Basta ipocrisie. Pedro Sanchez non può essere un modello di progressismo per l’Europa

Basta ipocrisie. Pedro Sanchez non può essere un modello di progressismo per l'Europa

Secondo Poroshenko, il neopremier socialista spagnolo avrebbe dato “absolutely clear support to the sovereignty, territorial integrity and independence of Ukraine, to the maintenance of the sanctions against Russia and to Ukraine’s Euro-Atlantic ambitions”.
In questo caso non si tratta di ambigue posizioni ‘realpolitiche’ (come quelle dell’attuale governo italiano che, consapevole della propria sovranità limitata, cerca di mediare tra le parti) ma di una manifesta russofobia che è tratto distintivo della gran parte dei partiti socialisti europei (fa eccezione il Labour britannico guidato da Corbyn).
Per quanto mi riguarda, non basta professarsi ‘europeisti’ o manifestare un ostentato umanitarismo selettivo per avere la patente di “progressismo”. Peraltro Pedro Sanchez è anche notoriamente ostile nei confronti del governo venezuelano (da un socialista, per quanto atlantico, mi aspetterei quantomeno una dignitosa posizione neutrale “né, né”) e l’unica dichiarazione positiva in politica estera è stata quella di solidarietà con Lula: ma questa d’altra parte è stata una posizione comune tra i socialisti europei (persino D’Alema), che di certo non possono rinunciare totalmente alla loro patina scolorita di internazionalismo.
Chi mi conosce – o meglio, chi legge ciò che scrivo – già sa cosa penso delle relazioni tra Europa e Russia ed ho intenzione di affrontare questo tema, appena avrò il tempo necessario, in modo molto approfondito (in una prospettiva storica).
Al di là delle posizioni personali, le relazioni euro-russe non sono una questione secondaria ma determinano qual è l’idea di Europa che portiamo avanti. Alla sinistra europea manca una visione equilibrata e realista di ciò che rappresenta la Russia nel ventunesimo secolo e l’enfatizzazione della minaccia russa davvero rende impossibile la comprensione delle enormi sfide (geo)politiche in campo. La sinistra euro-atlantica dell’attuale Pd in Italia così come quella spagnola (non basta autodefinirsi ancora “socialisti” per avere la mia stima politica) hanno le idee chiare su come affrontare le relazioni euro-russe: espansione euro-atlantica, sostegno ai paesi lungo la linea “Intermarium” antirussa e totale indisponibilità ad ascoltare le ragioni dell’altra parte. L’indisponibilità ad ascoltare le ragioni altrui rende di fatto impossibile un accordo di ampio respiro, che qualsiasi pacifista dovrebbe auspicare: le ostilità Nato-Russia sono potenzialmente pericolosissime.
Detto ciò, comprendo le ragioni di politica interna che hanno spinto Podemos in Spagna e la sinistra portoghese a sostenere i rispettivi governi ‘socialisti’.
Però, di grazia, non presentiamoli come modelli di ‘progressismo europeista’ da contrapporre a presunte ‘barbarie’. Mi considero politicamente agli antipodi di chi assume queste posizioni.
di Federico La Mattina*
*Pubblichiamo su segnalazione di Mauro Gemma, direttore di Marx 21
Notizia del: 18/06/2018
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Macron, strafottente, provoca ancora il Governo Italiano

ricordiamo i numeri della cosiddetta spartizione delle quote della solidarietà:  Per il triennio 2015-2018 (vigente il Dublino III) l’obiettivo era di “ricollocare” circa 98mila persone dal Paese di sbarco (di solito, Italia o Grecia) agli altri partner europei. Di questi solo 30.834 sono stati ricollocati: 10.272 in Germania che avrebbe dovuto ospitarne 27.536; la Francia ne ha accolti 4.944 (su una quota prevista di 19.714), la Spagna 1.358 (su 9.323).FONTE

Mi pare evidente dove regna mafia capitale e dove no
Secondo Macron l’Italia non si trova in una crisi migratoria, anzi non esiste proprio tale crisi.
“No agli hotspot in Nordafrica, si alla creazione di punti di sbarco europei, nei quali venga gestito l’afflusso dei migranti…” Dove farli? Ma in Italia naturalmente.
Così il “galletto francese” Emmanuel Macron esordisce oggi con dichiarazioni pubbliche rilasciate a poca distanza di ore dal vertice che si terrà a Bruxelles sull’immigrazione in preparazione del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno.
Dichiarazioni che hanno il sapore di una provocazione nei confronti dell’Italia quando il neoministro degli Interni, Matteo Salvini, aveva appena finito di dire che in Italia non si accetteranno più sbarchi di navi delle ONG provenienti dalle acque libiche, sbarchi richiesti da navi battenti bandiera di altri stati.
“In Europa, più che una crisi migratoria, c’è una crisi politica scaturita da estremisti che giocano sulle paure. Ma non bisogna cedere nulla allo spirito di manipolazione o ipersemplificazione della nostra epoca”, aveva aggiunto Macron tanto per gettare altra benzina sul fuoco.
In sostanza Macron pretende che tutto resti come prima, quando in Italia c’erano i Governi di Gentiloni e di Renzi che facevano sbarcare tutti i migranti e profughi in Italia a prescindere da dove si fossero imbarcati , Libia, Tunisia, Marocco o Bangladesh pur di alimentare il traffico di migranti che rende cifre enormi alle mafie dei trafficanti, degli scafisti, delle ONG e delle Cooperative che sono in business.
 
Un sistema che faceva contenti tutti, in particolare la Francia e la Germania, Malta e gli altri paesi che se ne lavano le mani e respingono i migranti che cerchino di passare altrove la frontiera da Ventimiglia o dal Brennero. Contento anche George Soros che provvedeva a finanziare le ONG e la deportazione dei migranti in Europa e si poteva permettere di essere ricevuto con tutti gli onori a Palazzo Chigi dal conte Gentiloni, suo estimatore.
Gentiloni tranquillizza Soros
Tuttavia con l’entrata del nuovo governo e con Salvini agli Interni, la “pacchia è finita” ed adesso la musica deve cambiare, questo però il Macron non lo vuole intendere e si sente forte, l’uomo dei Rothshild perchè sa di avere tutti i poteri forti dalla sua parte. Questo spiega le sue provocazioni continue e la sua spocchia nei confronti dell’Italia. Probabile che Macron in queste ore abbia ricevuto una telefonata diretta dalla Bonino, una lettera personale da Roberto Saviano ed un telegramma da George Soros, oltre al plauso di tutta la sinistra mondialista italiana che, scornata per la sconfitta politica nelle ultime elezioni, cerchi di rivalersi alimentando un nuovo grande “Fronte Antifascista” in Europa contro Salvini e il Governo italiano.
Non è mancata l’immediata risposta di Salvini : “l’arrogante presidente Macron a smetterla con gli insulti e a dimostrare la generosità con i fatti, aprendo i tanti porti francesi e smettendo di respingere donne, bambini e uomini a Ventimiglia”.
Inoltre, esibendo numeri e statistiche, Salvini ha ricordato al “galletto francese” dei 650.000 migranti sbarcati in italia ed ospitati negli ultimi 4 anni con i tanti miliardi spesi dall’Italia per il loro mantenimento ed ha esortato Macron ad aprire i porti francesi, smettendo di respingere donne, bambini e uomini a Ventimiglia. Se Macron con la sua arroganza pretende di trasformare l’Italia nel campo profughi d’Europa si sbaglia di grosso, ha dichairato Salvini a brutto muso.
Salvini con Fedriga
Bisogna dire che l’atteggiamento risoluto di Salvini sta avendo l’effetto di far aumentare enormemente il consenso per il suo Governo e per la Lega che di fatto è alla guida della coalizione. Le argomentazioni di Macron sono talmente insulse ed ipocrite che non fanno che accrescere il consenso di Salvini e la sua popolarità come politico che difende gli interessi nazionali del paese. Messo a contrasto con l’atteggiamento remissivo e servile dei precedenti governi, da Renzi e Gentiloni che si recavano a “baciare la pantofola” della Merkel e del Francese alle riunioni a Bruxelles, Salvini ne esce come un gigante. Quindi per Salvini ci vorrebbero non uno ma altri dieci Macron per diventare il più forte leader politico in Italia.
A Bruxelles la prossima settimana si apriranno i giochi e questa volta ci sarà da divertirsi a veder litigare tutti contro tutti. Non è escluso che sia proprio l’Italia quella che manderà definitivamente all’aria la costruzione dell’Unione Europea così come è stata architettata per favorire i forti a spese dei più deboli.
Diverso invece l’atteggiamento prudente ed accomodante della Angela Merkel , personaggio con molta più esperienza e capacità rispetto all’arrogante Macron, che sa come trattare con Salvini e Conte, mediante la vecchia arte del compromesso e della diplomazia. Non c’è niente da fare, l’esperienza e l’equilibrio in un politico non si improvvisano e, negli ambienti romani si mormorà già di quanto e stato bravo Salvini a dire la sua a “quel cazzaro del francese”.
Giu 23, 2018 di  Luciano Lago

“Basta, boicottiamo Lilli Gruber” dopo i falsi numeri sull’accoglienza che ha propinato, è rivolta tra i telespettatori

LA GRUEBER non ha interesse ad indagare sulle quote e chiedere come mai i tanto antirazzisti e solidali francesi e spagnoli abbiano accolto un numero ridicolo rispetto alla quota assegnata che dovevano rispettare?

Su Twitter furoreggia un hashtag: #boicottaLa7. Sempre più cinguettii contro la rete di Urbano Cairo. La ragione? Lilli Gruber in primis, ma anche Giovanni Floris. Troppo anti-leghisti, per i leghisti che ora invocano il boicottaggio. Alla Gruber non viene perdonata l’intervista assai aggressiva di martedì sera a Matteo Salvini, oltre al servizio di Paolo Pagliaro sugli immigrati dal quale risultava che l’Italia fosse tra i fanalini di coda per quel che riguarda l’accoglienza. A Floris, al contrario, si rimproverano gli ospiti dell’ultima puntata di DiMartedì, tutti o quasi fieramente anti-salviniani. E insomma, tanto è bastato a far montare l’hashtag, dietro al quale si stanno raccogliendo diversi leghisti delusi.
 Per il triennio 2015-2018 (vigente il Dublino III) l’obiettivo era di “ricollocare” circa 98mila persone dal Paese di sbarco (di solito, Italia o Grecia) agli altri partner europei. Di questi solo 30.834 sono stati ricollocati:
10.272 in Germania che avrebbe dovuto ospitarne 27.536;
la Francia ne ha accolti 4.944 (su una quota prevista di 19.714),
la Spagna 1.358 (su 9.323). TRATTO DA :

800 persone sotto scorta: Kyenge, Saviano e Boldrini ci costano 200 milioni di euro

PER QUALI MERITI O PERICOLI?

Da questo enorme spreco, la stampa sempre lecchina con tutti i precedenti governi, INTERPRETA con “Salvini vuol togliere la scorta a Saviano” quando non  è mai stato detto, ma solo che sarà la commissione competente a vagliare la necessità o meno.
L’Italia è il secondo Paese al mondo per numero di persone sotto scorta. Sono 800. Tra le quali Saviano, Kyenge e Boldrini. Di questi, quelli realmente in pericolo saranno poche decine.
Siamo primi in Europa e al secondo posto nel mondo dopo gli Stati Uniti, che però hanno 300 milioni di abitanti: 6 volte l’Italia.
Ora Salvini vuole ridurre questo spreco, visto che la scorta è ormai una sorta di status symbol.
Tremila gli agenti delle forze dell’ordine sottratti al servizio sul campo per scortare centinaia di parassiti.
Duecento i milioni di euro che lo Stato (il contribuente) spende per garantire questo servizio,
Movimento 5 Stelle e Lega esigono ora senso di responsabilità a ministri e sottosegretari nell’utilizzo delle auto blu. Non è però un problema solo nazionale, ma anche e soprattutto locale. Meno di un anno fa, nelle regioni del sud si contava circa un’auto (e un autista) ogni 100mila abitanti.
E allora, si cambia: basta sirene e passaggi con il semaforo rosso, a meno che non sia strettamente necessario. Basta anche a buste della spesa portate dagli agenti come il famoso shopping della Finocchiaro all’Ikea. Bisognerà rispettare il protocollo e segnalare le anomalie ai superiori, oppure si rischia di incorrere in sanzioni o, addirittura, nel licenziamento. Saranno gli agenti a capire di volta in volta quali accorgimenti vanno adottati e a scegliere, ad esempio, di utilizzare la corsia d’emergenza solo se il caso lo richiede. Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia, ha le idee chiare: “Lo Stato deve trasmettere ai cittadini l’idea che le scorte si assegnino solo a chi effettivamente è in reale pericolo di vita”.

SAVIANO: 7 AUTO DI SCORTA PER PORTARLO ALLA FESTA DEL PD

manco fosse un testimone dell’antimafia. Giornalista Saviano? E quanti ne ha fatti arrestare grazie alle sue “inchieste”?

Ieri il copiologo Saviano ha avuto l’indecenza di sottrarre dal lavoro alcune decine di Carabinieri che sono stati costretti ad accompagnarlo con 7 (sette!) auto di scorta all’abbuffata multietnica di Milano. Dove ha potuto vomitare le sue solite inutilità da radical shit.
saviano2
Parliamo di ben 2 auto blindate e altre 5 delle pattuglie di Carabinieri. Rendiamoci conto.

La nave Lifeline, Ong e strana interpretazione del diritto internazionale

mi pare giusto, Macron vuole sanzionare chi non accoglie,mica si può autosanzionare. Spagna e Francia che ci insultano vantando tanta solidarietà e AMMMORE….NON ACCOGLIE  e la lifeline finisce sequestrata a Malta ed il capitano arrestato per violazione del diritto internazionale.

L’approdo a Malta è stato concesso dopo la promessa di smistare i migranti in 8 paesi tra cui l’Italia nonostante dalla stessa Lifeline via nave cargo danese Maersk siano sbarcati 113 migranti (circa perché tra tutti questi giornalisti ce ne fosse uno che sappia contare), è questa la nostra quota o c’è dell’altro? Da detrarre anche i 500 sulla nave della Guardia Costiera Diciotto? Dato che dicono non si accoglie più, come se non fosse chiara la differenza tra alimentare un traffico di umani tramite le ONG e le navi regolari deputate al salvataggio in mare DEL NOSTRO MARE DI COMPENTENZA che non incude i due kms davanti alle coste libiche.
La nave Lifeline senza approdo: “Chiediamo di attraccare in Francia”
Il responsabile dell’ong che sta trasportando 300 migranti scrive anche a Madrid: «Aiutateci, il cibo sta scarseggiando, dateci una soluzione umanitaria»
25/06/2018
Ultima modifica il 25/06/2018 alle ore 12:49
«Siamo stati rifiutati da Germania, Olanda, Italia. Oggi chiederemo alla Francia di accoglierci». Lo ha dichiarato alla radio francese Rtl Axel Steier, rappresentante dell’Ong Lifeline che da giorni noleggia la nave carica di migranti in attesa della possibilità di attraccare.
«Se non abbiamo risposta – ha detto Steier – lasceremo Malta per andare verso il Nord, Spagna o Francia». Anche per la ong tedesca, con a bordo 230 migranti nel Mediterraneo centrale, non c’è certezza. Si continua a navigare di rifiuto in rifiuto. Dopo essere stata respinta sia dall’Italia sia da Malta, i responsabili hanno scritto una lettera al governo spagnolo venerdì scorso per chiedere aiuto.
La mail, come spiega il fondatore Steier, è stata inviata al ministero degli Esteri, all’Unità di Crisi e a uno degli assistenti dell’eurodeputato socialista Juan Fernando López Aguilar e ancora non è arrivata una risposta. Nel messaggio si ringrazia la Spagna come «unico Stato europeo» che si è assunto la responsabilità in questa crisi umanitaria, ma si fa presente che l’imbarcazione non potrebbe raggiungere, come ha fatto l’Aquarius, le coste spagnole, perché troppo piccola.
Ma «Valencia non può essere considerata un’opzione per Lifeline», spiega Steier. Tuttavia, l’ong ha chiesto al governo spagnolo, in quanto «l’unico su cui si può contare in questo momento», di concedere visti umanitari «a causa dell’urgenza della situazione e dello stato di necessità in cui versano alcuni rifugiati». L’ong spera che il governo spagnolo «possa aiutare a trovare una soluzione umanitaria a questa situazione urgente per portare queste persone in un luogo sicuro». La situazione sulla nave Lifeline sta diventando preoccupante in quanto accoglie a bordo un numero di persone tre volte superiore alla capienza e comincia a scarseggiare il cibo, ha spiegato Steier.

SAVIANO L’INTOCCABILE

estratto da SAVIANO L’INTOCCABILE

Se devo pensare a un ragazzo giornalista che fu davvero vittima della camorra penso a un giovane cronista precario del Mattino, si chiamava Giancarlo Siani. Lui non faceva mitologia della camorra, ne raccontava i fatti e i misfatti. Perciò fu ucciso.
Saviano col suo libro-collage sulla Camorra diventò Vittima Potenziale, e dunque Eroe Nazionale di una Guerra Virtuale; la Rai gli ha eretto santuari e la Repubblica gli dedica un’edicola votiva. Lui è costretto a fare una vita i…nfame, non è libero di camminare perché è un obbiettivo della malavita. È vero, ma Saviano non pensa di essere un comune mortale, si crede un dio e l’odiosa protezione in cui è costretto a vivere è un po’ come la campana di vetro dei santi e delle madonne.
Nel nome di un libro-denuncia di cui tutti comunque ammirammo il coraggio, nel nome della sacrosanta guerra alla camorra per cui merita rispetto, Saviano ha preteso di trasformarsi in Madonna Pellegrina dell’Umanità dolente, Onnisciente Portavoce della Coscienza Universale, Castigatore di chi sgarra dal Politically Correct. Finché parla di camorra merita rispetto, ma se pretende di essere Maestro Globale, al servizio del Pregiudizio Universale, diventa una caricatura. Peraltro col suo libro, diventato cult e film, Saviano non scalfì il potere della camorra, in compenso la mitizzò come Gomorra, la fece diventare modello da imitare per molti ragazzi e bollò per sempre l’Italia e Napoli agli occhi del mondo come la Terra della Malavita. Non bastava la realtà infame, c’è stata la sua rappresentazione che ne ha ingigantito gli effetti.
Tra i danni peggiori che quel best seller ha prodotto c’è l’auto-divinizzazione di Saviano. Che si piace e si compiace, recita ispirato, in tv guarda nella telecamera solo se è a specchio e lui si può mirare, si atteggia a Vate, si accarezza il cranio e si finge profeta e moralista. Un caso di mitomania, certificato dalla scorta, più la claque de la Repubblica e del Fazio’s clan. Intoccabile come un dogma di fede, si configura il reato di savianofobia appena dici qualcosa su di lui che non sia un peana. Saviano ha solo due concorrenti a Napoli: de Magistris e san Gennaro, coi loro poteri miracolosi….. (cit. Marcello Veneziani)

Cosa c’è di più ipocrita della campagna “antirazzista” di Oliviero Toscani per Benetton?

Dopo Balottelli, Mario Draghi, Saviano etc si è aggiunto quello ripudiato dalle figlie per molestie psicologiche a far da portavoce alle sinistre

Cosa c'è di più ipocrita della campagna “antirazzista” di Oliviero Toscani per Benetton?
Ma i Benetton non si erano comprati mezza Patagonia buttando fuori chi ci abitava da secoli? Viene da domandarselo guardando la nuova campagna pubblicitaria “antirazzista” firmata da Oliviero Toscani.  Un evidente autogol. Ma chi volete che ve lo faccia notare considerando che il gruppo Benetton – già padrone di autostrade e aeroporti grazie alle “privatizzazioni”, del PD – oltre ad essere azionista del Gruppo editoriale GEDI (l’Espresso,La Repubblica, La Stampa…) – tiene in vita con le sue inserzioni pubblicitarie moltissimi giornali?
Quindi, ve le diciamo noi due parole sul land grabbing. L’Oxfam calcola che l’accaparramento di terre nei paesi del Terzo Mondo da parte di multinazionali (che già possiedono 88 milioni di ettari di terra fertile) continua a crescere, gettando nella fame milioni di contadini e pastori costretti così ad andarsene. I capitalisti italiani fanno la loro parte: nei dintorni di Timisoara in Romania, ad esempio, quasi 150 mila ettari di terre è ora nelle loro mani. E anche i Benetton fanno la loro parte comprandosi dallo stato argentino 900.000 ettari di terre per allevarci pecore e montoni (ogni anno 1 milione 300mila chili di lana). I Mapuche che vivevano lì e che si erano ribellati, nel 2016, sono stati spazzati via; nel 2018 il loro leader, Santiago Maldonado, viene trovato ucciso.
Interessa a qualcuno questa storia? Si direbbe di no considerato la diatriba sul “razzismo” che sta dilagando come non mai. Ma, grazie al Cielo adesso arriva la nuova campagna “antirazzista” di Oliviero Toscani per Benetton. Per commuoverci e convincerci ad accettare disperati. Sui perché della loro disperazione, ovviamente, nemmeno una parola.
Francesco Santoianni Notizia del: 20/06/2018

competenze e salvataggio vite umane

Il ministro degli interni Salvini così si è espresso a seguito del salvataggio di migranti davanti alle coste libiche:

(ANSA) – ROMA, 24 GIU – Sono stati soccorsi dalla Guardia costiera libica i circa mille migranti che erano oggi alla deriva su sette gommoni al largo della Libia. Lo rende noto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Ringrazio di cuore, da ministro e da papà, le autorità e la Guardia Costiera Libica che oggi hanno salvato e riportato in Libia 820 immigrati, rendendo vano il ‘lavoro’ degli scafisti ed evitando interventi scorretti delle navi delle Ong”, ha detto il vicepremier.
NON E’ CHE CIO CHE URTA SIA IL FATTO CHE GLI SCAFISTI DELLE ONG HANNO PERSO UN BEL BOTTINO?
l’ANSA ED ALTRI PENNIVENDOLI FANNO CREDERE CHE CI SIA UNA CREPA TRA 5S E LEGA, cioè quello a cui puntano piddioti e vari
Migranti: Toninelli replica a Salvini: ‘Guardia Costiera autonoma’
Il ministro parla a Radio Anch’io dopo le parole del titolare del Viminale che aveva detto ‘chiedete a Toninelli’ alla domanda se fossero state date indicazioni alla Guardia Costiera di non raccogliere sos dei barconi

Torna sul tema dei migranti il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli dopo le parole di ieri del ministro dell’Interno, Matteo Salvini sulla Guardia Costiera. Il titolare del Viminale, ieri, in conferenza stampa a chi gli chiedeva se fossero state date indicazioni alla Guardia Costiera di non raccogliere più gli sos provenienti dai barconi, aveva risposto che bisognava chiederlo al collega Toninelli. Ma “se così fosse – aveva aggiunto – avrebbe il mio totale sostegno”.

“La Guardia Costiera – ha detto stamattina a Radio Anch’io Toninelli – opera in autonomia tecnico giuridica e non devo essere io a dire di rispondere oppure no” alle richieste di salvataggi ma “secondo noi, in continuità con il governo precedente che ha giustamente rafforzato la guardia costiera libica, se uno dei gommoni ci chiama ma è in zona libica rispondiamo che non possiamo intervenire perché è in un’area a responsabilità giuridica non nostra”. Con salvini, ha spiegato Toninelli puntualizzando di non essere in disaccordo con lui. “Ci sentiamo tutti i giorni”.

Secondo il ministro, sulla Guardia Costiera “si è montato ad arte un caso”, ricordando come negli ultimi anni abbia salvato 600mila vite. Quindi, aggiunge il ministro, “se uno di questi gommoni della morte è a 25 miglia dalle coste libiche e sono presenti motovedette di Tripoli noi non possiamo avere responsabilità”. “Non abbiamo mai fatto morire nessuno. Se non ci sono altre autorità responsabili continuerà a intervenire, non serve un mio ordine di intervento”. La battaglia “è scindere il salvataggio in mare dalle gestione di richieste e non può farlo solo e sempre l’Italia”. 
26 giugno 2018

LA FATWA (E LE FESSERIE) DI GIORGIO CREMASCHI

Caro Cremaschi, se non è vero che i flussi migratori forniscono manodopera per innescare il dumping sociale, perché vi lagnate solo quando viene ucciso un bracciante a 3 EURO L’ORA (non era certo l’unico e non è l’unico che lavora per quella cifra, e non da oggi ma da DECENNI)? Nessuna manifestazione per questi lavoratori??? Tra un gay pride e l’altro era piena l’agenda?

di Moreno Pasquinelli
[ 16 giugno 2018 ]
Il 12 giugno scorso Contropiano ha pubblicato un pastrocchio di Giorgio Cremaschi dal violento titolo: Adesso basta con i cialtroni che usano Marx per benedire Salvini!
Il pastrocchio si conclude con una scomposta FATWA di vago sapore islamo-stalinista:
«Non è davvero più tempo di buonismo, davvero non si può più essere tolleranti con chi si dichiara comunista e poi lecca i piedi a Salvini. Giù le mani da Marx e andate all’inferno, finti compagni. Lì troverete Bombacci».
Chi sarebbero quelli che bolla come “cialtroni” e poi come “mascalzoni”?  Nomi il Cremaschi non ne fa ma denuncia il peccato. Sentiamo:
«Mentre c’è chi aiuta i poveri non nel nome dell’accoglienza, ma della fraternità sociale che è necessaria a tutti. Mentre c’è chi lotta contro la schiavitù stando con gli schiavi, ci sono cialtroni che usano Marx per giustificare il loro e l’altrui razzismo. Usano qualche riga di qualche lettera astratta dal contesto, e spiegano che essere marxisti significherebbe combattere le migrazioni, perché offrono lavoro a basso costo che distrugge diritti e salari. Essi sono ignoranti e in malafede, Marx li avrebbe massacrati come reazionari, come chi sosteneva la “legge bronzea dei salari” o come chi difendeva gli stati confederati del sud, perché la liberazione degli schiavi avrebbe portato forza lavoro a basso costo nel Nord America.. Marx era per il rovesciamento del capitalismo, ma non certo per tornare al Medio Evo e in tutta la sua vita ha sempre combattuto le vandee, comunque esse si presentassero.
Ma la questione non è neanche l’uso sfacciato che questi fanno di Marx; il fatto che le loro fesserie siano riprese e sostenute da leghisti e fascisti che considerano il comunismo come il demonio, li squalifica a sufficienza».
Sorvoliamo su quella che Hegel avrebbe definito la “pappa del cuore”, [1] il melenso sentimentalismo impolitico che farebbe invidia a Padre Pio. Il succo del moralistico pistolotto è che Marx avrebbe negato che le migrazioni di massa, in quando costituiscono immissione sul mercato di forza-lavoro eccedente, non avrebbero conseguenze deflattive sui salari e sui diritti dei lavoratori autoctoni.
Facciamo notare, di passata, che non troverete in Marx specifici studi sugli effetti dell’emigrazione sui salari, come non troverete il sostantivo “disoccupazione” (non era in uso all’epoca sua). Troverete però trattata e sviscerata la questione alle voci “sovrappopolazione operaia relativa” ed “esercito industriale di riserva”. E di questo trattasi, infatti, poiché sì i migranti sono esseri umani, ma per il capitale sono anzitutto una merce, forza-lavoro disponibile, fanno quindi parte dell’esercito industriale di riserva.
Cremaschi, cosa grave per uno che ha fatto il sindacalista comunista, incredibile per uno che si dichiara “marxista” (che non è proprio la stessa cosa), pare non sia a conoscenza di una delle leggi fondamentali del capitalismo scoperta da Marx. Qual’è questa legge fondamentale? E’ la LEGGE ASSOLUTA, GENERALE DELL’ACCUMULAZIONE CAPITALISTICA[2]
E cosa ci dice questa legge? Che il Capitale, proprio per la sua natura, bramoso di valorizzazione, ha bisogno di avere un esercito di disoccupati e di “Lazzari”, e se non lo trova già sul mercato, lo crea, sradicando e schiavizzando popoli, spostando masse enormi da un capo all’altro di un paese, oggi, a globalizzazione dispiegata, da un capo all’altro del mondo. E perché ne ha vitale bisogno? Ci dice Marx, proprio per “regolare” ovvero tenere bassi i salari:
 
«Tutto sommato i movimenti generali del salario sono regolati esclusivamente dall’espansione e dalla contrazione dell’esercito industriale di riserva, le quali corrispondono all’alternarsi dei periodi del ciclo industriale. Non sono dunque determinati dal movimento del numero assoluto della popolazione operaia, ma dalla mutevole proporzione in cui la classe operaia si scinde in esercito attivo e in esercito di riserva, dall’aumento e dalla diminuzione del volume relativo della sovrappopolazione, dal grado in cui questa viene ora assorbita ora di nuovo messa in libertà. (…)«L’esercito industriale di riserva preme durante i periodi di stagnazione e di prosperità media sull’esercito operaio attivo e ne frena durante il periodo della sovrapproduzione e del parossismo le rivendicazioni. La sovrappopolazione relativa è quindi lo sfondo sul quale si muove la legge della domanda e dell’offerta del lavoro. Essa costringe il campo d’azione di questa legge entro i limiti assolutamente convenienti alla brama di sfruttamento e alla smania di dominio del capitale». [3]
 
Non solo questo:
 
«La gran bellezza della produzione capitalistica consiste nel fatto che essa produce sempre una sovrappopolazione relativa di operai salariati in proporzione dell’accumulazione del capitale. Così la legge della domanda e dell’offerta viene tenuta sul binario giusto, l’oscillazione dei salari viene tenuta entro limiti giovevoli allo sfruttamento capitalistico, e infine è garantita la tanto indispensabile dipendenza sociale dell’operaio dal capitalista». [4]
 
Chi dice “fesserie” caro Cremaschi? chi fa contraffazione ed “un uso sfacciato” di Marx? Chi è che  estrapola “qualche riga di qualche lettera astratta dal contesto”?
Riscopriamo dunque l’acqua calda: la massa di disoccupati (tanto più se migranti disposti ad accettare condizioni schiavistiche) è funzionale al capitale, ergo, disfunzionale a quelli del proletariato attivo. Da questo che se ne deve dedurre? Che si deve sputare addosso ai disoccupati? Che si dovrebbero affondare la barche coi migranti? certo che no. Se ne deve dedurre che occorre combattere la disoccupazione e per il diritto al lavoro. Che ferma restando la più ferma condanna di razzismo e xenofobia, è nell’interesse del proletariato contrastare la deportazione di massa causata dall’anarchia capitalista che produce miseria nei paesi che depreda e controllare i flussi dei nuovi schiavi — che qui, in tanti, andrebbero ad ingrossare le file del sottoproletariato, quel ceto che Marx definì come ”ladri e delinquenti, vagabondi privi di mestieri, lazzaroni senza scrupoli ” [5] e Lenin «servi dei padroni, senza idee né princìpi».
 
Dopo Marx sarà il caso di volare basso.
 
Egli ci parla della legge della domanda e dell’offerta. Questa dovrebbe capirla anche un profano. In sintesi: se sul mercato l’offerta di una merce eccede la domanda, essa necessariamente si deprezza. Ove avvenga il contrario, ove cioè la domanda sia maggiore dell’offerta, quella merce si apprezza. Questa legge vale per ogni merce: vale per il mercato del denaro e dei capitali, figurarsi per quello degli esseri umani (forza-lavoro nel vocabolario capitalistico). Morale: ove l’offerta di forza-lavoro superi la richiesta del capitale, questa eccedenza causerà la svalutazione del prezzo della medesima. E’ evidente che i flussi migratori di massa, tanto più in un mercato contraddistinto dalla stagnazione economica (“secolare” per alcuni economisti) e dalla disoccupazione generale, agiscono sulla legge.
Se mi è permessa una licenza categoriale, parafrasando Marx, dirò anzi di più: che le migrazioni di massa trasformano la “sovrappopolazione operaia” da relativapermanente, più precisamente assoluta.
Cremaschi, negando a priori che l’immigrazione di massa non ha alcun impatto sul mercato del lavoro, sui salari ed i diritti dei lavoratori, compie l’errore speculare di quelli che bolla come “cialtroni”. Come non è vero l’immigrazione di per sé contribuisca ad abbassare i salari, è falso che essa sia del tutto ininfluente. Ove il ciclo capitalistico della produzione e della accumulazione sia in crescita, nelle fasi di boom, in questi casi, siccome il ciclo conosce una penuria di forza-lavoro, il capitale chiede e dunque rende possibile il reclutamento di nuova forza-lavoro. In questi casi l’immigrazione, malgrado i capitalisti bramino sempre al massimo sfruttamento (com’è naturale in regime di concorrenza e di lotta accanita per aumentare il saggio di profitto) non tende, automaticamente, ad abbassare i livelli salariali e intaccare diritti. Ma ove il ciclo non sia di espansione, ove ci sia stagnazione economica, l’afflusso di forza-lavoro (migrante o non migrante) tende e come! ad avere un impatto deflazionistico, diventando indispensabile al capitale che sempre tenta di disporre di forza-lavoro inoccupata come clava per tenere bassi i salari cioè strappare saggi di profitto più alti.
Analisi concreta della situazione concreta (diceva Lenin). Chiediamo a Cremaschi: che fase è, qui da noi, il ciclo capitalistico? L’economia del Paese è forse in fase espansiva o recessiva? é in fase recessiva, anzi è segnata da una depressione senza precedenti. Più sotto i terribili dati. Alcune cifre per rinfrescare la memoria alle anime belle. [6]
Una vera e propria catastrofe sociale, una depressione di lunga durata contraddistinta da un eccesso di offerta di forza-lavoro a bassa e media qualificazione senza precedenti. In questo contesto l’immigrazione, ovvero l’afflusso di nuova forza-lavoro a basso costo, andando ad ingrossare quello che Marx chiamava l’esercito industriale di riserva, ha contribuito (assieme ad altri fattori, tra cui i processi di automazione, di crescente produttività del lavoro o delocalizzazione) a determinare un pesante effetto deflattivo sui diritti ed i salari dei lavoratori già impiegati (siano italiani che stranieri). Solo figli di papà, pariolini sciccosi e intellettuali snob lontani dal popolo lavoratore possono non essersene accorti.
 
Se è illusoria l’idea che considera i migranti come la base sociale supplente futura di una sinistra radicale “tradita e abbandonata” dal proletariato — di cui il mutualismo umanitario o assistenzialismo dal basso pretende di essere la leva del rimpiazzo —, è imperdonabile che si tiri in ballo Marx per giustificarla.
Confessiamo che leggendo l’ultima sinistra frase del pastrocchio di Cremaschi ci è corso un brivido lungo la schiena :  “Giù le mani da Marx e andate all’inferno, finti compagni. Lì troverete Bombacci”.  Saremo anche noi, dal momento che diciamo queste cose, colpiti dalla sua FATWAdo-cojo-cojo-do-chiappo-chiappo?
Comunque sia noi non rispondiamo “giù le mani”, bensì “rimettete le mani su Marx”, che le buone letture disintossicano, liberano dagli isterismi, e giovano a non incappare in brutte cadute di stile.
 
NOTE
[1] G. W. F. Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto (1820)
 
 
[2] K. Marx, IL CAPITALE, Critica dell’economia politica. Libro I, cap. XXIII: LA LEGGE GENERALE DELL’ACCUMULAZIONE CAPITALISTICA. Editori Riuniti 1973, pp. 60-170
 
[3] «La grandezza proporzionale dell’esercito industriale di riserva cresce dunque insieme alle potenze della ricchezza. Ma quanto maggiore sarà questo esercito di riserva in rapporto all’esercito operaio attivo, tanto più in massa si consoliderà la sovrappopolazione la cui miseria è in proporzione inversa del tormento del suo lavoro. Quanto maggiori infine lo strato dei Lazzari della classe operaia e l’esercito industriale di riserva, tanto maggiore il pauperismo ufficiale». (…)
 
«Una legge astratta della popolazione esiste soltanto per le piante e per gli animali nella misura in cui l’uomo non interviene portandovi la storia.
 
Ma se una sovrappopolazione operaia è il prodotto necessario dell’accumulazione ossia dello sviluppo della ricchezza su base capitalistica, questa sovrappopolazione diventa, viceversa, la leva dell’accumulazione capitalistica e addirittura una delle condizione dell’esistenza del modo di produzione capitalistico. Essa costituisce un esercito industriale di riserva disponibile che appartiene al capitale in maniera così completa come se quest’ultimo l’avesse allevato a sue proprie spese, e crea per i mutevoli bisogni di valorizzazione di esso il materiale umano sfruttabile e sempre pronto indipendentemente dai limiti del reale aumento della popolazione». (…)
 
«In tutti questi casi [di espansione economica] grandi masse di uomini devono essere spostabili improvvisamente nei punti decisivi senza pregiudizio della scala di produzione in altre sfere; le fornisce la sovrappopolazione. Il ciclo vitale caratteristico dell’industria moderna, la forma di un ciclo decennale di periodi di vivacità media, produzione e con pressione massima, crisi e stagnazione, interrotto da piccole oscillazioni, si basa sulla costante formazione, sul maggiore o minore assorbimento e sulla nuova formazione dell’esercito industriale di riserva o della sovrappopolazione. Le alterne vicende del ciclo industriale reclutano a loro volta la sovrappopolazione e diventano una degli agenti più energici della sua riproduzione». (…)
 
 
«La forma di tutto il movimento di tutta l’industria moderna nasce dunque dalla costante trasformazione della popolazione operaia in braccia disoccupate o occupate a metà.
 
La produzione di una popolazione eccedente e relativa, cioè eccedente riguardo al bisogno medio di valorizzazione del capitale, è condizione vitale dell’industria moderna.
Il lavoro fuori orario della parte occupata della classe operaia ingrossa le fila della riserva operaia, mentre, viceversa, la pressione aumentata che quest’ultima esercita con la sua concorrenza sulla prima, costringe questa al lavoro fuori orario e alla sottomissione ai dettami del capitale. La condanna di una parte della classe operaia a un ozio forzoso mediante il lavoro fuori orario dall’altra parte e viceversa diventa mezzo di arricchimento del capitalista singolo e accelera allo stesso tempo la produzione dell’esercito industriale di riserva su una scala corrispondente al progresso dell’accumulazione sociale» (…)
 
«La domanda di lavoro non è tutt’uno con l’aumento del capitale, l’offerta di lavoro non è tutt’uno con l’aumento della classe operaia, in modo che due potenze indipendenti fra di loro agiscono l’una sull’altra. I dadi sono truccati. Il capitale agisce contemporaneamente da tutte e due le parti. Se da un lato la sua accumulazione aumenta la domanda di lavoro, dall’altro essa aumenta l’offerta di operai mediante la loro “messa in libertà”, mentre allo stesso la pressione dei disoccupati costringe gli operai occupati a render liquida una maggiore quantità di lavoro rendendo in tal modo l’offerta di lavoro in una certa misura indipendente dall’offerta di operai. Il movimento della legge della domanda e dell’offerta di lavoro su questa base porta a compimento il dispotismo del capitale». (…)
 
«Il sedimento più basso della sovrappopolazione relativa alberga infine nella sfera del pauperismo. Astrazion fatta da vagabondi, delinquenti, prostitute, in breve dal sottoproletariato propriamente detto, questo strato sociale consiste di tre categorie (…) il pauperismo costituisce il ricovero degli invalidi dell’esercito operaio attivo e il peso morto dell’esercito industriale di riserva. La sua produzione è compresa nella produzione della sovrappopolazione relativa, la sua necessità nella necessità di questa; insieme a questa il pauperismo costituisce una condizione d’esistenza della produzione capitalistica e dello sviluppo della ricchezza. Esso rientra nei faux frais della produzione capitalistica, che il capitale sa però respingere in gran parte da sé addossandoli alla classe operaia e alla piccola classe media».
 
In: K. Marx, IL CAPITALE, Critica dell’economia politica. Libro I, cap. XXIII; LA LEGGE GENERALE DELL’ACCUMULAZIONE CAPITALISTICA. Editori Riuniti 1973, pp.60-170
 
[4] K. Marx, IL CAPITALE, capitolo XXV; LA TEORIA MODERNA DELLA COLONIZZAZIONE. pp. 229-230
 
 
[5] K. Marx, LOTTE DI CLASSE IN FRANCIA
 
 
[6] Rispetto al 2007, anno pre-crisi, mancano 5,4 punti percentuali di Pil. Nel 2017 la spesa della Pubblica amministrazione è l’1,7% in meno rispetto a dieci anni fa, quella delle famiglie del 2,8%. Sul fronte della produzione industriale va ancora peggio: rispetto al 2000 l’Italia sconta un differenziale negativo di 19,1 punti percentuali, con punte del -35,3% nel tessile/abbigliamento e calzature, del -39,8% nel settore dell’informatica e del -53,5% nelle apparecchiature elettriche.
 
Di qui chiusura di aziende e licenziamenti di massa. I dati sulla disoccupazione sono terribili: siamo al record storico dell’11,7% (in realtà è molto più alta) e quella giovanile è oltre il 40% (in verità più alta). Conseguenza: caduta dei redditi (dal 2007 al 2016 gli italiani hanno perduto il 9,8% del loro reddito pro capite, un calo pari a 2.800 euro a cittadino) e ancor più dei salari, anzitutto nell’industria e nella campagne, il cui potere d’acquisto è sceso di centinaia di euro annui. Ed i dati mostrano che la cose sono peggiorate con precarizzazione, uberizzazione, jobs act, ecc.