La sovranità appartiene al popolo e deve essere usata per evitare il fallimento dell’Europa

Se vogliamo evitare il fallimento del’Europa, dobbiamo ricordarci di uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, la sovranità che insieme a popolo e territorio è uno degli elementi costitutivi di uno Stato.

Secondo l’art.1 “la sovranità appartiene al popolo” e per il successivo art.3 “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“.
Spesso si tende a pensare che la sovranità sia incompatibile con l’Unione Europea, anche il nostro Presidente della Repubblica a Fiesole il 10 maggio scorso ha accennato a questo problema : “E’ da qui che occorre partire, per avviare una riscoperta dell’Europa come di un grande disegno, sottraendoci all’egemonia di particolarismi senza futuro, e di una narrativa sovranista, pronta a proporre soluzioni tanto seducenti quanto inattuabili, certa comunque di poter addossare l’impraticabilità all’Unione“.
Caro Presidente Mattarella, siamo perfettamente d’accordo che l’Europa è un grande disegno, ma purtroppo ci siamo dimenticati degli obiettivi previsti dai Trattati Europei. In particolare l’art.3 comma 3 del TUE è molto chiaro in proposito : “L’Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. … Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri.”
L’attuale Unione Europea ha mai voluto raggiungere questi obiettivi ?
Permetta Presidente che le illustri la situazione in Europa :
  • non riusciamo a raggiungere la stabilità dei prezzi prevista al 2% di inflazione;
  • abbiamo una disoccupazione cronica ormai strutturale e una crescita economica squilibrata;
  • viene favorita la disgregazione economica, sociale e territoriale;
  • si genera una forte conflittualità tra gli Stati membri.
Gli altri paesi dell’Unione Europea hanno tutti giustamente un atteggiamento fortemente sovranista, come la Germania e la Francia, volti alla tutela dei loro interessi nazionali. Quindi anche l’Italia può e deve cominciare a farlo proprio per evitare una deriva purtroppo non più sostenibile.
La situazione economica e sociale italiana è grave e le soluzioni non possono essere cure palliative, altrimenti finiamo come la Grecia.
Finalmente il M5S e la Lega hanno cominciato a collaborare e sono certamente le forze politiche che hanno mantenuto un collegamento diretto con il paese, oltre ad aver sempre dichiarano di voler fare gli interessi del popolo e delle piccole-medie aziende, che sono la vera ricchezza dell’Italia. E dovranno dimostrare, al contrario di chi li ha preceduti, di non voler fare solo gli interessi dei pochi privilegiati che fino ad oggi si sono arricchiti alla nostre spalle.
Serve un cambio totale di paradigma, serve finalmente una politica espansiva keynesiana a favore di cittadini ed aziende, che è l’unica che ha risolto la crisi economica del 1929, e ha permesso di ricostruire l’Italia dopo la 2° guerra mondiale, fino a farla diventare la 4° potenza industriale al mondo.
Lo Stato ha ancora la sovranità monetaria e fiscale, quindi deve ricominciare ad immettere più soldi nell’economia reale e non essere addirittura la causa principale del suo dissanguamento.
Il problema per lo Stato non sono e non devono mai essere i soldi, visto che si possono creare con un clic del computer, ma bisogna avere la volontà politica di utilizzarli per il benessere di tutti e non solo di pochi privilegiati, come accade ormai da anni.
Ne abbiamo parlato finalmente in una trasmissione televisiva “Come si creano i soldi?” su Canale Italia 53, merito di Vito Monaco che ci ha ospitato e degli amici Nino Galloni, Giovanni Zibordi, Marco Mori, Giovanni Lazzaretti e Paolo Tintori.
Lo Stato è l’unico soggetto che può creare i soldi ed il debito pubblico non è mai un problema, perchè può essere sempre riacquistato dalla sua Banca Centrale, come sta avvenendo anche oggi con il QE.
Alla fine è sempre e solo un problema di volontà politica, che dovrebbe raggiungere gli obiettivi previsti dall’art.3 comma 3 del TUE mentre invece li ha completamente dimenticati. I politici fino ad oggi si sono preoccupati solo del sostegno a banche e mercati finanziari, che in realtà non è mai stato e non deve essere tra gli obiettivi principali dell’Unione Europea, visto che interessano solo la popolazione più ricca.
Se vogliamo davvero cominciare a risolvere i problemi dell’Italia, a M5S e Lega chiedo di rileggere attentamente le nostre proposte e di cercare di utilizzarle (vedere anche articoli precedenti
1) Banca d’Italia sotto il controllo dello Stato e quote di partecipazioni pubbliche;
2) un sistema di banche pubbliche per l’economia reale, come ha già la Germania;
3) titoli di stato a valenza fiscale e consolidamento del debito detenuto da Banca d’Italia;
4) un SIstema di Riduzione Erariale denominato “SI.R.E. per lo sviluppo economico”.
Oggi l’Unione Europea è stata costruita sul debito, sui sacrifici e sull’austerity, e sappiamo che con queste fondamenta, l’intero edificio europeo rischia di crollare sotto il peso delle disuguaglianze economiche e sociali.
Se vogliamo invertire la rotta che oggi va verso il precipizio, dobbiamo riprendere il controllo del sistema monetario e fiscale, adottando politiche di tipo espansivo che ci facciano uscire dal sistema del debito.
Chiedo quindi a tutti i cittadini italiani che condividono questa idea, di esercitare una azione di “lobbing” nei confronti dei nostri rappresentanti eletti, fornendo loro questo articolo per dimostrare che questo è quello che vogliamo.
La semplicità è rivoluzionaria.
di Fabio Conditi – 12/05/2018
Fonte: monetapositiva
residente dell’associazione Moneta Positiva

TRAVAGLIO SMASCHERA MATTARELLA IN DIRETTA! GUARDATE E DIFFONDETE QUESTA VERGOGNA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA!

ECCOLE LE CREDENZIALI DELL'””ONOREVOLE” PRESIDENTE

mattarella mafia
Travaglio racconta Sergio Mattarella, dalla Prima Repubblica con furore. Marco Travaglio racconta Sergio Mattarella. “Siciliano ed ex democristiano. Ha 74 anni, è entrato alla Camera nel 1983, mentre Renzi entrava in terza elementare. E c’è rimasto fino al 2008, per 25 anni ininterrottamente. Anche se l’ultima volta, per farlo eleggere, han dovuto paracadutarlo dalla Sicilia al Trentino. Ora è giudice costituzionale. Sergio Mattarella è considerato unanimemente una persona per bene però ai tempi di Tangentopoli ha avuto un processo”.
Mattarella e Tangentopoli
Ai tempi di Tangentopoli finì a processo per un finanziamento illecito di Filippo Salamone, il costruttore di fiducia di Cosa Nostra. Salamone fu poi condannato per mafia e patteggiò la pena per tangenti a una sfilza di politici siciliani: confessò di avere finanziato Mattarella dandogli 40 milioni di lire in contanti e poi 10 milioni in buoni benzina per una campagna elettorale. Allora Mattarella si è ricordato: sì, l’ho incontrato, ma i milioni erano solo 3 milioni, in buoni benzina, e io li ho accettati. Ci mancherebbe: ogni lasciata è persa. I giudici l’hanno assolto perché la legge puniva solo i finanziamenti in nero sopra i 5 milioni. Però non è che sia molto bello prendere tre milioni da un costruttore legato alla mafia”. L’editoriale del direttore de Il Fatto Quotidiano. VIDEO:

“Sovranismo inattuabile”: così Mattarella ci piega all’UE e non rispetta il popolo

governo del presidente

“Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale. Può inviare messaggi alle Camere. Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione. Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo. Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione. Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato. Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle Camere. Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere. Presiede il Consiglio superiore della magistratura. Può concedere grazia e commutare le pene. Conferisce le onorificenze della Repubblica. “

Così recita l’art. 87 della Costituzione, che chiarisce i compiti fondamentali del Presidente della Repubblica a cui affida il ruolo di capo dello Stato e garante ultimo della stessa carta costituzionale.
Non si trova voce però, nell’intero dettato della fonte suprema del nostro ordinamento, che indichi, in merito a poteri affidati alla prima carica dello Stato, una funzione di indirizzo politico.
Non si spiega allora, se non con l’ipotesi di una palese invasione di campo, la sparata del presidente Mattarella che, in occasione della conferenza “The State of Union” tenutasi a Firenze, ha voluto, forse preoccupato dall’imminente accordo di governo Lega – 5 Stelle, ribadire come il sovranismo e il rigetto del sistema europeo non siano elementi da dover prendere in considerazione.
Pensare di farcela senza l’Europa significa ingannare i cittadini. Il sovranismo è inattuabile“ ha dichiarato lapidario.
E poco importa se, da garante della Costituzione, uno dei principi da tutelare sia proprio quello della sovranità popolare. Poco importa anche il fatto che il governo che sta per formarsi abbia ottenuto la piena maggioranza del popolo italiano e che debba avere, di conseguenza, il sacrosanto diritto, nel rispetto delle norme costituzionali, di scegliere le azioni di governo che ritenga più opportune. Quando si parla di UE proprio non si riesce, anche in una fase delicata come questa, a tenere a freno le opinioni personali.
Perché quella espressa da Mattarella altro non è che una posizione politica personale e palesemente di parte. Intendiamoci, il presidente può legittimamente esprimere pareri, non è quello il punto. Ciò che stona è per lo più la tempistica con la quale la massima autorità dello Stato, nelle imminenze della formazione di un nuovo esecutivo decide di esprimere considerazioni che potrebbero screditare e minare alcuni punti di un governo legittimamente espressione della volontà popolare.
E visti i precedenti nel rapporto tra istituzioni italiane e vertici europei ciò non può che preoccupare. Non sarebbe questa di certo la prima invasione da parte dell’UE nel nostro sistema politico. Ma l’aura di sacra devozione nei confronti di Bruxelles che avvolge alcune figure del mondo politico e istituzionale sembra proprio inscalfibile. E se nel pensiero liberale uno dei capisaldi è stato sempre il coltivare il dubbio, di fronte a mamma UE anche il più liberale dei liberali diventa un dogmatico di matrice quasi religiosa.
Così Mattarella incassa gli applausi dell’ex premier Letta e di gran parte del mondo liberale di matrice europeista, senza che nessuno dei sempre attenti feticisti della “Costituzione più bella del mondo” ponga l’accento sul rispetto dovuto da parte del presidente per le componenti politiche e i loro programmi.
A fagiolo casca poi l’ennesimo grande successo delle politiche di derivazione europea: grazie infatti proprio alle clausole di salvaguardia (misure prese per garantire il rispetto dei vincoli comunitari), si avverte in queste ore l’impellente necessità per il governo che si formerà di trovare (in qualche modo) la bellezza di 12,4 miliardi.
È dietro l’angolo infatti lo spauracchio di un ulteriore aumento dell’IVA al 24%, col rischio di doverla portare al 25 entro il 2020. Con tanti ringraziamenti, da parte dell’economia reale, all’intoccabile totem di Bruxelles da proteggere dal pericolo sovranista.
di Simone De Rosa – 13/05/2018 Fonte: oltre la linea

Le minacce di Mattarella ai partiti sono la disperazione del pensiero unico liberista

renzi mattarella

La casta deve essere davvero nervosa per fare uscire Mattarella dal suo letargo e indurlo a ipotizzare provvedimenti istituzionali per condizionare l’azione del futuro governo, peraltro ancora inesistente. Proprio lui, che ha taciuto davanti a tutti gli abusi renziani attuati a colpi di voti di fiducia, immancabilmente ottenuta da un parlamento (il medesimo che ha eletto Mattarella) incostituzionale e che dunque avrebbe dovuto sciogliersi, non attribuirsi il mandato di smantellare frettolosamente lo stato sociale, svendere il paese alle multinazionali straniere e tentare di stravolgere la Costituzione.

Senza precedenti e inaccettabile è inoltre che il presidente della repubblica minacci apertamente i partiti che, avendo ottenuto una maggioranza in elezioni avvenute nel rispetto di una legge da lui firmata, stanno discutendo un programma di governo, e questo prima ancora di conoscerne ufficialmente i contenuti ed esprimendo dunque un chiaro pregiudizio; comprensibile in chi (Renzi, Berlusconi) sia stato pesantemente sconfitto dal voto del popolo italiano ma che non è tollerabile nella carica che dovrebbe esprimere, come dice la Costituzione, l’intera nazione.
Dopo venticinque anni di dominio assoluto dei due partiti liberisti, quello berlusconiano e quello piddino, solo adesso Mattarella crede necessario invocare “robusti contropoteri” (sue le parole) per fermare fin dal nascere un governo non perfettamente in linea con il pensiero unico del neocapitalismo. Pensavo che con Napolitano la politica italiana avesse toccato il fondo; mi sbagliavo.
di Francesco Erspamer*
*Professore all’Harvard University. Post Facebook del 12 maggio 2018.
Notizia del: 13/05/2018

Ingerenza esterna e Sovranità. La “sinistra imperiale” che tifa Mattarella dovrebbe studiare la Costituzione

mattarella

Vogliamo un attimo ricordare a quei vecchi e nuovi fans di Mattarella, elevato al rango di “salvatore della Patria” da chi è già pronto a vendersi anche a Renzi, in nome di presunti “valori della democrazia”, che questo nostro attuale presidente è stato ministro della Difesa (con D’Alema presidente del Consiglio), quando l’Italia si aggiunse all’aggressione della NATO alla Jugoslavia, scatenata in barba al diritto internazionale, senza alcun mandato dell’ONU? Quando la Serbia fu inondata di uranio impoverito (che contaminò e uccise anche tanti nostri soldati). Quando anche le acque del nostro Adriatico furono contaminate dalle bombe superflue sganciate dagli aerei (anche italiani) che ritornavano dai loro attacchi criminali.
E vogliamo anche ricordare che la nostra Costituzione uscita dalla Resistenza e che ha tra i suoi primi firmatari il grande comunista Umberto Terracini garantisce la difesa della sovranità popolare e nazionale da qualsiasi ingerenza straniera, comunque giustificata?
Lo vogliamo ricordare a quei tanti utili idioti della “sinistra imperiale”,. responsabile di tutte le misure più antipopolari e lesive della pace che hanno caratterizzato i nostri governi “tecnici” e di “centro-sinistra” (da Monti in poi) e che tanto dolore hanno arrecato ai lavoratori del nostro paese e ai popoli di tante altre nazioni? E non solo (a leggere certi commenti) dobbiamo ricordarlo a costoro ma, purtroppo, anche “più a sinistra” di Mauro Gemma, Direttore di Marx 21
Notizia del: 10/05/2018

Il filosofo Diego Fusaro: “Governo Lega-M5S rispecchia la volontà del popolo Ma lo ostacoleranno in ogni modo” – reattivonews

Scalfari

Governo Lega-M5S, “rispecchia la volontà del popolo e delle masse””Ma proveranno a ostacolarlo in ogni modo”. Il filosofo Diego Fusaro sul governo Lega-M5S
Governo Lega-M5S quasi pronto. Che esecutivo sarà? Quali difficoltà incontrerà? Per il filosofo Diego Fusaro, columnist di Affaritaliani.it, “è il governo del basso che rispecchia la volontà del popolo”. Ecco l’intervista che Fusaro ha rilasciato a lospecialegiornale.it.
Governo giallo verde…. è il governo dei populisti?
“E’ il governo del basso direi, che rispecchia la volontà del popolo, delle masse precarizzate come le chiamo io nel mio libro ‘Storia e coscienza del precariato’. Il popolo nazionale popolare precarizzato ha votato i partiti che rappresentavano il basso, almeno nelle intenzioni ideali, e non destra o sinistra. Questa è la vittoria basso contro alto”.
Cosa si aspetta? Sarà governo del cambiamento?
“Difficile dirlo, è un esperimento inedito questo. Sicuramente mi aspetto meglio o meno peggio di quello che sarebbe avvenuto se avessero vinto i partiti di rappresentanza delle elites finanziarie”.
Riuscirà a governare o gli metteranno I bastoni fra le ruote? E chi?
“Certamente proveranno in ogni modo a mettergli i bastoni tra le ruote, vorranno a tutti i costi ostacolare questo governo. I signori del mondialismo sono quelli che vogliono più Europa, più mercato, più liberalizzazioni, non certo quelli che vogliono un contenimento del mercato ri-regolamentato a beneficio del basso, quindi faranno di tutto per far saltare l’asse che si sta creando”.
Come escono Salvini e Di Maio da questa vicenda?
“Salvini e Di Maio mi pare che ne escano abbastanza bene. Di Maio è stato molto bravo a liberarsi dall’abbraccio mortifero del Pd in cui sembrava caduto, invece si è svincolato bene. Ugualmente Salvini che si è liberato da Berlusconi definitivamente e mi pare sia una buona cosa”.
Berlusconi in qualche modo è stato protagonista di questa svolta. Cosa ne pensa?
“Berlusconi è stata una delle figure meno entusiasmanti di questa campagna elettorale. Sarebbe potuto entrare in pista come difensore del popolo lui che era stato definito ‘un colpo di Stato finanziario’ nel 2011, invece è entrato in scena come difensore dell’establishment euro-atlantista, quindi in qualche modo ha deluso e per questo non ha vinto”.
Questo finale era ciò che desiderava Renzi per poter acquisire una nuova rendita di potere stando all’opposizione?
“Non credo. Penso che Renzi in cuor suo sperasse di avere successo, ora sicuramente dovrà far fruttare questa nuova posizione in cui si trova. Ma è difficile. Anche qualora il nuovo governo scontentasse il popolo, il popolo si ricorderebbe dei danni del governo Renzi”. Affari Italiani

I tagliagole sdoganati da Saviano & c.

I tagliagole sdoganati da Saviano & c.

Jabat al Nusra, l’organizzazione terrorista a cui appartengono i 14 jihadisti arrestati, non è solo la costola siriana di Al Qaida, ma anche una filiazione dell’Isis affrancatasi dal controllo di Al Baghdadi quando il Califfo ruppe con l’organizzazione fondata da Bin Laden.
In Siria si è resa responsabile di orrori e atrocità non diverse da quelle dello Stato Islamico tra cui l’assedio e il massacro dei Cristiani di Maaloula. E ha anche incassato gli undici milioni di riscatto pagati dall’Italia per la liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due sprovvedute volontarie rapite in Siria nel 2014.
Eppure nonostante la sua evidente matrice terroristica Al Nusra ha goduto della benevola sottovalutazione di analisti e media occidentali impegnati a raffigurare Assad come il responsabile di tutti i mali siriani e a perorarne l’abbattimento. L’indagine, coordinata dalla Procura Nazionale, oltre a metter fine alla colpevole sottovalutazione di un pericoloso gruppo terrorista, contribuisce a svelare le pericolose bufale rifilate all’opinione pubblica da tanti soloni del giornalismo nostrano.
L’esempio più recente è la puntata di «Che Tempo che fa» dedicata alla Siria andata in onda il 25 marzo su Rai Uno. In quella puntata un affranto Roberto Saviano, assecondato da quel campione del pensiero banale chiamato Fabio Fazio, propina agli italiani la favoletta di una Ghouta «terra dei bambini» massacrati dalle bombe di russi e regime siriano. Ovviamente si guarda bene dal dire che i filmati dei bimbi utilizzati per muovere a compassione gli spettatori sono stati girati e diffusi da Jabat Al Nusra e dalle altre organizzazioni alqaidiste egemoni nella periferia di Damasco. E casualmente dimentica le stragi causate dai missili jihadisti lanciati da Ghouta che in quei giorni colpiscono i quartieri cristiani di Damasco. La storia del bimbo Omran non è diversa. Nell’agosto 2016 la foto del bimbo con il volto coperto di sangue e polvere dopo il bombardamento della sua casa di Aleppo Est fa piangere il mondo. Pochi giornalisti fanno notare che quella foto è stata diffusa da Jabat Al Nusra. E, mesi dopo, quando Aleppo Est è finalmente libera dal controllo dei terroristi, nessuno cita l’intervista in cui il papà rivela come Omran gli sia stato strappato dalle mani da pseudo-soccorritori che invece di medicarlo e portarlo all’ospedale lo offrirono all’obbiettivo di un compiacente fotografo. Lo stesso fotografo che esibiva sul Facebook un selfie scattato in compagnia di due jihadisti autori della decapitazione di un ragazzino palestinese di 15 anni.
di Gian Micalessin – 12/05/2018 Fonte: Gian Micalessin

Gli Stati Uniti hanno ucciso oltre 20 milioni di persone dalla II Guerra Mondiale ad oggi

La denuncia in un rapporto di Global Research

La denuncia in un rapporto di Global Research
Gli Stati Uniti sono stati responsabili della morte di oltre 20 milioni di persone – direttamente o a causa del loro coinvolgimento in conflitti – di diversi paesi dopo la seconda guerra mondiale, secondo un rapporto del portale Global Research.
La denuncia in un rapporto di Global Research2
In altre parole, tali guerre non sarebbero probabilmente avvenute se gli Stati Uniti Non avessero utilizzato la mano pesante.
Il potere militare ed economico di Washington è stato cruciale in questi conflitti.
Come caso clamoroso, si può indicare la responsabilità diretta delle forze statunitensi nella morte di 10-15 milioni di persone durante le guerre tra Corea, Vietnam e Iraq.
Notizia del: 13/05/2018

Guerra in Siria, l’Italia con chi sta? Con Al-Nusra

 

Miliziani di Al Nusra
Oltre due milioni di euro finiti nelle casse di Al-Nusra, la principale sigla di terroristi salafiti che in Siria seminano morte e distruzione, combattendo contro le truppe regolari siriane di Assad. E’ stata questa la traccia seguita dagli inquirenti italiani che ha portato a 14 arresti. Persone, a vario titolo, coinvolte nell’operazione di finanziamento degli utili idioti che, in nome di un Islam falso e distorto, combattono facendo gli interessi di chi vuole destabilizzare e spaccare secondo le linee di frazionamento etnico-religioso quella regione.
Il giudice italiano che ha seguito l’inchiesta non usa mezzi termini: “Al-Nusra finanziata con il traffico dei migranti”. Questo conferma, ancora una volta, che l’immigrazione incontrollata è foriera di manovre di finanziamento dei terroristi che, in Siria e non solo, combattono le truppe regolari siriane di Assad e, al contempo, fungono da basi addestrative per i foreign fighters che tornano poi a seminare panico e morti nelle città occidentali.
(Azione Tradizionale)
(www.repubblica.it) – 11/05/2018 – Blitz con 14 arresti da Brescia a Cagliari. Il giudice: “Al-Nusra finanziata con il traffico dei migranti”
I provvedimenti di custodia cautelare partiti da due distinte indagini di polizia e guardia di finanza in Sardegna e in Lombardia. Due milioni di euro la cifra trasferita in Siria, Turchia e Libano. Dall’Italia i soldi per i kalashnikov. Secondo gli investigatori, i due gruppi finanziavano con le loro attività le milizie qaediste in Siria.
Il terrorismo siriano si è finanziato anche attraverso il traffico di migranti sulla rotta Balcanica. Il particolare, interessantissimo per gli analisti dell’Antiterrorismo, emerge dall’inchiesta “Foreign fighters” della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, coordinata dalle Direzioni distrettuali antimafia di Brescia e Cagliari e dalla Procura nazionale antiterrorismo, che questa mattina ha portato all’arresto di undici siriani e tre marocchini, e all’iscrizione sul registro degli indagati di altre sedici persone tra cui un’italiana, Cristina Agretti. La donna è la moglie di uno degli arrestati e si è prestata a fare da corriere transnazionale del denaro. Tra gli arrestati, quattro sono accusati di associazione a delinquere con finalità di terrorismo.
MOVIMENTATI DUE MILIONI DI EURO
Due gruppi criminali distinti in Lombardia e in Sardegna, uno costituitosi attorno alla figura di Daadoue Anwar, l’altro che aveva in Bazkka Alaa il vertice riconosciuto, hanno messo in piedi un capillare sistema di movimentazione denaro “Hawala”, riconosciuto dalla tradizione islamica ma del tutto nascosto ai circuiti bancari e più volte oggetto di inchieste dalla Finanza, grazie al quale hanno raccolto circa 2 milioni di euro in denaro contante principalmente da cittadini siriani domiciliati in Italia, in Svezia, in Ungheria, per trasferirlo a connazionali in Austria, Germania, Olanda e Danimarca, ma anche in Siria, Turchia e Libano. Il Gruppo Anwar si tratteneva per il “disturbo” una percentuale dal 5 all’8 per cento, il gruppo Bazkka una percentuale tra lo 0,5 e il 4 per cento. Per questo sono indagati per associazione a delinquere, riciclaggio e autoriciclaggio. Ma non solo.
Foreign Fighters europei
Foreign Fighters europei
IL SOLDI DALL’ITALIA PER I KALASHNIKOV
“Il denaro contante – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Brescia – era destinato a sostenere l’attività dei fronti combattenti antigovernativi siriani e, in particolare, a finanziare gli appartenenti ed affiliati al gruppo jihadista salafita armato denominato fronte “al Nusra” o “Jabhat Fateh al Sham” e alle fazioni dell’E.S.L. operanti rispettivamente nella provincia siriana di Idlib e sul confine libanese”.
Le indagini, che hanno potuto fruire di informazioni di intelligence messe a disposizione dall’Aisi, il nostro servizio segreto interno, si sono appoggiate sulle dichiarazioni rese il 3 aprile 2017 da Abdulmalek Mohamad, indagato a Cagliari per terrorismo internazionale e amico stretto del capo Daddue Anwar. Sul flusso di denaro partito dall’Italia e finito in Siria ha raccontato: “L’unica cosa che è stata acquistata dall’Italia sono i mirini ottici per Kalashnikov, comprati da tale Ibrahim, ma non so a chi sono andati, se ad Al-Nusra o ad altri gruppi”. Precisando che, quanto all’acquisto di armi, la maggior parte “partiva dalla Turchia” grazie al servizio finanziario fornito da Anwar. E ancora: “I soldi andavano ad Al-Nusra poiché i miei connazionali si fidavano principalmente di Al-Nusra, che, a differenza di altri gruppi, è sempre rimasto compatto. Chiaramente, i soldi che (il gruppo Anwar, ndr) manda in Siria non sono solo suoi, ma anche raccolti da altri paesi, quali Svezia, Germania e così via. Sono i soldi di coloro che vogliono contribuire alla causa dei combattenti anti governativa”.
IL RACKET SULLA ROTTA BALCANICA
Daddue Anwar, dunque, è il capo del gruppo di siriani in Sardegna. E’ residente ad Olbia ma si è trasferito in Svezia, vicino alla città di Norrkoping. Nonostante sia formalmente indigente e beneficiario di prestazioni previdenziali ed assistenziali erogate dallo Stato svedese, aveva la gestione di quello che lui stesso definiva “un ufficio che lavora su tutta l’Unione Europea”. Ad Olbia risulta ancora il rappresentante legale dell’Associazione Culturale Assalam (costituita nel 2012), nonché amministratore unico e socio della S.I.M. Costruzioni S.r.l..
I suoi uomini di fiducia sono i fratelli siriani Chdid (arrestati) che hanno sfruttato la disperazione dei migranti siriani in fuga dal loro Paese in guerra. “Una volta aperta la rotta balcanica – ha dichiarato Abdulmalek Mohamad – i fratelli Chdid si trasferirono in Ungheria per gestire il traffico di migranti. Compravano le macchine in Italia, tramite dei contatti e, servendosi di autisti stranieri ed italiani, li facevano venire in Ungheria. Quando uno degli autisti veniva arrestato in Austria, faceva due mesi di galera e poi tornava fuori”. Il reclutamento di autisti italiani e stranieri per il trasporto di immigrati era pagato 400-500 euro