L’EU ci impone la rottamazione forzata delle auto Euro3. La bufala dell’inquinamento dei diesel

Abbiamo tristemente scoperto che le auto Euro3 diesel in Italia non potranno più circolare – di fatto solo in Italia -, almeno d’inverno. Poi dal 2020 sarà la volta delle Euro4, dal 2025 le Euro5 e dal 2030 le Euro6. Tutto già scritto. Questo perchè, a fronte di regole EU sull’inquinamento, le polveri sottili in pianura padana sono costantemente sopra i limiti per cui lo stato italiano è stato costretto ad imporre tale severa norma pena pesanti multe.

Ma, appunto, il blocco delle Euro3 diesel servirà a ridurre l’inquinamento nel nord Italia “padano”? La riposta è un rotondo no, lo vedrete fra qualche mese: il motivo risiede in un mix di geografia, di flusso delle correnti e dal fatto che comunque tutti gli inquinanti tendono a concentrarsi in “padania”.

Inoltre pochi sanno che camion, mezzi pubblici e mezzi per ambulanti ed artigiani (…) non saranno toccati dal divieto sulle euro3 diesel, oltre a non toccare nemmeno la grande fonte di inquinamento padano, il riscaldamento civile a gasolio e le grandi centrali che bruciano combustibili fossili, gas escluso. Infatti tale divieto sarà di fatto mirato ai veicoli privati, quelli delle famiglie italiane per intenderci.

In tutto questo vi anticipo dunque che il blocco delle Euro3 diesel, nonostante il gran battage mediatico, non sortirà alcun effetto di rilievo nella limitazione delle polveri sottili nel nord Italia.

Passiamo oltre: anche eliminando tutte la auto private Euro3-4-5-6 diesel l’inquinamento non si ridurrebbe in “padania”. Questo per i motivi sopra citati, se non si tocca la vera fonte delle polvere sottili (inquinamento industriale, riscaldamento a gasolio, camion e mezzi pubblici) il problema non si risolve. Quindi, capite bene, il punto non sta nel ridurre l’inquinamento, si sta invece cercando – senza dirvelo – di obbligare i privati cittadini italiani a cambiare l’auto, ossia a spendere. Visto che la prevalenza di auto straniere in Italia è ormai elevatissima, l’EU sta spingendo affinché di fatto gli italiani comprino – di fatto – auto straniere.

A maggior ragione nei prossimi mesi quando, come già annunciato ufficialmente dal nuovo AD post Marchionne, la FCA chiuderà progressivamente gli stabilimenti italiani per trasferirsi in paesi a minori costi e tasse (della serie, l’Italia è destinata a diventare sempre più povera, stretta tra tasse in perenne salita e spese obbligatorie imposte per via legislativa). Cosa poi serviranno i centri per l’impiego di governativa memoria se mancano le aziende che assumono in Italia qualcuno deve ancora spiegarmelo.

Passo ulteriore: se il motivo dello stop fosse davvero abbattere l’inquinamento allora basterebbe introdurre un apparecchio che già esistente, costo qualche centinaio di euro (circa 400, ma se fosse commercializzato su larga scala il costo scenderebbe a meno della metà) il quale permette di azzerare di fatto le PM10 e circa dimezzare le PM 20. Perchè non si espanda detta tecnologia – ripeto, già commercialmente utilizzata in altri paesi – dipende dal fatto che lo scopo attuale NON è abbattere l’inquinamento ma COSTRINGERE GLI ITALIANI – ed in forma diversa anche gli EUropei – A CONSUMARE. Possibilmente prodotti che l’EU benedice, ossia nel caso le auto del blocco franco-tedesco, che fra poco saranno in gran parte veicoli ibridi e/o elettriciper cui gli stessi avranno di fatto l’esclusiva ossia tutta la linea produttiva in patria.

Capito questo avete capito quasi tutto. Certo, se tale divieto alle euro 3 diesel fosse stato imposto in Germania, nelle forme di quello decretato dalle regioni e dalle provincie nord-italiane, ci sarebbe la rivoluzione. Ma, si sa, la gente in Italia è mediamente più stupida, nel senso che si informa meno e si beve tutto quello che gli si dice.

Passiamo all’auto elettrica, tutto sommato una piccola appendice di quanto sopra esposto. La lotta al diesel non ha infatti nulla a che vedere con la lotta all’inquinamento, basti ricordare che a livello di emissione di CO2 il diesel è di fatto il motore termico che meno ne produce ed anche il più efficiente. Ed i particolati – solo a volerlo – sono facilmente eliminabili, almeno le PM10 (vedasi sopra). Mentre i veicoli elettrici, come dimostrato in altri interventi, inquinano più dei motori termiciper una semplice ragione: l’elettricità continua e continuerà per precisi motivi fisici ad essere prodotta bruciando combustibili fossili (carbone e gas in primis) e dunque all’elettrico resta il solo pregio di spostare il luogo di produzione dell’inquinamento fuori dalla città, a pegno della costruzione di costosissime infrastrutture, da far pagare ai consumatori. Senza considerare che se viene computato anche l’inquinamento derivante dallo smaltimento delle batterie veicolari – oggi non considerato, batterie che durano circa 8 anni, poi bisogna cambiare di fatto l’auto -, oltre alle perdite di elettricità per il trasporto su rete elettrica (che ammontano da bocca di centrale a garage di casa a circa il 10%), l’inquinamento globale dell’elettrico è molto superiore ai diesel attuali, che per altro stanno progressivamente incrementando la loro efficienza termica fino ad essere prossimi al 50%.

Fa piangere pensare che nessuno vi abbia spiegato che nel caso della Pianura Padana anche la totale introduzione di veicoli elettrici continuerebbe a causare inquinamento a Milano per quello stano gioco di correnti e orografia che tende a concentrare tutti gli inquinanti proprio in tale zona anche se bruciati a svariate centinaia di kilometri dalle città. Certo, una soluzione – benedetta per altro dall’EU – ci sarebbe: far produrre l’elettricità che serve da Germania e/o Francia magari col nucleare e trasportarla in Italia….

Ultimo punto, il perchè della lotta senza quartiere al diesel da parte dell’EU negli ultimi 2 anni. Sappiate che quasi in contemporanea allo scandalo dieselgate nel 2015 ci fu l’imposizione per legge da parte dell’IMO, International Maritime Organization, di bruciare nelle grandi navi gasolio a basso contenuto di zolfo, ad oggi si continua a bruciare quello ad alto contenuto di zolfo. La modifica decorre a partire dal 1.1.2020. Ossia, secondo molti esperti da tale data non ci sarà abbastanza gasolio a basso tenore di zolfo per soddisfare tutta la domanda globale. Ecco perchè oggi si deve ridurre il consumo e dunque si sono inventati che i motori diesel sono il diavolo per fare in modo di ridurre la domanda di gasolio. La criminalizzazione del diesel non ha nulla a che fare con l’inquinamento!!!

Il fine vero di tutta la storia è solo farvi pagare di più, obbligandovi a spendere per prodotti che siete obbligati a comprare, voi potete solo scegliere il modello di auto che comprerete.

Ovvero, basta aspettare, a livello socio-economico il giocattolo inevitabilmente è destinato a rompersi: infatti se l’economia non tira, se il mercato è debole, se la crisi non si risolve (soprattutto in Italia) l’unica cosa che voi potrete fare per sottostare a tutte queste regole che vi impongono di spendere i vostri soldi ad esempio per sostituire la vecchia auto Euro3 diesel – magari in presenza di tasse in costante salita per ripagare il debito statale – sarà indebitarvi. Sul fatto che le banche italiane – quelle che vi faranno credito – verranno comprate nei prossimi anni da stranieri non esistono molti dubbi.

Non ve ne siete accorti ma state diventando schiavi del debito detenuto dagli stessi che oggi impongono leggi finalizzate a farvi cambiare l’auto. Che poi sono gli stessi che vi impongono l’austerità. E saranno pure gli stessi che vi presteranno i soldi con le loro banche sul territorio, a strozzo.

Tecnicamente si chiama (neo)colonialismo.

Tutto torna.

Quale sarà l’epilogo per l’Italia – massimo qualche anno – lo capirete da soli.

L’EU ci impone la rottamazione forzata delle auto Euro3. La bufala dell’inquinamento dei dieselultima modifica: 2018-11-01T20:26:27+01:00da davi-luciano
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