Torino-Lione: allo Stato francese con i ritorni dell’IVA (TVA) e delle imposte, i lavori eseguiti sinora e quelli per la futura realizzazione del tunnel di base avranno costo “zero”

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Le recenti richieste del Governo italiano e le repliche da parte francese impongono qualche chiarimento.

Anzitutto l’asimmetria del contributo italiano al 57,9% non è nata dal maggior costo della tratta nazionale interamente francese, come ha recentemente affermato un emendamento votato dal Senato francese, ma dall’accordo del 5 maggio 2004 tra Raffarin e Berlusconi in merito alla divergenza se iniziare con un solo tunnel, come chiedevano i francesi, o partire subito con due. Si decise che il tunnel di base avrebbe avuto subito due canne, come voleva l’Italia, che però ne avrebbe pagato i maggiori costi accollandosi il 63% dell’intera opera anche se, con l’uscita a Venaus, il tunnel era, per l’87%, in territorio francese. Questa percentuale venne rivista solo otto anni dopo, il 30.01.2012: in questa occasione, i francesi non sollevarono più la questione sul doppio tunnel, ma la spesa rimase comunque per il 57,9% a carico dell’Italia contro il 42,1%  della Francia anche se, anche nell’ultima versione, l’80% del tunnel continuava ad essere in territorio francese.

A questa incredibile generosità del nostro Governo, se ne aggiunge un’altra, non dichiarata, per cui, nell’asimmetria della territorialità delle opere, all’attuale livello del contributo europeo, la Francia, con i ritorni di imposte per i lavori fatti nel suo territorio, compensa il suo contributo. In pratica è a “costo zero” e questo spiega perché non abbia mai voluto mettere in bilancio gli stanziamenti per gli anni futuri ed anche molte dichiarazioni del Governo francese, da Hollande a Macron. Grosso modo la Francia versa quanto ha incassato dalle imposte sui lavori precedenti.

Il maggior ritorno è costituito dall’IVA (TVA) che è una partita di giro: se lo Stato italiano dà contributi per la costruzione di una infrastruttura, finanzia anche l’IVA relativa ai lavori di qualunque tipo, che poi gli ritorna e sostanzialmente azzera la partita. (*)

Ma la situazione è molto diversa se lo Stato italiano versa contributi per lavori che vengono realizzati in territorio francese: in questo caso l’IVA (TVA) va alla Francia.

L’ultima delibera CIPE sulla parte transfrontaliera comune della Torino-Lione, pubblicata sulla G.U. del 28.2.2018, ha stabilito che il costo dell’opera è 9,6 miliardi. Di conseguenza si può ipotizzare un costo originario di 9 miliardi per i 57 chilometri del solo tunnel di base.

Facendo il calcolo secondo l’ottica dei promotori che prevedono un contributo UE  del 40%.

L’onere del costo è sostenuto da:

UE            40%                                       3,6 miliardi

Italia       57,9% del 60%   = 35%   3,1 miliardi

Francia  42,1% del 60%   = 25%   2,3 miliardi

Ma la spesa dei 9 miliardi ricade poi:

– In Italia per 12 km, corrispondenti al 20% e cioè per 1,8 miliardi

– In Francia per 45 km corrispondenti all’80% e cioè è per 7,2 miliardi (o 8,1 miliardi nella indicazione data dall’ultimo bando della TELT)

Gli accordi italo francesi ed i protocolli allegati non parlano di questioni di IVA o di riscossione delle imposte e quindi lasciano la questione nei suoi termini, anzi, l’accordo del 30.01.2012 aggiunge che la territorialità va dal punto di attacco sino al punto in cui si incontra lo scavo proveniente dall’altro stato e questo fa si che il bando pubblicato da Telt lo scorso 15 marzo, che assegna al cantiere francese di Modane di 22 km, sui 29 km complessivi della tratta tra Villarodin/Modane e Susa, significa che la parte fiscalmente italiana scende al 12%. Nulla si dice su queste questioni né nel Regolamento contratti del 8.3.2016 né in tutti gli altri protocolli noti, dove non si parla neanche della divisione degli eventuali incassi, per cui la Francia non ha ancora accettato di dividerli con l’Italia al 50%.

Su queste basi:

con la sua TVA (IVA) al 20%  la Francia incassa, sui 7,2 / 8,1 miliardi di lavori che vengono effettuati nel suo territorio, da1,45 miliardi a 1,6 miliardi di euro.

In più per le società francesi o domiciliate fiscalmente in Francia, incassa l’imposta sulle società (Impot sur les Societès) del 33%, basata sui loro utili, ed i sostituti di imposta (Prelevement a la source) per dipendenti e professionisti, entrati in vigore quest’anno.  In totale circa 0,5 miliardi di euro in 11 anni.

Vanno calcolate infine le tasse locali, anche se per noi non compensano i danni generati dai cantieri: la Taxe Foncière, la Taxe d’Habitation (equivalente all’IMU italiana) che, su una superficie di 4 grandi cantieri ed aree di pertinenza, possiamo credere che, in 12 anni, valgano circa 50 milioni di euro.

IN TOTALE LA FRANCIA, PER LA TORINO LIONE a fronte di una spesa di circa 2,25 miliardi per la sua quota del 42,1% al netto di un contributo UE del 40% ha un ricavo di 2,2 miliardi e quindi sostanzialmente SPENDE NULLA e poiché non le costa nulla ha rinviato al 2038 la decisione sulle vie d’accesso.

Ma anche nel contributo europeo c’è una situazione sfavorevole all’Italia, perché questo contributo, di fatto, è un “ritorno” obbligato, da parte dell’Unione Europea, di una quota di quanto ogni stato versa ogni anno alla UE. L’Italia che, come capofila del progetto, si è fatta titolare della quota maggiore del contributo comune, (che finirà nei lavori in Francia), ne avrà come conseguenza la diminuzione degli altri contributi UE a favore dell’Italia per i vari programmi che essa finanzia. Ed anche qui la Francia sarà favorita.

Mario Cavargna, presidente Pro Natura Piemonte

(*) l’applicazione e la riscossione dell’IVA (TVA) risulta dai documenti relativa alla discenderia di Modane. Risulta anche dai documenti di TELT relativa ai recenti appalti francesi: la dizione usata del valore è di un importo “TVA/ IVA esclusa”. Questo vuol dire che l’IVA esiste ma è fuori del valore riconosciuto all’azienda in quanto poi va versata allo stato. Se l’IVA (TVA) non fosse stata applicata si sarebbe scritto: “esente IVA” od altre formule equivalenti.
Torino-Lione: allo Stato francese con i ritorni dell’IVA (TVA) e delle imposte, i lavori eseguiti sinora e quelli per la futura realizzazione del tunnel di base avranno costo “zero”ultima modifica: 2019-04-02T23:44:32+02:00da davi-luciano
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