Assalto dei No Tav in Valsusa: razzi, fuochi e petardi. Denunciati 70 attivisti

https://www.lastampa.it/cronaca/2019/07/22/news/assalto-dei-no-tav-in-valsusa-razzi-fuochi-e-petardi-denunciati-70-attivisti-1.37160811

Due notti di attacchi al cantiere della Torino-Lione. Il ministro Salvini: «Adesso arresti e accelerazione dei lavori»

TORINO. Settanta No Tav denunciati in due giorni di protesta in Val di Susa, con lanci di razzi e incendi attorno al cantiere. Un bilancio che consente al ministro dell’interno Matteo Salvini di affondare un colpo contro il movimento che osteggia il treno ad Alta Velocità. «Chi attacca la polizia e il cantiere Tav in Valsusa – afferma – attacca tutta l’Italia: le divise sono il simbolo di chi difende la sicurezza dei cittadini perbene, l’Alta Velocità è l’emblema di un Paese che vuole andare avanti e non indietro. Nessuna tolleranza per i criminali, mi aspetto condanne inequivocabili da tutti gli schieramenti politici. Basta ambiguità: ora controlli a tappeto, arresti e accelerazione dei lavori».

La politica s’infiamma sull’onda dell’estate No Tav rianimata da fuochi e passeggiate notturne nei boschi della Val di Susa in occasione del «Campeggio nazionale studentesco» dei collettivi autonomi: iniziativa annuale, in seno al presidio permanente ai margini del cantiere, che precede il tradizionale festival musicale di opposizione «Alta Felicità», in programma dal 25 al 28 luglio.

Così, nelle due notti dello scorso fine settimana, più di duecento manifestanti, per lo più appartenenti ai centri sociali e alla galassia antagonista, hanno attraversato i boschi di Venaus e Chiomonte per «attaccare» le recinzioni messe a protezione dell’area di cantiere. E visto che il prefetto di Torino, Claudio Palomba, su richiesta della questura, ha esteso dal 18 al 29 luglio, con un ordinanza urgente, la zona rossa di interdizione attorno al cantiere, tutti i manifestanti che si sono spinti alle cancellate per lanciare razzi, appiccare incendi, lanciare pietre e tentare di abbattere le protezioni, oltre ai singoli illeciti, hanno per lo meno violato il provvedimento. Da qui la raffica di denunce.

Il primo attacco nella notte di venerdì e sabato. Tra i manifestanti in marcia nei boschi, la Digos ha identificato 50 appartenenti al centro sociale torinese Asktasuna e alcuni irriducibili del movimento No Tav. L’altra notte, tra sabato e domenica, secondo attacco. Altri venti manifestanti sono stati denunciati. Si sono avvicinati alle cancellata, hanno tentato di abbatterla con un tronco, incendiato una catasta di legno e poi lanciato petardi e razzi pirotecnici contro le forze dell’ordine. Un razzo luminoso, da segnalazione nautica, ha innescato invece un focolaio nel bosco. Poliziotti e personale del cantiere lo hanno spento con gli estintori.

Molte le reazioni politiche. «Non accetteremo nessun atto intimidatorio. Il cantiere della Tav deve andare avanti» dice il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. «Questi no sono frutto di ideologie inconsistenti» afferma Alessandro Morelli, della Lega, presidente della commissione Trasporti della Camera. Anche i sindacati di polizia prendo posizione. «Torino – dice Stefano Paoloni, segretario del Sap – è stata per l’ennesima volta teatro di violenze ai danni delle forze dell’ordine. Un fatto gravissimo. Ma è più grave, l’orgogliosa rivendicazione dei No Tav sui social». Mentre Eugenio Bravo, segretario torinese del Siulp afferma: «E’ insopportabile, per non dire incredibile, che a distanza ormai di oltre 10 anni, si continui con il solito copione di aggressioni e violenze contro le forze dell’ordine. Un’opposizione violenta che si tramanda ormai anche alle generazioni successive».

Assalto dei No Tav in Valsusa: razzi, fuochi e petardi. Denunciati 70 attivistiultima modifica: 2019-07-23T23:16:30+02:00da davi-luciano
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