SNCF: AL VIA LA LINEA AUTOSTRADALE FERROVIA CHE COLLEGA IL PORTO DI CALAIS A ORBASSANO

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(FERPRESS) – Roma, 6 NOV – Elisabeth Borne, Ministro dei Trasporti, Natacha Bouchart, Sindaco di Calais, Jean-Marc Puissesseau, Presidente e CEO di Port Boulogne Calais, Guillaume Pepy, presidente del comitato esecutivo di SNCF e Thierry Le Guilloux, Presidente della VIIA (gestore delle ferrovie del Gruppo SNCF), hanno inaugurato una nuova linea autostradale ferrovia che collega il porto di Calais a Orbassano nella periferia di Torino.

L’opera trasferirà fino a 31.000 camion dalla strada alla ferrovia: il funzionamento della linea si basa sui terminali esistenti del porto di Calais e Orbassano e coinvolge le ferrovie SNCF per il percorso francese e Mercitalia (gruppo Ferrovie delle Stato Italiane) per la parte italiana.

+ 30.000 CAMION TRASFERITI PER FERROVIA
Vengono effettuati tre viaggi di andata e ritorno settimanali da Calais a Orbassano per una distanza di 1.150 km con un tempo di percorrenza di 18 ore.
Thierry Le Guilloux, presidente della VIIA, commenta: “Questa nuova linea autostradale viene aggiunta al servizio già esistente in Spagna. Questa opera è frutto degli sforzi delle squadre della VIIA, ma anche del porto di Calais e
Fret SNCF, e rappresenta una notizia eccellente per lo sviluppo del trasporto di semirimorchi in modalità non accompagnata in Europa”.
Il servizio, aperto a tutti i tipi di rimorchi, consente di risparmiare circa 1,2 tonnellate di CO2 per rimorchio per viaggio, equivalente a un risparmio su base annua di 37.200tonnellate di CO2.

COLLABORAZIONE CON PORT BOULOGNE-CALAIS

La collaborazione tra Port Boulogne Calais, VIIA e il gruppo SNCF si rafforza con la nuova linea Calais – Torino Orbassano: commissionato nel marzo 2016, il terminal autostradale di Calais è una struttura portuale unica in Europa.
Jean-Marc Puissesseau, presidente e amministratore delegato del porto di Calais, dichiara: “il lancio di questa nuova linea conferma la nostra visione di uno sviluppo traffico rimorchio non accompagnato nei prossimi anni e il nostro desiderio di rispondere ad esso. Con l’apertura di questo nuovo servizio proposto dal nostro partner VIIA, il porto di Calais diventa il punto di riferimento delle interconnessioni marittime / stradali / ferroviarie tra nord e sud dell’Europa e consente ai nostri clienti di avere soluzioni di spostamento modale all’interno del porto stesso”.

INFORMAZIONI SULLA AUTOSTRADA FERROVIARIA

Il gruppo SNCF ha affidato a VIIA il compito di sviluppare le autostrade ferroviarie di Francia ed Europa.
Per Guillaume Pepy, presidente del consiglio direttivo della SNCF: “Le autostrade ferroviarie proposte dalla VIIA costituiscono uno strumento estremamente efficace per sostituire il trasporto su strada con quello ferroviario e lottare contro i gas a effetto serra. Grazie alla VIIA, la ferrovia si sta adattando al mondo della strada: tutti i semirimorchi possono essere caricati senza alcun investimento da parte del trasportatore su strada e con tempi di percorrenza competitivi”.
Nel 2017 c’erano 106.747 unità (semirimorchi, scatole mobili o container) trasportati da VIIA e 75.000 tonnellate di emissioni di CO2 risparmiate.
Oltre alle linee in partenza da Calais, altre due linee contribuiscono allo sviluppo della relazione modale proposta dalla VIIA: in collaborazione con Mercitalia, la linea Aiton (Chambéry) – Orbassano collega i 175 km tra Francia e Italia in 3 ore dal 2003; in collaborazione con le ferrovie del Lussemburgo (CFL), la linea Bettembourg (Lux) – Boulou Perpignan, in servizio dal 2007, effettua tre viaggi al giorno su una distanza di 1.045 km in 15 ore.

Elisabeth Borne, ministro dei Trasporti, ha dichiarato: “Le autostrade sono una soluzione eccellente per garantire la transizione ecologica del trasporto merci e il trasferimento modale dai camion alla ferrovia. Questa inaugurazione è un simbolo molto bello della forte ambizione del governo per la rinascita del trasporto ferroviario di merci, concretizzata con importanti decisioni prese negli ultimi mesi, come la limitazione dell’aumento dei pedaggi merci  e la fiducia che abbiamo in questa potente modalità”.

C’È QUALCOSA DI NUOVO OGGI NEL SOLE, ANZI D’ANTICO…—– LA REPUBLIQUE EN MARCHE… JAUNE

http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2018/12/ce-qualcosa-di-nuovo-oggi-nel-sole-anzi.html

MONDOCANE

MERCOLEDÌ 12 DICEMBRE 2018

Terrorismo di distrazione di massa
Sempre più grossolani, sempre più faciloni. Tanto c’è la rete mediatica sotto gli spericolati. In Francia è in atto un’insurrezione che, dopo aver bloccato e sconvolto il paese per un mese, non si ferma. Un’insurrezione approvata dai due terzi dei francesi, non di classe, ma di popolo che si è fatto, è stato fatto fare, proletariato. Un’insurrezione che si vuole limitata al rifiuto di un aumento dei prezzi, ma che si è rivelata contro il governo, l’Unione Europea, il neoliberismo, il colonialismo interno ed esterno. Tutti gli occhi, malevoli e benevoli, sono puntati su questo fenomeno di massa dai tratti epocali. 

Tutti gli occhi, al quinto giro della lotta, si spostano, vengono diretti, verso Strasburgo, dove, naturalmente, il solito pregiudicato radicalizzato (ricostruito in carcere), naturalmente sotto osservazione per sospetto di terrorismo (!), con la casa piena di granate perquisita il giorno prima (!), assediato in un palazzo e, naturalmente, per miracolo fuggito, fa una nuova strage terroristica, naturalmente in pieno milieu natalizio, di pace e festa, e naturalmente qualcuno lo ha sentito urlare “Allah–U-Akbar”, talché nessuno pensasse che fosse un terrorista basco, o ceceno, o delle FARC, o laico. Naturalmente raccapricciante. Spazza via da occhi, orecchie, coscienza, riflessione, ogni altra cosa, anche la più grossa. Così, ratatatatà-clang!, è scesa la saracinesca su un mondo che, come per altri versi aveva cantato Ivan Della Mea mezzo secolo fa pensando a Mao, da rosso si era fatto giallo. 

Repetita juvant
Macron era al 23% dei consensi. Hollande era messo anche peggio quando capitarono Bataclan e affini. In Belgio lo scazzo al vertice è tale che non si riesce più a mettere insieme un governo: ed ecco una bella raffica di attentati. Bush sprofonda mentre dovrebbe fare tante guerre e crollano le Torri. Theresa May è nella peste sul Brexit è viene avvelenata un po’ di gente “dai russi”…. Tutto inizia da noi, un po’ come oggi con il “governo del cambiamento” (componente gialla), con l’“autunno caldo”, una generazione di disobbedienti e vai con i botti dei servizi, fascisti e P2.

A Roma, visto che a Piazza Venezia non è spuntato un nuovo “Spelacchio”, ma un imponente e stupendamente agghindato abetone, da far ombra a quello di San Pietro; visto che da troppo tempo non vanno più a fuoco in serie gli autobus, visto che un certo ordine nello smaltimento dei rifiuti è stato raggiunto, visto che molte buche sono state chiuse, visto che Virginia Raggi è scampata definitivamente alla Procura di Roma, si incenerisce l’impianto di trattamento dei rifiuti di Via Salaria (telecamere spente il giorno prima!) e spedisce una nube tossica sull’intera Urbe. L’impianto si è autocombusto ad appena 10 gradi centigradi. Nessuna delle sostanze depositate nell’impianto (benzene, acetilene, carta, legno, etano, toluene, eccetera) si autoincendia a meno di 175°, quasi tutte solo tra i 230 e i 560 (dati inconfutabili diffusi da Adriano Colafrancesco. Grazie). E ora le 800 tonnellate di spazzatura assorbite laggiù ogni giorno possono ben finire a celebrare il Natale tra i piedi dei romani, per la gioia della Lega e dei suoi affini in PD e FI. Il ministro Costa, il miglior carabiniere che abbia l’Arma, anche perché era a capo della Guardia Forestale, astutamente abolita da Renzi, ha qualche sospetto.



La risposta la dà il poeta

Adesso voi, che avete vissuto o ricordate a cosa sono serviti Piazza Fontana, l’Italicus, Piazza della Loggia, Bologna, Via Palestro, Via dei Georgofili, Falcone e Borsellino, eccetera, eccetera; voi, che siete rimasti agghiacciati di fronte alle campagne “anti-terrorismo” di cui sopra, dal Bataclan al mercatino di Natale a Berlino e ai gas sparati su bambini a Ghouta Est, ma non per questo vi siete chiamati “Je suis Charlie”, né vi siete bevuti la fola del “terrorista Assad” propalata dai più feroci terroristi della Storia e dai loro mandanti….Voi, adesso, dando uno sguardo anche a cosa viene fatto seguire a questi fatti: divieto di manifestare (stop ai Gilet Gialli), proclamazione di stati d’urgenza o emergenza, poteri senza limiti e impunità ai repressori, ennesimo giro di vita alle espressioni fuori binario, fatevi una domanda e datevi una risposta. 

Tocca a voi, giacchè quella risposta non la troverete né nelle edicole, né sugli schermi. E tenetela per voi, non arrischiatevi su Facebook, se non ve la sentite di essere sotterrati da una valanga di hate speech, con “il manifesto” a strepitare più forte di tutti, che vi qualificano di complottisti, teorici della cospirazione, provocatori, sediziosi, disturbatori della quiete pubblica, colpevoli di schiamazzi molesti. Viviamo in Occidente. Dove la grande stampa tratta l’informazione come si vede dal confronto fatto dal Fatto Quotidiano (spazi per SI TAV, 30mila manifestanti, poi per NO TAV, 70mila). Traetene le conclusioni. Comunque non è mai sbagliato rifarsi a un poeta. Pierpaolo Pasolini, che la sapeva lunghissima, quella risposta se l’era data. Tanti anni fa. L’hanno ammazzato.

Se non ci fosse Wu Ming1, chi ci farebbe capire che siamo sotto Pinochet?
Tale Wu Ming1, che secerne hate speech sui Gialli di governo (i verdi, in tutte le loro salse, sono da sempre considerati o innocui, o contigui; stanno con gli appalti e con Israele, una garanzia)) e qualifica, con competenza di grande storico, questo governo come quello “più a destra di tutta la storia d’Italia” (immagino, dopo l’unità, chè sennò si va a finire a Barbarossa o Domiziano), considerando migliori quelli di Crispi, Bava Beccaris, Mussolini, Tambroni e Andreotti. Con rispetto per questo Wu Ming1, dirò che i gialli d’Italia e i gialli di Francia e i gialli che si agitano un po’ ovunque (Podemos, France Insoumise, Wagenknecht, No Tav e tutti i NO all’esistente di bratta…) sono membri della stessa famiglia. Con vari gradi di parentela, da fratelli a cugini di primo, secondo, terzo grado. Ai nostri potrebbe anche spettare la qualifica di papà, o fratelli maggiori. Sono arrivati primi al governo, anche se, ahinoi, a costo di un’alleanza che, o si sfascia, o si riequilibra, o va tutto a ramengo. E, infatti, se le nostre piazze non si colorano di giallo sfasciacarrozze è perché ancora quel 32,3% del voto antagonista regge, ancora confida nel “suo” governo. Se poi questo delude, andremo a chiedere consiglio in Francia.


Se non fate attenzione, i giornali vi faranno odiare gli oppressi e amare quelli che opprimono.
Notate l’euforica sveltezza con cui giornaloni e televisionone hanno accantonato l’imbarazzante e fastidiosa alterazione dei rapporti di forza verificatosi a Torino sul Tav e, più in grande, nella Francia dove le rivolte di massa interminabili sono patrimonio storico e dunque si susseguono di semestre in semestre (ricordate i ferrovieri e altri dell’anno scorso) e il banchiere preso di mira reagisce con pigolii di autocritica e tonanti minacce di repressione. Colui che il “manifesto” aveva promosso a “leader dei progressisti europei”, in cui tutto l’establishment politico-mediatico aveva salutato, per niente ammaestrato dall’analogo Tony Blair, il nuovo “Santo Patrono d’Europa” (Travaglio), un Macron da ridurre a micron tutto quanto era venuto prima, un Mazinga da spazzar via la feccia populista, ridotto a concedere 100 euro di aumenti salariali, la sospensione degli aumenti di carburanti, gas e luce, un eventuale bonus di fine anno, la defiscalizzazione di straordinari e pensioni sotto i 2000 euro. “Briciole”, ha gridato il 59% dei francesi, confermando il suo appoggio ai Gilet Gialli. 

Se c’è stato tentativo di rompere il fronte giallo tra i “moderati”, cari ai nostri centrosinistri e centrodestri, e i detestati, quasi fascisti, “radicali”, il proposito di far pagare i 10 miliardi dei provvedimenti agli stessi depredati in piazza, combinato con il rifiuto di ristabilire l’ISF, la patrimoniale sui ricchi, confermando a Macron la stigmate rothschildiana e di paladino dei satrapi, dovrebbe aver vanificato la mossa.

Parigi val bene un 3,5%, noi neanche una messa
Mentre da noi la sfrontata disponibilità dei Torquemada UE, di affiancare alla punizione di un governo che, col misero 2,4 di deficit, cerca di fare qualcosa anche per i poveri e per la giustizia, quindi nemico, la benevolenza al governo che, per l’ennesima volta con l’oltre 3%, cerca di tenere a bada i disperati mantenendo i benefit ai ricchi, quindi amico, dovrebbe aver acuito la vista a coloro che avevano individuato nel Berlaymont, palazzo della Commissione, nient’altro che il castello di carta del fraudolento Mago di Oz.

Ti esorcizzo come destra e così sto a posto
Dunque per l’inconfutabile saggio della montagna Wu Ming1, che non differenzia tra giallo e verde e perciò viene glorificato dal “manifesto”, soffriamo il gioco del governo più di destra della nostra storia. Ma, dal momento che il Movimento Cinque Stelle, nel suo insieme, è schierato a sostegno dei Gilet Gialli, insieme a Melenchon e alla Wagenknecht (diversamente dal suo partito, Die Linke, che condivide con il “manifesto” l’orrore per lo spontaneismo apartitico e a-ideologico e la violenza dei Gilet) e che sulle stesse parole d’ordine dei Gilet è stato votato dal 32,3% degli elettori, ne consegue che per Wu Ming1 anche l’insurrezione francese è di estrema destra. Agli esorcisti di autentica sebbene mascherata destra che, come costui, cercano di azzerare quanto sta sorgendo e minaccia di diffondersi in varie forme, comunque “populiste”, in tutta Europa, non resta che l’anatema. 

Mentre tacciono, proprio come Macron, sulla sollevazione degli studenti, unitisi ai Gilet Gialli con l’occupazione di centinaia di scuole e decine di università. Tacciono, mentre Macron, con gli studenti inginocchiati, faccia al muro, mani dietro la testa, nell’irrisione dei robocop all’americana nei ghetti neri, o all’israeliana nei ghetti palestinesi, inaugura quella che molti vaticinano come la soluzione finale al Giallo dei tempi: lo Stato di polizia. L’incredibile violenza di una polizia di regime, pretoriana della créme de la crème, di un Macron che, peggio di Maria Antonietta e delle sue presunte brioches, insieme a Brigitte, indossa un gilet giallo milionario confezionatogli da Vuitton, mentre i suoi sbirri sparano ad altezza d’uomo gas tossici e granate assordanti, fino a uccidere una vecchietta alla finestra.

Richieste di destra che fanno infuriare la sinistra alla Juncker e Macron
E allora vediamo, con una breve selezione dei 40 punti qualificanti delle richieste dei Gilet (pensate l’orda dei disorganizzati plebei ha addirittura concordato un programma), quali sono queste manifestazioni di pensiero destro, quasi fascista. Elenco di richieste meticolosamente ignorato dai media, per i quali si trattava di evidenziare solo una turba di incazzati andati in fissa per una tassa, dopotutto “ecologica”. Una casa per i 200mila senzatetto; paga minima €1.300; sostegno ai negozi di vicinato, basta con i centri commerciali; tasse sui grandi di finanza, digitale, commercio; per i parlamentari stipendio medio francese; pensioni minime a €1.200; salari collegati all’inflazione; contratti a tempo indeterminato; niente interessi sul debito; affrontare le cause dell’emigrazione (e non gli effetti. Cioè bloccare le guerre e le depredazioni e devastazioni multinazionali); permessi di soggiorno da esaminare nei paesi d’origine; tetto per gli affitti; divieto di vendita dei beni pubblici; gas, elettricità e altri servizi essenziali devono tornare pubblici; basta chiusura linee ferroviarie secondarie, ospedali, uffici postali, asili, tribunali; referendum popolare con 700mila firma deve essere approvato dal parlamento; pensione a 60 anni per lavori usuranti; trasporto su ferro anziché su gomma; niente commissioni bancarie su pagamenti con carta di credito; tasse sul gasolio navale e sul kerosene degli aerei.

Far pagare il disastro climatico alle sue vittime
Infine c’è la richiesta di cancellare la cosiddetta ecotassa sui carburanti che, per conto mio, è infelicemente condivisa (ma ora abbandonata) dai 5 Stelle. E’ il classico strumento specchietto delle allodole per far pagare ai soliti una limitatissima conversione alle energie pulite, esonerando le grandi compagnie del fossile che, intanto, se ne fottono di qualsiasi COP 24, 25, 26. Ecotassa diversivo, giacchè ti esime dal potenziare i servizi pubblici, ti costringe ad acquistare nuove automobili, elettriche o ibride che, del resto, sono futuribili, a costi esorbitanti e pure dipendenti dal petrolio, mentre langue del tutto lo sviluppo dell’unica macchina ecologica, quella all’idrogeno. Insomma, è davvero il colmo dell’impudenza: prima ci rifilano macchine che fanno morire noi, i nostri figli, trequarti del mondo animale e l’ecosistema; poi, ad avvelenamento compiuto e forse irreversibile, gli stessi ci minacciano di catastrofe se non paghiamo per la riconversione, mentre continuano a farsi finanziare, in cambio di leggi benevole, dai responsabili del dramma.

Quando certe cose erano di sinistra
Tutto questo programmino risulta più o meno uguale a quello dei 5 Stelle, prima che fossero costretti a governare con il mazziere dei cementificatori e rastrellatore di pessime facce in giro per l’Italia. Un governo per impedire che continuassero a imperversare su di noi le confraternite di Berlusconi e Renzi più gradite a Wu Ming1, a Zoro, al “manifesto”, alla Gruber, a Floris, a tutto il cucuzzaro politico-mediatico italiota. Se non mi inganna la memoria, un programma come questo un tempo era considerato di sinistra. Punta all’uguaglianza togliendo in alto e dando in basso, si preoccupa dell’ambiente, demistifica la retorica colonialista dell’emigrazione, si oppone ai diktat dell’oligarchia europea. Ma forse proprio questo dato, di essere inequivocabilmente progressista, come tutte le insurrezioni dei deprivati contro il sovrano, individuo o classe, da Spartaco a Robespierre, da Zapata al Che e al 1917, è ciò che da fastidio ai “sinistri”. Ce li mostra nudi come vermi.

Avrei sperato di trovare tra i 40 punti qualcosa di netto e chiaro sul militare, le guerre, la Nato impegnata in un genocidio dopo l’altro, il colonialismo francese in Africa e Medioriente. Forse lo si può vedere implicito nella richiesta di rivolgersi alle cause delle migrazioni, in massima parte racchiuse in quel l’interventismo bellico ed economico che parte dalla Libia, passa per la Siria e occupa tutto il Sahel e l’Africa Occidentale, terra d’origine del più alto numero di sradicati. Si poteva essere più decisi e precisi. L’importante, il decisivo è che, attraverso Macron, hanno infastidito un sacco di bella gente, da Juncker su su fino alle varie famiglie Rothschild, la Cupola. E, come diceva quello, nessuno è perfetto. Ma tutti sono perfettibili. Tranne Wu Ming1.

 

AU CŒUR DE L’AFFONTEMENT PARIS VS MOSCOU  AFRIQUE NOIRE

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 12 11/

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I- L’ACTU – CE MARDI SOIR 11 DEC. 2018 SUR AFRIQUE MEDIA/ DANS ‘FACE A L’ACTUALITE’ AVEC LE GEOPOLITICIEN LUC MICHEL :

GEOPOLITIQUE AFRICAINE. QUE SE PASSE-T-IL EN CENTRAFRIQUE ?

Vers 20h00 (Douala-Ndjaména-Malabo)

et (Bruxelles-Paris-Berlin)

Avec les panelistes invités ce soir

Luc MICHEL en Duplex EODE-TV depuis Bruxelles Rediffusion ce mercredi

* Thème de l’émission :

SUJET D’ACCUEIL. RCA.

La Russie intègre le conseil de sécurité de la République centrafricaine.

* Le géopoliticien Luc MICHEL :

– ANALYSE LE CONTEXTE GÉOPOLITIQUE DU DOSSIER CENTRAFRICAIN, le choc Paris (allié aux USA) vs Moscou.

– Ce qui est en jeu est fondamental pour les deux rivaux :

La place de la France de Macron et Le Drian, « shérif de l’Afrique » selon les généraux de Trump, en Afrique ; Le « grand retour de la Russie sur les champs de bataille de la Guerre froide » (dixit STRAFOR, le grand think tank américain) et la place de Moscou en Afrique …

* AFRIQUE MEDIA

Rediffusion prochaine sur la WebTV AFRIQUE MEDIA

sur http://www.afriquemedia-webtv.org/

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II – « LA RCA, TETE DE PONT DES AMBITIONS RUSSES EN AFRIQUE »

C’est le constat plein de dépit de RFI : « En 10 mois à peine, ils sont devenus omniprésents à Bangui, ils forment les FACA, les forces armées centrafricaines, assurent la sécurité rapprochée du président Faustin Archange Touadera, jouent les médiateurs avec les groupes armés qui contrôlent encore les trois quarts du pays, et implantent des bases dans les zones diamantifères : pourquoi cet intérêt subit des Russes pour la Centrafrique, qu’ont-ils à y gagner ? Le Kremlin cherche-t-il à évincer la France de son pré carré africain ? La RCA est-elle la tête de pont des ambitions russes sur le continent africain ? »

Le retour de la Russie « sur les champs de bataille de la guerre froide en Afrique », après le départ brutal de 1991-92 du à l’implosion de l’URSS, est une mauvaise surprise pour le Bloc américano-occidental, l’AFRICOM et l’OTAN. Et en particulier pour Macron et sa « nouvelle Françafrique 2.0 », choisie comme « nouveau sherif de l’Afrique » par le général Mattis, chef du Pentagone et homme fort de l’Administration Trump. En particulier Moscou intervient directement sur les chasses gardées de Paris : Libye avec Haftar, Centrafrique, RDC (où des accords russo-congolais viennent d’être

conclu) …

En tout cas, la guerre pour le contrôle de la République Centrafricaine entre la France et la Russie est une réalité :

* Premier joueur sur l’échiquier africain et centrafricain.

La Russie est de retour sur les champs de bataille de l’ancienne guerre froide en Afrique, après l’éclipse des Années 1991-2015 ?

* Second joueur, la France.

Celle de la « nouvelle Françafrique 2.0 » des Macron-Zinsou-Le Drian.

Quel scénario joue Paris ? Celui du « nouveau shérif de l’Afrique » désigné par le Pentagone.

* Troisième joueur, celui qui domine actuellement l’échiquier africain, les USA.

Washington s’est réintéressé à l’Afrique après le tournant géopolitique américain en Afrique de 2007-2008 et la création de l’Africom. Entre « Printemps africain » et « diagonale stratéqique Djibouti-Dakar », les projets géopolitiques des USA en Afrique sont d’ampleur continentale.

La Centrafrique est, elle, devenue l’épicentre du nouveau grand jeu géopolitique africain. Moscou a surgit en RCA, bousculant les projets franco-américains ! « Depuis un an, Moscou est devenu un acteur incontournable sur le plan militaire et même diplomatique », constate RFI. « La Russie a en effet lancé, l’été dernier, son propre dialogue pour la paix, invitant à Khartoum au Soudan gouvernement et groupes armés à s’assoir autour de la table. Une initiative qui vient saper le laborieux processus de paix, sans résultats, lancé par l’Union africaine (UA) » Dont la France se veut « l’avocate infatigable » écrit Florence Parly, la ministre de la Défense de Macron,  « rappelant l’importance de l’action coordonnée de la communauté internationale » (sic). Un constat d’échec de la diplomatie occidentale …

III – VOIR LES ANALYSES DE REFERENCE SUR

LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY :

* GEOPOLITIQUE AFRICAINE:

COMMENT LA ‘RUSSIE REVISITE LES ANCIENS CHAMPS DE BATAILLE DE LA GUERRE FROIDE’ (VU DES USA)

Sur http://www.lucmichel.net/2018/06/21/luc-michels-geopolitical-daily-geopolitique-africaine-comment-la-russie-revisite-les-anciens-champs-de-bataille-de-la-guerre-froide-vu-des-usa/

* LA RUSSIE EST DE RETOUR EN AFRIQUE :

LES CONSEQUENCES GEOPOLITIQUES ET LE NOUVEAU ‘GRAND JEU’ AFRICAIN…

Sur http://www.lucmichel.net/2018/06/17/luc-michels-geopolitical-daily-la-russie-est-de-retour-en-afrique-les-consequences-geopolitique-et-le-nouveau-grand-jeu-africain

* FLASH VIDEO/ LA GUERRE DE PARIS CONTRE MOSCOU POUR LE CONTRÔLE DE LA CENTRAFRIQUE (LE GRAND RETOUR DE LA RUSSIE EN AFRIQUE)

Sur http://www.lucmichel.net/2018/08/09/luc-michels-geopolitical-daily-flash-video-la-guerre-de-paris-contre-moscou-pour-le-controle-de-la-centrafrique-le-grand-retour-de-la-russie-en-afrique/

(Sources : RFI – Interfax – EODE Think Tank)

Photos :

La Russie et la Centrafrique signent un accord militaire.

Les Russes sont de plus en plus visibles dans le pays. Parmi les objectifs de Moscou, affaiblir la présence française en Afrique.

# Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire – Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme (Vu de Moscou et Malabo) :

PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

WEBSITE http://www.lucmichel.net/

PAGE OFFICIELLE III – GEOPOLITIQUE

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel.3.Geopolitique/

TWITTER https://twitter.com/LucMichelPCN

* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

WEBSITE http://www.eode.org/

DESTABILISATION DES GRANDS LACS : BRUXELLES (UE ET NEOCOLON BELGE) VS KINSHASA

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 12 11/

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« Il ne faudrait pas sous-estimer la place que l’Afrique a prise dans les tripes et les jeux de pouvoirs des libéraux. Elle leur offre une cour de récré plus grande que la Belgique et peut-être le sentiment d’encore peser, un peu, sur les affaires du monde. Ils y ont développé des relations qu’il serait, certes, hardi de comparer avec celles que la « Françafrique » entretient avec ses anciennes colonies mais elles reposent quand même sur un maillage étroits de liens d’affaires et de connivence philosophique »

– Le Vif-L’Express (Les réseaux africains du MR, Bruxelles, 12 mars 2015).

I- L’ACTU – CE MARDI SOIR 11 DEC. 2018 SUR AFRIQUE MEDIA/ DANS ‘FACE A L’ACTUALITE’ AVEC LE GEOPOLITICIEN LUC MICHEL :

POURQUOI L’UNION EUROPEENNE SANCTIONNE LE GOUVERNEMENT CONGOLAIS ?

Vers 20h00 (Douala-Ndjaména-Malabo)

et (Bruxelles-Paris-Berlin)

Avec les panelistes invités ce soir

Luc MICHEL en Duplex EODE-TV depuis Bruxelles Rediffusion demain mercredi

* Thème central de l’émission :

RDC.

l’Union Européenne accentue les sanctions contre le candidat Emmanuel Ramazani Shadary.

Pourquoi cet acharnement de l’Union Européenne contre le gouvernement congolais ?

* Le géopoliticien Luc MICHEL :

ANALYSE LE DESSOUS DES CARTES DE L’ACTION DE BRUXELLES, SIÈGE DE L’UNION EUROPÉENNE MAIS AUSSI CAPITALE DU NÉO-COLON BELGICAIN, DANS LA RÉGION DES GRANDS LACS, EN RDC ET AU BURUNDI …

– il explique comment fonctionne le lobby néo-colonial belge, celui des Réseaux africains du MR (le parti libéral belge francophone de l’ex-commissaire européen Louis Michel, de son fils le premier ministre belge fédéral Charles Michel et du ministre des Affaires étrangères belge Reynders) ; il dénonce l’hypocrise de Bruxelles en matière de libertés, de droits de l’Homme et de « démocratie ». L’Union européenne prolonge en effet d’un an ses sanctions contre le dauphin choisi par le président congolais Joseph Kabila. Le Conseil des ministres européens des Affaires étrangères a en effet prolongé, ce lundi, les sanctions décidées en décembre 2016 et mai 2017 contre 14 personnalités du gouvernement Kabila en raison de “leurs actions pour entraver les élections ou de leur responsabilité dans des violations des droits de l’homme” (resic). Emmanuel Ramazani Shadary, candidat officiel à la présidentielle du 23 décembre, en fait partie. On notera que le gouvernement Kabila, qui ne se représente pas, organise pour la première fois dans l’histoire congolaise une succession démocratique par élection …

– il explique comment les nostalgies néo-coloniales de la Belgique se dissimulent derrière l’hostilité à la majorité présidentielle congolaise.

* AFRIQUE MEDIA

Rediffusion prochaine sur la WebTV AFRIQUE MEDIA

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II – AU CŒUR D’UNE « FRANCAFRIQUE A LA BELGE » :

COMMENT FONCTIONNE LE LOBBY NEO-COLONIAL BELGE ?

Au cœur de la déstabilisation du Congo par Bruxelles, il y a les réseaux libéraux du MR. Qui nous conduisent au cœur d’une « Françafrique à la belge » !

Pour rappel, le MR, parti libéral francophone, est le parti de Charles Michel, le premier ministre fédéral belge, et de son père et mentor l’ex Commissaire européen Louis Michel (l’homme qui a déstabilisé les Grands-Lacs avec son complice le dictateur rwandais Kagamé pour le compte des américains).

Le scandale du « Kazakhgate » a conduit à un grand coup de projecteur (bien vite étouffé) sur les Réseaux du MR et de la Famille Michel.

Evoquant le « dirty business » du MR en Afrique, Le Vif-L’Express (édition belge de l’hebdo parisien) écrivait qu’« Il ne faudrait pas sous-estimer la place que l’Afrique a prise dans les tripes et les jeux de pouvoirs des libéraux. Elle leur offre une cour de récré plus grande que la Belgique et peut-être le sentiment d’encore peser, un peu, sur les affaires du monde. Ils y ont développé des relations qu’il serait, certes, hardi de comparer avec celles que la « Françafrique » entretient avec ses anciennes colonies mais elles reposent quand même sur un maillage étroits de liens d’affaires et de connivence philosophique ».

L’hebo belge sortait son dossier à l’occasion du premier volet du Kazakhgate concernant la RDC, impliquant un autre particrate dirigeant du MR, Serge Kubla … L’ancien ministre wallon de l’Economie et ex-bourgmestre de Waterloo était inculpé pour corruption, après avoir remis de l’argent liquide (20 000 euros) à Chantal Muzito, la femme de l’ancien Premier ministre congolais Adolphe Muzito de passage à Bruxelles. Le monde libéral est décidément bien petit !

Mais bien avant le scandale du « Kazakhgate », Le Vif-L’Express consacrait déjà un dossier retentissant aux « réseaux du MR en Afrique », réseaux de business louches. L’hebdo belge évoquait « les liens très particuliers que certains libéraux ont noués avec l’Afrique.

Plusieurs réseaux s’y croisent, certains à la lisière de la politique et des affaires » et « la chasse gardée du clan Michel- Wavre, fief des businessmen actifs au Congo ». A noter que le parti libéral belgo-flamand VLD (de l’ex premier ministre fédéral Duterme) est lui aussi très impliqué en Afrique, « de l’autre côté de la frontière linguistique, le patriarche Herman De Croo ne fait pas mystère de ses liens avec le Congo ».

Le Kazakhgate a un volet en RDC, qui implique un dossier de corruption à la Loterie nationale congolaise et la multinationale belgo-suisse Duferco … Et le mentor du MR Louis MICHEL est très impliqué dans ce qui reste du business belge au Katanga, dans l’ombre de l’homme d’affaire belgo-zélandais George Arthur Forrest, « qui s’est taillé un empire au Katanga ».

* Sur le scandale international du « Kazakhgate » :

Lire sur LUCMICHEL. NET/

KAZAKHGATE : VERS UN SCANDALE D’ETAT IMPLIQUANT LE PARTI LIBERAL BELGE MR ET SES RESEAUX AFRICAINS !

Sur http://www.lucmichel.net/2017/02/15/lucmichel-net-kazakhgate-vers-un-scandale-detat-impliquant-le-parti-liberal-belge-mr-et-ses-reseaux-africains/

* Lire sur Le Vif-L’Express :

Les réseaux africains du MR

http://www.levif.be/actualite/belgique/les-reseaux-africains-du-mr/article-normal-371221.html

III – VOIR LES ANALYSES DE REFERENCE SUR

LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY :

GEOPOLITIQUE AFRICAINE :

E KIVU EPICENTRE DE LA DESTABILISATION MILITAIRE DU CONGO (KINSHASA) Sur http://www.lucmichel.net/2017/10/18/luc-michels-geopolitical-daily-geopolitique-africaine-le-kivu-epicentre-de-la-destabilisation-militaire-du-congo-kinshasa/

* FLASH VIDEO/ ‘RD CONGO :

LE COUP DE MAITRE DE KABILA ?

Sur http://www.lucmichel.net/2018/08/13/luc-michels-geopolitical-daily-flash-video-rd-congo-le-coup-de-maitre-de-kabila/

* Voir aussi sur PANAFRICOM-TV/ LUC MICHEL:

GRANDS-LACS. LE PANAFRICANISME FACE AU NEOCOLONIALISME (DECRYPTAGE, TELE50)

Sur https://vimeo.com/166779297

* Et sur EODE-TV/ LUC MICHEL:

GEOPOLITIQUE DU CONGO. LE PIVOT DE L’AFRIQUE

Sur https://vimeo.com/195241814

(Sources : Le Vif-L’Express – EODE-TV – PANAFRICOM-TV – LucMichel. Net – EODE Think Tank)

Photos :

Manifestation anti-belge à Kinshasa, Louis et Charles Michel au ceur des réseaux libéraux du MR en Afrique, Le libéral flamand Verhofstad et le président Kagamé leurs complices dans la déstabilisation des Grands Lacs)

# Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire – Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme (Vu de Moscou et Malabo) :

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* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

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MADAGASCAR ENTRE ENJEUX GEOPOLITIQUES MAJEURS ET PRESIDENTIELLE SOUS INFLUENCE OCCIDENTALE …

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 12 10/
LM.GEOPOL - Madagascar II (2018 12 10) FR

Madagascar est un pays en crise. Au cœur de cet Océan Indien et au large de l’Afrique, où s’affronte les grandes puissances et les puissances régionale, USA (qui en 2003 ont précipité le pays dans le chaos au nom de leurs intérêt pétrolier), Russie (de retour en Afrique), Chine et Inde (qui se disputent le contrôle de l’Océan indien). Un pays secoué par les analyses à courte vue et les rumeurs.

QUELLE GEOPOLITIQUE POUR NE PAS SE TROMPER D’ANALYSE ?

J’avais dressé une analyse rapide des enjeux géopolitiques à Madagascar sur le plateau d’AFRIQUE MEDIA le 9 novembre dernier, à l’occasion de la Présidentielle 2018 dans ce pays :

Voir sur AFRIQUE MEDIA WEBTV/

LUC MICHEL (DIRECT AFRIQUE) :

MADAGASCAR. QUELLE GEOPOLITIQUE POUR NE PAS SE TROMPER D’ANALYSE ?

Sur https://vimeo.com/300077626

OU VA MADAGASCAR ?

J’avais exposé mes inquiétudes pour ce malheureux pays, où la Présidentielle 2018 voyait une ingérence directe des ONG allemandes, représentant l’UE et le Bloc américano-occidental. Et en particulier de la ‘Friedrich Ebert Stiftung », fondation dépendant officiellement des Groenen, les ‘Vert-kakis’ allemandes et en réalité de l’OTAN et du Gouvernement de Berlin. Une ONG qui avait déjà tenté d’influencer la Présidentielle camerounaise (notamment en formant aux techniques de la communication et de la manipulation des réseaux sociaux et en introduisant des activistes pro-occidentaux déguisés en « panafricanistes » – sic – au Cameroun) …

L’organisation du second tour de la présidentielle malgache confirme, hélas, mes inquiétudes !

« A Madagascar, les clans des deux candidats à l’élection présidentielle ont pu tour à tour présenter au public leur programme au cours de deux débats d’idées, organisés par la Friedrich Ebert Fondation », explique RFI. Vous avez-dit ingérence ou captation des élections ? « Le principe : des représentants de chaque parti étaient questionnés tantôt par le public, tantôt par deux intervieweurs, sur le thème : « Quel programme pour la relance de Madagascar ? » Les finalistes du second tour sont actuellement critiqués pour ne laisser filtrer que de rares informations au sujet de leur programme, au point d’être soupçonnés de ne pas en avoir réellement. Ces débats ont-ils permis d’y voir plus clair ? Andry Rajoelina prévoit, s’il est élu, de maintenir les lois sur les grands investissements miniers, attractifs pour les investisseurs étrangers, mais de revoir le pourcentage des redevances de ces multinationales pour accroître les recettes de l’Etat. Marc Ravalomanana, lui, souhaite créer une banque nationale qui facilite l’accès aux prêts, avec des taux de remboursement faibles (inférieurs aux taux actuels), pour financer les projets des entrepreneurs, et ainsi diminuer le taux élevé de chômage des jeunes ».

« Les candidats garantissent tous deux, à leur manière, un avenir meilleur aux Malgaches. Mais face aux promesses d’Andry Rajoelina de constructions de villes nouvelles dans chaque région, ou aux projets, certes moins pharaoniques mais tout aussi ambitieux de Marc Ravalomanana, systématiquement les mêmes questions : combien cela va-t-il coûter ? Qui va payer ? Et avec quelle contrepartie ? », questionne RFI. « Durant le débat, la provenance des financements a toujours été tenue secrète », explique Pascal Rasaony, analyste politique. « On nous explique qu’il y a déjà des partenaires prêts à financer ces grands projets, mais tout ça reste très opaque. Y a-t-il eu des appels d’offres ? Les représentants des candidats bottent en touche. » Pour Lova Rabary-Rakotondravony, journaliste et juriste, la seconde intervieweuse, « Rajoelina énonce ce que le peuple a envie d’entendre. Son programme est populiste. Celui de Ravalomanana est plus réaliste, plus pragmatique ». Il annonce notamment, rappelle la journaliste, « vouloir continuer à recourir aux aides internationales notamment pour les projets sociaux et d’infrastructures » …

(Sources : RFI – PANAFRICOM-TV – Afrique Média – EODE Think Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

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L’IDUSTRIALISATION, CLE DE L’EMERGENCE DE LA GUINEE EQUATORIALE (II)

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Vidéo Géopolitique/ Geopolitical Flash Video/

2018 12 04/
vignetteGE indus

Le Flash Vidéo du jour …

Le géopoliticien Luc MICHEL dans LE DEBAT PANAFRICAIN du 2 décembre 2018

sur AFRIQUE MEDIA

Voici mon analyse sur l’Industrialisation de la Guinée Equatoriale, clé de son émergence, que j’annonçais dans mon Quotidien Géopolitique (n° 292) de ce dimanche 2 décembre …

Source :

* Voir la Video sur ECUATORIAL.GUINEA.TV/

LUC MICHEL:

L’INDUSTRIALISATION, CLE DE L’EMERGENCE DE LA GUINEE EQUATORIALE (AFRIQUE MEDIA, 2 DEC. 2018)

Sur https://vimeo.com/305244417

* Thème de l’émission :

L’INDUSTRIALISATION DE LA GUINÉE ÉQUATORIALE

J’y explique sur quel projet industriel repose l’émergence de la Guinée Equatoriale, comment il a été élaboré, et pourquoi ce projet est un modèle pour toute l’Afrique …

# L’ANALYSE DE REFERENCE SUR

LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY :

* GEOECONOMIE ET NEOPANAFRICANISME :

POURQUOI LE PROJET D’INDUSTRIALISATION ET D’EMERGENCE DE LA GUINEE EQUATORIALE EST UN MODELE ALTERNATIF POUR L’AFRIQUE !?

Sur http://www.lucmichel.net/2018/12/02/luc-michels-geopolitical-daily-geoeconomie-et-neopanafricanisme-pourquoi-le-projet-dindustrialisation-et-demergence-de-la-guinee-equatoriale-est-un-modele-alternatif-po/

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Flash Vidéo Géopolitique/

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

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* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

WEBSITE http://www.eode.org/