E adesso lasciamoli lavorare

Oggi Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio del neonato governo M5S – Lega ha pronunciato il proprio discorso, propedeutico alla richiesta della fiducia al Senato ed alla Camera per il nuovo esecutivo.

A differenza dei suoi predecessori tutti, votati o non votati dai cittadini, non ha parlato dei mercati, della finanza o dello spread. Non ha chiesto sacrifici nel nome dell’euro, non ha fatto l’elenco delle cose che ci chiede l’Europa e non si è prodotto in giri di parole autoreferenziali volti a mascherare la richiesta di lacrime e sangue.
Per la prima volta da svariati decenni un Premier in procinto d’intraprendere la propria avventura, ha parlato dei bisogni della gente, dei poveri, dei disoccupati, dei pensionati, di milioni di operai, impiegati e piccoli imprenditori stritolati dal “progresso” di un fisco più equo, di lotta al business dell’immigrazione selvaggia (quello più redditizio della droga), di potenziamento della legittima difesa, di un ripensamento radicale del capitalismo.
Per la prima volta il fulcro dell’intero discorso sono stati l’Italia e gli italiani, non i mercati, la UE, la finanza internazionale, i parametri di Maastricht e le volontà dell’eurozona.
Per la prima volta i cittadini sono stati trattati come tali e non redarguiti, rimproverati, intimoriti, minacciati di sventure progressive, qualora non avessero chinato il capo di fronte a quello che l’Europa ed il progresso chiedevano loro.
A prescindere da quali siano i propri orientamenti politici, tutti gli italiani in buona fede, che non siano collusi con chi ha creato ad arte il disastro del Paese e svenduto la nostra sovranità, non possono che essere rimasti soddisfatti dalle parole pronunciate da Giuseppe Conte.
Sicuramente si tratta solamente di parole, la cui valenza risulta pressoché nulla se ad esse non seguiranno i fatti. E produrre i fatti risulterà molto più complicato di quanto non lo sia esercitare dei propositi. Soprattutto in una situazione dove il neonato governo vedrà schierati contro di sè tutti i poteri forti nazionali e transnazionali. Ma finché il governo avrà dalla propria parte il sostegno della maggioranza del popolo, sono dell’ipinione che niente e nessuno riuscirà a scalfirlo.
Questo naturalmente lo sanno anche tutti coloro che già si stanno prodigando per evitare che gli italiani si permettano di alzare la testa e tentano in qualsiasi modo di orientare in senso contrario l’opinione pubblica.
Mai come oggi occorre “calma e gesso” e serve un fronte unito. Nonostante le aspettative di tutti siano elevate non pretendiamo miracoli immediati, non polemizziamo su ogni dichiarazione che non ci soddisfa pienamente, non lasciamoci strumentalizzare da chi ci vuole deboli e divisi.
Lasciamoli lavorare, restando pronti a cogliere quel poco di buono che può arrivare, senza dimenticare che ci sono voluti 30 anni per ascoltare un Premier che mettesse al centro del proprio discorso l’Italia e gli italiani, ma basterebbe un attimo per ritrovarci con un nuovo Monti che ci chiede lacrime e sangue per salvare l’euro e la UE, nonostante entrambe siano ormai finite da un pezzo.
giugno 05, 2018
E adesso lasciamoli lavorareultima modifica: 2018-06-10T12:52:16+02:00da davi-luciano
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