OU VA LA LIBYE EN CETTE FIN 2019 ? : LA BATAILLE POUR TRIPOLI ET LE JEU CYNIQUE DE LA TURQUIE ET DES GRANDES PUISSANCES EN LIBYE

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2019 12 14/

LM.GEOPOL - Libye fin 2019 I (2019 12 14) FR (4)

J’ai analysé hier matin sur LIGNE ROUGE, la matinale d’AFRIQUE MEDIA, l’évolution des événements en Libye, avec l’enlisement de la bataille pour Tripoli et le jeu cynique de la Turquie et des grandes puissances. J’y expliquais linéairement une situation géopolitique complexe :

* Voir sur LUC-MICHEL-TV

La Partie 1 de mon analyse :

LE JEU GEOPOLITIQUE DE LA TURQUIE

La guerre par procuration Turquie (avec Tripoli) vs Emiratis (avec Haftar) ;

Les intérêts géopolitiques et économiques (hydrocarbures) d’Erdogan ;

sur https://vimeo.com/379152226

* Voir la Partie 2 de mon analyse :

LES GRANDES PUISSANCES EN LIBYE

Le jeu des USA, le choix du Chaos ;

La guerre économique Italie (avec Tripoli et l’ENI) vs France (avec Haftar et Total) ;

L’arrivée des russes en Libye complexifie l’équation libyenne,

Le cynisme des grandes puissances …

sur https://vimeo.com/379152508

LM.GEOPOL - Libye fin 2019 I (2019 12 14) FR (5)

* 2e Thème de l’émission :

LA TURQUIE ENVISAGE D’INTERVENIR MILITAIREMENT EN LIBYE

Recep Erdogan a déclaré mardi qu’il pourrait déployer ses troupes si le gouvernement de Tripoli le lui demandait pour faire face à l’offensive du maréchal Haftar.

L’ACTU LIBYENNE ANALYSEE (LE FIGARO) :

Extrait : « Le président turc a déclaré lundi 9 décembre, puis confirmé mardi, que son pays pourrait déployer des troupes en Libye si le gouvernement de Fayez el-Sarraj l’invitait à le faire. Son gouvernement d’union nationale (GNA), reconnu par l’ONU, est très affaibli face à l’offensive du maréchal Khalifa Haftar, qui, à la tête de son «Armée nationale libyenne» (LNA), contrôle une très large partie du territoire libyen à l’exception de zones au nord-ouest, autour de Tripoli, où se maintient le GNA (…) Parrainé par l’Arabie saoudite, la Jordanie, l’Égypte et surtout les Émirats Arabes Unis, Haftar peut aussi compter sur le soutien croissant de Moscou, qui a déployé, selon de nombreux observateurs, plusieurs centaines de mercenaires membres de sociétés militaires privées comme le groupe Wagner, mais aussi, d’après le New York Times , de vrais «soldats en uniforme». Alors que l’offensive de Khalifa Haftar, lancée en avril dernier, a rapidement piétiné face aux milices tripolitaines et aux brigades de Misrata qui soutiennent le GNA, l’aide russe de ces dernières semaines semble avoir changé la donne sur le terrain. Au sol, les Russes accompliraient des missions de snipers, mais aussi de repérage des cibles pour l’artillerie, une tâche généralement dévolue aux forces spéciales. Moscou aurait également fourni des systèmes anti-aériens. En début de semaine, les États-Unis ont ainsi estimé qu’un tel système avait abattu le mois dernier l’un de leur drone, non armé, près de Tripoli (…) Plusieurs médias américains ont accusé les Russes d’avoir modernisé pour la LNA d’anciens chasseurs MiG et Soukhoï.

Dans ce contexte de renforcement militaire du camp d’Haftar, la Turquie apparaît comme le principal soutien du gouvernement de Fayez el-Sarraj et des milices locales. «Dans le cas d’une invitation [de Tripoli], la Turquie décidera elle-même du type d’initiative à prendre», a déclaré Recep Erdogan à la télévision turque, envisageant l’«envoi de soldats» et de «personnels». «Le GNA est prêt à accueillir TOUT soutien international», a répondu dans un communiqué un porte-parole du gouvernement de Tripoli, rapporté par le New York Times. Depuis de nombreux mois, la Turquie serait en réalité déjà présente, quoiqu’officieusement, à Tripoli : Ankara fournit notamment des drones aux forces du GNA. En face, les Emiratis fournissent à la LNA des drones de fabrication chinoise. Dans un rapport publié en octobre, des experts de l’ONU avaient estimé que la Turquie (du côté du GNA), mais aussi les Émirats arabes unies et la Jordanie (du côté d’Haftar), violaient l’embargo sur les armes imposé par la résolution 1970 du Conseil de sécurité des Nations unis, votée en 2011 … »

(Sources : AFP – Le Figaro – Afrique Media – ELAC Website – EODE Think Tank)

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Il Messaggio di Benvenuto a Greta Thunberg a Torino – La nuova linea ferroviaria Torino-Lione è un crimine climatico

Comunicato Stampa

PresidioEuropa

Movimento No TAV

13 dicembre 2019

www.presidioeuropa.net/blog/?p=20888

Grandi opere ed emergenza climatica

Messaggio di Benvenuto a Greta Thunberg

La nuova linea ferroviaria Torino-Lione è un crimine climatico

Oggi venerdì 13 dicembre 2019 Greta Thunberg ha partecipato alla 50a manifestazione del venerdì dei Fridays for Future di Torino, un forte messaggio di benvenuto è stato consegnato nelle sue mani. E’ un messaggio in sintonia con le parole di Greta che invita i giovani a lottare per conquistare il futuro e a fare pressione affinché i decisori politici agiscano contro l’emergenza climatica e non fuggano invece dalle loro responsabilità.

Benvenuta Greta, Welcome to Turin Greta, TAV is a climate crime!

Non possiamo che essere felici della tua visita nella nostra città, il tuo esempio e le tue parole ha spinto milioni di persone a scendere in piazza contro il disastro del cambiamento climatico. In tutti i continenti il messaggio ha raggiunto tante persone, in particolare tra i più giovani, spingendo a lottare per il futuro di tutti noi, per il futuro del nostro pianeta. A partire da noi stessi, dal nostro quotidiano stile di vita, ma arrivando a incalzare e accusare frontalmente i grandi responsabili mondiali delle emissioni nocive e delle devastazioni ambientali. Un piccolo gruppo di grandi multinazionali sono le responsabili di una quantità di emissioni nocive con percentuali spaventose. Come se non bastasse, la deforestazione, il dissesto idrogeologico, la trivellazione del suolo e l’inquinamento delle nostre terre e dei nostri mari vanno avanti inarrestabili per gli interessi dei grandi del pianeta.

Benvenuta a Torino, benvenuta in una terra che continua a lottare contro tutto questo! Anche qui in Italia, qui a Torino e nella sua provincia da quasi trenta anni migliaia di persone scendono in piazza contro uno degli esempi più evidenti e vergognosi di disastro ambientale: la linea ad alta velocità Torino-Lione. Per gli interessi economici di aziende e multinazionali si pretende di violare le bellissime Alpi costruendo un mostro ecologico inutile.  Per fortuna più generazioni hanno aperto gli occhi e le loro coscienze si sono risvegliate per evitare che questa opera distrugga questo meraviglioso pezzo di mondo. Una opera che oltre a sventrare le montagne sarebbe – durante la sua realizzazione – responsabile di enormi quantità di missioni di anidride carbonica e sostanze nocive per la salute umana.  Greta, la tua storia ha dimostrato che l’esempio e le parole sono una arma che può cambiare le cose. In una città come Torino non si può non cogliere l’occasione per dire qualcosa che può davvero dare una mano a fermare un disastro climatico e ambientale come il TAV. Una opera già controversa, che rischia davvero di essere fermata per il bene dell’ambiente. Gli unici a esserne tristi sarebbero un piccolo gruppetto di imprenditori senza scrupoli e che odiano il nostro futuro. Questa opera può davvero essere fermata, possiamo davvero con le nostre parole e le nostre azioni dire NO a chi vuole rovinare il pianeta con una ennesima opera inutile e inquinate.

Benvenuta a Torino. Il TAV è un crimine climatico. Quindi non perdiamo una occasione di cambiare davvero le cose: Greta, non perdiamo l’occasione per dire NO al TAV.

Ecco perché la Torino-Lione è un crimine climatico

Grandi opere ed emergenza climatica

English and French versions at the bottom

Il caso della nuova linea ferroviaria Torino-Lione

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I bilanci dell’Unione Europea e degli Stati membri continuano ad impegnare decine di miliardi di euro per investimenti in nuove infrastrutture di trasporto. La loro realizzazione comporterà nell’immediato un notevole aumento delle emissioni di gas serra, per gli enormi lavori di scavo e costruzione e per la produzione di grandi quantità di materiali (in particolare cemento e acciaio).

In molti casi si tratta di megaprogetti sovradimensionati, basati su previsioni di crescita dell’economia, dei consumi di combustibili fossili e dell’uso di risorse naturali, ovvero scenari del tutto incompatibili con le riduzioni necessarie per contrastare il riscaldamento globale. Queste opere risulteranno in larga parte inutilizzate, non producendo risultati utili in termini di riduzione delle emissioni di gas serra.

La valutazione di questi investimenti non prevede analisi rigorose di questi aspetti. Le risorse oggi impegnate per nuove infrastrutture inutili vengono sottratte alle azioni necessarie a breve termine sull’emergenza climatica.

Il caso della Torino Lione

Concepito alla fine degli anni ’80, sull’onda di teorie economiche basate sulla crescita infinita, il megaprogetto Torino – Lione è un caso emblematico. Si tratterebbe della più grande opera pubblica d’Europa, con un investimento complessivo di oltre 27 miliardi di euro per realizzare 270 km di nuova linea ferroviaria ad alta velocità. Questa infrastruttura rappresenterebbe una duplicazione rispetto alle linee ferroviarie esistenti tra Italia e Francia, che già oggi consentono il transito di treni merci e passeggeri (inclusi i treni ad alta velocità).

Un progetto mai partito

L’opera principale sarebbe il Tunnel di Base, costituita da 2 gallerie lunghe 57,5 km ciascuna, per un costo di quasi 10 miliardi di euro. Dopo vent’anni di attività preliminari, con una spesa di oltre 1,5 miliardi, finora i lavori definitivi per la sua realizzazione devono ancora partire.

Eppure questo Tunnel continua ad impegnare risorse nel bilancio dell’Unione Europea che vorrebbe pagarne oltre metà del costo (più di 5 miliardi di euro); la restante quota dovrebbe essere pagata dall’Italia e dalla Francia.

Affinché il Tunnel di Base possa funzionare a pieno, Italia e Francia dovrebbero spendere altri 17 miliardi di euro per collegarlo a Lione e Torino con due ulteriori tratte ferroviarie. Ad oggi la Francia ha rinviato tale decisione a dopo il 2038; l’Italia non ha ancora definito un progetto per la realizzazione della sua parte.

Previsioni di traffico sbagliate

La nuova linea ferroviaria Torino Lione è stata pensata prevalentemente per il trasporto di merci. Per giustificare le dimensioni del megaprogetto, è stato ipotizzato un forte aumento della domanda futura di traffico merci sull’arco alpino e in particolare sui valichi di montagna tra Italia e Francia (Monte Bianco e Valle di Susa). L’andamento storico dei flussi merci ha dimostrato come questa ipotesi sia irrealistica (figura), come riconosciuto dagli stessi proponenti dell’opera. Inoltre crescite così grandi del trasporto merci in Europa sono incompatibili con l’urgenza di ridurne l’impatto sul riscaldamento globale.

download (1)Usare le infrastrutture esistenti

Il trasporto di merci via treno è certamente preferibile a quello attuato su strada mediante camion. Quando sono disponibili infrastrutture ferroviarie esistenti sottoutilizzate, è assurdo costruirne di nuove. Nel caso della Torino Lione, la ferrovia esistente ha una capacità in grado di ospitare incrementi del trasporto merci da 5 a 10 volte il traffico attuale. Sulla stessa linea transitano già i treni ad alta velocità francesi (TGV); a partire dal 2020, vi transiteranno quelli italiani (Frecciarossa) riducendo di 1 ora i tempi di viaggio da Milano a Parigi, senza necessità di lavori o costi.

L’impatto del progetto sul clima

I proponenti della nuova linea ferroviaria Torino Lione hanno calcolato che la costruzione provocherebbe (in 20 anni di cantiere) emissioni complessive per 13 milioni di tonnellate di CO2eq (circa un terzo delle emissioni annuali del Piemonte). Se la costruzione partisse oggi, queste emissioni aggiuntive si verificherebbero tra il 2020 e il 2040, ovvero proprio nello stesso periodo nel quale l’Europa dovrebbe invece azzerare le proprie emissioni per cercare di rallentare il riscaldamento globale.

Secondo i proponenti, l’esercizio dell’opera inizierebbe a generare riduzioni delle emissioni di gas serra (trasferendo merci da camion a treno) solo 24 anni dopo l’inizio della costruzione, raggiungendo risultati a regime ovvero ben oltre il 2040. Questi potenziali effetti positivi sono però largamente sovrastimati in quanto basati sulle previsioni errate della domanda di traffico e su un programma di realizzazione oggi non più valido (in particolare in Francia).

download (2)L’inquinamento dell’aria a Torino

L’inquinamento atmosferico a Torino e in Piemonte è una vera emergenza. Sulla tangenziale di Torino transitano mediamente 240.000 veicoli al giorno (di cui circa 80.000 camion), un traffico pari a 40 volte quello del traforo autostradale del Fréjus, tra Italia e Francia. Come in molte aree urbane d’Europa, gli investimenti servono sul trasporto locale e non sui megaprogetti come la Torino-Lione.


Megaprojects and Climate Emergency

The case of the new railway line Turin – Lyon

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Megaprojects and the climate emergency

The budgets of the European Union and the Member States continue to commit tens of billions of euros for investment in new transport infrastructure. Their implementation will immediately lead to a significant increase in greenhouse gas emissions, due to the enormous excavation and construction work and the production of large quantities of materials (in particular cement and steel).

In many cases these are oversized megaprojects, based on forecasts of economic growth, consumption of fossil fuels and use of natural resources, or scenarios completely incompatible with the reductions needed to combat global warming. These projects will be largely unused, not producing useful results in terms of reducing greenhouse gas emissions.

The assessment of these investments does not include rigorous analyses of these aspects. The resources currently committed to unnecessary new infrastructure are being diverted from the necessary short-term actions on the climate emergency.

The case of Turin Lyon

Conceived at the end of the 80′s, on the wave of economic theories based on infinite growth, the megaproject Turin – Lyon is an emblematic case. It would be the largest public works project in Europe, with a total investment of over 27 billion euros to build 270 km of new high-speed railway line. This infrastructure would duplicate the existing railway lines between Italy and France, which already allow the transit of freight and passenger trains (including high-speed trains).

A project that never started

The main work would be the Base Tunnel, consisting of two tunnels 57.5 km long each, at a cost of almost €10 billion. After 20 years of preliminary work, with a cost of over 1.5 billion euros, the final work for its construction has yet to begin.

Yet this Tunnel continues to commit resources in the budget of the European Union that would like to pay more than half of the cost (more than 5 billion euros), the remainder should be paid by Italy and France.

In order for the Base Tunnel to be fully operational, Italy and France would have to spend an additional €17 billion to connect it to Lyon and Turin with two additional railway lines. To date, France has postponed this decision until after 2038; Italy has not yet defined a project for the implementation of its part.

Wrong traffic forecasts

The new Turin-Lyon railway line has been designed mainly for the transport of goods. To justify the size of the megaproject, a strong increase in future demand for freight traffic in the Alps and in particular on the mountain passes between Italy and France (Mont Blanc and Susa Valley) was assumed. The historical trend of freight flows has shown that this hypothesis is unrealistic (figure), as recognized by the proponents of the work. Moreover, such a large growth in freight transport in Europe is incompatible with the urgency of reducing its impact on global warming.

download (1)
Using existing infrastructure

Freight transport by rail is certainly preferable to road transport by lorry. When existing railway infrastructure is underused, it is absurd to build new infrastructure. In the case of Turin- Lyon, the existing railway has a capacity that can accommodate increases in freight transport of 5 to 10 times the current traffic. French high-speed trains (TGV) already run on the same line; from 2020, Italian high-speed trains (Frecciarossa) will run on it, reducing travel times from Milan to Paris by one hour, without the need for any work or cost.

The impact of the project on the climate

The proponents of the new railway line Turin Lyon have calculated that the construction would cause (in 20 years of construction) total emissions of 13 million tons of CO2eq (about a third of the annual emissions of Piedmont). If construction started today, these additional emissions would occur between 2020 and 2040, i.e. in the same period in which Europe would instead have to zero its emissions to try to slow down global warming.

According to the proponents, the operation of the new line would begin to generate reductions in greenhouse gas emissions (transferring goods from truck to train) only 24 years after the start of construction, reaching results at full capacity, i.e. well beyond 2040. However, these potential positive effects are largely overestimated as they are based on erroneous traffic demand forecasts and an implementation programme that is no longer valid today (particularly in France).

download (2)Air pollution in Turin

Air pollution in Turin and Piedmont is a real emergency. On average 240,000 vehicles a day pass through the Turin ring road (of which about 80,000 trucks), a traffic equal to 40 times that of the Fréjus motorway tunnel, between Italy and France. As in many urban areas of Europe, investments are needed on local transport and not on megaprojects such as Turin-Lyon.


Mégaprojets et urgence climatique

Le cas de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin

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Mégaprojets et urgence climatique

Les budgets de l’Union européenne et des États membres continuent à consacrer des dizaines de milliards d’euros à des investissements dans de nouvelles infrastructures de transport. Leur mise en œuvre entraînera immédiatement une augmentation significative des émissions de gaz à effet de serre, en raison des énormes travaux d’excavation et de construction et de la production de grandes quantités de matériaux (ciment et acier en particulier).

Dans de nombreux cas, il s’agit de mégaprojets surdimensionnés, basés sur des prévisions de croissance économique, de consommation de combustibles fossiles et d’utilisation des ressources naturelles, ou de scénarios totalement incompatibles avec les réductions nécessaires pour lutter contre le réchauffement climatique. Ces projets seront en grande partie inutilisés et ne produiront pas de résultats utiles en termes de réduction des émissions de gaz à effet de serre.

L’évaluation de ces investissements ne comprend pas d’analyses rigoureuses de ces aspects. Les ressources actuellement consacrées à de nouvelles infrastructures inutiles sont détournées des mesures à court terme nécessaires pour faire face à l’urgence climatique.

Le cas du Lyon-Turin

Conçu à la fin des années 80, sur la vague des théories économiques basées sur une croissance infinie, le mégaprojet Lyon – Turin est un cas emblématique. Il s’agirait du plus grand projet de travaux publics en Europe, avec un investissement total de plus de 27 milliards d’euros pour la construction de 270 km de nouvelle ligne ferroviaire à grande vitesse. Cette infrastructure ferait double emploi avec les lignes ferroviaires existantes entre l’Italie et la France, qui permettent déjà le transit des trains de marchandises et de voyageurs (y compris les trains à grande vitesse).

Un projet qui n’a jamais démarré

Le principal projet serait le tunnel de base, composé de deux tunnels de 57,5 km de long chacun, pour un coût de près de 10 milliards d’euros. Après 20 ans de travaux préliminaires, d’un coût de plus de 1,5 milliard d’euros, les derniers travaux de sa construction n’ont pas encore commencé.

Pourtant, ce tunnel continue d’engager dans le budget de l’Union européenne des ressources qui voudraient payer plus de la moitié de son coût (plus de 5 milliards d’euros), le reste devant être payé par l’Italie et la France.

Pour que le tunnel de base soit pleinement opérationnel, l’Italie et la France devraient dépenser 17 milliards d’euros supplémentaires pour le relier à Lyon et Turin avec deux lignes ferroviaires supplémentaires. A ce jour, la France a reporté cette décision à après 2038 ; l’Italie n’a pas encore défini de projet pour la mise en œuvre de sa partie.

Mauvaises prévisions de trafic

La nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin a été conçue principalement pour le transport de marchandises. Pour justifier l’ampleur du mégaprojet, une forte augmentation de la demande future de fret dans les Alpes et en particulier dans les cols de montagne entre l’Italie et la France (Mont Blanc et vallée de Susa) a été supposée. La tendance historique des flux de marchandises a montré que cette hypothèse est irréaliste (figure), comme le reconnaissent les promoteurs des travaux. En outre, des croissances aussi importantes du transport de marchandises en Europe est incompatible avec l’urgence de réduire son impact sur le réchauffement climatique.

download (1)Utiliser l’infrastructure existante

Le transport de marchandises par rail est certainement préférable au transport routier par camion. Lorsque l’infrastructure ferroviaire existante est sous-utilisée, il est absurde de construire de nouvelles infrastructures. Dans le cas de Turin-Lyon, le chemin de fer existant dispose d’une capacité qui permet d’absorber une augmentation du transport de marchandises de 5 à 10 fois le trafic actuel. Les trains à grande vitesse français (TGV) circulent déjà sur la même ligne ; à partir de 2020, les trains à grande vitesse italiens (Frecciarossa) circuleront sur cette ligne, réduisant ainsi d’une heure la durée du trajet de Milan à Paris, sans travaux ni coûts.

L’impact du projet sur le climat

Les promoteurs de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin ont calculé que la construction entraînerait (en 20 ans de construction) des émissions totales de 13 millions de tonnes d’équivalent CO2 (environ un tiers des émissions annuelles du Piémont). Si la construction commençait aujourd’hui, ces émissions supplémentaires se produiraient entre 2020 et 2040, c’est-à-dire au cours de la même période où l’Europe devrait au contraire réduire ses émissions à zéro pour tenter de ralentir le réchauffement climatique.

Selon les promoteurs, l’exploitation de la nouvelle ligne commencerait à générer des réductions d’émissions de gaz à effet de serre (transfert des marchandises du camion au train) seulement 24 ans après le début de la construction, pour atteindre des résultats à pleine capacité, c’est-à-dire bien au-delà de 2040. Cependant, ces effets positifs potentiels sont largement surestimés car ils reposent sur des prévisions erronées de la demande de trafic et sur un programme de mise en œuvre qui n’est plus valable aujourd’hui (notamment en France).

download (2)Pollution atmosphérique à Turin

La pollution de l’air à Turin et dans le Piémont est une véritable urgence. En moyenne 240.000 véhicules par jour empruntent le boulevard périphérique de Turin (dont environ 80.000 camions), soit un trafic 40 fois supérieur à celui du tunnel autoroutier du Fréjus, entre l’Italie et la France. Comme dans de nombreuses zones urbaines d’Europe, des investissements sont nécessaires dans les transports locaux et non dans des mégaprojets tels que le Lyon-Turin.n.n

LES IMPLICATIONS GEOPOLITIQUES DE LA CRISE SOCIALE DU REGIME MACRON

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Vidéo Géopolitique/ Geopolitical Flash Video/

2019 12 12/

 Le Flash Vidéo du jour …

Le géopoliticien Luc MICHEL dans LE DEBAT de ce 11 décembre 2019

sur PRESS TV (Iran)

VIDEO.FLASH.GEOPOL macron crise sociale (2019 12 11) FR

J’ai débattu hier sur PRESS TV, la Télévision iranienne d’Etat francophone, de la crise sociale du Régime Macron.

Débat antagoniste, mon collègue croyant à l’apaisement social (sic) et à la volonté de dialogue de Macron et du premier ministre Philippe, et moi même expliquant quel est le projet social, aux lourdes implications géopolitique, pour lequel Macron a été le choix sur un scénario politique : l’implantation en UE du système social anglo-saxon libéral et la liquidation du modèle social étatique franco-allemand (1).

Dès le 11 au soir, la réaction violente des syndicats, y compris ceux qui étaient resté modérés, à l’exposition du plan social de Macron sur la réforme des pensions par le premier ministre Philippe (2), me donnaient raison (3). Seul le MEDEF, syndicat patronal, approuve Macron. La crise sociale va s’approfondir !

* Sources :

L’article sur

http://french.presstv.com/Detail/2019/12/11/613397/IranFrance-la-crise-ouverte–

La Video sur PRESS TV/YOUTUBE sur https://youtu.be/aT1OLl4Ao-Y

* La présentation de PRESS TV :

« Iran/France: la crise ouverte? (débat) …

Les Iraniens qui projetaient de se rendre en France ont été appelés par les autorités à reporter leur voyage. Le ministère iranien des Affaires étrangères a appelé, dimanche 8 décembre, les Iraniens voulant se rendre en France à reporter leur voyage, sur fond de la récente vague de grèves générales dans ce pays. « Eu égard les protestations populaires qui se poursuivent en France depuis un an, la grève générale en cours depuis deux jours et les manifestations qui dégénèrent dans plusieurs villes françaises, les voyageurs iraniens sont sérieusement déconseillés de se rendre en France pour des raisons de sécurité », indique la diplomatie iranienne. Ce n’est pas la première fois que le ministère iranien des Affaires étrangères déconseille la France aux voyageurs iraniens. L’année dernière aussi à cause des affrontements qui avaient lieu dans ce pays, la diplomatie iranienne avait demandé aux citoyens de rester vigilants et de se tenir à l’écart des foyers de tension.

Le géopoliticien Luc Michel et le géopolitologue Bernard Cornut s’expriment à ce sujet. »

DE QUOI MACRON EST-IL LE NOM ?

Sur le plan social, Macron se prononce contre le modèle euro-français et pour le modèle du « monde anglo-saxon » (ce pour quoi il a été élu) : « Nous avons un système qui vise une économie de récupération, pas une économie d’innovation. En fait, nous sommes aujourd’hui le plus grand pays européen à n’avoir pas résolu le problème du chômage de masse. Nous avons besoin d’un système similaire à ceux de l’Allemagne et des pays scandinaves. En France, nous n’avons pas réussi à atteindre le type de compromis social nécessaire pour créer le modèle du monde anglophone, qui tolère bien plus d’inégalités. Nous devons également reconsidérer le système de chômage et de formation professionnelle. Il s’agit de droits et d’obligations; les gens ne devraient pas être autorisés à refuser une offre d’emploi décent si cela correspond à leurs qualifications » (in Revue anglo-saxonne MONOCLE, Londres-Honk Kong-New-York, Mars 2017).

NOTES ET RENVOIS :

(1) Cfr. sur # LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY :

* GEOIDEOLOGIE. LE REGIME MACRON OU LE CHOIX DE CEUX QUI VEULENT IMPOSER LE MODELE SOCIAL ANGLO-SAXON EN FRANCE ET EN EUROPE

sur http://www.lucmichel.net/2018/05/04/luc-michels-geopolitical-daily-lactualite-qui-confirme-lanalyse-geoideologie-le-regime-macron-ou-le-choix-de-ceux-qui-veulent-imposer-le-modele-social-anglo-saxon-en-fr/

* Et QUE PENSE VRAIMENT MACRON ? MAITRE DU DOUBLE DISCOURS OU MACHIAVEL AU PETIT PIED ?

sur http://www.lucmichel.net/2018/05/01/luc-michels-geopolitical-daily-que-pense-vraiment-macron-maitre-du-double-discours-ou-machiavel-au-petit-pied/

(2) Voir Réforme des retraites : après les annonces d’Edouard Philippe, la CFDT appelle à son tour “l’ensemble des travailleurs à se mobiliser le 17 décembre”

sur https://www.francetvinfo.fr/economie/retraite/reforme-des-retraites/direct-greve-contre-la-reforme-des-retraites-suivez-les-annonces-d-edouard-philippe-sur-le-projet-du-gouvernement-mercredi-11-decembre_3738901.html

“Le gouvernement s’est moqué du monde”, a réagi le numéro un de la CGT, Philippe Martinez, mercredi 11 décembre, après l’allocution d’Edouard Philippe sur la réforme des retraites. “Le gouvernement veut individualiser le système de retraite (…). Tout le monde va travailler plus longtemps, c’est inacceptable !” a-t-il poursuivi.

le secrétaire général de la CFDT, Laurent Berger, a estimé que le gouvernement avait franchi une “ligne rouge” en fixant l’âge d’équilibre à 64 ans.

(3) « Le gouvernement a-t-il perdu les réformistes? » interroge ‘Le Journal de Demain’, La lettre quotidienne du ‘Journal du Dimanche’ :

« En détaillant sa réforme des retraites aujourd’hui, Edouard Philippe n’a pas convaincu la CGT, FO, SUD Rail. Mais pis, il s’est mis à dos le clan des réformistes, à savoir la CFDT, qui milite pour un régime universel depuis dix ans, ainsi que l’Unsa. Au sortir du discours du Premier ministre, Laurent Berger avait sa mine des mauvais jours. “La ligne rouge est franchie, a tonné le leader de la CFDT . Cette réforme a été lésée par un angle budgétaire accru.” Même coup de semonce du côté de Laurent Escure, numéro un de l’Unsa. Tous deux ne décolèrent pas face à la décision de l’exécutif de mettre en place un âge d’équilibre pour inciter les Français à travailler plus et rééquilibrer les comptes. Aux partenaires sociaux dans le cadre de la nouvelle gouvernance de le fixer. A défaut, le gouvernement l’augmentera à raison de quatre mois par an dès janvier 2022 pour atteindre 64 ans en 2027.

Les deux centrales, peu adeptes des grands cortèges, n’excluent désormais plus de défiler à leur tour, non pas pour demander le retrait du projet, mais pour réclamer des aménagements. »

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Flash Vidéo Géopolitique/

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

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* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

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* EODE :

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L’ECHEC ANNONCE DES NEGOCIATIONS ENTRE TRUMP ET LA COREE DU NORD

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

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2019 12 10/

Le Flash Vidéo du jour …

Le géopoliticien Luc MICHEL dans LE DEBAT du 10 décembre 2019

sur PRESS TV (Iran)

* Sources :

L’article sur

http://french.presstv.com/Detail/2019/12/10/613297/Kim-met-en-garde-les-USA-

La Video sur PRESS TV/YOUTUBE sur https://youtu.be/CKSAoWU-7fo
VIDEO.FLASH.GEOPOL rupture kim trump II (2019 12 10) FR (3)

* La présentation de PRESS TV :

« Kim met en garde les USA …

Après avoir cru à un possible accord avec les Américains, Pyongyang vient de réaliser à quel point il a eu tort. La Corée du Nord affirme que les négociations avec Washington ne sont plus vraiment utiles et qu’il n’est plus question d’une quelconque dénucléarisation de Pyongyang ou autre fadaise de ce genre.

Pour le gouvernement nord-coréen, Washington tente d’utiliser ces discussions inutiles à des fins de consommation interne et pour gagner du temps aussi, d’où ce test avec succès d’une nouvelle arme antisatellite à partir du site de lancement de Sohae, à Tongch’ang-ri dans la province de Pyongan, non loin de la frontière avec la Chine. Un test secret qui a été mené sous la supervision du département des armes secrètes de l’Académie Nationale des Sciences de la Défense de Corée du Nord. Ce qui signifie que le missile a été lancé dans le plus grand des secrets, au point qu’aucun système de surveillance adverse n’a pu le détecter. Et qu’il s’agit bien là d’une nouvelle arme stratégique très importante pour la dissuasion nord-coréenne.

Luc Michel, géopoliticien et Pierre Dortiguier, politologue, s’expriment sur le sujet. »

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Flash Vidéo Géopolitique/

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

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LA COREE DU NORD AFFIRME QUE ‘DES NEGOCIATIONS AVEC LES USA NE SONT PLUS UTILES’ ET QUE LA ‘DENUCLEARISATION” N’EST PLUS A L’ORDRE DU JOUR’ !

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Info Géopolitique/ Geopolitical Flash News/

2019 12 09/ #030-2019

Comme je l’annonçais à l’ouverture du dialogue entre Trump et la Corée du Nord l’échec en était annoncé dès le départ …

* Voir mon analyse du 28 septembre 2018

Pour l’émission éphémère GEOPOLITIQUE INTERNATIONALE

Sur AFRIQUE MEDIA :

EODE-TV/ LA GEOPOLITIQUE A L’ERE DE TRUMP.

DU ‘GRAND ECHIQUIER’ AUX TABLES DE POKER

sur https://vimeo.com/305500840
FLASH.GEOPOL - 030 - kim rompt (2019 12 09) FR

Voici l’actualité qui confirme mon analyse !

« LA COREE DU NORD FURIEUSE CONTRE LES PAYS EUROPEENS, NOTAMMENT LA BELGIQUE »

DPA/AFP, 07 DECEMBRE 2019)

La représentation de la Corée du Nord aux Nations Unies estime « qu’il n’est plus nécessaire de négocier avec les Etats-Unis à propos d’un désarmement nucléaire ». Pyongyang s’en prend aussi sévèrement à plusieurs pays européens, dont la Belgique (de toutes les aventures coloniales et néo-coloniales depuis la Conférence de Berlin). Dans une déclaration samedi à New York, la Corée du Nord affirme que « des négociations avec les USA ne sont plus utiles et que la “dénucléarisation” n’est plus à l’ordre du jour ». Selon Pyongyang, « Washington utilise ces discussions dans un but de politique intérieure ».

La délégation nord-coréenne s’en prend aussi à six pays de l’Union européenne -Belgique, Allemagne, France, Grande-Bretagne, Pologne et Estonie- qui l’avaient rappelée à l’ordre cette semaine dans une déclaration commune. Ces nations avaient exprimé au Conseil de sécurité de l’ONU leur préoccupation sur les lancements de fusées par Pyongyang. Il s’agit, selon le régime nord-coréen, d’une « grave provocation ». Les négociations americano-nord-coréennes sont au point mort depuis février et un sommet raté tenu au Vietnam.

(Source : AFP)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

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LA GEOPOLITIQUE A L’ERE DE TRUMP. DU ‘GRAND ECHIQUIER’ AUX TABLES DE POKER

# LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

L’EMISSION QUI COMPLETE L’ANALYSE : LA GEOPOLITIQUE A L’ERE DE TRUMP. DU ‘GRAND ECHIQUIER’ AUX TABLES DE POKER

LM DAILY / COMPLEMENT AU QUOTIDIEN DU 2019 12 09/

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE-TV

2019 12 11/

* Voir sur EODE-TV/

LUC MICHEL : LA GEOPOLITIQUE A L’ERE DE TRUMP.

DU ‘GRAND ECHIQUIER’ AUX TABLES DE POKER (GEOPOL. INTER.)

sur https://vimeo.com/305500840

* Thème de l’émission :

« Nouveau sommet intercoréen : nouveaux enjeux ?

Poutine et Erdogan parvenus à une « décision sérieuse» sur Idlib. Quelle lecture ? »

COMPL.LM.GEOPOL - Trump Tables de poker (2019 12 11) FR

Le Géopoliticien Luc MICHEL en Multiplex depuis Bruxelles :

nous dit qu’on est passé d’une géopolitique « du grand échiquier » (le « Great Chessboard » du géopoliticien américain Zbigniew Brezinski) à une géopolitique des « tables de poker » (à l’ère de Trump), source d’instabilité et d’insécurité internationale.

Il en souligne tous les dangers, dresse un parallèle entre la Guerre froide (1945-1990) et la « Nouvelle Guerre froide 2.0 » actuelle, et le fait qu’il ne faut attendre rien de durable de ces diplomatie et géopolitique des « tables de poker », notamment dans les dossiers syrien (à Idlib) et coréen …

A noter que cette intervention date de fin septembre 2018 et que l’évolution de la crise à Idlib et à Alep, marquée par la duplicité d’Erdogan et le non-respect par Ankara de ses engagements pris devant Poutine à Astana et Sotchi, lui ont donné raison !

# L’ANALYSE DE REFERENCE :

* LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

LA COREE DU NORD AFFIRME QUE ‘DES NEGOCIATIONS AVEC LES USA NE SONT PLUS UTILES’ ET QUE LA ‘DENUCLEARISATION N’EST PLUS A L’ORDRE DU JOUR’ !

LM DAILY 2019 12 09

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NOTIZIOLE RAGGELANTI E RISCALDANTI —– AL MENO PEGGIO NON C’E’ MAI FINE (E NON SI PARLA DI 5 STELLE)

https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2019/12/notiziole-raggelanti-e-riscaldanti-al.html

MONDOCANE

LUNEDÌ 9 DICEMBRE 2019

Parlo invece di una democrazia neoliberale globalista che si definisce migliore e nemica del fascismo e, ça va sans dire, del comunismo. E dal cui universo, che i deterministi immaginano in espansione, elenco solo alcuni corpi celesti che già hanno impattato sulla Terra o lo stanno per fare. Prendiamo per buono – è un gioco – il falso assunto secondo cui il nostro esistente sarebbe il meno peggio rispetto a quelli del passato e che quindi saremmo, con Fukuyama, alla fine della Storia. E dimostriamo, alla mano di notiziole raggelanti o riscaldanti, che la Storia non finisce, anche perchè, in questa fase, al meno peggio non c’è mai fine.

 Orso M49

Ma partiamo da una notiziola riscaldante, con attinenza simbolica a quella che ci racconta che ai necrofori di Sistema non è riuscito di far fuori la Siria, e neppure l’Iran. E neppure la Corea del Nord e neppure l’Afghanistan e neppure il Venezuela, o il Nicaragua…L’Orso M49, quello per il quale il ministro 5Stelle Costa ha opposto lo scudo della vita alla frenesia doppiettistica dei leghisti e sparatori trentini, è ancora libero. E’ quella specie di Spartaco, o Che Guevara degli orsi, dei viventi tutti, che, catturato, ha scavalcato una recinzione elettrificata a 7000 volt e se l’è battuta. Ora è probabile che non lo becchino più: siamo al tempo del letargo e gli orsi diventano irreperibili. Libero orso in Stato di merda.

Quanto al nostro meno peggio senza fine, ecco qua:

Landini con la maglietta della salute e senza Gilet. La Francia, contro la riforma delle pensioni e altre sozzerie macroniane ha un anno e passa di Gilet Gialli, innesco a scioperi nazionali di tutte le categorie che, partiti la settimana scorsa, promettono di durare fino a quando questo galletto pseudogollista e godmansachsiano non abbassa la cresta. Noi abbiamo il grande schiamazzatore Maurizio Landini e la grande confederazione che alla riforma Fornero più Jobs Act ha opposto ben quattro ore di sciopero e, scesa in piazza insieme alla controparte padronale, ora s’impegna nell’alleanza con governo e imprese “per impedire che il paese si sbricioli” (cioè si francesizzi).

La Triade

In Bolivia nelle piazze donne, uomini e bambini indios in stracci si oppongono alle fucilate degli amerikofascisti del colpo di Stato. A Gaza, Palestina, altri in stracci insistono a farsi vedere scontenti, a dispetto dell’accoglienza di piombo, davanti a coloro che gli hanno preso il paese. Noi altri in piazza abbiamo le Sardine guidate da un Sartori, renzianissimo fino a ieri (e tuttoggi), quando faceva da stampella a devastatori sociali e ambientali, trivellatori e cementificatori in Basilicata e nel resto del paese, ponendosi a scudo di Jobs Act e piattaforme petrolifere. Oggi tracima aureolato da schermi e giornali per avere svuotato i cervelli di alcune migliaia di ragazzi di ogni idea, contenuto e proposito politici. In continuità ideale, a Hong Kong  a nobilitare i manifestanti per la democrazia e contro l’orco cinese, all’insegna delle bandiere di pace e libertà statunitensi e britanniche, si sono aggiunti, per dar man forte a incendi di cose e persone, i collaudati pacifisti nonviolenti delle formazioni naziste ucraine, da Settore di Destra al Battaglione Azov.

Nazi a Hong Kong

“Il manifesto”, con l’inviato amerikano Guido Moltedo, non si è ancora ripreso dalla sconfitta di Hillary Clinton, per la quale aveva condotto una campagna da oscurare quella dei Comitati Civici di Gedda per la DC. Oggi, impegnata nell’epistemologia della destra che si finge sinistra, ha vaticinato la candidatura di Michelle Obama, o, hai visto mai, una nuova prova di Santa Hillary, che la stessa festeggiatrice del linciaggio di Gheddafi e del neonazismo di Kiev ha ventilato nei giorni scorsi: “Never say never”. In compenso tace su Tulsi Gabbard, candidata democratica, anti-guerra e anti-golpe, cui lo Stato Profondo Usa vorrebbe far fare la fine di Giovanna d’Arco. E qui il meme del mio titolo si inorgoglisce del suo acume.

Meme glorificato anche dalla “discesa in campo” di Mr. Michael Bloomberg, con 55,5 miliardi di dollari nono tra i più ricchi del mondo, ex-sindaco sotto il quale New York ha superato il primato della diseguaglianza sociale e l’incarcerazione di afroamericani. Siccome Biden è arteriosclerotico e verrà spazzato via per aver ricattato il governo ucraino che processava suo figlio grassatore, Warren e Sanders, pur finti, sembrano troppo di sinistra, Ocasio-Cortez troppo verde (all’apparenza), ai democratici occorre uno che le primarie e poi la presidenza non le vinca, ma le compri.

Se sette guerre in quasi vent’anni, interventi più o meno clandestini in 135 paesi e 6,3 trilioni (seimilacinquecento miliardi) di dollari spesi dai cittadini Usa e Nato e finiti nelle tasche del complesso militar-industriale con annesso Pentagono, vi sembran pochi. Se vi sembra che non bastino milioni di antenne del 5G, una ogni cento metri almeno e 20mila nuovi satelliti per 200 miliardi di dollari, che tutti saranno impegnati a sfoltire il mondo elettromagneticamente a forza di leucemie e tumori vari (come se il digitale, gli inquinatori, i crittogamici, l’FMI, Big Pharma e i vaccini coatti non bastassero), il non c’è mai fine al meno peggio del progresso ve lo segnalano gli Usa che hanno deciso di militarizzare anche lo spazio a un costo, per il contribuente Usa e nostro (dato che la NATO non mancherà all’appuntamento), tra i 220 miliardi e 1 trilione. In compenso ha una resa grandiosa in termini di nazioni cancellate, terre rese inabitabili e mezzo mondo trasformato in smorzo.

Le Sardine già erano quello che erano (vedi sopra). Una prima esaltazione del mio titolo la devo all’apartitico Mattia Santori quando, sul palco con lui, ha incoronato il partiticissimo Bonaccini, quello della corsa al cemento, all’asfalto, alla sanità privatizzata e, soprattutto, alla secessione dei ricchi spacca-Italia in coda ai Sala e Fontana, gli sporchi brutti e cattivi salviniani tanto detestati dalle Sardine. Ora il meme del nostro titolo trova clamorosa e esaltante conferma dagli endorsement (come dicono i vernacolari. Noi diremmo riconoscimento, approvazione, sostegno). A sigillo della loro entrata nel panteon dei giovani che salveranno il mondo, i ragazzi del “manifesto politico” più intollerante, teppista ed escludente mai scritto, hanno ricevuto i più fichi maìtres a penser del bigoncio.

Landini, quello dello sciopericchio di 4 ore contro Fornero con 400mila esodati; Francesca Pascale, quella di Berlusca e Dudù; “Non una di meno”, quelle che non si occupano di maestre d’asilo sadiche; qualche 5 Stelle che non ha capito una mazza; Gruber, quella della formazione tre contro quell’uno che non le piace; Pisapia, quello di sinistra ma anche di destra. Marco Revelli, un futurista ardito che ha sostituito tutte le categorie politiche con quella dell’“umano”, punto. E ciò che non sta bene al filantropo Soros, non sta bene neanche a lui. A quando il doveroso invito al Bilderberg?

E poi sono arrivati nientemeno che i Papaboys, Che colpo, Sardine! Avete con voi i Navy Seals, i commandos, le Forze Speciali di Giovanni Paolo II!  Quelli messi in campo al tempo delle botte alla Polonia socialista, alla Jugoslavia infedele, alla Russia iconoclasta. Papaboys dal sommesso Ratzinger messi un po’ in sordina  e ora rimessi in sardina da Bergoglio, quello dell’abbraccio con Greta, quello dello IOR che investe in grandi compagnie del petrolio e del gas, quello che è tutta colpa di Assad e Chavez… Colpaccio mica da poco. Ha voglia Salvini a rintanarsi a Medjugorie!

600 sindaci su 7.914, il 7,5 del totale italiano straripano da Piazza della Scala, Milano, e proiettano nel mondo quella che è la bella immagine dell’Italia al tempo delle Sardine. Convergono e straripano per manifestare accanto a Liliana Segre e a fianco delle Sardine di tutto il paese. Per cosa? Questo non è detto. Oggi non usa. Allora contro … che cosa?

Ma, ragazzi, che domanda! Qual è l’ordine del giorno per farci dimenticare tutto quello che ci affligge, che ci riguarda, che viene manovrato da chi ci vuole bene e addirittura si premura di toglierci l’affanno di pensare e decidere per conto nostro? Ma è l’ODIO, no? Ed è contro questi sentimenti turpi, a cui così poca attenzione viene dedicata di questi tempi da chi sovrintende al nostro benessere morale e spirituale, contro il razzismo, l’intolleranza, la xenofobia, l’antisemitismo, l’omofobia, la LGBTQI-fobia, il populismo, il sovranismo. 

Noi, che pur non essendocelo mai sognati, siamo razzisti, antisemiti, xenofobi, populisti. Noi che, scappati come conigli dal pensiero unico giusto, bello e sardinesco, evidentemente odiamo!

Paradossalmente ci sono tutti, fratelli d’Italia, forzitaliani, italiani vivi, ovviamente Pizzarotti (dove c’è da esibire facce come il…, non manca mai) e, buondio, perfino leghisti. Quelli che gli ascoltatori democratici del manifesto sardino dicono che non bisogna assolutamente ascoltare mai. Stiamo arrivando al bene supremo: la Grande Unità Nazionale. Il nuovo Nazareno!  E chi ne potrà essere il padre nobile, se non Mattarella?

Alla Prima della Scala, da sotto strati triplici di fard, pellicce di visione, lifting e palle di botulino nelle gotte a spianare le grinze, con espressione soddisfatte della propria eccellenza, 4 sono stati i minuti della standing ovation al presidente Mattarella.

Perché?

Come perché? Non ha fatto forse dono agli italiani di un governo gialloverde, un altro giallonero, Tria, Gualtieri, ministro della Difesa Lorenzo Guerini e tutto ciò che questo comporta in termini di UE, euro, Nato, difesa dei nostri confini dall’Antartide a Kabul, in poche parole: civiltà occidentale? E poi canta pure bene. Che volete di più?

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 21:17

Il sì al Tav resuscita l’eterno pasdaran Foietta

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/12/10/il-si-al-tav-resuscita-leterno-pasdaran-foietta/5605771/

Il sì al Tav resuscita l’eterno pasdaran Foietta

Inamovibile – Il Conte 1 lo fece decadere, ma rappresenterà il Conte 2 all’incontro con Parigi e Ue 

È vero, non sono stato confermato come Commissario governativo per la Torino-Lione. Il ministro Danilo Toninelli non mi aveva in simpatia e il sentimento era reciproco. Ma sono ancora presidente della Commissione Intergovernativa (Cig) per il Tav e finché il governo non mi revoca svolgo il mio compito. Mercoledì a Torino presiederò la Commissione”.

È lo stesso architetto Paolo Foietta a descrivere il paradosso: il primo governo Conte aveva deciso di non puntare su di lui per gestire la partita Tav. Il suo posto non è stato preso da nessuno e Foietta non è stato sostituito nell’altro incarico: presidente della Cig.

Così domani sarà lui a presiedere per l’Italia la fondamentale riunione che si terrà a Torino, quella in cui si capirà se l’Unione è disposta a concedere una proroga al finanziamento nonostante il cronoprogramma dei lavori non sia stato rispettato.

Foietta rappresenta il governo? Lo chiede un gruppo di parlamentari contrari all’opera, tutti senatori, il dem Tommaso Cerno e i 5Stelle Alberto Airola, Susy Matrisciano, Elisa Pirro e la deputata Jessica Costanzo: “La convocazione della Cig, che non avveniva dall’anno scorso, avverrà senza il cambio di presidenza. Sarà l’ennesima occasione sprecata per ridiscutere le forti criticità del progetto, ammesse dall’Osservatorio, dalla Corte dei Conti francese e cristallizzate nell’Analisi costi/benefici disposta da Toninelli”. In fondo la questione della presidenza è solo il riflesso di un nodo non sciolto, dopo il voto parlamentare di agosto, quando la mozione No-Tav del M5S venne respinta, mentre passò quella del Pd sostenuta da Lega e centrodestra. Ora la maggioranza è diversa, ma la situazione non pare più chiara.

Domani la Commissione (cinque membri per ciascun governo) affronterà temi cruciali e sarà presente anche Iveta Radicova, coordinatrice Ue per il Corridoio Mediterraneo: “La questione essenziale è quella che parte dalla lettera di Giuseppe Conte in cui si parlava di riprogrammazione dell’opera senza perdere i finanziamenti”.

Il professor Alberto Poggio, membro della Commissione Tecnica dei comuni contrari all’opera, tratteggia così la situazione: “Siamo enormemente in ritardo. Bisognerà capire se ci sono ancora i soldi, perché il 31 dicembre scadono i termini per utilizzare i finanziamenti Ue per il 2014-2020. Degli 813 milioni stanziati ne è stata utilizzata molto meno della metà”. Ma se, come probabile, l’Europa concedesse una proroga, resterebbero molti interrogativi: “Le gare sono ferme, nessun capitolato è stato pubblicato, né in Italia né in Francia”, aggiunge Poggio”.

Sullo sfondo un altro nodo: “Sarà presentato l’audit sul tunnel storico del Frejus”, spiega Foietta, “sapremo se la linea esistente sarà ancora utilizzabile e con quali limitazioni”. All’appuntamento l’Italia si presenta senza il nuovo Commissario e con un presidente della Commissione che il passato governo non gradiva. “Le due nomine sono slegate”, sostiene Foietta. Poggio storce il naso: “Negli ultimi anni erano affidate a una sola persona. Foietta rischia di rappresentare l’Italia solo sulla carta”.

Tav Torino-Lione, ripartono i lavori in Italia: bandi per 1 miliardo

https://www.corriere.it/economia/aziende/19_dicembre_12/tav-torino-lione-ripartono-lavori-italia-bandi-1-miliardo-5a85815c-1d07-11ea-9d5e-8159245f62dc_amp.html

Articolo Img

12 dicembre 2019 – 19:08

di Redazione Economia 

Ripartono in Valle di Susa i lavori della Torino-Lione. A quasi tre anni dal completamento dei 7.020 metri del cunicolo esplorativo della Maddalena, e dopo «18 mesi persi per il governo italiano», come ha ricordato la Coordinatrice del Corridoio Mediterraneo Iveta Radicova, nei primi mesi del 2020 partiranno i lavori per la realizzazione delle nicchie della galleria. L’annuncio in occasione della Commissione intergovernativa, tornata a riunirsi a Torino un anno dopo l’ultimo incontro. «Il cantiere di Chiomonte sta seguendo il calendario previsto», rassicura Mario Virano, direttore generale di Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare e poi di gestire la nuova linea ferroviaria, ma la Radicova invita tutti «a mettersi all’opera e ad accelerare» per un’infrastruttura che resta «una priorità dell’Unione Europa».

«Abbiamo un debito con le generazioni future e dobbiamo iniziare a pagarlo. Chiedo quindi ai governi, a tutti i livelli, di essere responsabili», è l’appello della Radicova, che conferma anche l’impegno dell’Europa a finanziare il 55% della Torino-Lione. «Non abbiamo cambiato idea», sottolinea l’ex primo ministro della Slovacchia, che chiede di «non mescolare aspetti tecnici e politici dell’opera». E ricorda, a sostegno dell’importanza di realizzarla, «ragioni economiche e ambientali». «Se vogliamo che l’economia cresca dobbiamo garantire la mobilità di persone, merci, servizi e capitali – sottolinea – Quanto all’ambiente, se la Svizzera ha costruito un tunnel (il Gottardo, ndr) uno dei motivi è proprio di carattere ambientale. Si parla tanto dei cambiamenti climatici dovuti all’ inquinamento: una delle soluzioni consiste nello spostare il traffico dalla gomma alla rotaia. A beneficio del territorio e dei cittadini». Annuisce, accanto alla Radicova, Virano, a Parigi per il consiglio d’amministrazione di Telt che, oltre all’attribuzione dei lavori per le nicchie di interscambio nella galleria di Chiomonte (valore 40 milioni di euro) ha dato il via ai capitolati per 2,3 miliardi di euro di lavori sul versante francese. I capitolati per il tunnel di base in Italia, due lotti del valore complessivo di un miliardo di euro, saranno inviati nei prossimi mesi. La direzione Lavori Italia (valore 20 milioni) è stata assegnata al raggruppamento italo-franco-svizzero Italferr, Systra, Setec e Pini Swiss.

«Il 92% degli impegni previsti per quest’anno sono stati rispettati e, considerando che il 2019 non è ancora finito, contiamo di migliorare ancora», osserva Virano, che scherza con la Radicova sull’entrata in funzione della nuova linea ad Alta Velocità. «Il 2030, pomeriggio…», dice alla Coordinatrice del Corridoio Mediterraneo che ricordava la necessità di rispettare gli impegni. Una richiesta, quella della Radicova, che la Regione Piemonte accoglie annunciando la costituzione di un Comitato di Pilotaggio. «Abbiamo 41 milioni di opere di accompagnamento, stanziati dal Cipe nel 2017, che non possono partire – ricorda il governatore Alberto Cirio – perché manca l’interlocuzione con l’Osservatorio». Colpa della «inerzia del governo», che da febbraio non nomina il commissario di governo per la Torino-Lione. «Contiamo di costituirlo entro gennaio – prosegue Cirio – per dimostrare la volontà assoluta della Regione Piemonte di fare l’opera. E per consentire ai Comuni di spendere le risorse già stanziate». Le lettere con cui la Regione chiede agli enti interessati di nominare i propri rappresentanti nel nuovo organismo sono già partite.

No tav, scontri nel nome di Greta Thunberg: “L’Alta velocità è un ecocidio che distrugge il pianeta”

https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13541966/greta-thunberg-no-tav-scontri-alta-velocita-ecocidio-.amp

9 DICEMBRE, 2019
 
 Adesso i No Tav tornano a manifestare nel nome di Greta Thunberg. Visto che i Cinque stelle non tirano più, ora il movimento di protesta ribadisce il suo no all’Alta velocità sulla Torino-Lione rilanciando una battaglia ambientalista che ora può contare sull’appoggio di migliaia di giovani del Friday for Future, nato proprio dalla lotta ecologista della sedicenne svedese.

Alla manifestazione lo striscione con la scritta “c’eravamo, ci siamo e ci saremo. Ora e sempre No Tav”. Dietro di loro i gonfaloni dei Comuni della Valle con i sindaci in fascia tricolore. E ancora esponenti politici del Movimento 5 Stelle e di Rifondazione Comunista, la Fiom, una delegazione di Fridays for Future della Valsusa, Legambiente Piemonte. Numerosi anche gli striscioni che richiamavano all’emergenza ambientale come quello che recita “La Torino-Lione è un delitto climatico”. “Il Tav è un ecocidio che contribuisce a distruggere il pianeta perché 30 anni di cantiere emetterebbero una quantità di Co2 che non si riuscirebbe a recuperare nemmeno in un secolo”, ha detto uno dei leader storici deli No Tav, Alberto Perino.

“Nessuno può permettersi di peggiorare una situazione già drammatica del pianeta”, ha aggiunto Perino ricordando che nonostante i processi e gli arresti di alcuni esponenti del movimento, “il popolo no Tav è qui per salvare il pianeta e le casse di questo povero Stato”. «Ci davano per morti, ci danno sempre per morti ma noi siamo ancora qui per dire che ci siamo e ci saremo, sempre no Tav fino alla vittoria”, ha concluso.