DENUNCIATI 50 NO TAV PER LA PROTESTA A CHIOMONTE

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Chiomonte 19-LUG-2019

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Comunicato della QUESTURA DI TORINO (Foto da NOTAV.INFO)

CHIOMONTE – Nella serata di venerdì 19 luglio, nell’ambito dell’annuale “Campeggio studentesco No Tav”, in corso di svolgimento dal 19 al 24 luglio presso il presidio di Venaus, circa duecento partecipanti si sono recati, in violazione dell’ordinanza prefettizia, al “Varco 1” dell’area di interesse strategico nazionale di Chiomonte e, dopo essersi assiepati a ridosso della cancellata metallica appositamente rinforzata e dislocata sul ponte del fiume Dora al fine di evitare attacchi al cantiere ed il contatto con le forze dell’ordine, hanno iniziato ad ammassare legname, pedane in legno e altro materiale infiammabile, provocando fiamme alte circa quattro metri.

Gli attivisti, nel corso dell’iniziativa, hanno scandito slogan e cori all’indirizzo della polizia battendo con delle pietre le griglie della cancellata metallica. Nella circostanza, personale Digos della Questura di Torino ha riconosciuto cinquanta appartenenti al centro sociale Askatasuna e al Movimento No Tav, che saranno denunciati per aver effettuato l’iniziativa in violazione dell’ordinanza emessa ex art. 2 Tulps dal Prefetto di Torino.

In particolare, tra questi, sette (sei torinesi ed una militante etnea) saranno denunciati anche per inottemperanza al “foglio di via obbligatorio” dal Comune di Chiomonte, mentre altri undici saranno deferiti alla procura per accensioni pericolose (e saranno applicate nei loro confronti anche sanzioni amministrative), tra cui vi sono due esponenti del centro sociale Askatasuna nei cui confronti pende ancora un procedimento sulla richiesta di applicazione della “sorveglianza speciale” avviata dalla procura, su informativa della Digos di Torino.

Tra gli altri trentadue attivisti denunciati dalla Digos per violazione dell’ordinanza prefettizia, vi sono anche i leader di Askatasuna Giorgio Rossetto, Mattia Marzuoli e Umberto Raviola che, nel pomeriggio di ieri, subito dopo la notifica dell’ordinanza del Tribunale del Riesame sulle misure cautelari adottate per gli episodi perpetrati in occasione del G7 di Venaria Reale (convertendo la misura degli arresti domiciliari in obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), si sono recati presso il varco 1, violando pertanto il provvedimento della prefettura.

Nei prossimi giorni verranno avviate le procedure per l’emissione di altri “Fogli divia” e anche le misure di prevenzione.

La digos, la noia e il cantiere fermo. Sulle denunce.

notav.info
— 20 Luglio 2019 at 13:19


La Questura di Torino fa fatica a buttar giù l’amara polpetta della decisione del tribunale del riesame che nella giornata di ieri ha scarcerato Giorgio, Andrea, Umberto e Mattia dopo le misure richieste dalla sempreverde pm Pedrotta per la mobilitazione nazionale del 2017 contro il G7 di Venaria. In questi atti i 4 venivano accusati di essere i leader della protesta, occulti organizzatori che però non agivano alcun comportamento materiale. Bastava la loro presenza a rafforzare gli “intenti criminosi” delle migliaia di giovani accorsi da tutta Italia contro un G7 della vergogna, offensivo verso chi ogni giorno combatte sfruttamento e precarietà.

Se ieri sera, infatti, la Questura aveva evidentemente deciso che ai due residenti in Valsusa, Giorgio e Andrea, non dovesse essere notificata la scarcerazione (con i carabinieri che alle 19.00 comunicavano ai legali che non avrebbero avuto personale fino alla sera successiva), han dovuto retrocedere dai loro intenti criminosi (si sarebbe trattato inoltre di ingiusta detenzione) a fronte dell’attenzione da subito destata in valle e delle numerose chiamate di protesta ricevute dalla caserma in questione.

Volevano probabilmente impedire loro di partecipare all’iniziativa organizzata dal Movimento No Tav insieme ai giovani da tutta Italia impegnati nel campeggio, cosa quindi non realizzata grazie alla scarcerazione e al fatto che poche ore dopo alcuni dei nostri erano già a Chiomonte, luogo naturale della lotta e della militanza No Tav.

Questo gesto, credibilmente, ha ulteriormente aumentato la loro frustrazione e stamattina, puntuali come degli orologi svizzeri, hanno dato annuncio per mezzo stampa (semper fidelis) del fatto che li hanno visti (con specifica di nome e cognome), che sono stati denunciati e con loro altri 50 giovani sui quali si scatenerà la furia questurina. Sempre tramite provvedimenti arbitrari ed extragiudiziari (vedi foglio di via), sempre con intenti intimidatori destinati a cadere nel vuoto.

Che triste canovaccio, una storia che si ripete e che racconta unicamente della frustrazione di grigi agenti che provano a crearsi un ruolo a fronte del fatto che il cantiere è fermo da oltre un anno e mezzo, grazie alla lotta quasi trentennale del movimento No Tav e nonostante tutti i loro sforzi. Non vi vola mosca. Non ci sono onori. Poche possibilità di carriera.

Ognuno si accontenta di quel che ha e di quel che può, noi continueremo a lottare per liberare la Valsusa da chi la vorrebbe un corridoio mangiasoldi. A loro il compito di inventarsi storie e regalare ai giornali dei “nemici pubblici”, ma nessuno più ci crede…che qualcuno glielo dica!

Avanti No Tav!