COMMENTI: LA QUESTIONE IMMORALE

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La velina sta correndo velocemente nei palazzi dei cortigiani. Mauro Moretti, ex Ad della holding FSI e di RFI -giudicato colpevole in primo e secondo grado per la strage di Viareggio (dove sono morte 32 persone e altre 100 sono rimaste ferite con lesioni gravissime) e condannato a 7 anni di reclusione- ha avuto una promozione. Il dicastero dei trasporti (nella persona della neo ministra Paola De Micheli) ha infatti pensato bene di avvalersi dei “consigli” di Moretti, considerato da qualche pennivendolo come “il super manager” e “gigante” in tema di gestione dei trasporti. Peccato che in questa vicenda di gigante si vedano solo le condanne ricevute (Viareggio) e quelle mancate (Crevalcore). Se invece vogliamo parlare di gestione dei trasporti risulta paradossale considerare Moretti come qualcosa vicino alla logica e alla lungimiranza. Cosa ci può essere, infatti, di sensato nell’aver ottenuto l’agente solo sui treni, fonte giornaliera di ansia per molti lavoratori (e i loro familiari) che, in caso di malore, molto probabilmente non torneranno a casa? Dove sono i meriti nella folle corsa ad alta velocità in un paese come il nostro, ricco di rilievi montuosi e falde acquifere che sono state stravolte dai tunnel AV? Per non parlare della montagna di denaro pubblico drenato dall’AV (60 milioni di euro al KM!) alle altre divisioni, quali il trasporto pendolare e quello merci, relegato sempre di più verso la privatizzazione, per non parlare del taglio ai servizi IC, lunga percorrenza e internazionali. D’altronde si sa, in Italia la memoria è corta. Dante De Angelis prima, e Riccardo Antonini dopo, hanno pagato con i licenziamenti la loro lotta per la sicurezza ferroviaria e per essere stati al fianco dei familiari della strage di Viareggio. Questi licenziamenti politici sono serviti a Moretti, perché doveva far capire chi “comandava”. Doveva essere il capo, qualsiasi cosa avrebbe dovuto fare, a costo di non darsi pace. Intanto chi non si da pace ad assistere a questo penoso teatrino politico sono i familiari della strage, sempre pronti a lottare perché non accada più un’altra Viareggio. A loro, ed ai ferrovieri di Assemblea 29 giugno, dobbiamo la tracciabilità degli assili dei carri; a loro dobbiamo la tenacia per quel riguarda il miglioramento della sicurezza in ambito ferroviario. Non certo all’agenzia europea della sicurezza ferroviaria ERA (sia un ‘eccesso di sicurezza’, biglietti e costi di accesso più alti, che una ‘carenza di sicurezza’ potrebbero spingere i clienti a cambiare modo di trasporto), o alle lobby del trasporto merci su ferro che costringono le agenzie della sicurezza ferroviaria a non imporre il dispositivo antisvio su carri merci e vetture viaggiatori (troppo costoso). Quanto “costano”, al contrario, le vittime del disastro di Pioltello? Se il dispositivo antisvio fosse stato installato sul regionale Trenord quella mattina non avremo parlato di morte, di dolore. Qual’è l’importo, secondo l’ERA, per il disastro di Corato? Non c’è dubbio che se i lor signori fossero lasciati liberi di agire come vogliono, stragi e disastri sarebbero cronaca quotidiana. Ma Viareggio ci insegna: i perseguitati sono loro. E chi ha coscienza non può non prendere posizione, perchè la responsabilità sarebbe altissima. Chi ha coscienza continuerà a perseguitarli.                                                            

Mauro Moretti, 30.06.2009 (il giorno dopo la strage): “Voglio tranquillizzare gli italiani. Tutto ha funzionato. La rete italiana è la più sicura d’Europa. Non sono io a dirlo, ma le statistiche”

Ferrovieri Cub Rail

COMMENTI: LA QUESTIONE IMMORALEultima modifica: 2019-10-17T22:10:16+02:00da davi-luciano
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