FOIETTA: SERVONO DA 1,4 A 1,7 MILIARDI PER METTERE IN SICUREZZA IL TUNNEL STORICO DEL FREJUS

http://www.lastampa.it/2018/10/15/cronaca/foietta-servono-da-a-miliardi-per-mettere-in-sicurezza-il-tunnel-storico-del-frejus-fIOlydO3EeicQxtXgTFjJI/premium.html

Maurizio Tropeano  

15 Ottobre 2018

Un’esercitazione della protezione civile nel tunnel del Frejus 

Il dossier all’esame dell’osservatorio Tav Torino-Lione

«Preso atto che il Frejus e gli altri otto tunnel della tratta di valico non sono adeguati alle norme di sicurezza europei se, per assurdo, si decidesse di intervenire per renderli conformi ai requisiti europei occorrerebbe, senza garanzie di risultato, spendere somme molto elevate».

Lo afferma Paolo Foietta, commissario del governo per la Torino-Lione, nel dossier dedicato al tema della sicurezza del tunnel storico del Frejus che oggi sarà discusso e, probabilmente approvato, dall’Osservatorio tecnico sulla Tav.

Foietta, in mancanza di una valutazione progettuale precisa, nell’ambito della sua attività commissariale, ha fatto una prima valutazione dei costi di questi interventi utilizzando come parametro di riferimento le spese di realizzazione della canna di sicurezza della galleria autostradale.

Il costo complessivo di quei lavori, aggiornato all’agosto 2018, è di 612 milioni.

Il commissario governativo è partito da questa cifra per poi adeguarla «tenendo conto che nella parte impiantistica “non civile” l’infrastruttura ferroviaria ha costi decisamente maggiori».

Il risultato di questa valutazione porta ad una spesa per la messa in sicurezza del tunnel storico e delle otto gallerie monotubo della tratta di valico compresa tra 1,4 e 1,7 miliardi di euro. Secondo Foietta «questi lavori di costoso “rappezzo” avverrebbero mentre è in corso il processo di sostituzione di tutti gli altri valichi alpini ferroviari del 1800 con tunnel di base moderni analoghi a quello previsto per la Tav».

Dal suo punto di vista «questi investimenti affermeranno un nuovo standard di mercato per il trasporto delle merci con cui non potrà mai competere la vecchia Torino-Modane». Secondo Foietta, dunque, «gli eventuali costi di adeguamento della tratta di valico agli standard di sicurezza per il trasporto delle merci sono da considerare una spesa inutile e costosa». Dal suo punto di vista serve la nuova linea.

Una conclusione a cui il commissario di governo arriva dopo aver dato conto delle relazioni dei gestori di rete italiani e francesi sulle migliori condizioni per garantire la sicurezza del vecchio tunnel. Ad oggi la tratta regge 94 convogli (46 merci).

Per Rfi il vincolo della presenza di un solo treno in galleria permettere il passaggio di 42 treni al giorno, tra merci e passeggeri, che diventato 62 se si vieta l’incrocio tra treni.

Per i francesi «nonostante i lavori eseguiti in passato la galleria non è in grado di soddisfare gli standard imposti dalle nuove regole: presenza di un rifugio accessibile dall’esterno o di una canna separata che può fungere da rifugio e anche la dimensione dei marciapiedi».

Un saluto circolare,

allora si faccia una galleria accanto al tunnel esistente … ma nello stesso tempo si realizzino le gallerie di sicurezza sulla direttissima Bologna-Firenze.

Cfr: Piccola NOTA APERTA all’attenzione di Sergio Chiamparino

A questo proposito seguiremo l’analisi di Idra che ha convocato una Conferenza Stampa:

CONFERENZA  STAMPA

Gran Caffè Giubbe Rosse Piazza della Repubblica, Firenze

mercoledì 17 ottobre 2018, ore 12

Dopo Genova

Viaggiamo sicuri nella galleria ferroviaria più lunga d’Italia?

Gli interrogativi dell’associazione fiorentina Idra

Anche altri 50 km di tunnel TAV fra Firenze e Bologna al centro della verifica di sicurezza e di legalità

richiesta alle istituzioni pubbliche

Paolo

Se anche RFI deve smentire la Repubblica (citofonare ufficio stampa Telt)

post 7 ottobre 2016 at 13:54

 repubblica-telt

Anche RFI smentisce la Repubblica nella disinformazione pro-tav ad opera di Paolo Griseri. Il nuovo e non retribuito ufficio stampa Telt deve accusare il colpo e le smentite per l’articolo di ieri sul Tunnel del Frejus, ma ancora una volta, le informazioni veicolate sono errate. Forse la figuraccia per un’operazione di bassa lega han fatto perdere il filo!
Ancora una volta facciamo nostre le parole, precise e documentate, dell’avvocato Massimo Bongiovanni, che riportiamo qui di seguito
Gentilissimo Dottor Griseri,

torno a scriverLe in ordine alla Sua interpretazione del Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 28 ottobre 2005 e, oggi, in riferimento alla Sua interpretazione che delle Direttive Comunitarie, peraltro, nemmeno citate.

Lei oggi (8.10.2016) riportando la smentita di RFI al precedente Suo articolo di ieri (ndr 7.10.2016) scrive che  “l’inchiesta di Repubblica che ha rivelato, carte alla mano, che dal 2020 il tunnel ferroviario del Frejus sarà fuorilegge per lo norme di sicurezza imposte da Bruxelles.”.

Osservo che nelll’articolo di ieri (ndr 7.10.2016) Lei affermava che la galleria ferroviaria del Frejus sulla linea Torino – Modane sarà fuorilegge ai sensi del Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 28 ottobre 2005: “per un decreto ministeriale è un “carrareccia“.
Ora indica Bruxelles quale fonte normativa incidente sulla galleria ferroviaria del Frejus sulla linea Torino – Modane: “sarà fuorilegge per lo norme di sicurezza imposte da Bruxelles“.
Appare che Lei oggi, richiamando il Suo articolo di ieri (ndr 7.10.2016), abbia sostituito la citata fonte normativa da “Decreto Ministeriale” a “Bruxelles” ossia Direttive UE.

Qualora Lei avesse oggi (8.10.2016) inteso dare ai lettori di La Repubblica la notizia che la galleria ferroviaria del Frejus sulla linea Torino – Modane sarà comunque “fuorilegge” ai sensi delle Direttive UE, anche questa notizia è infondata (non si comprende quali carte alla mano Lei abbia compulsato) in quanto le Direttive Comunitarie 2004 n. 49 e 2005 n. 51 sono state rispettate nel corso dei lavori di ammodernamento 2003-2011 delle predetta galleriacome ben illustrato da RFI nelle premesse della nota del 2012 che, per completezza di informazione, sono ad allegarLe (lettera-rfi-ammodernamento-linea-gennaio-2012).

A Sua disposizione per ogni osservazione o richiesta di informazione al precipuo scopo di promuovere la necessaria fiducia tra la stampa ed i lettori.

Avvocato Massimo Bongiovanni

La presente viene inviata, per dovuta conoscenza, al Senatore Marco Scibona, Segretario 8a Commissione lavori pubblici

la-repubblica-torino-7-ottobre-2016-2

Info Sul Tunnel del Frejus la disinformazione è pro-tav

http://www.notav.info/post/sul-tunnel-del-frejus-la-disinformazione-e-pro-tav/

notav.info

6 ott 18 NOTAV 

095311407-5416817a-870a-4b59-ae31-42e668f9f108

Ancora una volta Repubblica si distingue nel veicolare notizie utili solo a Tel e alla lobby pro-tav forzando la realtà (per non dire falsificandola), e  riporta la notizia che nel 2020 il tunnel ferroviario del Frejus sarà messo fuorilegge perché mancano uscite di sicurezza e ventilazione e si sottointende che solo una nuova linea (tav) potrà garantire tale sicurezza.

Secondo le “preoccupazioni” del giornalista ex Il Manifesto (molto ex) si prospetta un futuro prossimo,  nel 2020, in cui l’ Italia sarà paralizzata perchè quasi tutte le gallerie saranno interdette al traffico e solo il Tav ci salverà.

Non ci sentiamo di spingerci oltre nella risposta ad un’operazione così bieca, e facciamo nostre le parole dell’avvocato Bongiovanni che ha risposto per iscritto alla Repubblica

Gentilissimo Dottor Griseri,

in riferimento al Suo articolo odierno

http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/10/06/news/nel_2020_il_tunnel_ferroviario_del_frejus_sara_fuorilegge_mancano_uscite_di_siurezza_e_ventilazione-149193621/

sono ad informarLa che le disposizioni del decreto di cui all’oggetto, emesso dall’allora Ministro Lunardi, non sono applicabili al tunnel ferroviario del Frejus ai sensi dellart. 3 comma 9.

Ed è proprio ai sensi del predetto comma che Rfi e SNCF RFF hanno già concordato “i requisiti di sicurezza e la metodologia di analisi dei rischi” nel corso dei recenti lavori di potenziamento della galleria ferroviaria del Frejus sulla linea Torino – Modane .

Pertanto il termine dei 15 anni dall’entrata in vigore del predetto decreto per l’applicazione dell’allegato II contenente i requisiti minimi non è applicabile alla galleria ferroviaria del Frejus sulla linea Torino – Modane.

Tanto per chiarezza di informazione.

Avv.Massimo Bongiovanni

Nel 2020 il tunnel ferroviario del Frejus sarà fuorilegge: mancano uscite di sicurezza e ventilazione

https://torino.repubblica.it/cronaca/2016/10/06/news/nel_2020_il_tunnel_ferroviario_del_frejus_sara_fuorilegge_mancano_uscite_di_siurezza_e_ventilazione-149193621/

Costruita 150 anni; ora per un decreto ministeriale è un “carrareccia”

di PAOLO GRISERI

 

06 ottobre 2016

NEL 2020 l’attuale galleria ferroviaria del Frejus sarà fuori legge. Non a norma con le regole italiane e nemmeno con quelle comunitarie. «Una carrareccia », la definiscono i tecnici che stanno studiando il dossier. Un approfondimento molto delicato perché riguarda la sicurezza nel valico ferroviario più antico delle Alpi. E da quanto sta emergendo in queste settimane è chiaro che la galleria attuale non ha più le caratteristiche di sicurezza previste dalle leggi.
Il documento che non lascia scampo è il decreto del ministero delle infrastrutture del 28 ottobre 2005 intitolato «Sicurezza nelle gallerie ferroviarie». Spiega che nei tunnel a una sola canna di lunghezza superiore ai 1.000 metri (quello del Frejus è di 13.657) è obbligatorio «entro 15 anni dall’entrata in vigore della legge» avere una «finestra di accesso carrabile ogni 4 chilometri circa». I 15 anni scadono tra quattro anni, cioè nel 2020. L’attuale galleria del Frejus di uscite di sicurezza non ne ha alcuna. Così come è priva di un impianto di ventilazione, decisivo nel caso di un incendio che sviluppi fumi tossici. Le bocchette antincendio, previste dal decreto ogni 125 metri, sono state realizzate in occasione dei recenti lavori di ammodernamento della galleria. Che non hanno consentito però di superare alcuni pesanti limiti tecnici. Come l’esistenza di una sola canna, ciò che impone già oggi il transito alternato di treni merci e treni passeggeri per evitare rischi di incidente.
Se la normativa italiana già decreta, nei fatti, la morte a fine decennio della galleria realizzata da Cavour nel 1871, la normativa europea del 2008 è ancora più restrittiva. Perché la Sti, il documento del 2008 sulle specifiche tecniche di interoperabilità sulle linee continentali abbassa a un chilometro la distanza massima tra le uscite di sicurezza delle gallerie. E stabilisce che quelle uscite di emergenza debbano essere raggiungibili dai mezzi di soccorso e dunque debbano essere larghe non meno di 2,25 metri.
Che la galleria tra Bardonecchia e Modane sia totalmente sprovvista di tutto ciò è del tutto compensibile. Costruita 150 anni fa non aveva certo le caratteristiche di un moderno tunnel di base. Il problema è che con le norme in vigore oggi andrebbe semplicemente chiusa. I lavori di ammodernamento durati undici anni, tra il 2003 e il 2011, non sono serviti a risolvere i limiti strutturali dell’opera. È stata adattata la sagoma della vecchia galleria per consentire il passaggio di alcuni tipi di carri merci di nuova generazione, è stato ammodernato l’impianto anticendio ma non è stato realizzato un moderno impianto di ventilazione. I problemi della vecchia galleria tra Bardonecchia e Modane si ripropongono, in alcuni casi aggravati, anche per le gallerie che attraversano la destra orografica della val di Susa e che, complessivamente, sono lunghe 27 chilometri, più del doppio del traforo internazionale. La tratta Torino- Bardonecchia è rimasta a binario unico fino al 1984 tra le stazioni di Bussoleno e Salbertrand. Da poco più di trent’anni è stata raddoppiata affiancando al vecchio tracciato un nuovo percorso. In tutto ci sono sette gallerie di lunghezza compresa tra uno e cinque chilometri ma nessuna ha vie di fuga e solo una ha un impianto antincendio.
Difficile immaginare che la questione della sicurezza della linea storica della val di Susa rimanga a lungo in secondo piano. È evidente che le Ferrovie non hanno interesse ad accendere i riflettori su una questione spinosa. Ma è altrettanto chiaro che i vertici della società ferroviaria italiana sono da tempo a conoscenza delle criticità. E anche del fatto che la data del 2020 si avvicina. Sarà impossibile, tra quattro anni, avere in funzione la nuova linea ad alta velocità. Ma è certo che non si potrà rimanere con una galleria fuori legge e senza alcuna prospettiva di superamento del problema. La nuova Torino- Lione avrà un collegamento tra le due canne ogni 333 metri, ben al di sotto degli standard previsti dalla legge italiana ed europea sulle vie di fuga. E avrà anche sistemi antincendio a norma. Dopo vent’anni di scontri ideologici si potrebbe scoprire che l’unico modo per tutelare la sicurezza dei viaggiatori e degli abitanti della valle è quello di abbandonare la linea storica e realizzare la nuova Torino-Lione.