui i licenziamenti sarebbero vietati. Cgil, Cisl e Uil guardano al dopo 30 giugno, data in cui decade il divieto per le aziende che non useranno gli ammortizzatori, ma soprattutto a fine ottobre, quando ogni limite salterà, a meno di nuovi rinvii. E potrebbe essere un autunno molto difficile per tutti.

25/04 : Nasce il nuovo Presidio No Tav di San Didero

post — 25 Aprile 2021 at 20:17

25/04 : Nasce il nuovo Presidio No Tav di San Didero

La piana della Val di Susa ha visto oggi un’altra grande giornata di mobilitazione.

Un corteo di più di 2000 persone si è riappropriato delle strade che da due settimane a questa parte sono bloccate a singhiozzo dalle forze dell‘ordine per controllare il perimetro del nuovo futuro cantiere di San Didero.

Oggi, il 25 aprile, le vecchie e le nuove resistenze si sono incontrate in un giorno di memoria e lotta. Partendo da San Giorio, luogo fondamentale per la Resistenza per il giuramento partigiano della Garda fino ad arrivare a Bruzolo, sono stati ricordati partigiani come Walter Fontan e Aldo Rossero che, durante la Guerra di Resistenza, sono morti in battaglia combattendo contro l’invasore nazifascista.

Ai giorni nostri gli invasori sono altri.

Da 30 anni in Val di Susa chi prova a fare proprio un territorio solo ed esclusivamente per interessi economici distruttivi, sono i faccendieri come Telt, i politici che strizzano l’occhio alle lobby economiche e troppo spesso legate alle mafie che hanno in mano i più grandi cantieri del Paese.

La solita tarantella italiana che muove miliardi di euro e che contribuisce ad allargare ulteriormente quella forbice tra ricchi e poveri che ormai da tempo sta sulle nostre teste come una spada di Damocle. Telt, con le spalle coperte da Governo e Questura, ha deciso di agire in piena pandemia mondiale mettendo definitivamente in luce come la salute dei cittadini sia l’ultima delle priorità. In un momento storico come quello che stiamo attraversando, dove le terapie intensive rischiano quotidianamente il collasso e la sanità territoriale è sempre più de mansionate, causando una scarsa attenzione alle conseguenze del Covid come anche al resto delle problematiche sanitarie, i soldi pubblici dovrebbero essere investiti nel miglioramento del sistema sanitario nazionale in tutta la sua complessità. Invece succede che nel nostro Bel Paese quello che diventa prioritario è costruire un’opera mastodontica, prendendo contribuiti europei e nazionali, utile solo a chi si deve riempire le tasche. Perché per tutto il resto l’utilità dell’alta velocità Torino-Lione non esiste. Questi cantieri hanno già iniziato a svelare la vera natura di queste grandi opere : quella devastatrice e mortifera per tutto il territorio valsusino.

Oggi come movimento notav, abbiamo dimostrato ancora una volta come possa essere possibile attraversare questo mondo in un modo più sostenibile per tutte e tutti. Con determinazione abbiamo preso possesso dei terreni, nostri di diritto, di fronte al neonato cantiere di San Didero sottolineando la linea di demarcazione che ci differenzia da coloro che stanno occupando la Val di Susa.

Per questo oggi era importante costruire un nuovo presidio No Tav in quel luogo, raggiungere il terreno dato in comodato d’uso perché non sarà la loro violenza a fermare la nostra resistenza

In una giornata come il 25 aprile, inaugurare un nuovo presidio No Tav laddove la controparte sta mettendo in atto l’ennesimo scempio legato a quest’opera ecocida, vuol dire resistere ancora e prendere in mando il testimone lasciatoci dai nostri partigiani.