Corteo in Val di Susa: “I popoli in rivolta, No Tav fino alla vittoria”. Sassi e bombe carta contro la polizia

https://www.lastampa.it/torino/2019/07/27/news/e-partito-il-corteo-no-tav-i-manifestanti-sono-diretti-al-cantiere-di-chiomonte-1.37229820?fbclid=IwAR1HdNTBZb_4kWdhuj1UWlLTxQaF-xqPm4j0UNwS9mf3rDwEozs3b6QtX6M

Nonostante il maltempo, centinaia di attivisti, tra valsusini e centri sociali, sono riusciti a violare la zona rossa e sono ormai a ridosso della rete del cantiere. La polizia risponde con lacrimogeni

È partito il corteo dei No Tav in Val di Susa diretto al cantiere di Chiomonte. Nonostante il maltempo, migliaia di manifestanti, tra valsusini e attivisti dei centri sociali, si sono raccolti al presidio di Venaus e si sono messi in marcia verso l’abitato di Giaglione. Uno speaker ha urlato: «Siamo 15mila».

L’obiettivo dichiarato, come più volte affermato dagli stessi attivisti nei giorni scorsi, è arrivare al cantiere e violare la zona rossa tracciata dalle ordinanze della prefettura che ne vieta l’accesso.

A poche ore dalla partenza del corteo, è intervenuto Alberto Perino, storico leader del movimento No Tav: «Io spero sia una manifestazione bagnata ma partecipata, fatta con la testa e non con la pancia perché chi oggi tira una pietra, una castagna o qualunque cazzata sappia che lo fa solo per fare un regalo a Salvini, non certo per il movimento, non certo per il no tav».

Una volta raggiunto il centro abitato di Giaglione, il corteo si è diviso in due parti: uno ha imboccato i sentieri che si inerpicano sul fianco di una montagna, l’altro invece è rimasto sulla strada principale. 

Una decina di manifestanti incappucciati hanno poi cominciato a lanciare pietre in direzione del cancello posto sul sentiero gallo-romano, che porta fino alle recinzioni del cantiere. Le forze dell’ordine hanno risposto col lancio di alcuni lacrimogeni, ma all’avanguardia si sonouniti altri manifestanti arrivando a contare una cinquantina di persone in tutto. Con l’utilizzo della fiamma ossidrica il gruppo è riuscito ad aprire un varco nella cancellata, permettendo così al resto del corteo di dirigersi verso il cantiere di Chiomonte. 

Attraverso i boschi, i manifestanti No Tav sono riusciti a raggiungere una radura a ridosso delle recinzioni del cantiere, proprio sotto il viadotto dell’autostrada Torino-Bardonecchia, raccogliendosi in presidio. Ancora una volta le forze dell’ordine hanno sparato dei lacrimogeni per evitare eventuali tentativi di irruzione.

Nel frattempo uno striscione con la scritta “Fermarlo tocca a noi No Tav” è stato appeso alla rete a protezione del cantiere. Mentre un gruppo lanciava petardi e bombe carta contro la polizia, un altro ha cercato di abbattere del tutto la recinzione sul sentiero dove poche ore prima avevano aperto un varco per permettere ai manifestanti di passare, servendosi della fiamma ossidrica.

Al termine della giornata di protesta il bilancio è di 48 manifestanti denunciati dalla Digos. Un risultato positivo secondo la Questura di Torino, che in una nota stampa ci tiene a precisare che gli operatori di polizia sono riusciti ad evitare un vero e proprio “corpo a corpo” con i manifestanti. La maggior parte dei denunciati sono legati al centro sociale torinese Askatasuna, e tra questi anche lo storico leader Giorgio Rossetto. Un agente della Digos, invece, è rimasto lievemente ferito alla gamba per un sasso lanciato dai No Tav. «Abbiamo dimostrato che il cantiere è violabile, ora possiamo tornare tutti insieme al Festival», ha commentato uno degli organizzatori del corteo.

Corteo in Val di Susa: “I popoli in rivolta, No Tav fino alla vittoria”. Sassi e bombe carta contro la poliziaultima modifica: 2019-07-28T13:55:23+02:00da davi-luciano
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