TAV e Movimento 5Stelle. Il momento è ora

https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2019/07/26/tav-e-movimento-5stelle-il-momento-e-ora/?fbclid=IwAR3wWoyFKiJIK85LvBfDD49eKftSqfcdhSHV0fdQ2-0FshcfP30OtCsgb2E

Il momento è ora. Se il Movimento 5 Stelle vuole sperare di avere – nonostante il disastro continuo in cui si è risolta la sua esperienza di governo – un qualsiasi futuro, deve uscire dall’esecutivo sul tradimento di Giuseppe Conte sul TAV. Ora. Senza nemmeno provare a nascondersi dietro l’ipocrita dito di uno scontatissimo voto parlamentare.

Il presidente del Consiglio non è riuscito a produrre una sola ragione tecnica che ribalterebbe la famosa analisi costi-benefici. Ha invocato vaghe decisioni dell’Europa (prima ancora che la nuova Commissione decida), ha prospettato «costi» del recesso non precisati e non dimostrati: ha fatto sua la solita fumisteria da chiamparini & madamine, senza uno straccio di fatto nuovo.

È dunque evidente Conte ha fatto una scelta politica: arrivati allo stallo e alla vigilia della resa dei conti, il garante del patto di governo ha scelto uno dei due contraenti, buttando a mare l’altro. Non ha tutelato quello che l’ha portato a Palazzo Chigi: ha abbracciato il più forte. E per farlo ha voluto usare l’arma-fine-di-mondo: perché sa perfettamente che restare in un Governo che fa il TAV significa, per i 5 Stelle, il suicidio. Ma c’è un’altra faccia della medaglia: presentarsi non più come l’avvocato difensore dei cittadini, ma come l’avvocato d’affari del TAV significa schierarsi non solo con la Lega, ma accreditarsi definitivamente con il sistema. Con il Pd, con gli imprenditori e (ahimè) con i sindacati: con il presidente della Repubblica e con tutti gli alti garanti dello stato delle cose.

Confesso che non ho mai compreso i crescenti entusiasmi per Giuseppe Conte, oggi apprezzatissimo nei gangli del sistema. Il suo profilo assai dubbio (dal curriculum alle prestazioni professionali) mi è parso fin dall’inizio confermare quell’integrazione del Movimento nel sistema che fu lo sciagurato filo rosso della campagna elettorale 2018.

Come che sia, ora le carte sono sul tavolo. La ragione più forte per rimanere a quel maledetto tavolo è la quasi certezza che votare ora significherebbe consegnare il Paese a Salvini. Con questa legge elettorale, superando il 40% dei voti, ad elezioni che avrebbero un’astensione record, qualcosa come un quarto degli aventi diritti al voto potrebbe avere numeri sufficienti per eleggere il Presidente della Repubblica e cambiare la Costituzione. Uno scenario da incubo, certo. Ma il problema è che quello scenario è già attuale. Se l’unico modo di impedire a Salvini di vincere le elezioni è trasformare fin da ora il Governo Conte in un monocolore della Lega, allora conviene rompere ora. Perché andando avanti così l’esito sarà lo stesso, con l’aggravante di un Movimento 5 Stelle letteralmente disintegrato.

So bene che già ora il destino dei pentastellati appare segnato: i suoi voti di destra sono andati direttamente a Salvini, quelli di sinistra nell’astensione. Ma se il Movimento rialzasse la bandiera dei suoi valori fondanti, a partire dall’ambiente, uscisse dal governo sul TAV (ma anche sulla corruzione dilagante nella Lega; sulla sudditanza di Salvini alla Russia di Putin; su un’autonomia differenziata che ha l’unico scopo di fottere definitivamente il Mezzogiorno…) e cambiasse il leader (perché Di Maio ha perso ogni credibilità) potrebbe ancora giocarsi la partita. Potrebbe farlo soprattutto a causa della totale assenza di alternative: alle Europee nessuno ha riassorbito i milioni di voti non di destra che ha perso, né si vede all’orizzonte alcuna forza seriamente capace di attrarre i voti di tutti coloro che vogliono davvero cambiare il sistema, e che hanno compreso che Salvini intende invece tenerlo in piedi e metterne a frutto le ingiustizie e le paure.

Sono tra coloro che, da sinistra, aveva provato a credere che il Movimento avrebbe potuto giocare un ruolo nello scardinamento dello stato delle cose. Non ho mai accettato le cariche che mi hanno proposto, e non ho mai fatto dichiarazioni di voto a loro favore (se non per la Raggi a Roma: e, in quella situazione, la rifarei mille volte). Ma trovandomeli accanto in mille battaglie per l’acqua, l’ambiente, i beni comuni avevo sperato che potessero giovare. Una speranza ingenua: della quale tuttavia non mi pento, anche solo perché ­– in attesa delle condizioni, ancora assai lontane, della ricostruzione di una qualche sinistra ­politica – non c’era altro in cui sperare. Anche oggi – diciamolo chiaro – l’alternativa è l’astensione.

Ma la totale sudditanza (e l’esplicita complicità) alla politica di estrema destra di Salvini, un reddito di cittadinanza lontanissimo da quello che avevano proposto prima di essere al governo (e realizzato all’insegna del “sorvegliare e punire”), la ripresa della svendita del patrimonio pubblico, una riforma costituzionale che piccona ulteriormente il ruolo del Parlamento e, in generale, una velocissima trasformazione in casta di potere (con mandato, competenza e scrupoli, zero) hanno distrutto quella speranza.

Restava solo la casamatta del TAV, che non investe solo il destino della Val di Susa ma l’idea stessa di democrazia. Ora il tradimento di Conte può essere la pietra tombale del Movimento, o l’occasione per un tentativo di palingenesi. Che non sarà facile, ma è sempre meglio di una fine vergognosa.

Non c’erano e non ci sono governi amici, l’abbiamo sempre saputo!

http://www.notav.info/post/non-cerano-e-non-ci-sono-governi-amici-labbiamo-sempre-saputo/?fbclid=IwAR0znW2a_SUa_gCT-8T5Jf2mxwL-HNVyd1F1WypB0seMjW88mqn4c9W6i6Y

notav.info

post 24 Luglio 2019 at 11:33

Comunicato del Movimento Notav
Non c’erano e non ci sono governi amici, l’abbiamo sempre saputo!
 
Dopo la diretta Facebook del Presidente Conte c’è finalmente chiarezza e come abbiamo sempre sostenuto: amici dalle parti del governo non ne abbiamo mai avuti.
La manfrina di tutti questi mesi giunge alla parola fine e il cambiamento tanto promesso dal governo, getta anche l’ultima maschera, allineandosi a tutti i precedenti.
E’ dal 2001 che risentiamo le solite parole da parte dei vari presidenti del Consiglio, e quelle oggi di Conte, anche se condite dalla “responsabilità del padre di famiglia” , non sono altro che la solita dichiarazione di chi cambia tutto per non cambiare niente, tenendo in piedi un dibattito in questi mesi, che è sempre stato ambiguo negli atti concreti, e questo è il risultato.
 
Non farlo costerebbe più che farla?
E’ solo una scusa per mantenere in piedi il governo e le poltrone degli eletti, sacrificando ancora una volta sull’altare degli interessi politici di pochi, il futuro di molti.
Conte fino a poco tempo fa si era detto convinto che quest’opera non serviva all’Italia perchè troppo costosa per i benefici. Aveva letto bene l’analisi consegnatagli dalla commissione nominata, ed ora ha cambiato idea, fulminato sulla via di Damasco da promesse di finanziamenti europei o da equilibri politici da mantenere?
 
Abbiamo sempre definito il sistema Tav il bancomat della politica ed è solo di oggi la richiesta di arresto per il direttore della CMC che è il general contractor della Torino Lione. Un piccolo esempio di cosa abbia scelto il presidente Conte, altro che interessi degli Italiani!
 

Cosa cambia ora?

Per noi assolutamente nulla perché sono 30 anni che ogni governo fa esattamente come quello attuale: annuncia il si all’opera e aumenta il debito degli italiani facendo leva su un fantomatico interesse nazionale che non c’è e che nessuno dimostrerà mai.
Noi faremo quello che abbiamo sempre fatto, convinti di essere dalla parte del giusto, e dalla parte di quella maggioranza del Paese che dalla Torino Lione non trarrà nessun vantaggio, ma un danno economico e ambientale, che pagheremo tutti.
Conte e il governo che presiede saranno gli ennesimi responsabili di questo scempio ambientale, politico ed economico.
 
Ci chiediamo ora cosa faranno tutti quelli del Movimento 5 stelle che al parlamento si sono detti notav, ci chiediamo se avranno coraggio e coerenza o, come per altri punti politici tanto cari, che non si sono rivelati tali, faranno finta di niente tirando a campare.
Ma per coraggio e coerenza non intendiamo la sceneggiata già pronta da tempo, e che la mossa di Conte conferma, di portare il voto in un parlamento dove il voto è già scontato e dove il Movimento 5 stelle voterebbe contro, tentando di salvarsi la faccia dicendo “siamo coerenti, abbiamo fatto tutto il possibile”.
 
Noi invece sapremo sempre cosa fare, proseguendo la nostra lotta popolare per fermare quest’opera inutile ed imposta. Lo faremo come abbiamo sempre fatto mettendoci di traverso quando serve e portando le nostre ragioni in ogni luogo di questo Paese, che siamo convinti, sta con noi.
 
Dimostreremo fin da subito la nostra vitalità, con il festival Alta Felicità che prenderà il via giovedì portando migliaia di notav nella nostra Valle, e che porteremo tutti insieme a vedere il cantiere sabato pomeriggio!
Fermarlo è possibile, fermalo tocca a noi!
Il movimento NOTAV

No Tav, sabato la protesta. Il padre di Giuliani: “Spero agenti siano più intelligenti di Salvini”. Il ministro: “500 poliziotti a Chiomonte”

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/07/25/no-tav-sabato-la-protesta-il-padre-di-giuliani-spero-agenti-siano-piu-intelligenti-di-salvini-il-ministro-500-poliziotti-a-chiomonte/5349872/

No Tav, sabato la protesta. Il padre di Giuliani: “Spero agenti siano più intelligenti di Salvini”. Il ministro: “500 poliziotti a Chiomonte”

Giuliano Giuliani, padre del ragazzo ucciso da un colpo di pistola il pomeriggio del 20 luglio di 18 anni fa durante gli scontri per il G8 di Genova, racconta all’Adnkronos: “Ogni volta ho paura. Ogni volta è un colpo al cuore. Spero che anche dai manifestanti le cose siano tenute nei limiti”. Il leader della Lega: “Ogni atto di violenza verrà contrastato con fermezza”

“Stavolta spero le cose vadano diversamente rispetto al G8 di Genova“. Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il ragazzo ucciso da un colpo di pistola il pomeriggio del 20 luglio di 18 anni fa durante gli scontri di piazza Alimonda, racconta all’Adnkronosil suo timore in vista della grande mobilitazione annunciata per sabato 27 luglio dal Movimento No Tav, dopo l’apertura alla realizzazione dell’opera da parte del premier Giuseppe Conte. “Con questo ministro dell’Interno ci si può aspettare di tutto. Confido nelle forze dell’ordine, che siano più intelligenti di Matteo Salvini“, dice Giuliani. Mentre il leader della Lega annuncia che circa 500 agentisaranno impegnati in Val Susa nel fine settimana, quando gli attivisti contrari alla Torino-Lione marceranno verso il cantiere di Chiomonte, simbolo della protesta.

Ogni volta ho paura. Ogni volta è un colpo al cuore”, spiega Giuliani. Cinque giorni fa cadeva il 18esimo anniversario della morte di suo figlio. La verità giudiziaria è un proscioglimento per legittima difesa in favore del carabiniere Mario Placanica, ma i familiari da anni chiedono un processo per chiarire la dinamica dei fatti durante quel pomeriggio in piazza Alimonda a Genova. “Sono sempre preoccupato – aggiunge Giuliani . ma spero che anche dai manifestanti le cose siano tenute nei limiti della percorribilità sebbene le provocazioni da parte di questo ‘orripilante’ ministro siano da attendersi. Spero non ci sia nulla di paragonabile al G8“, è l’appello del padre di Carlo Giuliani.

Proprio sulla mobilitazione annunciata per sabato si è espresso anche lo stesso Salvini. “Ognuno manifesti liberamente il suo pensiero, ma ogni eventuale atto di violenza verrà contrastato con fermezza. Saranno circa 500 gli agenti impegnati sul posto nel fine settimana, sono costantemente in contatto con la prefettura di Torino“, ha detto il ministro dell’Interno. “Sabato c’è il campeggio dei No Tav in Val di Susa e quindi la mia priorità è mandare 500 uomini lì per evitare che provochino disastri“, ha poi ribadito Salvini.

SABATO 27 LUGLIO IL FESTIVAL SI FERMA E VA IN CLAREA!

http://www.altafelicita.org/news/sabato-27-luglio-il-festival-si-ferma-e-va-in-clarea/

Sabato 27 luglio alle ore 13.30 partirà la Gita in direzione del Mostro/Cantiere di Chiomonte.

Andiamo al cantiere, andiamo in tanti e andiamoci tutti!

Ci teniamo molto a far conoscere a tutti contro cosa lottiamo da oltre 30 anni e anche come lo facciamo, tutti insieme con uno spirito che ha consentito di essere uno dei movimenti più longevi della storia recente italiana nonostante le mille avversità che abbiamo incontrato.

Sabato pomeriggio per alcune ore, il Festival Alta Felicità si fermerà per trasferirsi sui sentieri della Val Clarea.

Come lo scorso anno cercheremo di raggiungere il Cantiere di Chiomonte che continua ad essere militarizzato, e sarà un’occasione per costatare in prima persona le difficoltà che i Valsusini incontrano ogni volta che intendono percorrere quei sentieri.

Vergogna gialloverde, i 5 Stelle si piegano anche sul Tav

https://comedonchisciotte.org/vergogna-gialloverde-i-5-stelle-si-piegano-anche-sul-tav/?fbclid=IwAR2fwZZCQqqe5CUiL3ofFmlXM-t39YhaHLWB5nKyUpnIfHZubG8MpwVy_N4

Come Don Chisciotte – Controinformazione – Informazione alternativa

«Alla luce degli investimenti comunitari, non realizzare il Tav costerebbe più che completarlo». Con queste parole, il premier Giuseppe Conte azzera politicamente il Movimento 5 Stelle, da sempre contrario alla Torino-Lione.
L’opposizione all’alta velocità in valle di Susa era l’ultima grande promessa elettorale non ancora disattesa. A questo punto, i grillini sono politicamente finiti. Non manca di sense of humor, Conte, quando aggiunge che «soltanto il Parlamento può recedere unilateralmente dal contratto», ben sapendo che tutti gli altri partiti – Lega, Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia – sono da sempre favorevoli alla maxi-opera più inutile della storia d’Europa, peraltro mai neppure avviata.
L’unico cantiere aperto, a Chiomonte, riguarda infatti una semplice galleria esplorativa: un piccolo tunnel solo geognostico, da cui non passerebbe mai nessun treno. Del faraonico traforo ItaliaFrancia non è stato finora scavato neppure un metro. Sarebbe un doppione disastrosamente inutile: proprio attraverso la valle di Susa, Torino e Lione sono già collegate dalla ferrovia internazionale che valica le Alpi grazie al traforo del Fréjus, recentemente ammodernato (quasi mezzo miliardo la spesa) in modo da consentire il transito di treni con a bordo i Tir e i grandi container “navali”. La nuova Torino-Lione? Non servirebbe a nessuno. In più, il traffico merci fra Italia e Francia è ormai inesistente.
Lo ribadì alcuni mesi fa lo studio sul rapporto costi-benefici commissionato dal ministro Danilo Toninelli al professor Marco Ponti del Politecnico di Milano, “trasportista” di fama mondiale. Era la prima analisi seria, professionale, prodotta da un governo italiano, da vent’anni a questa parte, sulla grande opera più controversa della penisola, contro la quale si è scatenata una fortissima protesta popolare culminata nel 2005 con la quasi-insurrezione della valle di Susa, guidata dai sindaci in fascia tricolore. Protesta tempestivamente cavalcata da Beppe Grillo, in prima linea coi NoTav insieme a Dario Fo. Cinque anni dopo, lo stesso Grillo tornò in valle di Susa spingendosi a Chiomonte e violando provocatoriamente la prima “zona rossa” imposta dalle forze dell’ordine.
Sembrano passati mille anni: i grillini oggi sono costretti a ingoiare le parole del premier gialloverde, scelto proprio da loro per giudare la traballante alleanza con la Lega, da sempre favorevole allo spreco ferroviario del secolo. «Sono pervenuti dei fatti nuovi», ha tentato di spiegarsi Conte, alludendo alla recente apertura dell’Unione Europea, che si è detta disponibile ad aumentare lo stanziamento dal 40% al 55%. «La tratta nazionale per l’Italia potrebbe beneficiare di un contributo europeo pari al 50%».
 
A proposito di Bruxelles: proprio i grillini sono stati determinanti, la scorsa settimana, nella nomina della tedesca Ursula von der Leyen, fedelissima della Merkel e impietosa interprete del peggior rigore europeo. Oltre che l’ennesimo clamoroso tradimento dell’elettorato grillino, l’incredibile voltafaccia sul Tav Torino-Lione si annuncia come una pagina particolarmente vergognosa per il governo gialloverde: se la mossa di Conte sembra un tentativo funambolico di tenere in piedi l’esecutivo accontentando Salvini, rivela soprattutto le mostruose pressioni subite dal potere Ue, a cui l’Italia sembra cedere anche stavolta, come già per la vertenza sul deficit negato. E’ un’Italia che evidentemente obbedisce a decisioni altrui, in questo caso imposte dalla potente lobby europea delle grandi opere.
Il paese dei viadotti che crollano ha un disperato bisogno di infrastrutture utili, e invece si prepara a regalare miliardi ai soliti noti, per un’opera inutile che prevede cantieri con un profilo occupazionale ridicolo. Una farsa, che per i 5 Stelle si trasformerà in tragedia politica: d’ora in poi, nessuno potrà più prendere sul serio Luigi Di Maio, qualunque cosa dovesse dire. Chi ha votato 5 Stelle difficilmente lo rifarà.

Fonte: www.libreidee.org

Link: https://www.libreidee.org/2019/07/vergogna-gialloverde-i-5-stelle-si-piegano-anche-

24.07.2019

I No Tav a Conte: ecco perché è vantaggioso sospendere l’opera

https://torino.repubblica.it/cronaca/2019/07/23/news/i_no_tav_a_conte_ecco_perche_e_vantaggioso_sospendere_l_opera-231857192/?fbclid=IwAR3ZwOAUdbJe8o8IdLTf0OoUY6u7qbTV5B8ewEEVhpcptVpGbGlJtt6QnTY

Lettera al premier: “Ci spieghi perché la Francia spende solo 2 miliardi”di Euro

MARIACHIARA GIACOSA

23 luglio 2019 

“La scelta semplice, inevitabile e unica” in materia di Tav “è la sospensione del progetto, che può essere attuata rapidamente e senza penali”. Si conclude così un elenco di indicazioni che il movimento No Tav fornisce idealmente al premier Conte per “una decisione responsabile” che procurerebbe dei “vantaggi per l’Italia”. I No Tav dicono che il “governo ‘Salvini'” dovrebbe spiegare perché “finanziare la Francia con oltre 2 miliardi di euro per consentirle di realizzare i suoi lavori sul territorio francese. In Valsusa sentono odore di beffa. Dal leader storico Alberto Perino in giù temono che arrivi il via libera all’opera contro la quale si battono da vent’anni. E beffa delle beffe potrebbe arrivare alla vigilia della marcia che il movimento contro il supertreno ha in programma per sabato pomeriggio nell’ambito del Festival Alta felicità. Venerdì è infatti attesa la comunicazione ufficiale del governo a Bruxelles.

Il premier Giuseppe Conte dovrà dire all’Europa se intende proseguire con l’opera oppure stopparla. Un rischio che il movimento No Tav prova a scongiurare fino all’ultimo, con le mobilitazioni di questi giorni – e gli assalti serali al cantiere – e con le prese di posizione politica. L’ultima è quella del Presidio Europa, che segue i rapporti internazionale dei comitati contro l’alta velocità e che ora fa appello a Conte perché blocchi l’opera. E non solo perchè «la Torino-Lione è climaticida», scrivono nel messaggio al premier, ma soprattutto per ragioni economiche. Nel mirino degli oppositori della Tav c’è la spartizione dei costi tra Italia e Francia, secondo la quale «l’Italia dovrebbe finanziare per oltre 2 miliardi per le opere sul territorio francese».