Il Messaggio di Benvenuto a Greta Thunberg a Torino – La nuova linea ferroviaria Torino-Lione è un crimine climatico

Comunicato Stampa

PresidioEuropa

Movimento No TAV

13 dicembre 2019

www.presidioeuropa.net/blog/?p=20888

Grandi opere ed emergenza climatica

Messaggio di Benvenuto a Greta Thunberg

La nuova linea ferroviaria Torino-Lione è un crimine climatico

Oggi venerdì 13 dicembre 2019 Greta Thunberg ha partecipato alla 50a manifestazione del venerdì dei Fridays for Future di Torino, un forte messaggio di benvenuto è stato consegnato nelle sue mani. E’ un messaggio in sintonia con le parole di Greta che invita i giovani a lottare per conquistare il futuro e a fare pressione affinché i decisori politici agiscano contro l’emergenza climatica e non fuggano invece dalle loro responsabilità.

Benvenuta Greta, Welcome to Turin Greta, TAV is a climate crime!

Non possiamo che essere felici della tua visita nella nostra città, il tuo esempio e le tue parole ha spinto milioni di persone a scendere in piazza contro il disastro del cambiamento climatico. In tutti i continenti il messaggio ha raggiunto tante persone, in particolare tra i più giovani, spingendo a lottare per il futuro di tutti noi, per il futuro del nostro pianeta. A partire da noi stessi, dal nostro quotidiano stile di vita, ma arrivando a incalzare e accusare frontalmente i grandi responsabili mondiali delle emissioni nocive e delle devastazioni ambientali. Un piccolo gruppo di grandi multinazionali sono le responsabili di una quantità di emissioni nocive con percentuali spaventose. Come se non bastasse, la deforestazione, il dissesto idrogeologico, la trivellazione del suolo e l’inquinamento delle nostre terre e dei nostri mari vanno avanti inarrestabili per gli interessi dei grandi del pianeta.

Benvenuta a Torino, benvenuta in una terra che continua a lottare contro tutto questo! Anche qui in Italia, qui a Torino e nella sua provincia da quasi trenta anni migliaia di persone scendono in piazza contro uno degli esempi più evidenti e vergognosi di disastro ambientale: la linea ad alta velocità Torino-Lione. Per gli interessi economici di aziende e multinazionali si pretende di violare le bellissime Alpi costruendo un mostro ecologico inutile.  Per fortuna più generazioni hanno aperto gli occhi e le loro coscienze si sono risvegliate per evitare che questa opera distrugga questo meraviglioso pezzo di mondo. Una opera che oltre a sventrare le montagne sarebbe – durante la sua realizzazione – responsabile di enormi quantità di missioni di anidride carbonica e sostanze nocive per la salute umana.  Greta, la tua storia ha dimostrato che l’esempio e le parole sono una arma che può cambiare le cose. In una città come Torino non si può non cogliere l’occasione per dire qualcosa che può davvero dare una mano a fermare un disastro climatico e ambientale come il TAV. Una opera già controversa, che rischia davvero di essere fermata per il bene dell’ambiente. Gli unici a esserne tristi sarebbero un piccolo gruppetto di imprenditori senza scrupoli e che odiano il nostro futuro. Questa opera può davvero essere fermata, possiamo davvero con le nostre parole e le nostre azioni dire NO a chi vuole rovinare il pianeta con una ennesima opera inutile e inquinate.

Benvenuta a Torino. Il TAV è un crimine climatico. Quindi non perdiamo una occasione di cambiare davvero le cose: Greta, non perdiamo l’occasione per dire NO al TAV.

Ecco perché la Torino-Lione è un crimine climatico

Grandi opere ed emergenza climatica

English and French versions at the bottom

Il caso della nuova linea ferroviaria Torino-Lione

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I bilanci dell’Unione Europea e degli Stati membri continuano ad impegnare decine di miliardi di euro per investimenti in nuove infrastrutture di trasporto. La loro realizzazione comporterà nell’immediato un notevole aumento delle emissioni di gas serra, per gli enormi lavori di scavo e costruzione e per la produzione di grandi quantità di materiali (in particolare cemento e acciaio).

In molti casi si tratta di megaprogetti sovradimensionati, basati su previsioni di crescita dell’economia, dei consumi di combustibili fossili e dell’uso di risorse naturali, ovvero scenari del tutto incompatibili con le riduzioni necessarie per contrastare il riscaldamento globale. Queste opere risulteranno in larga parte inutilizzate, non producendo risultati utili in termini di riduzione delle emissioni di gas serra.

La valutazione di questi investimenti non prevede analisi rigorose di questi aspetti. Le risorse oggi impegnate per nuove infrastrutture inutili vengono sottratte alle azioni necessarie a breve termine sull’emergenza climatica.

Il caso della Torino Lione

Concepito alla fine degli anni ’80, sull’onda di teorie economiche basate sulla crescita infinita, il megaprogetto Torino – Lione è un caso emblematico. Si tratterebbe della più grande opera pubblica d’Europa, con un investimento complessivo di oltre 27 miliardi di euro per realizzare 270 km di nuova linea ferroviaria ad alta velocità. Questa infrastruttura rappresenterebbe una duplicazione rispetto alle linee ferroviarie esistenti tra Italia e Francia, che già oggi consentono il transito di treni merci e passeggeri (inclusi i treni ad alta velocità).

Un progetto mai partito

L’opera principale sarebbe il Tunnel di Base, costituita da 2 gallerie lunghe 57,5 km ciascuna, per un costo di quasi 10 miliardi di euro. Dopo vent’anni di attività preliminari, con una spesa di oltre 1,5 miliardi, finora i lavori definitivi per la sua realizzazione devono ancora partire.

Eppure questo Tunnel continua ad impegnare risorse nel bilancio dell’Unione Europea che vorrebbe pagarne oltre metà del costo (più di 5 miliardi di euro); la restante quota dovrebbe essere pagata dall’Italia e dalla Francia.

Affinché il Tunnel di Base possa funzionare a pieno, Italia e Francia dovrebbero spendere altri 17 miliardi di euro per collegarlo a Lione e Torino con due ulteriori tratte ferroviarie. Ad oggi la Francia ha rinviato tale decisione a dopo il 2038; l’Italia non ha ancora definito un progetto per la realizzazione della sua parte.

Previsioni di traffico sbagliate

La nuova linea ferroviaria Torino Lione è stata pensata prevalentemente per il trasporto di merci. Per giustificare le dimensioni del megaprogetto, è stato ipotizzato un forte aumento della domanda futura di traffico merci sull’arco alpino e in particolare sui valichi di montagna tra Italia e Francia (Monte Bianco e Valle di Susa). L’andamento storico dei flussi merci ha dimostrato come questa ipotesi sia irrealistica (figura), come riconosciuto dagli stessi proponenti dell’opera. Inoltre crescite così grandi del trasporto merci in Europa sono incompatibili con l’urgenza di ridurne l’impatto sul riscaldamento globale.

download (1)Usare le infrastrutture esistenti

Il trasporto di merci via treno è certamente preferibile a quello attuato su strada mediante camion. Quando sono disponibili infrastrutture ferroviarie esistenti sottoutilizzate, è assurdo costruirne di nuove. Nel caso della Torino Lione, la ferrovia esistente ha una capacità in grado di ospitare incrementi del trasporto merci da 5 a 10 volte il traffico attuale. Sulla stessa linea transitano già i treni ad alta velocità francesi (TGV); a partire dal 2020, vi transiteranno quelli italiani (Frecciarossa) riducendo di 1 ora i tempi di viaggio da Milano a Parigi, senza necessità di lavori o costi.

L’impatto del progetto sul clima

I proponenti della nuova linea ferroviaria Torino Lione hanno calcolato che la costruzione provocherebbe (in 20 anni di cantiere) emissioni complessive per 13 milioni di tonnellate di CO2eq (circa un terzo delle emissioni annuali del Piemonte). Se la costruzione partisse oggi, queste emissioni aggiuntive si verificherebbero tra il 2020 e il 2040, ovvero proprio nello stesso periodo nel quale l’Europa dovrebbe invece azzerare le proprie emissioni per cercare di rallentare il riscaldamento globale.

Secondo i proponenti, l’esercizio dell’opera inizierebbe a generare riduzioni delle emissioni di gas serra (trasferendo merci da camion a treno) solo 24 anni dopo l’inizio della costruzione, raggiungendo risultati a regime ovvero ben oltre il 2040. Questi potenziali effetti positivi sono però largamente sovrastimati in quanto basati sulle previsioni errate della domanda di traffico e su un programma di realizzazione oggi non più valido (in particolare in Francia).

download (2)L’inquinamento dell’aria a Torino

L’inquinamento atmosferico a Torino e in Piemonte è una vera emergenza. Sulla tangenziale di Torino transitano mediamente 240.000 veicoli al giorno (di cui circa 80.000 camion), un traffico pari a 40 volte quello del traforo autostradale del Fréjus, tra Italia e Francia. Come in molte aree urbane d’Europa, gli investimenti servono sul trasporto locale e non sui megaprogetti come la Torino-Lione.


Megaprojects and Climate Emergency

The case of the new railway line Turin – Lyon

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Megaprojects and the climate emergency

The budgets of the European Union and the Member States continue to commit tens of billions of euros for investment in new transport infrastructure. Their implementation will immediately lead to a significant increase in greenhouse gas emissions, due to the enormous excavation and construction work and the production of large quantities of materials (in particular cement and steel).

In many cases these are oversized megaprojects, based on forecasts of economic growth, consumption of fossil fuels and use of natural resources, or scenarios completely incompatible with the reductions needed to combat global warming. These projects will be largely unused, not producing useful results in terms of reducing greenhouse gas emissions.

The assessment of these investments does not include rigorous analyses of these aspects. The resources currently committed to unnecessary new infrastructure are being diverted from the necessary short-term actions on the climate emergency.

The case of Turin Lyon

Conceived at the end of the 80′s, on the wave of economic theories based on infinite growth, the megaproject Turin – Lyon is an emblematic case. It would be the largest public works project in Europe, with a total investment of over 27 billion euros to build 270 km of new high-speed railway line. This infrastructure would duplicate the existing railway lines between Italy and France, which already allow the transit of freight and passenger trains (including high-speed trains).

A project that never started

The main work would be the Base Tunnel, consisting of two tunnels 57.5 km long each, at a cost of almost €10 billion. After 20 years of preliminary work, with a cost of over 1.5 billion euros, the final work for its construction has yet to begin.

Yet this Tunnel continues to commit resources in the budget of the European Union that would like to pay more than half of the cost (more than 5 billion euros), the remainder should be paid by Italy and France.

In order for the Base Tunnel to be fully operational, Italy and France would have to spend an additional €17 billion to connect it to Lyon and Turin with two additional railway lines. To date, France has postponed this decision until after 2038; Italy has not yet defined a project for the implementation of its part.

Wrong traffic forecasts

The new Turin-Lyon railway line has been designed mainly for the transport of goods. To justify the size of the megaproject, a strong increase in future demand for freight traffic in the Alps and in particular on the mountain passes between Italy and France (Mont Blanc and Susa Valley) was assumed. The historical trend of freight flows has shown that this hypothesis is unrealistic (figure), as recognized by the proponents of the work. Moreover, such a large growth in freight transport in Europe is incompatible with the urgency of reducing its impact on global warming.

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Using existing infrastructure

Freight transport by rail is certainly preferable to road transport by lorry. When existing railway infrastructure is underused, it is absurd to build new infrastructure. In the case of Turin- Lyon, the existing railway has a capacity that can accommodate increases in freight transport of 5 to 10 times the current traffic. French high-speed trains (TGV) already run on the same line; from 2020, Italian high-speed trains (Frecciarossa) will run on it, reducing travel times from Milan to Paris by one hour, without the need for any work or cost.

The impact of the project on the climate

The proponents of the new railway line Turin Lyon have calculated that the construction would cause (in 20 years of construction) total emissions of 13 million tons of CO2eq (about a third of the annual emissions of Piedmont). If construction started today, these additional emissions would occur between 2020 and 2040, i.e. in the same period in which Europe would instead have to zero its emissions to try to slow down global warming.

According to the proponents, the operation of the new line would begin to generate reductions in greenhouse gas emissions (transferring goods from truck to train) only 24 years after the start of construction, reaching results at full capacity, i.e. well beyond 2040. However, these potential positive effects are largely overestimated as they are based on erroneous traffic demand forecasts and an implementation programme that is no longer valid today (particularly in France).

download (2)Air pollution in Turin

Air pollution in Turin and Piedmont is a real emergency. On average 240,000 vehicles a day pass through the Turin ring road (of which about 80,000 trucks), a traffic equal to 40 times that of the Fréjus motorway tunnel, between Italy and France. As in many urban areas of Europe, investments are needed on local transport and not on megaprojects such as Turin-Lyon.


Mégaprojets et urgence climatique

Le cas de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin

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Mégaprojets et urgence climatique

Les budgets de l’Union européenne et des États membres continuent à consacrer des dizaines de milliards d’euros à des investissements dans de nouvelles infrastructures de transport. Leur mise en œuvre entraînera immédiatement une augmentation significative des émissions de gaz à effet de serre, en raison des énormes travaux d’excavation et de construction et de la production de grandes quantités de matériaux (ciment et acier en particulier).

Dans de nombreux cas, il s’agit de mégaprojets surdimensionnés, basés sur des prévisions de croissance économique, de consommation de combustibles fossiles et d’utilisation des ressources naturelles, ou de scénarios totalement incompatibles avec les réductions nécessaires pour lutter contre le réchauffement climatique. Ces projets seront en grande partie inutilisés et ne produiront pas de résultats utiles en termes de réduction des émissions de gaz à effet de serre.

L’évaluation de ces investissements ne comprend pas d’analyses rigoureuses de ces aspects. Les ressources actuellement consacrées à de nouvelles infrastructures inutiles sont détournées des mesures à court terme nécessaires pour faire face à l’urgence climatique.

Le cas du Lyon-Turin

Conçu à la fin des années 80, sur la vague des théories économiques basées sur une croissance infinie, le mégaprojet Lyon – Turin est un cas emblématique. Il s’agirait du plus grand projet de travaux publics en Europe, avec un investissement total de plus de 27 milliards d’euros pour la construction de 270 km de nouvelle ligne ferroviaire à grande vitesse. Cette infrastructure ferait double emploi avec les lignes ferroviaires existantes entre l’Italie et la France, qui permettent déjà le transit des trains de marchandises et de voyageurs (y compris les trains à grande vitesse).

Un projet qui n’a jamais démarré

Le principal projet serait le tunnel de base, composé de deux tunnels de 57,5 km de long chacun, pour un coût de près de 10 milliards d’euros. Après 20 ans de travaux préliminaires, d’un coût de plus de 1,5 milliard d’euros, les derniers travaux de sa construction n’ont pas encore commencé.

Pourtant, ce tunnel continue d’engager dans le budget de l’Union européenne des ressources qui voudraient payer plus de la moitié de son coût (plus de 5 milliards d’euros), le reste devant être payé par l’Italie et la France.

Pour que le tunnel de base soit pleinement opérationnel, l’Italie et la France devraient dépenser 17 milliards d’euros supplémentaires pour le relier à Lyon et Turin avec deux lignes ferroviaires supplémentaires. A ce jour, la France a reporté cette décision à après 2038 ; l’Italie n’a pas encore défini de projet pour la mise en œuvre de sa partie.

Mauvaises prévisions de trafic

La nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin a été conçue principalement pour le transport de marchandises. Pour justifier l’ampleur du mégaprojet, une forte augmentation de la demande future de fret dans les Alpes et en particulier dans les cols de montagne entre l’Italie et la France (Mont Blanc et vallée de Susa) a été supposée. La tendance historique des flux de marchandises a montré que cette hypothèse est irréaliste (figure), comme le reconnaissent les promoteurs des travaux. En outre, des croissances aussi importantes du transport de marchandises en Europe est incompatible avec l’urgence de réduire son impact sur le réchauffement climatique.

download (1)Utiliser l’infrastructure existante

Le transport de marchandises par rail est certainement préférable au transport routier par camion. Lorsque l’infrastructure ferroviaire existante est sous-utilisée, il est absurde de construire de nouvelles infrastructures. Dans le cas de Turin-Lyon, le chemin de fer existant dispose d’une capacité qui permet d’absorber une augmentation du transport de marchandises de 5 à 10 fois le trafic actuel. Les trains à grande vitesse français (TGV) circulent déjà sur la même ligne ; à partir de 2020, les trains à grande vitesse italiens (Frecciarossa) circuleront sur cette ligne, réduisant ainsi d’une heure la durée du trajet de Milan à Paris, sans travaux ni coûts.

L’impact du projet sur le climat

Les promoteurs de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin ont calculé que la construction entraînerait (en 20 ans de construction) des émissions totales de 13 millions de tonnes d’équivalent CO2 (environ un tiers des émissions annuelles du Piémont). Si la construction commençait aujourd’hui, ces émissions supplémentaires se produiraient entre 2020 et 2040, c’est-à-dire au cours de la même période où l’Europe devrait au contraire réduire ses émissions à zéro pour tenter de ralentir le réchauffement climatique.

Selon les promoteurs, l’exploitation de la nouvelle ligne commencerait à générer des réductions d’émissions de gaz à effet de serre (transfert des marchandises du camion au train) seulement 24 ans après le début de la construction, pour atteindre des résultats à pleine capacité, c’est-à-dire bien au-delà de 2040. Cependant, ces effets positifs potentiels sont largement surestimés car ils reposent sur des prévisions erronées de la demande de trafic et sur un programme de mise en œuvre qui n’est plus valable aujourd’hui (notamment en France).

download (2)Pollution atmosphérique à Turin

La pollution de l’air à Turin et dans le Piémont est une véritable urgence. En moyenne 240.000 véhicules par jour empruntent le boulevard périphérique de Turin (dont environ 80.000 camions), soit un trafic 40 fois supérieur à celui du tunnel autoroutier du Fréjus, entre l’Italie et la France. Comme dans de nombreuses zones urbaines d’Europe, des investissements sont nécessaires dans les transports locaux et non dans des mégaprojets tels que le Lyon-Turin.n.n

LES IMPLICATIONS GEOPOLITIQUES DE LA CRISE SOCIALE DU REGIME MACRON

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Vidéo Géopolitique/ Geopolitical Flash Video/

2019 12 12/

 Le Flash Vidéo du jour …

Le géopoliticien Luc MICHEL dans LE DEBAT de ce 11 décembre 2019

sur PRESS TV (Iran)

VIDEO.FLASH.GEOPOL macron crise sociale (2019 12 11) FR

J’ai débattu hier sur PRESS TV, la Télévision iranienne d’Etat francophone, de la crise sociale du Régime Macron.

Débat antagoniste, mon collègue croyant à l’apaisement social (sic) et à la volonté de dialogue de Macron et du premier ministre Philippe, et moi même expliquant quel est le projet social, aux lourdes implications géopolitique, pour lequel Macron a été le choix sur un scénario politique : l’implantation en UE du système social anglo-saxon libéral et la liquidation du modèle social étatique franco-allemand (1).

Dès le 11 au soir, la réaction violente des syndicats, y compris ceux qui étaient resté modérés, à l’exposition du plan social de Macron sur la réforme des pensions par le premier ministre Philippe (2), me donnaient raison (3). Seul le MEDEF, syndicat patronal, approuve Macron. La crise sociale va s’approfondir !

* Sources :

L’article sur

http://french.presstv.com/Detail/2019/12/11/613397/IranFrance-la-crise-ouverte–

La Video sur PRESS TV/YOUTUBE sur https://youtu.be/aT1OLl4Ao-Y

* La présentation de PRESS TV :

« Iran/France: la crise ouverte? (débat) …

Les Iraniens qui projetaient de se rendre en France ont été appelés par les autorités à reporter leur voyage. Le ministère iranien des Affaires étrangères a appelé, dimanche 8 décembre, les Iraniens voulant se rendre en France à reporter leur voyage, sur fond de la récente vague de grèves générales dans ce pays. « Eu égard les protestations populaires qui se poursuivent en France depuis un an, la grève générale en cours depuis deux jours et les manifestations qui dégénèrent dans plusieurs villes françaises, les voyageurs iraniens sont sérieusement déconseillés de se rendre en France pour des raisons de sécurité », indique la diplomatie iranienne. Ce n’est pas la première fois que le ministère iranien des Affaires étrangères déconseille la France aux voyageurs iraniens. L’année dernière aussi à cause des affrontements qui avaient lieu dans ce pays, la diplomatie iranienne avait demandé aux citoyens de rester vigilants et de se tenir à l’écart des foyers de tension.

Le géopoliticien Luc Michel et le géopolitologue Bernard Cornut s’expriment à ce sujet. »

DE QUOI MACRON EST-IL LE NOM ?

Sur le plan social, Macron se prononce contre le modèle euro-français et pour le modèle du « monde anglo-saxon » (ce pour quoi il a été élu) : « Nous avons un système qui vise une économie de récupération, pas une économie d’innovation. En fait, nous sommes aujourd’hui le plus grand pays européen à n’avoir pas résolu le problème du chômage de masse. Nous avons besoin d’un système similaire à ceux de l’Allemagne et des pays scandinaves. En France, nous n’avons pas réussi à atteindre le type de compromis social nécessaire pour créer le modèle du monde anglophone, qui tolère bien plus d’inégalités. Nous devons également reconsidérer le système de chômage et de formation professionnelle. Il s’agit de droits et d’obligations; les gens ne devraient pas être autorisés à refuser une offre d’emploi décent si cela correspond à leurs qualifications » (in Revue anglo-saxonne MONOCLE, Londres-Honk Kong-New-York, Mars 2017).

NOTES ET RENVOIS :

(1) Cfr. sur # LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY :

* GEOIDEOLOGIE. LE REGIME MACRON OU LE CHOIX DE CEUX QUI VEULENT IMPOSER LE MODELE SOCIAL ANGLO-SAXON EN FRANCE ET EN EUROPE

sur http://www.lucmichel.net/2018/05/04/luc-michels-geopolitical-daily-lactualite-qui-confirme-lanalyse-geoideologie-le-regime-macron-ou-le-choix-de-ceux-qui-veulent-imposer-le-modele-social-anglo-saxon-en-fr/

* Et QUE PENSE VRAIMENT MACRON ? MAITRE DU DOUBLE DISCOURS OU MACHIAVEL AU PETIT PIED ?

sur http://www.lucmichel.net/2018/05/01/luc-michels-geopolitical-daily-que-pense-vraiment-macron-maitre-du-double-discours-ou-machiavel-au-petit-pied/

(2) Voir Réforme des retraites : après les annonces d’Edouard Philippe, la CFDT appelle à son tour “l’ensemble des travailleurs à se mobiliser le 17 décembre”

sur https://www.francetvinfo.fr/economie/retraite/reforme-des-retraites/direct-greve-contre-la-reforme-des-retraites-suivez-les-annonces-d-edouard-philippe-sur-le-projet-du-gouvernement-mercredi-11-decembre_3738901.html

“Le gouvernement s’est moqué du monde”, a réagi le numéro un de la CGT, Philippe Martinez, mercredi 11 décembre, après l’allocution d’Edouard Philippe sur la réforme des retraites. “Le gouvernement veut individualiser le système de retraite (…). Tout le monde va travailler plus longtemps, c’est inacceptable !” a-t-il poursuivi.

le secrétaire général de la CFDT, Laurent Berger, a estimé que le gouvernement avait franchi une “ligne rouge” en fixant l’âge d’équilibre à 64 ans.

(3) « Le gouvernement a-t-il perdu les réformistes? » interroge ‘Le Journal de Demain’, La lettre quotidienne du ‘Journal du Dimanche’ :

« En détaillant sa réforme des retraites aujourd’hui, Edouard Philippe n’a pas convaincu la CGT, FO, SUD Rail. Mais pis, il s’est mis à dos le clan des réformistes, à savoir la CFDT, qui milite pour un régime universel depuis dix ans, ainsi que l’Unsa. Au sortir du discours du Premier ministre, Laurent Berger avait sa mine des mauvais jours. “La ligne rouge est franchie, a tonné le leader de la CFDT . Cette réforme a été lésée par un angle budgétaire accru.” Même coup de semonce du côté de Laurent Escure, numéro un de l’Unsa. Tous deux ne décolèrent pas face à la décision de l’exécutif de mettre en place un âge d’équilibre pour inciter les Français à travailler plus et rééquilibrer les comptes. Aux partenaires sociaux dans le cadre de la nouvelle gouvernance de le fixer. A défaut, le gouvernement l’augmentera à raison de quatre mois par an dès janvier 2022 pour atteindre 64 ans en 2027.

Les deux centrales, peu adeptes des grands cortèges, n’excluent désormais plus de défiler à leur tour, non pas pour demander le retrait du projet, mais pour réclamer des aménagements. »

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Flash Vidéo Géopolitique/

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

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L’ECHEC ANNONCE DES NEGOCIATIONS ENTRE TRUMP ET LA COREE DU NORD

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

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2019 12 10/

Le Flash Vidéo du jour …

Le géopoliticien Luc MICHEL dans LE DEBAT du 10 décembre 2019

sur PRESS TV (Iran)

* Sources :

L’article sur

http://french.presstv.com/Detail/2019/12/10/613297/Kim-met-en-garde-les-USA-

La Video sur PRESS TV/YOUTUBE sur https://youtu.be/CKSAoWU-7fo
VIDEO.FLASH.GEOPOL rupture kim trump II (2019 12 10) FR (3)

* La présentation de PRESS TV :

« Kim met en garde les USA …

Après avoir cru à un possible accord avec les Américains, Pyongyang vient de réaliser à quel point il a eu tort. La Corée du Nord affirme que les négociations avec Washington ne sont plus vraiment utiles et qu’il n’est plus question d’une quelconque dénucléarisation de Pyongyang ou autre fadaise de ce genre.

Pour le gouvernement nord-coréen, Washington tente d’utiliser ces discussions inutiles à des fins de consommation interne et pour gagner du temps aussi, d’où ce test avec succès d’une nouvelle arme antisatellite à partir du site de lancement de Sohae, à Tongch’ang-ri dans la province de Pyongan, non loin de la frontière avec la Chine. Un test secret qui a été mené sous la supervision du département des armes secrètes de l’Académie Nationale des Sciences de la Défense de Corée du Nord. Ce qui signifie que le missile a été lancé dans le plus grand des secrets, au point qu’aucun système de surveillance adverse n’a pu le détecter. Et qu’il s’agit bien là d’une nouvelle arme stratégique très importante pour la dissuasion nord-coréenne.

Luc Michel, géopoliticien et Pierre Dortiguier, politologue, s’expriment sur le sujet. »

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

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Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

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Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

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